5
turismo come comportamento psicologicamente orientato
4
, anche se, quando dobbiamo
specificare i modelli teorici di riferimento e la loro operazionalizzazione nella ricerca
empirica, facciamo riferimento alla psicologia generale, a quella ambientale, alla
psicologia sociale e a quella dell’organizzazione. Sembra in ogni modo possibile, e
auspicabile, l’utilizzazione di un approccio metodologicamente corretto nella ricerca in
psicologia turistica, un approccio ecopsicologico al comportamento turistico, che ci
possa aiutare a definire un paradigma psicologico più preciso.
Diverse analisi sullo sviluppo del settore turistico oltre ad individuare e precisare le
varie situazioni turistiche in termini di ruoli ed età, luoghi, durate e periodi, compagnie,
mezzi, evidenziano la pluralità delle motivazioni al viaggio e l’emergere di numerose
tipologie di turismo, che oltre a soddisfare le esigenze classificatorie della disciplina, si
trasformano in interessanti opportunità d’applicazione dei risultati della ricerca nei
contesti dove il turismo è già sviluppato, in maniera più o meno sostenibile, o deve
rappresenta un’occasione di sviluppo, specie per le zone rimaste ai margini dei grandi
flussi.
La ricerca ha utilizzato un approccio psicosociale, teso alla comprensione degli aspetti
contestuali dell’esperienza turistica e allo studio del comportamento turistico in
riferimento agli specifici place nei quali si svolge
5
. A tal fine sono stati individuati i
seguenti obiettivi:
1. rilevare le caratteristiche psicosociali in base alla tipologia di consumo che viene
fatta del turismo;
2. individuare un’epistemologia comune, il grado ed i motivi di disposizione verso
una concezione di turismo personale;
3. usufruire dei risultati dello strumento di ricerca come indice di gradimento della
tipologia di turismo esaminata, non solo nel place di somministrazione, ma in maniera
più generale.
4
Cesa-Bianchi, 1990
5
Baroni, 1998
6
CAPITOLO 1
IL TURISMO
1.1. Una visione generale
Il turismo è un fenomeno da sempre presente nelle varie epoche storiche e culture. Al
semplice pronunciarsi del termine vengono alla mente molteplici tipologie dello stesso,
tanto svariate quanto le forme di turismo possibili. Il turismo da un punto di vista socio-
antropologico è innanzitutto un’azione sociale tipica delle società occidentali
industrializzate, ma secondo alcuni etnografi è una sorta di rito di passaggio, un
importante momento di cambiamento e rinnovamento da parte di chi lo pratica; secondo
altri studiosi rappresenta la ricerca dell’autenticità, una sorta di versione laica della
ricerca del sacro, del viaggio spirituale di medievale memoria (Dante sarebbe stato un
turista ante litteram insomma); secondo alcuni studi il turismo è soprattutto una forma
di imperialismo, che accelera il diffondersi di pratiche imperialiste, consumistiche e
anti-ecologiche nei nativi, distruggendo il loro ecosistema culturale. Comunque lo si
consideri non v’è dubbio che il fenomeno del turismo sia un tema di enorme interesse,
visto il giro di affari e il numero di persone che coinvolge; non dimentichiamo che il
turismo di massa è una delle cause e degli effetti della globalizzazione e come tale gode
negli ultimi anni anche di una notevole attenzione da parte dei media. Il turismo
coinvolge ogni anno milioni di persone, che oramai si affidano anche ai siti Internet per
cercare, trovare, prenotare voli, alberghi e quanto altro.
Molti siti in Rete poi propongono stili di turismo alternativi a quello di massa, tra cui
spiccano il turismo enogastronomico, il turismo culturale e il cosiddetto turismo
sostenibile od ecoturismo. Grazie a questo tipo di turismo, le ricchezze e le peculiarità
anche alimentari del territorio si fondono con quelle esterne che promuovono lo
sviluppo della cultura e dei prodotti locali; si propongono viaggi, incontri e convegni
basati sulla filosofia del turismo gastronomico, con un occhio all’interculturalità e alla
solidarietà.
1.2. La storia ed il suo sviluppo
Il turismo in sé sempre esistito, ma con il passare dei secoli, la sua tipologia ha avuto
mutamenti radicali, a seconda della sua motivazione. Turismo in epoche antiche poteva
significare esplorare nuovi territori per una conseguente occupazione di essi, o al
contrario la fuga dalla propria terra madre a causa di un’invasione; fattori fisiologici
come la fame e la sete spingevano popolazioni nomadi a spostarsi da un territorio
all’altro per poter usufruire delle risorse naturali; fattori ambientali facevano sì che
alcune zone fossero ambìte da civiltà antiche per la strategicità della sua locazione.
