Q= K [(Pc + 1πIF) - (PIF + πpl)] -Q linf
Q = accumulo di liquido
Q linf= drenaggio linfatico
K = coefficiente di filtrazione
PC = pressione idrostatica capillare
PIF = pressione idrostatica liquido intestiziale
πpl = pressione oncotica proteine plasmatiche
πIF = pressione oncotica proteine liquido interstiziale
In condizioni normali la pressione di filtrazione (PC + 1πIF) è adeguatamente
bilanciata dalla pressione di riassorbimento (somma algebrica di PIF + n PL).
Dall'equazione di Starling risulta evidente che i meccanismi di compenso tesi ad
impedire l'accumulo di liquido nel distretto interstiziale sono rappresentati
principalmente:
-dall'equilibrio tra pressione idrostatica e pressione oncotica del plasma a livello del
capillari venosi
-dalla capacità di drenaggio del sistema linfatico.
A livello polmonare, in condizioni fisiologiche, la risultante delle forze di Starling è
rappresentata da un modesto gradiente di filtrazione (2-5 mmHg), con gradiente
diretto dal capillare all'interstizio. Questo gradiente determina la filtrazione di una
modesta quantità di liquido nell'interstizio che viene prontamente drenato dal sistema
linfatico.
Se l'essudazione o la trasudazione di liquido nel parenchima polmonare supera le
capacità di drenaggio dei capillari venosi e dei linfatici, gli spazi intercellulari dei
capillari endoteliali si dilatano e favoriscono il passaggio di liquidi e di
macromolecole negli interstizi (edema interstiziale),con conseguente
compromissione dei vasi linfatici e delle venule che riducono ulteriormente la loro
capacità di drenaggio.
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Se persiste la noxa patogena, si alterano anche le connessioni più resistenti tra le
cellule che rivestono lo spazio alveolare, ed il liquido trasudatizio invade
inizialmente gli alveoli (edema alveolare), e successivamente le vie respiratorie.
Classificazione dell'edema polmonare acuto
Risulta evidente che varie cause possono provocare un EPA(edema polmonare
acuto). Consideriamole singolarmente.
1. Aumento della pressione idrostatica nei capillari polmonari. È la causa più
frequente di EPA e vede come meccanismo eziopatogenetico un'alterazione
cardiaca (edema cardiogeno):
a. deficit di pompa (es. infarto miocardico, cardiomiopatia dilatativa,
cardiopatia ipertensiva ecc.);
b. vizi valvolari (es. stenosi e insufficienza mitralica e aortica);
c. disturbi del ritmo cardiaco.
2. Aumento di permeabilità della membrana alveolare. Si configura spesso con
il quadro della Adult Respiratory Distress Syndrome (ARDS), causata da
numerosi fattori, quali ad esempio agenti infettivi, shock, aspirazione di succo
gastrico ecc.
3. Aumento di permeabilità dei capillari polmonari. Può conseguire ad uno
shock allergico mediato da fattori dell'infiammazione.
4. Diminuzione della pressione colloido-osmotica. L'iponchia secondaria a varie
affezioni (epatopatie croniche, sindrome nefrosica, enteropatie proteino-
disperdenti ecc.) non è in grado da sola di causare un EPA. Può però essere
un fattore favorente, associato, ad esempio, ad un modesto aumento della
pressione idrostatica capillare polmonare.
5. Ostacolo al flusso linfatico. Anche in questo caso è probabile che l'evento
agisca da cofattore, più che da causa primitiva di EPA. Malattie in cui il
deflusso linfatico è alterato sono le linfangiti carcinomatose, la silicosi
polmonare e varie patologie infiammatorie.
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6. Aumento della negatività della pressione interstiziale. Il trattamento rapido di
condizioni che hanno provocato il collasso di un polmone (specie se
perduranti da alcuni giorni), quali un pneumotorace o un versamento pleurico
massivo, può causare edema polmonare monolaterale. Anche la crisi asmatica
grave potrebbe essere una causa di edema dovuto all'aumento della negatività
della pressione interstiziale.
Vi sono poi altre cause di EPA con meccanismi patogenetici poco noti. In
particolare sono presenti tre condizioni in cui l'eziopatogenesi dell'EPA non
è riconducibile chiaramente ad un aumento della permeabilità della barriera
alveolo-capillare, ad una alterazione dell'equilibrio delle forze di Starling o ad
una riduzione del flusso linfatico:
Edema polmonare determinato dall’altitudine si manifesta sia
negli individui acclimatati se si recano ad alte quote (superiori
ai 2500 m s.l.m.), che in quelli non acclimatati dopo soggiorni
anche brevi a quote più basse. L'EPA insorge spesso in
individui giovani, sani, dopo sforzi fisici intensi, con una
latenza di 24-48 ore.
Le cause non sono completamente chiare certamente:
4 elementi sono pressoché costanti:
- la pressione arteriosa polmonare è aumentata;
- la pressione capillare polmonare e atriale sinistra sono
normali;
- la desaturazione arteriosa di ossigeno è di grado elevato e
non correggibile con la somministrazione di ossigeno al
100%;
- la portata cardiaca è normale o ridotta
Di solito la causa dell’'ipertensione polmonare è la costrizione
delle arteriole polmonari, ma tale fenomeno non spiega
l'edema polmonare, poichè lo sbarramento è a monte dei
capillari,però una venocostrizione polmonare determinata
dall’aumento dell’attività vasomotoria non giustificherebbe il
riscontro di una normale pressione capillare polmonare.
