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Introduzione
Il presente lavoro arriva a concludere un percorso universitario durato due anni,
durante i quali si è approfondito e strutturato il concetto di E-Learning e Media
Education, il cui obiettivo è di “formare specialisti con una solida preparazione teorica,
metodologica e tecnico-operativa relativa alle tecnologie e ai linguaggi visivi,
audiovisivi e multimediali; alle metodologie della formazione a distanza; alle modalità
produttive dei diversi settori dell'audiovisivo e del multimediale”
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Sempre più spesso gli apprendimenti possono realizzarsi anche al di fuori di contesti
formali come quelli prettamente scolastici e abbracciare una moltitudine di ambiti e
settori della vita lavorativa e relazionale.
Il lavoro oggetto di questo resoconto, infatti, è stato pensato per un contesto di
apprendimento informale rivolto alla cittadinanza di Albignasego in generale e vuole
dimostrare che attraverso la multimedialità - progettata correttamente grazie al
sostegno di teorie di riferimento - si possono veicolare contenuti educativi e formativi
in grado di raggiungere il target stabilito.
Una società complessa e in continua trasformazione come la nostra si
contraddistingue da una spiccata abitudine all’uso delle tecnologie – tradizionali e
nuove – sempre più proiettata verso un mondo globalizzato.
La funzione educativa, in una società che si vuole definire democratica, ha il
compito di sollecitare le nuove generazioni a non perdere di vista il legame con il
territorio, le tradizioni, la cultura, la storia. Una società, sì proiettata al futuro, ma
protesa a valorizzare il passato, che non deve perdere la trasmissione umana della
memoria tra le generazioni, né accettare passivamente e in modo acritico il proprio
passato.
Il primo capitolo mette in luce il tema portante di tutto il lavoro: la storia della
scuola di Albignasego durante la Seconda guerra mondiale. Si tratta di delineare
questo periodo attraverso fonti documentarie e testimonianze orali raccolte presso la
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Obiettivi esplicitati nel corso di Teorie e Metodologie dell’E-learning e Media Education
(URL:http://espertimedialinrete.formazione.unipd.it/index.php/obiettivi-formativi.html, 2 agosto 2011)
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cittadinanza, che contribuiscono a dare un affresco del tempo: un periodo particolare
vissuto dai bambini e dai maestri di allora, in un contesto sociale, economico e
ideologico profondamente diverso da quello attuale.
Verranno delineate successivamente le modalità di recupero delle fonti e
specificate le particolarità legate alla trasmissione orale delle testimonianze.
Testimonianze rese ancora più preziose poiché vanno esaurendosi, essendo legate ad
un vissuto di ben 60/65 anni fa.
Una delle sfide a cui oggi è chiamata la democrazia consiste proprio nel “garantire
l’accesso alla conoscenza e la sua diffusione globale (…)” (Movimento Federazione
Europea, 2011) e la multimedialità, grazie alla digitalizzazione e alle potenzialità
trasmissive della Rete, può divenire lo strumento più efficace per consegnare ai
cittadini parte della loro storia e contribuire così alla costruzione di un futuro più
consapevole e migliore.
Il secondo capitolo offre una panoramica sull’impegno che da sempre
contraddistingue la Direzione Didattica di Albignasego, in una rapporto di consolidata
collaborazione con il Comune. Obiettivo primario è informare la cittadinanza, ma
anche coinvolgerla nelle diverse iniziative culturali promosse sul territorio, in un’ottica
di diritto-dovere all’informazione tra cittadino e istituzioni.
Seguirà la presentazione degli abstract delle tre pubblicazioni edite dalla Direzione
Didattica e si accennerà anche alla mostra sulla storia della scuola, Cappel d’asino e…
lodi. Concordanze e antinomie nella scuola del XX secolo,
che per la sua ricchezza e
valenza storica ha oltrepassato i confini di Albignasego.
Il lavoro prosegue delineando le normative nazionali, europee e internazionali, a
sostegno della conoscenza e dell’informazione quali beni indispensabili in ogni società
democratica. Si accennerà ad iniziative nazionali ed europee finalizzate al recupero
della memoria come patrimonio collettivo. Alcune di queste valorizzeranno la
condivisione di storia e cultura comuni tra gli stati membri europei, con particolare
attenzione alla salvaguardia delle diversità, ma anche al confronto dialettico tra culture
diverse, in un’ottica di promozione alla cittadinanza attiva europea.
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Obiettivo non meno importante, che si va ad aggiungere a questo impegno
comunitario, è la promozione di pace e solidarietà internazionale.
A questo punto del lavoro sarà necessario approfondire le teorie che supportano la
multimedialità, come modalità facilitante l’apprendimento e la divulgazione di nuove
conoscenze. Verranno affrontati alcuni tra gli autori più importanti di stampo
cognitivista e si approfondiranno soprattutto i principi di Mayer
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sulla teoria della
multimedialità.
Ai fini della scelta del formato da adottare in questo lavoro, sarà interessante
analizzare alcuni prodotti multimediali presenti in Rete selezionando tre format diversi.
Sulla base delle teorie esplicitate precedentemente, si analizzeranno in modo
approfondito questi prodotti, cercando di far emergere aspetti positivi o negativi ai fini
della facilitazione all’apprendimento dei contenuti.
Per concludere il percorso si cercherà di dettagliare il processo necessario alla
produzione multimediale che fa da corredo a questo resoconto. Verranno esplicitate le
motivazioni per la scelta del format, messi in luce i criteri adottati nella selezione delle
fonti e le modalità necessarie a creare un messaggio comunicativo corretto.
