INTRODUZIONE Ognuno di noi ha subito nella sua vita e magari non di rado, gli effetti
più o meno gravi, certamente fastidiosi e oltremodo invasivi dello sciopero di
una qualche categoria indetto da un sindacato, piuttosto che da un altro. Come
è vero che di norma, ogni contratto di lavoro subordinato che viene
sottoscritto da un lavoratore, fa parte dei contratti collettivi nazionali e
garantisce un minimo sindacale che il datore di lavoro, non può sottrarsi di
erogare, per disposizioni di Legge. Così è, per i contratti di lavoro
subordinato, sottoscritti dagli operai inglesi. Avendo avuto alcune esperienze
personali di lavoro in terra inglese ed avendo sottoscritto più di un contratto
di prestazione subordinata, ricordo come quel minimo sindacale avesse
acquisito particolare importanza nelle trattative di ogni nuovo lavoro e
avanzamento di carriera.
Emigrata dall’Italia e immigrata in Gran Bretagna, una delle prime
cose che ho imparato cercando un occupazione, è stata che il minimo
sindacale di uno stipendio per un proletario era di 5,50 £/h, aumentato a 6£/h
dal 1 ottobre 2007. Ho anche appreso la novità, provenendo da un paese in
cui gli stipendi erano normalmente pagati mensilmente e conteggiati in giorni
lavorativi, della pratica di pagare settimanalmente o bi settimanalmente i
dipendenti, adottata quasi in tutti i tipi di lavoro. Vista la mia precedente
esperienza lavorativa in Italia, la quale si è svolta per alcuni anni in uno
studio legale internazionale che rappresenta i membri di CGIL, FILCAMS e
INCA, a Cambridge, dove avevo deciso di vivere, mi sono rivolta
direttamente ad un sindacato.
All’inizio ho cercato delle risposte riguardo i diritti che in verità, a
parte la certezza della paga settimanale, sul luogo di lavoro sembravano
contare poco o niente. Una delle tantissime Trade Unions site capillarmente
sul territorio della Gran Bretagna e nel caso specifico a Cambridge dove
ormai mi ero stabilita, mi accolse e mi ascoltò. Nonostante le indiscutibili
buone maniere del personale, notai subito la differenza di approccio che
avevano verso i lavoratori, a seconda che questi fossero iscritti o no al
sindacato, se avessero famiglia o meno, se fossero di colore o di religione
musulmana piuttosto che cristiana. Anche se sempre rigorosamente sorridenti
gli impiegati di quella Unione, trattavano le persone con gentilezza ma, a
voler essere sincera, non tutti ricevevano la medesima considerazione e
quindi, non tutti i lavoratori che si rivolgevano a loro riuscivano a conseguire
i propri obbiettivi.
Avendo passato più di qualche giorno all’interno di quella Trade
Union, facendo domande le cui risposte ancora non mi avevano soddisfatto,
ho avuto modo di incuriosirmi su CHI fossero quelle persone e COSA
volessero da me per aiutarmi. Nacque quindi, l’esigenza, il desiderio di
saperne di più. Da qui l’idea di fare dei sindacati inglesi, l’oggetto della mia
Tesi. Da dove provengono, cosa sono, di cosa si occupano principalmente e
non meno importante per CHI e COME lo fanno.
Credendo fermamente in quel detto che intima che per comprendere
il presente, bisogna necessariamente conoscere il passato, in questo elaborato,
si sono analizzate le vicende che hanno portato prima, alla costituzione delle
società di mestiere, le Trade Unions e poi, alla costituzione della Federazione
Sindacale di cui la maggior parte di esse sono membri. Meglio conosciuta
come Trades Union Congress (TUC) . Il TUC è quindi una confederazione che
unisce le Trade Unions. Attualmente, i sindacati suoi affiliati, sono 58 per un
totale che si aggira intorno ai 6.2 milioni di iscritti, di cui circa la metà sono
rappresentati dai membri dell' Unite e dell' UNISON , al momento, i maggiori
sindacati inglesi.
Se è vero che non si può parlare di politica inglese senza parlare del
Trades Union Congress, né tanto meno di Trade Unions, non si può affrontare
l’argomento senza sapere cosa sia una Unione di Mestieri Inglese. Si riporta
di seguito la descrizione della composizione e delle caratteristiche tipiche di
un sindacato del XIX secolo.
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Dopo aver necessariamente ripercorso brevemente e senza alcuna
presunzione di esaustività in solo poche pagine di elaborato, le situazioni
storiche, sociologiche e politiche dalle quali scaturì l’idea, il bisogno della
classe operaia di riunirsi in associazioni, di mestiere sullo spunto delle più
vecchie e consolidate società di mutuo soccorso, si è passati all’analisi il più
possibile obbiettiva, basata su fatti e documenti storici, della situazione del
proletariato e della figura della donna, nella società civile inglese nel XIX
secolo.
Si è cercato di rispondere alle domande se ed eventualmente come,
una coalizione del tipo delle Trade Unions, fosse effettivamente vantaggiosa
per i suoi membri. Questa organizzazione, rese ai propri iscritti un
equivalente altrettanto importante, visti i sacrifici che richiese e per l’assenza
di libertà personale che in definitiva limitava? I membri di un sindacato,
hanno tratto realmente dei vantaggi da esso? Quali concreti risultati sono stati
ottenuti e con il sacrificio di cosa o eventualmente di chi? Cosa si prefissero i
primi sindacati inglesi e come pensarono e cercarono di ottenerlo? Quali
risultati riuscirono a conseguire e a quale costo? La classe operaia, il
proletariato in genere, sarebbero stati meglio se tale istituzione non fosse
esistita?
