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Introduzione
Lo scopo di questo lavoro consiste nel mettere in luce i vantaggi innovativi e rivoluzionari che
la tecnologia cloud computing ha apportato e potrebbe apportare alla società, con particolare
riferimento alle piccole e medie imprese, alle grandi aziende e al settore della Pubblica
Amministrazione. Inoltre, il presente lavoro indaga sui benefici e sulle trasformazioni dei
processi produttivi, nati dall’introduzione della suddetta tecnologia nella stazione di lavoro del
traduttore e, di conseguenza, nel settore della traduzione.
In seguito all’avvento dell’ubiquitous web, il cloud computing si è imposto sin dal principio
come una delle tecnologie più significative degli ultimi tempi, poiché non solo ha dato vita a
nuovi modi per accedere ai dati in modo rapido ed economico e a innovazioni nel campo della
tecnologia, ma ha comportato a una vera e propria rivoluzione su tutti gli aspetti della vita
dell’individuo. L’affermazione di questo nuovo paradigma tecnologico è stata alimentata
principalmente dal numero sempre crescente dell’espansione della connessione Internet a banda
larga e della creazione di laptop, smartphone e dispositivi mobili che permettono un accesso
alla rete in modo semplice e funzionale.
La tecnologia cloud ha ridefinito l’organizzazione dei processi e dei flussi di lavoro e ha
condotto al conseguimento di un elevato grado di interoperabilità e ottimizzazione. Difatti, ha
reso possibile un rinnovamento nelle piccole, medie e grandi imprese e nelle istituzioni
pubbliche e in qualsiasi altro settore lavorativo, garantendo lo sfruttamento di pratiche e
tecnologie dirompenti.
Il cloud computing non è fondamentale soltanto per le istituzioni, le aziende e le organizzazioni,
ma anche per il singolo individuo: permette di eseguire programmi software senza installarli
sul computer, risparmiando spazio di archiviazione sul proprio dispositivo, di archiviare un
enorme numero di file in dischi virtuali, ovviando a una possibile perdita dei dati, di sviluppare
e testare programmi senza necessariamente essere in possesso di server e di creare o accedere
a piattaforme in streaming per la visione di contenuti multimediali.
Purtroppo, ancora oggi, si nutrono varie perplessità riguardo ad alcuni aspetti della tecnologia
cloud, come ad esempio la protezione e la sicurezza dei dati. Allo stesso tempo, essa rappresenta
l’unica arma funzionale e conveniente per la risoluzione dei problemi riguardanti l'acquisizione
e il mantenimento di costose risorse hardware e software, utilizzate nel quotidiano, e
2
l'ottimizzazione delle risorse nel modo più efficiente e vantaggioso possibile.
La ricerca effettuata all’interno del presente lavoro segue tre filoni differenti che si concentrano
su diversi aspetti del cloud computing. Il primo capitolo introduce e chiarisce il concetto di
cloud computing in modo semplice e diretto, percorrendo le varie tecnologie precedenti,
partendo dal primo concetto di ambiente condiviso e interconnesso ipotizzato da Lick con la
sua intergalactic computer network, ai concetti di utility e grid computing. Inoltre, fornisce
delle nozioni basi riguardo l’architettura, il funzionamento, l’infrastruttura e i modelli di
servizio e dispiegamento, nonché la descrizione delle perplessità sulla sicurezza che potrebbero
nascere dall’implementazione di un sistema fornito in cloud e la presentazione delle possibili
soluzioni a esse.
