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4. IL TURISMO – LE MOTIVAZIONI – L’AMBIENTE
Diverse possono essere le motivazioni che muovono i viaggiatori ed in particolare la
destinazione Antartide può soddisfare bisogni anche di carattere scientifico ed esperienziali
oltre che semplicemente turistici e ricreativi.
Le motivazioni principalmente si possono identificare con lo spirito di avventura, il godere dei
paesaggi e vedere animali nel loro ambiente naturale, il poter effettuare il ”viaggio di una vita”
sempre sognato, condividere con pochi un’esperienza unica od anche il viaggio dell’ultima
possibilità, quella di vedere territori che stanno scomparendo (Cajiao, 2022).
Basilare ed indispensabile è la quantità e la qualità dell’istruzione e della formazione che si
riceve a bordo delle navi durante le traversate, oltre ad essere molto apprezzata dai turisti e sta
diventando un punto di forza come valore aggiunto, da parte dei vari operatori.
La creazione nell’animo dei turisti, di sensibilità e responsabilità verso l’Antartide, è la base
per la generazione dei cosiddetti “Ambasciatori dell’Antartide” i quali, una volta tornati ai
luoghi di origine, contribuiranno a diffondere questa consapevolezza con duplici effetti positivi
diretti ed indiretti sia a livello globale stimolando e promuovendo comportamenti responsabili
(nella consapevolezza che le conseguenze negative avrebbero l’impatto più forte in Antartide),
sia a livello locale (Antartide) sostenendo una forma di turismo “responsabile”.
Inoltre, il turismo in questa regione si sta trasformando da esperienza passiva di mera
osservazione ad una esperienza attiva che “vive” con il territorio attraverso la ricerca
scientifica, che utilizza il turismo come supporto. In Antartide infatti le attività di monitoraggio
hanno reali ostacoli ed elevati costi (Cusick, 2020).
Una risposta al problema sta giungendo proprio dal turismo. Approfittando della loro presenza
numerosa, frequente e distribuita in varie parti dell’Antartide, ha ormai preso piede l’utilizzo
delle navi turistiche a scopi scientifici con i cosiddetti progetti Citizen Science.
Si tratta di una cooperazione, tra personale di bordo delle navi, tour operator, viaggiatori e
ricercatori scientifici al fine di svolgere rilevazioni, campionamenti, monitoraggio nell’ambito
di progetti di ricerca. Attualmente questo sistema è già attivo nel mondo con quasi 3.000
progetti Citizen Science (www.scistarter.org).
In Antartide sono ormai numerosi i progetti Citizen Scienze operativi su navi passeggeri. Sono
chiaramente necessarie apparecchiature di facile utilizzo, protocolli e procedure semplici, un
addestramento del personale di bordo, una formazione ai turisti interessati durante la traversata.
I turisti apprezzano molto queste attività tantoché stanno diventando parte integrante dei
pacchetti di viaggio offerti.
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Per quanto riguarda le motivazioni di carattere storico-culturale è bene precisare quale sia, o
meglio, quale viene ritenuto essere il Patrimonio storico culturale dell’Antartide (oltre a quello
naturale).
Infatti, diversamente da tutto il resto del mondo, ove il patrimonio culturale e l’assetto attuale
si sono generati nel corso dei secoli in modo sostanziale attraverso le guerre e il susseguirsi e
alternarsi di governanti, in Antartide questo non è avvenuto.
Quindi quando si parla di patrimonio storico culturale è necessario poterlo identificare. In
primo luogo “Il patrimonio” viene identificato dal ATS – ATCM attraverso la designazione di
siti e monumenti storici e linee guida per i visitatori del sito; in un secondo passaggio poi
dipende da come viene commercializzato dagli operatori turistici (Frame et al., 2022) (Figura
24).
Figura 24. Siti e monumenti storici in Antartide definiti da ATCM
Fonte: www.antarctictreaty.maps.arcgis.com
Fin dalla sua nascita l'ATCM ha sottolineato la necessità di proteggere siti o monumenti di
interesse storico, che ha portato nel 1972 all'istituzione di un elenco ufficiale di siti e
monumenti storici (HSM). Attualmente, l'elenco comprende circa 90 HSM, designati e protetti
secondo le linee guida adottate nel 2009 e vengono gestiti dalle nazioni parti che ne hanno
supportato la creazione, anche per legittimare la loro presenza sul territorio (www.ats.aq).
