propria definizione spostarsi tra border e border come un pesce che scorra
liberamente nel fiume che passa in mezzo ai due stati. Questo avveniva
mentre King era impegnato nella stesura finale del suo ultimo libro
pubblicato, che era ambientato proprio al confine tra i due stati. Credo per�
che King sia Canadese non solo per questo motivo.
I contrasti che egli riproduce nei suoi scritti tra Canadesi e Americani, ci
mostrano come l�autore distingua le due culture e lo stesso fatto che egli
continui a ritenere l�Alberta sua homeland, sua patria immaginaria, ma non
troppo, ci fa capire l�autore sia partecipe di pi� realt� letterarie. Mi ero
ripromesso di non azzardarmi, ma l�esempio � per me di vitale importanza.
Fernando Nogueira Pessoa (1888-1935), visse nove anni nella colonia del
Natal. L�autore di lingua Portoghese apprese, certo in giovanissima et�, la
lingua Inglese come la propria, ma in forma e maturit� diversa, dato che nei
suoi appunti pi� privati egli utilizzava questa lingua. Fernando Pessoa �
stato forse il pi� grande creatore di Eteronimi, ovvero di personalit�
letterarie staccatesi dall�autore e virtualmente partecipi di una vita e storia
propria. Pessoa non ambient� mai nulla nel Natal, ma della cultura
Britannica del Sudafrica fu contagiato a tal punto da creare personalit� che
si esprimevano in Inglese, e come ortonimo, ovvero come Fernando Pessoa
medesimo, cre� una sequenza di Sonetti Shakesperiani che egli tent� di
pubblicare mentre ancora era in vita. Thomas King, non ha creato eteronimi
nel senso pieno del termine, ma ha in qualche modo toccato e perfezionato
questo tema attraverso il processo di reinvenzione e renaming. Sin
dall�esordio di Green Grass, Running Water, King dichiara un processo di
Story Telling in corso, e lo fa attraverso The Lone Ranger, Ishmael,
Robinson Crusoe, Hawkeye. Costoro sono nomi, che si riferiscono a
personaggi veri o letterari del romanzo americano e anglosassone. King
svuota il contenuto di queste figure che rappresentano una cultura e mette
loro in bocca parole nella lingua Cherokee, parole delle quali i �veri� Lone
Ranger, Hawkeye, Robinson Crusoe, Ishmael, non potrebbero conoscere il
significato, cos� come l�autore, il quale di Cherokee ha solo il DNA, mentre
la sua cultura Native di adozione � Blackfoot. Ma come King stesso ha pi�
volte ribadito, la difficolt� maggiore che ha dovuto affrontare nella
narrazione, nello Story-telling, � rappresentata dal ritmo, un ritmo che egli
non riusciva a trovare quando dovette scrivere sull�argomento per la tesi
del suo P.h.D. Dunque questa storia presenta continui avvii e continue
battute d�arresto; continui tentativi di definizione di un�unica storia
genetica del mondo, e altrettante smentite.
Quando l�autore fa si che il contenente e il contenuto siano gli stessi in
realt� non inventa nulla di nuovo. Kroetsch aveva gi� sceverato a lungo il
problema. Quando King usa un nome esso � contenitore e contenuto.
Coyote, � un personaggio che si chiama Coyote, ma � anche il trickster che
si presenta agli occhi degli altri personaggi come il Coyote o come un
semplice cane giallo (cane che presso i Native � comunque ambivalente,
seppur non divino, perch� il suo utilizzo, almeno secondo i Sioux, non �
stato frutto di una visione)
2
.
Coyote � per� a un livello pi� allargato uno dei tre self, una delle tre
dimensioni psicologiche dell�Io del narratore omniscente. I, � Io, il
personaggio narratore, ma � anche I-Io, ovvero l�autore Thomas King, che
a tratti prende in mano il testimone della narrazione. I � la parte pi�
dinamica del self, � il contenitore di tutte le parti del self. King attua questa
tecnica per tutti i suoi personaggi. Ma non era forse presente una dinamica
simile, sebbene pi� incentrata nel definire il self dell�autore, in Leaves of
Grass?
