2
partecipazione cognitiva di ogni singolo individuo ed in cui l’accesso è permesso dal
patrimonio di conoscenze e competenze posseduto.
L'accrescimento e il cambiamento continuo sia dei sistemi informatici che delle
infrastrutture di comunicazione consentono la sperimentazione e la concretizzazione di
modelli comunicativi sempre più sofisticati, capaci di offrire nuove opportunità di
apprendimento sia in termini economici che qualitativi.
L'aumento incessante dell'utilizzo di Internet non produce semplicemente la corsa
alla realizzazione di diverse tecnologie ma modifica in maniera rapida e assidua il modo
di lavorare delle persone. Per questo motivo il concetto di e-learning non si limita a quello
di trasferimento di contenuti formativi attraverso la rete, ma è un modo di concepire la
didattica che accresce il valore dell’insegnamento tradizionale con l'integrazione delle
tecnologie della comunicazione.
Un esempio dello sviluppo dei nuovi strumenti resi possibili grazie ai progressi
della tecnica negli ultimi anni è l'impiego del satellite per la formazione a distanza. L'uso
della parabola per il broadcasting
2
televisivo è ormai all'ordine del giorno, ma la sua
collocazione all'interno di un sistema di apprendimento a distanza può rivelarsi un
mezzo davvero importante. In particolare la parabola viene adoperata per la diffusione
dei contenuti e per la connettività, con protocolli impostati sulla trasformazione dei dati
a pacchetto proprio come nella rete. Grazie al continuo miglioramento della qualità delle
trasmissioni si ha la possibilità di amministrare applicazioni interattive mettendo in
comunicazione l'insegnante con le aule virtuali.
Le difficoltà più grandi si sono riscontrate nella ricezione dei dati dal satellite via
modem terrestre, infatti questo processo si è rivelato ancora troppo lento considerate le
aspettative iniziali.
L'opportunità di utilizzare l'e-learning via satellite attraverso la teledidattica e la
teleformazione ha attirato l'attenzione di molte aziende in tutta Europa, Italia compresa,
anche se la maggior parte di questi progetti è ancora in fase sperimentale.
3
1.2. LA STORIA DELL’E-LEARNING
Come è noto, nella cultura anglosassone la formazione a distanza (FAD)
3
ha
una lunghissima tradizione. Fin dal secolo scorso varie università e istituzioni
“vendevano” formazione veicolata grazie ai servizi postali dell’epoca. Con il passare del
tempo, questa metodologia si è diffusa anche in altri ambiti culturali (Francia, America
Latina, Italia) e ha utilizzato di volta in volta nuovi strumenti di comunicazione. Così si è
passati dalla posta, al telefono, al fax e, più recentemente, alla distribuzione via TV (sia
etere che satellitare). Infine si è approdati a Internet
4
. Comunque tutti questi mezzi di
comunicazione vengono utilizzati come semplici veicoli di materiali didattici che
possono assumere la forma di libri, audio cassette, video cassette, cd-rom ecc. In
sostanza, però, il metodo didattico è rimasto sempre il medesimo: un individuo (allievo)
viene raggiunto dal materiale didattico che studia grazie all’assistenza a distanza di un
tutor
5
. Al termine del processo formativo ci sarà una sessione di valutazione che
permetterà all’allievo di ottenere un titolo di studio.
In questa cornice, possiamo ragionevolmente affermare che tutte le
organizzazioni di FAD usano ampiamente Internet o qualche forma di collegamento
telematico. È questo il caso della Open University, antica istituzione britannica di
formazione a distanza che offre corsi universitari di Bachelor, Master Degree e Ph.D.
per molte discipline sia umanistiche che scientifiche. Analogamente, la George
Washington University distribuisce programmi di studio di livello universitario. Una
specificità di questa organizzazione è l’attivazione di un programma di FAD in Health
Sciences (medicina).
2
Si veda il glossario.
3
Si veda il glossario.
4
Si veda il glossario.
5
Si veda il glossario.
6
Si veda il glossario.
