6
Programmare la mobilità del futuro con un occhio particolare alla
qualità della vita che, in ogni situazione, deve essere sempre in primis.
7
PARTE PRIMA:
TRA CITTA’ E PERIFERIA
8
1.1 Introduzione (prima Parte )
L’oggetto di indagine di questo primo capitolo è il rapporto tra città e
periferia.
Nella sociologia urbana e rurale tale tematica è stata affrontata e
approfondita da illustri sociologi, a causa della sua enorme attualità:
tali interconnessioni sono infatti comuni a tutte le grandi città, come
per esempio New York, Washington, Tokio, Pechino, Parigi, Milano,
Roma, Berlino, Londra, Barcellona solo per citarne alcune.
Per meglio approfondire tali aspetti il capitolo è stato suddiviso in due
parti: nella prima si sono delineate le principali caratteristiche delle
città moderne, e delle aree periurbane, generalmente note come
periferie, nella seconda parte del capitolo si sono delineati alcuni
aspetti peculiari delle città e delle periferie postmoderne che
interagendo tra di loro ne delineano le attuali caratteristiche.
9
1.2 La città: definizioni sociologiche
In questi primissimi paragrafi andremo a delineare in primo luogo le
principali peculiarità di quell’area che generalmente viene definita
città. Sono molti i sociologi che ne hanno dato una definizione;
tuttavia tale concetto è stato ampiamente studiato sia in tempi che in
luoghi differenti
1
. E’ perciò necessario rilevare che il presente studio
si concentra esclusivamente sulle caratteristiche delle città moderne e
postmoderne.
Innanzitutto verranno riportati alcuni contributi di sociologi che hanno
posto la loro attenzione sulla città contemporanea. Come si vedrà
successivamente ogni autore ha posto la propria attenzione su un
particolare aspetto riguardante la città.
Una prima definizione ci viene data da Wirth, che si sofferma sul fatto
che la città sia un insediamento con le seguenti caratteristiche: stabile,
vasto, duraturo e denso, abitato da persone con qualità e
caratteristiche eterogenee.
Guidicini ribadisce quanto detto da Wirth, ma si preoccupa di
sottolineare che al proprio interno la città abbia un’area più o meno
vasta a seconda delle dimensioni e dell’importanza della medesima in
cui viene esercitata la sua dominanza economica e culturale.
Musil parte affermando che la città non è soltanto l’assemblamento di
tante case, grattacieli e strade, ma rispecchia in modo particolare le
caratteristiche e le prerogative dei suoi abitanti.
1
Si pensi infatti che già antiche civiltà come greci e romani ne studiavano le
caratteristiche seppure in modo differente dalle principali tecniche adottate dalla
sociologia urbana e rurale.
10
Robertson individua invece la città in un agglomerato umano incapace
di produrre gli alimenti per il proprio sostentamento, dipendendo
quindi di riflesso da strutture esterne che non le appartengono.
Il Nuovo Dizionario di Sociologia punta l’attenzione, al contrario di
Robertson, sul fatto che in essa sono presenti e si concentrano
elementi amministrativi, economici e culturali a cui il territorio
circostante si deve rivolgere in quanto non ne è provvisto.
A prima vista le due definizioni sembrano contrastanti. Tuttavia
entrambe evidenziano -in un’ottica opposta- bisogni e necessità di
città e territorio circostante: se da un lato gli abitanti dell’insediamento
urbano hanno la necessità di procurarsi il cibo, dall’altro le aree
circostanti la città hanno bisogno delle sue funzioni amministrative ed
economiche per poter esercitare le proprie funzioni. Come afferma
Sgroi (1997, pag. 12): “Si tratta di definizioni molto diverse l’una
dall’altra, come se ogni interprete scegliesse da un archivio
potenziale di caratteri, quello o quelli da privilegiare”.
Tale considerazione risulta maggiormente veritiera se si considera
anche il fatto che storicamente la città ha cambiato spesso il suo
aspetto: Braudel ritiene che il concetto di urbano sia definibile soltanto
prendendo come punto di partenza la complessità sempre diversa delle
relazioni poste in essere tra forme spaziali: variabili come le modalità
di produzione e di consumo, gli assetti sociali, la distribuzione delle
risorse tra la popolazione, volta per volta contribuiscono a creare
scenari di città sempre differenti.
