Introduzione
La tratta di esseri umani è un crimine che si fonda sulla compravendita e lo sfruttamento di
esseri umani, sottratti con violenza o inganno dai luoghi di origine, portati nei paesi
occidentali e venduti come schiavi. Le donne e i bambini sono i soggetti più esposti a
questa forma contemporanea di schiavitù, basata specialmente sullo sfruttamento sessuale.
La conseguenza è che le vittime sono private di ogni diritto fondamentale, non dispongono
di uno status giuridico e sono ridotte, attraverso minacce e maltrattamenti, ad uno stato di
estrema dipendenza dai loro sfruttatori. Oggi più che mai, sembra necessaria una seria
riflessione su questo fenomeno che spesso e volentieri si intreccia con lo sfruttamento
della prostituzione, in quanto le vittime di tratta, se di genere femminile arrivano spesso
nei circuiti dello sfruttamento della prostituzione. Ma questo percorso non è così
automatico e il presente lavoro ha proprio lo scopo di inquadrare e approfondire i
fenomeni interessati mettendo in evidenza differenze e aspetti in comune. L’intento è
quello di evidenziare gli aspetti molteplici che caratterizzano entrambi i fenomeni, al fine
di offrire una visione più completa e concreta è meno stereotipata di questi. Soprattutto
quando ci si occupa della prostituzione non si può che far riferimento a concettualizzazioni
e visioni che news e media ci trasmettono, in modo diretto univoco e stigmatizzato e che
condizionano il modo di vedere e interpretare il fenomeno come “nostro problema”: per la
cittadinanza, la morale, l’ordine pubblico, e non come problema di “altri” cioè i
protagonisti del fenomeno, prostitute, trafficanti, protettori.
La prima parte di questo lavoro è dedicata in maniera particolare proprio alle diverse
visioni della tratta e della prostituzione: lo studio e la riflessione hanno cercato di
individuare singolarmente questi fenomeni con le loro caratterizzazioni e peculiarità, per
poi confrontarli e capire come i fenomeni di tratta possono poi trasformarsi in sfruttamento
della prostituzione. In maniera particolare si concentra l’attenzione sulla figura femminile
e tutte le conseguenze legate al genere. Ci si propone d’approfondire il fenomeno della
prostituzione nelle sue diverse forme o tipologie; parleremo di prostituzioni e non di
prostituzione: indoor, outdoor, coatta, indipendente, tipologie alle quali corrispondono
modalità ed esercizi differenti.
Il presente lavoro oltre ad un approfondimento empirico sviluppa un’analisi di tipo
sociologico dove il fenomeno viene interpretato in relazione ai contesti, culturali, sociali
1
ed economici, che hanno una rilevanza notevole nel favorire o meno la manifestazione e
diffusione del fenomeno; ricordiamo che alla base di queste forme moderne di schiavitù e
sfruttamento, c’è sempre una condizione di disagio, miseria, povertà e pertanto la
riflessione sociologica risulta utile se non necessaria per capire motivazioni e fattori che le
determinano. Le visioni sul problema della prostituzione, includono necessariamente,
anche una analisi di altri fattori e protagonisti a questa correlati: rappresentazione del
fenomeno attraverso stampa e media, violenze perpetrate alle donne che si prostituiscono,
clienti , sfruttatori e protettori. Infatti la prostituzione non è solo il “mondo” della
prostituta, che ne è forse l’interprete principale, in quanto più esposta, ma dietro ogni
interpretazione c’è sempre una regia , un copione e le condizioni di lavoro: conoscere il
mondo della prostituzione vuol dire conoscere anche questi protagonisti e le dinamiche
relazionali e sociali ad essa sottese. In ultimo si è sviluppato uno sguardo speciale verso i
pericoli relativi all’esercizio della prostituzione: violenza, molestie, abusi, che in molti
casi non vengono segnalati, in quanto soprattutto l’abuso sessuale, come altre forme di
violenza, non vengono riconosciuti come danni nei confronti della donna che si
prostituisce a causa della sua professione, pertanto è quasi riconosciuto come “rischio” del
mestiere.
La seconda parte affronta il tema delle politiche: che affrontano e regolano il problema
della prostituzione; si è riflettuto sulle proposte in materia di legge con riguardo alle
normative ancora vigenti in materia di tratta e prostituzione, come la Legge 228/2003 e la
Legge Merlin n. 75 del 1958, e le successive proposte di Camera e Senato per la revisione
soprattutto di quest’ultima. In attesa di disposizioni legislative che tengano conto degli
aspetti molteplici del fenomeno si è sviluppato un quadro delle normative che regolano la
prostituzione, in vigore nella Comunità Europea, e delle Ordinanze in materia di
prostituzione, emesse nel territorio italiano, per arginare il fenomeno, evidenziando le
possibili conseguenze positive e negative di tali provvedimenti.
