4
• c�� infine una notevole riduzione dell�emissione di anidride carbonica e di
monossido di carbonio sempre rispetto ad impianti alimentati con combustibili
tradizionali.
Questo � poi molto importante se si considera anche il protocollo di Kyoto,
che impegna i Paesi industrializzati a diminuire le emissioni antropogeniche di gas
come CO2 ed NO capaci di alterare l�effetto serra e in cui sono citati gli
inceneritori come una delle possibili fonti di emissioni da tenere sotto controllo.
Inserendo poi nel confronto anche un impianto di termovalorizzazione di
pneumatici, la tabella 1 esemplifica i dati di emissione degli inquinanti rilasciati in
atmosfera per kWh di energia elettrica prodotta.
SO
2
(g/kWh
e
) NO
x
(g/kWh
e
) Polveri (g/kWh
e
)
Centr.
Termoelettrica
1.6 1.6 0.16
Termovalorizz.
RSU
0.66 2.6 0.13
Termovalorizz.
Pneumatici
4.7 5.8 0.35
Tab.1: Confronto tra l�inquinamento prodotto da differenti tipologie d�impianto
� altres� utile vedere quali sono le entit� in termini di quantit� orarie di questi
inquinanti rilasciati in atmosfera da parte di differenti attivit� produttive, come
esemplificato dalla tabella 2.
5
Rilasci in kg/h SO
x
NO
x
CO s.org. Polv.
Termoutilizz. RSU da 400 t/g 13.5 18 9 TOC
1.8
0.9
Raffineria da 10000 t/g greggio 650 110 20 COV
20-50
10
Centrale elettrica a olio combustibile da
320 MW
e
490 750 37.4 COV
9
5.7
Impianto di produzione allumina da
800000 t/anno
1500 TOC
1.2
120
Impianto di produzione alluminio da
125000 t/anno
390 8
Fabbrica laterizi (tegole) da 60000 t/anno 8 8
Riscaldamento domestico a gasolio per
100000 persone
106 38 173 COV
11.3
28
Traffico (1000 automobili) 14 63 735 2.1
Tab. 2: Inquinamento prodotto da differenti attivit� produttive.
Riguardo poi all�ultima voce della tabella precedente � interessante andare a
valutare il confronto tra le emissioni orarie di un inceneritore (dotato delle migliori
tecnologie di abbattimento fumi) che tratta 100 t RSU/giorno con quelle di un�auto
a benzina e di un�auto a gasolio (nell�ipotesi di consumo orario per benzina e
gasolio di 10 l/ora).
6
Inceneritore con
tecnologia anni 90
Auto a benzina Auto diesel
Polveri (g)
200 18 160
CO (g)
200 800 200
HCl (g)
200 nr nr
HF (g)
<8 nr nr
SO
2
(g)
800 5.4 54
NO
x
(g)
8000 420 350
Piombo (g)
8 1.5 nr
Cadmio (g)
0.8 nr nr
Mercurio (g)
2 nr nr
SOV (g)
416 375 208
Benzene (g)
<1 17 -
Aromatici (g)
<2 216 1
IPA (g)
0.4 0.1 0.4
Diossine (µ g I-
TEQ)
4 0.027 0.00075,0.06 (bus),
0.2 (camion)
Tab. 3: Confronto tra le emissioni di un impianto di termoutilizzazione e di autoveicoli
Da quest�ultima si pu� notare che le polveri, il CO, le sostanze organiche
volatili, gli Idrocarburi Policiclici Aromatici emessi in un�ora sono gli stessi, come
ordine di grandezza di una sola auto a benzina o a gasolio, mentre ad esempio il
benzene ed altri idrocarburi aromatici sono presenti in quantit� di gran lunga pi�
elevati negli scarichi degli autoveicoli ed invece gli NO
x
, il piombo e le diossine
risultano corrispondenti negli inceneritori a quelli rispettivamente di 20, 5, e 150
auto a benzina.
