Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
―Ci vuole ottimismo e avventatezza per cercare le forme
1
nel buio‖
Introduzione
Ipotesi
Il mio lavoro nasce dalla drammatica constatazione del problema urbano a livello
planetario e dall'intenzione di fornire una riflessione approfondita sul destino della
città, sviluppando una ricerca unitaria che spero sia in grado non solo di
interpretare e stupire attraverso dati e previsioni, ma soprattutto di suggerire
possibilità di intervento a livello progettuale.
Il titolo vuole già contenere la soluzione del problema affrontato in
2
questa tesi. Partendo dal presupposto che la crisi urbana attuale è lo specchio
della città frantumata e viceversa, agendo sulla sua rappresentazione interpretativa
e quindi sulla sua trasformazione virtuale e successivamente reale, sarà possibile
ricomporre la forma urbana e risolvere alla radice il grande problema della città.
3
Presa di consapevolezza e volontà di azione sono importanti, ma non
bastano per avviare la suddetta trasformazione. Risolvere il problema della
disgregazione urbana significherebbe risolvere ―la crisi delle crisi‖ andando ad
1
Piano, Renzo. La responsabilità dell'architetto. Conservazione con Renzo Cassigoli. Firenze:
Passigli, 2000, p.24.
2
Il termine crisi rimanda all‘idea di confusione e profonda incertezza in cui sta vivendo la città
oggi. In senso conforme si vedano le pagine introduttive del libro di Agostino Petrillo. Rif.
Petrillo, Agostino. Villaggi, città, megalopoli. Roma: Carocci, 2006, p.9-13.
3
Il desiderio di azione, esplicitato nello studio e nell‘analisi delle trasformazioni della città, è già
un tentativo di risoluzione del problema urbano al fine di cogliere le leggi che governano la crisi
urbana. In senso conforme si veda la bibliografia allegata e gli innumerevoli autori che si sono
occupati del problema.
8
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
agire con un effetto domino su tutti i problemi che affliggono l‘uomo moderno:
ambientale, sociale, economico ed ecologico. Il campo di azione è molto vasto
ricoprendo sia gli aspetti reali sia quelli virtuali legati alla progettazione, e quindi
come muoversi? In quale direzione?
Partendo dal presupposto che ―la vicenda delle città a partire dal
secondo dopoguerra può essere letta come un succedersi di crisi che si alternano
4
a periodi di relativa stabilità‖, si sarebbe potuto scegliere di affrontare il grande
problema urbano attraverso un elenco delle principali crisi che si sono succedute;
l‘esplosione di tensione nelle città degli Stati Uniti negli anni Sessanta dovuta a
5
fattori di discriminazione e segregazione etnica e sociale; la preoccupazione
legata alla rapida crescita delle periferie moderne con i derivati speculativi in
Europa, sono alcuni esempi. In realtà un‘analisi descrittiva di questo tipo non
sarebbe mai potuta giungere al vero fulcro del problema e come ci ricorda A.
Petrillo ―un procedimento di questo genere, pur non privo di interesse, ha il torto
di non sottolineare adeguatamente la discontinuità e le fratture con il passato che
6
proprio l’attualità più recente drammaticamente sospetta‖.
Da qui il mio interesse di ripercorrere nel tempo e nello spazio le
principali tappe della trasformazione della città creando dei ―ferma immagine‖ in
grado di svelare gli aspetti più preoccupanti e contraddittori dello sviluppo degli
insediamenti umani nell‘epoca contemporanea.
Il problema della trasformazione urbana va risolto in primo luogo a
livello di pensiero. Nell‘immaginativo comune, la città si cristallizza sempre in
una forma stereotipata precisa. Ogni epoca è stata caratterizzata da una cultura
4
Petrillo, Agostino. Villaggi, città, megalopoli. Roma: Carocci, 2006, p.9.
5
Cfr. Ibid.
6
Ibid., p.10.
9
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
sociale e un pensiero umano differente, sulla base dei quali sono avvenute le più
importanti creazioni formali. Tutto muove e nasce da un pensiero; nulla può
esistere senza che vi sia stata prima un‘idea o un intuizione a livello di pensiero.