�A child said What is the grass? Fetching it to me with full hands; How
could I answer the child? I do not kow what it is anymore than he. I guess it
2
Delia Guasco, Una Storia Degli indiani del Nord America, Demetra, 1999.
must be the flag of my disposition, out of hopeful green stuff woven.
3
� La
bandiera che � il simbolo di tutte le speranze, una bandiera fatta di tessuto
vivo, di esperienza in progress, si ricollega molto alla tematica del viaggio
dell� �I�; l�uomo Lionel, l�uomo Eli, l�uomo Sifton, sono echi di personaggi
esistiti che hanno dato a King suggerimento per la ri-creazione di tanti
�Peter Guy
4
�, che possono venire interpretati come ricerca psicologica
dell�autore sui propri �I�, sui propri self, e alla maniera di Kroetsch la
continua ricerca di {Una <<opera aperta>>, la quale presuppone un
unico personaggio centrale-l’autore stesso- che avvia il suo confronto con
il mondo per cercare di dominare il caos che lo governa e che, di volta in
volta, in maniera paradigmatica, si moltiplica in una sequenza di caratteri,
in altrettante personificazioni delle contraddizioni che accompagnano la
ricerca della conoscenza e della verità. Momenti di morte e di catarsi
dell’io lungo la strada che conduce alla ricomposizione dell’unità
originaria.
5
}
Forse, diversamente da Kroetsch, King non cerca la ricomposizione
originaria, ma come Pessoa e sopratutto come il Trickster, egli cerca la
frammentazione finale, che con l�apocalisse dia origine a una
frammentazione originaria che poi forse dar� vita ad altri universi paralleli,
ognuno dei quali insito in un frammento, in una stanza, a sua volta
contenuta nelle altre stanze infinite. Parrebbe un gioco di specchi, ma chi
come George Luis Borges, si trovava meglio negli scritti pi� corti, che non
ponessero la parola fine e al creato, e alla stessa discussione letteraria
diacronica, invent� con The God of Labyrinth non soltanto un titolo per un
romanzo non scritto, contenitore per migliaia di stanze virtuali di Infiniti
argomenti non-finiti, ma anche un modo di esulare dai canoni di spazio,
3
Walt Whitman, Leaves of Grass, 1855, �Song To Myself-VI.
4
Robert Kroetsch, But We are Exiles, 1965.
5
Alessandro Gebbia, �Aspetti della narrativa di Robert Kroetsch,� in Canada Ieri e Oggi, marzo
1985.pp73-86.
tempo, contenuto, presenti nella narrativa occidentale. Cos� King prende i
nomi contenitori e con un processo circolare, vi ricollega la storia
decostruita e riletta della mitologia Native, la ri-crea facendo indossare la
maschera del The Lone Ranger alla sua First Woman; ma King fotografo
far� indossare la maschera di The Lone Ranger alla maggior parte dei
soggetti Native del suo album fotografico in bianco e nero chiamato Ten
Little Indians. Ci troviamo di fronte a un autore enciclopedico che ha
ricreato su carta la sua memoria a breve e a lungo termine, miscela
involontaria di cultura Nordamericana e Native.
King � perci� un mediatore culturale che si stacca dalla corrente degli
scrittori Native tradizionalisti anche per la sua apparente equidistanza con i
personaggi; o meglio, l�equidistanza del Narratore Onniscente, i due I,
svelati dall�uso volta per volta della terza persona singolare e della
seconda, e il Coyote. Certo, essendo venuto a conoscenza delle vicende
della vita dell�autore, seppur involontariamente compio delle associazioni
di idee tra il modo di ritrarre il personaggio maschile, la sua quasi completa
de-responsabilizzazione in tutte quelle cose che hanno a che fare con la
creazione di una nuova vita, e il vissuto personale dell�autore. Nessuno dei
personaggi di King ha in s� elementi soltanto positivi o negativi.