In questi scenari e cambiamenti risulta inevitabilmente impossibile
pensare alla città come a un’ unità sociale a sé stante, estranea al
territorio circostante:“La città in gran parte del mondo non si
contrappone più alla campagna, ma si è diffusa nel territorio
occupandolo fisicamente e simbolicamente, affermandovi e
11
riproducendovi i suoi modelli di comportamento e i suoi stili di
consumo, replicandovi la sua organizzazione dello spazio e la sua
tipologia abitativa”(Sgroi 1997, pag. 13).
Si viene quindi a creare il cosiddetto processo di esportazione
dell’urbano al non urbano: non è quindi un caso che anche coloro che
non vivono in spazi urbani, con la città si debbano necessariamente
rapportare, si pensi ad esempio al fenomeno del pendolarismo. Fin qui
si è parlato delle possibili definizioni di città che, come si è potuto
vedere, possono per certi versi, essere anche opposte tra di loro, in
quanto privilegianti alcuni aspetti o rapporti sociali piuttosto che altri.
Seguendo quindi il ragionamento di Sgroi, risulta più semplice
stabilire cos’è la città contemporanea: l’elenco è molto lungo. Esso
comprende aspetti quali: la città come “il sistema di idee” (Roncatolo)
di coloro che la governano; oppure come “uno stato d’animo, un
corpo di costumi e tradizioni, atteggiamenti e sentimenti” (Park); città
è anche sintesi di processi produttivi e riproduttivi; un polo in cui
acquista un’ enorme rilevanza l’impiego di tecnologie.
Nella città del XX secolo le tradizionali ripartizioni degli spazi al suo
interno (che in ordine comprende: centro storico, periferie, quartieri
esterni e suburbi) portano tutte a evidenziare un processo di
specializzazione, che comporta il tentativo di rendere più efficiente la
creazione della forma urbana nel suo complesso in modo particolare
nel tentativo di adempiere alle necessità dei suoi abitanti, e non ultimo
agli interessi del settore edilizio.
Con Haussmann
2
si viene a inventare una nuova concezione di città, in
cui vengono trovate le prime soluzioni per gestire razionalmente la
2
Haussmann è stato uno dei precursori di Le Corbusier. Il suo apporto all’urbanisitica
contemporanea particolarmente prezioso in quanto è stato uno dei primi a realizzare interventi
mirati alla creazione di vie di comunicazione per le automobili. Infatti egli ha operato come
prefetto della città di Parigi, tracciando una fitta rete di strade simmetriche ed evidenziando
12
grande metropoli nata ai primi del Novecento: la città viene vista
quindi come un’industria. Un passo definibile addirittura
rivoluzionario risulta la predisposizione dello spazio urbano
all’automobile, il nuovo mezzo di circolazione.
Un suo successivo intervento è stato la dequalificazione dei
tradizionali spazi pubblici come piazza, marciapiedi e pubblica via,
quest’ ultima votata esclusivamente ad essere arteria di scorrimento
del traffico. Tale città è destinata alla crescita senza limiti di spazio,
sia in verticale che in orizzontale, senza però, come afferma Mumford,
(1963, pag. 484): “porre l’adeguata attenzione alla struttura sociale
della città, nel tentativo di accelerare il traffico, impediva l’incontro e
la cooperazione di coloro cui teoricamente il traffico serviva”.
Le conseguenze di tale mentalità vengono ben evidenziate da Pavia
(1996), che paragona la città contemporanea a una “foresta”, in quanto
quest’ultima possiede determinate caratteristiche: “disordine,
intreccio, pericolosità, ma anche capacità di riprodursi, di
espandersi, di resistere, trovando sempre nuovi equilibri, rimandando
a una razionalità complessa”.
Emerge in definitiva anche da queste parole l’enorme flessibilità di cui
la città può avvalersi: le sue trasformazioni, non negano infatti le
opportunità che essa offre a tutta la popolazione che le ruota attorno.
La sua accessibilità cambia a seconda degli attori sociali che vi sono
coinvolti, e che impongono sia ai suoi abitanti che ai suoi avventori la
necessità di conoscere la sua configurazione urbana territoriale.
Da un punto di vista strettamente urbanistico risulta piuttosto
importante l’apporto di Le Corbusier, in quanto ha realizzato una vera
e propria rivoluzione nell’ organizzazione degli spazi urbani oltre che
adeguatamente le direttrici del traffico, tanto che la portata di tale intervento urbanistico sarà
compreso appieno a metà del Novecento.
