3
Introduzione
Secondo il Global Language Monitor, che tiene sotto osservazione i 50.000 mezzi di
informazione più importanti in tutto il mondo, l’ “ascesa della Cina” è stata la notizia più
letta del ventunesimo secolo, superando l’attacco terroristico dell’11 Settembre, la guerra
in Iraq, l’elezione di Barack Obama e il matrimonio reale britannico
1
. Una delle ragioni
della popolarità di questa notizia, presumibilmente, è che l’ascesa della Cina va a toccare
gli Stati Uniti ed il loro ruolo egemonico internazionale.
C’è difatti una diffusa opinione secondo la quale gli Stati Uniti siano in una fase di
declino, il loro potere economico e politico si sia notevolmente indebolito e che la loro
supremazia internazionale stia venendo meno conseguentemente all’ascesa di altri paesi,
in particolare della Cina
2
. Per certo, gli USA devono affrontare sia seri problemi
domestici che significativi cambiamenti dell’ambiente globale, e nel valutare questi
ultimi è essenziale pensare in un ottica di lungo periodo. In questo senso è interessante
anche considerare quanto varie e volatili siano state fino ad ora nel corso della storia le
previsioni sull’andamento e sul futuro degli Stati Uniti. Difatti, politologi e storici, negli
USA e al di fuori, hanno periodicamente fornito visioni pessimistiche in tutto il
Novecento. Samuel Huntington, per esempio, ha identificato cinque onde di declinismo:
nel 1957-58 dopo il lancio dello Sputnik da parte dell’Unione Sovietica, nel 1969-71
quando il presidente Nixon ha proclamato l’abbandono del gold standard, nel 1973-74 in
seguito alla guerra dello Yom Kippur e la crisi petrolifera, in generale nel corso degli
anni Settanta per la questione della guerra in Vietnam, il Watergate e l’invasione
sovietica dell’Afghanistan, e nel 1987, anno di altissimo deficit commerciale e che ha
visto l’ascesa del Giappone
3
. Nonostante tutti questi casi però, non abbiamo assistito al
declino degli Stati Uniti, mentre hanno avuto luogo il crollo del muro di Berlino, la fine
della Guerra Fredda, l’emergere di un generale consenso rispetto all’egemonia americana
ed il crearsi di un sistema internazionale unipolare.
1
Global News Monitor, Top News Stories of the 21st Century,http://www.languagemonitor.com/top-
news/bin-ladens-death-one-of-top-news-stories-of-21th-century/.
2
Zakaria F., Are America’s Best Days Behind It?, Time, 3 Marzo 2011.
3
Huntington S., The US— Decline or Renewal?, Foreign Affairs, LXVII:2, pp. 76-95, Winter 1988/89.
4
E’ indubbio che il potere economico e militare americano abbia subito un certo grado di
erosione relativamente agli altri paesi, ma il margine di forza vis-a-vis gli altri attori
internazionali è abbastanza alto da far presumere che comunque gli Stati Uniti abbiano
ancora una notevole forza ed una posizione unica nel sistema internazionale, in quanto
sono simultaneamente potenti da un punto di vista militare e ricchi
4
. Inoltre, nel corso
degli anni, quando si sono trovati ad affrontare delle crisi, sono sempre stati in grado di
trovare uno stratagemma valido per rispondere, grazie anche alla loro flessibilità,
adattabilità e capacità di innovazione
5
.
Tra le prospettive future potrebbe esserci quella di un mondo con una connotazione
multipolare, previsione assolutamente non inedita, visto che già il presidente Nixon nel
1972 parlava dell’emergere di un equilibrio tra cinque principali poli di potere: gli Stati
Uniti, l’Unione Sovietica, la Cina, l’Europa occidentale ed il Giappone
6
(anche se in
realtà al tempo fu un’affermazione alquanto azzardata posto che le nazioni più potenti
erano senza dubbio USA e URSS). Con la fine della Guerra Fredda, alcuni studiosi,
soprattutto di scuola realista, avevano previsto un periodo unipolare, con gli Stati Uniti
come unica superpotenza, che avrebbe generato però una corsa al controbilanciamento da
parte delle altre nazioni del sistema
7
. In realtà questo non è avvenuto, la NATO è
sopravvissuta e si è addirittura estesa ad altri paesi, al contrario di ciò che molti studiosi
si aspettavano, e l’Unione Europea non è emersa come un competitore a livello
strategico. Quattro decenni dopo l’affermazione di Nixon sulla multipolarità, l’insieme
delle potenze regionali e delle potenze mondiali si è certamente espanso, basta solo
notare l’allargamento del gruppo del G-7 che è diventato prima G-8 e poi G-20, con
l’aggiunta di molti nuovi stati che hanno visto estendere il proprio ruolo negli affari
internazionali, in particolare il cosiddetto gruppo dei BRICs (Brasile, Russia, India e
Cina). E’ probabile quindi che vi sia una transizione da un mondo sostanzialmente
dominato dagli Stati Uniti ad un dominio diffuso ad una molteplicità di attori, in
particolare la Cina.
