2
porta a far assumere alle imprese comportamenti proattivi, volti a
rigenerare continuamente le determinanti del vantaggio
concorrenziale.
Tra le varie strategie proattive a disposizione delle imprese, le
politiche innovative rappresentano sicuramente una delle manovre più
efficaci.
Il presente lavoro si articola in tre capitoli; nel primo capitolo si è
proceduto ad un esame teorico del concetto di innovazione,
focalizzando l’attenzione sulla gestione del processo innovativo ,
articolandosi nelle sue manifestazioni di generazione, valutazione e
diffusione.
Nel secondo capitolo, l’attenzione si è spostata sull’analisi delle
operazioni relative allo sviluppo e al lancio del prodotto; vale a dire
ogni azione che l’impresa, nel predisporre lo sviluppo di un nuovo
prodotto deve attuare, sia in riferimento alla definizione del marketing
mix, sia alla scelta dei metodi più efficaci che consentono all’impresa
di comunicare il prodotto.
L’ultimo capitolo, invece, si propone , tramite un caso reale, lo studio
dei processi di sviluppo di un nuovo prodotto di una grande impresa
italiana.
3
Trattasi del gruppo Fiat che, attraverso il lancio della nuova Fiat 500,
ha attuato non solo un’innovazione di prodotto ma è riuscita a creare
un mondo intero intorno all’evento tenutosi per il lancio della nuova
utilitaria.
4
CAPITOLO I:
Impresa e innovazione di prodotto
1.1 Premessa
Il processo di sviluppo di un nuovo prodotto rappresenta l’insieme di
attività che un’impresa pone in essere al fine di tradurre un’idea
originale di prodotto in un bene che possa essere commercializzato.
La generazione di un’innovazione consiste, pertanto - secondo le
definizioni più condivise
1
-, nell’utilizzo di nuova conoscenza o
nell’utilizzo originale della competenza esistente al fine di offrire un
prodotto o servizio le cui nuove caratteristiche o il cui miglioramento
prestazionale siano capaci di soddisfare meglio le aspettative del
cliente.
Il grado di novità e di sofisticazione tecnica rappresenta solo una
condizione sufficiente perché una innovazione abbia successo, e
quindi si traduca effettivamente in opportunità di profitto per
l’innovatore.
È invece necessario che l’innovazione rappresenti una risposta (
giudicata conveniente dai potenziali acquirenti/utilizzatori) ad un
1
E. BAGLIERI Dall’idea al valore, Milano, 2002, ETAS
5
bisogno insoddisfatto o una risposta migliore (rispetto alle alternative
disponibili) ad un bisogno già soddisfatto.
La tecnologia non è dunque l’unica determinante dello sviluppo di
innovazioni: essa fornisce un supporto fondamentale, potremmo dire
che rappresenta l’inner core dello sviluppo innovativo ma per tradursi
in vantaggio competitivo deve essere sempre intimamente connessa
alla ricerca di un potenziale applicativo sfruttabile economicamente.
1.2 Diverse tipologie di innovazione
Il tema dell’innovazione di prodotto non può essere considerato solo
come un problema tecnologico dell’impresa, ma deve essere inserito
in un contesto più ampio, che tenga conto dell’importanza dei fattori
maggiormente connessi alla capacità di gestione del rapporto con il
mercato di sbocco.
In quest’ottica,è possibile individuare diverse tipologie di
innovazione
2
, secondo il grado di novità rispetto alle conoscenze –
tecnologiche e di mercato – dell’impresa:
ξ innovazioni incrementali, ossia “rafforzamenti” delle
conoscenze tecnologiche e dei legami di mercato che hanno
2
N. BURATTI, Lo sviluppo di nuovi prodotti, Torino,2000, GIAPPICHELLI.
6
effetti singolarmente poco visibili, mentre se cumulati notevoli
sono le conseguenze sulla performance e sul costo dei prodotti;
ξ creazioni di nicchia, ovvero individuazione di un nuovo
segmento di mercato (cambiamento delle competenze
commerciali) da soddisfare utilizzando la base tecnologica
esistente sviluppando miglioramenti incrementali del processo
produttivo e/o mutamenti del prodotto;
ξ innovazioni rivoluzionarie, ossia con una nuova tecnologia si
soddisfano i clienti esistenti negli attuali mercati, con impatto
sul processo produttivo che può essere dirompente, ma che
trova la sua ragion d’essere solo se l’innovazione tecnologica è
collegata ai bisogni di mercato;
ξ innovazioni architetturali, che si realizzano in corrispondenza
di un mutamento radicale delle competenze sia tecnologiche che
di mercato. Questo tipo di innovazioni comporta modifiche
rilevanti dal punto di vista competitivo(si modificano i confini
del settore, con una nuova struttura dell’offerta e nuovi mercati;
Lo schema qui sotto rappresenta le varie classificazioni come sopra
detto.
