nostra letteratura occidentale. Vedremo infatti che generi letterari come il
romanzo e il racconto, storico, realistico, autobiografico, per fare degli
esempi, sono generi che in Giappone hanno seguito vie di sviluppo diverse
da quelle che hanno avuto invece nell’ambito storico-letterario europeo.
Ad ogni modo, nella trattazione qui svolta ci siamo proposti prima di
tutto di inquadrare questo grande intellettuale all’interno della letteratura
giapponese nei periodi Meiji e Taishō, cercando di dare spazio a quelli che
furono i movimenti e i protagonisti principali che influenzarono e
accompagnarono lo scrittore. Abbiamo poi presentato Akutagawa sotto il
profilo umano, della vita, del pensiero e delle opere, soffermandoci in
particolare su quelle opere che hanno contribuito a delinearne personalità e
poetica. L’ultima parte vuole infine indirizzare il nostro lavoro sulla prima
produzione dello scrittore, in particolare sui racconti cosiddetti storici, che
però vedremo essere caratterizzati differentemente dal nostalgico
accostamento alla materia storica, tipico di molti scrittori del periodo.
Il racconto storico per Akutagawa, contrario almeno all’inizio della
sua vita alla scrittura di tipo confessionale e autobiografica, è un genere che
si confaceva ottimamente al suo bisogno di razionalità, ordine e controllo
sulla materia da elaborare. Di fatto i suoi rekishi mono (racconti storici)
sono tutti rielaborazioni o rivisitazioni di racconti, aneddoti e leggende
tramandate dalla tradizione, e ci danno prova, pur nella loro brevità, dello
straordinario genio poetico e creativo di Akutagawa. Ryū (Il drago), il
racconto che abbiamo scelto di tradurre e analizzare, è infatti un racconto
storico scritto nel 1919 e, come vedremo, nasce come rivisitazione e
ampliamento di un aneddoto, anch’esso qui tradotto, della famosa raccolta
tardo-antico medievale nota come Uji shūi monogatari (Raccolta di racconti
spigolati ad Uji, XIII secolo). Akutagawa, come vedremo, attinge da questo
aneddoto per poi cambiarne la storia, i temi, la struttura: non si limita ad
arricchire semplicemente la storia di personaggi e dettagli, ma adotta, nella
resa dei comportamenti umani, una prospettiva moderna, e rappresenta
2
attraverso il racconto la suggestionabilità delle masse e i comportamenti
collettivi. Ci soffermeremo inoltre, sia nell’analisi che nel commento alla
traduzione, sull’importanza della cornice in cui Akutagawa inserisce la
storia, trasformando l’intero racconto anche in una riflessione sul proprio
modo di fare letteratura. Analizzandola nel contesto della produzione
akutagawiana, cercheremo di dimostrare come la scelta da parte di alcuni
traduttori di eliminarla, sia quantomeno discutibile.
3
CAPITOLO I:
LA LETTERATURA GIAPPONESE MODERNA
4
I.1. LA LETTERATURA DEL PERIODO MEIJI
Quando Akutagawa Ryūnosuke nasce, nel 1892, siamo a metà del
periodo Meiji (1868-1912), nel pieno di quel rinnovamento al quale gli
storici si riferiscono con il termine Meiji ishin 明治維新, Restaurazione
Meiji
1
. La nuova classe dirigente promuove una serie di riforme che
puntano a rendere il paese moderno in tempi brevi. La restaurazione Meiji
doveva quindi prevedere: l’eliminazione del bakufu 幕府e del potere dello
shōgun, il ristabilimento dell’autorità imperiale e il rafforzamento politico e
militare del paese. Meiji si riferisce al nome dell’era prescelto quando, nel
1868, fu decretato che il nengō
2
avrebbe coinciso con il periodo di regno
del sovrano. Il giovane Mutsuhito diviene così l’imperatore Meiji e, sotto il
suo “governo illuminato” (questo il significato del termine), prese avvio
l’edificazione dello Stato moderno fondato sulla centralizzazione del potere
politico e sulla trasformazione capitalistica delle istituzioni economico-
sociali
3
.
