Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Introduzione
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Secondo la psicologia narrativa il fondamento dell’identità risiede nella propria
autobiografia. O meglio nella narrazione della propria identità che ognuno fa a se stesso
e agli altri giorno per giorno. Centrale diventa quindi la capacità delle storie (perché
quando si parla di autobiografia non si sta facendo riferimento che a una storia) di
assorbire elementi dal mondo che le/ci circonda.
Premesso questo è possibile ipotizzare che ci siano degli elementi comuni fra il modo di
narrarci, di parlare di noi stessi, e le storie che ogni giorno i media ci raccontano.
I mezzi di comunicazione infatti propongono un punto di vista sul mondo, una finestra
da cui guardare ciò che ci circonda e allo stesso tempo noi stessi. Dunque se i media
influenzano il modo di raccontarci, probabilmente hanno dei riflessi anche sul nostro
Sé, che nasce sia dall’autoriflessione che dal rapporto con l’Altro in senso lato (in
generale si fa riferimento a tutta la società, alla cultura in cui si è immersi e alle persone
con cui si interagisce, che ci rimandano un’immagine di noi stessi).
Bisogna considerare che sono proprio i giovani ad essere maggiormente influenzabili
dal contesto socio-culturale, proprio per il loro essere in un momento di transizione e di
definizione della propria identità.
Il presente lavoro vuole essere un tentativo di verificare empiricamente le premesse fin
qui esposte. In particolare ci siamo occupati del rapporto fra giovani donne e riviste
femminili.
Lo schema seguito in questa esposizione procede da un piano prettamente teorico, che
prevede l’esposizione dei fondamenti su cui poggia la ricerca, fino ad arrivare al piano
empirico, che descriverà passo a passo ciò che è stato fatto per raccogliere e analizzare i
dati. Il testo è costituito da due ampi capitoli: il primo tratterà le basi teoriche che
motivano e ispirano la ricerca di cui ci occuperemo; il secondo capitolo invece parlerà
direttamente del modo in cui è stata svolta l’analisi. Anticipiamo ora brevemente il
contenuto di ciascuna sezione del nostro lavoro, per consentire una visione completa fin
dall’inizio dell’esposizione.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Introduzione
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Nel primo capitolo si introdurrà il concetto di Sé, fondamentale per spiegare il
funzionamento integrato della nostra persona. Se ne spiegheranno le caratteristiche per
poi esporre alcune interpretazioni di noti psicologi riguardanti l’identità e il Sè.
Quindi ci occuperemo del paradigma narrativo e della sua identità narrativa. Questo
approccio sostiene che l’identità è costruita attraverso il racconto della propria vita.
L’autobiografia sembra infatti essere l’unica forma espressiva in grado di contenere il
significato della vita umana. La narrazione, dunque, permette di raggiungere la coerenza
che ci contraddistingue sia in tempi diversi che in situazioni diverse. La storia di
ciascuno inoltre è influenzata nel contenuto e nello stile dalle persone a cui viene
raccontata e dal contesto in cui l’individuo è inserito. Questo spiega perché gli apporti
culturali e sociali entrano a far parte dell’identità della persona.
Nella sezione successiva si introdurrà il tema dei media e si cercherà di illustrare in
modo sintetico la loro influenza all’interno della nostra società. Si parlerà in modo
particolare dei mezzi di comunicazione che impongono “le forme del pensare” e non i
contenuti, come si sosteneva un tempo. Inoltre verrà ricordato il ruolo attivo dello
spettatore/lettore mediale che, a seconda delle proprie conoscenze pregresse e delle
situazioni in cui avviene effettivamente la fruizione, attribuisce significati al testo con
cui si sta confrontando. Si parlerà quindi delle rappresentazioni sociali e delle
rappresentazioni mediali, mostrando il loro apporto per quanto riguarda la creazione
dell’universo simbolico-culturale in cui ci muoviamo.