4
La metodologia didattica della Nova Southestearn University e la Penn
University si allinea a quanto detto sopra: usano la rete telematica come integrazione di
altri mezzi di distribuzione telematica. La didattica ha comunque un impianto
tradizionale. Infatti, come già affermato sopra, le metodologie di FAD tradizionali sono
ben consolidate e la valutazione della qualità dei programmi di studio offerti dalle varie
organizzazioni deve necessariamente entrare nell’analisi della qualità dei contenuti e dei
docenti coinvolti nell’attività formativa che non è possibile solo dall’ispezione di vetrine
pubblicitarie quali sono i siti Web
7
aziendali (o universitari).
1.2.1. Definizioni
L’e-learning è – con le parole della Commissione Europea – “l’istruzione di
domani”
8
. E’il nuovo modo di studiare reso possibile dalle tecnologie dell’informazione
e della comunicazione. Con tale espressione si indica quindi l’uso della tecnologia per
progettare, distribuire, selezionare, amministrare, supportare e diffondere la formazione,
realizzando percorsi formativi personalizzati. Si ha così una nuova prospettiva: non è più
l’utente a dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a plasmarsi in base alle
esigenze e alle conoscenze dell’utente.
Le reti ed Internet in particolar modo influenzano sempre più le abitudini
quotidiane, le forme della partecipazione sociale e politica, i modi della conoscenza, la
nostra stessa identità. All’interno di questo processo una particolare rilevanza acquista
l’ambito che riguarda l’incontro di Internet con le problematiche della formazione.
Si è ormai delineata una nuova area di ricerca teorica e di applicazione, designata
variamente nella letteratura internazionale con espressioni del tipo e-learning o online
learning (ma anche online education, computer mediated education, distance learning,Web-based
7
Si veda il glossario.
8
Citazione tratta dal documento “EUROPEAN ACT” stilato dalla Commissione Europea relativamente
agli sviluppi dei nuovi sistemi utilizzati nella formazione.
5
training
9
)a cui possiamo far corrispondere in italiano le espressioni “didattica basata su
Internet” o “formazione in rete”, che coniuga istanze provenienti dalle teorie
dell’educazione aperta e distribuita, del lifelong learning
10
, della multimedia education e più in
generale, si collega agli scenari aperti della net economy.
La “didattica basata su Internet” modifica sensibilmente i modi,
fondamentalmente “erogativi”, dell’istruzione a distanza classica, integrando in forma
originale caratteristiche fisiche della didattica a distanza e caratteristiche psicologiche
della “presenza”, facendo esplodere le implicazioni quantitative e qualitative
dell’interazione, con una accentuazione di nuove dimensioni, che di volta in volta o
congiuntamente possono essere chiamate in causa:
• un ruolo maggiormente attivo e partecipativo assegnato ai soggetti coinvolti e alle
attività negoziali e cooperative,
• un forte senso di presenza e appartenenza (gruppi, comunità di lavoro, classi
virtuali),
• la possibilità di una maggiore personalizzazione del percorso di apprendimento,
un sistema articolato di supporti e risorse umane e strumentali a disposizione,
• il formarsi di una ipertestualità di rete come luogo, mezzo e contesto sociale
dell’apprendimento.
(Haraisim,1990,1995; Mason e Kaye,1992,White e Weight,1999; Palloff e Pratt,1999;
Draves,2000).
Con il termine e-learning ci si riferisce genericamente, dunque, all’impiego di
Internet nelle attività di formazione, considerando spesso e-learning come sinonimo di altri
termini, non necessariamente equivalenti: online learning, web based training
11
, open learning.
In realtà l’e-learning non è un neologismo per definire la formazione a distanza in quanto
tale, ma un termine che si inserisce nella storia della formazione a distanza per indicare
9
Si veda il glossario.
10
Si veda il glossario.
11
Si veda il glossario.
6
la progressiva convergenza di più tendenze, modelli, paradigmi teorici e soluzioni
tecnologiche verso un unico significato, profondamente legato sia a fattori culturali sia a
fattori economici.
