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patologie epatiche pediatriche e comunque per casi trattabili in
elezione, e successivamente estesa anche agli adulti. Queste
ultime acquisizioni permettono, attualmente, di considerare il
trapianto di fegato da donatore vivente come terapia attuabile
con successo anche nel trattamento dei pazienti ad elevata
urgenza.
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Premesse anatomiche
Nel trapianto di fegato da donatore vivente il tempo
fondamentale e distintivo è l’epatectomia parziale cui viene
sottoposto il donatore. Questo procedimento chirurgico, ben
caratterizzato, si fonda sulla suddivisione del fegato in
segmenti, in base ai peduncoli vascolari, che nel fegato sono di
due tipi: il sistema delle vene sovraepatiche e i peduncoli
glissoniani (che contengono i rami della vena porta, dell’arteria
epatica, del sistema biliare); è di fondamentale importanza che
vengano mantenuti sia un corretto apporto (peduncoli
glissoniani) sia un corretto scarico venoso (sistema delle
sovraepatiche) del tessuto da trapiantare.
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Sistema portale (glissoniano)
Il peduncolo epatico comprende l’arteria epatica propria,
l’epatocoledoco ed il tronco venoso portale. All’ilo epatico i tre
vasi si biforcano (rami di I ordine) approfondendosi nello
spessore del parenchima, per dare poi origine a rami di II e III
ordine (che definiscono i segmenti). Ramo arterioso, biliare e
portale decorrono sempre contigui, formando una triade di cui
il tronco più cospicuo è quello portale; la suddetta triade
decorre sempre avvolta da un mantello fibroso, espansione
della capsula glissoniana.
Estremamente rilevante, ai fini della tecnica chirurgica, è
quella struttura anatomica che va sotto il nome di recesso di Rex:
si tratta di una particolare struttura costituita dal peduncolo
sinistro paramediano (di II ordine), che si piega anteriormente
indovandosi nel solco ombelicale, sino a breve distanza (8-10
mm) dal margine anteriore del fegato, terminando a cul di
sacco.
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La sistematizzazione dell’anatomia epatica su base glissoniana
è dovuta a Couinaud. Ai peduncoli glissoniani di I ordine
corrispondono i due emifegati (destro e sinistro), divisi dalla
teorica scissura portale centrale (corrispondente alla linea cava-
colecisti), nel cui piano decorre la vena sovraepatica centrale.
L’emifegato destro comprende due settori, laterale e
paramediano destro, tributari degli omonimi peduncoli di II
ordine. Il piano di divisione è dato dalla scissura portale laterale
destra, che decorre sulla faccia convessa dal margine destro
della cava al punto di mezzo tra fossa colecistica e angolo
destro del bordo inferiore del fegato. I due settori di destra,
infine, vengono suddivisi in segmenti (V e VIII, VI e VII),
tributari dei peduncoli di III ordine.
Notevoli perplessità si incontrano nel suddividere i
territori dell’emifegato sinistro. L’ordinamento dei rami portali di
sinistra secondo lo schema di Couinaud porta a distinguere un
grosso settore paramediano sinistro di II ordine ed un piccolo
settore laterale servito dal peduncolo laterale sinistro. I due
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territori sono divisi da un piano scissurale (scissura laterale
sinistra) con un decorso arcuato da destra a sinistra a breve
raggio, che sulla faccia convessa parte dal bordo sinistro della
cava, si allontana gradualmente dalla inserzione del falciforme
e raggiunge il bordo esterno del lobo sinistro a circa metà della
sua altezza; sulla faccia inferiore ritorna dal suddetto punto al
solco di Aranzio, che poi segue lungo il lobo caudato per
raggiungere il bordo cavale sinistro. E’ un piano scissurale che
taglia a metà il lobo anatomico sinistro e nel cui spessore
decorre prima il tronco della sovraepatica sinistra, poi la radice
trasversale della stessa vena. Il settore paramediano sinistro
così inteso comprende il lobo quadrato e la metà inferiore del
lobo anatomico sinistro, che rappresentano rispettivamente i
segmenti IV e III. Il settore laterale è monosegmentario
(segmento II) e comprende soltanto la parte superiore del lobo
anatomico sinistro.