Al centro del secondo capitolo è collocata un’attenta analisi riguardante l’implementazione del
cloud computing all’interno delle piccole e medie imprese e grandi aziende, facendo riferimento
a due studi condotti in Italia, ovvero l’indagine Cloud Survey 2012, condotta da IRIDEOS, e
l’indagine L’impatto del cloud computing sul sistema-paese e sul modo di fare impresa in Italia
condotta nel 2020 da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Microsoft. Un
altro punto importante di questo capitolo è rappresentato dall’utilizzo della tecnologia cloud
nella Pubblica Amministrazione, con particolare attenzione sui metodi di implementazione e
sulle linee guida fornite dal Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione
2020-2022 e il modello Cloud della PA. Inoltre, questa parte dell’elaborato si sofferma sugli
aspetti innovativi sviluppati dal cloud computing nell’ambito della vita quotidiana, ponendo
l’attenzione su due dei più grandi fornitori di servizi cloud, ovvero Google e Amazon e di come
essi abbiano concesso ad aziende e organizzazioni, che forniscono servizi utilizzati
giornalmente da miliardi di utenti nel mondo, di poter massimizzare i profitti e migliorare i
propri servizi, con una risultante personalizzazione dell’offerta ai propri clienti.
Nel terzo capitolo è stata effettuata un’analisi sui benefici e gli effetti nel settore della
traduzione conseguenti all’introduzione della tecnologia cloud. Il capitolo presenta un excursus
sull’evoluzione della tecnologia nel campo della Translation technology, dalla creazione dei
primi sistemi di traduzione automatica, alle trasformazioni causate dall’avvento del Web 1.0 e
2.0, all’ubiquitous web e il conseguente sviluppo del paradigma cloud. In seguito, vengono
discusse le caratteristiche principali dei servizi per la traduzione assistita e audiovisiva forniti
in cloud e della risultante ridefinizione dei processi traduttivi. La parte finale del presente lavoro
si concentra sull’indagine riguardante l’utilizzo dei servizi cloud per la traduzione assistita e
audiovisiva da parte di traduttori professionisti operanti in Italia.
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1 Capitolo primo
Cloud computing: tra innovazione e ottimizzazione
1.1 Il Cloud computing: una definizione
Ormai la pratica del cloud computing si sta espandendo sempre più negli ultimi anni, diventando
non solo una fonte tecnologica indispensabile per gli enti privati e pubblici e per gli utenti base,
ma anche applicabile a tutti i settori dell’ambito lavorativo.
Nel linguaggio quotidiano, si utilizza il termine cloud per riferirsi a quei servizi che sono
disponibili sul nostro smartphone o sul nostro laptop, i quali ci permettono di archiviare i nostri
dati e file più importanti all’interno di questa fantomatica “nuvola”, senza dover occupare
spazio di archiviazione sui nostri dispositivi o dover trasportare il supporto di archiviazione
sempre con noi.
In realtà, ridurre il termine cloud a un mero servizio di archiviazione virtuale alla mercé degli
utenti meno esperti è riduttivo, poiché esso include un concetto ancora più ampio.
Tra le tante definizioni presenti in ambito scientifico, quella elaborata dal National Institute of
Standards and Testing (NIST), un’agenzia dell’United States Department of Commerce, che si
occupa di sviluppare gli standard per conto del Governo Federale degli Stati Uniti, sembra
essere la più autorevole:
Cloud computing is a model for enabling ubiquitous, convenient, on-demand network
access to a shared pool of configurable computing resources (e.g., networks, servers,
storage, applications, and services) that can be rapidly provisioned and released with
minimal management effort or service provider interaction.
1
Dunque, il cloud computing è uno strumento che fornisce un servizio o una raccolta di servizi,
che sono in grado di soddisfare le esigenze dell’utente e che permettono il processo di
memorizzazione, archiviazione ed elaborazione di una grande quantità di informazioni e dati
2
.
Esso si serve di risorse hardware e software disponibili in rete, accessibili dagli utenti
1
Mell, P., & Grance, T., The NIST Definition of Cloud Computing, «National Institute of Science and
Technology», Special Publication, 800, 145, 2011, p. 2.
2
Hill, R., Hirsch, L., Lake, P., & Moshiri, S., Guide to cloud computing: principles and practice, Heidelberg,
Springer Science & Business Media, 2012, p. 3.
