1.0 INTRODUZIONE
Gran parte delle citt� in cui abitiamo, sono state
costruite in epoche anche molto lontane dalla
nostra, pensate e di conseguenza, realizzate, per
persone e societ� con stili di vita, esigenze e
desideri diversi da quelli odierni. Ma sono proprio
questi i luoghi in cui operiamo, aggiungendo
o togliendo qualcosa, arrivando anche a dare
loro un nuovo aspetto e un nuovo modo di
funzionare.
Affrontare il tema della citt�, come si evince,
non �è un©operazione priva di responsabilit�, al
contrario �è un momento in cui è� fondamentale
saper mediare la propria sensibilit� alla continua
evoluzione della societ� moderna.
La figura del grafico, la nostra figura
professionale, sin dalla sua prima formazione,
ha seguito il modificarsi dell©ambiente e del
periodo storico nella quale operava, cercando di
rappresentare le persone che vivono la citt� senza
alterarne il carattere.
Soprattutto negli ultimi anni, molte citt� hanno
intravisto in loro stesse il principale prodotto da
offrire, sopraffatte ormai dalle immagini proposte
della societ� delle comunicazioni. In merito a
questa riflessione, ho voluto intitolare questo
progetto "Thinking Untinkable", ovvero "pensare
l©impensabile".
L©obiettivo di questa tesi, non vuol essere una
critica ai contenuti delle pubblicit� ma vuol
essere piuttosto, una sorta di dimostrazione di
come potrebbe presentarsi un contesto urbano se
adottasse una comunicazione propria, basandosi
sulle caratteristiche che hanno reso questo o quel
contesto una vera e propria citt�.
La pubblicit�, per come viene percepita oggi,
dovrebbe cambiare il proprio senso di marcia; o
ancora meglio, dovrebbe imparare a mettersi in
relazione con le persone, per farle sentire proprie
del contesto in cui si trovano a vivere.
Proprio per questo motivo si è deciso di analizzare
quattro contesti urbani italiani, con l©obbiettivo
di far raccontare proprio la storia della citt�
attraverso la comunicazione visiva cercando di
creare per ognuna un piano regolatore specifico.
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2.0
LA SOCIETÀ
POST MODERNA
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Nell©introduzione si è� accennato al fatto che
le citt� oramai, propongono loro stesse come
prodotto da offrire. Ma come e perch� la citt�
moderna è diventata un enorme erogatore di
servizi?
Quasi tutti gli edifici urbani oramai, sono
rivestiti da manifesti pubblicitari, specchio che
riflette alcune caratteristiche del cittadino,
modificandole al tempo stesso. Per questo motivo,
la comunicazione pubblicitaria, nasce e cammina
parallelamente alle esigenze economiche, sociali,
politiche e culturali di un paese.
La pubblicit� al giorno d©oggi, è� onnipresente;
il vero problema �è che, come afferma anche
Gillo Dorfles, si è� arrivati ad un livello di
globalizzazione pubblicitaria talmente alto da non
riuscire a distinguere le differenze culturali tra i
paesi.
Attraverso un progetto mirato sarebbe possibile
rafforzare il rapporto fra uomo e citt�, in modo
da restituire al luogo una propria identit�
indipendente e al tempo stesso potrebbe portare
gli abitanti a sentirsi rappresentati dalla propria
citt�.
Dalla formazione dei primi "centri urbani",
si è� sempre cercato di renderli pi� grandi e
imponenti, perch� rendessero chi li abitava,
superiore a chi li circondava. Ecco apparire
quindi, ville, templi e strutture architettoniche
sempre pi� appariscenti, pi� grandi, pi� elaborate.
Ma la "citt�" era soprattutto un luogo di cultura,
di aggregazione e di scambi commerciali,
quindi si cercava di aumentarne lo spazio fisico
occupato dal centro urbano, cominciando cos�
un©occupazione quasi frenetica per rendere tutto
pi� imponente.
Il tempo separa i discorsi, le parole e le cose,
e noi oggi non siamo pi� in grado di cogliere
queste impressioni, non possiamo sapere cosa
pensavano questi cittadini del passato nei
confronti delle loro citt�. Non possiamo percepirli
perch� non riusciamo a esprimere giudizi
neanche per le citt� che stiamo vivendo.