4
Lieber R., Can the US retain primacy?, Israel Journal of Foreign Affairs, V:3,2011.
5
Ibidem.
6
Time, 3 gennaio 1972.
7
Waltz K., Globalization and Governance, PS: Political Science and Politics, XXXII:4, Dicembre 1999.
5
La Cina è difatti una sorta di “osservato speciale”, un po’ tutto il mondo è stupito dalla
straordinaria crescita economica che ha avuto luogo in questo paese, dal suo dinamismo,
dalla sua massiccia modernizzazione e quindi da una crescente volontà di avere una
maggiore influenza geopolitica e la possibilità di sorpassare potenzialmente gli USA
nella leadership mondiale. Lo storico Niall Ferguson dell’università di Harvard, ad
esempio, ha dipinto l’ascesa della Cina come la “fine di 500 anni di predominio
occidentale”
8
.
Se questo sia attendibile o meno, saranno i fatti a dimostrarlo, certo è che anche quando
negli anni passati si era assistito alla crescita economica del Giappone, si era pensato ad
un declino americano con un passaggio del testimone alla potenza nipponica. Alcuni
pensatori avevano affermato che si sarebbe verificata una totalmente nuova
configurazione di equilibrio di potenza nel mondo e altri affermavano che non ci fosse
speranza per gli Stati Uniti
9
. Invece abbiamo visto che il Giappone è in seguito andato in
contro ad una stagnazione economica ed un declino demografico. Certamente in Cina ha
avuto luogo una crescita più formidabile rispetto al Giappone, ma non bisogna comunque
trascurare le vulnerabilità di questa nazione, a livello interno e a livello esterno.
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare concetti come quello dell’egemonia, in
particolare applicata al caso degli Stati Uniti dell’ultimo secolo; e come potenze
emergenti, in particolare la Cina, vadano a toccare la distribuzione di potenza nell’ordine
internazionale. In entrambi i paesi, si sono difatti sviluppati dibattiti sulla questione: gli
Stati Uniti sono ancora la potenza egemone del sistema internazionale? Se sì, qual è il
ruolo della Cina? Se no, può la Cina prenderne il posto?
Si tenterà di rispondere a questi quesiti, costruendo un’analisi dettagliata del ruolo
ricoperto dagli Stati Uniti, la potenza unipolare, in un contesto complesso di
cambiamento, di transizione di potenza, di fronte ad un astro nascente nel firmamento
internazionale.
Il primo capitolo, sarà principalmente un capitolo teorico, dove verrà preso in analisi il
concetto di egemonia e come questo sia stato definito e studiato da parte di scienziati
8
Ferguson N., In China’s Orbit, The Wall Street Journal, 20 Novembre 2010.
9
Huntington S., Why International Primacy Matters, International Security, XVII:4, pp.68-83, Spring,
1993.
6
politici delle relazioni internazionali, come l’egemonia si trasformi, cresca e infine
giunga ad un declino. In particolare verrà appunto esaminato il caso degli Stati Uniti, la
potenza egemone per eccellenza dell’ultimo secolo, quello che Henry Luce aveva a
ragione definito il “secolo americano”
10
.
Vedremo che l’egemonia non viene interpretata in senso univoco: vi sono studiosi che la
definiscono come un concetto dinamico determinato da cicli, altri che paragonano
l’ascesa ed il declino degli stati egemoni alla vita degli esseri umani stessi, ovvero così
come una persona nasce, cresce, invecchia e infine muore, allo stesso modo uno stato
può vedere un periodo di ascesa, affermazione e quindi declino e infine perdita dello
status di egemone nel panorama internazionale.
Vedremo che l’egemonia può essere determinata da diversi fattori: fattori di tipo
economico, di tipo culturale e, soprattutto, di tipo materiale, dove per materiale si intende
il punto di vista strettamente legato al potere militare. E’ infatti importante sottolineare
che sebbene si sia consapevoli che vi sono diverse sfaccettature che caratterizzano
l’egemonia, in questo lavoro verrà considerato come elemento principe e come fattore
determinante, l’elemento materiale, quindi il potere militare.
