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Capitolo Primo
Turismo sostenibile e sviluppo del territorio
1.1 - Introduzione
L’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), ha stimato che il comparto
turistico continuerà a crescere nonostante la crisi economica e, anzi, entro la fine del
2012 il numero di viaggiatori nel mondo dovrebbe superare, per la prima vola, quota un
miliardo
1
.
Le motivazioni che hanno condotto nel corso del tempo a una tale crescita sono
da ricercarsi nel progresso del sistema di trasporti e delle vie di comunicazione, nel
fenomeno del benessere economico che, accompagnato dal diffondersi delle ferie
retribuite, crea una disponibilità di tempo libero da impiegare in altra maniera, segnando
il passaggio da un turismo di Ølite ad un consumo “di massa” alla portata di tutti gli
strati sociali, nell'innalzamento degli standard qualitativi delle strutture di accoglienza
ed infine nella maggior sicurezza e nel miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie
che accompagnano il soggiorno e gli spostamenti dei turisti.
Il carattere ambivalente del turismo lo porta ad essere contemporaneamente
strumento di sviluppo per le aree interessate e causa di degrado delle stesse. Il
paradosso sta proprio nella reciprocità tra turismo e ambiente, il primo può portare alla
deturpazione del secondo, a causa di un eccessivo carico antropico e dell’ inquinamento
ambientale, ecologico e culturale. A sua volta il degrado del territorio incide
negativamente sul turismo. Appare quindi evidente, ai fini della sussistenza di entrambi,
l'esigenza di applicare politiche di salvaguardia dell'ambiente e contemporaneamente
intraprendere la via per un turismo sostenibile.
1
UNWTO, World Tourism Barometer and Statistical Annex, V olume 10 – July 2012.
4
1.2 – Lo sviluppo sostenibile, un accenno
Prima di passare oltre è d'obbligo un accenno allo sviluppo sostenibile,
paradigma dal quale trae origine lo stesso concetto di turismo sostenibile.
Un concetto che nasce in un clima in cui l'interesse per l'ambiente va assumendo
dimensione rilevante, nella consapevolezza del limite delle risorse naturali e del bisogno
di una loro tutela. Citato per la prima volta nel testo Our Common Future o Rapporto
Bruntland
2
, è definito come lo sviluppo che: “soddisfa i bisogni delle generazioni
presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i
propri”
3
.
Scopo dello sviluppo sostenibile è il raggiungimento del benessere collettivo
tramite:
• sostenibilità economica, fondata su di una crescita economica che non sia causa
d'impoverimento del patrimonio naturale;
• sostenibilità sociale, fondata su un benessere umano perseguito grazie ai principi
di equità, rispetto e giustizia;
• sostenibilità ambientale, basata sulla salvaguardia delle risorse naturali.
Ciò che preme sottolineare è il rapporto d'interdipendenza che si crea tra
economia, società e ambiente.
Presupposto necessario al raggiungimento di tali obiettivi è la partecipazione
responsabile dei cittadini guidata da una presa di consapevolezza.
1.3 – Verso il concetto di turismo sostenibile
Nell'arco di tempo intercorso tra il 1990 e il 2002 sono state gettate e sviluppate
le basi a livello internazionale, per la definizione di un turismo piø sostenibile.
La prima Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile si è tenuta a Lanzarote
nel 1995. Prodotto di questo summit e primo documento ufficiale per il settore è la
“Carta per il turismo sostenibile” che definisce le priorità, obiettivi e i mezzi per
promuovere il turismo futuro; come primo principio afferma che “lo sviluppo turistico si
deve basare sui criteri della sostenibilità, cioè deve essere ecologicamente sopportabile a
2 Rapporto finale della Commissione Mondiale su ambiente e sviluppo, tenutasi nel 1987.
3 World Commission on Environment and Development, 1987, p. 43
5
lungo termine, conveniente economicamente, eticamente e socialmente equo, per le
comunità locali”.
