Separare la storia personale della scrittrice dalle sue protagoniste è per questo
impossibile. Leila Aboulela è nata a Il Cairo nel 1964, da madre egiziana e padre
sudanese, è cresciuta a Karthum ma si è poi trasferita a Londra, per continuare gli
studi, e ad Aberdeen, dove ha insegnato e iniziato a scrivere; attualmente vive e
insegna ad Abu Dhabi con il marito. Anche lei perciò
immigrata musulmana in un paese anglosassone, e come le sue protagoniste la sua
vera patria non corrisponde a un determinato luogo geografico. Come confermato
da una serie di interviste e lavori della scrittrice, e come vedremo più avanti, è la
sola a rappresentare per lei un punto di riferimento saldo e
imprescindibile. Le storie di L. Aboulela infatti narrano di donne musulmane
ordinarie, piene di dubbi e contraddizioni, che cercano di praticare la loro fede in
circostanze difficili e si mettono continuamente in discussione nella ricerca della
propria identità. Per loro, e per la scrittrice, una
stabilità m iché, come ha dichiarato , «I
can carry it with me wherever I go, whereas the other things can easily be taken
6
away from me» .
Fede, identità culturale, bisogno di appartenenza, necessità di comunicazione:
tutto questo comincia e si sviluppa in The Translator.
U
Il romanzo si apre con Sammar che lavora da tre anni ad Aberdeen come
traduttrice professore universitario di Storia del Medio
sono consapevoli che non potranno mai sposarsi a meno che Rae non decida di
Nonostante le differenze religiose, i due personaggi hanno
molto in comune, a partire da un passato complicato i cui effetti si ripercuotono
sul presente. Tramite flash back della stessa Sammar e conversazioni tra i due
personaggi, il lettore viene a conoscenza de : Sammar si è sposata a
Karthum con il cugino Tarig, si è trasferita con lui ad Aberdeen, hanno avuto un
6
. , , , , 5 e 2005.
IV
unJayundServersbOehTth»aifthepeeK«ethiSA
bambino, ma poco dopo Tarig è morto in un incidente stradale; tornata a Karthum,
non riuscendo a sopportare il clima pesante in cui viveva con la zia, nonché madre
di Tarig, e il senso di responsabilità nei confronti del figlio, Sammar si è di nuovo
trasferita ad Aberdeen, dove ha iniziato a vivere in solitudine, chiusa in una stanza
da lei stessa definita hospital room, sentendosi ill, non riuscendo a riprendere in
mano la propria vita. Il clima della città scozzese e il carattere dei suoi abitanti,
definiti freddi e indifferenti, non aiutano
grigia realtà quotidiana la portano a fuggire dal presente per rifugiarsi nei ricordi,
nella nostalgia delle gioie della sua vita passata in Sudan; i ricordi diventano quasi
percezioni fisiche a la conducono a sogni e visioni, allucinazioni sensoriali, come
quella di scambiare il rumore dei tubi del riscaldam azan del tramonto.
Anche Rae vive una sorta di scarto tra il suo modo di essere e la realtà che lo
circonda. Tramite i suoi racconti a Sammar e i dettagli che altri personaggi le
riferiscono su è reduce da un divorzio difficile e che
si è distinto nel dipartimento di storia e nel mondo accademico per essere un
intellettuale che non aderisce alle opinioni più diffuse su come dimostra il
7
titolo di uno suo libro, The illusion of the Islamic threat . Anche Rae, inoltre, è ill.
La sua salute è cagionevole (soffre di asma) ma Sammar si rende conto
lentamente della sua vulnerabilità la donna dà poco peso ai sintomi
polmonite, nel vederlo de , Sammar lo sente più vicino,
capisce che entrambi sono fragili, entrambi malati, entrambi fuori luogo. Si
avvicinano a poco a poco, dapprima telefonicamente, durante le vacanze di
Natale, mentre Rae è lontano per rendere visita ai parenti e Sammar è sola ad
Aberdeen. Le conversazioni telefoniche con Rae d
tiene legata la protagonista alla realtà, la fanno uscire dallo stato di perenne sogno
e allucinazione in cui si è confinata. Parlare, condividere, ascoltare: la forza delle
parole tra i due protagonisti è fortissima, e significativo in questo senso è il fatto
che Sammar sia la traduttrice di Rae. Spesse volte le loro conversazioni si
7
e e ende he e
a
ne e a; e
eo n (p.110).