Per capire la città è necessario innanzitutto portare alla luce l‘idea di quella
determinata città partendo proprio dalla sua forma e dalla sua immagine.
Risolvere il problema urbano, di conseguenza, significa ―ripensare la città,
ricominciando dalla sua immagine, dal modo in cui essa viene percepita, vissuta e
7
trasformata‖.
Poiché sarebbe stato delirante l‘aspirazione a pantografare l‘intera
fenomenologia urbana nella storia, ci si è proposti di delineare in maniera
8
anacronistica i livelli della realtà urbana filtrando la storia e riportando solo i
concetti in grado di sostenere l‘ipotesi esplicitata nel titolo. Inoltre, essendo la
città un oggetto duttile e misterioso tanto nella dimensione tangibile della realtà
che in quella virtuale della tecnologia, del sogno e del desiderio, è stato necessario
innanzitutto articolare un pensiero e quindi un linguaggio all‘altezza delle
contraddizioni e delle diversità che emergono da essa.
Le informazioni che ci giungono da mass media e giornali sono spesso
tendenziose e vanno pertanto rielaborate e filtrate.
A prestar fede ai telegiornali c'è da impazzire; città da 10, 15, 20, 25….
addirittura 40 milioni di abitanti. E di questo passo, scopriremo che Città del
Messico ha una popolazione superiore al Messico stesso.
7
Fadda Mario, Ferrero Giovanni, Robiglio Matteo, Zorzi Ferruccio. «Disegno urbano e progetto
della città.» In Laboratorio di progettazione urbanistica. Materiali Didattici/1. 1997.
8
Nel 1978 si tenne a Firenze un convegno, i cui atti, sei anni dopo, furono raccolti e pubblicati
a Milano, sotto il titolo: Livelli di realtà.
10
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
Comunque stiano le cose, un fatto è certo. Tokyo ha ormai 35 milioni e
327 mila abitanti, Città del Messico sfiora quasi i 20 milioni ( 19 milioni e 13
mila), New York 18 milioni e mezzo e come lei San Paolo ( 18 milioni e 333
mila) e Mumbay ( 18 milioni e 336 mila). Shanghai ne conta 12 milioni e 665
mila di abitanti, Los Angeles e Il Cairo poco meno, Bogotà circa 8 milioni,
Barcellona circa 5, e le due città italiane Milano e Torino, insieme contano poco
9
più di 4 milioni.
Ma in questa sede il numero di abitanti passa in secondo piano e al di là
degli apocalittici numeri di censimenti e statistiche da cui siamo continuamente
bombardati resta un ingarbugliato nodo da risolvere. Siamo di fronte alla sfida che
comprende tutte le sfide: sociali, politiche, ambientali, energetiche, culturali,
etniche. Al di là delle previsioni più catastrofiche annunciate da autorevoli
scienziati e opinion maker che hanno portato persino un genio come Stephen
10
Hawking a sostenere che l‘unica via di scampo per gli uomini sarebbe quella di
―traslocare‖ in un altro corpo celeste, il vero problema è come garantire a così
tante persone, racchiuse in uno spazio comunque limitato e finito, una vita di
elevata qualità in termini di comfort, servizi, livelli di inquinamento, efficienza
dei trasporti, centri di aggregazione, cultura, sicurezza, e soprattutto felicità.
Capire la città contemporanea, i motivi per cui siamo giunti a questa situazione e
le modalità per intervenire sul suo destino, costituiscono i tre temi di fondo
contenuti nel presente lavoro di tesi; e l'analisi urbana - o ricerca delle forme del
9
Milano e Torino sono una sorta di città cugine in quanto entrambe industriali ma comunque, da
parecchi punti di vista, diverse, separate da meno di 150 chilometri, e che hanno visto in questi
ultimi decenni profonde trasformazioni.
10
Noto fisico britannico (Oxford 8 gennaio 1942).
11
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
11
buioper usare un'espressione di Renzo Piano – è posta quale fondamento di un
iter analitico che si è dovuto necessariamente individuare per riuscire a superare il
carattere plastico e in divenire della città.
Esso si sviluppa su un insieme di punti che insieme consentiranno di
affrontare i suddetti tre temi:
1. analisi della condizione attuale (megalopoli) e constatazione dei
mali.
