Brief Summary
The present paper intends to analyze a corpus concerning data from an informal meeting
developed between young participants coming from different countries during a European
multicultural exchange in English lingua franca. Such analysis wants to consider organizational
and structural aspects in the meeting, basic conversational patterns and understanding problems
arising during the meeting.
Chapter one is a general introduction of the context in which this work is conceived, giving a
brief description of the considered activity and of the general objectives the paper wants to
achieve. Chapter two starts the analysis taking into consideration the meeting's structural aspect,
in particular the formal meeting's one, and from this a comparison with the meeting in question
will be led, to define its nature. Chapter three briefly explains the complex linguistic situation of
European Union and of the exchange participants, introducing some theories about English
lingua franca and basic principles about Conversation Analysis. Chapter four widens the
analysis to different aspects characterizing talk-in-interaction, such as the organization of the
turn-taking system, overlapping phenomena and the manifestation of understanding problems.
The analysis shows the main proper structural and conversational peculiarities of an informal
meeting whose participants coming from different EU countries use English as a communication
lingua franca different from their own mother tongue.
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Capitolo 1. INTRODUZIONE
I contatti tra persone di culture, storie e lingue diverse divengono ogni giorno più frequenti, e
le cause sono molteplici. Tra gli incommensurabili motivi che hanno favorito giorno dopo
giorno questo continuo contatto culturale possiamo sicuramente riconoscere, in ambito più
ristretto rispetto a un discorso mondiale, il costante e continuo allargamento dell'Unione
Europea.
Dal 1° Maggio 2004 i Paesi membri dell'Unione Europea hanno raggiunto quota 25, grazie al
quinto allargamento1; l'aspetto interessante degli allargamenti della UE risiede nel fatto che
codeste aperture riguardano ormai i numerosi stati che confinano con il territorio europeo, ma
che storicamente fanno parte di altre tradizioni e storie che non rientrano nel quadro
tipicamente europeo.
Due dei paesi di cui si è accennato sopra sono la Lituania e la Slovacchia: due Stati che
hanno raggiunto il compimento della libertà e della democrazia da relativamente poco tempo
rispetto ai fondatori dell'Unione Europea, ovvero agli esordi degli anni '90 del XX secolo. Il
loro inserimento nel quadro europeo risulta quindi essere peculiare, a causa della loro 'diversità'
culturale, economica, storica e politica; abbiamo citato questi due Stati perché essi rientrano
nell'interesse del nostro studio.
Per favorire la conoscenza delle culture dei nuovi stati membri della UE e per facilitare
l'integrazione di essi all'interno dell'Unione, vengono incoraggiati gli scambi interculturali tra
gli Stati di vecchia appartenenza con quelli di entrata più recente.
Gli scambi giovanili interculturali che si tengono in ambito europeo, pur essendo una realtà
concreta da ormai quasi un decennio, rappresentano un ambito relativamente nuovo, del quale
molti non sono neppure a conoscenza; questo tipo di esperienza sta lentamente prendendo
piede, facendosi strada giorno dopo giorno, ma esiste ancora poco materiale teorico che
riguarda questo tipo di argomento: poche analisi infatti sono state svolte a riguardo.
Il nostro interesse sta proprio nell'analizzare questo tipo di scambi, che incarnano una realtà
interculturale diversa rispetto agli ormai ordinari incontri commerciali tra partners o soci
economici provenienti da parti diverse del mondo; il contesto che verrà preso in considerazione
si differenzia ampiamente anche dagli studi antropologici o etnologici che prendono in
1 Dal 1°gennaio 2007 i paesi membri salgono a quota 27, assieme a Bulgaria e Romania
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considerazione culture diverse tra loro. L'originalità di questo studio sta nel prendere in
considerazione una realtà 'terza', che raramente viene investita di interesse: gli scambi
interculturali si svolgono in contesti del tutto differenti rispetto alla realtà quotidiana o
commerciale-economica mondiale. I ragazzi che partecipano a questo tipo di esperienza si
trovano a convivere con persone sconosciute di provenienza diversa dalla loro: si trovano così a
fronteggiare un breve periodo di tempo di totale condivisione di ogni cosa con estranei, coi
quali si cerca di creare un legame mediante una lingua diversa dalla propria o mediante
qualsiasi mezzo che possa risultare utile (linguaggio del corpo, espressività, etc.). Non esistono
secondi fini (economici o quanto altro), l'unico scopo di questi scambi è conoscere realtà e
culture diverse dalla propria, oltre alla condivisione di un'esperienza unica ragazzi provenienti
da paesi differenti. Gli scambi interculturali forniscono numerosi spunti di riflessione da molti
punti di vista, che possono essere quello culturale, quello comportamentale o quello linguistico.