Quindi si passerà a vedere come i media influiscono sulla creazione dell’identità
individuale. L’attore sociale rielabora tutto ciò con cui viene a contatto e , in seguito a
questo processo di interpretazione, il materiale in questione concorre alla creazione
narrativa della sua personalità. I media, nella nostra società, rappresentano una fonte
illimitata di risorse narrative e identitarie con cui, volenti o nolenti, ciascuno deve
confrontarsi.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Introduzione
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Infine le ultime due sezioni del capitolo ci porteranno ad avvicinarci ai soggetti su cui si
condurrà la ricerca. In un primo momento si parlerà infatti delle donne cercando di
capire se il genere sessuale influisce nella creazione della propria identità. Ci si
concentrerà poi sulla situazione attuale, in cui la donna non è più legata agli stereotipi
tradizionali, ma allo stesso tempo non può prescindere da alcuni legami con il proprio
genere. Verranno analizzati i rapporti fra donne e media, sottolineando come le diverse
rappresentazioni femminili presenti in questi ultimi, per quanto contraddittorie,
costituiscano un modello di riferimento a cui ispirarsi, modello totalmente assente per
quanto riguarda invece gli uomini.
Verrà infine mostrato che la gioventù rappresenta un periodo della propria vita in cui si
è molto ricettivi nei confronti degli stimoli esterni, fondamentali per la creazione della
propria identità. I giovani, inoltre, sono dei forti consumatori mediali ed è stato
dimostrato che per loro gli stimoli provenienti dal mondo reale e quelli provenienti dal
mondo dei media vengono elaborati allo stesso modo e quindi concorrono entrambi alla
definizione dell’identità.
Nel secondo capitolo del presente lavoro si seguirà passo passo il progetto di ricerca
messo in atto. Sostanzialmente si è trattato di cercare un metodo per verificare
empiricamente se c’è una correlazione fra l’identità delle ragazze e l’identità femminile
che emerge dalle riviste da loro lette. La scelta è ricaduta sull’analisi del contenuto.
Nella prima sezione verrà definito in modo chiaro l’obiettivo della ricerca, facendo
riferimento alle basi teoriche esposte nel capitolo precedente. Si illustreranno i motivi
che ci hanno spinto ad ipotizzare un collegamento fra identità proposta dai media (nello
specifico l’identità presentata dalla rivista Cosmopolitan) e le ragazze che la leggono.
L’analisi, come vedremo meglio, verrà applicata al testo della rivista in questione e ad
alcune interviste narrative fatte ad alcune studentesse del primo e terzo anno del corso di
Laurea in Relazioni Pubbliche e di quello in Scienze della Comunicazione
dell’Università Iulm. Sono state loro a segnalare come rivista più letta il mensile
Cosmopolitan della Mondadori.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Introduzione
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Sempre all’interno di questa sezione parleremo del modello che abbiamo scelto per
esplorare l’identità dei soggetti: la teoria dei tratti di identità. In particolare si
illustreranno l’approccio e gli strumenti scelti da Lewis Goldberg per definire la
personalità di un individuo, poiché da qui partiremo per analizzare i dati all’interno
della nostra ricerca.
Nella sezione successiva si introdurrà il metodo dell’analisi del contenuto, lo strumento
da noi scelto per confrontare il testo di Cosmopolitan con quello delle interviste. Si
approfondirà quindi l’utilizzo del computer per portare a termine un’analisi di questo
tipo e in particolare si parlerà di T-Lab, il programma che abbiamo effettivamente
utilizzato nella nostra ricerca per interrogare i testi in analisi.
Si vedranno quindi le caratteristiche dei testi a cui si è applicata l’analisi: le riviste
femminili, Cosmopolitan e le interviste narrative. Per quanto riguarda le interviste si è
potuto attingere a una ricerca sul Sé mediale in corso all’interno dell’Università Iulm.
Alle sedici studentesse coinvolte è stato chiesto di portare tre gruppi di oggetti: il primo
comprendeva oggetti che le rappresentano; il secondo oggetti che vorrebbero le
rappresentassero; l’ultimo oggetti che pensano le rappresenteranno fra dieci anni.
A partire da questi pacchetti, gli intervistatori conducevano le ragazze attraverso una
serie di domande per indagare la loro storia e il loro modo di presentarsi. Si tratta
insomma dell’autonarrazione di cui si parlava in precedenza, e su cui si basa la
concezione di se stessi.
Si illustrerà quindi la fase operativa della ricerca e nello specifico vedremo come sono
stati ottenuti i testi a cui è stata applicata l’analisi del contenuto, per poi passare alla
descrizione delle operazioni effettuate con il software T-Lab. Quindi spiegheremo come
le categorie mutuate dalla teoria di Goldberg sono state utilizzate per classificare le
parole emerse dalle interviste e dalla rivista.