Troviamo forse un p� di Lionel in Charlie e di Charlie in Bill Bursum; e
questo, mi si consenta di affermare che accadde anche negli eteronimi
pessoani, i quali, seppur di nascita e cultura virtuale uno diverso dall�altro
poi convergevano su alcune caratteristiche psicologiche; ma non per forza
ci� era conseguente al fatto che la matrice era Fernando Pessoa Lui-
medesimo. Potrebbe essere anche una conseguenza naturale dell�essere
appartenenti alla stessa epoca storica o al fatto che ogni uomo trova
convergenze con altre persone,o forse l�opera letteraria, cos� prodotta, sotto
forma di autore letterario virtuale, non si stacca completamente dal cordone
ombelicale del suo ceratore.
E cos� il gioco della realt� virtuale prosegue e confonde le acque, finch�
l�autore, la matrice, muore, ma i suoi personaggi contenitori verranno presi
da altri autori che useranno i loro nomi e in parte le loro personalit�
letterarie per creare nuove letterature, nuovi sogni.
.....Trickster Shaping The World.....
Il Trickster che d forma al mondo
1.1. Coyote: Creatore-pasticcione o eroe culturale?
Nelle civilt� dove gli dei portano lo stesso nome delle cose, e dove la
materia stessa delle cose � divina, il ruolo del Trickster ha presentato pi� o
meno le stesse caratteristiche psicologiche che ne hanno fatto un vero e
proprio modello comportamentale. Basti pensare a quanto possa apparire
distante la civilt� Norrena precristiana dalla civilt� dei Comanche o dei
Cherokee, ma quanto possa sembrare affine il dio Loki del pantheon
nordico al nostro Coyote. Loki, figlio di una gigantessa e di un dio
rappresenta la commistione fra �Good� and �Evil.� Ma Loki � solo uno dei
molteplici Trickster che popolano la storia della mitologia europea;
ricordiamo Hermes, Puck, la volpe Reynard. E. Adamson Hoebel riteneva
che il Coyote fosse un �Convertitore di Culture.�
6
Il lupo viene invece
considerato dai Comanches come creatore benefico, ma non intellegibile
agli umani. Il Coyote, per i Comanches distrugge la perfezione creatrice del
dio Lupo, e perci� si configura come suo oppositore. I miti legati al
trickster sono stati meglio preservati nelle trib� delle praterie, e in quelle
della costa nord che si affaccia sull�Oceano Pacifico, dove per� assume le
sembianze fisiche del Corvo (Raven). Il trickster oltre a essere additato
come essere crudele, infido, insaziabile in tutti suoi appetiti, credulone,
spietato, ingrato, viene descritto talvolta come fool che con la sua
dabbenaggine compromette situazioni positive, ma che ha doti di mago,
che porta grandi benefici al genere umano, seppur spesso in maniera del
tutto involontaria.
6
Ernest Wallace and E. Adamson Hoebel, The Comanches :Lords of the South Plains(Norman, Oklahoma:
University of Oklahoma Press, 1952), pp.193-194.
Per quanto riguarda la creazione disordinata, mi piacerebbe ricordare
come uno dei pi� grandi fisici e divulgatori scientifici del nostro tempo,
Stephen Hawking, rifletta sul disordine molecolare dell�universo, ovvero
sul concetto di entropia
7
.
