Il pigiato privo di raspi può essere inviato alle successive fasi di pigiatura e di
vinificazione finale per estrarre il colore e gli aromi dalle vinacce poste a macerare col
mosto. Il tutto avviene in ambiente controllato e con cinetiche di processo lente, per di
evitare la dissoluzione di sostanze indesiderate.
1.1.2 - Vinificazione in bianco
E’ il processo enologico in cui si perviene ad un vino a basso contenuto di polifenoli
(sostanze coloranti contenute nella buccia dell’uva). Si utilizzano presse pneumatiche a
polmone con sviluppo orizzontale. Tutto il processo di movimentazione mosti viene
sviluppato in atmosfera inerte in assenza di aria, tramite un impianto a tenuta d’aria e
conseguente introduzione di azoto gassoso. Avviato il processo fermentativo, sarà la
stessa anidride carbonica scaturita dalla reazione a garantire il perdurare delle
condizioni di tenuta. Durante la decantazione a freddo il mosto permane per 36 hr
all’interno di tini di contenimento dove avviene la separazione fisica del surnatrante
chiarificato dal residuo feccioso. La fase di filtrazione dei mosti ha il fine di eliminare i
solidi in sospensione con le fecce che possono innescare fermentazioni anomale
dannose per la qualità del prodotto finito, secondo un principio di separazione solido -
liquido. I rendimenti di filtrazione necessari sono ottenibili tramite l’impiego di appositi
coadiuvanti della filtrazione (filter - aids). Le tecnologie di filtrazione utilizzate nello
stabilimento in esame sono una filtro - pressa a piastre e un filtro rotativo a tamburo
con pre - pannello sottovuoto a base di perlite. E’ in questa fase che le perliti entrano
nel ciclo produttivo per poi essere trasportate fino all’impianto di depurazione con i
reflui. La fermentazione avviene con l’aggiunta di appositi lieviti, selezionati per la
trasformazione dei vini bianchi, e additivi per il controllo delle fasi di fermentazione
(anidride solforosa e vitamina C anti - ossidanti, acido tartarico ed enzimi pectolitici
che demoliscono gli zuccheri complessi presenti nella polpa dell’uva).
Si procede così alla fermentazione alcolica, ovvero la trasformazione degli zuccheri
(glucosio e fruttosio) in alcool etilico.
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Fig.1.1 - Ciclo di produzione dei vini bianchi
RICEZIONE
UVE
PRESSATURA
◊ Presse pneumatiche a polmone
Aggiunta
SO
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CONDIZIONAMENTO TERMICO
◊ 1.300.000 frigorie/hr impiegate
◊ Decantazione a freddo
◊ Vinificazione
RESIDUO FECCIOSO
◊ Filtrazione fecce per
ottenere mosto filtrato
e fecce di mosto
Aggiunta
coadiuvanti
PIGIODERASPATURA
◊ ambiente termocondizionato a 5 -
8°C
FERMENTAZIONE ENZIMATICA
FERMENTAZIONE ALCOLICA SCARTI
SURNATANTE
CHIARIFICATO
STOCCAGGIO VINO BIANCO GREZZO
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1.1.3 - Vinificazione in rosso
E’ il processo in cui si fa fermentare il mosto d’uva in presenza delle proprie vinacce,
che cedono le sostanze coloranti e aromatiche alla fase liquida. Il processo di estrazione
si sviluppa attraverso le fasi di dissoluzione e dispersione (diffusione).
A secondo della tipologia merceologica del prodotto finito che si vuole ottenere si
regolano tempi e modalità di contatto tra vinacce e massa zuccherina liquida in
fermentazione. Per la fermentazione in rosso, si lavora con i cosiddetti fermentini , che
consentono di operare con le seguenti condizioni di processo:
• Massa delle vinacce nel mosto in fermentazione (cappello) immerse nel liquido;
• Efficiente rimescolamento del mosto (follatura);
• Estrazione del mosto dalla parte bassa del fermentino e sua dispersione a pioggia
nella parte alta (rimontaggio);
• Termocondizionamento dell’intera massa in fermentazione con un gruppo frigo
della potenzialità di 250.000 frigorie/ora.
