I
Introduzione
Nell’attuale scenario turistico ipercompetitivo, il successo delle
destinazioni turistiche è subordinato alla formulazione di un
sistema di offerta che consenta di soddisfare i bisogni e i desideri
di specifici gruppi di turisti. La strategia di segmentazione del
mercato riconosce infatti che poche destinazioni di vacanze sono
gradite e desiderate a livello mondiale da tutti i turisti, pertanto,
piuttosto che tentare di attrarre tutti i target bisogna indirizzare
gli sforzi specificamente alle necessita e ai desideri di target
specifici.
Il presente lavoro pone l’attenzione sui giovani, cercando di
indagare le motivazioni che stanno alla base delle scelte
d’acquisto che essi compiono e i principi che influenzano il
processo decisionale, analizzando in più il rapporto che sussiste
tra i giovani stessi e mezzi di comunicazione; l’obiettivo è quello
di fornire un insieme di linee guida utili ad operatori turistici
italiani pubblici e privati per operare e comunicare prodotti
turistici al target giovanile. Dato che lo scenario competitivo si
sposta sempre più verso l’ambito internazionale, piuttosto che
locale o regionale, un’analisi del solo mondo giovanile italiano
sarebbe risultata riduttiva, quindi si è rivolta l’attenzione al target
giovanile nella sua globalità.
La partecipazione ad un programma di scambi internazionali
Socrates Erasmus ha reso possibile realizzare un’indagine presso
II
“l’Universitat Rovira I Virgili” di Tarragona; in particolare sono
stati analizzati i comportamenti turistici dei giovani della nota
città catalana. I dati raccolti sono stati analizzati attraverso il
software statistico SPSS, il cui utilizzo è stato sperimentato
nell’ambito del “Laboratorio di Statistica”, attività formativa del
corso di studio frequentato.
Il lavoro si propone di offrire uno sguardo realistico dei
comportamenti turistici giovanili così da orientare i processi di
realizzazione di campagne di comunicazione. Si è cercato di
articolare in maniera unitaria il lavoro argomentando i concetti
appresi nelle distinte discipline che sono state alla base del
percorso di studi seguito. L’impostazione che si è seguita è stata
principalmente di carattere economica, ponendo l’accento sulle
politiche che negli ultimi anni si sono intraprese nei confronti dei
giovani, non solo nel settore turistico ma anche in altri settori; il
ricorso a varie teorie sociologiche ha reso più ricca la trattazione.
Lo studio delle fonti bibliografiche riflette lo sguardo
interdisciplinare del lavoro; oltre alla consultazione di testi di
carattere economico generale, sociologico, e testi del settore
turistico, si è reso imprescindibile il riferimento a testi, riviste e
indagini internazionali realizzate da autorevoli associazioni di
turismo giovanile europee e americane.
L’argomento trattato è quanto mai importante ed interessante in
un periodo in cui sempre più destinazioni e operatori indirizzano
III
i propri interessi e le proprie aspettative verso questo target di
turisti.
Il lavoro realizzato secondo una logica sequenziale, si articola in
tre capitoli, in ognuno dei quali si è cercato di riportare una
trattazione completa, e quanto più concisa possibile, rispetto i
fenomeni e gli argomenti trattati.
Il primo capitolo indaga l’influenza del contesto socio-
economico e culturale contemporaneo sui comportamenti delle
popolazioni giovanili. In particolare ci si è soffermati sui
consumi giovanili, analizzando i processi di acquisto che sono
alla base dell’agire, e il significato che alcuni consumi hanno per
la popolazione giovanile. Parlando di consumi giovanili è
importante analizzare il rapporto tra giovani e comunicazione,
riguardo per esempio la formulazione dei messaggi e i mezzi di
comunicazione innovativi da utilizzare per comunicare con
questo target.
Il secondo capitolo affronta le tematiche relative al rapporto tra
giovani e turismo, analizzando in primo luogo le peculiarità che
rendono interessante il turismo giovanile e sfatando le principali
opinioni che negli anni hanno portato a vedere il segmento
giovanile come un segmento di ristretta “importanza” per gli
intermediari turistici e per i fornitori di servizi; in seguito si
illustrano le distinte strategie adottate dagli operatori turistici per
lo sviluppo del turismo giovanile. Si procede poi ad un’analisi
IV
dei comportamenti d’acquisto e consumo turistici dei giovani,
demarcando in più i differenti stili di turismo giovanili.
