4
Abstract della tesi (lingua italiana):
Tradurre o tradire? Per Umberto Eco tradurre significava «dire quasi la stessa cosa»
1
,
ma com’è realmente per gli interpreti in aree di crisi? Dopo i conflitti in Afghanistan e in
Iraq e a causa dell’evoluzione del fenomeno terroristico, la figura dell’interprete è sempre
più in risalto. La parte iniziale di quest’elaborato si propone di analizzare gli ambiti della
professione specificando le funzioni ed esaminando l’influenza storica e gli effetti positivi o
negativi sull’umanità. Successivamente, si è svolta una particolare indagine della figura
d’interprete in aree di crisi, approfondendo le clausole di selezione e lo studio del codice
deontologico professionale. In conclusione, si propone una vasta analisi delle
conseguenze, spesso disumane, dell’esercizio della professione in aree disagevoli e dei
processi d’integrazione postbellici, non solo attraverso un’analisi cronologica dei fatti, ma
anche con dirette testimonianze e un’analisi giuridica – legislativa delle norme e delle
iniziative internazionali a protezione degli interpreti.
Abstract della tesi (lingua inglese):
To translate is to betray? According to Umberto Eco to translate meant «to say almost
the same thing»
2
, but what do interpreters in war zones’ really think? After Afghanistan
and Irak’s armed conflicts and due to the evolution of terrorism’s phenomenon, the figure
of the interpreter is even more in the spotlight. The first part of this dissertation intends to
analyze the various aspects of interpreting by specifying their function and examining the
historical sphere of influence as well as the positive or negative impact on humanity.
Subsequently, a in-depth analysis is made of the figure of the interpreter in crisis areas, as
well as of the selection clauses and professional ethical code. In conclusion, vast research
work is carried out on the, often inhuman, consequences, for those who practice their
profession in dangerous areas and on post-conflict integration processes, not only through
a chronological analysis of the facts, but also with direct testimonies and a legal -
legislative analysis of laws and international actions designed to protect interpreters.
1
U. Eco, Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione, Bompiani, Milano 2003.
2
U. Eco, Ibidem.
7
INTRODUZIONE
«Temo i miei traduttori, mi obbligano a discernere ciò che voglio lasciare nell’ombra».
3
Non molti individui hanno un’esperienza diretta dei conflitti armati; tutto ciò che giunge
alla nostra attenzione è solo attraverso i media, che tentano di riflettere l’impegno di chi
ogni giorno lotta nella speranza di ricevere un riscontro ai propri “bisogni”.
È soprattutto grazie alla copertura mediatica degli ultimi decenni che s’incontra la realtà
degli interpreti militari, professionisti traduttori che convivono fianco a fianco agli eserciti
operanti in zone di conflitto e che li aiutano diventando il punto d’incontro non solo fra
lingue diverse, ma anche tra culture spesso distanti, grazie alla conoscenza linguistica e al
negoziato.
Molto, forse troppo, il ruolo di questi professionisti è messo in secondo piano o
addirittura dimenticato poiché la mansione che svolgono non è abbastanza “visibile” per
attirare l’attenzione pubblica.
Sono ben pochi gli individui che sanno che sul terreno di un conflitto agli ufficiali delle
unità militari viene associato un interprete o traduttore che ha il compito di seguirli in ogni
azione, rischiosa o semplice che sia, arrivando a condividere tutto: abitudini, vita e molte
volte anche il destino fatale.
Per questa ragione, la tesi si propone di mettere in risalto, non solo i vantaggi e i
benefici del ruolo d’interprete in zone di conflitto, ma anche i rischi e la carenza di
protezione con cui convivono.
Uno dei principali obiettivi di quest’elaborato è analizzare l’impegno morale e
sentimentale, oltre a quello lavorativo, evidenziando l’importanza e l’essenzialità della
presenza di un individuo che riesca a garantire una comunicazione linguistica e
interculturale pacifica in un ambito bellicoso.
Un altro obiettivo ambizioso, è arrivare alla sensibilizzazione di governi, autorità e
associazioni, esaminando alcuni dei molteplici episodi cruenti che vedono come
protagonisti non solo dei meri interpreti, ma prima di tutto degli esseri umani che hanno
3
Citazione di François Vaucluse tratta da J. Delisle, La Traduction en citations. Florilège, Les Presses de
l’Université d’Ottawa, Canada 2007.
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perso la vita e cui l’unico fardello è di avere servito per eserciti stranieri nella loro
madrepatria.
La comunità internazionale deve essere a conoscenza di chi, pur non essendo un
soldato, ha deciso di combattere mettendo a rischio la propria vita e quella dei propri
familiari e devono rendersi conto della necessità di norme di protezione degli interpreti e
traduttori che siano più solide e condivise.