Infine descriveremo le operazioni eseguite nel foglio di lavoro Excel e il modo in cui si
sono ottenuti gli ultimi grafici di T-Lab.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Introduzione
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Nell’ultima sezione del capitolo si mostreranno i risultati ottenuti, cercando di capire se
effettivamente si può trovare un riscontro fra l’identità proposta da Cosmopolitan e
quella narrata nelle interviste.
E’ importante sottolineare che, visto l’esiguo campione usato (solo sedici interviste e
dodici numeri di Cosmopolitan), i risultati del lavoro non sono rappresentativi ed
estendibili all’intera popolazione.
Allo stesso tempo però, nella sua specificità, la ricerca può essere riprodotta su altri
media e su altre riviste per verificare, in modo più ampio e diffuso, le corrispondenze
fra storie dei media e autonarrazioni.
Il progetto è infatti nato in collaborazione con la mia compagna di studi Carolina
Regonesi, che ha portato avanti una ricerca analoga sulla rivista Glamour. In questo
modo abbiamo ottenuto dati confrontabili, che permettono uno sguardo più ampio sul
problema in oggetto.
I dati del confronto fra le due analisi, e quindi fra le due riviste, è riportato nella sezione
dedicata ai risultati, subito dopo la presentazione di grafici e tabelle relativi a
Cosmopolitan.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
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1. Basi teoriche
Ogni ricerca ha sempre alle spalle delle basi teoriche, degli assunti più o meno
riconosciuti che l’hanno ispirata e che sono i suoi fondamenti. Allo stesso tempo sono
proprio queste premesse ciò che la ricerca vuole verificare empiricamente. Diventa
quindi importante comprendere le idee su cui si basa ogni ricerca per poterla inserire nel
suo contesto specifico, così da poterne identificare le peculiarità e collegarla
correttamente ad altre ricerche e ad altre conoscenze in quel campo.
Nel nostro caso ci si muoverà all’interno di due ambiti e si cercherà di intrecciarli, di
creare delle connessioni per indagare in modo più approfondito, e si spera proficuo, il
tema dell’identità femminile all’interno delle riviste femminili. Infatti la ricerca ha delle
premesse di tipo psicologico che concernono tutti gli aspetti legati all’identità, al Sé e
all’uso della narrativa come strumento integrativo dei vari aspetti che costituiscono il
soggetto. D’altro canto, trattandosi di un lavoro che parla di media, è fondamentale
vedere come questi influiscano o meno nella creazione dell’identità. E’ questo l’aspetto
più sociologico e massmediatico, che prende in considerazione il soggetto come lettore
attivo inserito in una cultura, il rapporto che si crea fra questa cultura e i media e fra i
media e l’individuo.
In questi due ambiti dunque si trovano i fondamenti del presente lavoro; nelle prossime
pagine gli stessi argomenti verranno esposti in maniera sintetica, tuttavia esaustiva, per
permettere di collocare la ricerca svolta all’interno di un panorama più ampio.
Verranno quindi esplorati in successione gli assunti relativi al Sé, all’identità narrativa,
per poi passare ad analizzare i rapporti fra società, pubblico e media, e vedere quindi il
ruolo di questi ultimi nella creazione dell’identità individuale. Si tratterà quindi del
genere sessuale come variabile importante per la definizione di se stessi e in particolare
ci si focalizzerà sulle donne. Per concludere si prenderanno in considerazione i giovani.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
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1.1. Il concetto di Sé
“Chi essere tu?”chiese il Brucaliffo ad Alice
Lewis Carroll, Alice nel paese delle Meraviglie
“You can be anything you want to be,
just turn yourself into anything you think that you
could ever be…”
Queen, Innuendo
"La cosa migliore di me è che ci sono molti me"
da Matrix Reload
L’esperienza di ogni giorno ci porta a muoverci nel mondo, ad interagire con altre
persone, a confrontarci con situazioni nuove o già sperimentate. L’impressione che ne
traiamo è quella di attraversare questa variegata gamma di esperienze in modo
abbastanza coerente in parte prevedibile. Perché? Il concetto di personalità può essere
un buon inizio per approfondire questi aspetti della nostra esistenza.
