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Prefazione
Per caso, navigando in Internet, mi é capitato di imbattermi in George
MacDonald, autore scozzese vissuto nel 1800, a me totalmente
sconosciuto e comunque poco noto ai più.
George MacDonald nacque a Huntley nell'Aberdeenshire il 10
dicembre 1824 da George MacDonald e Helen MacKay. Il padre,
agricoltore, discendeva dai MacDonald di Glen Coe che avevano
subito il massacro del 1692.
Conseguì le lauree in chimica e filosofia naturale presso l'Università di
Aberdeen nel 1840 e nel 1844. Successivamente si recò a Londra per
tre anni di lezioni con un precettore e studiò all'Independent College
di Highbury per diventare ministro Congregazionalista. La Chiesa
Congregazionalista gli lasciò una forte impronta Calvinista.
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Ma MacDonald non si sentì mai perfettamente in linea con alcuni
aspetti della rigida dottrina Calvinista: rifiutava la predestinazione e
credeva nella presenza divina ma non nella provvidenza e sosteneva
che chiunque può redimersi. Nel 1850 fu nominato pastore della
Trinity Congregational Church di Arundel, ma nei suoi sermoni
predicava l'amore universale di Dio e la possibilità per tutti di unirsi a
Dio, contrariamente ai dettami calvinisti. Come punizione gli venne
dimezzato lo stipendio.
Nel periodo seguente venne assegnato alla diocesi di Manchester, ma
dovette lasciare l'incarico a causa della salute cagionevole. Dopo un
breve soggiorno ad Algeri, si stabilì a Londra dove insegnò per un
breve periodo alla University of London. Nel 1860 si unì alla Chiesa
d'Inghilterra come prete laico, pur continuando a predicare come
indipendente per alcuni periodi. E' di questo periodo la pubblicazione
dei volumi di sermoni, prima espressione dei suoi scritti.
Il poema Within and Without venne pubblicato nel 1855, Poems nel
1857 e Phantastes nel 1858. Ma i suoi primi grandi successi furono i
romanzi di vita campestre scozzese, David Elginbrod (1862), Alec
Forbes (1865), e Robert Falconer (1868). In quest'anno ricevette il
grado di L.L.D. e attirò l'attenzione di Lady Byron, che si affezionò a
lui e dalla quale ricevette un lascito. Conobbe Ruskin, Arnold,
Carlyle, Tennyson ed altri autori. MacDonald fu anche il mentore di
Lewis Carroll (pseudonimo del Reverendo Charles Lutwidge
Dodgson); fu per merito di MacDonald e dell'entusiasmo delle sue tre
bimbe che Carroll si fece convincere a pubblicare Alice nel Paese
delle Meraviglie.
Carroll era uno dei più accreditati fotografi Vittoriani e ritrasse le
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figlie di MacDonald ed il figlio Greville.
MacDonald raggiunse l'apice della popolarità dal 1870. Nel 1872
venne contattato dalla Redpath & Fall di Boston, che richiedeva la
sua partecipazione ad un ciclo di conferenze negli Stati Uniti. Accettò
il lavoro che svolse durante l'inverno 1872-73, accompagnato dalla
moglie Louisa e dal figlio maggiore, Greville.
Durante questo tour MacDonald tenne conferenze su Robert Burns,
Shakespeare (in particolare Amleto, Re Lear e Macbeth), Tom Hood,
Tennyson e Milton, ma soprattutto sulla poesia di Robert Burns che in
quel periodo andava per la maggiore negli Stati Uniti. Le sue
conferenze ebbero notevole successo.
Il suo secondo ciclo di conferenze ebbe luogo a Boston nella Lyceum
Concert Hall, di fronte ad un pubblico di 2800 persone, ma raggiunse
il massimo della popolarità ottenendo il tutto completo all'Opera
House di Philadelphia con ben 3500 persone. Venne fatta una
sottoscrizione per rimborsarlo delle perdite avute a causa del furto dei
diritti d'autore per le opere, avvenuto proprio negli Stati Uniti.
L'uso della fantasia come mezzo letterario per esplorare la condizione
umana influenzò notevolmente tutta una generazione di autori
importanti come C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, e Madeleine L'Engle.
Anche i suoi romanzi che non trattano argomenti fantastici, come Alec
Forbes, ebbero la loro importanza; erano tra i primi romanzi realistici
scozzesi e MacDonald fu accreditato come fondatore della "scuola
Kailyard"
(1)
.
