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SINTESI
Il turismo rappresenta un indiscusso fenomeno di arricchimento personale e territoriale.
Già nel 1980 la Dichiarazione di Manila sul Turismo Mondiale adottata dall‟UNWTO (l‟agenzia
specializzata dell‟ONU, United Nations World Tourism Organization) lo considerava un bisogno
sempre meno elitario e sempre più universale, evidenziandone il ruolo essenziale e gli effetti
positivi: dai benefici per le economie locali al consolidamento delle transazioni internazionali;
dal benessere psico-fisico individuale ai vantaggi per le bilance dei pagamenti degli Stati;
dall‟educazione culturale ed ambientale alla conoscenza delle differenti identità nazionali fino
alla cooperazione e all‟equilibrio mondiali.
Non mancano però i risvolti negativi
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. Si pensi all‟inquinamento, ai costi ambientali delle
infrastrutture e delle grandi opere di edilizia o alla mercificazione dei costumi locali. Inoltre,
spesso i profitti generati dalle attività turistiche non rimangono in loco ma ritornano nei Paesi
dove hanno sede le compagnie aeree, i tour operator, le catene di alberghi e di ristoranti, oppure
restano all‟interno dei villaggi vacanze e delle navi da crociera. I rischi di dipendenza economica
eccessiva dal turismo (la monocultura) e di sfruttamento incontrollato delle risorse naturali
spingono poi ad affrontare sfide come la destagionalizzazione e la sostenibilità, che riescano a
garantire alla comunità locale il guadagno economico tutelandone allo stesso tempo l‟integrità
ambientale, sociale e culturale. D‟altronde il turismo è un settore molto complesso, che da un
lato offre infinite potenzialità e dall‟altro coinvolge diversi interessi – a volte contrastanti – e
necessita di mezzi non solo economici: pertanto può assumere connotati positivi o negativi a
seconda di come viene pianificato e gestito.
Questa tesi si propone di analizzare l‟impatto del settore turistico in un gruppo di regioni
europee: le isole del Mar Mediterraneo, località di straordinario valore paesaggistico, storico e
culturale diventate dagli anni Ottanta e Novanta grandi mete del turismo non solo europeo. È
composta da due capitoli: uno, introduttivo, sulla rilevanza del turismo nel mondo e nell‟Unione
europea; l‟altro, più specifico, dedicato al suo ruolo nelle dieci regioni insulari del Mediterraneo.
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Una panoramica approfondita sugli impatti ambientali, socio-culturali ed economici del turismo (sia
positivi che negativi) è disponibile sul portale dell‟UNEP, il Programma per l‟Ambiente dell‟ONU
(www.unep.org/resourceefficiency/Business/SectoralActivities/Tourism/FactsandFiguresaboutTourism/I
mpactsofTourism/tabid/78774/Default.aspx)
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Nel primo capitolo si fornisce una cornice preliminare sulla dimensione del settore turistico
completa di dati mondiali e nazionali recenti. Il legame particolare tra turismo e territorio viene
configurato come uno scambio di risorse tra fattori di richiamo (ereditati o acquisiti) e contributo
economico, che insieme costituiscono una sorta di circolo virtuoso “offerta turistica-esportazione
di beni e servizi-occupazione e reddito-crescita territoriale”. Segue un quadro d‟insieme sul
turismo in Europa, meta più visitata al mondo. Sono riportate le ultime statistiche sulle presenze
turistiche nell‟intera UE, le classifiche degli Stati membri e delle regioni più visitate e la
distribuzione geografica delle varie tipologie di turismo.
Il secondo capitolo, nucleo dell‟intero lavoro, è un‟indagine comparativa sul peso del
settore turistico nelle dieci regioni insulari del Mediterraneo, con frequenti confronti tra la Sicilia
e le isole Baleari.
La prima parte è di impronta teorica e spiega il rapporto tra insularità, sviluppo economico
e turismo. Le caratteristiche tipiche delle isole possono ostacolare la creazione di un tessuto
industriale e manifatturiero forte, ma in termini di attrattività turistica sono un importante
vantaggio competitivo e un fattore chiave per l‟espansione del settore.
In seguito viene presentata l‟area di studio, formata per la precisione da: isole Baleari,
Corsica, Sardegna, Sicilia, Malta, isole Ionie, arcipelaghi dell‟Egeo settentrionale e meridionale,
Creta e Cipro. Alla breve descrizione di ciascuna regione segue una panoramica sulle economie
regionali e sulle differenze di popolazione e superficie, particolarmente evidenti tra le isole
italiane e le altre. I livelli di prosperità regionali sono misurati attraverso il PIL totale e il PIL
pro-capite, con risultati diversi: i valori più alti si registrano per il primo in Sicilia e Sardegna,
per il secondo nelle Baleari e nell‟Egeo Sud. Le dieci regioni vengono poi classificate secondo le
nuove soglie di PIL pro-capite stabilite dalla politica di coesione dell‟UE: nella categoria delle
più sviluppate rientrano solo l‟Egeo Sud, le Baleari, la Corsica e Cipro, mentre la Sicilia rientra
nelle meno sviluppate. La composizione dell‟economia per settori (in termini di contributo al
Valore Aggiunto e al PIL pro-capite) è simile: in tutte le regioni domina il terziario, che include
peraltro molti servizi strettamente legati al turismo – trasporti, alloggio, commercio, ristorazione,
agenzie di viaggi, guide turistiche.
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Una volta delineato il focus dell‟indagine si procede all‟analisi del modello turistico in
senso stretto, dal lato della domanda (presenze) e dell‟offerta (ricettività, accessibilità, dotazione
paesaggistica).