I teorici della personalità si occupano della persona nella sua interezza e cercano proprio
di comprendere come i differenti aspetti del funzionamento individuale siano in stretto
collegamento reciproco. Ma cosa si intende per personalità nello specifico?
“Parlando di personalità ci si riferisce al complesso insieme di sistemi psicologici che
contribuiscono all’unità e alla continuità della condotta e dell’esperienza individuale, sia
come viene espresso sia come viene percepito dall’individuo e dagli altri”
1
. O in altri
termini la personalità rappresenta le caratteristiche della persona che sono responsabili
di modelli coerenti di sentire, pensare e comportarsi
2
. Si tratta di definizioni molto
ampie che permettono di concentrarsi su diversi aspetti della persona. Allo stesso tempo
infatti consentono di occuparsi di modelli coerenti di comportamento e di caratteristiche
interne alla persona che giustifichino queste costanti. All’interno della personalità si
ritrovano quindi conoscenze, affetti e comportamenti.
1
Caprara Gian Vittorio, Gennaro Accursio, Psicologia della personalità, il Mulino, Bologna, 1999,
pag. 9
2
Pervin Lawrence, John Oliver, La scienza della personalità. Teorie, ricerche, applicazioni, Cortina,
Milano, 2003
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
11
Entrando nel merito si parla di struttura quando si fa riferimento agli aspetti più stabili e
durevoli della personalità. Questi aspetti prendono il nome di tratti di personalità e
coinvolgono dunque a modelli coerenti del modo in cui le persone si comportano in
situazioni e tempi diversi. Vengono usati per sintetizzare, prevedere e spiegare la
condotta di una persona
3
.
Una costellazione di tratti differenti prende il nome di tipo e implica un maggior livello
di regolarità e di generalità del comportamento.
Sulla personalità e sul suo sviluppo influiscono sia elementi genetici che ambientali, e
di volta in volta i diversi studiosi hanno sottolineato e dato maggior importanza ad uno
dei due aspetti. Prendendo a prestito dallo psicologo Irving Gottesman il concetto di
gamma di reazioni si può dire che l’ereditarietà fissa un certo numero di possibili
risultati, ma l’ambiente, alla fine, determina il risultato specifico. L’ereditarietà può cioè
stabilire una gamma all’interno della quale il successivo sviluppo di una determinata
caratteristica è determinato dall’ambiente.
4
Va però sottolineato come nella realtà ci sia
una continua interazione fra ambiente e fattori genetici. Infatti nel corso del proprio
sviluppo la persona va in cerca di ambienti diversi basandosi in parte sulle proprie
caratteristiche costituzionali e in parte su esperienze passate di piacere o dolore in
specifici ambienti.
Il possedere una data personalità assicura un certo tipo di risposta a diverse situazioni e
allo stesso tempo permette di sviluppare una coerenza trans-situazionale e nel tempo.
Anche in questo caso i diversi studi hanno di volta in volta marcato in modo più acceso,
uno dei due tipi di coerenza, anche perché spesso si è partiti da definizioni leggermente
diverse di questo concetto.
Ma in che modo si spiega la natura integrata del nostro funzionamento? Perché si può
leggere dietro le nostre azioni un modello e un’organizzazione, piuttosto che casualità e
caos? La maggior parte degli psicologi è concorde nel sostenere che il comportamento
umano è il risultato non soltanto dell’operatività di specifiche parti, ma anche dei
3
Dei tratti di personalità si parlerà più approfonditamente all’interno di questo lavoro, nella sezione
I tratti di identità, pag. 74
4
Pervin Lawrence e John Oliver, opera citata
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
12
rapporti fra queste ultime. Per spiegare questa caratteristica integrativa viene usato il
concetto di Sé, sempre più centrale nella psicologia contemporanea.
Tre considerazioni hanno portato a sottolineare il concetto di Sé. Innanzitutto, la
consapevolezza che abbiamo di noi stessi rappresenta un aspetto importante della nostra
esperienza fenomenologica o soggettiva. In secondo luogo, molte ricerche portano a
ipotizzare che il modo in cui ci sentiamo rispetto a noi stessi influenzi il nostro
comportamento in molte situazioni. Infine, come già sottolineato, il concetto di Sé viene
utilizzato per indicare gli aspetti organizzativi e integrati del funzionamento della
personalità umana.