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Conoscenze tecnologiche
Rafforzate Superate
Superate INNOVAZIONI INNOVAZIONI
Conoscenze
CREATRICI DI
NICCHIA ARCHITETTURALI
di mercato INNOVAZIONI INNOVAZIONI
Rafforzate INCREMENTALI RIVOLUZIONARIE
Questa distinzione ci introduce ad alcuni aspetti essenziali ai fini
dell’analisi del processo di sviluppo di nuovi prodotti; ciascuna
tipologia di innovazione comporta infatti per l’impresa un diverso
grado di rischio: il rischio (tecnologico e di mercato) sarà massimo nel
caso di innovazioni che modificano radicalmente le conoscenze
possedute dall’impresa; minimo nel caso opposto.
Ma c’è un altro tipo di rischio che va considerato: non è difficile
comprendere come il rischio strategico per l’impresa cresca man mano
che la stessa si avventura su terreni nuovi, anche se è sempre bene
distinguere tra prodotto “nuovo per il mondo” e prodotto “nuovo per
8
l’impresa”, dato che la maggior parte delle innovazioni è di fatto
costituita da estensioni o modifiche di prodotti esistenti, mentre solo
una frazione minima è rappresentata da beni o servizi che compaiono
per la prima volta ed in assoluto sul mercato.
3
L’esistenza di diversi livelli di rischio è un fattore che influenza il
processo di sviluppo del nuovo prodotto, determinandone la
complessità: in corrispondenza di innovazioni che comportano
l’allontanamento dalla base di conoscenze dell’impresa (e quindi sono
caratterizzate da elevata incertezza) sarà necessario effettuare un
maggior numero di valutazioni del potenziale economico
dell’innovazione e del grado di accettabilità del nuovo prodotto, con
una maggiore enfasi sulle attività di monitoraggio esterno.
Anche sul fronte interno della gestione dei gruppi di lavoro impegnati
nella realizzazione del progetto, saranno necessari meccanismi di
comunicazione in grado di favorire processi di generazione di nuova
conoscenza, infine potrebbe essere necessario ricorrere ad apporti
esterni, per ridurre il gap fra le conoscenze possedute e quelle
necessarie per realizzare il nuovo prodotto, estendendo cosi il gruppo
di lavoro oltre i confini aziendali.
3
N. BURATTI, Lo sviluppo di nuovi prodotti, op.cit.
9
1.3 Il processo per l’innovazione: lo sviluppo di nuovi
prodotti come attività manageriale
Come viene evidenziato da numerosi studi, l’individuo creativo deve
essere sempre alla base dello sviluppo di innovazioni, ma ciò da solo
non è sufficiente.
L’innovazione è infatti una attività caratterizzata da incertezza e che
comporta rischi talvolta elevati: per questo motivo richiede un
approccio sistematico ed organizzato.
I temi della creatività e del controllo del rischio sono presenti, seppure
con enfasi diversa, nei vari modelli che sono stati proposti dagli
studiosi per fornire una cornice interpretativa entro la quale indirizzare
gli sforzi di innovazione delle imprese con rilevanti probabilità di
successo.
Dal punto di vista manageriale, il processo di sviluppo di nuovi
prodotti può essere interpretato secondo due prospettive:
ξ come attività di problem solving;
ξ come attività di generazione e uso di conoscenza.
4
4
E.P. WARD, La pianificazione dei prodotti, Franco Angeli, Milano.
10
1.4 Lo sviluppo di nuovi prodotti come attività di problem
solving
Punto di partenza di questa impostazione è il riconoscimento che gli
individui operano in condizioni di razionalità limitata: il loro
comportamento sarà quindi orientato alla ricerca di soluzioni
soddisfacenti, ossia tali da appagarne le aspirazioni, pur non
ottimizzandole.
Ciò implica che le decisioni siano il risultato di un processo
sequenziale caratterizzato dalla individuazione del problema, dalla
ricerca di nuove soluzioni, dalla valutazione delle alternative e dalla
selezione di quella ritenuta più soddisfacente, per impiegarla
nuovamente in situazioni analoghe.
In quest’ottica, lo sviluppo di nuovi prodotti viene inteso come una
sequenza di decisioni; ad ogni stadio si cercherà la soluzione più
soddisfacente, che consente il passaggio allo stadio successivo.
Il problema viene, quindi, suddiviso nei suoi elementi essenziali; ciò
consente anche di ridurre l’incertezza, attraverso un processo graduale
di ricerca della soluzione ritenuta migliore dato il problema di
partenza e le informazioni utilizzabili, ad ogni stadio, per risolverlo. Il
risultato finale è dato dalla somma delle parti: e sarà soddisfacente
11
nella misura in cui ciascuno stadio intermedio avrà soddisfatto i
requisiti di “ottimizzazione” parziale.
1.5 Lo sviluppo di nuovi prodotti come attività di
generazione ed uso di conoscenza
A partire dalla seconda metà degli anni ’80 e per tutto il decennio
successivo, si è sviluppato un filone di studi inquadrabili nella
prospettiva del knowledge management.
5
Le mutate condizioni del contesto competitivo e l’aumento della
complessità organizzativa nella grande impresa manageriale hanno
messo in luce i limiti dell’approccio “razionalista” allo sviluppo di
nuovi prodotti, sottolineando l’importanza di considerare
l’innovazione come un processo di generazione, uso e diffusione della
conoscenza.
