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INTRODUZIONE
Amleto di William Shakespeare è uno dei grandi classici della letteratura mondiale di
tutti i tempi, punto obbligato di ogni programma scolastico di letteratura inglese e
spesso anche di letteratura in generale a livello secondario. Dal punto di vista delle
tematiche, della filosofia di fondo e della psicologia dei personaggi, l’opera è una
miniera di spunti dal valore universale e di grande attualità. Dal punto di vista teatrale
è un meccanismo di precisione assoluta e di grande nitore formale, tuttora
regolarmente messa in scena in tutto il mondo. La tragedia ha ispirato non solo la
letteratura, ma l’arte figurativa, ha rivissuto nella forma di innumerevoli adattamenti
cinematografici, parodie e riscritture, e ha provocato veri e propri spin-offs
postmoderni che sono diventati a loro volta punti di riferimento della storia della
letteratura.
Il World Wide Web, o più semplicemente il “web”, è il medium di comunicazione che
ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere negli ultimi anni. Con esso, dal
punto di vista pedagogico e didattico si sono trasformate prassi, tempi e modalità
della comunicazione, della ricerca delle informazioni e dello studio in generale.
Nell’ambito della glottodidattica, in particolare, sono proliferati numerosi percorsi
web-based che hanno moltiplicato in modo spettacolare le possibilità del Computer
Aided Language Learning (Apprendimento delle Lingue Aiutato dal Computer o più
brevemente CALL) e reso sempre più integrata la funzione del computer nello studio
delle lingue.
Quando in uno dei primi colloqui con il tutor accogliente mi è stato proposto di
realizzare un progetto didattico su Amleto, mi sono subito messo all’opera per
presentare l’opera in modo stimolante e innovativo: i miei interessi personali e il mio
percorso professionale mi hanno portato subito verso il web, per poi scegliere la
strada del webquest, attività che fino a quel momento avevo conosciuto solo
indirettamente attraverso i corsi SSIS di ESP
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e di Nuove Tecnologie.
Lo strano matrimonio tra Amleto e il web è apparso tale solo in principio, perché con
il proseguire della preparazione e realizzazione dell’attività, mi sono accorto di
quanto potesse essere ottenuto da una trattazione web-based dell’opera: la quantità di
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English for Specific Purposes.
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informazioni disponibili è un dato evidente per chiunque, ma lo è meno la qualità.
Attraverso questo percorso ho infatti potuto collegare Amleto a una serie di risorse
multimediali impossibili da trovare altrove: interviste audio/video con compagnie
teatrali britanniche, spezzoni dei più celebri adattamenti cinematografici,
cortometraggi realizzati come progetti scolastici in scuole di cinema statunitensi,
parodie e riscritture, tutto presente e liberamente consultabile in quella immensa
biblioteca virtuale che è il web.
Con l’utilizzo ragionato di questo tipo di materiale ho potuto realizzare un’attività
che fosse la dimostrazione della tesi secondo la quale un’opera letteraria davvero
grande non finisce mai di comunicare qualcosa al lettore, al di là dello spazio e del
tempo. Quello che conta è la messa a fuoco, il modo in cui il lettore si avvicina
all’opera perché questa lo possa catturare e coinvolgere nella sua bellezza e nelle sue
dinamiche. Per coinvolgere in questo processo i lettori di una classe del triennio del
liceo scientifico dell’Italia di oggi, ho scelto le vie del web e del lavoro di gruppo.
Questa tesi cercherà di raccontare il mio progetto e il suo esito, a partire dalla sua
genesi teorica per poi passare alla sua effettiva realizzazione e ad alcune riflessioni
sul suo esito.
