INTRODUZIONE Un giorno, navigando nella rete, mi sono imbattuta casualmente in
una scrittrice dal nome insolito, La Marchesa Colombi e nel suo romanzo
In risaia . «Marchesa Colombi! Chi era costei?» mi sono detta parafrasando
il celebre don Abbondio.
Incuriosita, ho iniziato la mia ricerca scoprendo, con mia grande
sorpresa, che la presenza femminile nella letteratura italiana fra i due secoli
è stata molto più cospicua e significativa di quanto si usi ricordare. Una
«galassia sommersa» è la definizione che Antonia Arslan ha dato a questa
compagine di scrittrici, travolte e cancellate da un sommario giudizio di
condanna, come autrici di consumo, capaci solo di imitare volgarizzandola
la «grande letteratura».
Fino a quel momento, a dire il vero, avevo letto solo In risaia e non
mi era sembrato affatto un romanzo scadente. Anzi, la scrittura semplice e
realistica, la vena di ironia e la descrizione dei sentimenti priva degli
stereotipi che mi aspettavo in un romanzo di quel periodo – siamo nel
1878-, mi avevano piacevolmente sorpresa.
A quel punto la domanda è sorta spontanea: si trattava di un caso
unico o vi erano altre perle da scoprire? Da qui è partito lo spunto per il
lavoro presentato qui di seguito.
Innanzitutto ho cercato di capire il momento storico in cui si
collocava questa letteratura perché, a mio avviso, una simile esplosione
creativa non poteva essere disgiunta da una da una situazione di particolare
7
«tolleranza» 1
da parte dell’autorità dominante, ossia quella maschile e dalla
precisa dislocazione geografica del fenomeno.
Ed, effettivamente, era così: l’Italia aveva raggiunta da poco l’unità e
viveva la sua Belle Epoque , un periodo di euforia in cui tutto sembrava più
facile e raggiungibile.
La diffusione dei tessuti sintetici, la nascita del telefono e della
lampadina, l’arrivo dal mercato americano di ventilatori, ferri da stiro ,
aspirapolvere, l’inaugurazione di centri commerciali sembravano rendere
più semplici le attività di tutti i giorni.
Lo sviluppo delle discipline mediche regalava la speranza di una vita
lunghissima, le città, enormi cantieri in costruzione, erano attraversate da
tram e ferrovie, dotati di motori elettrici, che suggerivano l’illusione di
poter giungere in ogni dove.
In questo fèervere di cose e persone sbocciano nuove attività
lavorative, nuove fonti di guadagno accessibili anche alle donne: il lavoro
in fabbrica, l’insegnamento e, per alcune, la scrittura, attività da cui si può,
finalmente, trarre la possibilità di una qualifica sociale e professionale.
Molte firme nascono in questo periodo: Matilde Serao, La Marchesa
Colombi (Maria Antonietta Torriani), Contessa Lara (Evelina Cattermole),
Neera (Anna Radius Zuccari), Vittoria Aganoor, Jolanda (Maria Majocchi),
Ada Negri, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo (Rina Faccio), Emma Perodi,
Elda Gianelli. I loro nomi diventano ben presto familiari al pubblico dei
lettori e delle lettrici, che li cerca e li ama per la loro «mirabile attitudine
all’indagine psicologica» e per la capacità di esprimere il «punto di vista
femminile» meglio di quanto sappiano fare i loro colleghi maschi.
1 La tolleranza fa, infatti,parte della teoria sociologica delle 3T di Richard Florida (2002), secondo
la quale lo sviluppo, che non dipende dal basso costo del lavoro o dalla capacità di attrarre le
aziende, ma dalla capacità di attrarre i creativi, è garantito dall’associazione di tre elementi:
tecnologia, talento e tolleranza.
8
Le scrittici esplorano tutte le dimensioni della realtà femminile, da
quella della zitella a quella della donna sposata, dalla prostituzione alle
varie realtà lavorative; indagano il mondo contadino, la grande città e la
provincia. Per rendere al meglio queste situazioni, prestano una particolare
attenzione all’ambientazione concretamente realistica e individuano
all’interno del realismo ultimo ottocentesco il mezzo più idoneo al racconto
delle esistenze femminili.