Le risorse ambientali e culturali sono quantificate attraverso la Lista dei Patrimoni
dell‟Umanità. Qui la Sicilia ha un vantaggio netto sulle altre regioni, con una dotazione
considerevole e diversificata di siti Unesco.
Per valutare la dimensione del settore turistico si ricorre all‟indicatore delle presenze, che –
per quanto complesso e generico – resta il più utilizzato. Questo infatti conteggia tutti i
pernottamenti registrati nelle strutture ricettive, indipendentemente dalla motivazione, ma non
comprende gli escursionisti, i crocieristi e il turismo sommerso (non rilevato dalle statistiche
ufficiali). Le Baleari si confermano le isole del Mediterraneo che riportano le maggiori presenze
turistiche totali, con un forte distacco rispetto alle altre regioni e nonostante l‟andamento incerto
dell‟ultimo decennio. Segue un primo approfondimento sulla Sicilia e le isole spagnole. In tema
di provenienza dei turisti il punto forte delle Baleari è decisamente il mercato estero, specie del
Nord Europa, con imponenti dati per Germania, Francia e Regno Unito; in Sicilia prevalgono
invece i turisti nazionali. In entrambe le regioni le presenze si concentrano soprattutto nei mesi
estivi (caratteristica delle mete balneari) ma in Sicilia l‟effetto stagionalità è meno marcato:
infatti nel resto dell‟anno le quote di presenze sono maggiori rispetto alle Baleari. Vengono poi
analizzati due indicatori derivati dalle presenze turistiche. La permanenza media negli esercizi
ricettivi (numero di pernottamenti effettuati da ogni turista) si attesta su livelli tipici da località
balneari, tranne in Corsica e Sicilia dove è inferiore. L‟intensità turistica, che mette in relazione
le presenze con la popolazione e la superficie, registra valori molto alti nelle isole greche e
spagnole ma bassi in quelle italiane. Il confronto tra la Sicilia e le Baleari mostra infatti un
sensibile divario anche nell‟intensità turistica, rispetto agli abitanti, ai km quadrati e al
chilometraggio delle coste.
L‟indagine sulla ricettività delle isole mediterranee, ovvero sulla loro capacità di accogliere
turisti, è svolta sia per le dieci regioni (NUTS-2) che per le rispettive aree minori (unità NUTS-
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importanti tassi di crescita concentrandosi specialmente intorno ai capoluoghi e ai grandi centri
balneari. Viene calcolato poi il tasso di occupazione, che esprime la percentuale di notti in cui
ciascun posto letto è stato occupato. In questo caso i dati sono molto diversi, perché ogni regione
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ha diversi livelli di domanda (presenze turistiche) e offerta (posti letto disponibili). Un‟altra
componente interessante in questa parte dell‟analisi è la presenza dei grandi gruppi alberghieri
internazionali, che risulta maggiore nelle isole italiane, nell‟Egeo Sud e in Corsica e minore nelle
Baleari, dove invece prevalgono le catene nazionali. Per la comparazione tra la Sicilia e le isole
Baleari viene effettuata una simulazione di soggiorno nelle mete turistiche di Taormina e Ibiza:
in entrambi i periodi dell‟anno considerati (giugno e agosto) la località siciliana offre prezzi
mediamente più abbordabili rispetto a quella spagnola.
In tema di accessibilità viene analizzato principalmente il trasporto aereo. Nell‟ultimo
decennio questo settore ha conosciuto un boom senza precedenti non solo nelle isole del
Mediterraneo ma anche in tutta Europa, grazie alle misure di liberalizzazione del mercato. Nel
dettaglio delle dieci regioni, la movimentazione di voli e passeggeri è maggiore negli aeroporti in
cui è più vasta l‟offerta di tre grandi compagnie aeree low cost (l‟irlandese Ryanair, la britannica
Easyjet e la tedesca Germanwings). Il primato è dell‟aeroporto di Palma di Maiorca, seguito –
ma con notevole distacco – da quelli di Sicilia, Sardegna, Cipro, Malta, Egeo Sud e Creta. Viene
quindi riproposta la simulazione di viaggio a Taormina e Ibiza, sempre in giugno e agosto, per
confrontarne la raggiungibilità tramite voli low cost da tre Paesi del Nord Europa (Francia,
Germania e Regno Unito). La differenza tra le due località è enorme: i collegamenti disponibili
per Taormina sono solo la metà di quelli per Ibiza. Infine, viene approfondito il fenomeno dei
voli charter gestiti dai grandi tour operator. Comparando l‟offerta delle maggiori compagnie del
Nord Europa (le tedesche Tui e Condor, le britanniche Thomas Cook e Monarch, la franco-
olandese Transavia) risulta che le regioni più servite sono ancora una volta le Baleari, le isole
greche e Cipro; la presenza negli scali di Sicilia e Sardegna è invece molto inferiore.
In chiusura trova spazio un box dedicato alle crociere: modalità di viaggio sempre più
popolare soprattutto in Europa, che è la seconda destinazione al mondo dopo i Caraibi ed offre
itinerari variegati (il Mediterraneo occidentale ed orientale, il Nord Europa). Oltre alla rilevanza
del comparto, i recenti dati positivi confermano che molti dei maggiori porti del Mediterraneo si
trovano in regioni oggetto di questo lavoro: Palma di Maiorca nelle Baleari; Santorini, Mykonos
e Rodi nell‟Egeo Sud; Corfù nelle isole Ionie; La Valletta a Malta; Messina e Palermo in Sicilia.
L‟Italia, peraltro, gode di un ruolo centrale nel traffico crocieristico del Mediterraneo grazie alla
sua particolare posizione geografica.