4
autorizzati in maniera illimitata, cioè in qualunque momento e da qualunque luogo
3
. Come
un’entità atmosferica vera e propria, il cloud si presenta come una nuvola amorfa, fluttuante e
senza confini
4
. L’uso del termine cloud, infatti, deriva dal fatto che gli ingegneri di rete
utilizzavano tradizionalmente il simbolo della nuvola per rappresentare Internet come l’insieme
di diversi domini a loro sconosciuti
5
.
Spesso viene definito come una “nuova tecnologia”, ma, in realtà, si tratta soltanto di un
paradigma computazionale ed un modello di consumo e distribuzione di servizi e risorse. Esso
è basato su un insieme di risorse virtuali di elaborazione, memoria di massa, e networking anche
per dispostivi mobili, in modo tale da soddisfare appropriati livelli di servizio e ottimizzare
l’efficienza dell’uso delle risorse. Così facendo, le risorse risultano essere più accessibili e
individuabili, garantendo standardizzazione e automazione. Per standardizzazione
(standardization) si intende l’implementazione dei servizi attraverso un approccio coerente
supportato da un insieme di interfacce coerenti. L'automazione (automation) è un processo che
si innesca sulla base delle regole aziendali, della disponibilità delle risorse e delle esigenze di
sicurezza ed è necessaria per supportare un modello di fornitura self-service
6
.
Proprio a causa dell’ottimizzazione e della pronta risposta ai bisogni dell’utente, il cloud
computing è stato adottato sia dagli enti pubblici, che dalle piccole e grandi aziende, diventando
uno strumento fondamentale nella gestione delle risorse. Basti pensare a piattaforme come
Netflix, Whatsapp, Instagram, Facebook e Uber, che sono basate su servizi in forniti in cloud.
1.1.1 L’evoluzione della nuvola.
Quale sia il punto di partenza del cloud compunting non è ancora ben chiaro. Molti attribuiscono
l’invenzione del cloud compuntig a Joseph Carl Robnett Licklider, conosciuto come JCR. o
“Lick”, responsabile, nel 1969, dello sviluppo di ARPANET, l’Advanced Research Projects
Agency Network (Rete dell’Agenzia per i progetti di ricerca avanzati). L’idea di Lick era quella
di una intergalactic computer network, cioè una “rete intergalattica di computer” che
3
Campagnoli, M. N., Il cloud computing: vantaggi e problematicità, «Rivista di filosofia del diritto», n. 1, 2016,
p. 110.
4
De Pietro, Peter. Transforming Education with New Media. Participatory Pedagogy, Interactive Learning, and
Web 2.0. Peter Lang US, 2013, p. 174.
5
Surianarayanan, C., & Chelliah, P. R., Essentials of Cloud Computing. A Holistic Perspective, Heidelberg,
Springer Berlin, 2019, p. 19.
6
Hurwitz, J. S., & Kirsch, D., Cloud computing for dummies, Hoboken, John Wiley & Sons, 2020, p. 8.
5
permettesse alle persone di tutto il mondo, di essere interconnessi e accedere a programmi e
dati in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Essa fu sviluppata in seguito poi dal
Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e divenne un mezzo per lo scambio di informazioni
in modo veloce e sicuro: sostanzialmente divenne il primo network progenitore del moderno
Internet
7
.
Attraverso Licklider vennero gettati le basi del grid computing, una tecnologia che permette di
collocare computer dislocati in varie aeree geografiche al fine di creare una rete liberamente
associata
8
.