Sebbene i suoi romanzi scozzesi ed i suoi libri per bambini come At
the Back of the North Wind, The Princess and the Goblin, e The
Princess and Curdie avessero avuto un notevole successo, i guadagni
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derivati dai suoi lavori non gli diedero denaro sufficiente per
mantenere la moglie e la
famiglia, e nel 1877 venne pensionato secondo i desideri della Regina
Vittoria.
La moglie, Louisa Powell, morì un anno dopo le nozze d'oro, nel
1902. MacDonald invece morì dopo una lunga malattia ad Ashstead in
Inghilterra nel 1905. I suoi resti furono cremati e sepolti insieme alla
moglie a Bordighera, dove per lunghi periodi avevano vissuto per
godere del clima nella loro Casa Coraggio. Ebbero sei figli e cinque
figlie.
Uno di loro, Greville, divenne un medico famoso e scrisse molti
romanzi per bambini e fece pubblicare nuove edizioni dei romanzi del
padre. Anche un altro figlio, Ronald, divenne scrittore e suo figlio,
Philip, divenne un famosissimo sceneggiatore di Hollywood.
George MacDonald pubblicò più di cinquanta volumi di narrativa,
versi, storie per bambini e sermoni. I suoi versi sono delicati, garbati e
romantici, pervasi di spiritualità. Le sue storie per bambini si
collocano tra i classici della letteratura per ragazzi.
George MacDonald fu influenzato da altri autori del suo tempo.
Durante il suo percorso culturale non potè frequentare l'anno
scolastico 1842-43 probabilmente per problemi economici. Durante
questo anno suo figlio Greville ci dice che viaggiò verso nord e che
trovò lavoro come bibliotecario in un castello, non si sa bene dove, ma
si pensa potesse essere a Dunbeath o Thurso. Greville ci racconta
anche che questi mesi di lavoro nella biblioteca furono molto
importanti per suo padre. Molte delle sue storie sono ambientate in
luoghi che ospitano librerie, (Lilith, Phantastes e The Portent in
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particolare) ma fece uso dell’ambiente biblioteca almeno in altri
cinque lavori. Mentre catalogava i libri nel castello, MacDonald
cominciò a provare interesse per gli autori tedeschi, due dei quali
rimasero sempre tra i suoi favoriti. Uno fu E.T.A. Hoffmann e l'altro
Friedrich von Hardenberg, considerato da tutti il padre del
romanticismo e meglio conosciuto con il suo pseudonimo: Novalis.
MacDonald tradusse e pubblicò ventun poemi di questo autore.
Novalis usava spesso il sonno ed i sogni nei suoi scritti e chiunque
abbia letto anche i libri di MacDonald avrà notato le affinità di
situazioni tra i due autori. E.T.A. Hoffmann, come Novalis, fu uno dei
primi autori romantici. La sua filosofia dell'inconscio aveva molte più
cose in comune con Carl Jung che con George MacDonald, ed, in
effetti, sia Jung che Freud presero molti spunti dalle idee di
Hoffmann. Tuttavia egli diede una forte ispirazione a MacDonald in
diversi modi, soprattutto per quanto riguarda le trame. MacDonald
attinse idee principalmente da The Golden Pot e The Devil's Elixirs.
Fu nel primo che trovò l'idea di creare fiabe per adulti, nelle quali il
mondo reale e quello fantastico interagivano, così come l'idea di una
persona che vive simultaneamente in due mondi diversi. Tra gli altri,
usò queste idee nella stesura di Phantastes, Lilith, e At The Back of
The North Wind.
Un altro autore, lo scozzere James Hogg (1770-1835) fu uno dei primi
ispiratori di George MacDonald, con il suo romanzo anti calvinista,
The Private Memoirs and Confessions of a Justified Sinner.
Dobbiamo mettere un accento speciale sulla figura di Dante Alighieri,
conosciuto in tutto il mondo principalmente per la sua Divina
Commedia, poema che comincia con una visione. La parte finale che
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si svolge nel Paradiso è la parte principale della Commedia. Ed è a
questa parte che George MacDonald si ispirò particolarmente.
L'influenza di Dante negli scritti di MacDonald si rileva
principalmente in due lavori: il romanzo per bambini At The Back of
The North Wind ed il suo ultimo grande romanzo fantasy per adulti,
Lilith. Nel romanzo che stiamo trattando, At The Back of The North
Wind, MacDonald dice di Dante che "... i suoi libri dureranno finchè
ci saranno uomini al mondo degni di possederli..."