aibiLiaerundientomattordilipoodicimalsiisoitudsetisnioinpioildegnioieazrlulsearzznioriuosliottinfocsnaurvedeeprneloiznaegsasruasl ontrocersesuoslinoomiprescozanmorldecvilentimierfirinoostiMol V
trasformano in vere e proprie argomentazioni sulla traduzione, sulla possibilità di
tradurre e su quanto nglese dei testi sacri
rapporto, come difficoltà di
far incontrare e combaciare le loro diversità religiose. Sammar è musulmana, ma
Rae è un islamista, per questo desideroso di restare distaccato dalla religione per
poterla osservare con occhio critico. «I am not sure», risponde quando Sammar gli
chiede se crede o no. Segue una rottura;
interprete per il piano anti- e ne
approfitta per tornare in Sudan, rivedere suo figlio. I piani iniziali erano di
riportare suo figlio con lei, ad Aberdeen. Ma ormai sa che non potrà mai sposare
Rae, e non ha più motivi per tornare in Scozia: a Karthum la sua homesickness è
curata, si sente a casa. Nonostante ciò, presto un vuoto inizia formarsi. Non può
fare a meno di pensare a Rae. A casa ritrova le sensazioni, i colori, gli affetti, ma
non sta completamente bene, non ha un ruolo definito, non uno scopo. Questo le
causa continui alterchi con la zia, che la accusa apertamente della morte di Tarig e
la sprona a tornare ad Aberdeen con il
migliore. Sammar si sente ancora, in un certo senso, fuori luogo, e ricomincia ad
avere sogni, visioni e allucinazioni. Questa volta della Scozia, e di Rae. È di
nuovo combattuta tra due luoghi. I sogni rappresentano una nuova forma di esilio
per lei
prima erano i ricordi della sua infanzia in Sudan.
Il punto di svolta della vicenda avviene quando Sammar si rende conto, in un
momento quasi epifanico, di essere stata egoista nei confronti di Rae, di aver
voluto che diventasse musulmano solo per permetterle di sposarlo. Sammar
acquista una nuova consapevolezza, si focalizza, per la prima volta dopo tanti
anni, su un obiettivo: pregare per la conversione di Rae come preghiera per il suo
bene, come forma gratuita di amore nei suoi confronti, «if it took ten months or
8
ten years or twenty or more» . Da questo punto assistiamo ad un progressivo
scioglimento della trama e della tensione narrativa. Rae si co
8
. Aa, e , n, h, 1999, p. 160 (te e
ne).
oiziedtaquesanoocsirefiridobrilldanioiztaicltutgurnbdiEoygloProtalsnarThTelulboL
VI
viene a Karthum con lo scopo di sposarsi con Sammar e di ripartire poi per
Aberdeen con lei e suo figlio.
9
Aboulela writes back : Sammar e Jane Eyre
La trama non si distingue certo per la ricchezza degli avvenimenti, che infatti
sono molto pochi. Non succede molto perché molto è già successo: il passato
impone la sua presenza in ogni momento. tenzione del lettore sono
le vicende interiori dei due personaggi principali, la loro evoluzione da una
situazione di instabilità, di nostalgia irrisolta e di incompletezza, a una di
consapevolezza e profonda serenità. Potremmo definire in questo senso il libro
come un romanzo di formazione, ma un romanzo di formazione atipico per un
. Le convenzioni narrative occidentali, per rifarci alla visione
10
di G. Spivak , vorrebbero che Rae, uomo colto, intelligente, brillante, resti
non
corrompa il suo stato di intellettuale distaccato e imparziale. Come infatti fa
notare Yasmin, sua segretaria e amica di Sammar, se Rae si convertisse «that
11
would be professional suicide» Sammar
dalla sua cultura retrograda e primitiva, ma si lascia portare dalla donna che ama
.
È interessante in questo senso riportare il punto di vista della stessa scrittrice
sulla conversione di Rae:
I was often asked why should Rae convert, why should religion be an
obstacle etc etc? In my answer I would then fall back on Jane Eyre and say
. Rochester be married to both
ader, respect and
9
C. B. At, G. G, H. n, peirEm
10
G. , : .
C (MA), Hd , 1999.
11
p.20.
sesrPtyisrveiUnvarraedgibramtenesrpgnihsinavehtfoyrtosihadrawotnosaerlainolotcsopfoeuqtiircAvakipS iffiTthsiffirforhcsrf IVI
The
12
readers to respect and empathize wi .