La penultima parte del presente lavoro ha come tema gli interventi pratici e metodologici
che si attuano sul campo per fronteggiare i problemi inerenti la tratta e lo sfruttamento
della prostituzione: in particolare si mette l’accento sullo strumento principale in dotazione
alla Legge italiana, l’art. 18 del D.Lgs 286/1998. Tale norma prevede da un lato, il rilascio
di un particolare permesso di soggiorno temporaneo per motivi di protezione sociale, per
consentire alle vittime della tratta di sottrarsi alla violenza ed ai condizionamenti
2
dell’organizzazione criminale, e dall’altro di accogliere le stesse vittime in programmi di
assistenza e di integrazione sociale. Di conseguenza sono trattati le strategie operative che
vengono applicate sul campo da Associazioni, Unità di Strada, Enti no profit, Terzo
settore, e Istituzioni che sono in prima linea per aiutare chi esercita sotto sfruttamento e
non la prostituzione, chi abbia preso la decisione di uscirne, offrendo loro la possibilità di
riappropriarsi del loro percorso di vita rielaborando il vissuto di sfruttamento o di vittima,
attivandosi in prima persona nella costruzione di una nuova esistenzialità. L’obiettivo è
quello di conoscere il problema e promuovere interventi per l’attuazione di norme e prassi
che garantiscano una reale e concreta possibilità di aiuto alle donne e diano un fattivo
contributo alla lotta al traffico.
L’ultima parte riporta i dati di una indagine esplorativa sull’entità del fenomeno della
prostituzione e tratta nella città di Cagliari relativa all’anno 2008. La ricerca è stata
possibile grazie ai dati rilasciati dall’Unità di Strada della Congregazione Figlie della
Carità San Vincenzo de Paoli, che opera da anni nell’ambito della fuoriuscita dalla
prostituzione attraverso i programmi di protezione sociale ai sensi degli artt. 13 e 18 del
D.Lgs 286 del 1998; i dati rilasciati dalla Questura e Ufficio Immigrazione di Cagliari
relativamente ai percorsi di protezione sociale attivati, denunce degli sfruttatori e permessi
di soggiorno rilasciati.
3
Capitolo primo
Il fenomeno della tratta e della prostituzione
1.1. La tratta e la prostituzione due fenomeni a confronto
Per le sue caratteristiche, la tratta di persone, si presta ad essere confusa con altri
fenomeni. Questa confusione, rafforza i trafficanti e contribuisce ad aggiungere
elementi di discriminazione e stigmatizzazione per le vittime. La tratta è una forma
moderna di schiavitù degli esseri umani e si sviluppa in modo parallelo al fenomeno
della globalizzazione a cui è intimamente legata. A differenza della schiavitù
classica che si basava su esigenze di lavoro servile, la schiavitù moderna nasce e si
sviluppa su una domanda e un’offerta praticamente inesauribili: da una parte la
merce persona, risorsa di cui non mancherà la disponibilità; dall’altra le spinte che
costituiscono il motore di questo mercato, che difficilmente diminuiranno nel
tempo
1
.
Le zone di reclutamento dei nuovi schiavi sono costituite da Paesi poveri, soprattutto
quelli che hanno subito crolli inattesi delle condizioni di vita, in seguito a mutamenti
di regime, a trasformazioni politiche e sociali o al coinvolgimento in una guerra.
Questo punto di vista ci mostra un’altra faccia dell’immigrazione: vale a dire quella
che si identifica nell’assimilazione immigrato – vittima di reati. A questo riguardo
parliamo dunque di traffico o tratta di merce umana, intendendo l’uomo come entità
priva di personalità, svuotata nella sua dignità e privata dei suoi diritti
fondamentali.
2
La tratta di esseri umani ha caratteristiche di globalità delle dinamiche, di
articolazione della rete di sfruttamento, di redditività ed interconnessione con gruppi
o attività illecite di altra natura; essa è generalmente connessa ad attività di traffico
di migranti e comporta attività criminali specifiche e pervasive. Tale fenomeno
secondo quanto testimoniato dal Direttore dell’UNICRI
3
Dr. Sandro Calvani è in
1
Senato della Repubblica – Camera dei Deputati, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica,
Relazione – La tratta di esseri umani e le sue implicazioni per la sicurezza della Repubblica, rel. sen.
Francesco Rotelli, Aprile 2009, pag. 17.
2
Ibidem
3
S. Calvani, Atti del discorso tenuto presso la Camera dei Deputati, Dicembre 2008, pag.2.
4
allarmante crescita in tutto il mondo: si può anzi dire che tutti gli Stati ne siano
toccati in quanto paesi di origine, di transito oppure di destinazione della tratta.
4
La fragilità economica di alcuni paesi, le critiche condizioni sociali dei soggetti più
vulnerabili, rappresentano elementi di debolezza che amplificano la portata del
crimine e rafforzano la solidarietà delle reti che ne gestiscono i traffici. Tra traffico e
tratta esistono differenze significative, i confini tra i due concetti sono labili, anche
se di frequente episodi di traffico in itinere, diventano casi di tratta: accade
frequentemente che la persona trasportata, richiedente il servizio di ingresso
migratorio illegale in uno Stato, divenga successivamente vittima di tratta. Le
vittime della tratta di esseri umani, sono spesso giovani senza aspettative nei luoghi
di origine, attirate da false promesse di un lavoro ben remunerato all’estero.