In questo studio prenderemo diversi spunti dallo scambio interculturale avvenuto nel Luglio
2005 a Bodenfelde (Bassa Sassonia, Germania), durante il quale è stato raccolto diverso
materiale audio che presenta elementi interessanti, e che possono essere ritenuti favorevoli alla
conduzione di uno studio che vuole essere un'analisi originale di tipo organizzativo, linguistico
e conversazionale.
1.1. Il tirocinio presso l'Associazione Culturale “pRosa”
Nei mesi di Giugno e Luglio 2005 l'autrice è stata accettata per lo svolgimento del proprio
tirocinio universitario presso l'Associazione Culturale “pRosa”, ex Progetto Giovani,
domiciliata a Campagnola Emilia in provincia di Reggio Emilia, in qualità di mediatrice
culturale-linguistica e leader del gruppo italiano all'interno dello scambio interculturale svoltosi
a Bodenfelde (Germania), dal 20 al 27 luglio 2005. Il lavoro svolto è stato suddiviso in due fasi:
una parte organizzativa e una parte operativa vera e propria.
Al fine organizzativo i coordinatori dell'Associazione hanno fornito gli elementi necessari
per l'organizzazione di uno scambio interculturale in Germania al quale hanno partecipato
quattro gruppi di ragazzi provenienti da Italia, Germania, Lituania e Slovacchia.
L'organizzazione prevede lo scambio di contatti con i leader dei paesi partecipanti allo scambio
(tramite e-mail e chiamate telefoniche), e riunioni preparatorie allo scambio con la
partecipazione dei ragazzi del gruppo italiano, all'interno delle quali si entra in contatto con i
partecipanti, si discutono l'argomento dello scambio, le regole da rispettare; si lavora sulla
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motivazione dei partecipanti, e si chiariscono i dubbi eventuali riguardo alla partecipazione dei
singoli individui. Inoltre, vengono scambiate tra i gruppi le schede di presentazione dei
partecipanti di ogni paese (tramite e-mail) in modo che si possano conoscere 'virtualmente'
anche i gruppi che si incontreranno in loco.
La parte operativa del tirocinio rappresenta il ruolo vero e proprio del leader: tale figura deve
provvedere alla salvaguardia del proprio gruppo durante il viaggio (avvenuto tramite treno),
all'inserimento dei partecipanti all'interno delle attività dello scambio e all'interno della vita
comunitaria stessa, oltre a rappresentare un punto di riferimento in caso di insorgenza di
problematiche nel corso dello scambio. Il leader, inoltre, ha il compito di fungere da mediatore
(culturale e linguistico) tra il proprio e gli altri gruppi di partecipanti, oltre che tra i leader dello
scambio e il proprio gruppo nel caso di conflitti o incomprensioni. A tale scopo vengono indette
riunioni (i leaders' meetings) all'interno delle quali i leaders discutono dello scambio, del
programma da svolgere, delle attività e degli eventuali problemi presentatisi nel corso dello
scambio.
1.2. Scambio interculturale: in cosa consiste
Lo scambio interculturale viene organizzato all'interno del Programma Gioventù previsto
dall'Unione Europea: in particolare, gli scambi giovanili rientrano nell'ambito Action 1 di tale
programma e vengono finanziati dall'Unione, che copre il 70% delle spese totali.
Come accennato in precedenza, gli scambi interculturali vengono incoraggiati dalla UE per
promuovere il confronto culturale tra i diversi e numerosi paesi appartenenti all'Unione, oltre
che tra questi ultimi e stati di altri continenti. Allo scambio deve partecipare almeno uno stato
membro dell'Unione Europea.