Il turismo ha aspetti così moderni quanto antichi; si pensi all’utilizzo delle terme già in
tempi lontanissimi: con il passare dei secoli il turismo ha acquistato una risaputa e
rivista impronta salutista, grazie alla riscoperta dei vantaggi e della qualità del turismo
7
al mare, al lago o in montagna, particolarmente indicati per il recupero degli stati
patologici
6
.
Il turismo inteso in maniera moderna si può trovare fin dalle più recondite epoche, ma
sicuramente non era accessibile a chiunque: si pensi alla suddivisione gerarchica vigente
nei tempi antichi ed ai mutamenti culturali nei secoli passati. Più recentemente, con i
cambiamenti socioculturali e la diminuzione della necessità di un lavoro prolungato
sotto il del controllo da parte delle principali istituzioni della società, si è liberato un
tempo marginale in cui non venne ricercato il funzionamento dell’istituzione, ma la
realizzazione dell’individuo
7
. Per molti anni, il “Grand Tour” è stato riservato
esclusivamente all’aristocrazia, ma nella seconda metà del diciottesimo secolo si è visto
un incremento del turismo come significato di divertimento. Intere famiglie e
considerevoli gruppi di persone viaggiano all’estero allo scopo di divertirsi e passare
esperienze culturali insieme. Divertimento e relax sono diventati reale motivo di
viaggio. L’importanza di affascinanti panorami è tale da attirare masse di turisti per
molti mesi l’anno.
Il turismo in Europa, nell’ultima decade del 18° secolo, crebbe come risultato dei
cambiamenti politici ed economici del continente. Dopo un susseguirsi di battaglie e
guerre nei vari paesi, le nazioni europee divennero più accessibili, sicure e connesse
mediante una rete di trasporti ben studiata e realizzata, valorizzando sia le vie di
comunicazione sia i paesaggi che si vengono ad incontrare.
Il Grand Tour, per lungo tempo riservato agli uomini ed ancor prima solo a quelli
dell’aristocrazia, iniziò a “riformarsi” nell’ultima parte del ‘700. Sebbene il Grand Tour
nacque dapprima a scopo istruttivo ed accademico, più tardi non influenzò il ruolo del
viaggio turistico. In compenso, come risultato dell’abbassamento dei costi di viaggio, il
lusso del viaggiare si è reso possibile alla classe borghese come a quella aristocratica,
agli uomini come alle donne. Moltissime donne cominciarono a fare viaggi con i loro
mariti e le loro famiglie solo nell’ultima metà del 18° secolo. Si andava all’estero e si
prolungavano i soggiorni per scoprire gli stupendi paesaggi immaginati solo attraverso i
libri.
Molte donne erano solite documentare i loro viaggi come corrispondenti per i giornali
nazionali: i piatti tipici, gli alloggi più confortevoli, e le sensazioni che i paesaggi
trasmettevano; tutto questo veniva accuratamente documentato e rispedito in terra natìa
sotto forma di lettere. Queste lettere sono le uniche prove esistenti del primo turismo
femminile nel tardo ‘700. L’evoluzione del turismo è andata di paro passo a quella dei
mezzi e vie di trasporto (ad esempio la costruzione di reti ferroviarie nel XIX° secolo) e
dall’impiego di forze naturali (canali fluviali e valichi montani). I mezzi di trasporto si
sono velocemente sviluppati in molte aree in modo da raggiungere un livello ottimale
per fornire un trasporto più facile, sicuro e conveniente tra un continente e l’altro.
Con lo sviluppo tecnologico inoltre le modalità sono cambiate radicalmente con il
passare del tempo; si pensi all’impiego di settimane per una traversata oceanica via
mare, ed alla facilità nel raggiungere altri continenti al giorno d’oggi via aerea.
6
asma, problemi di pressione, stress
7
Traguardi ottenuti cominciando dalla seconda rivoluzione a metà del XX° secolo sono stati ad esempio
la settimana lavorativa ridotta, l’aumento del reddito, il riconoscimento di un periodo di vacanza
8
O si pensi addirittura che oggigiorno, forse proprio nel periodo estivo, epoca delle
grandi partenze, può essere il momento giusto per proporre un percorso internet diverso
sul turismo, che proponga siti “riflessivi” su questo complesso fenomeno di massa e
suggerisca mete e pratiche turistiche alternative.