Anche se la posizione di alcuni personaggi di rilievo trattati, sembra
inconfutabilmente decisa e diretta verso un pensiero favorevole o
ostinatamente contrario alle Unioni Sindacali, nella ricerca di particolari,
riguardo le ideologie seguite e le politiche applicate, non sono mancati i così
detti colpi di scena, i quali, mi hanno stimolato ad allargare la ricerca e a
cercare materiale sempre più specifico per la mia trattazione.
Nel capitolo 1 si vuole ripercorrere il percorso storico sociale da cui
scaturì il processo di formazione delle Trade Unions fino all’istituzione del
Trades Union Congress. Si riassume come dalla formazione di quelle che
generalmente vengono definite le antenate delle Trade Unions, ossia le società
di mutuo soccorso, si sia passati ai sindacati del XX secolo. Per capire le
esigenze da cui scaturì l’idea di queste Unioni, si è riportato uno scorcio di
vita proletaria inglese del XIX secolo, cercando di non tralasciare interessanti
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punti di vista di eminenti storici che osservarono e disquisirono la situazione
della classe operaia di quel tempo e i sindacati inglesi, da punti di vista non
convenzionali. Si sono cercati ed evidenziati gli obbiettivi delle Trade Unions
alla fine del XIX secolo. Si è chiuso poi il capitolo, dedicando l’ultimo
paragrafo al movimento delle Suffragette, sia riportando la loro ideologia (da
cui presero il nome) che le loro azioni più che concrete contro la politica di
allora.
Il capitolo secondo è prevalentemente incentrato sul periodo storico,
politico e sociale antecedente la Riforma Elettorale del 1867. Naturalmente,
non poteva non aprirsi sul problema del riconoscimento legale delle Trade
Unions il quale non solo limitava drasticamente il potere d’intervento sulla
politica inglese della classe operaia, ma permetteva di perseguire penalmente
gli operai e la classe proletaria in generale con punizioni che costringevano
spesso ai lavori forzati i condannati.
La costituzione del Labour Party , sempre trattata in questo capitolo ci
permette di constatare gli eventuali collegamenti tra quest’ultimo e i sindacati
inglesi. Interessante e comunque poco noto, il collegamento del Partito
Laburista, con La Fabian Society , alla quale sono appartenuti un numero
ragguardevole di Wigh ; nome con cui si distinguono i membri del Labour
Party , rispetto ai loro storici avversari Tory , politici e simpatizzanti del partito
conservatore. Si prosegue analizzando le finalità e alcuni dubbi sulla Società
Fabiana. Si chiude il capitolo secondo, riportando le funzioni fondamentali
del Partito Laburista che come avremo modo di leggere, hanno rispecchiato e
tutt’ora seguono sotto molti aspetti l’ideologia e le richieste delle Trade
Unions.
Il capitolo terzo è un resoconto il più possibile dettagliato della
strategia d’intervento nella politica inglese adottata dai Leader delle Trade
Unions, affinché i loro obbiettivi potessero realizzarsi. L’urgenza di una
riforma elettorale che allarghi il suffragio anche alle fasce più povere della
società è il primo argomento trattato in questo capitolo, mentre non si
potevano tralasciare nel paragrafo successivo le implicazioni immediate sia
positive che negative a riforma concessa. Si continua con l’espansione del
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consenso delle Trade Unions, prima e successivamente ai risultati della
Commissione Reale d’Inchiesta aperta nei confronti dei sindacati inglesi dopo
gli oltraggiosi avvenimenti susseguitisi in una cittadina inglese denominata
Sheffield ad opera di appartenenti al sindacato degli arrotini di quella città. Il
Dibattito Giornalistico, Filosofico, Politico e Morale sulle Trade Unions, i
loro membri, il proletariato e su quali individui potessero essere ritenuti degni
di contribuire con il loro voto al destino politico nazionale, trova la giusta
collocazione in questo capitolo, in cui si riporta altresì la disquisizione su
quando o meno un povero fosse giustamente ritenuto ‘colpevole’ di vertere in
tale situazione in Inghilterra come in altri Stati, quali Francia e Stati Uniti
d’America, piuttosto che l’indiscutibile moralità e diritto di voto che al
contrario acquisiva un imprenditore o un semplice proprietario terriero.
Fondamentale in questo capitolo terzo, gli scorci di scioperi ‘unionistici’ e la
loro forza, le implicazioni nazionali, morali, nonché sociali ed economiche,
nello e sullo Stato. Questo potente mezzo di dissenso cui ricorrono in massa
gli iscritti alle Trade Unions, sin dalla loro formazione che ha da sempre
caratterizzato i membri dei sindacati è stato discusso e documentato in modo
da poter comprenderne appieno la sua capacità di pressione politica
straordinariamente forte e indubbiamente dirompente. Si chiude il capitolo
terzo, analizzando un tema che ad uno sguardo poco attento, potrebbe
sfuggire nella dinamica del movimento sindacale. L’isolamento dell’Unione è
stato nella storia delle Trade Unions un dato di fatto, come lo è attualmente.
Si analizza come l’essere membro di un tutto, può comportare per certi versi,
la privazione della propria libertà e non ultima, la parziale perdita
dell’identità personale.
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