La memoria scolastica di uno speciale periodo del Novecento verrà presentata
cercando di creare un clima di interesse e coinvolgimento per il fruitore. Scopo della
scrivente sarà quello di far sì che giovani, adulti e anziani possano assaporare emozioni
e sensazioni che altrimenti resterebbero nella memoria di pochi e andrebbero
irrimediabilmente perse nell’arco di pochi anni.
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Richard E. Mayer è professore di psicologia all’Università di Santa Barbara in California ed ha sviluppato la Teoria
dell’apprendimento multimediale (URL: http://www.psych.ucsb.edu/people/faculty/mayer/index.php, 2 agosto 2011)
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CAPITOLO 1. Storia: bene comune e patrimonio collettivo
1.1. Testimonianze di vita quotidiana: il punto di vista della scuola attraverso il
racconto degli alunni di ieri e i registri dei maestri dell’epoca
Tra i materiali utilizzati per il presente lavoro un ruolo di rilievo viene assunto dalle
testimonianze raccolte dalla Direzione Didattica di Albignasego in occasione della
manifestazione Cappel d’asino e… lodi. Concordanze e antinomie nella scuola del XX
secolo, effettuata nello stesso Comune tra il 26 maggio e il 6 giugno 2001. Tali
testimonianze sono state poi utilizzate in piccola parte da Diego Pulliero, lo studioso
che le aveva raccolte, nella stesura del volume I giorni della scuola, edito nel quadro di
questo evento.
Al di là del parziale utilizzo, queste narrazioni costituiscono un patrimonio
documentario di rilievo. Si tratta di 46 interviste condotte con ex alunni, insegnanti e
bidelli dell’epoca, raccolte in modo da abbracciare un arco cronologico che va
indicativamente dagli anni Venti agli anni Cinquanta del Novecento, spaziando nelle
diverse frazioni del Comune.
La scrivente ha preferito restringere l’intervento all’arco temporale corrispondente
alla Seconda guerra mondiale per il suo carattere di eccezionalità all’interno dello
scorrere del tempo quotidiano e per la pregnanza di questo argomento nella storia di
qualsiasi comune. Conseguentemente sono state selezionate le interviste relative al
periodo indicato. Su di esse, sulle loro caratteristiche e sulla metodologia utilizzata nel
corso della raccolta si ritiene opportuno dare qualche cenno.
Per quanto riguarda il metodo, Pulliero ha utilizzato un questionario di base uguale
per tutti (Celetti & Novello, 2006)
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ma l’intervista è stata portata avanti con una
procedura molto aperta che ricalca sostanzialmente i canoni indicati da Nuto Revelli ne
Il mondo dei vinti, un testo che, pur edito nel lontano 1977 risulta ancora oggi ricco di
suggestioni. Scrive Revelli (1977, p. XXXII) “I racconti-testimonianza dovrebbero
procedere lungo un binario fisso, dovrebbero seguire un filo cronologico. Ma non è la
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La traccia costituisce l’allegato B
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regola che conta. Si parte da lontano con i ricordi dell’infanzia, con i ricordi della vita
familiare e della vita comunitaria di allora: si supera così il rodaggio, si spiana così il
terreno per il decollo. (…) Propongo i temi e lascio che il discorso si apra, si snodi. Non
interrompo mai l’interlocutore, e dimostro interesse anche quando esce dal seminato,
quando salta di palo in frasca, quando mi ripete cose già dette. Non pretendo né
sintesi, né risposte nette. Ascolto per imparare, ascolto tutto, anche le cose che non
rientrano nei confini della mia ricerca”.
Partendo da questi presupposti, le interviste si snodano via via, toccando, quand’è il
momento, i temi previsti.
Va aggiunto poi che la selezione dei testimoni non ha seguito in alcun modo un
criterio di “importanza” del soggetto. Non sono quindi state selezionate persone che
abbiano ricoperto ruoli particolari allora o in seguito (amministratori locali, persone
“colte” o “in vista” del Paese…). La scelta, come si è detto, è stata fatta solamente
rispettando i criteri della temporalità e della territorialità, in modo da comprendere
l’intero periodo previsto e il territorio di Albignasego (Celetti & Novello, 2006).
Posto questo, i narratori hanno raccontato ciò che hanno personalmente visto e
vissuto, portando quindi il loro punto di vista. Un punto di vista che, naturalmente, è
anche frutto di un processo di ristrutturazione della memoria che “non consiste
solamente nella sua aderenza ai fatti, ma nella sua divaricazione da essi perché in
questo scarto si insinua l’immaginario, il simbolico, il desiderio, il percepito”
(Zamperlin, 2008-2009, p. 2). Perciò quello che è stato raccolto è semplicemente il
racconto di quei 46 uomini e donne comuni che forniscono “interpretazioni soggettive
di esperienze parziali del reale” (Passerini, 1981, p. 101).
L’altra fonte che utilizzeremo in questa sede è quella dei registri dei maestri. Si
tratta di una tipologia di documento che risente naturalmente del suo essere testo
ufficiale che narra dell’attività del maestro e che può senz’altro essere oggetto di
analisi da parte dei superiori. Vi si trovano quindi brani impregnati della retorica del
tempo, ma si possono anche osservare in trasparenza note preziose di vita quotidiana
non sempre del tutto allineate all’ufficialità. Al di là degli obblighi imposti, molto
dipende, com’è ovvio, dalla personalità del maestro che scrive.