Il terzo capitolo presenta i risultati dell’indagine sui consumi e
comportamenti turistici dei giovani della città catalana di
Tarragona. Mediante la tecnica della “cluster analysis” sono stati
individuati i principali stili di turismo (domestici, conformisti,
elitari) che appartengono agli studenti tarragonesi.
In più si presentano i dati relativi all’opinione e all’immagine che
questi studenti hanno dell’Italia e delle sue destinazioni, e talune
informazioni necessarie per la progettazione dei pacchetti
turistici italiani.
L’aspetto innovativo di questa indagine consiste nell’aver
considerato i soggetti che non hanno al momento alcuna
“relazione turistica” con l’Italia, a dispetto invece delle indagini
dei principali istituti di ricerca italiani che si concentrano
principalmente sui comportamenti e consumi dei turisti che
soggiornano in Italia.
Le conclusioni contengono alcune proposte derivanti da alcune
riflessioni avanzate sulla base dei risultati dell’indagine e
dell’intero lavoro. Tale proposte, se ben valutate, potrebbero
consentire uno sviluppo e una precisa definizione di forme
turistiche giovanili, accrescendo l’importanza del turismo
giovanile per gli operatori del settore.
1
CAPITOLO I
IDENTITA’ E CONSUMI DEL SEGMENTO
GIOVANILE
1.1 INDIVIDUZIONE DELLA “CONDIZIONE
GIOVANILE”
Dal punto di vista sociologico, la definizione della condizione
giovanile è una problematica enigmatica: i giovani, infatti,
rappresentano una categoria incerta e indefinibile, sebbene siano
contraddistinti dal bisogno di riconoscersi in quanto gruppo, in
quanto parte di una subcultura
1
depositaria di interessi, valori e
aspirazioni comuni.
Nel ciclo di vita degli individui, la fase giovanile fa la sua
comparsa, nel senso che viene riconosciuta come tale, nell‟età
post-moderna.
Il ciclo di vita dell‟individuo, tipico della cultura moderna,
prevedeva un percorso lineare e incrementale costituito da tre
tappe: l‟infanzia, l‟adolescenza e l‟età adulta (Prandini e Donati,
1999). Il passaggio dalla fase infantile a quella adolescenziale
aveva come indicatore (marker) la maturazione fisica e
psicologica, mentre il passaggio successivo alla fase adulta si
1
Per subcultura si intende un modello di vita distintivo che caratterizza alcuni
sottogruppi sociali. Per un‟analisi approfondita del ruolo delle subculture
giovanili si consulti Hebdige (1979).
2
delineava in simmetria al conseguimento di un insieme di
aspettative sociali, in primo luogo la conclusione degli studi e il
consecutivo ingresso nel mondo del lavoro e, in seguito, con il
matrimonio.
La variazione del contesto storico-economico e culturale delle
società industriali post-moderne
2
ha comportato una
trasformazione delle modalità e dei tempi nei quali si realizza
l‟adempimento dei traguardi scolastico-professionali e familiare-
matrimoniali, il che ha reso obsoleto il precedente ciclo di vita
dell‟individuo.
Tutte le indagini condotte negli ultimi decenni in Europa hanno
infatti evidenziato un fenomeno inequivocabile: tra la fine
dell‟adolescenza, vista come fase in cui si matura la piena
capacità sessuale di procreare, e l‟ingresso nella vita adulta, vista
come momento di piena assunzione di responsabilità sociali, si è
delineata una nuova fase del ciclo di vita transitoria, variamente
chiamata post-adolescenza o gioventù (Buzzi, 2002).
La gioventù di conseguenza identifica un processo transitorio
3
che deve condurre all‟abbandono dei ruoli tipici
2
E‟ possibile imputare le variazioni sociali evidenziate negli ultimi decenni
all‟istituzione di politiche sociali volte a permettere l‟accesso agli studi
superiori e universitari a tutta la popolazione, e, al processo riformatore che
investe la scuola e l‟università; questo fenomeno ha portato ad un aumento del
tempo di permanenza nell‟ambito del sistema formativo e di conseguenza
anche un ritardo nell‟ingresso nel mondo del lavoro; inoltre persistono
difficoltà di sviluppo di una piena autonomia dal nucleo familiare di origine.