13
in termini strettamente architettonici. Seppure egli non sia
considerabile come sociologo in senso stretto, le sue idee hanno
influito sicuramente sulle materie dei sociologi urbanisti in questi
ultimi cinquant’anni. Nell’ anno 1943, in Francia emerge la volontà
dei costruttori edili di ricostruire il Paese al termine della rovinosa
guerra. Vi è una suddivisione ben marcata tra l’ urbanista che sceglie,
coordina e stabilisce la posizione degli edifici e delle infrastrutture,
mentre l’architetto costruisce lo spazio abitativo.
In Francia vi sono in quell’epoca innumerevoli idee, che tuttavia
vengono coltivate male, anche perché la scuola, rimasta legata ai
vecchi stili, si trova in contestazione fra il passato e il futuro.
E’ stato quindi necessario, prima di tutto, mettere in ordine le idee,
progettando, ideando e -di fatto- apportando nuove modalità di
costruzioni senza tuttavia improvvisarsi costruttori a tutti i costi.
In mezzo a questo marasma di idee dovranno uscire e risolvere il
problema gli architetti, che ormai sono diventati anche urbanisti.
L’ uomo è stato, per così dire, sorpreso e stenta ad accettare tutte le
innovazioni esplose in ogni campo, comprese quelle che si riferiscono
alle costruzioni.
3
Un elemento di particolare importanza risulterà il
cemento armato, che nel lasso di tempo di 40 anni invaderà e si
3
Nella tecnica delle costruzioni entrano prepotentemente l’acciaio e il cemento armato; le
fondamenta perimetrali lasciano il posto a nuove basi d’ appoggio: i plinti.
Le costruzioni, con questi plinti, possono essere aperte nella parte sottostante, oppure chiuse da
pareti non portanti, come il vetro.
I tetti di legno possono essere sostituiti da terrazze in cemento armato ed è a questo punto che in
America si verifica un forte aumento in altezza delle costruzioni e in 20 anni si passa da 100 a 300
metri e tutto questo in virtù del fatto che per l’ ossatura delle costruzioni si no acciaio e
calcestruzzo. La macchina, in questo contesto, esprime tutta se stessa ed è l’ artefice di una
rinascita architettonica supportata anche dai calcoli di resistenza e da una ventata di rinnovamento
estetico.
Siamo di fronte al secolo del ferro, vetro e acciaio: la biblioteca di Labrouste a Parigi, il vecchio
Bon Marché, il Printemps, il Samaritane; a Chicago, negli Stati Uniti, i grandi edifici Sullivan.
Sorgono ancora ponti che lasciano il fiato sospeso per la loro tecnica coraggiosa come il Garabit
di Eiffel, il ponte Washington a New York, il Golden Gate a San Francisco per citarne soltanto
alcuni.
14
affermerà in svariati tipi di costruzioni: dalle dighe alle case private e
ai condomini.
Ricercatori di tutto il mondo si incontrano per parlare degli stessi
problemi e si sviluppano, con grande rapidità, nuove tecniche
costruttive ferroviarie, navali, automobilistiche, ed aeronautiche.
La tecnica di costruire con cemento armato, ferro, acciaio, alluminio e
vetro è un trionfo di luminosità che i costruttori hanno sempre faticato
a raggiungere.
Queste caratteristiche costruttive di oggi danno, al primo impatto, un
senso di insicurezza sembrando poco robuste. Questo senso di
debolezza viene a sparire man mano l’occhio si abitua.
Un differente impiego viene poi dato al legno, che prima si usava
quasi soltanto per i tetti, mentre ora si adopera come rivestimento
interno in quanto dà una sensazione di comfort, mentre in precedenza
era solo appannaggio delle abitazioni dei ricchi
4
.
La legge che dà vita alle opere è l’ unità che si ritrova nella natura e
nell’ uomo. Perciò viene considerato anche tutto ciò che nelle città del
passato serviva per la difesa militare.
5
Viene generalmente considerata nel contesto entro cui ha operato Le
Corbusier attrezzatura quel complesso di strumenti d’abitazione che
servono all’ uomo per vivere in modo decoroso e in salute tanto da
favorire e facilitare l’esistenza sotto tutti i punti di vista (ad esempio
4
Il legno e i materiali inossidabili, come acciaio ed alluminio, associati ad una tecnica edilizia
rispettosa della privacy, possono essere usati per il benessere delle persone.