2. spostamento nel tempo e nello spazio delle origini e delle
problematiche della città moderna, attraverso un faticoso lavoro di riesame che ci
condurranno fino alla rivoluzione industriale attraverso anche l‘interazione
costante tra la dimensione reale e quella virtuale legata ai nostri sogni e nostri
pensieri.
3. Delineamento di una cosiddetta sequenza del peggioramento della
città industriale che ha trasformato la città in metropoli e ancor peggio in
megalopoli distruggendone ―la forma precedente ma senza individuarne una
12
nuova‖.
4. Individuazione di un metodo per intervenire sulla città attraverso
nuove regole e nuovi disegni urbani nella scommessa di un futuro possibile
13
all'insegna della sostenibilità.
11
In senso conforme si veda ―Solo se guardi nel buio con una certa insistenza alla fine riesci a
vedere e a capire‖. Cfr. Piano, Renzo. La responsabilità dell'architetto. Conservazione con Renzo
Cassigoli. Passigli Editori, 2000, p. 24.
12
Aymonino, Carlo. Origini e sviluppo della città moderna. Venezia: Marsilio, 1999, p.46.
13
In senso conforme si veda ―...E' questa idea di crescita senza limiti che ha fatto esplodere le
nostre città ed ha fatto costruire le peggiori periferie, fatte di mura ma senza le strutture nella
quale una società si organizza e vive. Ecco come si arriva a riflettere su una architettura
sostenibile‖. Cfr. Piano, Renzo. La responsabilità dell'architetto. Conservazione con Renzo
Cassigoli. Passigli Editori, 2000, p. 37.
12
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
Ancora oggi il grande problema urbano è un fenomeno ―insostenibile e
14
irresponsabile‖ di cui tanto si parla e poco si fa, forse per le confuse e scorrette
interpretazioni a cui esso rimanda. In realtà richiederebbe un intervento
immediato.
L‘ urbanizzazione selvaggia e la dispersione tentacolare della città di
oggi fanno presumere conseguenze catastrofiche su tutti i piani della nostra
esistenza reale e virtuale.
15
L'effetto città sarà drammaticamente irreversibile senza un cambio di
rotta e la creazione di nuove formule urbane; "la sua trasformazione" sta
diventando ormai un imperativo non solo tra gli urbanisti e gli architetti, ma anche
tra i politici, gli ambientalisti, i sociologi e - per ultimi ma non meno importanti -
gli stessi Cittadini.
L‘individuazione di strategie di azione in grado di risolvere la questione
urbana attraverso la riprogettazione e la riconfigurazione della città, resta
comunque difficile e faticosa perché il tema della metropoli contemporanea, ricca
di contraddizioni e conflittualità è molto complesso, e taglia con modalità
trasversale diversi ambiti tangibili e non. Basta riflettere solo al fatto che ―una
gran parte delle più geniali intuizioni sull’architettura si trova sparsa in libri di
filosofia, di estetica generale, in poemi, romanzi, racconti, pagine di
16
architettura‖.
14
L´ultimo allarme giunge dalla Spagna. Lo lancia il ministro dell´Ambiente del governo
Zapatero, Cristina Barbona secondo la quale, nel periodo fra il 1987 e il 2005, la superficie
occupata da costruzioni è cresciuta del 40 per cento.
15
In senso conforme si veda Effetto Notte. Diretto da F. Truffaut. Interpretato da Valentina
Cortese. 1973.
16
Zevi, Bruno. Saper vedere l'architettura. Torino: Einaudi, 1948.
13
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
Si parla molto, e si parla soprattutto di sostenibilità, rispetto delle culture,
assorbimento dei vuoti urbani, iniezione di nuove sensibilità nelle abitudini sociali
come le scommesse su cui si gioca il futuro del nostro pianeta malato e
nevroticamente congestionato, ma la strada per interpretarle resta poco chiara.