Questa affermazione ci sembra illuminante nel chiarire le intenzioni della
tende ottenere: rovesciare i parametri della
tradizione narrativa occidentale, cambiare la prospettiva dalla quale lo scrittore e
il lettore occidentale osservano le vicende, rendendoli più consapevoli dei filtri
culturali che sono loro propri, n tà, ma la relatività.
Leila Aboulela, nella sua dichiarazione, prende come esempio un romanzo
fondante per la letteratura moderna occidentale quale Jane Eyre, mettendo a
confronto la sua S Brontë. Entrambe le protagoniste
decidono di allontanarsi da delle
rispettive religioni: Jane lascerà la tenuta di Mr. Rochester così come Sammar
partirà per il Sudan. Il compim Jane Eyre solo
grazie alla morte risolutiva di Bertha che rompe gli obblighi morali, così come in
The Translator esso può attualizzarsi soltanto grazie alla conversione di Rae. La
ricchezza del confronto tra i due personaggi e tra i due sistemi di valori che li
caratterizzano ci confermano la possibilità di leggere il romanzo di Leila Aboulela
come una visione alternativa del mondo -
13
. Leila Aboulela davvero writes back , rovescia i parametri del romanzo
tradizionale, rimane in between, ma senza rinnegare la sua identità e senza per
questo negare quella di Rae. Il romanzo si presta ad essere letto come un
a cultura
islamica come «a Western style for
14
dominating, restructuring, and having authority over the Orient» . Come ci
racconta la stessa narratrice, «Sammar did not like the word orientalist.
15
Orientalists were bad people who distorted the image of the Arabs and Islam» .
Infatti Rae
12
C n J. y, e t Ae . In . O
& C. Geben, e B e , R ,
A 2004, p.81.
13
C. B. At, G. G, H. n, e Bk. e -‐
, Re, L N 1989.
14
E. d, -‐8.
15
p. 19
VIII
msiltaneirOiaSkroYewdannndooedgutloesrutarteiLlainolCotsoPnicticarPdnayreohTcasteirWripmEiffiTthsiffirforhcsrfmdatersmpidoomlifdnartuarteilhstiiryraropmtenocninonachtgnticarfeRutlagneSnoticifctinamornohpolgnenecrnimalsIdnarneGburtestoSitotai
The
l
dagli schemi ufficiali, che si distacca dal pensiero accademico precostituito,
e lo dimostra la sua necessità di
essere affiancato da una traduttrice. Nella sua conversione finale all
possiamo leggere il definitivo
abituato a pensare che essere democratico e rispettoso verso le altre culture
equivalga a rimanerne al disopra, osservarle da lontano, « », come
Sammar accusa Rae di fare e come lui ammetterà di aver fatto. Lo sguardo critico
e di avere in realtà non è neutro, perché risente della
tradizione occidentale, e attraverso di essa giudica i costumi e le tradizioni
musulmane come retrograde e, in particolare, irrispettose nei confronti della
donna. La concezione che la scrittrice ha ovviamente molto diversa.
Come riconosce lei stessa intervista, raccontando dei primi anni da
immigrata a Londra, la sua idea di religione « working
16
or having to dress in a certain way; it was more to do with the faith» . La fede è
dunque il punto di partenza da cui poter osservare e attraverso il quale conoscere
il mondo musulmano che L. Aboulela ci presenta, chiedendoci di spogliarci della
nostra visione orientalista e immedesimarci nel sistema di valori di una donna
islamica. Non per dimostrare che la sua
difenderne la validità; non per dimostrare che Karthoum sia migliore di Londra,
ma «to express, to show that it is a valid place, a valid way of life beyond the
17
stereotypical images of famine and war, not a backward place to be written off» .
L. Aboulela non solo ci mostra un punto di vista islamico, ma ne dimostra il
carattere positivo, costruttivo, umano, che rende possibile la costruzione di un
ponte tra le due culture. Questa necessità di dialogo e di umanità viene spesso
rivendicata dagli stessi protagonisti nelle loro discussioni, e dimostrata dal punto
di svolta della vicenda in cui Sammar, rendendosi conto di aver desiderato la
conversione di Rae solo per fini egoistici, deciderà di pregare solo per il suo bene.
16
. , e
17
. . y,
IX
rbutestoSJthiafhtpeeKethiSA
Cfr