Nel primo capitolo della mia trattazione, mi concentrerò sul ruolo centrale che
Internet, in particolare il web, ha avuto, ha ed avrà, in ambito didattico, e
specialmente in quello della glottodidattica. In seguito, mi concentrerò sulla visione
di Internet (del web) come ideale ambiente di apprendimento costruttivista e ideale
terreno di coltura per esperienze di collaborative learning e ricerca-azione, per poi
entrare nel merito dell’attività al centro del mio progetto didattico di tirocinio: il
webquest. Questo percorso sarà presentato a partire dalle sue origini e verranno
presentate le sue caratteristiche costitutive e il suo valore nell’ambito delle premesse
metodologiche esposte in precedenza. Si tratterà anche degli aspetti tecnici legati alla
preparazione del più idoneo supporto informatico e alla sua fruibilità
Il secondo capitolo presenterà approfonditamente il mio intervento nella scuola di
accoglienza: dopo aver definito il contesto del mio intervento, tratterò la genesi, la
preparazione, e l’allineamento del progetto al programma del tutor. Passerò quindi ad
evidenziare le peculiarità del mio progetto e di quella che ho definito “la mia via al
webquest”. L’ultima parte del capitolo presenterà l’esecuzione del progetto lezione
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per lezione, dal momento di presentazione globale fino al momento della valutazione
sommativa finale.
Il terzo ed ultimo capitolo conterrà le mie riflessioni sul progetto e sui suoi esiti e
tratteggerà possibili espansioni, diramazioni e varianti dell’attività. Concluderò
riportando il feedback raccolto dalla classe.
L’ampia sezione di allegati, a cui si rimanderà più volte nel corso della trattazione,
conterrà una versione stampata delle principali pagine web dell’attività, selezioni
dagli elaborati finali e copia del materiale fotocopiato consegnato alla classe.
Il CD-ROM allegato alla tesi conterrà infine la versione completa del webquest,
riproducibile nella sua struttura base anche offline, le versioni complete con tanto di
contributi audio e video degli elaborati finali della classe e alcuni altri esempi di altri
webquests che ho realizzato basandomi sullo stesso modello nel corso del
proseguimento del mio percorso di specializzazione e della mia attività didattica.
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CAPITOLO I
PREMESSE METODOLOGICHE
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1. Internet, didattica e glottodidattica
La rivoluzione informatica degli ultimi anni ha cambiato profondamente le nostre
abitudini e soprattutto ha contribuito a plasmare una generazione di giovani che
hanno trovato nella tecnologia un naturale proseguimento della loro corporeità e
intellettualità. Si è parlato di Google generation
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per indicare la prima generazione di
ragazzi e ragazze “nati integrati” con il web e le ICT in generale. Lo scrittore
Alessandro Baricco li ha definiti come menti anfibie in grado di “respirare con le
branchie di Google” e di lavorare, come i PC, in “multitasking”
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. Chi si occupa di
educazione ed istruzione, in particolare, non può ignorare il fatto che l’accesso alla
Rete ha radicalmente modificato il concetto di cultura e della sua trasmissione, ha
moltiplicato le occasioni di formazione, ed ha aperto le frontiere del sapere ai suoi
navigatori, configurandosi quindi come una vera e propria agenzia educativa che,
intenzionalmente e non intenzionalmente, offre informazioni, documenti, risorse
utilizzabili per una molteplicità di scopi
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.