In seguito al quinto allargamento della UE , in virtù del quale dal 1°Maggio 2004 l'Unione
conta 25 stati membri, tale Istituzione ha maggiormente incoraggiato e privilegiato gli scambi
interculturali tra i ragazzi appartenenti ai “vecchi” stati membri e quelli residenti nei più
recenti: per tale motivo nell'anno 2005 l'Associazione Culturale “pRosa” di Campagnola Emilia
ha preso parte allo scambio che ha visto partecipare Italia, Germania, Lituania e Slovacchia, per
un totale di 40 ragazzi appartenenti a una fascia d'età che va dai 16 ai 25 anni.
Ogni gruppo è composto da circa nove ragazzi e dal leader (fatta eccezione per il gruppo
ospitante tedesco che conta circa una ventina di partecipanti che si alternano durante lo
scambio); le funzioni del leader sono state riportate in precedenza. I partecipanti convivono per
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tutta la durata dello scambio all'interno di una struttura appropriata dotata di camerate
organizzate in gruppi di nazionalità mista, cucina attrezzata, servizi, strutture ginniche e
ricreative (teatro, classi, laboratori).
Oltre all'attività tematica principale dello scambio (lo Stereotipo culturale), ne vengono
organizzate altre alternative che comprendono visite a città, serate in locali, preparazione di
pasti tipici per ogni nazionalità e preparazione di spettacoli di intrattenimento. I ragazzi devono
convivere tra loro cercando di entrare in contatto con culture differenti dalla propria e tentando
di appianare le divergenze culturali attraverso lo scambio reciproco di idee e la realizzazione di
soluzioni pacifiche: questo scopo viene perseguito per mezzo di attività comuni svolte in gruppi
misti all'interno delle quali viene incoraggiata la comunicazione attraverso l'utilizzo dell'inglese
come lingua franca2.
1.3. Attività svolte durante lo scambio interculturale
Il tema che l'organizzazione tedesca ha scelto come filo conduttore dello scambio
interculturale è lo Stereotipo culturale: attraverso un gioco ideato dai ragazzi tedeschi e
chiamato Europoly, i partecipanti devono partire dai pregiudizi che ogni paese ha nei confronti
degli altri paesi per giungere infine a una rappresentazione reale di ciò che il paese in questione
realmente è, con le sue caratteristiche e ricchezze nazionali. Ogni nazione presenta un
cartellone dove sono elencate le opinioni e i pregiudizi su un altro paese che partecipa allo
scambio, e, alla fine dell'esperienza, si giunge alla costruzione di un manichino rappresentante
di ogni nazione che incarni tutte le caratteristiche reali della nazionalità italiana, tedesca, lituana
e slovacca. Europoly è stato pensato per vincere la discriminazione e per superare
definitivamente il comune atteggiamento del prendere posizioni prima di conoscere realmente
le persone, oltre a voler aiutare il contatto tra i partecipanti allo scambio. Oltre al gioco di
squadra Europoly, vengono organizzate attività ricreative di vario genere quali visite a città,
competizioni sportive (pallacanestro, calcetto, pallavolo) e cene tipiche di ogni nazionalità, per
dare un assaggio delle usanze locali di ogni nazione.
Riportiamo di seguito il programma dettagliato dello scambio interculturale come è stato
consegnato prima della partenza per lo scambio; il programma ha subito variazioni, a volte
notevoli, per necessità durante lo svolgimento dell'esperienza:
2 Di lingua franca si parlerà più approfonditamente nei capitoli successivi.
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Figura 1.1 Programma Scambio Interculturale
Ogni attività viene coordinata dai leaders, che si propongono come intermediari e fonte di
informazione per i propri gruppi. I leaders, oltre ad essere punto di riferimento per i propri
gruppi, sono in continuo contatto tra loro, per discutere dei potenziali problemi che possono
nascere nel corso dello scambio; a tale scopo vengono organizzati i leaders' meetings.
All'interno di tali meetings i leaders discutono, espongono problemi, cercando di trovare
soluzioni significative ai problemi insorti.