La crescita dell�universo � molto vicina al confine tra collasso ed
espansione perpetua. L�entropia � la misura del decadimento e del caos che
cresce perpetuamente nell�universo aumentando il livello di entropia di
questo. Qualsiasi lieve mutamento dell�universo, muta lo spazio-tempo, ma
sopratutto muta il livello di entropia che condurr� ad una lieve crescita del
disordine. L�ordine diminuisce sempre, le stelle si raffreddano, le cellule
animali invecchiano le montagne si erodono. Il fisico inglese si chiese
allora come potesse aver avuto origine questo nostro universo se per
natura � soggetto all�aumento di disordine e allo �scaricamento�? La
risposta � molto semplice, L�ordine � nato dal chaos. Questa affermazione
di Hawking tende a togliere importanza alla seconda legge della
termodinamica secondo la quale il livello di entropia pu� diminuire e
l�ordine aumentare, solo che questo generalmente si rivela poco probabile.
Sarebbe come se noi gettassimo un orologio in piccole parti in un bidone,
per poi tirare fuori dal bidone un�orologio nuovo. Ci sarebbero ben poche
possibilit�. Dunque la creazione inizierebbe con il chaos, oppure il nostro
universo � un enorme rovesciamento accidentale dell�entropia. Questa
spiegazione mi � piaciuta al fine di poter giustificare il modus operandi del
trickster non solo eticamente ma anche para-scientificamente. Il trickster
non opera �smoothing�, non appiana, non trasforma il chaos in un ordine
rispondente a una mappa pre-determinata.
Vedremo nel corso di questo lavoro come il Coyote o Coyote-trickster nel
nostro caso, sia quanto di pi� lontano esista dal concetto moodiano di
7
Stephen Hawking, A Brief History of Time, Bantam Books, U.S.A. and Canada, 1988.
ordine dipendente dallo scorrere del tempo, utilizzato dai coloni per
trasformare il �wilderness� in �civilization.� Il Coyote godrebbe di pi� del
principio cosidetto antropico di Stephen Hawking e Brandon Carter. in
poche parole questo principio fa a meno di un vero creatore partendo dal
concetto che ogni universo non deve avere i caratteri del nostro universo,
ma ogni universo � formato dagli oggetti che lo definiscono. Cos� quando il
Coyote crea, crea un universo che non deve essere per forza di cose
valutato e confrontato con l�universo dei parametri giudeo-cristiani. E cos�
data la possibilit� che un qualunque punto di un universo a infinite
dimensioni possa essere a sua volta un�intera geometria di un universo,
ecco che le differenze tra fiction, parola scritta dall�autore su carta e realt�
possibile di un qualunque universo si assottigliano e forse ci aiutano ad
avvicinarci all�idea Native del Coyote�Trickster sulla possibilit� di
sovvertire l�ordine temporale del racconto, ovvero della creazione tramite
parola detta o riportata. Nonostante la figura del trickster si discosti dalla
figura del dio cristiano, va detto che, in riferimento all�intervento di Jung
nel �Briccone Divino,
8
� il modo stesso di concepire la divinit� come
costruttrice e non distruttrice, pensante, vagamente antropomorfica, � frutto
di un processo graduale, che spesso coinvolge le avventure del Coyote :{Se
per esempio esaminiamo più da vicino i caratteri demoniaci di Jahwe, nel
Vecchio Testamento, vi troviamo non poche tracce dell’imprevedibilità
propria del Briccone, della sua assurda brama di distruzione e delle
sofferenze ch’egli infligge a se stesso. Così come possiamo rintracciarvi la
stessa tendenza a trasformarsi gradualmente in salvatore, diventando nello
stesso tempo più umano.(p.179)}
Vedremo come Thomas King utilizzer� il Coyote e la sua contropparte
pensante, quell�IO che equivale a una sorta di evoluzione diacronica della
8
Carl Gustav Jung, �Contributo allo studio psicologico della figura del Briccone� in Il Briccone Divino, La
Saga di una Divinità Fallica Degli Indiani Winnebago,Nuovo Portico Bompiani, 1979, pp.177-201.