Su tale tema si consulti Buzzi (2002), Roberti (2005) e Gioc (2006).
3
La gioventù, come anche l‟adolescenza e l‟infanzia, sono considerate
processi transitori che devono essere affrontati e superati per accedere allo
3
dell‟adolescenza, e alla contemporanea assunzione delle funzioni
e delle responsabilità dell‟età adulta.
Il passaggio dalla fase adolescenziale a quella giovanile trova
delimitazione essenzialmente nella dimensione bio-psicologica e
anche nella „normativa‟ sociale.
Ben più complesso risulta definire il “confine finale” del
processo giovanile, ovvero l‟età di transizione alla fase adulta.
Infatti, l‟impossibilità di generalizzare e omogeneizzare a tutti gli
individui il momento terminale di un processo di vita assai
articolato e complesso in cui scelte di carattere soggettivo,
vincoli oggettivi ed interventi istituzionali si intrecciano,
sottolinea “l‟assenza di un preciso ancoraggio temporale nelle
attuali dinamiche di crescita” (Roberti, 2005:16).
L‟approccio più utilizzato in sociologia per spiegare il percorso
di accesso allo status di adulto prevede il superamento di alcuni
tappe che si riferiscono in primo luogo all‟asse
4
della vita
pubblica, ovvero a quello degli adempimenti scolastico-
professionale, e, in seguito, all‟asse della vita privata delle
relazioni familiari.
Su tale assunto Buzzi (2002) utilizza come base metodologica
per lo studio del processo di transizione all‟età adulta il
superamento delle seguenti soglie:
status sociale di adulto, che viene visto invece come processo terminale. Per
approfondimenti sul tema si rinvia a Ranci e Neresini (1996:49-50).
4
Galland (1997:151) parla in tal senso dell‟<<axe vie publique>> riferendosi
al periodo della scuola, del precariato e del lavoro, e dell‟<<axe vie privéè>>,
ovvero la vita con i parenti,la vita solitaria e la vita di coppia.
4
1) l‟uscita definitiva dal circuito formativo;
2) l‟ingresso in modo continuativo nel mondo del lavoro;
3) l‟uscita dalla famiglia d‟origine
5
.
Con riferimento a tale metodologia, le diverse indagini effettuate
negli ultimi anni sul pubblico dei giovani, hanno osservato la
necessità di estendere lo studio a soggetti d‟età sempre
maggiore
6
, in conseguenza della crescente difficoltà dei giovani
ad assumere un ruolo autonomo dalla famiglia di origine.
Si evidenzia pertanto una permanenza prolungata nella famiglia
d‟origine -rilevabile principalmente in Italia e Spagna
7
- il che ha
spinto gli studiosi ad ipotizzare una fase di “sospensione dalle
responsabilità connesse ai ruoli adulti”(Diamanti, 1999:59), e
quindi a parlare di un ampio prolungamento della giovinezza.
In realtà il problema non è da individuare solo nell‟ampliamento
dei limiti delle precedenti tappe, ma piuttosto nel fatto che, negli
ultimi decenni, sembra consolidarsi un modello di transizione
all‟età adulta assai flessibile in cui i postulati della sociologia
„moderna‟ legati ad un percorso lineare che „omogeneizzi‟ tale
5
Nella sua analisi Buzzi (2002:4) fa in più riferimento a ulteriori due soglie:
la formazione di una famiglia (sancita istituzionalmente o realizzata in modo
informale) e l‟assunzione di un ruolo genitoriale, specificando che non sono
indispensabili per il raggiungimento dello status di adulto bensì per la
riproduzione della società.
6
Si noti, ad esempio, come per poter osservare il superamento delle ultime
tappe della transizione all‟età adulta,le prime indagini sulla gioventù effettuate
dall‟Istituto Iard riguardavano un campione di giovani tra i 15 e 24 anni, e
man mano si siano estesi i limiti superiori d‟età dapprima ai 29 anni (indagini
del 1992 e 1996), e successivamente ai 34 anni (indagini del 2000 e del 2004).
7
In tal senso Olivier Galland (1996:7) postula l‟esistenza di un “modello
mediterraneo di prolungamento della giovinezza”.