Ognuna ha un proprio stile e porta un proprio punto di vista, e tutte
meriterebbero maggiori approfondimenti, tuttavia in questo lavoro mi sono
concentrata su due autrici della prima generazione lombarda: Neera e La
Marchesa Colombi.
Ho tracciato, dapprima, un breve ritratto bio-bibliografico e poi ho
preso in esame due dei lavori più riusciti di ognuna, Teresa e L’indomani
per Neera, In risaia e Un matrimonio in provincia per La Marchesa
Colombi, cercando di capire quale potrebbe essere la loro posizione nei
confronti della grande tradizione letteraria analizzando i testi della prima in
relazione alle suggestioni leopardiane, e i romanzi della seconda in rapporto
alla grande tradizione romanzesca manzoniana.
9
1. LA CORNICE STORICA E SOCIALE 1.1.La situazione politica ed economica L’Italia di fine Ottocento è un Paese in fermento. L’unità è stata
raggiunta e le lotte risorgimentali non sono, ormai, che un ricordo, le città
sono enormi cantieri dove a grande velocità si costruiscono palazzi e interi
quartieri. Nascono nuove attività e nuove possibilità di guadagno.
Dall’Europa e dall’America giungono innovazioni tecnologiche e scoperte
scientifiche. Vengono emanate leggi che, almeno nelle loro intenzioni, si
propongono di portare un aumento del benessere.
Certo, nelle campagne questi cambiamenti non sono evidenti e nelle
città la manodopera viene sfruttata quasi in maniera vergognosa, ma l’aria
che si respira è quella delle «grandi possibilità» e anche le donne sembrano
beneficiarne.
Alle elezioni del 1876 vince, con un ampio margine, la Sinistra, che
si propone di andare incontro alle esigenze della borghesia in crescita e il
cui programma prevede la realizzazione di quattro punti fondamentali:
l’allargamento del suffragio elettorale, la riforma dell’istruzione elementare,
gli sgravi fiscali e il decentramento amministrativo.
L’ultimo punto viene completamente accantonato, mentre gli altri
trovano una parziale realizzazione.
La legge elettorale del 1882 stabilisce che possono essere elettori i
cittadini italiani che abbiano «compiuto il ventunesimo anno di età»,
sappiano «leggere e scrivere» e siano «provvisti di uno dei seguenti
10
requisiti: avere sostenuto con buon esito l'esperimento sulle materie
comprese nel corso elementare obbligatorio (seconda elementare), oppure
pagare annualmente imposte dirette almeno lire 19.80
2
» Rispetto alla precedente, la nuova legge elettorale abbassa il limite
d'età da 25 a 21 anni, pone come requisito essenziale la capacità e non il
censo e riduce quest’ultimo, lasciato come alternativa all'esame di II
elementare, da 40 lire a 19,80.
3
Pertanto gli elettori, che nelle elezioni del maggio 1880 erano stati il
2,2% della popolazione totale del Regno, passano al 6,9% della popolazione
totale e accede alle urne non solo la piccola borghesia urbana, ma anche una
frangia non trascurabile di artigiani e operai del nord.
Nel 1888 viene approvata una legge comunale e provinciale che
allarga il diritto di voto per le elezioni amministrative, estendendolo a tutti i
cittadini maschi maggiorenni che sappiano leggere e scrivere o paghino
almeno 5 lire di imposte l’anno.
In tema d’istruzione, nel 1877 viene approvata la legge Coppino che
non solo ribadisce l’obbligo della frequenza scolastica, sebbene a sole due
classi, portandolo fino ai 9 anni di età, ma rappresenta una grossa conquista
civile perché introduce il principio secondo il quale i fanciulli devono
apprendere, oltreché a leggere e a scrivere, anche le prime nozioni dei
«doveri dell'uomo e del cittadino»