Ancora, con questo scritto si propone di approfondire la figura di un professionista che
è uno dei principali elementi di risoluzione di tensioni e crisi regionali.
In un mondo dove i confitti appaiono gli unici vincitori, spuntano gli interpreti che molto
spesso con il solo uso del linguaggio operano per la pacifica convivenza.
Abbattono barriere linguistiche, uniscono popoli, nazioni, culture e usanze.
È dunque indiscutibile il ruolo vitale che l’arte dell’interpretariato ha ricoperto per
millenni, partendo dall’episodio biblico della Torre di Babele sino ai giorni nostri.
In aggiunta, questa tesi mira ad analizzare il processo comunicativo ed emotivo della
figura dell’interprete che oscilla tra la “visibilità” e “l’invisibilità”. Due dei più difficili vincoli
per un professionista in un’area di conflitto sono l’imparzialità e la neutralità.
In queste aree gli interpreti non sono solo dei semplici “trasmettitori” di messaggi o
parole, anzi solo rapportandosi con la cultura differente con cui entrano in contatto
diventano personaggi attivi della comunicazione.
Ovviamente, quest’atteggiamento è rischioso, e porta loro a subire potenziali minacce
dalle parti rivali che li considerano traditori.
Ecco perché, in questa ricerca ci si soffermerà sull’analisi degli status giuridici –
legislativi e sulla carente tutela normativa a protezione della loro professione.
Sebbene nei documenti internazionali vi siano clausole che prevedono la tutela di
professionisti civili come i giornalisti, non esistono chiari riferimenti al ruolo specifico dei
traduttori.
In seguito, ci si focalizzerà su due momenti storici specifici: il conflitto in Afghanistan e
l’avvento delle nuove forme di terrorismo dell’ISIS; saranno analizzate alcune storie
personali d’individui che hanno rischiato o perso la vita a causa della mediazione linguistica
e culturale e una testimonianza diretta di un militare che ha spesso agito a contatto con
questi personaggi.
9
Infine, ponendo un particolare accento sul caso americano, saranno analizzate le
procedure per ottenere i visti d’accesso nei paesi per i quali gli interpreti hanno servito e in
cui cercano rifugio al fine di fuggire dalle violenze dei conflitti e dalle minacce degli
avversari.
Purtroppo le procedure per ottenere i visti non sono semplici, anzi sono lunghe e
complicate. Molti impiegano anni per ricevere un riscontro positivo, mentre altri vedono
negata loro la richiesta e purtroppo finiscono per soccombere alla violenza degli avversari.
10
CAPITOLO 1: L’INTERPRETE NELLE AREE DI CONFLITTO
1.1 Definizioni e modalità
Nell’impiego comune della lingua i termini traduttore e interprete sono generalmente
utilizzati per indicare una qualsiasi competenza in ambito linguistico, senza alcuna
distinzione di significato. L’interpretazione, in effetti, viene spesso considerata parte del
processo traduttivo in cui la trasformazione dei concetti avviene oralmente invece che
attraverso le parole scritte.
La differenza tra i due ambiti non è, tuttavia, solo questa: è possibile constatare che il
concetto d’interpretazione, a differenza delle traduzioni, implica una realizzazione
immediata della conversione linguistica. Ciò sottintende che la produzione orale venga
effettuata una volta sola, senza revisioni o ripetizioni, limitandone perfino l’opportunità di
una correzione.
Franz Pöchhacker, professore associato d’Interpretazione presso la facoltà di
Traduzione dell’Università di Vienna, afferma che:
«L'interpretazione è una forma di traduzione in cui la resa definitiva avviene qui e ora,
affinché l’interlocutore possa sormontare immediatamente le barriere linguistiche e
culturali».
4
“Il concetto d’immediatezza, presupposto da Pöchhacker, implica che l’interprete abbia
un’ottima attitudine all’ascolto e alla memorizzazione dei concetti che si troverà a
riprodurre”.
5
In aggiunta, il ruolo dell’interprete richiede una profonda conoscenza linguistica e
culturale sia della lingua di partenza sia di quella d’arrivo, cosicché sia possibile convertire
gli enunciati senza deturparne il significato.
Analogamente, “Sandra B. Hale
6
evidenzia come la resa dell’interprete e l’interazione tra
due soggetti possano essere influenzati dai diversi contesti lavorativi”
7
, per questa ragione
oggigiorno è possibile distinguere diverse tipologie d’interpretariato.
4
F. Pöchhacker, Introducing Interpreting Studies, Routledge, Londra 2004.
5 F. Pöchhacker, Ibidem.
6
Dottoressa Sandra Beatriz Hale, oltre ad essere interprete, ricercatrice ed educatrice, è professoressa
associata e capo del Gruppo di Ricerca d’Interpretariato e Traduzione alla Western Sydney University.
7
S. B. Hale, Community Interpreting, Palgrave Macmillan, New York 2007.