Altro punto di vista di cosa sia il Patrimonio è quello offerto dai tour operator che
commercializzano e propongono visite a luoghi definiti come di interesse storico, al fine di
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diversificare i loro pacchetti, arricchendoli di un contenuto “culturale”, accessorio ma
essenziale per comprendere e vivere l’esperienza in modo più completo e ricco di contenuti,
che appaga il turista e dà anche una giustificazione di arricchimento culturale a fronte
dell’elevato costo del viaggio e di eventuali scrupoli ambientalistici.
Il patrimonio culturale-storico e quello naturale si fondono, vengono percepiti come un unicum.
L’uomo è sempre stato solo di passaggio, non ha generato modificazioni sul tessuto sociale
perché inesistente. Quasi tutto ciò che è rimasto sul territorio, uniche tracce storiche che
documentano il passato, sono i resti di quello che è stato il periodo “eroico” delle esplorazioni
e basi scientifiche storiche e quello meno eroico dello sfruttamento della pesca alle foche e
balene. Ciò oltre a relitti di naufragi e imprese disperate, che rimangono punti di attrazione per
i turisti, e che vengono percepiti e vissuti in modo diverso da ognuno di loro, secondo le loro
personalità, motivazioni e cultura.
Il patrimonio culturale visto come “resti della presenza passata dell’uomo”, dà una dimensione
“umana” alla natura trascendente dell’Antartide, che sarebbe altrimenti indefinita ed infinita
nel tempo e nello spazio. E’ la storia che ci dice che la natura qui ha vinto sull’uomo, sino ad
ora, nonostante esso sia incurante se non dei propri interessi. Un monito per il futuro, ora che
abbiamo gli strumenti per comprendere le conseguenze dei nostri comportamenti.
Questo legame tra patrimonio e protezione dell’ambiente non viene però ancora percepito dai
turisti, mentre potrebbe essere utilizzato come uno strumento efficace per affrontare il
problema del cambiamento climatico, in particolare utilizzando proprio il contesto storico
combinato con spiegazioni o dimostrazioni esplicite del cambiamento del paesaggio (ad es.
ritiro glaciale, scioglimento della neve, desertificazione, modificazioni degli ecosistemi, ecc.)
che sono di immediata comprensione e lasciano nel turista una chiara evidenza, per ispirare
future azioni di conservazione o modificare futuri comportamenti di viaggio (Powell et al,
2015; Filho et al., 2018).
Il turismo in Antartide assume un altro aspetto unico rispetto ad ogni altro luogo: non esiste
una società economicamente, socialmente e strutturalmente già sviluppata che possa risentire
degli impatti del turismo sia essi positivi che negativi. Non si assiste ad un degrado o
trasformazione delle culture, delle tradizioni, della socialità legate al territorio; non si può
valutare un impatto economico sul territorio e sulle comunità locali. L’unico impatto che il
turismo in Antartide può avere è quello sull’ambiente e sugli ecosistemi.
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Un’altra particolarità è che dell’immenso continente la parte che viene sfruttata dal turismo è
solo una piccolissima parte, quella occidentale e più precisamente la Penisola Antartica e gli
arcipelaghi circostanti. Pochi sono i viaggi nella parte orientale e pochi ancora quelli all’interno
del continente.
Oltre ad una concentrazione spaziale si assiste anche ad una concentrazione temporale: solo
nel periodo dell’estate australe da ottobre ad aprile è possibile raggiungere l’Antartide per
effettuare viaggi ed escursioni (Figura 25).
Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è il fatto che è difficile isolare gli
impatti sull’ambiente naturale legati esclusivamente alle attività turistiche da quelle legate alle
altre attività di ricerca scientifica, sia perché spesso le due attività vengono svolte insieme sia
perché sono pochi gli studi scientifici di carattere generale. Principalmente gli studi vengono
svolti in relazione a particolari siti e/o attività specifiche e in genere circoscritti a determinati
momenti dell’anno. Questo perché sono estremamente impegnativi e difficili se non impossibili
da portare a termine, date le ovvie difficoltà logistiche dovute all’ambiente ostile all’uomo.
Richiedono ingenti risorse sia in termini umani con personale altamente formato specializzato
e preparato, sia in termini di sicurezza che deve essere ai massimi livelli, sia nell’utilizzo di
mezzi e attrezzature e modalità di operare nel rispetto dell’ambiente con particolare attenzione
alla flora e fauna autoctona.