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Multilateral Youth Exchange 2005 “Europoly”
Program of activities
Wednesday 20th July 20.00 Arrive in the school IGS in Bodenfelde and dinner
22.00 Knowledge game and division of activities in mixed groups
Thursday 21th July 10.00 Breakfast
11.00 Presentation of the program, the game “Europoly” rules
13.30 Lunch
14.30 Workshop “Europoly”
18.00 Leaders’ meeting: questions about expectations
19.00 Dinner in one typical German pub in Bodenfelde
Friday 22th July 9.00 Breakfast and lunch packet
10.30 Meeting with the Mayor and with the local press
13.00 Departure to Hannover
14.30 Lunch and free time
16.00 Rally “Europoly”
19.00 Dinner in one typical german pub in Hannover
22.00 Departure ti Bodenfelde
Saturday 23th July 9.00 Breakfast
10.00 Workshop “Europoly”
12.30 Lunch
16.30 Middle-evaluation of the Exchange at the lake Godelheim
19.00 Dinner (International German’s night)/ coach meeting
21.00 pub visit: “Maxl” in Gottingen
0.00 Departure to Bodenfelde
Sunday 24th July 10.00 Breakfast
11.00 Departure to Gieselwerder
11.30 Organized free time: CanoeTour on the river Weser
12.30 Lunch at the river Weser
16.00 Departure to Bodenfelde
17.00 Workshop “Europoly”
20.00 Dinner (International Slovak’s night)
Monday 25th July 9.00 Breakfast
10.00 Workshop “Europoly”
12.30 Lunch
13.30 Departure to Gottingen
14.30 Free time in the city and rally “Europoly”
19.00 Dinner and bowling in Gottingen
22.00 Departure to Bodenfelde
22.30 International Italian’s night
Tuesday 26th July 9.00 Breakfast
10.00 “Europoly”: presentation of the results
13.00 Lunch
14.00 Planning about the next cultural exchange
16.30 Evaluation of the exchange all together
18.00 Final party with barbecue and excursion in the forest at the Carolin lake
22.00 International Lithuania’s night
Wednesday 27th Jul 7.00 Departure of the groups
Nel corso dei meetings sono state raccolte alcune registrazioni al fine di poter analizzare
quali caratteristiche effettive possono presentare le riunioni informali nell'ambito di uno
scambio interculturale, e quali fenomeni linguistici significativi possono essere descritti.
1.4. Materiale utilizzato
Nel corso dello scambio interculturale sono state effettuate diverse registrazioni mediante un
registratore vocale mp3; tali registrazioni sono avvenute durante lo svolgimento delle attività e,
soprattutto, nel corso dei meetings (con l'unanime consenso dei partecipanti); spesso la qualità
risulta scadente a causa delle condizioni di registrazione poco favorevoli quali ambienti
eccessivamente ampi e dispersivi, rumori in sottofondo e conversazioni simultanee.
Per i suddetti motivi è stato scelto di utilizzare l'unica registrazione che presenta le
condizioni ottimali per lo svolgimento di un'analisi linguistico-conversazionale; tale
registrazione è stata eseguita in data Sabato 23 luglio 2005 , in occasione di una riunione di
valutazione a metà del percorso tenutasi tra i leaders dei gruppi. La registrazione è di una durata
approssimativa di 45 minuti e di essa è stata redatta una trascrizione, le cui parti significative
verranno riprese nel corso del nostro studio; la trascrizione completa di tutte le sue parti si
potrà trovare in appendice suddivisa nelle 13 sezioni che verranno esposte nel capitolo 2, per
disporre di un'idea globale del contesto in cui tale riunione si è svolta.
1.5. Privacy
I partecipanti alla riunione sono avvertiti della registrazione all'inizio della riunione stessa;
ogni individuo approva tale metodologia, ma nel corso dello svolgimento dell'incontro nessuno
viene influenzato particolarmente a causa del registratore, permettendo in questo modo che la
conversazione proceda spontaneamente.
Nonostante l'approvazione e l'acconsentimento alla registrazione da parte dell'intero gruppo, si
sono mantenute per correttezza le iniziali dei nomi dei partecipanti sia nella trascrizione sia nelle
parti in cui vengono citati i partecipanti per necessità di analisi, al fine di garantire un minimo di
anonimato nel rispetto della privacy di persone che si sono gentilmente prestate come oggetto
d'analisi.