La Commedia descrive uomini che attraversano un grande muro di
fuoco per raggiungere il Paradiso.
E' un "fuoco purificatore", un termine che George MacDonald spesso
usava nei suoi sermoni. Il piccolo Diamond , protagonista di At The
Back of The North Wind, passa attraverso la Signora Vento del Nord,
fredda come il ghiaccio, per arrivare nella sua casa, una sorta di
idilliaco paradiso.
L'affetto che lega George MacDonald a Shakespeare, invece, viene
sottolineato in due saggi in A Dish of Orts, e in una sua cronaca
intitolata The Tragedie of Hamlet (with a study of the text of the Folio
of 1623). Quest'ultimo scritto all'epoca della sua pubblicazione (1885)
non ottenne i favori della critica, mentre ora viene considerato da
molti specialisti di Shakespeare come uno dei testi più accreditati non
solo per quanto riguarda l'interpretazione e l'analisi dei fatti, ma
soprattutto per la profonda conoscenza dell'autore e del suo
personaggio, Amleto, che MacDonald considerava essere il più nobile
di tutti i personaggi di romanzi.
Senza dubbio anche Shakespeare ebbe una notevole influenza sugli
scritti di MacDonald, soprattutto per quanto riguarda la poesia,
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tuttavia è palese che come Shakespeare non avrebbe potuto uguagliare
MacDonald sul piano del fantasy , così MacDonald non avrebbe mai
potuto essere un poeta come Shakespeare.
Ma, oltre ad essere ispirato da alcuni autori, MacDonald stesso fu
fonte di ispirazione per altri.
Chesterton si appassionò all'opera di George MacDonald già da
giovane, leggendo The Princess and The Goblin. Parlò di questo
romanzo anche nell'introduzione che preparò per la biografia che
Greville MacDonald scrisse sul padre George:
"Ma in un certo senso io per primo posso veramente testimoniare che
un libro ha condizionato la mia esistenza, mi ha aiutato a vedere le
cose in un certo modo già dall'inizio: mi ha dato una visione delle cose
che tuttavia una concreta rivoluzione come il cambiamento di fede
religiosa ha sostanzialmente solo coronato e consolidato. Di tutte le
storie che ho letto ... rimane la più reale, la più realistica, nel vero
senso della parola la più vicina alla vita vera. Si intitola The Princess
and the Goblin, ed è scritta da George MacDonald..."
Chesterton affermò che annoverava George MacDonald tra i tre o
quattro uomini più importanti del diciannovesimo secolo.
La base comune tra i due autori era il senso di consapevolezza mistica,
la percezione della presenza divina nei loro pensieri, l'impatto sulla
loro immaginazione, e Chesterton poteva vedere tutto ciò nei libri di
MacDonald. Durante la celebrazione di quello che avrebbe dovuto
essere il centesimo compleanno di George MacDonald nel 1924, G.K.
Chesterton fu presidente della manifestazione.
David Lindsay, un collega scozzese, riconobbe di essersi ispirato
principalmente a due autori per i propri lavori: Friedrich Nietzsche e
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George MacDonald. Lindsay era un seguace dello Gnosticismo, e
dimostrò questa sua tendenza soprattutto nel suo primo lavoro Viaggio
verso Arturo, pubblicato nel 1920. Come molti giovani scozzesi, fu
cresciuto come calvinista, ma si conosce poco dei suoi primi anni e di
cosa lo condusse allo Gnosticismo. Ha influenzato scrittori come
Harold Bloom, Philip Pullman, J.R.R. Tolkien, e C.S. Lewis. Questo
romanzo è stato uno dei primi fantasy, se non il primo in assoluto,
ambientato su un altro pianeta. La sua forza sta nella diversità di
atmosfera e nell'ambiente filosofico dei suoi personaggi. La premessa
gnostica di Arturo sta nel percorso di conoscenza di un uomo che
scopre che il proprio mondo è una falsa realtà creata da un falso dio
(demiurgo). Alla fine scopre che anche lui stesso ha un volto falso, e
Lindsay deve questa idea del "doppelgänger"
(2)
alle storie di George
MacDonald nelle quali questa figura appare abbastanza spesso.