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Si ritiene che nella patogenesi dell'edema polmonare d'alta
quota giochino un ruolo rilevante le arteriole preterminali.
Queste sono arteriole disposte a ponte fra le arterie polmonari
di piccolo calibro ed il versante venoso dei capillari
polmonari, scavalcando così le arteriole polmonari e i capillari
ove avvengono gli scambi dei gas.
E’ da questi vasi infatti che avviene il passaggio di sangue
non ossigenato nelle vene polmonari, con shunt destro-sinistro
non correggibile con O
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.
Da tutto ciò si ipotizza che alcuni soggetti siano predisposti a
una vasocostrizione arteriolare polmonare, causata dall'ipossia.
A ciò conseguirebbero:
- Aumento del flusso sanguigno nelle aree polmonari non
protette dalla vasocostrizione, con iperperfusione e
ipertensione capillare polmonare, e secondaria
trasudazione di liquido negli interstizi e negli alveoli (in
effetti anche radiograficamente l'edema in questi pazienti
appare non uniforme, bensì a chiazze).
- Apertura degli shunt descritti con desaturazione arteriosa
di ossigeno e aumento della pressione idrostatica capillare
come conseguenza dell'elevata pressione che dall'arteriola
preterminale si scarica direttamente nelle venule
polmonari.
- In conseguenza di ciò (punto 2) e della maggiore
permeabilità capillare causata dall'ipossiemia,
aumenterebbe la trasudazione di liquido negli alveoli con
formazione di edema.
Edema polmonare neurogeno. Numerose malattie del sistema
nervoso centrale si possono accompagnare ad EPA, senza che
sia evidenziabile un deficit della pompa cardiaca (ictus,
traumi, neoplasie, processi flogistici ecc.). In tali casi è
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ipotizzata una iperattività del sistema nervoso simpatico, la cui
azione implicherebbe una vasocostrizione con aumento del
ritorno venoso ed una riduzione della compliance ventricolare
sinistra in grado di determinare un aumento della pressione
atriale sinistra. Inoltre è stato evidenziato sperimentalmente
anche un aumento della permeabilità capillare.
Edema polmonare da sovradosaggio di narcotici. È causato
più spesso da iniezione e. v. di eroina, ma anche da sostanze
somministrate per via orale o parenterale usate a scopo
terapeutico (metadone, morfina, destropropossifene).
Sembrerebbe maggiormente implicato nella patogenesi
dell'edema un aumento di permeabilità della membrana
alveolo-capillare
Riassumendo:
Aumento pressione
idrostatica capillare
Insufficienza ventricolare sinistra acuta, sia per
cardiopatia coronarica che valvolare, o gravi disturbi del
ritmo o ipertensione arteriosa
Stasi venosa polmonare nella stenosi mitralica o nella rara
ostruzione della via del deflusso a causa di un mixoma o
un trombo a palla atriale.
Diminuzione pressione
oncotica del plasma
Malattie epatiche gravi
Sindrome nefrosica
Anemie acute
Aumento negatività
pressione interstiziale
Aspirazione pneumotorace
Asma bronchiale.
Insufficiente drenaggio
linfatico
Blocco dei linfatici secondario ad alterazioni
infiammatorie o fibrotiche
Linfagite carcinomatosa.
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Alterazione primitiva
della membrana
alveolocapillare
Edema polmonare da somministrazione di allossano
Esposizione ad agenti tossici
Polmone da shock
Cause polmonari
Reazioni immunitarie
Setticemia
Cause ignote
Esposizione a grandi altezze
Trauma cerebrale
Edema da overdose di sostanze narcotiche (eroina,
metadone, morfina, destro-propossifene).
Devono essere, infine, ricordate tra le forme di edema polmonare acuto a patogenesi
multifattoriale, verosimilmente secondarie a lesioni della membrana alveolo-capillare
(danno diretto o mediato da fattori neuro-umorali):
• edema polmonare secondario ad esposizione a grandi altezze
• edema polmonare in corso di malattie dei S.N.C.
• edema polmonare da overdose di sostanze narcotiche.
Quadro clinico
L'edema polmonare acuto cardiogeno rappresenta il quadro clinico più drammatico
dello scompenso cardiaco sinistro.
Il quadro clinico è caratterizzato da:
Dispnea. Viene espressa come sensazione di soffocamento, di oppressione o fame
d'aria; si presenta con esordio improvviso ed andamento ingravescente. La frequenza
respiratoria è elevata, si osserva alitamento delle pinne nasali e rientramento degli
spazi intercostali per l'impegno di tutti i muscoli ausiliari della respirazione.
Tosse. Nelle fasi iniziali è secca e stizzosa e successivamente si associa ad emissione
di espettorato schiumoso, roseo o francamente rossastro.
Frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Sono generalmente aumentate, sia per lo
stato di angoscia sia per la scarica adrenergica.
Cute. Appare fredda e madida di sudore, con cianosi dei prolabi e dell'estremità.
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