L'anno successivo il World Travel and Tourism Council (WTTC) e l'International Hotel
and Restaurant Association con l'Earth Council approvano un programma denominato
“Agenda 21 for the Travel & Tourism Industry: Towards Environmentally Sustainable
Development”. Dando avvio ai primi casi di sperimentazione di turismo sostenibile e di
applicazione dell'Agenda 21
4
, che però, in quest'ambito, non ha avuto gran seguito.
Successiva tappa, nel 1997, la Conferenza Internazionale su “Biodiversità e
turismo” conclusasi con l’approvazione della “Dichiarazione di Berlino”, una serie di
intenti non vincolanti che invitano all'applicazione delle regole dello sviluppo
sostenibile per una gestione accorta del settore turistico.
Un altro passo in avanti, nel 1999, è stata l'adozione del Codice mondiale di etica
per il turismo, da parte del World Tourism Organization (WTO)
5
.
La seconda Conferenza Internazionale sul Turismo Sostenibile si è tenuta nel
2001 a Rimini, con l'approvazione della Carta omonima incentrata sulle destinazioni del
turismo di massa, invitando tra l'altro gli Stati ad intraprendere azioni politiche che
intervengano con maggior responsabilità sulla crescente domanda che interessa tali
località.
Nel 2002, nell'anno dedicato all'ecoturismo, ha avuto luogo il primo “World
Ecotourism Summit”; le riflessioni qui maturate sono poi state discusse alla terza
Conferenza Mondiale su “Ambiente e Sviluppo” di Johannesburgh nello stesso anno
6
.
Il percorso evolutivo volto a consolidare le linee guida tracciate sino al 2002 non
si è mai arrestato e, anzi, continua tutt’oggi.
1.4 - Caratteristiche e strumenti
“Lo sviluppo turistico sostenibile soddisfa le esigenze attuali dei turisti e delle
regioni d'accoglienza tutelando nel contempo e migliorandone le prospettive per il
futuro. Esso deve integrare tutte le risorse in modo tale che le esigenze economiche,
4 Si tratta di un programma d'azione globale approvato nel 1992 al secondo Earth Summit su
Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, contenente le linee- guida per favorire lo sviluppo sostenibile.
5 Le due diciture World Tourism Organization e Organizzazione Mondiale del Turismo si riferiscono
alla stessa organizzazione.
6 ROMEI P. , Turismo sostenibile e sviluppo locale , s.l. , Cedam, 2008, pp. 5 - 10
6
sociali ed estetiche possano essere soddisfatte, mantenendo allo stesso tempo l'integrità
culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica e i sistemi viventi”
7
.
Il turismo sostenibile deve essere:
• durevole: deve basarsi su prospettive di lungo termine e non mirare ad una
crescita immediata;
• dimensionato e rispettoso dell'ambiente: deve operare politiche di
destagionalizzazione e limitare la presenza di turisti in funzione della capacità
ambientale del territorio di destinazione;
• integrato e diversificato: deve essere di complemento al sistema economico –
culturale del luogo, senza generare modelli basati esclusivamente sul turismo;
• pianificato, per una corretta gestione dello sviluppo turistico;
• economicamente vitale: i benefici economici derivanti dal settore turistico
devono essere distribuiti localmente, permettendo una crescita del benessere
della comunità locale e uno sviluppo protratto nel tempo del settore turistico
stesso;
• partecipato: devono maturare processi di concertazione tra gli attori che
agiscono sul territorio
8
.
La United Nation World Tourism Organization (UNWTO) ha individuato 12
obiettivi che se concretamente applicati al prodotto turistico lo renderebbero
effettivamente sostenibile e sono: efficienza economica, prosperità locale, qualità
dell'occupazione, soddisfazione dei visitatori, controllo locale, benessere sociale,
ricchezza culturale, integrità fisica, diversità biologica, efficienza nell'uso delle risorse,
qualità ambientale ed equità locale.
Gli strumenti utili per avviare tale processo vengono individuati in:
• strumenti legislativi, di comando e controllo;
• strumenti economici e finanziari;
• strumenti volontari, in particolare certificazioni ambientali e di qualità;
• strumenti di supporto
9
.