Il panorama definito post-moderno è� un
palcoscenico culturale, artistico e architettonico
della simulazione, in cui l©edonismo di massa
domina tutti i settori; abbiamo l©avvento della
cosiddetta cultura della bellezza e del consumo,
che sogna il passaggio da una societ� del
bisogno, a una societ� del desiderio. Gli spazi
della citt� si confermano al cittadino moderno
elevando le categorie del consumo a massima
espressione di una nuova societ�, all©insegna
dell©effimero e del provvisorio. Una sorta di
trasformazione sociale che vede le piazze sempre
pi� come luogo marginale che individua nuovi
ambiti in cui esprimersi.
Una citt� per essere definita tale dovrebbe avere
determinate caratteristiche, ossia essere: identitaria,
far distinguere l©identit� di chi ci abita; relazionale,
individuando i rapporti dei soggetti in base alla
comune appartenenza, e storica, ovvero in grado
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di ricordare al soggetto le proprie radici.
Le citt� di oggi purtroppo, hanno perso il
loro significato, diventando ambienti di puro
movimento, di transito temporaneo. Questo
nuovo tipo di citt� si è� fatto strada in tutto il
mondo. Un filo lega le realt� urbane, passando
per le forme architettoniche, per le modalit� di
funzionamento, per il rapporto che intercorre tra
lo spazio urbano e i suoi abitanti.
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2.1 L’INDIVIDUO DELLA CITTÀ
L©evoluzione del pensiero, e della coscienza del
singolo individuo, è� sempre andata di pari passo
con lo sviluppo urbanistico, in quanto l©uomo ha
sempre cercato la grandezza del gruppo, a scapito
della grandezza personale. Quindi citt� pi� grandi
e pi� imponenti, rendevano i singoli sempre
pi� importanti di fronte ad abitanti di luoghi
meno "pregiati". La grandezza del gruppo ha
per� portato l©uomo come individuo, a ricercare
nelle "cose grandi", la pace, la tranquillit�, e
la consapevolezza di s�, tutti "beni" di cui non
poteva disporre fisicamente all©interno del gruppo,
ma che con esso condivideva appena arrivati nella
piazza.
Oggigiorno la piazza è� solo un mero luogo di
passaggio, mentre il singolo è� solo un numero,
un possibile consumatore che sente il bisogno di
emergere come individuo autonomo. Ma questo
non pu� avvenire al di fuori del contesto nel
quale un singolo vive, perch� l©identit� individuale
è� legata ai luoghi frequentati nel corso della vita;
per cui le citt�, sono e stanno divenendo sempre
pi�, contesti fisici e sociali, dove le personalit� si
sviluppano.
L©affezione a questi luoghi varia in funzione
all©et� e alla dipendenza dell©individuo nei
confronti dell©ambiente; nella maggior parte
dei casi l©attaccamento all©ambiente �è dovuto
alle risorse che sono presenti per rispondere
ai bisogni delle persone, e variano nell©arco
della vita. Attraversare fisicamente un ambiente
o percorrendolo con lo sguardo, fa si che
l©individuo registri l©informazione che arriva
dall©esterno attraverso i sensi.
Tutte le informazioni che percepiamo dal luogo,
sono selezionate attraverso schemi preesistenti
nelle nostra mente che prediligono l©attenzione a
certi aspetti a scapito di altri.
I luoghi delle citt� non possono quindi suscitare
stimoli piacevoli e spiacevoli se non in relazione
alle esperienze passate, ma �è anche vero che gli
ambienti urbani non possono essere considerati
"piacevoli" poich� sono caratterizzati da fattori
di stress ambientale o antropico come il traffico,
l©aumento dell©aria, le variazioni climatiche,
ma soprattutto l©inquinamento visivo. Avere
un eccesso di stimoli provoca una perdita di
significati intrinsechi, portando quindi ad una
comunicazione verbale superficiale e fittizia.
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3.0
L’UTOPIA
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Come visto finora, l©uomo ha sempre avuto
bisogno e sempre ne avr�, di estraniarsi dallo
stress ambientale ed antropico, quindi il bisogno
di cercare un principio di "pace" ed equilibrio
con se stesso e con l©ambiente che lo circonda.