Portare chiarezza e informazione è dovere di urbanisti e politici. Così
come è nostro dovere individuare le più oscure e recondite contraddizioni della
città, affinché ci si possa immergere nei suoi fondali alla ricerca delle più ambite
verità, quelle che consentiranno di affrontare la questione centrale di questa tesi
ossia lo sviluppo urbano su scala planetaria attraverso un nuovo disegno urbano e
un nuovo progetto della città, non dimenticando che ―il mondo cambia, che gli
esseri umani sono ormai moltissimi e sono destinati ad aumentare sempre di più e
17
che dovremo quindi trovare un modo per sopravvivere in tanti‖.
Dopodiché come è già accaduto nei momenti di gravissime crisi storiche
l'uomo, ricevuto l‘imput e spinto dal suo innato spirito di sopravvivenza, saprà
senz'altro invertire questo drammatico processo.
Il presente lavoro è rivolto a ―chiunque capiti di trovarsi di fronte
all’urbanistica: ai politici, e agli amministratori pubblici perché assumano
consapevolezza delle conseguenze che possono avere le loro scelte sulla struttura
e sulla configurazione dello spazio fisico; agli specialisti delle diverse scienze
umane e delle discipline tecniche perché sappiano che cosa si può chiedere
all’urbanistica e quali risposte essa può dare; ai lettori non specializzati perché
possano individuare le ragioni della congestione funzionale, dell’inefficienza
organizzativa, dello squallore di forme dell’ambiente in cui vivono e perché
17
Fuksas, Massimiliano. Caos Sublime. Milano: Rizzoli, 2001, p. 38.
14
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
sappiano in nome di quali alternative ben concretate sia possibile rifiutarlo e
18
chiederne uno migliore‖.
Tesi
L‘evoluzione variabile dei grandi aggregati urbani, creando un potentissimo
processo di gravitazione urbana solo attorno a certe aggregati metropolitani, ha
dato vita al drammatico fenomeno della dissoluzione urbana, disgregando i
principi della civiltà urbana, arricchendo ed ingrandendo certi luoghi per
svuotarne e impoverirne altri.
Tale tendenza già riconosciuta e dichiarata negli anni ‗70 attraverso
alcuni studi e programmi (es. Progetto 80) ha richiesto una lunga riflessione in
grado di individuare nuove strategie capaci di combattere e contrastare la crescita
sproporzionata della città.
Dopo una lunga speculazione sul senso della città e sulla sua capacità di
mutare e trasformarsi, si è approdati alla chiave del problema: è necessario
realizzare un nuovo tipo di civiltà urbana, una nuova immagine di città, un nuovo
modello di sviluppo urbano ―che preveda la realizzazione - nel lungo periodo - di
una serie di “sistemi di città” (o “metropolitani”) i quali dovrebbero: presentare
proporzioni e dimensioni non molto diverse l’uno dall’altro; coprire l’intera area
urbanizzata del territorio nazionale; assicurare al loro interno una ripartizione e
organizzazione dello spazio e dei servizi tali da consentire a tutti i cittadini facili
e rapidi accessi alle attività di lavoro e di tempo libero; rispettare e valorizzare le
18
In senso conforme si veda ―In questo senso oggi l’urbanistica comprende l’architettura – come
suo caso particolare, più contingente nello spazio e nel tempo – e si affianca ad alcune scienze
umane – la sociologia, l’economia, la geografia, l’antropologia – tendendo a diventare scienza
umana essa stessa.” Cfr. introduzione di De Carlo Giancarlo, Collana ―Struttura e forma urbana‖.
In Le Corbusier. Urbanistica. Milano: Il Saggiatore, 1967. (Italia 1970).
15
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
caratteristiche differenziali -storiche, naturalistiche, tradizionali e culturali - del
19
territorio‖ è necessario cioè riallacciare i fili dell‘antica rete urbana, di
quell‘antico sistema di relazioni già esistente nel 1800 con lo sviluppo industriale
e prima ancora.
Ecco dunque crescere un nuovo interesse generale per la piccola
dimensione locale, che nelle sue forme variabili e chiuse nella continuità spaziale
dell‘ambiente e del paesaggio, contiene le potenzialità e le risorse per costruisce
20
un nuovo modello di sviluppo urbano, alternativo e sostenibile, in grado di
avviare un equilibrato e compatto sviluppo economico e restituire la gioia di
vivere ai cittadini di tutto il mondo: ―soltanto a certe dimensioni è possibile infatti
21
assicurare ai cittadini i beni e i servizi propri di una società evoluta‖.