Si va delineando così l’immagine di un Giappone moderno, una
nuova concezione di Stato nazionale, in cui sia i governanti sia i governati
sono chiamati a sostenere lo sforzo per rendere “ricco il paese e forte
l’esercito” (fukoku kyōhei 富国強兵). E’ questa la parola d’ordine in nome
della quale vengono avviate le riforme Meiji
4
. Negli anni settanta si afferma
anche lo slogan bunmei kaika 文明開化 (civiltà e progresso), il quale
1
Akutagawa Ryūnosuke (1892-1927) visse gli ultimi decenni del periodo Meiji (1868-1912) e
tutto il periodo Taishō (1912-1926). La sua formazione culturale risente infatti da una parte
dell’eredità feudale del Giappone Meiji e dall’altra della ventata di rinnovamento degli anni ’20-
’30 del Novecento.
2
Tradizionale sistema di datazione di origine cinese. Esso riservava alla Corte Imperiale la
prerogativa di decidere l’inizio di un’era, alla quale veniva assegnato un nome che poteva riferirsi
ad un preciso evento o avere un significato puramente simbolico. In Giappone, il nengō fu adottato
per la prima volta nel 645 d.C., quando l’avvio di un’importante opera di riforme ispirate al
modello cinese fu celebrato inaugurando l’era Taika. Rosa Caroli e Francesco Gatti, Cronologie e
periodizzazione, in Storia del Giappone, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. XXVIII-XXIX.
3
Rosa Caroli e Francesco Gatti, L’ingresso del Giappone nel sistema internazionale, in Storia del
Giappone, cit., pp. 137-138.
4
Ivi., pag. 139.
5
presuppone che, per uscire dalla condizione di arretratezza, occorra
guardare alle società occidentali. Inoltre, la stesura di una Carta
costituzionale e l’adozione di una forma di rappresentatività popolare,
sembrano ormai degli impegni al quale il Giappone non può mancare se
vuole dimostrare all’Occidente di essersi trasformato in uno stato moderno
5
.
E così la Costituzione dell’Impero del grande Giappone viene promulgata
l’11 febbraio 1889
6
. Sia le estese riforme sociali effettuate tra la
restaurazione Meiji e la promulgazione della Costituzione imperiale, sia
quest’ultima, presero a modello i paesi avanzati dell’Occidente e anche tra
la gente comune comincia a diffondersi una spiccata curiosità per la cultura
occidentale
7
. Dopo due secoli e mezzo di isolamento quasi totale si verifica
una progressiva apertura agli influssi stranieri: si studiano i più recenti
movimenti letterari occidentali e si traducono molte opere
8
. Il mondo
letterario svolge un ruolo fondamentale anche in ambito sociale, cercando
di evidenziare i problemi che una società ancora legata ad una mentalità
feudale crea in un contesto moderno.
Si può parlare di un vero e proprio processo di modernizzazione
messo in atto all’interno del mondo letterario. Il termine modernizzazione
infatti implica la sistematica, prolungata e intenzionale applicazione di
energie umane, per il razionale controllo dell’ambiente fisico e sociale
dell’uomo al fine di raggiungere diversi scopi
9
. Una delle principali
caratteristiche di questa modernizzazione è l’importanza acquisita
dall’individuo e il conseguente orientarsi verso l’individualismo
10
. In questi
anni assistiamo al passaggio da una società relativamente omogenea per
5
Ivi., pag. 153.
6
La Costituzione Meiji costituisce il primo esempio di Costituzione moderna adottata in Asia.
7
Katō Shūichi, La quarta svolta, in Letteratura giapponese: disegno storico, a cura di Adriana
Boscaro, Marsilio Editori, Venezia, 2000, pp. 237-238.
8
Nell’arco di vent’anni si diffusero testi di autori assai differenti tra loro e le tendenze più
contrastanti: umanitarie, estetizzanti, naturalistiche, romantiche, intellettualistiche.
9
J. Hall, citato in Irena Powell, Writers and Society in Modern Japan, Kodansha International,
Tōkyō-NewYork-San Francisco, 1983, pag. 1.
10
Ricordiamo che questo orientamento privato e individualista della vita e della letteratura si era
già affermato in Europa negli ultimi 200 anni. In Giappone quindi emerge come riflesso, anche se
piuttosto in ritardo, dei movimenti letterari europei di tardo Ottocento.
6
credenze e valori, rurale piuttosto che urbana, in cui gli uomini organizzati
secondo gli status tradizionali tendono alla rinuncia personale per il forte
senso di comunità, ad una società moderna, prevalentemente urbana, che
incoraggia la mobilità sociale e offre ai suoi membri una varietà di ruoli e
status
11
. Dominanti diventano, non solo in ambito letterario ma anche tra la
gente comune, ideologie che enfatizzano la libertà, l’indipendenza e l’auto-
realizzazione.