Gi� nel passato questa sensazione di benessere
era ricercata da filosofi e i cosiddetti uomini di
pensiero; i quali "cercavano" nuove realt�, per
migliorare sia il gruppo che il singolo stesso,
sfociando in quella che viene chiamata utopia,
parola che non a caso deriva dal greco ou, "non",
e tnull pos, "luogo" e significa letteralmente "non
luogo".
Questa veniva ricercata sia come fuga, ricerca
di un sollievo immediato dalle difficolt� e
dalle frustrazioni della sorte, un viaggio di
emarginazione fine a se stesso; ma pu� anche
essere un percorso di ricostruzione, tentando
di assicurare la possibilit� di un sollievo futuro
mettendolo in relazione con le condizioni
desiderate.
Ma il problema di questo tipo di utopia, ricercata
nel campo della filosofia, è� che viene trattata
maggiormente, nel rapporto uomo-natura, uomo-
se stesso e uomo-storia, tralasciando l©ambiente
che lo circonda.
Alcuni di questi pensatori hanno immaginato citt�
ideali, ognuno spinto dalle proprie riflessioni e
dal proprio bisogno in quel particolare momento;
ad esempio ispirato da "La Repubblica" di
Platone opera in cui si parla di una citt� ideale,
Tommaso Moro, prende l©Inghilterra come citt�
di riferimento per descrivere una societ� pacifica
dove la cultura domina e regola la vita degli
uomini. "Un mappamondo che non includa utopie
non merita neppure uno sguardo" scriveva Lewis
Munford riprendendo le parole di Oscar Wilde,
"perch� l©utopia, ben lontana dal configurarsi come
previsione o evasione, impone un confronto critico con
il presente e la sua storia e spinge ad immaginare un
suo possibile cambiamento."
L©utopia rappresenta ci� che la ragione umana
pu� compiere con le sue forze naturali e
deve continuare ad esistere perch� utopia
pu� significare progettare la rinuncia alla
progettazione porter� alla distruzione della nostra
societ� e quindi al suo sviluppo futuro.
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3.1 MORTE DELL'UTOPIA.
SVILUPPO DEI MASS MEDIA
L©utopia contemporanea è� stata "uccisa" da
due fattori simultanei: lo scoppio della bomba
atomica a Hiroshima nel 1945, e l©avvento dei
primi computer.
La bomba ha messo fine al connubio "sviluppo
tecnologico uguale progresso" che aveva guidato
la cultura occidentale dalla rivoluzione industriale
in poi, quindi comincia a insinuarsi negli
individui il dubbio dell©opposto, la visione del
futuro come percorso di autodistruzione.
Il computer, invece, ha portato la "morte"
dell©utopia, in quanto definisce un ambito
virtuale di realt�, che ha spostato la soglia del
realizzabile fino a farla diventare inesistente.
Considerare realt� l©immagine che appare sullo
schermo, ha provocato uno sfasamento del
sistema percettivo e cognitivo. Questa condizione
di non concretezza ha invaso il vivere quotidiano
della cultura occidentale dagli anni settanta a
oggi.
In questo mondo post-moderno, gli individui
fuggono dal "deserto" del reale per provare
l©estasi dell©iperrealt� e del "nuovo regno"
derivato dai computer, dai media e dalle
esperienze tecnologiche in quanto l©individuo
si avvicina alle immagini istantanee e
all©informazione in un mondo sovraesposto.
Nelle citt� post-moderne, quindi, il singolo
diventa semplicemente un©entit� influenzata dai
media. La dimensione del virtuale e del sogno
si coniuga a quelle del consumo, diventando
una caratteristica inevitabile dell©esperienza
urbana. Il passaggio alla citt� contemporanea è�
segnato dall©emergere di nuovi criteri d©uso dello
spazio e legati al segno crescente del fenomeno
commerciale, che si va imponendo come attivit�
onnipresente.
Purtroppo, le numerose affissioni murali nelle
citt� rispecchiano quello che accade nel web,
mostrando un mondo irreale in quello reale.