coscienza ma che, nel debunking comico del nostro autore si trover� egli
stesso a dover pronunciare delle banalit�, tutt�altro che frutto di una mente
soprannaturale. Ed � una mente umana, quella dell�autore-narratore
omniscente che si sostutuir� spesso all�IO, divenendo semplicemente Io,
tramite dei semplici escamotage, come il trasformare �I says� in �I say�,
tenendo presente che nel linguaffio Biblico, la terza persona divina si
esprime senza la desinenza in s della terza persona. Ma al di l� di questi
particolari, � certo che Coyote e I-IO, si mantengono complementari in una
cornice a-temporale narratrice che, come vedremo nel caso della divinit�
Pueblo, Thought Woman-Donna Pensante, crea e interagisce con la realt�
che viene creando nel momento stesso in cui la creatura viene pensata. Cos�
Coyote e IO (ma sempre per iniziativa del Coyote), possono interagire via
via con figure divine della tradizione, o semi-divine, come ad esempio Old
Coyote-Coyote Vecchio che dovrebbe coincidere sia con la figura dell�Old
Man Coyote, ovvero del narratore delle storie del trickster che secondo la
tradizione le porta tutte dentro un sacco legato alla schiena, sia con l�uomo
della capanna nella prateria del ciclo del corvo, a cui accenneremo in
seguito. Il Coyote pur nella sua a-temporalit�, e a causa di essa non riesce a
determinare con quale ciclo si � aperta la vita sulla terra, se con l�acqua o
con la terra, la grande prateria, che sarebbe stata sommersa dall�acqua solo
successivamente. Ma ancora una volta questo non � un problema
irresolvibile per il trickster, perch� l�acqua in un modo o nell�altro si
ritirer� per dar vita a un nuovo ciclo. Il nostro autore � dunque via via Old
Man Coyote, IO, Io, e Thought Woman-Donna Pensante.
Prima di continuare � bene ricordare che il Coyote � femminile per la
cultura anglosassone e divinit� fallica per i Native. Ma King non d� certo
un�impronta mascolina al Coyote, eliminandone le pulsioni sessuali per le
quali � pi� famoso a favore della creativit� senza sesso, mentre Green
Grass, Running Water, � sicuramente un libro pi� sulle mancanze maschili
rguardo all�universo femminile, oltreche un continuo esercitarsi dell�autore
nell�arte omnicomprensiva dello story-telling che Old Man Coyote fa
spesso iniziare cos�, come molti personaggi iniziano la loro giornata
terrena, virtuale: �Sit down, have some coffee, pay attention now. Here's
another one about Coyote.�
1.2. Il Coyote, I Sioux e il funzionalismo.
Il lavoro pi� importante mai pubblicato sulla natura del Trickster � forse
quello scritto a tre da Paul Radin, Carl Gustav Jung e Karl Ker�ny : The
trickster: A Study in American Indian Mythology(1956)
9
. Paul Radin
raccolse degli appunti su un quaderno durante un soggiorno tra gli Indiani
Winnebago.
10
L�etnologo aveva raccolto racconti in forma orale, molti anche
scabrosi su uno strano essere che in lingua Sioux � chiamato Wakdjűnkaga.
Radin si chiedeva in che modo sarebbe stato possibile delineare un profilo
etno-psicologico di questa entit�. Questa fu la ragione per la quale l�autore
chiese insistentemente la collaborazione di Carl Gustav Jung che avrebbe
avuto il compito di dare un commento psicologico al quaderno degli appunti
di Radin. Karl Ker�nyi si occup� tra l�altro di rinvenire i precedenti storici
alla figura del Wakdjűnkaga. Ker�nyi era uno storico e filologo di matrice
classica che ha individuato dei parallelismi tra il trickster gi� presente nella
tradizione europea e questa figura diffusa in tutte le aree abitate dai native
Indian. Il Trickster non � una singola figura ma una compenetrazione di
diversi temi mitici, comici, e psicologici. La sua figura, � come gi� detto, e
come vedremo a pi� livelli, presente nella cultura europea,dall�et� arcaica
fino al sedicesimo secolo, ma posso testimoniare direttamente di aver sentito
da bambino i racconti della volpe, mutilati per� da una diretta simbologia
fallica e della fertilit�, per quanto questi simboli siano individuabili
all�occhio dello studioso. Ma � tra gli Indiani d�America che risale
probabilmente la pi� antica attestazione del mito. Per gli Algonchini, il
Trickster che vene chiamato Gluskabe, coinciderebbe con l�ingannatore che
rappresenterebbe l�immagine trasfigurata degli Indiani stessi. Nei racconti
orali Winnebago il trickster � coinvolto nella narrazione assieme al Coyote,
che egli chiama fratellino.