Introdurre il Sé permette anche di mettere in evidenza la coerenza del soggetto e il fatto
che percepiamo noi stessi come persone stabili e continue, non come soggetti che
devono re-inventarsi ogni giorno e che vivono ogni esperienza distintamente.
La riflessione sull’identità e sul Sé diventa centrale nelle società contemporanee. Infatti
nei sistemi tradizionali il senso stesso dell’agire derivava da istanze esterne al soggetto:
la divinità, la natura, la famiglia, lo stato, la classe… Oggi, invece, gli spazi di
autodeterminazione lasciati agli individui sono immensamente più ampi, a causa anche
del declino delle agenzie tradizionali di socializzazione. L’elevata complessità delle
società moderne si configura proprio come differenziazione e moltiplicazione dei
territori e delle sfere di significazione, a cui corrisponde una crescita esponenziale delle
possibilità di azione individuale. Crescita che rinnova e duplica l’onere della scelta e
dell’incertezza che ogni decisione inevitabilmente comporta
5
.
A proposito Zygmunt Bauman, famoso sociologo, mette in evidenza come il Sé della
modernità si configuri come un progetto riflessivo al quale l’individuo costantemente
lavora, un compito da svolgere giorno per giorno, volta per volta, nelle pratiche della
vita quotidiana, e per tutta la vita, come fosse un opera d’arte
6
.
E’ opportuno sottolineare un'altra volta come la dimensione culturale sia fondamentale
nel discorso che si sta affrontando. Basti pensare infatti che le fatiche e le sofferenze
intellettuali necessarie a riflettere sulla propria identità e il concepire quest’ultima come
un problema; sono un’esperienza che non viene condivisa da tutta l’umanità. Per la
5
Aspetti sottolineati in Mellucci Agostina, Identità in Mellucci Agostina Parole chiave: per un nuovo
lessico delle scienze sociali, Carocci, Roma, 2000
6
Bauman Z[0]ygmunt, Intervista sull’identità, Laterza, Bari, 2003
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
13
maggioranza degli esseri umani il pensiero di potersi costruire un’identità personale e
individualizzante resta tutt’oggi al di fuori dell’orizzonte dell’immaginabile. Per queste
persone il problema della sopravvivenza è talmente forte che lascia poco spazio a tutto il
resto. Aspirare a un’identità individuale sufficientemente stabile e coerente, soffrire per
le sue contraddizioni e riflettere su di essa resta un privilegio dei pochi che non lottano
quotidianamente per la propria vita e vivono in un corpo sociale libero dal mito di una
solidarietà organica totalitaria. Quei pochi che possono concedersi il lusso di cercare se
stessi
7
.
D’altra parte è una caratteristica culturale della cultura occidentale quella di dare così
tanta importanza all’identità e alla persona in quanto individuo indipendente dalle
strutture sociali
8
. Si cerca di evitare le situazioni in cui tutti sono uguali e ci si cimenta
in attività che sottolineano le differenze
9
.
A partire dagli anni Ottanta inizia a svilupparsi una teoria del Sé legata al paradigma
narrativo e fra gli autori che più si sono interessati al problema dell’identità si diffonde
l’idea che il pensiero narrativo, oltre che una forma di organizzazione dell’esperienza e
della conoscenza, sia anche la modalità attraverso cui gli esseri umani,
autoriflessivamente, danno coerenza alla propria identità e alla propria vita.
Gli individui costruirebbero dunque se stessi in modo sufficientemente unitario e
coerente, rivolgendo sul sé le proprietà organizzatrici del pensiero narrativo. Le
esperienze vissute acquisiscono dunque un significato, in quanto elementi della trama
che costituisce l’autobiografia del soggetto. Il Sé viene quindi concepito come un
progetto simbolico che l’individuo costruisce attivamente sulla base dei materiali
simbolici a sua disposizione. Materiali che l’individuo ordina in un racconto coerente a
proposito di chi egli è, un racconto sulla sua identità.