Il concetto di città, perde ora il suo senso tradizionale ed emerge un
nuovo modello di città: la rete urbana.
Come viene precisato in Progetto 80 ―i sistemi metropolitani non devono
essere quindi intesi come aree urbanizzate compatte, disposte attorno ad un unico
centro, ma come strutture articolate e policentriche. Ciascuno di essi sarà
naturalmente configurato in modo diverso: alcuni sistemi si fonderanno su un
centro urbano di maggiori dimensioni, collegato a centri minori; altri su una rete
di centri equivalenti, variamente collegati e integrati tra loro. Ciascun sistema
dovrà comunque presentare certi requisiti e misure fondamentali, riguardanti: la
consistenza demografica minima; i tempi di percorrenza massimi all’interno di
ciascun sistema; la presenza di una organizzazione economica complessa e
19
Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica. Progetto 80 – Rapporto preliminare
al programma Economico Nazionale 1971/1975, Italia 31 marzo 2005; In senso conforme si veda
http://eddyburg.it/article/articleview/2441/0/45/; nota n. 92.
20
Il concetto di modello rimanda all‘idea di virtuale.
21
Ibid., nota n. 91.
16
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
differenziata, capace di offrire possibilità di lavoro in un’ampia gamma di attività
produttive; la presenza di un minimo di istituzioni e attrezzature e servizi civili,
22
sociali e culturali; le disponibilità di spazio per il tempo libero‖.
Il presente lavoro intende offrire infine un esempio di modello alternativo
di sviluppo sostenibile, basato sui concetti di rete e policentrismo, attraverso
l‘individuazione di due poli estremi, uno reale e uno virtuale ancora da
riconoscere e costruire.
Alba e Altare, sono i nodi di una rete resa continua attraverso il
paesaggio. Due piccole dimensioni contenenti però le linee strategiche (nel primo
caso già emerse, nel secondo caso ancora nascoste) per risolvere il grande
problema urbano e orientare lo sviluppo della città sulla base della una nuova
visione sistemica della rete, così da passare dal concetto di città a quello di rete
urbana che nella continuità del suo meccanismo può assorbire gli stessi vuoti
urbani.
22
Ibid.
17
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
Capitolo 1
La città (post)moderna e il fantasmagorico
ventaglio dei paesaggi urbani
Superando le drammatiche profezie degli anni '60 - '80 che prevedevano
un'irreversibile e apocalittica morte della città, l'oscuro e contraddittorio oggetto
urbano ha saputo rigenerarsi come una fenice dalle sue ceneri riaffermandosi con
23
un‘immagine nuova ed impensabile.
Quelli che negli anni ‗50 furono individuati da urbanisti quali
24
Mumford, politici ed intellettuali, come i fattori che avrebbero portato ad un
irrevocabile dissolvimento della città, divennero in verità i generatori di un nuovo
scenario sempre più basato sugli organismi urbani e sempre meno sugli stati
nazionali, e caratterizzato da una parte dalla vicenda delle grandi metropoli o città
25
postmoderne - se preferiamo usare una definizione di Giandomenico Amendola-
con il loro nuovo contesto urbano, e dall'altra dalla drammatica realtà delle
23
In senso conforme Forme e spazi vari e complessi, schematizzabili in quelli che Siefried
23
Kracauer negli anni venti (Bianchetti 2003) definì Geroglifici dello spazio (rif. Bianchetti,
Cristina. Abitare la città contemporanea. Milano: Biblioteca di Architettura Skira, 2003, p. 15):
―Ovunque sembrano ripetersi interminabili sequenze di materie semplici, incapaci di dar luogo
alla complessità urbana: nelle lottizzazioni residenziali, nelle nuove corone periferiche dei
contenitori commerciali e dei multisala, nel ridisegno sempre uguale dei piccoli centri dove
pavimentazioni, arredi, illuminazioni e piantumazioni sembrano riproporre lo stesso, invariabile e
triste fondale. Ovunque una grammatica ridotta alla ripetizione e all’accostamento di singolarità
uguali. È la somiglianza oggi a porre nuovi problemi”.
24
Mumford, Lewis. La città nella storia. Tascabili Bompiani, 1977.