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1.6. Obiettivi
Il presente studio vuole analizzare il materiale audio raccolto nel corso di un meeting svoltosi
durante uno scambio interculturale, al fine di poter avanzare delle osservazioni costruttive
riguardanti un ambito normalmente ignorato o al quale viene solitamente rivolta poca
attenzione, ovvero l'ambito relativo agli scambi interculturali europei tra paesi di diversa
provenienza.
In particolare, in seguito a un'introduzione che vuole essere approssimativamente esaustiva al
fine di una comprensione generale del contesto in cui si concentra la presente tesi, verranno
presi in considerazione vari aspetti costituenti del meeting oggetto di studio, tra i quali
l'organizzazione strutturale del meeting stesso, oltre alle modalità di partecipazione e al ruolo
effettivo dei partecipanti all'interno dell'incontro, facendo riferimento alla bibliografia redatta a
riguardo e ai dati raccolti. Mediante l'esposizione delle caratteristiche proprie dei meeting
formali, verrà attuata una comparazione tra questi ultimi e il meeting in oggetto, per stabilirne la
natura tramite contrasto.
In seguito si porrà l'attenzione su diversi aspetti linguistico-conversazionali del materiale
analizzato, partendo da una breve descrizione della situazione linguistica dei partecipanti e
dell'Unione Europea in cui vivono, oltre ad esporre alcuni concetti di base sull'inglese come
Lingua Franca: verrà fatto riferimento agli studi svolti in precedenza su tali argomenti, e si
valuterà se tali studi sono applicabili all'oggetto del presente lavoro. Dopo aver introdotto la
tematica dell'inglese come lingua franca, si tenterà un approccio all'Analisi Conversazionale,
della quale verranno esposte le teorie e le metodologie principali, relativamente a un campo
raramente preso in considerazione da tale disciplina, senza tralasciare i numerosi studi svolti
nell'ambito conversazionale da parte delle diverse discipline.
L'analisi procederà col considerare più specificatamente gli aspetti conversazionali, quali
l'organizzazione del sistema di presa di turno da parte dei partecipanti, e i fenomeni di
sovrapposizione nel parlato, facendo riferimento alla bibliografia concernente tali argomenti.
Lo studio si soffermerà infine brevemente sugli eventi problematici di comprensione o di
fraintendimento che possono presentarsi normalmente nel corso di scambi internazionali tra
parlanti di lingue diverse, i quali utilizzano l'inglese come mezzo di comunicazione, vale a dire
come Lingua Franca.
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Capitolo 2. I MEETINGS (o Riunioni)
2.1. Formal Meetings (letteratura sui meetings formali)
I meetings (o riunioni, a seconda della terminologia che si vuole adottare) rappresentano un
argomento che acquisisce un interesse sempre più elevato, soprattutto per quanto riguarda il
raggiungimento degli obiettivi che essi possono favorire: i meetings sono infatti diventati un
mezzo e una ricchezza indispensabili per le sempre più numerose aziende che popolano il
mercato e l'economia mondiali.
Proprio a causa dell'importanza unica che viene sempre più attribuita all'economia (e ai settori
ad essa collegati), dovuta alla inevitabile globalizzazione di ogni settore della vita dell'uomo,
numerosi temi generali vengono affrontati e analizzati da studiosi ed esperti relativamente a
questo campo di interesse, ovvero quello economico. Lo stesso avviene per quanto riguarda lo
studio dei meeting e del loro linguaggio, la manualistica a riguardo, e tutto quanto può
concernere il mondo delle riunioni: l'oggetto di maggiore interesse da parte degli studiosi è
rappresentato il più delle volte dal Business Meeting.
A causa di questa propensione alla manualistica dedicata alla buona organizzazione dei
meeting aziendali, il nostro studio terrà in considerazione tali risorse per poi adattarle al caso del
meeting informale in ambito interculturale (non economico) che si andrà ad analizzare: non
esistono infatti studi o manuali prescrittivi mirati all'analisi o all'organizzazione di meetings
relativamente a contesti diversi da quelli aziendali o associazionistici.
Si andrà qui di seguito ad esporre ciò che la manualistica propone per l'organizzazione e la
gestione funzionali di un meeting, tenendo in considerazione solamente gli aspetti più funzionali
alla nostra analisi; i principi che vengono descritti verranno in seguito confrontati con i dati reali
offerti dal meeting preso in considerazione dal presente studio.