Tra i fattori culturali che concorrono a delineare il significato del termine e-
learning, appaiono di particolare importanza da un lato l’evoluzione dell’educazione a
distanza verso modelli didattici di tipo open, dall’altro la progressiva affermazione dei
modelli teorici ed epistemologici che valorizzano una formazione basata sulla autonomia
e sulla costruzione dei saperi, dall’andragogia
12
, al costruttivismo, alle teorie
sull’apprendimento attivo e coinvolto (active learning, engaged learning
13
). Qualcosa quindi
che sembra andare ben oltre le formulazione teoriche di Garrison (1995) e Nipper
(1989) sull’esistenza di una terza generazione
14
per l’educazione a distanza, in cui la
comunicazione e l’apprendimento considerati come un processo sociale sono gli
elementi chiave nello sviluppo concettuale di modelli caratterizzati dal diffuso impiego
delle reti telematiche e in particolare degli strumenti di computer mediated conferencing
(CMC).
In tal senso Trentin (1999) sottolinea come le tecnologie telematiche consentano
di aggiungere ad una tipologia comunicativa tradizionale, del tipo uno – molti ( in cui gli
scambi vanno da un punto di emissione centrale, cioè dal docente, ad una moltitudine di
allievi / ricettori), una tipologia comunicativa del tipo molti – molti, in cui non solo il
discente può interagire più rapidamente con il docente ma può anche stabilire
interazioni e rapporti cooperativi con tutti gli altri allievi partecipanti, una tipica
situazione di “rete”.
Moore (1995), a sua volta, ha rilevato come l’avvento delle nuove tecnologie, in
particolare i media per le teleconferenze, abbia potenziato varie forme di dialogo, da un
lato velocizzandole dall’altro consentendo il dialogo aperto tra gli stessi, con significative
12
Si veda il glossario.
13
Si veda il glossario.
14
Si veda più avanti al paragrafo 1.3 “I modelli e le teorie cognitive” relativamente alla prima e seconda
generazione di FAD.
7
implicazioni in particolare per sviluppare la loro autonomia nella costruzione di
conoscenze di base, di abilità, verso forme di “intelligenza collettiva”.
Considerazioni che allargano ulteriormente il significato del concetto di e-learning,
che si delinea quindi sempre più come l’insieme delle nuove opportunità metodologiche
e didattiche che le tecnologie telematiche e Internet permettono di sperimentare, con una
particolare attenzione ai modelli aperti e flessibili da un lato e alla centralità del ruolo del
discente dall’altro.
L’insegnamento è sostanzialmente rimpiazzato da un processo continuo di
apprendimento in rete, in cui il discente assume costantemente un ruolo attivo. Le
attività di formazione in rete appaiono quindi tanto più sostenibili quanto più riescono a
garantire flessibilità e libertà d’azione ai discenti. Questo aspetto è teorizzato in
particolare da Paulsen (1993) che raffigura con un esagono le aree di libertà che
dovrebbero essere garantite agli allievi. Paulsen parte dal presupposto che qualsiasi
attività di educazione a distanza debba implicare varie facilitazioni per gli studenti,
soprattutto in termini di libertà rispetto all’ambiente di apprendimento.
Le attività che presuppongono la presenza di una rete e l’attuazione di strategie
di collaborazione, essendo particolarmente flessibili, dovrebbero amplificare questa
dimensione, soprattutto se inserite in un quadro di riferimento orientato all’educazione
aperta o distribuita. Alcune delle categorie evidenziate da Paulsen sono legate
all’educazione a distanza in senso lato, ad esempio l’indipendenza del tempo e dello
spazio e, in parte, la libertà e la flessibilità rispetto al curriculum. Le altre sono invece
conquiste più specifiche della formazione in rete e appaiono per contro elementi
predefiniti e solo relativamente flessibili nella FAD di prima e seconda generazione. In
particolare, nella formazione online dovrebbero essere esaltate la libertà di accesso alle
risorse e al sistema nel suo complesso, la possibilità da parte dello studente di scegliere
un ritmo e uno stile di apprendimento e la molteplicità dei media utilizzabili.
8
Parallelamente, si va configurando uno scenario in cui si delineano nuovi
paradigmi educativi: la figura del discente tende a diventare lo snodo di una complessa
rete di interazioni che si sviluppano attraverso la mediazione delle tecnologie sia con
figure e ruoli (docenti, esperti, colleghi, comunità virtuali di apprendimento) sia con
organizzazioni e istituzioni in grado di produrre ed erogare risorse o formazione più
strutturata, come agenzie formative, editori online, università virtuali, biblioteche
telematiche e didattiche.