Alla luce di quanto detto, appare oggi necessario operare una riorganizzazione
7 World Tourism & Travel Council Organizzazione Mondiale del Turismo/Consiglio della Terra, 1996
8 Cfr. ARPA V , A proposito di … Turismo Sostenibile , aprile 2005. Reperibile presso il sito internet:
http://www.arpa.veneto.it/arpavinforma/pubblicazioni
9 ROMEI P., Turismo sostenibile e sviluppo locale ,cit. , pp. 12 – 14.
7
delle aree turistiche, considerandone limiti e condizioni in un'ottica di sviluppo duraturo
e sostenibile, definendo uno scenario alternativo ai modelli tradizionali basati sulla
“teoria del ciclo di vita del prodotto”. Da questa teoria deriva il modello del ciclo di vita
delle località turistiche proposto da Butler nel 1980, composto da sei passaggi
successivi: esplorazione, coinvolgimento, sviluppo, maturazione, stagnazione,
rivitalizzazione o declino. Descrive un turismo inizialmente spontaneo, occasionale,
che, con l'aumento dei flussi , le cattive politiche di gestione del turismo e il
superamento della soglia della capacità di carico, diventa insostenibile causando il
declino della località stessa. Una revisione odierna del modello, porta a vedere nella
sostenibilità un fattore di rigenerazione dell'offerta turistica, protraendone il ciclo di
vita
10
.
Questo può avvenire innanzitutto grazie a opportuni strumenti di gestione del
turismo, di cui presupposto essenziale è la capacità di carico, un'analisi che permette di
calcolare il numero massimo di turisti che in uno stesso momento il territorio può
sopportare senza alterare le proprie risorse ambientali, economiche e socio- culturali.
In particolare la politica di pianificazione turistica si articola in una fase iniziale,
che consiste nel valutare il potenziale turistico dell'area tramite analisi SWOT che
individui in maniera obbiettiva i punti di forza e di debolezza, minacce e opportunità
dell'area in questione
11
. Segue la definizione di una strategia turistica in cui si scelgono
gli obbiettivi e gli indicatori da seguire, completata da un'analisi della domanda con
l'individuazione del target di turisti cui rivolgersi. Nella fase di implementazione della
strategia turistica si realizza un adeguato piano di marketing. La fase finale consiste
invece nel monitorare i risultati ottenuti e il livello di sostenibilità raggiunto
12
.
10 LEMMI E., Dallo “spazio consumato” ai luoghi ritrovati verso una geografia del turismo sostenibile,
Milano, 2009, pp. 41- 44, p. 220
11 Anche se per alcuni studiosi i tradizionali strumenti d'indagine delle economie territoriali, come
appunto l'analisi SWOT, rimangono troppo vaghi e troppo poco dettagliati. Fonte: GIBELLI G.,
Paesaggio, biodiversità e turismo, in ZERBI M. C., FIORE F. (a cura di) Sviluppo sostenibile e
risorse del territorio, il ruolo del patrimonio rurale, Torino,G. Giappichelli, 2009, pp. 155- 177.
12 GIBELLI G., Paesaggio, biodiversità e turismo, in ZERBI M. C., FIORE F. (a cura di) Sviluppo
sostenibile e risorse del territorio, il ruolo del patrimonio rurale, Torino,G. Giappichelli, 2009, pp.
155- 177 .
8
1.5 – Turismo sostenibile, opportunità di sviluppo locale: i processi partecipati e il
ruolo delle alleanze strategiche
Il turismo sostenibile può apportare un contributo significativo alla crescita, o
anche alla rigenerazione economica di tutti quei territori, anche se periferici e trascurati,
che presentino un patrimonio (sia esso naturale, storico, culturale o di altro genere)
trasformabile in fattore di attrazione turistica. Di seguito vengono messe in luce le basi
da cui partire per incentivare uno sviluppo locale solido e duraturo.