Nel secondo capitolo sarà offerta una serie di interpretazioni sul declino degli Stati Uniti
e sull’ascesa della Cina: sarà esposto il pensiero di coloro che credono che gli USA in
realtà stiano solo attraversando uno dei tanti momenti di crisi che una qualsiasi egemonia
deve affrontare nel corso della propria esistenza e che la conseguenza più probabile non
sia un immediato declino ed un rimpiazzo degli USA da parte della Cina o di un’altra
potenza emergente. Si esporrà quindi la riflessione di coloro che, invece, pensano che gli
USA stiano ineluttabilmente perdendo il loro ruolo di egemone internazionale e che la
Cina li soppianterà. In seguito troveremo anche le affermazioni di coloro che credono che
la Cina, nonostante l’accelerato sviluppo economico, non sia in grado di sfidare gli Stati
Uniti, soprattutto per quanto riguarda il potere militare. Ed infine verrà esposto il
pensiero di coloro che credono che invece la Cina abbia potenzialità enormi e che possa
davvero aspirare a diventare il prossimo egemone nel sistema internazionale. Insomma si
presenteranno le diverse voci che danno luogo a questo interessante dibattito su ciò che
potrebbe succedere nei prossimi anni a livello globale.
10
Luce H., The American Century, Life, pp. 61-5, 17 Febbraio 1941.
7
Infine sarà offerta una panoramica sui possibili sviluppi delle relazioni sino-americane e
quali potrebbero essere le caratteristiche delle relazioni tra Stati Uniti e Cina nei prossimi
anni. Saranno connotati da cooperazione, stabilità e pace o si deterioreranno, portando ad
una crescente ed aperta competizione, ed eventualmente un conflitto bellico? La risposta
a queste domande è di enorme importanza. Se la tensione tra queste due potenze dovesse
svilupparsi in senso negativo, l’Eurasia potrebbe essere divisa in una sorta di nuova
Guerra Fredda, mentre se si dovesse manifestare un atteggiamento di collaborazione, vi
sarebbero notevoli possibilità di sostenere una crescita economica mondiale, la
risoluzione di dispute regionali pendenti e la gestione di problemi globali come il
terrorismo o l’inquinamento. In qualunque direzione si svilupperanno i rapporti tra Stati
Uniti e Cina, certamente le relazioni bilaterali tra questi due paesi saranno le più
significative e quelle da tenere maggiormente sotto controllo nei prossimi anni.
Nel terzo, ed ultimo capitolo, verranno esposte le caratteristiche dei due stati presi in
esame, Stati Uniti e Cina, in maniera complessiva e precisa.
Verrà fornita la descrizione delle forze armate dei due paesi, suddivisa in base alle
diverse categorie che formano nel complesso il potere militare di ogni stato, ovvero
l’esercito, la marina, l’aviazione e anche le capacità relative al cyberspazio. In seguito,
verranno presentate le caratteristiche delle economie americana e cinese, ed infine vi sarà
un accenno alle risorse ideologico-culturali di entrambi gli stati. Difatti, sebbene, come
affermato precedentemente, questo lavoro intenda basarsi principalmente su un’analisi di
tipo materiale, saranno comunque prese in considerazione, seppur in minor misura, anche
le caratteristiche “immateriali”, che comunque sono parti importanti nel complesso della
potenza di uno stato.
8
CAPITOLO I
EGEMONIA, DECLINO E POTENZA SFIDANTE
1. Egemonia
Si legge spesso che gli Stati Uniti hanno rappresentato per anni e continuano ad essere la
potenza egemone nel sistema internazionale. Ma cosa si intende per egemonia? Questo è
per certo uno tra i temi maggiormente trattati nella disciplina delle relazioni
internazionali, ed è un argomento analizzato da diversi autori, i quali hanno a loro volta
elaborato differenti definizioni e teorie della stessa.
Nel sistema internazionale l’egemonia è costituita da una condizione in cui vige il
predominio di uno stato che, basandosi su molteplici capacità, di natura differente, ha una
supremazia sulle altre unità statuali. Essa indica quindi l’ascendente che una grande
potenza può avere al di sopra degli altri stati facenti parte del sistema internazionale.
L’egemonia può fare riferimento sia a contesti di ampia natura, che riguardano l’intero
sistema politico internazionale o può essere limitata ad un sottosistema regionale.
Generalmente parlando si può definire l’egemonia come una relazione asimmetrica:
l’esercizio di preminenza su controparti relativamente più deboli attraverso
l’istituzionalizzazione dei privilegi e la cristallizzazione delle disuguaglianze.
11
La prima componente della relazione è il potere (power), una relazione di potere esiste se
(a) c’è un conflitto di valori/azioni fra A e B, (b) B si adegua alla volontà di A, (c) lo fa
perché teme che A lo possa privare di un valore a cui B tiene più del valore che
raggiungerebbe attraverso la non osservanza della volontà di A.