4
. La legge, inoltre, prevede alcune
2 GIORGIO C ANDELORO , Storia dell'Italia moderna, 1871-1896 , Milano, Feltrinelli, 1970.
3 Per farci un’idea del valore di queste imposte, pensiamo che a Parma,nel 1898, lo
stipendio annuo dei maestri di grado inferiore e superiore era, rispettivamente, di 1100 e
1485 lire, mentre per le maestre, di pari grado, era di 880 e 1161,61 lire. STEFANIA RE,
Istituzioni scolastiche e modelli di vita femminile a Parma nell’età della sinistra storica ,
su www.parmaelasuastoria.it
4
Legge Coppino 15 luglio 1877 (approvata dal Senato del Regno nella seduta del 1
giugno 1877 e ripresentato alla Camera il 4 giugno) Art. 1. I fanciulli e le fanciulle che
abbiano compiuta l'età di sei anni, e ai quali i genitori o quelli che ne tengono il luogo
non procaccino la necessaria istruzione, o per mezzo di scuole private ai termini degli
articoli 355 e 356 della legge 13 novembre 1859, o coll'insegnamento in famiglia,
dovranno essere inviati alla scuola elementare del comune.
11
sanzioni per i genitori inadempienti 5
e si impegna a costruire le scuole e a
dotarle di attrezzature e di insegnanti 6
. Tuttavia, la povertà delle famiglie e
l’insufficiente capacità dei comuni di provvedere ai compiti loro spettanti
impediscono una reale attuazione dell’obbligo scolastico, tanto che, nel
1900, metà della popolazione è ancora analfabeta
7
.
Per quanto riguarda gli sgravi fiscali, nel 1880 viene
considerevolmente ridotta la famigerata «tassa sul macinato», che sarà del
tutto abolita nel 1884
8
.
Art. 2. L'obbligo di cui all'articolo 1 rimane limitato al corso elementare inferiore, il quale
dura di regola fino ai nove anni, e comprende le prime nozioni dei doveri dell'uomo e del
cittadino, la lettura, la calligrafia, i rudimenti della lingua italiana, dell'aritmetica e del
sistema metrico; può cessare anche prima se il fanciullo sostenga con buon esito sulle
predette materie un esperimento che avrà luogo o nella scuola o innanzi al delegato
scolastico, presenti i genitori od altri parenti. Se l'esperimento fallisce l’obbligo è
protratto fino ai dieci anni compiuti.
5 Art. 4. L'ammenda è di centesimi 50, ma dopo di essere stata applicata inutilmente due
volte, può elevarsi a lire 3, e da lire 3 a 6 fino al massimo di lire 10, a seconda della
continuata renitenza.
6 Art. 13. I sussidi da accordarsi dallo Stato saranno principalmente destinati, pei comuni
nei quali l'applicazione di questa legge rimane sospesa, ad aumentare il numero delle
scuole, ad ampliare e migliorarne i locali, a fornirli degli arredi necessari, e ad accrescere
il numero dei maestri.
7 Ai fini di una corretta valutazione del numero di alfabetizzati, bisogna tenere in
considerazione che coloro cui toccò, nel 1861 (come risultò dal primo censimento del
nuovo regno), la qualifica di non analfabeti erano lontani in genere da un possesso reale
della capacità di leggere e scrivere: purtroppo solo a partire dal 1951 nei censimenti
italiani si sono distinti i «semianalfabeti» dagli «alfabeti». Fino a quel momento, nella
massa dei non analfabeti rientravano anche coloro che sapevano soltanto compilare uno
stampato e scrivere (o meglio «disegnare») la propria firma. TULLIO DE M AURO , S toria
linguistica dell’Italia unita , Roma-Bari, Laterza, 1991, p. 36.
8
All'interno di ogni mulino veniva applicato un contatore meccanico che conteggiava i
giri effettuati dalla ruota macinatrice e la tassa era dovuta in proporzione al numero di
questi giri, che, secondo i legislatori, dovevano corrispondere alla quantità di cereale
macinata.
Ogni mugnaio era quindi tenuto a versare la tassa all'erario, sia con riferimento alla
lettura del contatore, che, in mancanza di questo, sulla base della macinazione presunta.
