Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
8
Il processo di trasformazione indotto dalla
«dematerializzazione» della musica riguarda tutti gli
elementi della catena del valore, dalle dinamiche di
creazione fino ai modi di consumo, passando
inevitabilmente per la distribuzione che, nell’accezione
tradizionale, risulta il comparto che viene maggiormente
messo in pericolo dai nuovi scenari digitali nei quali
vanno affermandosi i nuovi intermediari della musica: le
piattaforme di distribuzione digitale.
Il settore fonografico si presenta, dunque, al
momento come un settore in forte e continuo fermento. Le
nuove tecnologie, il crollo delle barriere all’ingresso e la
conseguente estensione dell’arena competitiva portano
alla ribalta nuovi protagonisti e inducono quelli
tradizionali a rivedere le proprie regole di funzionamento.
L’obiettivo di questo studio è quindi quello di
individuare i cambiamenti in atto nel settore fonografico,
delineare le tendenze che traspaiono nei comportamenti
strategici dei soggetti economici coinvolti, nonché
soprattutto quello di illustrare l’evoluzione e le prospettive
della distribuzione musicale. L’esposizione è articolata in
quattro parti.
Nella prima parte della tesi ho analizzato lo stretto
rapporto tra tecnologia e mercato che da sempre
contraddistingue il settore fonografico. Nel far ciò ho
ripercorso la storia dei supporti musicali che si sono
susseguiti nel corso del tempo, dall’invenzione del
fonografo di Edison che consentì all’uomo di realizzare il
suo antico sogno di catturare il suono, fino ad arrivare ai
nuovi scenari digitali e all’“Mp3 Revolution” dei giorni
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
9
nostri, passando per la comparsa della radio, gli anni del
vinile e per l’invenzione del Walkman che diede inizio
all’era della portabilità della musica, analizzando allo
stesso tempo i risvolti sociali ed economici che ognuno di
essi ha portato con se. Inoltre, contestualmente alla storia
dei supporti musicali ho esaminato, ripercorrendole in
ordine cronologico, le tappe fondamentali dello sviluppo
dell’industria musicale.
Nella seconda parte della tesi ho analizzato la
struttura e le caratteristiche dell’industria fonografica
tradizionale: la catena del valore del settore, i suoi attori, il
modello di funzionamento economico. Ho focalizzato poi
l’attenzione sulle caratteristiche del prodotto musicale
«fisico» e sull’importanza che nella definizione e nella
diffusione dello stesso assumono la promozione, il prezzo
e la distribuzione (soffermandomi in modo particolare sui
nuovi canali distributivi che si sono sviluppati prima
dell’avvento della distribuzione digitale tra i quali: i
chioschi online dedicati alla vendita di supporti fisici e le
grandi catene specializzate e non). Infine ho riportato i
dati relativi al mercato mondiale e italiano della musica
registrata nonché le difficoltà che lo stesso sta
attraversando, soffermandomi in modo particolare sulla
pirateria.
La terza parte della tesi è invece dedicata alla
distribuzione digitale del prodotto musicale. Innanzitutto
ho analizzato la trasformazione dell’industria della musica
registrata alla luce della rivoluzione digitale considerando
gli effetti di Internet e delle ICT sulle componenti della
filiera musicale. In secondo luogo, poi, l’attenzione è stata
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
10
focalizzata in modo particolare su tutto ciò che riguarda la
nuova distribuzione digitale della musica: la comparsa di
nuovi operatori, primi tra tutti le piattaforme di
distribuzione di musica digitale, le strategie e le
motivazioni delle imprese operanti nel nuovo settore, i
nuovi modelli economici che vanno delineandosi,
l’evoluzione della catena del valore e le relazioni di questa
con i nuovi modelli economici, nonché la posizione degli
artisti e dei consumatori di fronte ai nuovi scenari di
distribuzione digitale. Infine per dare un’idea
dell’importanza del fenomeno ho riportato i dati relativi al
nuovo mercato digitale senza tralasciare la trattazione
degli ostacoli che ancora limitano lo sviluppo di questa
fantastica opportunità economica e culturale che è la
distribuzione legale di musica digitale.