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Figura 25 Impronta umana in Antartide (HFP)
Fonte: Pertierra ed al (2017)
In base ad articoli che analizzano gli impatti del turismo antartico pubblicati su riviste polari
specializzate (Polar Biology, Antarctic Science, Polar Record, Polar Research) ed altre riviste,
risulta che gli studi si sono concentrati soprattutto sulle interazioni uomo-pinguino (Tejedo et
al, 2022).
Altri studi si sono occupati di effettuare rilevazioni sull’inquinamento chimico e fisico, sul
rischio di introduzione di specie non autoctone, sul degrado del suolo, sull’inquinamento
acustico marino, con i conseguenti impatti sugli ecosistemi antartici. Vi sono alcune ricerche
di microbiologi incentrate sul ruolo dei turisti come vettori per la dispersione di microrganismi,
ad esempio attraverso i loro stivali e sulla gestione del rischio di introduzione o dispersione di
microrganismi mediante l'uso di disinfettanti (Curri et al., 2002; Curri et al., 2005).
Uno dei principali impatti che il turismo esercita sul territorio è il disturbo alla fauna: oltre
all’osservazione degli animali marini che generalmente avviene in mare ed a distanza, una delle
attrattive principali offerte si turisti è la visita di colonie di pinguini, che nella stagione estiva
affollano le aree costiere.
Le Linee guida ATCM-IAATO sono i principali strumenti che guidano le attività e il
comportamento dei turisti nei siti intensamente visitati. Questi strumenti tentano di ridurre al
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minimo l'impatto del turismo sulla fauna selvatica antartica, con particolare attenzione e tutela
per i pinguini.
Sotto la presenza umana gli animali hanno elevato i loro comportamenti di forte vigilanza
rinunciando al tempo naturale per il riposo, con probabile aumento di stress. Sarebbe
auspicabile una limitazione o regolamentazione delle presenze durante la prima fase dell’estate,
periodo critico per la riproduzione dei pinguini .
Quando si pensa all’impatto che può avere il turismo in Antartide (come anche in ogni altra
destinazione) il primo pensiero va diretto all’inquinamento dovuto ai mezzi di trasporto: alle
navi, aerei, gommoni ed elicotteri e mezzi terrestri per portare i numerosi turisti nei luoghi di
destinazione.
I membri della IAATO, consapevoli di questo, ma tenendo bene presente che il turismo è un
mercato in forte espansione, hanno rilevato la necessità di garantire ed offrire ancora più
sostenibilità e sicurezza ambientale nelle attività turistiche. Per questo a partire dalla stagione
2022/2023 tutti gli operatori devono presentare tutti i dati relativi al consumo di carburante.
Le informazioni saranno utilizzate per determinare l'impronta di gas a effetto serra delle attività
IAATO per raggiungere l’obiettivo finale di azzeramento netto entro il 2050
(www.polarjournal.ch; www.iaato.org).
Da un recente studio è risultato che le emissioni di Co2 per viaggio-passeggero sono superiori
a quelle di altre destinazioni. Una ragione ovvia di questo fenomeno è la distanza: la particolare
posizione geografica dell'Antartide rende il viaggio più lungo e inoltre i turisti trascorrono la
maggior parte del loro tempo di viaggio sulle navi. Un altro motivo per il più elevato consumo
energetico sono le temperature ambientali più basse e condizioni di navigazione più severe.
Pertanto, le navi turistiche hanno maggiori esigenze energetiche, con la conseguenza di
consumare più carburante rispetto a quelle nelle altre rotte.
E’ interessante comunque notare che contrariamente a quello che si potrebbe pensare, le
emissioni di carbonio per viaggio/passeggero per le navi da sola crociera sono
significativamente inferiori a quelle delle navi tradizionali (di circa 2-5 volte) (Figura 26).
Uno dei motivi è l'effetto di scala su questo tipo di nave. Le navi da crociera possono trasportare
diverse migliaia di passeggeri in un viaggio: una delle navi da crociera più grande in Antartide,
può trasportare circa 5.000 viaggiatori in un viaggio. Inoltre, i viaggiatori su navi solo da
crociera non sono in grado di sbarcare e quindi hanno una durata della crociera nel continente
antartico più breve, circa 6-7 giorni, rispetto a quelli su navi da sbarco, circa 20 giorni (Li et
al.,2022).