Per via di questo meccanismo fiscale, il mugnaio stesso rivestiva, suo malgrado, il ruolo
di esattore , essendo tenuto a richiedere ad ogni avventore del mulino la corresponsione
della tassa calcolata in proporzione al peso del cereale che veniva portato alla
macinazione. La misura della tassa variava a seconda del tipo di cereale: castagne: 50
centesimi per ogni quintale macinato; segale: 1 lira per ogni quintale macinato;
granoturco: 1 lira per ogni quintale macinato; avena: 1 lira e 20 centesimi per ogni
quintale macinato; grano: 2 lire per ogni quintale macinato. Il tributo era dovuto anche
sull'importazione di cereali dall'estero, nella forma di una sovrattassa del 20%, che si
12
Il nuovo codice penale, noto come codice Zanardelli, varato nel
1889, abolisce la pena di morte e riconosce implicitamente il diritto di
sciopero che è tuttavia temperato dalla nuova legge di pubblica sicurezza,
anch’essa del 1889, che pone grandi limiti alla libertà sindacale e lasciava
alla polizia ampi poteri discrezionali 9
.
L’economia è ancora fondata prevalentemente sull’agricoltura, ma la
crisi agraria del 1881 - che inizia il 1° luglio con un brusco abbassamento
del prezzo dei cereali per colpire, poi, tutto l’insieme delle produzioni
agricole, ad eccezione delle colture da esportazione - rende evidente la
necessità di un decollo industriale e fa cadere le illusioni di chi crede che lo
sviluppo economico possa fondarsi solo su di essa.
Si cerca di proteggere l’economia nazionale approvando, nel 1878,
una serie di dazi doganali e, nel 1887, una nuova tariffa generale che
colpisce le merci importate con pesanti dazi in entrata. Questi
provvedimenti, tuttavia, non proteggono in modo uniforme i diversi
comparti produttivi. Al forte sostegno accordato alla siderurgia (industria
cui compete anche la produzione di armi, fondamentali per un Paese con
ambizioni di grande potenza) fa riscontro la scarsa protezione dell’industria
meccanica; nel ramo tessile i progressi del settore laniero e cotoniero si
accompagnano al declino di un’industria tradizionalmente esportatrice
come quella della seta. Quanto all’agricoltura, l’introduzione del dazio sul
grano provoca un immediato rialzo del prezzo dei cereali che danneggia i
consumatori. L’introduzione della tariffa, inoltre, ha come conseguenza la
rottura dei rapporti commerciali con la Francia, che è non solo il principale
partner economico dell’Italia, ma anche il maggior acquirente dei prodotti
agricoli del sud.
sovrapponeva ai dazi doganali già normalmente applicati (fonte Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Tassa_sul_macinato).
9
ANDREA G IARDINA , G IOVANNI S ABBATUCCI , V ITTORIO V IDOTTO , cit . , p. 861.
13
Nel periodo del governo della Sinistra ha inizio la politica coloniale
italiana. Nel 1882 l'Inghilterra occupa l'Egitto, chiedendo anche all'Italia di
prendere parte all'impresa, ma Depretis preferisce evitare disagi
internazionali. Nel 1885, però, partendo dalla Baia di Assab
10
, acquistata nel
1882 dall’armatore genovese Rubattino - che ne aveva ottenuto i diritti di
sfruttamento nel ’69 - l’Italia occupa Massaua, sul Mar Rosso, per facilitare
l'occupazione del territorio verso l'interno, e bloccare l'avanzata degli
Inglesi. Ma il negus di Abissinia, ostile all'espansione italiana, nel 1887
arresta un esercito di 500 Italiani a Dogali.
Quando, nel 1881, la Francia occupa la Tunisia, Depretis decide di
uscire dall'isolamento in cui si trova l'Italia, e stipula il trattato della Triplice
Alleanza (1882) con Austria e Germania, che porta l’Italia ad occupare il
posto di Grande Potenza nelle vicende internazionali.
La politica coloniale viene ripresa da Crispi . Nel 1889, con il trattato
di Uccialli, il ras Menelik si assicura con l'Italia un'alleanza politica e
commerciale, accettando il protettorato sull'Abissinia. Successivamente il
nostro Paese ottiene un protettorato in Somalia, sull'Oceano Indiano
(1889)
11
. La spinta all’azione coloniale porta sfortunatamente alla guerra
con l’Etiopia e alla sconfitta di Adua nel 1896, che costa la vita a quasi otto
mila soldati italiani.