5
Col cambiamento delle armi offensive si andavano anche a modificare le costruzioni e si
passava da muraglie, bastioni e forti, a cortili chiusi collegati da stradine strette.
Con l’ avvento dell’ aereo, nella guerra del 1914, le mura delle città non avevano più ragione di
esistere in quanto non opponevano più alcuna difesa.
Oggi, l’ aereo è diventato il protagonista delle guerre recenti mentre potrebbe essere un mezzo
piacevole e veloce per i nostri spostamenti.
Si dovrà, in futuro, imporre il divieto di sorvolare la città, e questo,per l’ inquinamento acustico
che sta già disturbando notevolmente la vita dell’ uomo.
15
dare alla luce bimbi sani e, partendo da una buona istruzione, dare
inizio a un’ umanità civile, cosciente e rispettosa del prossimo).
6
Diventa di grande rilevanza considerare l’uomo all’interno
dell’ambiente che gli fa da cornice e che lo accompagna in tutte le
fasi della vita
7
.
Per quanto riguarda la circolazione orizzontale nasce la necessità di
separare, con due reti indipendenti, pedoni ed automobili. Nascono
quindi percorsi pedonali e la pista per le automobili o autostrada dove
si può sostare solo nelle aree prestabilite.
Fuori dalla città si incomincia ad avere bisogno di una certa
organizzazione delle strade. Nascono quindi due differenti tipologie:
la prima è l’ autostrada priva di incroci, sorvegliata, e la seconda, che
nasce in America, è la parkway
8
, molto gradevole anche questa senza
incroci diretti, ricca di soluzioni paesistiche, chiuse al traffico pesante
ed adibite solo al diporto e al turismo.
Sviluppando le città in altezza si riescono a condensare all’ interno di
questi complessi uno svariato numero di persone e di attività.
Le strade concepite per tranquilli spostamenti di uomini, cavalli e
buoi, sono ora fiancheggiate da grattacieli alti 2/300 metri con un
immenso caos diventando, a poco a poco, sempre più impraticabili e
la città sempre più invivibile.
6
I locali di una casa devono avere una giusta altezza, una giusta luminosità, un giusto
arieggiamento, una buona silenziosità, essere dotati di mobili comodi ed anche gradevoli alla
vista.
Sono considerati prolungamenti dell’ abitazione tutti quei servizi essenziali esterni alla casa che
ormai fanno parte intrinseca del buon vivere.
7
Dobbiamo imparare anche dalla natura quali sono i principi che governano le opere dell’ uomo.
Sole, spazio, verde, tranquillità assoluta, comodità ai massimi livelli, silenziosità; laboratori,
fabbriche, officine in città; unità di uffici, centro d’ affari negli stessi stabili; palestre, scuole, case
di riposo, caffè, ristoranti, negozi, tutto deve essere comodo nelle strade cittadine in mezzo alla
gente festosa.
8
Parkway è scienza del paesaggio con scarsissimo impatto ambientale mentre, ormai, tutte le
nostre città sono frenetiche, convulse, intasate, pericolose che si addentrano in immensi
agglomerati di calcestruzzo e di pietra.
16
Un altro aspetto emerge nella sua importanza in quel periodo: infatti
in America negli anni quaranta e cinquanta le costruzioni si
sviluppano in verticale e, di conseguenza, la tecnica dei trasporti in
verticale. Il Rockefeller Center, che è un complesso di grattacieli di
Newyork è dotato di 160 ascensori, ogni cabina percorre in un anno
1.200.000 km.
Questo risultato viene ottenuto in quanto questi ascensori sono sempre
efficientissimi e affidati a personale specializzato.
In mezzo a questa confusione si devono ricercare dei parametri in
base ai quali valutare la validità delle soluzioni.
9
9
L’ ASCORAL stabilisce che: l’ efficienza non deve essere valutata in relazione al denaro, bensì
all’ uomo inserito nel proprio ambiente… e tutto quello che facciamo deve essere proteso verso il
raggiungimento della migliore condizione di vita.
Passando a valutare la città industriale vediamo che da tumultuosa, convulsa, disordinata,
scomoda, pian piano, perde tutte queste negatività e diventa città lineare.
Il suolo viene utilizzato in modo equilibrato sia dall’ industria che dal mondo rurale. Il mondo
rurale produce e la città lineare e industriale trasforma i prodotti e le materie prime proprio dove si
trova l’ energia fatta dalla manodopera, dal vento e dai corsi d’ acqua.