L'ispirazione che C.S. Lewis prese da MacDonald risulta evidente
anche per chi avesse letto solo alcuni dei testi dei due autori. Lewis
parla di MacDonald come del proprio "maestro". Egli pubblicò anche
una raccolta delle massime spirituali di George MacDonald intitolata:
George MacDonald: un'antologia.
Lewis spesso parlò dell'importanza che i libri di MacDonald ebbero
nella sua vita. Per lui la gioia era solo un piccolo guizzo di luce alla
fine dell'arcobaleno, che lo conduceva alla ricerca delle proprie
origini, forse in un altro mondo. Ma leggendo Phantastes trovò che la
ricerca della felicità aveva una fine. Aveva scoperto che l'oggetto del
suo desiderio, la felicità, appunto, poteva essere ottenuta durante il suo
passaggio nel mondo reale nel quale aveva sempre vissuto.
Tra i titoli della sua ricchissima bibliografia, ho scelto “At the back of
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the North Wind”.
Il romanzo, scritto nel 1871, racconta la storia di Diamond, un
ragazzino molto maturo che vive con i genitori, una sorellina ed un
fratellino. Una notte Vento del Nord, che ha l'aspetto una splendida
donna dai lunghissimi capelli, lo porta con sé a visitare il mondo. A
questa notte ne seguono tante altre, durante le quali Diamond viaggia
anche oltre il reale, arrivando alla casa di Vento del Nord, luogo
paradisiaco che non sembra appartenere a questo mondo. Parenti ed
amici pensano che Diamond non sia perfettamente normale, e lo
chiamano "il bimbo di Dio". L'autore sottolinea che questo bambino
ha qualcosa in più rispetto agli altri, quella genialità che lo rende
incomprensibile a chi gli sta intorno. I suoi pensieri e le sue
meditazioni metafisiche sono di un livello così alto che trascendono la
vita ordinaria così come gli altri la conoscono. Diamond troverà tutte
le risposte quando, alla fine del romanzo, morirà per andare davvero
nella casa del vento del nord.
Mi ha incuriosito questo romanzo, perché il bambino che lo legge
apprezzerà la storia di un coetaneo che vive la splendida avventura di
volare con il vento del nord e che scopre le meraviglie del mondo,
mentre trova l’amicizia. Le minuziose descrizioni di luoghi e persone,
i dialoghi tra Diamond e Vento del Nord, le filastrocche che il ragazzo
inventa per gli altri, catturano l’attenzione dei giovani lettori che
hanno la sensazione di vivere essi stessi in una fiaba. L’adulto, invece,
leggerà tra le molte metafore la curiosità di una persona che vuole
sapere, l’eterna ricerca della verità e della fede, il desiderio di
comprendere il mistero della morte e dell’aldilà. George MacDonald
era un pastore calvinista ed ebbe una famiglia molto numerosa.
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E' forte il richiamo alla religione ed al culto della famiglia e della
natura.
Una curiosità: in alcuni brani del libro vengono usati dei termini
appartenenti al dialetto Dorico parlato nelle Lowlands Scozzesi, di cui
George MacDonald faceva uso frequente nei suoi scritti. Dato che i
Dorici venivano considerati incivili dagli Ateniesi, la parola "dorico"
prese il significato di "rustico" in inglese. Infatti l'autore usa far
parlare in dialetto soprattutto i personaggi di modeste origini come
stallieri e contadini.
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(1)
La scuola di scrittura di romanzi scozzese Kailyard nacque nel 1890
come reazione contro ciò che era visto come un modo di scrivere
sempre più volgare che rappresentava la vita scozzese con tutti i suoi
difetti. E' stata considerata come una rappresentazione eccessivamente
sentimentale della vita rurale, ripulita dai problemi reali e dalle
questioni che turbano la gente. Il suo nome deriva dallo scozzese
"kaily aird" o "kailyard" che significa piccolo orto di cavoli o giardino
botanico adiacente alla villetta.
(2)
Un doppelgänger è una copia spettrale di una persona vivente. Il
termine doppelgänger è preso in prestito dal tedesco: è composto da
doppel, che significa "doppio", e gänger, che letteralmente significa
"che se ne va". Il termine, nella lingua nativa, si riferisce a un
qualsiasi doppio o sosia di una persona, più comunemente in relazione
al cosiddetto gemello maligno o alla bilocazione. In alternativa, la
parola viene usata per descrivere un fenomeno nel quale si vede la
propria immagine con la coda dell'occhio. In alcune mitologie, vedere
il proprio doppelgänger è un presagio di morte.