25
Amendola, Giandomenico. La città postmoderna. Magie e paure della metropoli
contemporanea, Laterza, 2003.
18
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
26
mostruose Megalopoli del Sud del Mondo.
Due grandi realtà urbane unite dalla continuità delle forme urbane in
divenire che, superando il concetto di città lontane e isolate, portano a
comprendere come le città siano in realtà molto vicine oltre che unite dai fili
invisibili del territorio e del paesaggio.
Per giungere a comprendere definitivamente che il problema-soluzione
della città è universale e riguarda ogni luogo e ogni persona, è necessario
riformulare il modo di vedere e agire di tutta l‘umanità con i suoi valori etnici,
culturali e umani.; per usare un‘espressione di Gorge Orwell nella celebre
27
Fattoria degli animali ―alcune città sono più uguali delle altre‖ e insieme
definiscono i nodi fondamentali della grande rete urbana moderna dove ―lo spazio
determinante diviene quello individuato dalle distanze dai servizi tra le città, e in
28
cui decisive sono le affinità di ogni città con un’altra …‖, quasi come se
vivessimo in un unico grande mondo urbano in movimento.
La nascita di questa nuova visione del mondo e della città potrebbe
coincidere storicamente con la fine del concetto tradizionale di campagna. Lo
sviluppo delle tecnologie moderne e i fenomeni di decentramento e di
decentralizzazione della produzione nei paesi sottosviluppati a partire dagli anni
‗80, portarono alla progressiva esportazione al di fuori della città dello sviluppo di
posti di lavoro e di popolazione, e di una diffusione dell‘urbano su un territorio
più ampio attraverso anche la proliferazione di nuove teorie sulla relativa
indifferenza del luogo, sulla rurbanizzazione e sulla garden city.
26
Petrillo, Agostino. Villaggi, città, megalopoli. Roma: Carocci, 2006, p.55.
27
―Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri‖. Cfr. Orwell, George. La
fattoria degli animali. Milano: Mondadori, 2001. Motto finale.
19
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
L'osservazione e l'analisi della condizione attuale ci consente così di
assistere ad un eccitante e fantasmagorico spettacolo urbano, intriso di emozioni
contrastanti e costituito da una serie ininterrotta e mutevole di immagini in
costante metamorfosi, fatto di conurbazioni disomogenee e aggregati di
impressionante vastità la cui sostanziale differenza non dipende tanto dalla
quantità di abitanti, ma piuttosto dal loro diverso ritmo di espansione o
29
―accelerazione della crescita” - per usare le parole di Massimiliano Fuksas e
dalla loro continuità frantumata, scoprendo così una “città che si sta spegnendo
30
nella megalopoli‖ o, come si vuole sostenere con una vena di ottimismo in
questa tesi, una città che si sta scoprendo nella continuità del paesaggio.
Come ci ricorda Richard Rogers ―La cosa straordinaria delle città, ma
anche il problema maggiore del nuovo secolo è la voglia di viverci delle
31
persone‖. Non sarà più possibile tornare indietro a stili di vita rurali, ma di certo
sarà possibile trovare nuovi compromessi e nuove interazioni tra città e campagna
attraverso il territorio, alleviando così la città dalle pessime condizioni di vita
nelle quali si trova spesso a vivere, condizioni addirittura peggiori di quelle che si
32
sopportavano nella Manchester ottocentesca raccontata da Friederich Engels, e
arricchendo la campagna delle opportunità che solo la vicina città può darle.
Come scrive M. Botta in Dove abitano le emozioni ―è inutile rincorrere
sogni impossibili di paesaggi idilliaci in una società ch invece, di per sé, si muove
con altri ritmi e dove L’Arcadia non esiste più. Dobbiamo imparare a convivere
29
Fuksas, Massimiliano. Caos Sublime. Milano: Rizzoli, 2001, p. 16.
30
Piano, Renzo. La responsabilità dell'architetto. Conservazione con Renzo Cassigoli. Firenze:
Passigli, 2000, p.17
31
Signorile, Nicola. «Megalopoli, il futuro è salire non uscire.» Gazzetta del Mezzogiorno,
07/09/2006. http://www.mannieditori.it/index_x.asp?contenuto=dettaglio_libri&ID=980 .