In questa prospettiva, vengono enfatizzati i processi di apprendimento
organizzativo, quale elemento determinante nello sfruttamento della
conoscenza ai fini competitivi; si sottolinea il ruolo della
sperimentazione, della ricerca non vincolata, dell’errore come
possibili fonti di innovazione e si evidenzia la necessità di predisporre,
all’interno dell’impresa, meccanismi organizzativi in grado di favorire
5
C. MAURI, Product & Brand management, EGEA.
12
l’integrazione tra i diversi tipi di conoscenze necessarie alla
realizzazione dell’innovazione.
I principali riflessi sullo sviluppo di nuovi prodotti riguardano la
strutturazione del processo e l’organizzazione del team ad esso
dedicato: il processo non può più essere considerato come una
sequenza di fasi separate la cui responsabilità viene assegnata, di volta
in volta, ad una specifica funzione aziendale, ma deve garantire la
ridondanza e la varietà informativa.
6
La responsabilità del progetto viene affidata ad un team che opera
secondo i principi di autonomia organizzativa: lo scopo è di liberare la
creatività individuale e di gruppo, fornendo indicazioni ambigue sulla
direzione da seguire e lasciando ampi margini sulla scelta delle
modalità con cui concretizzare tali indicazioni in nuove idee di
prodotto.
Inoltre assumono grande rilevanza le interazioni che il team stabilisce
ed è in grado di sfruttare positivamente con l’ambiente esterno: il
processo perde i caratteri di precisa strutturazione e delimitazione
entro i confini dell’azienda innovatrice; assume maggiore flessibilità e
si estende oltre i confini aziendali.
6
URBAN, HAUSER, Design e marketing dei nuovi prodotti, ISEDI
13
1.6 Scelte di timing
Le diverse tipologie di innovazione rappresentano l’obiettivo di una
politica deliberata di mantenimento e accrescimento della posizione
competitiva e in definitiva del valore del capitale economico
dell’impresa.
7
L’impresa deve cioè compiere uno sforzo di
pianificazione strategica circa gli “oggetti” con i quali vuole
presentarsi sul mercato ed effettuare una proposizione di valore per il
cliente. Il perseguimento dell’innovatività confida in primo luogo sul
concetto della pianificazione dei risultati e quindi dell’innovazione.
Una fondamentale dimensione della pianificazione è il timing, termine
anglosassone che indica le decisioni in materia di tempo assegnato o
atteso per la realizzazione di un’attività e la manifestazione di un
evento a questa correlato.
Mai quanto negli ultimi anni il timing è diventato un fattore di
competitività, ma in molti casi esso non ha rappresentato una strategia
vera e propria, ma più semplicemente una scelta obbligata e una
modalità di reazione a comportamenti diffusi e non influenzabili
direttamente.
La conseguenza della rincorsa alla compressione dei tempi di sviluppo
del nuovo prodotto è stato un massiccio utilizzo di tecnologie
7
E. BAGLIERI, Dall’idea al valore, op. cit.
14
informatiche e della comunicazione e un deciso orientamento
all’esternalizzazione delle attività di ricerca e di sviluppo, prima con
la cessione a terzi di attività marginali e poi, spesso per effetto delle
emergenze quotidiane, incautamente di porzioni preziose del
patrimonio tecnologico.
8
Gli effetti più evidenti sono stati l’impoverimento delle competenze
tecnologiche specifiche di numerose imprese e la loro incapacità di
sostenere la posizione competitiva. A parità di tempo di sviluppo del
nuovo prodotto, beneficiano infatti del vantaggio competitivo che
l’innovazione produce solo se le imprese che configurano un sistema
equilibrato di processi, competenze e risorse e si distinguono per una
strategia chiara di sviluppo del nuovo prodotto.
8
W. SCOTT, Il piano di marketing, Milano, ALAN, COOPER.
15
1.7 La propensione all’innovazione
La propensione all’innovazione è, di fatto, una declinazione della
propensione al rischio d’impresa. L’innovazione è, infatti, per
definizione un fenomeno rischioso che richiede risorse e investimenti,
il cui rendimento atteso sarà evidentemente correlato alla rischiosità
del progetto di nuovo prodotto, sotto il profilo tecnologico e di
mercato.
Mutuando la classificazione delle strategie di innovazione proposta da
Freeman e Soete, si possono identificare cinque principali categorie di
propensione all’innovazione:
9
ξ propensione offensiva;
ξ propensione difensiva;
ξ propensione imitativa;
ξ propensione ipotattica;
ξ propensione conservativa.
La propensione offensiva consiste nel perseguimento di politiche di
sviluppo della tecnologia e del prodotto finalizzate alla supremazia
rispetto alla concorrenza attraverso l’innovazione del prodotto. I
requisiti principali della strategia offensiva, che Ansoff e Stewart
9
HALL, Come lanciare un nuovo prodotto, Milano, 1993.