2.1.1.Preparazione del Meeting
Sansavini (2005), indica la necessità per una riunione di essere formale (ovvero organizzata e
strutturata nei minimi dettagli) al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati, ed espone alcuni
compiti indispensabili per la preparazione di una riunione che rappresenti una garanzia di
produttività; ne vengono di seguito elencati i più significativi:
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• Valutazione della necessità della riunione
• Definizione della tipologia della riunione: -Informativa
-Decisionale
-Formativa
• Preparazione accurata delle fasi del meeting (strutturazione)
• Definizione degli obiettivi e dei risultati concreti che si vogliono raggiungere
• Definizione dei tempi di svolgimento
• Scelta dei partecipanti
2.1.2.Struttura del Meeting
Il meeting deve essere strutturato in modo da essere il più produttivo possibile . Gli elementi
che un buon meeting deve presentare sono un'apertura efficace da parte del leader, in cui
compaiano chiaramente i seguenti elementi:
• Titolo della riunione (e relativo ODG3)
• Saluto (necessariamente carismatico)
• Presentazione del leader
• Obiettivi della riunione
• Programma della riunione
• Regole del gioco
• Informazioni necessarie per la comprensione della riunione (background).
(Sansavini 2005)
Relativamente al processo di apertura del meeting, Bargiela-Chiappini e Harris (1997)
precisano che “Il meeting può ritenersi iniziato quando il Presidente della riunione [...] dà inizio
all'apertura degli atti” [traduzione dall'inglese]. Tale fase di inizio del meeting viene qui
denominata “Opening Phase” (Id.).
Nel corso dello svolgimento della riunione il leader deve essere in grado di tenere saldamente
le redini della discussione e gestirla al meglio, coinvolgendo tutti i partecipanti, facendo
rispettare tutti i punti dell'ODG, appianando le divergenze e facendo in modo che i temi
3 ODG sta per ordine del giorno; da questo punto in poi si utilizzerà questa sigla per indicare tale aspetto delle
riunioni
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vengano discussi rispettando i tempi prestabiliti; se questo non avvenisse, il leader deve
occuparsi della gestione del tempo a disposizione. Codesta fase di svolgimento viene anche
detta “Debating Phase” (Bargiela-Chiappini, Harris 1997), dove i protagonisti sono i
partecipanti, e dove il leader svolge prevalentemente il ruolo di mediatore.
La fase finale, “Closing Phase” (Id.), rappresenta il momento in cui il leader prende in
considerazione i risultati dello scambio di opinioni avvenuto durante la fase precedente e giunge
alle conclusioni; questo procedimento ha avvio quando il leader avverte che la riunione sta per
concludersi, prosegue con la sommarizzazione dei risultati raggiunti, e si conclude con la
definizione del piano d'azione da assumere per il conseguimento dei fatti concreti. Come
asserisce Sansavini (2005), “lo scopo fondamentale della chiusura è garantire che le transazioni
verbali siano tradotte in azioni concrete”.
La riunione formale inoltre prevede una fase post-riunione che comprende le attività di
verbalizzazione, l'analisi critica e il monitoraggio del piano d'azione (o follow-up) della
riunione (Sansavini 2005), affinché esso venga realizzato nel più breve tempo possibile.
2.1.3. Ruolo del Leader
Il leader deve preoccuparsi di soddisfare tutti i requisiti per la buona riuscita di una riunione;
a tale scopo si occuperà dei punti esposti precedentemente nei paragrafi 2.1.1. e 2.1.2.. Egli
inoltre deve curarsi del coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti, creare feeling tra di essi e
stimolare il loro interesse. In particolare il buon Leader presenta:
• Capacità Organizzativa
• Capacità Comunicativa
• Capacità di Gestione Psicologica del Gruppo,
qualità che facilmente possono essere soddisfatte attraverso il contatto visivo, la mimica, la
gestualità, la postura, il linguaggio paraverbale, lo humor, il linguaggio e la gestione dello stress;
inoltre la gestione psicologica del gruppo comprende l'abilità nel creare un clima positivo e nel
gestire le situazioni problematiche attraverso lo sviluppo e l'utilizzo dell'empatia, ovvero la
capacità di identificarsi con i sentimenti degli altri (Sansavini 2005).
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