Burgeon e Guntz dividono l’emifegato sinistro seguendo
la scissura ombelicale, ricavando due settori: paramediano,
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rappresentato dal lobo quadrato, e il laterale, rappresentato dal
lobo anatomico sinistro . Il settore paramediano
(monosegmentario: segmento IV) è servito dal peduncolo
glissoniano antero-mediale, e drena prevalentemente nella vena
sovraepatica centrale, in piccola parte nella incostante vena
della scissura ombelicale; il settore laterale (bisegmentario:
segmenti II e III) è servito da due peduncoli glissoniani
(peduncoli laterale sinistro ed antero-laterale), e drena nella
vena sovraepatica sinistra.
Quella di Burgeon e Guntz è certamente
un’interpretazione pratica perché mantiene l’unità del lobo
sinistro: la lobectomia sinistra è la resezione epatica più
eseguita in sala operatoria. Ma poiché la scissura ombelicale
non è una scissura portale (nel suo spessore non decorre una
vena sovraepatica), bensì una scissura sovraepatica, la
sopraddetta interpretazione equivale all’affermazione che
l’emifegato di sinistra è dal punto di vista chirurgico meglio
suddiviso seguendo la sistematizzazione sovraepatica.
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Nella letteratura chirurgica anglosassone, i “settori”
vengono denominati “segmenti”, e i “segmenti” vengono
indicati some “sub-segmenti”; sono riferiti, in linea di principio,
allo schema di Burgeon e Guntz. La suddivisione dei due
emifegati avviene su base glissoniana (linea cava – colecisti); a
sua volta, l’emifegato destro è suddiviso in due segmenti
secondo la sistematizzazione glissoniana: Posteriore (sub-
segmenti VI e VII) e Anteriore (sub-segmenti V e VIII), separati
dalla scissura portale laterale destra; l’emifegato sinistro è
suddiviso in due segmenti secondo la sistematizzazione
sovraepatica: Mediano (composto dal solo sub-segmento IV) e
Laterale (sub-segmenti II e III), separati dalla scissura
sovraepatica ombelicale.
Il lobo caudato (I segmento) appartiene di solito
all’emifegato sinistro, in quanto tributario mediante esili vasi,
del peduncolo sinistro di I ordine. Ma può anche essere a
cavaliere dei due emifegati, oppure appartenere
prevalentemente o del tutto all’emifegato destro. Ciò,
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unitamente al particolare scarico venoso spiegheliano,
sottolinea la reale autonomia funzionale del lobo caudato.
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Sistema sovraepatico
Le vene sovraepatiche (principali, secondarie e
spiegheliane) sboccano nel contorno anteriore della vena cava
sottodiaframmatica, in uno spazio extraperitoneale, nella
pratica virtuale, detto zona di accollamento epatocavale,
colmato da una sottile lamina di connettivo lasso. Alla
penetrazione nel parenchima, ogni vena sovraepatica è rivestita
tenacemente da un’espansione glissoniana, da cui risulta
indivisibile. Dopo questo brevissimo tratto, i vasi sovraepatici si
spogliano di questa guaina e rimangono a diretto contatto con il
parenchima per tutto il loro decorso.
a. Vene sovraepatiche principali: sono in numero di tre
(destra, media e sinistra). La linea di proiezione della
vena sovraepatica destra sulla faccia anteriore del fegato
coincide con la scissura portale destra, ovvero una
linea immaginaria che decorre da sinistra a destra, dal
margine esterno dell’ilo sovraepatico al terzo medio
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del bordo inferiore del lobo destro. La vena
sovraepatica destra drena tutto il settore portale
laterale (segmenti VI - VII, quando non siano presenti
le sovraepatiche secondarie) e una piccola parte ad
esso contigua (circa un terzo) del settore portale
paramediano; in ultima analisi, il territorio di
drenaggio della vena sovraepatica destra non è
equamente disposto intorno al vaso, ma prevale
nettamente sul versante esterno.