Le tecnologie si inseriscono nello scenario come strumenti di mediazione delle
interazioni in atto. Di fatto, in questo nuovo scenario, l’insieme dei discenti inteso come
“classe” tende ad assumere una connotazione sempre più virtuale e appare talora un
concetto superato, sostituito di fatto dalla ragnatela delle interazioni in atto in rete o di
quelle possibili in qualunque momento tra gli attori coinvolti nel processo.
Un apporto ulteriore, infine, proviene dalla cosiddetta “psicologia umanistica”
(Fromm, Maslow, Rogers). L’assunto fondamentale è l’idea che gli esseri umani aspirino
all’autorealizzazione. Sul piano pedagogico e didattico questo implica un cambiamento
radicale nell’atteggiamento del docente, che dovrebbe trasformarsi sempre più in un
“facilitatore”, secondo idee e modelli che sono stati delineati soprattutto da Rogers e che
ormai sono largamente accettati in particolare nell’educazione degli adulti.
L’educatore, in sostanza, può solo cercare di “facilitare” l’apprendimento, non
“insegnare”. In che modo? Costruendo attorno a chi apprende delle “impalcature”
(scaffolding), dei supporti a cui il discente potrà attingere secondo le sue necessità.
Fondamentali sono quindi i momenti di negoziazione, che in rete assumono un
significato e una forza particolari, potendo contare il tutor su molteplici tecniche di
comunicazione e di interazione. Altre istanze contribuiscono a disegnare un nuovo
scenario in cui la rete si delinea come spazio educativo capace, almeno in linea teorica, di
rispondere a una maggiore quantità e varietà di bisogni. Tra queste va considerata
almeno l’evoluzione dei prodotti multimediali a scopo didattico o formativo verso
nuove forme di distribuzione via Internet.
9
Già negli anni ‘60 si parlava di CBT, Computer Based Training
15
, per indicare dei
prodotti informatici pensanti soprattutto per l’autoistruzione, o di CAI, Computer Aided
Instruction
16
. Ci si riferisce ancora a prodotti molto semplici, tipicamente dischetti con
informazioni strutturate (sequenze di schermate) e strumenti per l’autoverifica,
nell’ottica ormai largamente superata della cosiddetta istruzione programmata. Usati
soprattutto in ambito aziendale, i CBT sono diventati un fenomeno diffuso grazie alle
tecnologie ipertestuali e multimediali, che permettono di integrare in questi prodotti
maggiore interazione e più tecniche comunicative, aumentandone, almeno, nelle
intenzioni dei progettisti, l’impatto e quindi l’efficacia.
Sostenuti ormai da presupposti diversi rispetto a quelli originari, come l’idea che
la multimedialità costituisca un valore aggiunto all’interno di un’esperienza didattica o
che l’interazione con l’ambiente ipertestuale garantisca forme più aperte e flessibili di
apprendimento, i CBT hanno conquistato un notevole spazio in molte esperienze di
istruzione a distanza di seconda generazione, che distribuiscono sempre più spesso
questo genere di strumenti piuttosto che materiali a stampa o videocassette.
I nuovi modelli didattici hanno tuttavia, nel frattempo, modificato la cornice di
riferimento dei progettisti . Oggi si parla sempre meno di CBT e sempre più di WBT,
acronimo per Web Based Training
17
.
Apparentemente, si potrebbe pensare ad una semplice trasposizione delle
tecniche di istruzione programmata o strutturata basate su prodotti multimediali in
ambienti Internet, che in quest’ottica sarebbe usato, prima di tutto come delivery system
18
(Gilbert, 1997) .
Ovviamente, tra le ragioni della diffusione di formazione erogata attraverso la
rete non vanno dimenticati i vantaggi organizzativi e logistici, e conseguentemente
economici, che un ambiente di apprendimento online garantisce rispetto all’allestimento
15
Si veda il glossario.
16
Si veda il glossario.
17
Si veda il glossario.
18
Si veda il glossario.
10
di un sistema basato su lezioni in aula e tecnologie didattiche tradizionali, vantaggi
considerati molto importanti, soprattutto in ambito aziendale.