Per millenni l’ uomo è stato legato alla velocità dei 4 km. e ora, ad un tratto, con l’ avvento del
vapore e poi dell’ elettricità, le industrie si mostrano in forte ripresa.
Con l’ avvento delle strade piane, lisce e dei motori, si passa a velocità di 50/100 km. ed è a
questo punto che i comuni si allargano e si fondono tra loro.
E’ questa una fase molto delicata della vita dell’uomo e mentre alcuni propenderebbero per un
ritorno al passato, altri, con mentalità più aperta, pensano ad un futuro migliore nella voglia di
cogliere pienamente questo naturale e armonico sviluppo degli eventi.
L’ evento che veramente ha trasformato radicalmente in modo sconvolgente la società, è la
macchina. ( Guidicini )
La Francia è l’ unico paese al mondo che ha progredito senza sobbalzi ed interruzioni per due
millenni e questo si vede dalla capacità costruttiva che impone all’ edilizia della civiltà meccanica,
la sicurezza di concezioni sane ed armoniose.
La Francia diventa un grande cantiere dove si costruisce di tutto da alloggi, fattorie, fabbriche,
chiese, porti, aeroporti, grandi svincoli autostradali e si costruisce con ogni mezzo che la tecnica
ha messo a disposizione: macchine, trasporti, industria e scienza.
Tutto dovrà essere conseguito con programmazione ed armonia in quanto, come abbiamo già
avuto modo di vedere, la Natura si ribella e ci costringe, volenti o nolenti, a rispettare l’ ordine
universale.
Con l’ avvento così prepotente della macchina, l’ uomo è stato sradicato dalla sua natura e
proiettato sempre più prepotentemente verso il futuro.
La dottrina dell’ Ascoral deve essere seguita da tutti coloro che operano nel campo dell’ edilizia
dai tecnici, architetti ed ingegneri, per guidare l’ urbanistica moderna nella giusta direzione della
storia contemporanea.
Si troveranno nella dottrina dell’ Ascoral, una raccolta di norme e di idee che serviranno a dare
ancora interesse per la vita sia agli anziani, che alle nuove generazioni, che troveranno la vera
gioia di vivere anche nel lavoro.
L’ Ascoral intende attirare l’ interesse di quelle fabbriche che costruivano armi e morte, alle nuove
tecniche delle costruzioni e di convertire i loro impianti.
L’ Ascoral si è assunta tale compito; é un programma molto ambizioso ma le soluzioni previste
sono perfettamente attuabili.
17
La città è di fatto il cuore dell’urbano, a cui si contrappone tutto ciò
che le è esterno: da qui si può comprendere quindi l’enorme
importanza di quei “segnali e simboli” che fungono da confine tra
queste due aree ben delimitate (mura, oltre che limiti stradali, stile
urbano solo per citare alcuni esempi). Il centro storico urbano,
contrariamente da quanto ha fatto Haussmann, viene difeso in quanto
viene considerato come un bene culturale, e soprattutto il simbolo
entro cui l’intera cittadinanza non può non far riferimento, in quanto
strettamente connessa con la sua propria identità.
Sono in proposito state applicate politiche di salvaguardia e recupero
dei centri storici in tutta Europa ma in modo particolare in Italia.
Può spesso capitare che la città si espanda comprendendo anche spazi
che mai le erano appartenuti: si parla quindi di espansione a macchia
d’ olio. Gli spazi “conquistati dalla città” implicano spesso sensazioni
di disordine, degrado, precarietà, ipervalutazione di ciò che avviene
nel presente tralasciando le prospettive future, comportando quindi
spesso un evidente richiamo alla categoria del disordine o a più
categorie di ordine ma che palesemente risultano in contrasto tra loro.
L’ Ascoral non è solo un insieme di norme tendenti a soddisfare i bisogni e le necessità degli
utenti, ma è un vero vademecum al saper vivere.
La sottosezione <<Attrezzatura>> studia tutti i problemi dell’ abitazione analizzando tutte le
soluzioni possibili formulando anche programmi da proporre alle industrie e ai costruttori.
Questo immane studio non ha la pretesa di risolvere tutte le problematiche che sorgono
continuamente in ogni campo, ma insegna a ragionare per ricavarle queste soluzioni.
Viene preparato un sommario di tutti i bisogni e le necessità, dai bisogni fisiologici, ai bisogni
materiali e a quelli psicologici, tenendo sempre in primo piano, il rispetto dell’ individuo.