Fig.1.2 - Ciclo di produzione dei vini rossi
RICEZIONE
UVE
DERASPATURA
Aggiunta SO2
VINIFICAZIONE CON MACERAZIONE
◊ Dissoluzione delle sostanze provenienti dallo
schiacciamento delle vinacce
◊ Diffusione e dispersione delle vinacce nella
massa in fermentazione
FILTRAZIONE
FECCE
SCARTI
Aggiunta
coadiuvanti
STOCCAGGIO VINO ROSSO
GREZZO
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1.1.4 - Stabilizzazione vini e stoccaggio prodotti finiti
In conclusione dei due processi di fermentazione, si ottengono vini grezzi che
necessitano di processi di stabilizzazione e affinamento per l’ottenimento dei prodotti
finiti allo stato sfuso e/o confezionato. Per stabile si intende un prodotto finito che non
subisca modifiche chimico - fisiche ne organolettiche (formazione di precipitati,
cambiamento di colore, perdita di frazioni aromatiche, ecc.).
Fig.1.3 - Ciclo produttivo della Cantina Settesoli
PIGIATURA E DERASPATURA
◊ Separazione del pigiato dai raspi e dalle vinacce
◊ Distinzione delle fasi di lavorazione
VINIFICAZIONE IN BIANCO VINIFICAZIONE IN ROSSO
RICEZIONE UVE
◊ Valutazione del valore economico della materia prima
◊ Scelta del percorso di lavorazione che subirà la
materia prima
STOCCAGGIO VINI GREZZI
STOCCAGGIO PRODOTTI FINITI
STABILIZZATI
STABILIZZAZIONE VINI GREZZI
◊ Svinatura (Travaso + Colmatura)
◊ Decantazione statica
◊ Filtrazione sgrossante
◊ Stabilizzazione tartarica
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1.2 - La filtrazione nell’industria
1.2.1 - Generalità
La filtrazione è un’operazione in cui particelle solide vengono rimosse da una
sospensione fluida facendola passare attraverso un mezzo filtrante, o setto, sul quale i
solidi risultano depositati. Per risolvere i diversi problemi di separazione solido -
liquido sono state sviluppate diverse tipologie di filtrazione, che operano secondo
modalità diverse:
• Cross - filtration: viene utilizzata per particelle con diametro d<1 µm quando è di
interesse anche la fase solida. In questo caso la barriera meccanica è lambita dalla
sospensione e viene applicato un ∆P sulla barriera che fa passare il fluido e trattiene il
solido, si ottengono così sospensioni molto concentrate da inviare all’essiccamento per
il recupero della fase solida.
• Filtrazione a torta (cake - filtration): viene utilizzata per la separazione di
particelle con dimensioni relativamente grandi (d>10 µm). In questo caso la
sospensione viene alimentata perpendicolarmente alla barriera meccanica (il filtro) e
ciò fa sì che la barriera trattenga i solidi che diventano essi stessi mezzo filtrante,
formando una torta. Il prodotto di interesse può essere sia la fase liquida che quella
solida.
• Chiarificazione: filtrazione attraverso un mezzo poroso con dimensioni dei pori
un po’ più grandi delle particelle da filtrare. Le particelle vengono bloccate nel filtro e
lo vanno ostruendo, bisognerà sospendere l’operazione e rigenerare (o sostituire) il
filtro. Viene normalmente utilizzata quando il prodotto di interesse è la fase fluida ed è
economicamente sostenibile per concentrazioni basse di solidi sospesi.
Si può fare una classificazione in base alla natura della forza che provoca la filtrazione,
per cui avremo: I) filtri a gravità, II) filtri in pressione e III) filtri in depressione.