9
Paul Radin, IlBriccone Divino,Nuovo Portico Bompiani,1979.
10
Per individuare e collocare le varie etnie che compaiono in questa mia Introduzione, rimando alla sezione
sulla Storia generale dei Native.
Il Trickster chiama tutti gli animali fratelli, e c�� da dire che � difficile, ma
non si pu� escludere, che la letteratura Indiana orale fosse a conoscenza del
mito orale del doppio.*vedere episodio saga Groenlandesi* Comunque,
generalmente il trickster viene identificato dalle trib� delle praterie col
Coyote e come gi� abbiamo detto col Corvo, dagli Indiani delNord Pacifico.
Se seguissimo gli elementi costitutivi dei Principles
11
vedremmo il corpo
descritto come la parte pi� interna dell�Io materiale di ognuno di noi. Certe
parti del nostro corpo ci sembrano pi� intime che altre, e subito dopo di esse
vengono i nostri vestiti. Possiamo dedurre che il coyote sia l�Io materiale del
Trickster, � l�abito naturale del principio, affinch� fosse fruibile al pubblico
umano, ma anche perch� questo Io Puro che � il Trickster potesse avere una
percezione corporale della fenomenologia. In green grass,running water,
Thomas King assegna all� �I� il vero ruolo di generatore divino del Trickster,
suo alter ego fatto di pura coscienza spirituale. Il sogno del Coyote coincide
con l� �I�, perch� l�io spirituale pu� essere sia empirico, ovvero come il
fondo della nostra coscienza, ovvero ci� che a noi sembra di essere
realmente,(e difatti il Coyote genera un sogno di God-Dio), oppure l�Io
spirituale pu� essere un insieme decomponibile di segmenti diversi della
nostra coscienza. Come se la nostra coscienza potesse generare a sua volta
delle coscienze altre. Infine l�Io spirituale pu� essere l�io di tutti gli altri io.
Questo riconoscimento di una parte di pensieri come centro da cui emanano i
fiat, la volont�. La volont� del Trickster � sempre stata vista come aleatoria
da parte delle trib� native che ce ne tramandano la tradizione, ma Thomas
King, attraverso la conoscenza della cultura occidentale psicoanalitica media
in questo senso: L� �I� che appare nel romanzo � l�Io centrale che secondo
William James riconosce gli altri Io senza mai essere isolato da questi, ma
accompagnandosi sempre, esso rimane per� il nostro io pi� sentito. A mio
parere il dio Loki � comunque il Trickster che per certi versi � pi� affine al
11
William James, Principles of psychology,Cap.X,vol.2,pp.291,294,296.