La sezione COSTRUZIONE poggia su due pilastri molto importanti: conoscenza dei bisogni
dell’ uomo e la conoscenza delle possibilità della materia.
L’Ascoral passa ora ad analizzare l’ Industrializzazione, la Sanità ed il lavoro come ad esempio
l’Aricoltura e l’Industria mettendo a fuoco ed analizzando le innumerevoli funzioni umane e le
condizioni di lavoro.
Vengono analizzati i Rapporti tra lavoratore dell’ industria e lavoratore dei campi.
Infine, Le Corbusier si sofferma nelle ultime tre sezioni dell’Ascoral: la sesta il folclore, la
settima la Legislazione e Finanza e l’ ottava l’ Impresa.
L’ impresa è l’ esecutore dei lavori di costruzione e, a braccetto con le innumerevoli normative
dell’ Ascoral, deve dare suggerimenti e proporre le soluzioni ottimali ed orientare al meglio,
tenendo sempre in primo piano l’ impellente finalità di dare la gioia di vivere ad una società
ineluttabilmente meccanizzata.
18
I citati mutamenti coinvolgono in maniera diretta sia i contenuti della
vita urbana sia ciò che li racchiude ovvero i “contenitori” di
significato. Acquista un ruolo altamente simbolico il grattacielo: la sua
realizzazione implica un enorme miglioramento dell’impiego degli
spazi in quanto si slancia verso l’alto in senso verticale, oltre che ad
essere uno dei maggiori simboli della modernità urbana. Esso infatti si
erge alto nella sua fierezza e risulta un elemento altamente in vista nel
paesaggio urbano, tanto che nell’America del Nord risulta un
elemento base del tessuto urbano.
Il già citato grattacielo ad esempio, se da un lato risulta
economicamente vantaggioso, da un altro implica un forte dispendio
di energia elettrica e di forze da dedicare alla sua manutenzione.
Una tendenza mondiale che si sta riscontrando in questo ultimo secolo
e mezzo è quella della metropoli
10
, in grado di attirare e far ruotare
attorno a sé risorse umane, economiche, finanziarie, politiche e
amministrative. Essa può assumere molte facce, anche differenti e
contrastanti tra loro: da luogo amato può mutare a luogo temuto.
Infatti l’individuo può recepirla in un primo momento come un luogo
indicatore di stabilità ma successivamente se non è in grado di
socializzare e inserirsi nella comunità, può rapidamente passare a
luogo simbolo di instabilità (si pensi alla precarietà di servizi, lavoro,
assistenza, difficoltà di socializzazione che talvolta si riscontrano nelle
città).
10
Le radici etimologiche della parola metropoli derivano dal greco e letteralmente significano
“città madre”.
19
1.2.1 Aspetti caratterizzanti la città postmoderna
Finora sono state riportate le definizioni sociologiche di città date da
differenti sociologi. Ora verranno approfonditi alcuni aspetti
caratteristici della città postmoderna.
Confrontando alcune grosse città come New York, Los Angeles,
Tokyo e in parte anche Londra, con le nostre realtà italiane, notiamo
la grande differenza di architettura e di costruzioni.
In Italia l’idea di costruire grandi monumenti architettonici e
urbanistici moderni è poco gradita anche perché abbiamo una
minima quantità di costruzioni postmoderne rispetto ad altri paesi.
Sia gli amministratori che i progettisti mostrano un forte spirito
conservatore in quanto si pensa che i cittadini abbiano una certa
difficoltà a comprendere il “ nuovo ” e che siano tentati di ritirare il
consenso dato, anche attraverso i referendum.
La città italiana è ancora molto infatuata da spirito barocco e quindi
non viene sentita la necessità di queste strutture urbanistiche ed
architettoniche postmoderne.
Pur lentamente, per la resistenza delle norme e delle pratiche
consolidate, la nuova città italiana punta a trasformarsi in un
insieme di stili e di identità.
Questo avviene perché la società richiede accanto agli elementi
tradizionali, elementi nuovi come la bellezza e la sicurezza.
In conseguenza di ciò la progettazione inizia a tenere più in
considerazione le persone così come sono e non come dovrebbero
essere. Munford, innamorato della città fatta e nata per la gente, si
rende conto ormai che questo mito sta andando in crisi.
La gente sta scappando dalle città e crolla quindi quel processo di
urbanizzazione che era in atto, in forma irreversibile, da oltre 2 secoli.