7
Tutto questo ci fa rendere conto di come, a volte, sarebbe da preferirsi un
ricorso all�incenerimento di rifiuti pi� spinto in quanto questo comporterebbe un
doppio effetto, ugualmente positivo per l�ambiente in cui viviamo e cio� il
risparmio di combustibili tradizionali e d�altra parte una diminuzione di emissioni
gassose inquinanti (almeno per ci� che riguarda gli ossidi di carbonio e di zolfo).
Esiste oggi una convergenza nelle strategie dei vari paesi industrializzati per
affrontare il sempre pi� grave problema derivante dall�incessante aumento dei
RSU e questo riguarda sia un�azione di prevenzione per contenere l�aumento dei
rifiuti e per ridurre lo spreco di risorse sia una riduzione dei rifiuti alla sorgente,
finalizzando tutto questo ad un conferimento in discarica dei rifiuti in misura
progressivamente pi� limitata e soprattutto solo per le categorie di rifiuti
completamente inertizzate.
In questa direzione si sta muovendo anche la recente legislazione italiana con
il DL 22 febbraio 1997 n. 22 (decreto Ronchi) e con il successivo Decreto 19
novembre 1997, n.503, quando comunque riconosce l�importanza
dell�incenerimento finalizzato al recupero energetico, pur se privilegia a
quest�ultimo il recupero di materiali attraverso �reimpiego, riutilizzo, riciclaggio�.
In fig. 1 � presentata la composizione merceologica dei rifiuti, che attualmente
tende a far aumentare il loro potere calorifico inferiore e ad arrivare ai 2000-2500
Kcal/kg e per quello che riguarda la produzione essa � in netto aumento e si �
arrivati a valori che nelle citt� di notevole dimensione demografica,
indipendentemente dalla loro ubicazione geografica, oramai raggiungono circa 1.5
kg/abitante/giorno.
La situazione attuale di emergenza, quindi, per questo tipo di problema, � stata
anche determinata dalla mancata costruzione di impianti di termodistruzione anche
a causa dell�ostracismo preconcetto di alcuni settori della Pubblica
Amministrazione e spesso della stessa popolazione intimorita da scenari
apocalittici evocati alla memoria dal solo termine �incenerimento�.
8
27%
7%
13%
27% 14%
4%
8%
organico e varie
tessili e legno
sottovaglio
materiali cellulosici
materiali plastici
metalli
vetro e inerti
Fig. 1: Composizione merceologica RSU in Italia
Bisogna anche ricordare che eventuali risoluzioni al problema quali ad
esempio il tanto decantato riciclaggio dovuto a raccolta differenziata, sono
effettivamente utili solo per materiali di cui risulti possibile e conveniente il
recupero.
86%
10%
4%
Discarica
Incenerimento
Trattamento
Fig. 2: Smaltimento e recupero di energia da RSU in Italia
9
Secondo un�indagine svolta dall�ANIDA (Associazione Nazionale Imprese
Difesa Ambiente) nel 1997 gli impianti presenti in Italia sono 54, di cui 36
operativi per una potenzialit� nominale complessiva di 7055 t/d, 7 in
ristrutturazione per una potenzialit� di 1160 t/d e 10 in costruzione di potenzialit�
pari a 3298 t/d.
Località
Costruttore
Potenzialità
nominale
(t/d)
Tecnologia Tipo di
rifiuti
potenza
elettrica
installat
Trattam
fumi
Anno
avviam./
ristrutt.
Note
PIEMONTE
Mergozzo
(VB)
FONSAR/
D.B.
2x60 Griglia RSU 4.0 EP+ WS 1995/97
(operativo)
3� linea
da 120
t/d in
costruz.
Vercelli SNAM-
PROGET
TI
3x75 Griglia RSU +
RSO
2.1+1.4 EP+ WS 77/91/95
(operativo)
3� linea
in
ristrutt.
Verbania THERMO
SELECT
1x100 Gassificazio
ne
RSU 2.0 1993
(operativo)
cogener
az.
10
LOMBARDIA
Bergamo FONSAR 2x75 Griglia RSU+
RSO
5.0 EP+ WS 1965/89
(operativo)
Como DE
BARTO-
LOMEIS
1x100 Griglia RSU EP+ WS 1967/87
(operativo)
2� linea
da 150
t/d in
costruz.