12
Si evince quindi che una relazione di potere si basa da una parte sul differenziale di
risorse (A può, in termini di risorse, privare B di un valore) dall’altro sulla percezione
della minaccia (B sa che A non esiterà a privarlo del valore in caso di non adeguamento).
In una relazione di forza (force) invece è A a scegliere (mediate l’esercizio della forza)
11
Nye, J. S., The Changing Nature of World Politics, Political Science Quarterly, 105, 2, Summer, 177-
192, 1990.
12
Bachrach, P. e Baratz, M.S., Decisions and Non-Decisions: an Analytical Framework, The American
Political Science Review, 57, 3, pp. 632-642,1963.
9
per B, mentre nella relazione di potere è B ad operare la scelta (la minaccia dell’uso della
forza è a livello percettivo non è posta in essere, essa perviene al momento del calcolo
razionale delle alternative strategiche di B rispetto al perseguimento delle proprie
volontà)
13
.
La manipolazione (manipulation) rientra dunque nella relazione di forza, non di potere,
essendo il manipolato (consapevolmente o meno) non in grado di operare una scelta
14
.
Infine definiamo influenza (influence) come la capacità di A di allineare/modificare il
corso delle azioni di B senza porre in essere minacce di alcun tipo (né esplicite, né
potenziale).
I tre aspetti di una relazione asimmetrica (potere, influenza e forza-manipolazione)
interagiscono vicendevolmente e spesso sono difficili da distinguere nettamente l’uno
dall’altro.
L’autorità (authority) è il quarto aspetto, è anch’essa puramente relazione e riguarda
l’adesione razionale di B alle istanze di A che non avviene sulla base di minacce
potenziali o reali (come per il potere) ma sulla base di una ragionata adesione (le istanze
di A vengono percepite come giuste, condivise e dunque accettate)
15
. L’autorità a
differenza dell’influenza implica una adesione ragionata e consapevole alle istanze di A
che vengono percepite come legittime (e l’accettazione/adesione a tali istanze
contribuisce a rafforzarne la legittimità). L’autorità fonde dunque in sé potere e
legittimità
16
.
Per rafforzare il sistema egemonico si dà luogo ad istituzioni internazionali all’interno
delle quali è possibile veicolare valori e informazioni funzionali ad orientare le
percezioni dei soggetti allineandole ai desideri dell’egemone in maniera simultanea
(insieme di regole e sistema valoriale valido contemporaneamente per tutti) e duratura
(valori e regole non vengono imposte ma interiorizzate attraverso dinamiche di
13
Ibidem.
14
Ibidem.
15
Ibidem.
16
Hurd, I., Legitimacy and Authority in International Politics, International Organization, 53, 2, pp. 379-
408, 1999.
10
socializzazione), le organizzazioni internazionali agiscono quindi come stabilizzatori del
sistema egemonico, funzionando come legitimacy-provider per l’egemone
17
.
In un contesto egemonico un singolo stato è quindi preponderante e beneficia
dell’asimmetria relazionale con gli altri attori del sistema, utilizzando la propria
supremazia per strutturare un sistema a tutela della propria egemonia attraverso un
sistema di incentivi/punizioni, cooptazione, e gestione di beni collettivi. In quest’ottica
quindi le istituzioni internazionali sono strumenti per preservare e porre in essere
l’egemonia
18
.
Nel condurre questa analisi, si è dunque consapevoli che l’egemonia e quindi la relazione
asimmetrica, non è basata soltanto sulle capacità/risorse legate all’uso della forza, che
caratterizzano gli aspetti relativi al potere e alla forza-manipolazione, ma anche alle
risorse ideologiche dell’egemone, che caratterizzano la sua influenza e la sua autorità.
Se le prime agiscono come massimizzatori dell’asimmetria percepita, le seconde
agiscono come minimizzatori dell’asimmetria percepita. L’utilizzo di risorse di hard
power e di soft power non è alternativo: la condotta dell’egemone si sviluppa in un
continuum che ha come estremi la capacità di modificare ciò che gli altri fanno e la
capacità di modificare ciò che gli altri vogliono.
19
Tuttavia, consci del fatto che l’egemonia si basi su elementi di natura differente, in
questa analisi si considereranno come elementi fondamentali quelli legati alla sfera della
forza, al potere materiale e quindi militare.
17
Ikenberry, J.G. e Kupchan, C.A., Socialization and Hegemonic Power, International Organization, 44, 3,
pp.283-315, 1990.
18
Puchala, D.J., World Hegemony and the United Nations, International Studies Review, 7, pp.571-584,
2005.
19
Nye, J. S., The Changing Nature of World Politics, Political Science Quarterly, 105, 2, Summer, pp. 177-
192, 1990.