I.1.1. Il Meiji bundan
Gli scrittori, nel nuovo Giappone Meiji, devono confrontarsi da una
parte con la tradizionale struttura sociale e l’eredità del precedente periodo
Tokugawa (1615-1868), dall’altra con i nuovi modelli emergenti sotto
l’influsso della modernizzazione. Nel periodo Tokugawa esistevano due
concezioni differenti di letteratura: la letteratura alta, scritta in cinese da
samurai, letterati, poeti e ufficiali di corte, era considerata letteratura per
un’elite intellettuale; la letteratura popolare, che comprendeva romanzi,
racconti d’amore, d’avventura e umoristici, scritti in un misto tra linguaggio
colloquiale e formale, era invece considerata dagli intellettuali un
passatempo adatto solo per donne e bambini
12
. Il termine generico usato per
indicare la letteratura popolare in contrapposizione alla letteratura per così
dire seria, cioè non di divertimento, è gesaku 戯作 (opere scritte per
divertimento). Gli scrittori di questo genere sono detti gesakusha 戯作者e
tra essi ricordiamo Hiraga Gennai (1729-1780), Santō Kyōden (1761-1816),
Jippensha Ikku (1765-1831), Shikitei Sanba (1776-1822) e Takizawa Bakin
(1764-1848)
13
. Nei primi anni venti del periodo Meiji però comincia a
crescere la convinzione negli intellettuali che la loro azione debba essere
11
Irena Powell, Writers and Society, cit., pag. 1.
12
Ivi., pp. 2-3.
13
Adriana Boscaro, Glossario, in Katō Shūichi, Letteratura giapponese, cit., pag. 337.
7
finalizzata al miglioramento del proprio paese e all’ “illuminazione” della
propria gente. La prima cosa da riconsiderare è la lingua letteraria: entro gli
anni ‘70 del XIX secolo quasi tutti gli scrittori e i giornalisti hanno
abbandonato il cinese in favore di una prosa giapponese vicina alla lingua
parlata. I principali punti di incontro e discussione diventano il giornale e la
rivista, permettendo a scrittori e letterati di talento di pubblicare le loro
opere in forma seriale, giornalmente o settimanalmente
14
. I lettori
giapponesi diventano più colti e leggono molto di più, anche grazie alle
riforme in campo educativo promosse dal governo Meiji. La riforma del
sistema educativo, introdotta nel 1872 e ispirata al modello francese,
introduce un sistema piramidale di scuole elementari, medie, istituti tecnici
e università. Si basa sull’idea che l’educazione costituisce il fondamento di
una nazione moderna e un diritto da garantire a tutta la popolazione
15
.
Aumentando l’alfabetizzazione della popolazione, va crescendo la domanda
di libri e riviste e di conseguenza aumentano le opportunità di lavorare nel
campo letterario, si arricchisce il market dell’editoria e la scrittura comincia
ad essere considerata una professione
16
. Tra gli anni ‘80 e ‘90 del 1800 i
giornalisti e gli scrittori giapponesi vanno a formare una quasi indipendente
comunità che prende il nome di Meiji bundan文壇, mondo letterario Meiji.
L’origine del Meiji bundan è legata alla nascita della società letteraria
fondata da Ozaki Kōyō (1867-1903) nel 1885, Ken’yūsha (Associazione
degli amici del calamaio), e alla sua rivista Garakuta bunko (La biblioteca
delle cianfrusaglie, 1895-89). Questa rivista è anche convenzionalmente
considerata la prima dōnin zasshi 同人雑誌, rivista di piccole entità auto-
14
Irena Powell, Writers and Society, cit., pag. 5.
15
Rosa Caroli e Francesco Gatti, L’ingresso del Giappone nel sistema internazionale, cit., pag.
152.
16
Anche se all’inizio, sopravvivere con il solo lavoro di scrittore era impossibile senza un
appoggio economico e il sostegno di un patrocinatore, un maestro. All’interno del gruppo noto
come Ken’yūsha (Associazione degli amici del calamaio), ad esempio, esisteva una relazione tra
maestro e discepolo molto rigida, che aveva le sue radici nella tradizionale struttura sociale
giapponese, e che prese il nome di totei seido 徒弟制度 (sistema di apprendistato). Irena Powell,
Writers and Society, cit., pag. 10.