Valmadera
(LC)
DE
BARTO-
LOMEIS
2x120 Griglia RSU+
RSO
3.6 EP+ WS 1981
(operativo)
Abbiategra
sso (MI)
TECNIT
ALIA
1x60 Rotante RSU +
RSO
EP+ WS 1970
(operativo)
Desio
(MI)
DE
BARTO-
LOMEIS
1x120 Griglia RSU 5.7 EP+ WS 1976/93
(operativo)
Milano-
Zama
DE
BARTO-
LOMEIS
2x185 Griglia RSU +
RSO
7.4 EP+ WS 1968/90
(operativo)
Milano-
Silla
DE
BARTO-
LOMEIS
2x225 Griglia RSU +
RSO
11.6 EP+ WS 1975/86
(operativo)
nuovo
imp.
Sesto
S.Giovann
i
DE
BARTO-
LOMEIS
2x80 Griglia RSU +
RSO
5.5 EP+ WS 1967
(in ristrutt)
3� linea
in
realiz.
Busto
Arsizio-1
FONSAR 1x100 Griglia RSU CT+DAS
+EP
1973
(in ristrutt)
Busto
Arsizio �2
TTR 2x200 Griglia RSU 2 x 4.5 SDS+FF
+WS
(in costr)
Cremona DE
CARDE-
NAS
1x192 Griglia RSU +
RSO
2.1 SDS+FF
S+WS+
DN
(in costr.) con
pres. e
cog.
Brescia ANSAL-
DO
2x550 Griglia RSU 50 ECO+
DAS+FF
+DN
(in costr) cog. e
telerisc.
11
VENETO
Padova FONSAR 1x150 Griglia RSU +
RSO
3.3 DAS+EP
+WS
1960/86
(operativo)
Schio SNAM 2x65 Griglia RSU +
RSO
2.7 EP+WS 1983/91
(operativo)
Venezia TTR 1x180 Griglia RSU 5.7 SDS+FF
+WS
(in costr) presel.
2�linea
Verona ANSAL-
DO/
SNAM
2x250 Letto
fluido
RDF 21.8+2 SDS+FF (in costr) presel +
cog.+
dig.an.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Gorizia TECNITA
LIA
1x40 Rotante RSU +
RSO
- CT+EP 1972
(operativo)
Trieste 1 TECNITA
LIA
3x120 Rotante RSU+
RSO
- CT+EP+
WS
1972
(operativo)
Moraro
(GO)
TECNITA
LIA
1x40 Rotante RSU +
RSO
- CT+EP 1981
(operativo)
Trieste 2 TTR 1x200 Griglia RSU 4.8 SDSFW
S
(in costr)
TRENTINO ALTO ADIGE
Bolzano SNAM 1x150+
1x200
Griglia RSU 6.0 FF+WS+
DN+CD
1984/95
(operativo)
12
EMILIA ROMAGNA
Bologna VON
ROLL
3x200 Griglia RSU +
RSO
7.0 EP+WS 1973/92
(operativo)
cog. e
teler.
Ferrara 1 DE
BARTO-
LOMEIS
1x120 Griglia RSU CT+EP+
WS
1975/91
(operativo)
Ferrara 2 DE
BARTO-
LOMEIS
1x150 Griglia RSU SDS+FF
+WS
1993
(operativo)
teler.
Forl� VON
ROLL
2x100 Griglia RSU CT+DAS
+EP
1976
(operativo)
Modena VON
ROLL
2x150+
1x200
Griglia RSU+
RSO
6.5 EP+WS 1980/92/5
(operativo)
Parma TECNITA
LIA
2x150 Rotante RSU+
RSO
EP+WS 1975/91
(operativo)
Reggio
Emilia
DE
BARTO-
LOMEIS
2x100 Griglia RSU+
RSO
0.5 EP+DAS
+FF
1967/94
(operativo)
cog. e
teler.