Queste implicazioni ad ampio respiro valgono più che mai anche per il campo della
glottodidattica. L’utilizzo del computer nell’ambito dell’insegnamento delle lingue,
partendo da un primo sfruttamento di matrice comportamentista e ristretto, era già
passato a un approccio più aperto e interattivo con l’entrata in scena della
multimedialità nei primi anni ‘90, e oggi ha raggiunto, o sta raggiungendo, una fase
che gli studiosi hanno chiamato integrativa o integrata, in cui gli strumenti offerti
dalle nuove tecnologie da utili accessori diventano parte integrante del processo di
insegnamento/apprendimento
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. Tuttavia, nella prassi della glottodidattica
l’introduzione di nuove tecnologie è stata contraddistinta spesso da atteggiamenti di
indiscriminato entusiasmo o di ricerca della panacea piuttosto che dalla riflessione
2
Cfr. CIBER, ‘Information behaviour of the researcher of the future’, CIBER Briefing Paper, London, University
College London, 2008
3
BARICCO, A., I barbari. Saggi sulla mutazione, Roma, Fandango, 2006, p. 98 “Il multitasking. Sapete cos’è? … nella
sua accezione più ampia definisce il fenomeno per cui vostro figlio, giocando al Game Boy, mangia la frittata, telefona
alla nonna, segue un cartone alla televisione, e fischietta il motivetto Vodafone. Tra qualche anno si trasformerà in
questo: fa i compiti mentre chatta al computer, sente l'iPod, manda sms, cerca in Google l'indirizzo di una pizzeria e
palleggia con una palletta di gomma. Le università americane sono piene di studiosi che stanno cercando di capire se
sono dei geni o dei fessi che si stanno bruciando il cervello. Non sono ancora arrivati a una risposta precisa.”
4
PACETTI, E., ‘Navigare negli archivi della rete’ in GUERRA, L. (a cura di), Educazione e tecnologie: i nuovi strumenti
della mediazione didattica, Azzano San Paolo, Junior, 2002, p. 223.
5
DAVIES, G., ‘Computer Assisted Language Learning: Where are we now and where are we going?’ su
http://www.camsoftpartners.co.uk/docs/UCALL_Keynote.htm, 2007, ultimo accesso 29 aprile 2009.
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critica e teorica sulle reali possibilità offerte dai nuovi mezzi
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. Seppure, a un primo
sguardo, i vantaggi offerti dall’uso del web in un corso di lingue, potrebbero
facilmente apparire come un’inesauribile fonte di spunti e possibilità, non si deve
dimenticare che, senza una seria conoscenza, una certa esperienza e un valido
allenamento, le potenzialità del web rischiano di rimanere inespresse o addirittura
risultare nocive all’apprendimento.
2.iVantaggi dell’uso del web nella glottodidattica
Se il computer è una macchina, quindi uno dei tanti strumenti tecnologici che
possono integrare un’azione didattica, Internet è molto di più, è il cyberspazio: un
ambiente di lavoro, di studio, di vita, uno spazio virtuale per le relazioni e per il
tempo libero; su Internet si possono cercare informazioni virtualmente su qualsiasi
cosa, si può comprare e vendere, si può ascoltare musica, guardare film e programmi
televisivi, comunicare in tempo reale con amici in tutto il mondo, condividere
fotografie e filmati, giocare, studiare, fino a vivere una Seconda Vita
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…
Come detto, le mille potenzialità di Internet si possono tradurre in elementi di
grandissima utilità per la glottodidattica. In questa trattazione mi concentrerò
primariamente su quella parte della Rete che di solito, metonimicamente, viene
imprecisamente identificata con Internet stessa, cioè il World Wide Web, o, più
semplicemente, il “web”. Quest’ultimo si può definire come il servizio di ricerca e
condivisione di dati e informazioni, consultabile attraverso appositi programmi,
chiamati browsers, formato da un insieme di ipertesti noti come pagine web
pubblicati su reti interconnesse
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di computers.
Caratteristiche basilari del web, oltre all’ipertestualità, sono la multimedialità e la
multimodalità: in ambito didattico la variabilità dei canali di comunicazione utilizzati
e la loro inestricabile integrazione permette una fruibilità a più livelli, che può agire
con successo sulle varie intelligenze e in accordo con i diversi stili cognitivi e di
6
VERGARO, C., ‘Nuove tecnologie e didattica delle lingue’ in SERRA BORNETO, C. (a cura di), C'era una volta il metodo
: tendenze attuali nella didattica delle lingue straniere, Roma, Carocci, 2005, p. 305.
7
Il riferimento è al celebre mondo virtuale multiutente Second Life, online su www.secondlife.com.
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“InterNet” sta per “Interconnected Networks”.