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Nei filtri del primo tipo si sfrutta la pressione sviluppata dalla forza di gravità agente su
una colonna di liquido. Nei filtri del secondo e terzo tipo il flusso liquido attraversa il
mezzo filtrante grazie all’applicazione di un ∆P tra l’ingresso e l’uscita ad opera della
forza centrifuga (filtrazione centrifuga) o mediante l’uso di pompe. Questi filtri operano
a P>Patm nella parte superiore (tipo II) oppure a P=Patm nella parte alta e sottovuoto a
valle del filtro (tipo III).
I filtri industriali possono lavorare in continuo o in discontinuo a secondo della
metodologia di scarico dei solidi filtrati. Durante la maggior parte del ciclo operativo di
un filtro discontinuo, il flusso di liquido che attraversa l’apparecchiatura è continuo ma
deve essere periodicamente interrotto per permettere lo scarico dei solidi accumulati. In
un filtro continuo, invece, lo scarico di liquido e solidi è ininterrotto per tutta
l’operazione.
Una generale classificazione dei filtri industriali può essere la seguente:
I) FILTRI IN PRESSIONE
Continuo Filtro - ispessitore
Discontinuo
Filtro a piastre
Filtro - pressa
Filtro a fogli e mantello
Filtro a cartucce
Scarico aperto
Scarico chiuso
II) FILTRI SOTTOVUOTO
Continuo Filtro a valvole rotanti
Filtro a tamburo rotante
Filtro a tamburo rotante con pre - pannello
Filtri orizzontali
Filtri centrifughi
Discontinuo Filtri a guscio (nutsche)
Per quel che riguarda questa trattazione ci occuperemo di filtri continui sottovuoto e in
particolare di filtri a tamburo rotante.
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1.2.2 - Filtri continui a tamburo rotante sottovuoto
La sospensione alimentata (liquor) è aspirata attraverso i pori del mezzo filtrante da un
setto in movimento ottenendo un accumulo di solidi. La torta oltrepassa la zona
filtrante, viene lavata, essiccata e rimossa in continuo dal setto che poi rientra nella
sospensione (slurry) per caricare un’altra parte di solidi. La differenza di pressione ∆P
attraverso il setto non è elevata, solitamente 250 - 500 mmHg. La condizione di vuoto
viene applicata a partire da un elemento stazionario ed estesa a tutte le parti in moto
dell’unità.
Il filtro a tamburo rotante sottovuoto è costituito da un tamburo orizzontale che ruota a
0,1 - 2,0 giri/min (rpm) immergendo volta per volta parte della sua area superficiale
nella sospensione da filtrare. La superficie del tamburo è ricoperta da un telo che funge
da mezzo filtrante. All’interno del tamburo ve n’è un altro più piccolo a superficie
solida. Lo spazio anulare tra i due cilindri è diviso in compartimenti stagni connessi da
tubazioni interne che formano un fascio tubiero disposto a raggiera. Mentre il tamburo
esterno ruota, nei pannelli si crea il vuoto in modo che essi aspirino la sospensione nella
quale sono immersi. Quando il tamburo si immerge nello slurry, il liquido filtra
all’interno dei compartimenti e, attraverso le tubazioni, raggiunge il recipiente di
raccolta. A questo punto, il pannello lascia lo slurry, passando nella zona di lavaggio ed
essiccamento. Viene inviata aria dal basso per gonfiare il rivestimento del pannello, si
rimuove la torta grattandola via con una lama orizzontale (nota come “doctor blade”) e
il pannello rientra nello slurry per ripetere il ciclo.
La parte di filtro immersa varia tra il tradizionale 30% e il 70% di un’operazione in cui
sia richiesta una elevata capacità filtrante. L’efficienza del filtro dipende dalle
caratteristiche dell’alimentazione e dallo spessore della torta.
Il mezzo filtrante deve soddisfare dei requisiti quali stabilità e resistenza chimica,
fornire un filtrato chiaro e permettere lo scarico completo della torta e, inoltre, deve
essere poco costoso. Solitamente si usano setti di tela in materiale sintetico o di acciaio
inox nel caso di sostanze corrosive.
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Fig.1.4 - filtro rotativo a pre - pannello
sottovuoto
Fig.1.5 - Formazione della torta filtrante
Fig.1.6 - Piping interno del filtro
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