Infine la quarta parte della tesi è dedicata allo studio
del caso Fnac, società francese specializzata nella vendita
di prodotti culturali e tecnologici leader in Francia ed in
continua espansione a livello internazionale, la quale,
forte di una consolidata tradizione ed esperienza nella
distribuzione di supporti musicali (che nel 2005
rappresentano il 21,3% del fatturato totale dell’impresa),
non si è lasciata sfuggire l’occasione di far ingresso anche
nel nuovo settore della distribuzione digitale con il lancio
della piattaforma digitale Fnacmusic.com.
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
11
1. La conquista della musica:
tecnologia e mercato
1.1 Il fonografo e i suoi antenati
Prima degli anni Novanta del secolo scorso sarebbe
stato inconcepibile sentire la musica senza vederla. Essa,
infatti, in origine era diffusa, cioè suonata e fruita, nel
momento stesso dell’ascolto, dai suonatori ambulanti che
giravano per le tribù primitive, o dai musicisti che
accompagnavano le feste rituali. Sin dall’antichità, però,
uno dei tanti sogni dell’uomo è stato quello di catturare
voce e suono per poterli trattenere e riprodurli a proprio
piacimento, fare cioè della musica un oggetto. I primi
tentativi di registrare la musica sono iniziati con le civiltà
più evolute che dopo aver codificato il parlato, il verbo,
con la scrittura, hanno tentato di registrare, e quindi
archiviare, anche la musica, mediante la notazione
musicale. Tale metodo, che si è andato sviluppando dal
Medio Evo in poi, consentiva (e consente ancora tuttoggi)
però, di diffondere e riprodurre la musica così come un
libro consente di distribuire un testo, trattandosi
effettivamente di una traduzione in simboli dei suoni
musicali trascritti su carta; in altre parole, trattandosi di
una codifica, necessita di qualcuno in grado di leggerla ed
eseguirla. L’idea, poi, di rendere la musica un oggetto
nasce con l’ascesa delle classi borghesi, che nel Seicento
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
12
inventano il concerto pubblico
1
. Di conseguenza, la
nascita di tale fenomeno fa aumentare la richiesta di
spartiti, per poter riprodurre la musica dei grandi artisti nei
salotti borghesi: comincia così a muovere i suoi primi
timidi passi quello che poi diverrà l’attuale mercato
discografico. Si potrebbe dire, infatti, che lo spartito,
contenente la trascrizione di un’opera con la notazione
musicale è stato il primo supporto per la distribuzione
della musica, e gli editori di spartiti gli antesignani delle
attuali case discografiche.
I primi tentativi, però, di registrare proprio il suono
della musica, e rendere quindi possibile la distribuzione su
supporti in grado di riprodurre direttamente la musica
furono mossi a partire dai primi anni del ‘700.
La prima tecnica messa a punto è stata quella dei
rulli, ovvero del carillon, tuttora usata dai suonatori di
strada nelle pianole. Il rullo consentiva di trasferire la
notazione musicale direttamente su uno strumento a
tastiera (clavicembalo, piano o altri varianti),
identificando la sequenza dei tasti. Era sufficiente
applicarlo ad uno strumento predisposto e girare la
manovella alla giusta velocità per ricreare nell’etere il
brano musicale. Il primo ad avvalersi di tale tecnica fu
l’italiano Giovanni Barberi che nel 1702 proponeva sulle
piazze di mezza Italia il suo prototipo di organetto
meccanico, poi denominato “organetto di Barberia”, il
quale ispirò poi la realizzazione tra il XVIII e il XIX
1
Cfr C.Di Gennaro, R. Favaro, L. Pestalozza, Storia della
musica, Nuova Carisch, San Giuliano Milanese 1999
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
13
secolo, dei carillon moderni, del pianoforte meccanico e
dell’autopiano. Siamo ancora molto distanti dall’idea di
registrazione della musica, piuttosto si pensa a come
rendere possibile l’esecuzione in assenza dell’esecutore.
Non sarebbe trascorso però molto tempo dall’invenzione
che avrebbe cambiato per sempre il modo di tramandare
il suono e in secondo luogo di fruire della musica.
A porre le basi a tale invenzione fu Edouard-Leon
Scott de Martinville, nato in Francia all’inizio del XIX
secolo, di professione stampatore, che nel 1857 brevettò il
fonoautografo, apparecchio in grado di rendere con un
segno grafico l’onda sonora. L’invenzione di Scott era
basata su una membrana di carta, mossa dalla voce o dal
suono (che, come noto, provoca vibrazioni nell’aria), che
guidava a sua volta una penna la quale registrava la
sinusoide del suono
2
.