Pur concordando sulle nozioni alla base del concetto di Sé, ogni autore ha sviluppato
una propria teoria al riguardo, che spesso non concorda con quelle dei colleghi. Sembra
comunque interessante ricordare le parole di Rom Harrè, neozelandese professore di
7
Bodei Remo, Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Feltrinelli, Milano, 2002
8
Sills Stephen, Identity and development of self from a cross-cultural perspective in Social Psychology,
vol. 591, 2002
9
Gergen Kenneth, Psicologia sociale, il Mulino, Bologna, 1990
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
14
Psicologia Sociale alla Georgetown University, che richiama in modo sintetico ed
efficace le funzioni del Sé:
“Il Sé, inteso come la singolarità che ognuno di noi sente di essere, non è
un’entità; piuttosto è un luogo dal quale una persona percepisce il mondo
e un luogo da cui agire. Avere il senso di Sé vuol dire avere il senso di
dove si è collocati, come persona, in ciascuna delle molteplici reti di altri
esseri con cui si è in relazione. […] Ma per Sé si intende anche il senso che
si ha di sé stessi come di qualcosa che possiede un insieme unico di
attributi.[…] E usando la parola Sé si fa riferimento alle impressioni che
una persona produce su un’altra relativamente alle proprie caratteristiche
personali. […] Tutti questi aspetti confluiscono nel concetto di Sé e si
esprimono in un senso di distintività, un senso di continuità personale e un
senso di autonomia personale”
10
.
Al di là delle differenze terminologiche, tutti gli autori sembrano concordare nel
riconoscere all’interno della persona un Io con funzione sintetica e un Sé su cui
ricadono invece gli attributi affettivi. Solo attraverso l’integrazione armoniosa fra Io e
Sé è raggiungibile un’identità stabile. Ma vediamo più dettagliatamente cosa si intende
per Io e Sé.
Per Io si intende l’insieme dei processi cognitivi razionali che organizzano
coerentemente l’esperienza. Questo compito viene svolto attraverso l’applicazione di
schemi che evolvono nel tempo e permettono di adattarsi a nuove situazioni. Inoltre l’Io
svolge una funzione sintetica che da un lato rende coerenti a livello logico-formale le
rappresentazioni, e dall’altro genera una teoria della personalità basata sul principio di
coerenza fra le varie sfere di esperienza.
Nel Sé invece si è propensi a far convergere due componenti differenti. La prima
coincide con l’immagine di sé e con la sua funzione cognitiva. L’immagine di sé è frutto
della propria storia personale e allo stesso tempo dell’immagine che gli altri hanno di
noi e che si riflette sulla nostra conoscenza personale.
10
Harrè Rom, La singolarità del sè, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000, pag. 189. Corsivi del testo
originale.
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
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Questo Sé dovrebbe quindi essere una sintesi accurata di verità più o meno piacevoli su
se stessi. In realtà raramente si raggiunge questo ideale. La franchezza su di Sé è rara
nei discorsi pubblici, e sebbene possa esserci più facilmente quando si riflette su se
stessi, non è in alcun modo garantita nelle riflessioni più oneste. Il concetto di Sé che ha
ogni persona è quindi l’insieme delle credenze che la persona e gli altri hanno su di lui
piuttosto che gli attributi che possiede di fatto
11
.
La seconda funzione del Sé è quella affettiva e funziona attraverso i processi di
identificazione e di immedesimazione. Grazie a questi meccanismi vengono
interiorizzate le immagini e allo stesso tempo i legami affettivi ad esse legate.
Attraverso questo aspetto del Sé si determinano i legami affettivi con noi stessi che ci
consentono di accettarci e di avere un livello di autostima soddisfacente per poi
costruire relazioni con gli altri
12
.
Ma come si trova ad agire il Sé in una società complessa come la nostra? Si consideri il
fatto che il Sé è il prodotto prevalentemente narrativo dell’Io ed è costituito da tutti gli
attributi affettivi, materiali e sociali che l’individuo riconosce come propri. La
molteplicità delle appartenenze sociali, situazionali e mediali, tipica delle società
avanzate, ha come effetto la moltiplicazione dei possibili Sé. Allo stesso tempo però il
soggetto non si riconosce totalmente in nessuno di essi né nella loro totalità. Come in un
ritratto cubista, mille facce diverse della stessa persona emergono contemporaneamente.
L’identità moderna diventa quindi sempre più frammentaria e difficile da gestire, fino a
condurre all’interpretazione di Kenneth Gergen, fra i maggiori psicologi sociali
contemporanei, e al suo “Saturated Self ”, il Sé saturato.