Tra la fine dell’800 e gli anni che precedono il primo conflitto
mondiale, si assiste ad un’eccezionale accelerazione dell’innovazione
tecnologica e a una fase di miglioramento delle condizioni di vita di vasti
strati della popolazione dovuto al rapido susseguirsi di perfezionamenti in
10
All’Esposizione Universale di Torino nel 1884 vengono “esposti” anche alcuni
abitanti della città eritrea di Assab. ANDREA GIARDINA, GIOVANNI S ABBATUCCI , V ITTORIO V IDOTTO ,
Profili storici 2 dal 1650 al 1900, Roma-Bari, Laterza, 2005, p. 859.
11 Politica coloniale su www.italiadonna.it
14
ambito tecnologico, di straordinarie invenzioni 12
e, non ultime, di importanti
scoperte in medicina
13
. Negli anni ’80 si costruiscono le prime centrali
elettriche
14
, mentre nel 1881 si apre a Parigi l’Exposition Internationale
d’Electricité.
Questi anni, comunemente definiti della Belle Epoque , sono segnati
altresì dalla rapida evoluzione dei mezzi di trasporto 15
, l’apertura di nuove
vie di comunicazione
16
, l’espansione delle strade ferrate, lo sviluppo della
navigazione a vapore.
Nuovi mutamenti intervengono, inoltre, nel campo della
distribuzione delle merci, in particolare con un processo di concentrazione
che conduce alla creazione di vaste catene commerciali e di grandi
magazzini 17
e con lo sviluppo di nuove tecniche commerciali per attirare il
12 Si sviluppa la produzione dell' acciaio , (una lega di ferro e carbonio) e dell'alluminio
(ricavato attraverso un processo chimico dalla bauxite). La chimica organica compie passi
da gigante, vengono prodotti: la soda (utile per la produzione di vetro e sapone), le prime
materie plastiche, i nuovi tessuti sintetici, insetticidi e gli esplosivi.
La scienza e la tecnologia si associano per produrre dapprima il t elegrafo , e
successivamente il telefono , progettato dall'italiano Antonio Meucci ma brevettato
dall'americano Bell .
Il fisico tedesco Hertz Vengono scopre le onde elettromagnetiche , sfruttate dall'italiano
Guglielmo Marconi per realizzare il primo telegrafo senza fili.
Si accende anche in Italia la lampadina scoperta da Edison nel 1879.
Tra la fine dell'800 e i primi anni dell' 900, arrivano nel mercato americano, i primi
elettrodomestici : ventilatore (1889), ferro da stiro (1890), aspirapolvere (1901).
13 Nell’Ottocento nasce la medicina contemporanea. È il secolo in cui si sviluppano le
discipline mediche moderne: la citologia (Roberto Brown, Matteo Schleiden e Theodor
Schwann), la fisiologia (Berzelius, Taddei, von Liebig, Moleschott e molti altri), la
microbiologia (Pasteur), l’immunologia (Koch), la fisiopatologia (Laennec), (fonte:
Sapere.it).
14 A fine '800 nasce l'industria elettrica. Grazie alla produzione di generatori di corrente o
dinamo (1870), l'energia elettrica diviene di uso quotidiano. Sfruttando l'energia di una
turbina mossa dal vento o dall'acqua vengono realizzate le prime centrali elettriche.
15 I motori elettrici a dinamo sono utilizzati anche nei trasporti; tram, metropolitane e
ferrovie si dotano presto di questo rivoluzionario strumento della tecnica. Nel 1876 viene
introdotto il motore a scoppio , che presto è adottato anche nelle automobili e nelle
motociclette da Karl Benz .
16 Alla fine dell'800 le principali vie di comunicazione sono completate, grazie all' apertura
di canali , (Suez e Panama per esempio) e alla costruzione dei trafori alpini .
17 Nel 1889 la ditta Bocconi inaugura la sua nuova sede in piazza Duomo a Milano: «Alle
città d’Italia», questo il nome prescelto, assai più casalingo di «La Rinascente», nome che
15