1.3 Un’etimologia legata alla motivazione
Il termine turismo deriva da parole da sempre utilizzate: nella cultura anglosassone
troviamo il verbo “to tour”
8
, in quella francese il corrispondente "tour"
9
, arrivando fino
al termine latino "tornous". L'etimologia suggerisce una significato letterale che si
traduce con l' "andare in giro, viaggiare allo scopo di promuovere e sviluppare la
propria individualità e migliorare la qualità della vita
10
". Le definizioni letterali hanno
però dei limiti esplicativi, in quanto la concezione di turismo è particolarmente
soggettiva; ad ogni nuova forma di turismo si può creare un nuovo termine, e di
conseguenza una nuova concezione di essa. Con il passare degli anni, si sono create
svariate definizioni per i termini legati al turismo: il turista è “una persona che si
trasferisce, per una durata di almeno 24 ore e non superiore ad un anno, per questi
motivi: tempo libero (scopi ricreativi, vacanza, salute, studi, religione e sport), affari,
famiglia, missione, meeting”
11
, oppure un “viaggiatore che si sposta dalla propria
residenza (di almeno 50 miglia) per affari, piacere, motivi personali od ogni altro
proposito al di fuori del pendolarismo lavorativo”
12
, od ancora un “viaggiatore
temporaneo che si sposta per libera scelta senza porsi scopi strumentali”
13
.
Contrariamente a queste definizioni, Ogilvie (1933), non comprende la clausola affari e
lavoro nel contesto del turismo, ma la considera proprio un “allontanamento per un
breve periodo dalla propria residenza e dall’impiego, durante tale periodo, di denaro
non guadagnato nel luogo visitato”. L’autore considera in primis un consumo di beni
all’esterno della propria residenza. Il soggetto turista viene comunque etichettato come
viaggiatore, ed inoltre non viene espletata in maniera estesa la motivazione del turismo.
8
andare in giro
9
giro
10
Enciclopedia UTET, vol.V, 1976
11
ONU, 1963
12
National Tourism Resources Commission (NTRRC)
13
Costa, 1985 e 1986
9
1.4 I processi motivazionali del turista
Il problema che scaturisce dall’ultimo paragrafo viene esteso ai “turisti non
viaggiatori”, cioè quella categoria che non si allontana per miglia dalla propria
residenza, andando a scoprire comunque qualcosa, ed alle reali motivazioni del turista
viaggiatore. Riguardo ciò bisogna considerare i pensieri successivi ai precedenti autori,
tra cui quello di Cohen (1974), che rimarca il fatto che essere turisti non significa essere
viaggiatori; questi possono essere differenziati in base alla forza che ne determina i
comportamenti.
Tab.1 – Albero Concettuale della Dimensione del Viaggio
VIAGGIATORE VIAGGIATORE
PERMANENZA Temporanea Permanente (vagabondi,
nomadi)
VOLONTA’ Volontaria Forzata (rifugiati, schiavi)
DIREZIONE Circolare A senso unico (emigranti)
DISTANZA Relativamente lunga Relativamente corta
(escursionisti)
RICORRENZA Non ricorrente Ricorrente (proprietari di
seconda casa)
SCOPI GENERALI Non strumentali Strumentali (viaggiatori per
affari, lavoratori
indipendenti)
SCOPI SPECIFICI Novità e cambiamento Altro (studenti, cure termali,
visite parenti)
TURISTI NON TURISTI
“un turista è un viaggiatore volontario, temporaneo che viaggia con l’aspettativa del
piacere derivato dalla novità e dal cambiamento che sperimenta in un viaggio
circolare, relativamente lungo e non ricorrente”
14
.
Dunque Cohen, oltre ad aver scisso i termini viaggiatore e turista, riesce anche a dare
una multidimensionalità alla motivazione della persona che si trova a viaggiare.
Molte definizioni si articolano su punti di primaria importanza, ed a questo proposito
Frechtling (1976) ha distinto quattro dimensioni fondamentali:
ξ scopo del viaggio
ξ mezzo di trasporto utilizzato
ξ tempo di permanenza
ξ distanza percorsa
14
Cohen, 1974
10
e come lui Gullotta (1984) classifica il turismo in base ad aspetti simili:
ξ luogo (nazione, residenziale, di transito)
ξ tempo (lungo,breve, medio)
ξ compagnia (individuale, di gruppo)
ξ motivazione (studio, salute, curiosità, ecc)
Punti comuni in ogni definizione, anche se ricavati in maniera deduttiva, è la ricerca di
soddisfare dei bisogni, ed in questo caso un comportamento esplorativo, una ricerca
attiva.