Nelle politiche di governo e sviluppo del territorio assume particolare rilevanza il
meccanismo innovativo dei processi partecipati. Questo permette di evitare sentimenti
di delegittimazione e altre criticità a favore di politiche piø efficaci nei risultati. Grazie
al confronto diretto tra i diversi portatori d'interesse, s'incentiva la ricerca di soluzioni
condivise piø consapevoli ed efficienti, incitando allo stesso tempo la diffusione di
conoscenze e la consapevolezza, stimolando la capacità progettuale dei soggetti
coinvolti sia pubblici che privati, contribuendo a rafforzare il senso di appartenenza alla
comunità locale, dando la possibilità di valorizzare le diversità socio-culturali all'interno
della stessa e coinvolgendo da principio i soggetti che poi dovranno attuare quanto
stabilito. Questi sono solo alcuni tra i vantaggi derivanti dall'impiego di una tale risorsa,
secondo l'ottica dell'investire prima, per risparmiare poi
13
.
Nel dare avvio a forme di sviluppo endogeno persistente gioca un ruolo cruciale
l'adozione di una politica delle alleanze, per cui un gruppo di attori da avvio a una
relazione di cooperazione volta a raggiungere obbiettivi comuni. La formazione di
questi network porta ad integrare risorse specifiche del territorio e competenze esclusive
proprie di ogni attore coinvolto, realizzando un vantaggio unico e difficilmente
replicabile (perchØ si basa appunto sull'unicità di risorse e competenze),dando vita ad
una struttura organizzativa che sappia adattarsi all'ambiente in cui opera.
Le categorie di attori coinvolte nella creazione di tali sinergie possono essere
imprese locali, enti pubblici, autonomie funzionali (es. università), organizzazioni no
profit, associazioni di categoria, consorzi, comunità locali, stakeholders esterni con
interessi nello sviluppo dell'economia locale
14
.
13 SANCASSIANI W., La partecipazione come modalità d'innovazione delle politiche di sviluppo
qualitativo del territorio e degli attori coinvolti, in ZERBI M. C., FIORE F. (a cura di) Sviluppo
sostenibile e risorse del territorio, il ruolo del patrimonio rurale, Torino,G. Giappichelli, 2009 , pp.
103- 119
14 DENICOLAI S., Risorse, competenze ed alleanze strategiche per lo sviluppo locale, in Ivi pp. 89- 100
9
1.6 – L'interazione tra turisti e residenti
L'atteggiamento dei residenti nei confronti degli ospiti tende a variare in base al
grado di sviluppo turistico, come dimostra l' “indice di irritazione” di Doxey che
individua quattro fasi:
• euforia è la fase iniziale, il turismo è visto come una possibile fonte di sviluppo
e perciò ben accolto;
• apatia, all'aumento dei turisti corrisponde una certa indifferenza da parte dei
locali;
• noia, i troppi turisti sono percepiti come invadenti, invece di limitarne la crescita
si realizzano nuove infrastrutture;
• antagonismo, in questa fase i turisti divengono capro espiatorio di ogni
problema.
Con l'aumento dei flussi turistici si assiste ad un mutamento qualitativo nella vita
quotidiana dei residenti, che si traduce in impatti socio-culturali di una certa rilevanza
15
.
In oltre qualunque tipo di rapporto venga ad instaurarsi tra comunità locale e
turista, occorre ricordare che è un incontro sempre condizionato dalla transitorietà
dell'esperienza, l'incontro è breve, superficiale, segnato dalla fretta dovuta al poco
tempo (si vuole visitare il piø possibile nel breve tempo a disposizione) e dalla
mancanza di spontaneità, ciò può generare malintesi dando vita a quello che Marco
Aime chiama “l'incontro mancato”
16
.
Possibili soluzioni nel tentativo di contenere gli effetti negativi potrebbero essere
il ridurre e regolare i flussi turistici così come rivolgere la propria attenzione ad un
target di turisti piø interessati a scoprire l'autenticità e tipicità dei luoghi, oltre a fornire
una formazione adeguata ai soggetti che operano nel settore turistico. Si ricorda inoltre
che i progetti di turismo sostenibile riguardano direttamente governi e soggetti locali,
spetta a loro quindi il compito di realizzare proposte in sintonia con l'economia,
l'ambiente e la società del luogo, cercando di raggiungere altresì la soddisfazione dei
turisti.
15 LEMMI E., Dallo “spazio consumato” ai luoghi ritrovati, cit. pp. 76- 79
16 AIME M., L'incontro mancato, Torino, Bollati Boringhieri, 2005