La nascita della moderna registrazione si deve, però,
all’intraprendenza e al genio di Thomas Alva Edison,
newyorkese di origini olandesi, “lo stregone di Menlo
Park” come venne in seguito soprannominato, il quale il
18 luglio del 1877 registrò e riascoltò un semplice
‹‹Hallo›› tramite il fonografo, uno strumento
rivoluzionario di sua invenzione che, attraverso la
dinamica dei fluidi (come l’aria), permetteva di incidere i
suoni su cilindri, prima ricoperti di una sottile lamina di
stagno (tin-foil), poi di cera, e successivamente di
2
Cfr. A. Truffi, Le tecniche di registrazione del suono,
documento Internet tratto dal sito
http://www.musicaememoria.com, 20.02.06
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
14
riprodurli. Con in fonografo Edison riuscì in ciò in cui non
era riuscito Scott, ovvero imprigionare il suono e
riprodurlo a proprio piacimento. Costruendo il primo
fonografo, Edison elaborò l’intuizione dello stampatore
francese, che si era limitato a rappresentare graficamente
la forma del suono su un cilindro ricoperto di carta
affumicata, sostituì alla cellulosa la stagnola in un primo
momento, poi la cera, per ottenere non il segno grafico ma
una vera e propria incisione, quando poi la puntina
ritornava sul solco tracciato sul cilindro metallico
restituiva il suono secondo il procedimento inverso
3
; il
genio di Edison aveva quindi compiuto il passo
successivo, quello di rendere riproducibile il suono.
Nonostante la paternità dell’invenzione sia
rivendicata dal chimico e fisico francese Charles Cros
(attento studioso dell’opera di Scott) che
contemporaneamente, a Parigi presentava domanda di
brevetto per il suo Paléophone, (una variante del
fonografo funzionante con cilindri di cristallo), il dato che
per la storia fa testo è la concessione, nei primi mesi del
1878, del brevetto U.S. 200521 che attribuì a Edison la
paternità e, di conseguenza, la titolarità dei diritti di
sfruttamento economico del fonografo, dando così l’avvio
all’epopea della registrazione.
Curiosamente, però, Edison non intuì
immediatamente il potenziale della tecnologia che aveva
3
Cfr. E. Assante, F. Ballanti, La musica registrata. Dal
Fonografo alla Rete e all’MP3. La nuova industria
musicale, Dino Audino Editore, Roma 2004
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
15
messo a punto. In un articolo del 1877 elencava infatti
dieci possibili usi per “spingere” la nuova invenzione, che
andavano da registrare libri per ciechi, tramandare le
ultime parole dei moribondi, annunciare l’ora esatta,
insegnare a scrivere sotto dettato, ma non era elencata la
registrazione della musica. E
invece fu proprio la musica a
fare la fortuna di Edison e a
decretare il successo del
fonografo. Infatti nonostante
la deperibilità e la fragilità
dei materiali usati, il supporto
cilindro ebbe un notevole
successo e catturò
l’attenzione della nascente
Columbia Phonograph
Company di Washington che comprò il brevetto di Edison
iniziando ad incidere canzoni, filastrocche per bambini,
brani in prosa e gag comiche. Lo stesso Edison, poi, si
dimostrò, oltre che uno scienziato dall’indiscutibile senso
pratico, un accorto uomo d’affari fondando la Edison
Speaking Phonograph Company, una delle prime label
musicali del mondo.
I primi cilindri di cera commercializzati negli anni
Ottanta garantivano una manciata di ascolti, mai più di
quindici, poi venivano restituiti al dettagliante che
provvedeva a riutilizzarli rimodellando la cera e
rendendoli disponibili per una nuova incisione. Bisognerà
attendere l’inizio del ventesimo secolo per la diffusione di
cilindri in grado di garantire un centinaio di prestazioni,
L’Edison Standard
Phonograph
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
16
anche grazie alla composizione di materiali più resistenti
come la celluloide e l’amberol, una plastica brevettata
dallo stesso Edison.
In un primo periodo nessuna indicazione era posta
sugli involucri che avvolgevano i cilindri in vendita. Poi,
quella che oggi potremmo considerare la più semplice
tecnica di marketing, impose
la specificazione del nome
dell’etichetta, del nome
dell’esecutore, titolo del
brano e numero di catalogo.