Il processo motivazionale è evidenziato da molteplici variabili anagrafiche, sociali,
economiche e psicologiche, nonché da quelle ambientali che mutano profondamente la
persona a livello motivazionale. Molti studiosi hanno ricercato le motivazioni
fondamentali che stanno alla base del fenomeno turistico, ed alcune sono state
classificate in varie classi.
Tab. 2 - Motivazioni del Turismo
15
MOTIVAZIONE DEL TURISTA
Radzik (1979)
¾ Natura
¾ Cultura
¾ Rapporti sociali
¾ Divertimenti locali
Cohen (1979)
¾ Divertimento
¾ Evasione
¾ Ricerca di esperienza autentiche
¾ Ricerca di esperienze alternative
¾ Ricerca di un centro spirituale elettivo
Savelli (1980)
¾ Compensazione rispetto all’attività
lavorativa
¾ Complementarietà tra lavoro e tempo
libero
Traini (1984)
¾ Riposo
¾ Conoscenza interpersonali e culturali
¾ Cambiamento positivo
15
Maeran & Novello, 1991
11
“La motivazione alla base di ogni turista è diadica nel senso psicofisico. Le aspettative
riguardano, generalmente bisogni non solo di riposo, di conoscenza interpersonali e
culturali; ma anche una serie di prospettive positive circa il ritorno”
16
.
L’autore sudamericano Zygmunt Bauman riprende alcune categorie relativamente
comuni allo scopo di analizzare come si comporta un turista. Egli stesso asserisce che
non è facile analizzarlo: già pensando alla distinzione tra viaggiatore e turista denota in
primis che ci sono delle differenze di carattere pratico che concernono il viaggio in sé:
prima di tutto ci sono differenze pratiche associate al viaggio, che non possono essere
descritte appellandosi a due categorie che si riferiscono maggiormente all’immaginario
piuttosto che descrizione pratica.
"Il turista si muove con una finalità (o lo crede). I suoi movimenti sono prima di tutto
“a fine di”, e solo secondariamente, nel migliore dei casi, “dovuto a”, la finalità è una
nuova esperienza; il turista è un ricercatore cosciente e sistematico di esperienza, di
una nuova e differente esperienza, dell’esperienza della differenza e della novità,
quando i bocconi del già conosciuto smettono di attrarre. I turisti amano sommergersi
in uno strano e curioso elemento (una sensazione solleticante e rigeneratrice, come
lasciarsi cullare dalle onde del mare), con la condizione però che non si attacchi alla
pelle, e di conseguenza, che si possano staccare da questo quando lo desiderano.
Preferiscono gli elementi nelle quali possono immergersi nel suo esotismo, ma anche
nella innocuità; riconosciamo i luoghi preferiti dai turisti per la loro singolare
sciccheria e caoticità (sebbene minuziosamente curati), ma anche per la perfezione
certosina nella sistemazione delle ringhiere di protezione ed uscite di sicurezza ben
segnalate. Nel mondo del turista, lo straniero è domato, addomesticato, eppure non si
spaventa; la commozione è inclusa nel pacchetto della sicurezza. Questo fa si che il
mondo sembri infinitamente amabile, obbediente ai desideri ed ai capricci del turista:
ma anche un mondo “fallo tu stesso”, deliziosamente flessibile, organizzato secondo il
desiderio del turista, fatto e rifatto con un solo unico obiettivo: stimolare, compiacere e
divertire."
17
L’autore si dichiara molto sorpreso in primis della generalizzazione così vaga riguardo
al turismo, soprattutto sul “mondo sicuro dei turisti” e via dicendo. “ A volte mi pare
che chi ha scritto alcune guide, organizzato viaggi, e fatto il giro del mondo, ha
frequentato solo hotel e ristoranti a cinque stelle. Penso che sia realmente ora di
afferrare gli zaini e capire cosa veramente vuol dire turismo, in lande desolate, sui
picchi delle montagne, su spiagge vergini, e non teorizzare il “poco rischio del
viaggio” ammirando una stupenda gola sopra un altissimo precipizio”.
Anche i viaggiatori indipendenti, bisogna ricordarlo, sono turisti.
16
Traini, 1984
17
Bauman, Zygmunt, "De peregrino a turista, o una breve historia de la identidad" en Stuart Hall y Paul
du Gay (comps.) Cuestiones de identidad cultural. Buenos Aires, Amorrortu, 2003 (ed. original: 1996).