5
In molti casi non conoscono la vera natura della futura occupazione e le condizioni
di vita in cui dovranno vivere, in altri si trasferiscono all’estero attratte da facili
guadagni e da migliori prospettive di vita, più o meno consapevoli del tipo di lavoro
che dovranno compiere giunte a destinazione. Giunte nei paesi di destinazione la
maggior parte dei migranti – vittime sono sprovvisti di documenti di identità, di
risorse finanziarie, di punti di riferimento e non conoscono la lingua. Sono dunque
estremamente vulnerabili, dipendono totalmente dai loro aguzzini e sono sottoposti
ad ogni forma di violenza e abuso, inoltre non nutrono alcuna fiducia nelle
Istituzioni, perché spesso nei loro Paesi esiste una diffusa corruzione.
6
Accade comunque spesso, che le vittime di tratta dedite alla prostituzione, siano
consapevoli del tipo di lavoro che devono compiere, ma non conoscono le precise
condizioni alle quali devono attenersi. La conoscenza preventiva delle attività
compiute nel Paese di destinazione non costituisce un elemento importante per
stabilire se il migrante è vittima di traffico o tratta; qualunque sia il punto di vista
adottato, i due fenomeni intaccano la persona umana e i suoi diritti fondamentali. La
principale caratteristica che differenzia la persona oggetto di tratta dalle altre merci,
sta nel fatto che essa è dotata di volontà e di parola, è quindi è merce da controllare
4
Senato della Repubblica, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, op. cit., pag. 9.
5
L. Malucelli Tra schiavitù e servitù: biografie femminili in cerca di autonomia, in AA.VV., Da vittime a
cittadine. Percorsi di uscita dalla prostituzione e buone pratiche di inserimento sociale e lavorativo,
Ediesse, Roma, 2001, pag. 47.
6
Ivi, pag. 46.
5
con la violenza, l’inganno o il ricatto. A riguardo può essere utile fare ricorso ad
alcune parole chiave presenti nelle definizioni offerte dall’O.I.M.
7
.
Sfruttamento, coercizione inganno, abuso, mobilità geografica: i fenomeni di tratta
prendono forma da una delle molteplici espressioni e combinazioni possibili tra
questi diversi elementi. La mobilità geografica può essere entro o al di fuori dei
confini nazionali, può essere coatta o consenziente, ma in quest’ultimo caso, non è
mai la donna che decide le regole del gioco. Trasferire giovani donne, spesso
adolescenti verso altre mete lontane è funzionale a diversi obiettivi: facilita il
reclutamento; garantisce guadagni notevoli per i nodi delle reti costruite per favorire
l’ingresso illegale, in paesi dove circola molto più denaro; le rende vittime, soggetti
particolarmente fragili, deboli e vulnerabili, a causa della decontestualizzazione, che
implica l’assenza di relazioni e contatti familiari, legami di riferimento e di
appoggio, in un paese straniero di cui non si conosce quasi niente
8
Come tutte le forme di patologia sociale, la tratta, ha richiesto diversi anni di studio,
lavoro e riflessione per arrivare ad una definizione condivisa a livello nazionale e
internazionale; secondo questa definizione la tratta è la somma di tre elementi: lo
spostamento da un luogo ad un altro di una persona, per mezzo dell’inganno e della
coercizione, al fine di sfruttamento della stessa.
9
La tratta di esseri umani è definita dall’articolo 3° del Protocol of Prevent, Suppress
and Punish Trafficking in Persons, especially Women and Children, come
quell’attività consistente “nel reclutamento, trasporto, trasferimento, l’ospitare o
accogliere persone, tramite l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altre
forme di coercizione, di rapimento, frode inganno, abuso di potere o di una
posizione di vulnerabilità o tramite il dare o ricevere somme di denaro o vantaggi
7
Secondo l’O.I.M. (Organizzazione Internazionale per i Migranti) si è in presenza di tratta allorche: un
migrante viene illecitamente reclutato, rapito venduto ecc, e/o trasferito sia all’interno delle frontiere
nazionali che all’esterno; i trafficanti in un qualsiasi momento di questo processo, ottengono un profitto
economico o di altra natura con l’inganno, la coercizione, o altre forme di sfruttamento in condizioni che
violano i diritti umani dei migranti.
8
E. Abbatecola, L’altra Donna. Immigrazione e prostituzione in contesti metropolitani , Franco Angeli,
Milano, 2006, pagg. 44-45
9
Art. 3 Protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale
per prevenire reprimere e punire la tratta di persone in particolare donne e bambini. Entrato in vigore il 25
dicembre 2003, pag. 5.
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