Il fonografo, dunque,
nato come registratore della
voce umana, si affermava
invece come riproduttore, in
particolare di musica, mentre
la fase della registrazione,
effettivamente più complessa
di come Edison pensava,
veniva gestita dai
professionisti, cioè le case di
edizione, in seguito poi case
discografiche. Nasceva così
il mercato della musica
riprodotta, come estensione e
moltiplicazione della musica editata (gli spartiti). Ora le
case editrici che detenevano i diritti degli artisti potevano
mettere in commercio non lo spartito, ma un supporto sul
quale era registrata la musica o la esecuzione da vendere,
e i fruitori, gli utenti finali, acquistavano il diritto di
Annuncio pubblicitario
del 1898: il fonografo
era già un “prodotto di
massa
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
17
riprodurla sui loro fonografi casalinghi, ed erano una
platea ben più ampia di quella che acquistava spartiti,
perché comprendeva anche chi non conosceva musica.
Nasce con il fonografo un mercato veramente di
massa, dove il consumo del “prodotto musica” si fonde
con la formazione, con le attività ludiche e quelle
lavorative, fino a permeare ogni aspetto del vivere sociale.
I nuovi ascoltatori/consumatori introducono di buon grado
la musica nel loro vivere quotidiano, inventando una
nuova forma di fruizione non competitiva con le altre
attività (potremmo parlare di consumo time saving): si
può ora ascoltare la musica leggendo, lavorando,
sbrigando le faccende domestiche e così via; la musica si
preparava a diventare ‹‹un oggetto che ognuno poteva
possedere individualmente e godere a proprio agio››
4
tramutandosi secondo tale accezione da bene culturale
collettivo e pubblico a bene privato, fisicamente tangibile
e commerciabile.
Tuttavia la poca praticità del supporto (che nella sua
versione più avanzata misurava dieci centimetri in
lunghezza e cinque in diametro, per un ascolto della
durata compresa tra i due e i quattro minuti) decretò nel
giro di poco più di un ventennio il tramonto del cilindro a
vantaggio del più agile disco, primo formato a conoscere
un’autentica commercializzazione su larga scala.
4
E. Eisemberg, L’angelo del Fonografo: musica dischi e
cultura da Aristotele a Zappa, Instar Libri, Torino 1997
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
18
1.2 Il grammofono e il supporto disco
L’invenzione che diede avvio al passaggio di
consegne dal supporto cilindro al nuovo supporto disco fu
il Grammofono, brevettato nel 1887 dal tedesco Emile
Berliner che ne assegnò la commercializzazione alla
Berliner Gramophone Company (una cordata di
imprenditori da lui stesso guidata).
Berliner, affascinato dalla trasmissione del suono e
dalla riproducibilità di esso, sfrutta l’intuizione di Edison
e approfondisce la tecnica di incisione su disco anziché su
cilindro. La nuova “macchina
parlante” ideata dal tedesco
prevede l’incisione in senso
verticale da parte di una
puntina, di un solco a forma
di spirale su un disco
inizialmente in fibra vetrosa.
Quattro anni dopo l’inventore
perfeziona il modello,
utilizzando un disco in alluminio e prevedendo la
modulazione del solco laterale. I primi dischi in
commercio nel 1895 recanti il marchio Berliner
Gramophone Company sono in ebanite (gomma
vulcanizzata) misurano appena 7 pollici di diametro
(17.78 cm, le dimensioni del moderno “singolo”), girano
alla velocità di 55 rotazioni al minuto e possono contenere
fino a due minuti di musica: verranno soppiantati
all’inizio del XX secolo dai più resistenti e capienti dischi
in lacca nitrocellulosa (“shellac” anche nota come
Il Berliner Gramophon
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
19
gommalacca)
5
. Nel 1906, poi, la Columbia immette sul
mercato il modello di disco “Velvet Tone” in schellac
flessibile. Le innovazioni continuano a susseguirsi in
modo vertiginoso, ulteriori ritocchi vengono apportati
dall’ingegnere meccanico Eldridge R. Johnson, che
risolve i problemi tecnici derivanti dalla corretta velocità
di rotazione del disco, progettando un motore che sfrutta i
meccanismi dell’orologeria a molla; lo stesso Johnson,
poi, fonda con Berliner l’etichetta Victor Talking Machine
nel 1901. Ed è proprio nello stesso anno che dall’accordo
tra le detentrici dei principali brevetti tecnici del settore, la
Edison National Phonograph, la Victor Talking Machine e
la Columbia Phonograph Company nasce il cartello che
darà vita alla produzione in serie del supporto disco, per
mezzo della stampa di una matrice in zinco. Comincia,
dunque l’era della distribuzione della musica suonata
attraverso un supporto fisico. E’ quindi, il grammofono a
disco di Berliner a dare l’impulso definitivo, consentendo
di duplicare all’infinito il master originario e aprendo così
il mercato delle royalties, che viene a sovrapporsi a quello
dei diritti d’autore. Nasce così l’industria discografica,
con, oltre alle già citate americane Columbia (1897) e
Victor Talking Machine Co. (1901), l’inglese
Gramophone Co. (1898), la francese Pathé Frères (1897),
la tedesca International Zonophone e la napoletana
Polyphon (1901). La musica comincia a diventare un
5
Cfr. E. Assante, F. Ballanti, La musica registrata. Dal
Fonografo alla Rete e all’MP3. La nuova industria
musicale, Dino Audino Editore, Roma 2004
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
20
affare mondiale, mentre negli Stati Uniti si vendono oltre
150 mila tra fonografi e grammofoni, il nuovo mass
medium fa un timido ingresso anche in India, Egitto e
Giappone
6
.