La proiezione della vena sovraepatica media sulla
superficie del fegato corrisponde alla linea colecisti –
cava (dal punto centrale del letto colecistico sul
margine inferiore del fegato al contorno sinistro della
cava) coincidendo quindi con la scissura portale
centrale (o principale) del fegato. Drena la grandissima
parte del settore portale paramediano, con l’aggiunta
di alcune collaterali provenienti dalle porzioni centrali
e superiori dei settori portali paramediani, la più
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cospicua e costante delle quali è quella proveniente
dalla porzione superiore destra (segmento VII). In
ultima analisi, la vena sovraepatica media raccoglie il
sangue dei due settori portali paramediani, con una
certa variabilità in base all’assenza delle vene
sovraepatiche secondarie (prevarrà allora il drenaggio
del settore paramediano destro) o della vena scissurale
sinistra (prevarrà quindi il drenaggio del settore
paramediano sinistro).
La vena sovraepatica sinistra ha una linea di proiezione
che dall’angolo inferiore esterno del lobo sinistro
raggiunge il contorno sinistro della cava, tagliando
diagonalmente il lobo sinistro in due parti quasi
uguali, suddividendosi precocemente in due radici:
sagittale (drenaggio del segmento III) e trasversale
(drenaggio del segmento II). Nel 50% dei casi è
presente una collaterale massiccia (vena scissurale
sinistra, in quanto decorre nella scissura ombelicale),
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che drena sangue dai versanti contigui del settore
paramediano sinistro e del lobo sinistro.
b. Vene sovraepatiche secondarie e spiegheliane: le vene
sovraepatiche secondarie sono presenti nel 50% dei casi,
in genere in numero di due, definite quindi vene
sovraepatiche destre media e inferiore, riservandosi
così alla principale destra il nome di destra superiore.
Funzionalmente, però, la loro mancanza non è supplita
dalla sovraepatica principale destra ma dalla sinistra.
Le vene spiegheliane sono esili, in numero variabile da
una a quattro; sboccano sul bordo sinistro della cava
drenando il sangue del I segmento.
La sistemazione dei territori epatici su base sovraepatica
fu per la prima volta utilizzato da Rex (1888) ed è la
più antica. Secondo la più moderna visione di Rapp
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(1953), esso prevede la suddivisione del fegato in
quattro settori: dorsale, medio, sinistro e destro.
Il settore dorsale è rappresentato dal lobo caudato
(settore I), drenato dal proprio sistema spiegheliano.
Il settore destro, drenato dalla vena omonima, è
delimitato dalla scissura sovraepatica destra, che, in
teoria, dovrebbe decorrere a mezza distanza fra vena
destra e vena centrale. Nella pratica, essendo il
territorio di drenaggio della sovraepatica destra molto
modesto nel suo versante interno, la scissura si
avvicina alquanto a quest’ultima vena, risultando
molto vicina alla omologa scissura portale. La scissura
sovraepatica destra, pur non avendo alcun elemento
anatomico che la segnali in superficie, segue una linea
che decorre da sinistra a destra, dal margine esterno
dell’ilo sovraepatico al terzo medio del bordo inferiore
del lobo destro.
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Il settore medio, drenato dalla vena centrale,
comprende il vasto territorio situato tra la scissura
sopraddetta e quella sovraepatica sinistra, che è la
scissura ombelicale, proiettata dal margine sinistro
della cava (all’ilo sovraepatico) sino all’inserzione del
legamento rotondo sul bordo anteriore del fegato.
Questa scissura ha precisi elementi di identificazione, e
cioè l’inserzione del legamento falciforme sulla faccia
convessa, il solco ombelicale e quello aranziano sulla
faccia posteriore. Nella pratica, la sezione chirurgica
cade lievemente più a destra, per evitare di ledere gli
elementi del recesso di Rex.
Il settore sinistro, coincidente col lobo anatomico, è
delimitato dalla scissura ombelicale, ovvero la scissura
corrispondente al legamento falciforme.