(consultato il 12.12.2007)
32
Economista, filosofo e politico tedesco (Barmen 1820 – Londra 1895).
20
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
con le contraddizioni del nostro tempo. Anche nelle abitazioni. Ecco perché ci
tocca cercare un migliore equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente: da tutti i punti
33
di vista, da quello tecnico a quello ecologico‖.
Il tema della città diventa così compito arduo e faticoso soprattutto per
l‘impossibilità di definizione. Come scrive Joseph Rykwert ―La città moderna
… è città di contraddizioni: ospita molti gruppi etnici, molte culture e classi,
molte religioni. Questa città moderna è troppo frammentata, troppo piena di
contraddizioni e conflittualità: non può avere una sola faccia, deve per forza
34
averne molte‖.
La maggiore difficoltà deriva in particolare dal carattere in divenire della
città a cui è dedicato il capitolo successivo e al fatto che la città vive e si sviluppa
continuamente nel tempo e nello spazio cambiando costantemente immagine.
Viviamo in una società inibita dalla paura urbana che ci insegna a
guardare la città attraverso un vetro sporco. L‘aspetto più preoccupante sembra
essere quello dell‘espansione urbana. Qualcuno parla di avvento dell' Homo
Urbanus spinto dall‘ansia angosciante di dover vivere ammassato e stipato con
Milioni di altre persone in gigantesche metropoli. La globalizzazione e la facilità
di spostamento consentono all‘abitante di una città come New York di incontrare
nel giro di 10 minuti lo stesso numero di persone che l‘uomo antico medio poteva
incontrare nel corso di un‘intera vita.
Siamo di fronte ad uno scenario sicuramente drammatico, costituito da
sconvolgenti trasformazioni che a volte non siamo nemmeno in grado di leggere o
33
Botta Mario, Crepet Paolo. Dove abitano le emozioni. La felicità e i luoghi in cui viviamo.
Torino: Einaudi, 2007, p.51
34
Rykwert, Joseph. La seduzione del luogo. Torino: Einaudi, 2003, p.7.
21
Cagnazzo Giada E. La trasformazione della città tra realtà e virtualità
comprendere e su cui forse non possiamo influire direttamente e immediatamente,
ma di cui dobbiamo essere consapevoli per individuare le strategie su cui basare la
progettazione della città del futuro. Espressioni come città tentacolari o città
diffuse fanno ormai parte del vocabolario moderno comune ed enfatizzano in
maniera ancora più drammatica lo sviluppo smisurato e deforme in particolare
della megalopoli, capace di invischiare e corrompere l'intera umanità
35
configurandosi nelle Città-Mostro di Luciano Gallino; città senza forma,
insomma, in grado di funzionare come un grosso buco nero attraendo ed
assorbendo tutto ciò che le sta intorno, e caratterizzata non più da una forma
complessiva, unitaria ed organica, ma da un insieme di frammenti che, per Carlo
36
Aymonino, costituiscono la conseguenza diretta della dispersione dei fatti urbani
avvenuta lungo tutto questo secolo.
Ma alla fine è proprio in queste forme fluttuanti, nei confini in
movimento, nei corpi duttili e mutevoli e nelle linee urbane continue che risiede il
segreto della sfida del futuro urbano. Una sfida ancora timida e assopita dalla
paura, ma che è necessario scuotere e risvegliare per dare inizio ad una nuova era
della città. Lo stesso Fuksas parla di ―moderna rappresentazione del nomadismo:
37
l'aggregato si sposta, si modifica continuamente, è qualcosa di duttile‖, e le
nuove cartografie, le viste satellitari e i nuovi sistemi di monitoraggio territoriale
permettono di misurare ancora di più questo fenomeno.
35
Uno dei maggiori esperti italiani nello studio del rapporto fra le nuove tecnologie e la
formazione, Luciano Gallino è professore ordinario di Sociologia presso la facoltà di Scienze della
Formazione di Torino.
36
Aymonino, Carlo. Origini e sviluppo della città moderna. Venezia: Marsilio, 1999.
37
Massimiliano. Caos Sublime. Milano: Rizzoli, 2001, p.16.
22