Attorno al 1910 la velocità di rotazione dei dischi si
attesta intorno ai 78 giri, il formato più comune diventa
quello dei 10 pollici (circa 25 centimetri di diametro)
capace di contenere fino a 4-5 minuti di musica. Lo
standard dei 78 giri non è casuale: il funzionamento a
manovella dei primi fonografi il cui compito era al
contempo di incidere i cilindri e di riprodurre il suono in
essi catturato (il supporto andava naturalmente suonato
alla stessa velocità con la quale era stato registrato)
determinò i giri al minuto su misura variabili tra i 60 e i
90, funzionali alle capacità di azionamento dell’uomo.
Quelle misure coincidevano inoltre con le esigenze del
lavoro delle prime rudimentali puntine in acciaio che
determinavano la grandezza del solco che imponeva una
gamma di frequenze riproducibili unicamente su quei
valori di giri al minuto. Quando attorno alla metà degli
anni Venti l’azionamento divenne elettrico, si assistette
alla standardizzazione della velocità a 78 giri per
convenzione industriale imposta dall’azienda principale
del settore, la Victor.
L’inizio del ‘900 è caratterizzato dalla “guerra” tra
cilindri e dischi, una battaglia senza esclusione di colpi,
6
Cfr C.Di Gennaro, R. Favaro, L. Pestalozza, Storia della
musica, Nuova Carisch, San Giuliano Milanese 1999
Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Curriculum in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari
Tesi in Marketing Internazionale
“The new music business”: evoluzione e prospettive della distribuzione musicale
D’AMATO DOMENICO
21
giocata su i più svariati campi, dall’economico al
tecnologico al legale.
Nel 1902 Edison propone sul mercato una serie a
larga tiratura di cilindri, i “Gold Medal” (50 centesimi di
dollaro), mentre la Victor punta tutto sui “Red Seal”
dischi a 10 pollici (1 dollaro).
Nel 1906 la Victor propone al grande pubblico
l’apparecchio Victorola, la cui commercializzazione avrà
una tale fortuna che per lungo tempo così verranno
chiamati comunemente i grammofoni. Per Edison, assiduo
sostenitore del cilindro, è un duro colpo, ma il suo genio
riesce a limitare gli effetti dell’attacco della Victor,
progettando e producendo nel 1912 un cilindro
infrangibile in celluloide contenente 5 minuti di
registrazioni e il modello fonografo “Opera”. Avendo
compreso la preponderanza sul mercato del grammofono,
Edison cederà alla produzione di dischi proponendo il suo
“Edison Diamond Disc” a incisione verticale, pure
rimanendo convinto della maggiore fedeltà dei cilindri che
continuerà a produrre fino al 1929. All’inizio del secolo la
Columbia abbandona l’idea del cilindro, così come la
francese Pathè, e il successo del disco diventa innegabile
7
.
Successo che come ben si evince dalla storia non è dovuto
ad una manifesta e incontrovertibile superiorità
tecnologica o per altre sofisticate caratteristiche del disco
rispetto al cilindro, ma per una banale ragione: i sottili
7
Cfr. E. Assante, F. Ballanti, La musica registrata. Dal
Fonografo alla Rete e all’MP3. La nuova industria
musicale, Dino Audino Editore, Roma 2004