Coriano
(RM)
VON
ROLL
2x150+
1x200
Griglia RSU+
RSO
10.3 EP+DAS
+FF
1976/91/2
(operativo)
13
TOSCANA
Rufina (FI) DE
BARTO-
LOMEIS
1x40 Griglia RSU+
RSO
DAS+FF 1977/94
(operativo)
Massa
Marittima
(GR)
IMEF 2x30 Griglia RSU+
RSO
CT+DAS
+FF
1976/93
(operativo)
Livorno VON
ROLL
2x100 Griglia RSU+
RSO
3.2 CT+DAS
+FF
1975/91
(operativo)
Pisa DE
BARTO-
LOMEIS
2x120 Griglia RSU+
RSO
EP+WS 1980/93
(operativo)
Montale
(Pt)
TECNIT
ALIA
2x60 Rotante RSU+
RSO
0.8 EP+WS 1978
(operativo)
Arezzo ANSAL-
DO
2x120 Griglia RSU+
RSO
2.9 SDS+FF (in costr) presel.
comp.
Greve in
Chianti
ANSAL-
DO
2x100 Gassificaz.
letto fluido
RDF 6.7 SDS+FF 1992
(operativo)
Castel
Garfagna
FONSAR 1x35 Griglia RSU 0.7 CT+DAS
+FF
1977/91
(operativo)
Poggibonsi
(SI)
DE
BARTO-
LOMEIS
2x40 Griglia RSU+
RSO
CT+DAS
+FF
1977
(in ristrutt)
Porto
Azzurro
(isola
d�Elba)
DANEC
O/TECNI
-MONT
1x36 Gassifica-
zione a letto
fluido
RDF 1.5 DAS+FF (in costr) sel. e
comp.
100t/d
UMBRIA
Terni VON
ROLL
2x75 Griglia RSU 2.5 WS 1975
(in ristrutt)
MARCHE
Tolentino
(MC)
SNAM 1x80 Griglia
sovvalli
1.2 CT+EP+
WS
1995
(operativo)
14
LAZIO
Roma TTR 2x50 Rotante RSO DN+DAS
+FF+WS
1995
(operativo)
prod.
vapore
PUGLIA
Taranto VON
ROLL
2x100 Griglia RSU+
RSO
4.0 DAS+FF 1976
(operativo)
comp.
CALABRIA
Rende
(CS)
DE
BARTO-
LOMEIS
1x65 Griglia RSU +
sovvalli
1.5 EP+WS 1992
(operativo)
BASILICATA
Melfi
(PZ)
FISIA 1x120 Griglia RSU e
sovvalli
indust.
7.0 SDS+FF
+WS+
DN+CD
(in costr.)
Potenza DE
BARTO-
LOMEIS
2x60 Griglia RSU+
RSO
1.2 DAS+FF
+WS
(in costr)
SICILIA
Messina-
S.Ranieri
STEIN-
MULLER
2x100 Griglia RSU CT+DAS
+FF
1976/95
(in ristrutt)
Messina-
pace
FONSAR 2x75 Griglia RSU+
RSO
CT+DAS
+FF+WS
1979/96
(operativo)
SARDEGNA
Cagliari TTR 2x170 Griglia RSU
sovv.
9.4 SDS+FF 1995 (op) RI
Macomer CTIP 1x100 Letto fluido RDF 1.5 SDS+FF 1994 (op)
Sassari Tecnitalia 2x60 Rotante RSU SDS+FF 1987(ristr)
15
(1) SIMBOLOGIA TRATTAMENTO FUMI:
CD= abbattimento catalitico delle diossine, CT= torre di condizionamento, DAS= reattore a
secco, DN= abbattimento NOx, ECO= raffreddamento fumi, EP= elettrofiltro, FF= filtro a
maniche, SDS= reattore a semisecco, WS = scrubber ad umido.
Gli impianti operanti attualmente bruciano 1.800.000 t/anno, cio� il 6.9%
dell�intera produzione nazionale stimata pari a 26.000.000 t/anno e si prevede, con
la messa in marcia dei nuovi impianti di arrivare a 3.100.000 t/anno, ossia l�11.9%
della produzione nazionale, nettamente inferiori alle medie europee.