8
finanziata da gruppi di letterati, spesso molto giovani, che hanno così la
possibilità di esprimersi liberamente secondo idee e iniziative comuni
17
. I
membri del Ken’yūsha, tra cui ricordiamo soprattutto Izumi Kyōka (1883-
1939), considerano la letteratura una vocazione, una professione, non un
hobby, ma allo stesso tempo credono nel valore d’intrattenimento della
scrittura
18
. Si interessano anche alle nuove idee di verità psicologica e
realismo postulate da Tsubouchi Shōyō nel suo saggio Shōsetsu shinzui
(L’essenza del romanzo,1886)
19
. L’autore, poeta e romanziere, saggista e
scrittore di teatro, sostiene in esso la tesi, rivoluzionaria per i tempi, che la
narrativa è una forma d’arte pari in dignità alla poesia
20
. Gli scrittori
sentono anche l’esigenza di cambiare la lingua letteraria: non più lo stile
formale, il cinese, il classicismo, ma la lingua viva e colloquiale di ogni
giorno. Nasce così un movimento alquanto vasto denominato Shajitsushugi
写実主義, cioè Realismo, al quale reagirono immediatamente altri gruppi e
movimenti
21
. Si sviluppa da prima un movimento conservatore di
rivalutazione della letteratura nazionale, ben esemplificato dal già citato
Ken’yūsha, poi il movimento romantico Rōmanshugi 浪漫主義, ma attivo
più che altro in campo poetico, e poi ancora il movimento naturalista
Shizenshugi 自然主義, il quale darà origine a sua volta alla tendenza
autobiografica del romanzo confessione e al watakushi shōsetsu 私小説
(romanzo dell’io).
Il bundan è un piccolo ed esclusivo gruppo di intellettuali che rimane
isolato dal resto del mondo culturale e che non si interessa di idee politiche
o sociali. Con la fine del XIX secolo, sembra sempre più evidente infatti la
sfiducia da parte dell’intellettuale giapponese nei confronti dello Stato e
17
Luisa Bienati, I dōnin zasshi, in Letteratura giapponese, dalla fine dell’800 all’inizio del terzo
millennio, a cura di Luisa Bienati, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2005, pag. 140.
18
Irena Powell, Writers and Society, cit., pag. 8.
19
Ibidem.
20
Teresa Ciapparoni La Rocca, Akutagawa Ryūnosuke, un autore giapponese moderno, Università
di Roma “La Sapienza”, Il Bagatto, Roma, 1983, pag. 10.
21
Ivi., pag. 11.
9
della democrazia. La vittoria del Giappone nella guerra contro la Cina nel
1895 segna l’inizio del periodo imperialista (che terminerà solo alla fine
della seconda guerra mondiale) e di conseguenza l’inizio del cambiamento
di atteggiamento degli intellettuali nei confronti della politica del loro
paese
22
. In questi anni, oltre a rafforzarsi l’identità nazionale, cominciano
ad emergere le ideologie razziste secondo le quali il Giappone doveva
assumere un ruolo di guida per “civilizzare” i paesi dell’Asia Orientale. La
politica espansionistica inizia appunto con la guerra contro l’impero cinese
(luglio 1894 - aprile 1895) e prosegue con la guerra contro l’impero zarista
scoppiata nel 1904 e conclusasi nel 1905 nuovamente con una vittoria per il
Giappone
23
. Il mondo degli intellettuali si spacca in due: gli intellettuali
nazionalisti sostengono e fomentano i furori imperialisti delle classi
dirigenti e ricevono un grande supporto dalle masse; gli intellettuali liberali
si allontanano dalla vita pubblica, cercando di sostenere in un modo o
nell’altro la difesa dei diritti civili
24
. I giovani intellettuali liberali, persa
ormai ogni fiducia e ogni interesse nelle questioni nazionali, cercano rifugio
nell’individualismo e si chiudono nell’universo personale della loro vita
quotidiana, dando origine a quel fenomeno così noto già nelle moderne
società europee, dell’alienazione intellettuale. Sono queste le basi da cui
nasce, all’inizio del 1900, il naturalismo giapponese.
I.1.2. Il Naturalismo
II Naturalismo (Shizenshugi自然主義), sorto nei primi anni del
Novecento, è uno dei più importanti movimenti letterari del Giappone del
periodo Meiji. Inizialmente ispirato al naturalismo francese, con particolare
riferimento a Zola (1840-1902) e Maupassant (1850-1893), si sviluppa
22
Ivi., pag. 22.
23
Rosa Caroli e Francesco Gatti, Nazionalismo e prima espansione, in Storia del Giappone, cit.,
pp. 162 e 166.
24
Irena Powell, Writers and Society, cit., pag. 23.
10