L’autore parla di un Sé legato alla frenesia dell’epoca contemporanea, di un Sé diviso
alla continua ricerca di informazioni nel momento in cui si accorge della differenza fra
quello che dovrebbe sapere e capire e quello che effettivamente conosce. Tutto ciò non
costituisce un elemento negativo, ma una risorsa per accrescere la flessibilità e la
creatività dell’individuo, rendendolo un sistema aperto. Chiaramente la creazione di un
11
Harrè Rom, opera citata, 2000
12
Siri Giovanni, Io e Sé. Psicologia della personalità e contraddizioni di cultura, Utet, Torino, 1996
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
16
Sé coerente in un’epoca così poco prevedibile e in cui la comunicazione è in continua
espansione, diventa una vera e propria sfida
13
.
Al contrario Philip Cushman, professore di Psicologia alla Università di Berkeley, dà
un’interpretazione apocalittica alla situazione attuale, in cui vede l’affermarsi di un
“Empty Self”. Il Sé vuoto si muove all’interno di una società in cui le comunità stanno
perdendo la propria influenza. Le persone quindi non possono fare altro che cercare nei
beni materiali e nei media la via di fuga da questo vuoto
14
.
Indubbiamente il consumismo e il benessere costituiscono la reale filosofia del nostro
tempo e, di fatto, sono il sistema valoriale che organizza il comportamento degli
individui e che offre degli spunti alle identità personali. D’altra parte bisogna ammettere
che il consumismo e i suoi sistemi di comportamento offrono un sistema integrato di
valori e di modelli di identificazione, capaci di organizzare la personalità, poiché
consentono uno specifico progetto di integrazione dell’Io e del Sé. Il consumismo,
infatti, accontenta i desideri di Io e Sé. In prima battuta soddisfa i bisogni del Sé legati
alla necessità di circondarsi di oggetti rassicuranti e che realizzano i suoi desideri. Allo
stesso tempo la continua necessità di scegliere fra le infinite possibilità proposte è
gestita dall’Io, che vede nell’acquisto la possibilità di esprimere il proprio giudizio.
Un problema fondamentale rimane però aperto: l’identità è alla ricerca di stabilità. La
stessa stabilità che per sua natura il consumismo sfugge in qualsiasi maniera
15
.
C’è però chi pensa, come Hubert Hermans, psicologo dell’Università di Nijmegen nei
Paesi Bassi, che, al di là della frammentazione della società e del consumismo, gli
uomini rimangono gli esseri dialogici per eccellenza e continueranno ad avere la
possibilità di sviluppare un Sé in grado di creare continuità anche in una situazione di
crescente discontinuità. La discontinuità è vista dunque come fenomeno neutrale che
implica sia rischi che nuove possibilità. Dal punto di vista dell’autore ciò che conta non
è l’opposizione fra unità e frammentazione (la prima vista come desiderabile e la
13
Gergen Kenneth, The saturated self: dilemmas of identity in contemporary life, Basic Book, USA, 1991
14
Hermans Hubert J.M. , Concept of self and identity: toward a dialogical view in International Journal
of education and religion, vol. II (1), 2001
15
Siri Giovanni, opera citata
Tratti dell’identità femminile in Cosmopolitan Basi teoriche
Il concetto di Sé
17
seconda demonizzata). Il punto centrale è il rapporto fra unità e molteplicità. Sono le
capacità linguistiche dell’uomo a possedere le potenzialità per trasformare la
frammentazione in molteplicità. Unità e molteplicità non si escludono ma anzi si
implicano vicendevolmente, come parti di un’unica composizione, che è il Sé.
L’uomo, riassumendo, riesce ad agire e ad affrontare diverse esperienze senza sentirsi
discontinuo grazie alla propria identità e alla propria personalità, che dà risposte
abbastanza coerenti nelle situazioni in cui è coinvolta.
L’identità del soggetto viene costruita narrativamente attraverso l’autobiografia.
Un’identità stabile si può raggiungere solo con l’integrazione dell’Io (funzione sintetica
e processi cognitivi razionali) con il Sé (funzione affettiva e immagini di sé).
Le mille sfaccettature della società contemporanea determinano le molteplici
appartenenze dell’individuo e rendono più difficile un’integrazione coerente dei vari
aspetti. Il consumismo, inoltre, attraverso la sua frenesia, mina la stabilità dell’identità.
Sono queste le condizioni che l’uomo del XXI secolo deve affrontare nel suo tentativo
di raggiungere una propria identità stabile e coerente.