Infatti, se da un lato paesi come la Grecia ricorrono alla discarica per il 94%
dei loro rifiuti e la Spagna, il Regno Unito e l�Ungheria inceneriscono
rispettivamente il 3%, l�8% e di nuovo l�8% dei RSU prodotti, bisogna vedere
anche l�enorme ricorso alla termodistruzione che si fa nel resto d�Europa, molto
spesso finalizzata al recupero energetico (in Austria il 12%, in Germania il 19%,
in Francia il 29%, nei Paesi Bassi il 20%, in Svezia il 49.5%, in Danimarca il 70%,
in Svizzera il 77%).
In Italia, invece, solo per il 75% degli RSU attualmente avviati alla
combustione e cio� solo per 1.350.000 t/anno � previsto il recupero di energia,
spesso sotto forma di energia elettrica; a fronte di una potenza elettrica installata
di circa 100 MWe si ha una produzione netta di circa 450.000 MWhe/anno che
saliranno rispettivamente a 215 MWe ed a 1.000.000 MWhe/anno.
Infine bisogna considerare che il 65% di questi impianti � entrato in esercizio
pi� di 20 anni fa e che la maggior parte di questi impianti e` di taglia medio-
piccola: pi� della met� degli impianti in esercizio (21 su 38) ha una potenzialit�
nominale inferiore a 150 t/d e di questi, ben 11 inferiore a 100 t/d, mentre solo 9
sono gli impianti che la hanno superiore ai 300 t/d.
Tutti questi impianti anche in seguito alle nuove disposizioni di legge (503)
dovranno adeguarsi per quel che riguarda le emissioni; infatti, i nuovi limiti di
legge sono sempre pi� restrittivi per gli inquinanti emessi al camino (ad esempio il
16
mercurio) e questo impone uno sforzo economico e tecnologico ingente da parte
dei costruttori e gestori degli impianti di incenerimento.
PAESE
IMPIANTI n.
TOTALE
INCENERITO
(t/a)
%SU RSU
TOT.
ENERGIA
RECUPERATA
(%)
BELGIO 28 2123 23.4 30
DANIMARCA 48 1577 65 100
GERMANIA
(RFT)
44 7997 40 40
SPAGNA 9 672 6.4 59
FRANCIA 309 7730 42.3 29
OLANDA 11 2323 32 50
GRAN
BRETAGNA
39 2758 17.6 20
SVEZIA 23 2650 55 60
GIAPPONE 1843 32500 75 80
Tab. 4: Confronto tra i paesi europei
17
Bisogna considerare per� che un buon processo di combustione � il primo
requisito da soddisfare per un�alta efficienza di tutto l�impianto ed anche per il
controllo delle emissioni.
Questo risultato � gi� ottenibile con l�attuale tecnologia e, nonostante le
caratteristiche quantomeno di eterogeneit� dei materiali da termodistruggere, i
forni di incenerimento sono tra i sistemi di combustione che offrono le pi� elevate
prestazioni.
D�altra parte � anche vero che se si vuole migliorare al massimo le condizioni
e la regolarit� della combustione bisogna agire controllando variabili operative gi�
all�interno della camera di combustione, e questo richiede un impegno tecnologico
mai fatto prima e promette vantaggi mai raggiunti.
L�ottimizzazione della combustione di RSU da ottenersi quindi con l�utilizzo
di tecniche di monitoraggio ed intervento innovative � volta quindi principalmente
a due obiettivi:
• La minimizzazione delle emissioni di inquinanti dovuta ad un migliore
andamento dei fenomeni di combustione, che reca indubbiamente privilegi
sia per l�ambiente che per l�ingente spesa dovuta al trattamento fumi.
• Il miglioramento del recupero energetico dovuto a condizioni pi� stabili
della camera di combustione, che porterebbe a benefici indubbi in
un�utilizzazione in turbina, quindi finalizzata alla produzione di energia
elettrica, per effetto di eventuali condizioni stazionarie del vapore.