Trickster Indiano. Le sue corbellerie e i suoi stratagemmi danno adito alle
spiegazioni sui nomi delle cose, per quanto Ker�nyi registri come questo
metodo, del fornire un antecedente divino all�origine delle forme e dei nomi
e delle funzioni degli animali in primis, ma di tutto il creato, sia presente
solo poche volte nelle storie del trickster, ad implicare che forse alcuni di
queste siano potute penetrare con i Francesi. Non sta a me giudicare, ma
sicuramente, per quanto riguarda il ruolo di Dio Fallico di Loki(mutuato
forse dalla tradizione Greca del Dio Hermes, ladro e inseminatore divino.), si
notano molte similitudini. Ricordo gli episodi comici in cui il Trickster
legava il proprio pene con lo scroto al contrario attorno al corpo, assieme alle
viscere, ricordiamo come nell�arte poetica di Snorri Sturlusson, raccolta
nell�Edda sotto il nome di Sk�ldskaparm�l, vi sia un episodio in cui Loki per
far ridere la gigantessa Skadhi figlia del gigante Thiazi, ucciso dagli Dei Asi,
Loki si leghi i testicoli con una corda alla barba di una Capra costringendo
l�animale a procedere in senso contrario, e nell�occasione della sua morte
Loki, appaia legato con i suoi stessi visceri che cambieranno forma
mutandosi in fil di ferro. Gli Indiani hanno per� reso il Trickster meno
cosciente del dio Loki, sebbene pi� potente. Loki sa bene quale sar� la fine
degli dei, e anche gli dei lo sanno, e nella narrazione orale norrena vi � una
unit� di tempo della narrazione che parla di fatti futuri come se fossero gi�
accaduti, come un ciclo non ancora concluso del quale si sappia gi� la fine.
Una fine apocalittica che vedr� nel caso del pantheon Nordico, prevalere il
male sul bene, per poi ricominciare da una nuova terra che sar� verde(per le
genti nordiche l�apocalisse sarebbe stato preceduto da tre lunghi inverni pi�
temibili di quanto mai occhio umano avesse visto.) Infine Loki muta di
forma e assume penne e piume di altri Dei(o meglio li ruba, o talvolta li
chiede in prestito), esattamente come il Trickster, il quale pi� spesso, almeno
secondo i racconti Winnebago, � impegnato a imitare le arti indiane, ovvero
la caccia, la pesca, con risultati disastrosi e talvolta mutilanti. Ma le
mutilazioni genitali del trickster dranno poi la vita, originando i vegetali, ad
esempio, dunque si passa da una incapacit� del Trickster, che vive con una
vecchia in una capanna, nel procurarsi il cibo, all�invenzione dell�agricoltura
attribuitagli dagli indiani, che nel frattempo eran divenuti stanziali e capaci
anche di iniziare a produrre una agricoltura di sussistenza. Vediamo come
Jung intendeva la definizione di Trickster
12
. Non intendo qui dare un
giudizio sul lavoro del grande medico-psichiatra, ma nel suo affascinante
saggio sul trickster, egli considerava questa entit� alla stessa stregua di un
dio, un dio carnevalesco, ma lo accostava alla figura del Salvatore.
Come gi� accennato, la cultura Native moderna tende invece a considerare il
Trickster come un vero motore generatore, quasi un�entit� cosmica,
generatrice di stelle, pianeti e buchi neri, che esula dal concetto di malvagit�-
evil e dannazione-doomed, caratteristiche che il trickster aveva all�inizio tra
le popolazioni primitive e tra le popolzioni europee che lo consideravano una
divinit� degli Inferi. Jung per ottenere un primo parallelo tra Trickster Native
e tradizione europea si richiama alle cerimonie carnevalesche medioevali,
organizzate dalle associazioni di studenti. In queste rappresentazioni, il
trickster era rappresentato come il diavolo �ingannato� e �stupido�. Prima
ancora che con Hermes l�autore rileva somiglianze con il mito di Mercurio:
la tendenza a fare dei tiri mancini, cattivi o innocenti, la sua natura duplice e
animale al tempo stesso. Come gi� detto sebbene fra gli indiani Winnebago,
ma anche fra altre trib� il trickster abbia queste caratteristiche, tra le quali
non ultima quella mercuriale di Salvatore, egli non � un eroe negativo come
il mercuruio descritto da Jung.
12
Carl Gustav Jung, �Contributo allo studio psicologico della figura del Briccone,�in Paul Radin,
IlBriccone divino, NuovoPortico Bompiani, 1979,pp.177-201.