Un altro punto di partenza fondamentale del cloud computing fu introdotto dal concetto di
computing come utility. L’utility computing apparve per la prima volta grazie a John McCarthy
del Massachusetts Institute of Technology negli anni ’60, per poi essere ripreso da Douglas
Parkhill nel 1966. Quest’ultimo analizzò il modo in cui le utility naturali, nello specifico
l’elettricità, venivano erogate. Da questa analisi ricavò le caratteristiche più importanti delle
utilities e le applicò all’ambito del computing, considerato anch’esso come utility. La prima
caratteristica fondamentale individuata da Parkhill fu quella dell’onnipresenza e illimitatezza:
così come un individuo considera la corrente elettrica una fonte inesauribile e mai assente,
anche il computing dovrebbe essere una risorsa che si adegui ai nostri bisogni e alle nostre
esigenze del momento
9
. Era un'idea brillante, ma troppo in anticipo rispetto alla tecnologia di
quegli anni, nonostante avesse guadagnato l’interesse della comunità scientifica. Le prime
forme di utility computing comparvero negli anni ’90 ed erano Internet-based, come ad esempio
i motori di ricerca Yahoo! e Google, i servizi di posta elettronica Hotmail e Gmail, le
piattaforme di pubblicazione di contenuti MySpace, Facebook e YouTube, e altri tipi di social
media, come Twitter e LinkedIn. Sebbene ancora orientati verso il consumatore, ovvero l’utente
finale, questi servizi resero popolari e ben saldi quei concetti fondamentali che costituiscono le
basi del cloud computing moderno. Nel 1999, Salesforce.com fu uno dei fautori di questa idea,
fornendo applicazioni agli utenti tramite un semplice sito web: le aziende potevano accedere
agli applicativi di Salesforce.com, soltanto attraverso l’accesso a Internet.
Nel 2002, Amazon diede l’avvio ad Amazon Web Services (AWS), una suite di servizi orientati
all'impresa che fornisce uno spazio di archiviazione e funzionalità aziendali forniti
esclusivamente da remoto.
Tuttavia, solo a partire dal lancio di Elastic Compute Cloud nel 2006 si parlò di un servizio
7
Kandukuri, Balachandra Reddy, et al., Cloud security issues, «2009 IEEE International Conference on Services
Computing», IEEE, 2009, p. 517.
8
Hill, R., Hirsch, L., Lake, P., & Moshiri, S., cit., pp. 6-7.
9
Ivi, p. 4.
6
aperto a tutti. Sulla scia dei vari provider (fornitori), anche Google si omologò al trend
emergente e nel 2009, Google Apps iniziò a fornire applicazioni aziendali in cloud. Nel 2009
altre aziende cavalcarono l’onda del cloud computing, come Microsoft, che lanciò Windows
Azure, a cui poi si aggiunsero Oracle e HP
10
.
Da un punto di vista informatico, si potrebbe descrivere l’evoluzione del cloud computing come
il risultato del susseguirsi di diversi paradigmi che vengono identificati in sei fasi. La prima
fase è caratterizzata dal paradigma del mainframe computing,in cui molti utenti condividevano
potenti mainframe (computer caratterizzati da prestazioni di elaborazione dati di alto livello di
tipo centralizzato) utilizzando terminali fittizi. In seguito a questa fase, i computer divennero
molto più potenti, tanto da poter soddisfare i bisogni degli utenti (PC computing). Nella fase
successiva, laptop e server erano collegati tra loro attraverso reti locali in modo tale da
condividere le risorse e aumentare le prestazioni (network computing). Nella quarta fase, si
sviluppò il paradigma dell’Internet computing, basato su reti locali che sono collegate ad altre
reti locali, creando la rete globale di Internet, che permetteva di poter utilizzare applicazioni e
risorse remote. Il paradigma successivo è quello del grid computing, basato su un sistema di
calcolo distribuito, utilizzato per l'elaborazione di grandi quantità di dati, mediante l'uso di una
vasta quantità di risorse, permettendo la condivisione coordinata di risorse all'interno di
un'organizzazione virtuale. Nella sesta fase troviamo il paradigma del cloud computing, che
fornisce risorse e servizi attraverso l’uso di Internet in modo semplice e scalabile, ovvero
distribuisce le proprie funzionalità in base alle necessità e alle disponibilità
11
.
10
Erl, Thomas, R. Puttini, e Z. Mahmood, Cloud computing. Concepts, technology, & architecture, Upper Saddle
River NJ, Prentice Hall, 2013, p. 50.
11
Furht, B., & Escalante, A., Handbook of cloud computing, n. 3, New York, Springer, 2010, pp. 3-4.