Inoltre è certo che Internet, soprattutto ora che appare lanciato verso la piena
conquista di tutte le potenzialità multimediali, espressive e comunicative del Cd-Rom
19
(anche attraverso l’uso ibrido di CD e siti collegati – denominato WebCD), possa essere
sempre più agevolmente usato come ambiente di distribuzione di educational multimedia
avanzato, con l’ulteriore vantaggio rappresentato da una riduzione considerevole dei
tempi di sviluppo dei materiali e, conseguentemente, dei costi di produzione di
contenuti educativi.
In realtà, è più probabile che in questa corsa all’uso sempre più intenso del
supporto telematico per i prodotti e i progetti educativi giochino un ruolo determinante
altri fattori, oltre a quelli puramente economici. Pare ad esempio che puntare sul training
online
20
nell’addestramento dei dipendenti in una società, garantisca in molti casi
eccellenti risultati in termini motivazionali, con ricadute positive nell’ambiente di lavoro.
Ma l’elemento più importante riguarda l’idea, ormai largamente acquisita, che
per rispondere ai bisogni formativi reali, in una società che si muove sempre più
velocemente e richiede un approccio dinamico al problema dell’acquisizione delle
competenze necessarie a orientarsi all’interno del mondo del lavoro, occorre una dose
molto alta di flessibilità e di molteplicità dell’offerta. Il Web, in tal senso, garantirebbe
una “escursione” particolarmente ampia: dalla possibilità di erogare prodotti educativi
legati a un’impostazione strutturata all’avvio di programmi informali e attività di
educazione aperta.
Il Web Based Training si potrebbe quindi definire una strategia orientata a dare agli
“studenti” la possibilità di plasmare lo spazio dell’apprendimento secondo i propri
bisogni, o meglio ancora, aumentare la possibilità di interagire in modo flessibile con i
materiali formativi e più in generale, con tutto ciò che è “formazione” attraverso il
19
Si veda il glossario.
20
Si veda il glossario.
11
supporto delle reti, dai veri e propri “corsi a distanza”, all’imparare esplorando e
navigando. Tutto questo ha a che fare solo in parte con le innovazioni introdotte dalle
reti sul piano dell’organizzazione e della gestione dell’ambiente educativo.
In questo caso si tratta di problemi che riguardano soprattutto le istituzioni e le
agenzie formative che dovranno piuttosto considerare sempre più attentamente come la
varietà, la molteplicità e la flessibilità agevolate dal fenomeno Internet spingano le attività
di formazione in rete ad assumere un carattere continuativo e permanente, a diventare
quindi e-learning.
1.2.2. Cenni di storia
Ciò che oggi chiamiamo e-learning nasce dall'integrazione di due diversi campi di
sperimentazione nelle tecnologie didattiche: la formazione a distanza e il Computer Based
Training.
La storia della formazione a distanza (FAD) segue l'evoluzione delle tecnologie
di comunicazione, partendo dai corsi per corrispondenza, passando per l'emissione
televisiva e arrivando alle più recenti strutture di teleconferenza satellitare.
Il Computer Based Training, ossia lo studio basato sull’uso del computer come
tecnologia didattica di autoistruzione trova la sua strada soprattutto sulle discipline
informatiche e sull'addestramento a determinati software e, come strumento di supporto,
nella didattica delle lingue straniere.
La distribuzione di Cd-Rom in sostituzione delle tradizionali dispense cartacee
può essere considerato un approccio all'integrazione di FAD e CBT, ma è solo con lo
sviluppo di Internet e del World Wide Web
21
, con la diffusione del suo utilizzo, che può
nascere l'online learning, ossia il punto d'incontro tra le due metodologie.
La capacità della rete di diffondere e distribuire informazione, gestire dati,
tracciare l'utenza unita alle esperienze della formazione a distanza e delle sue
12
caratteristiche emotive e cognitive e agli esperimenti di didattica interattiva compiuti dal
CBT hanno permesso di spostare in avanti le frontiere dell'e-learning, inventando nuovi
orizzonti per la didattica e la formazione aziendale.
Di e-learning si parla ormai da diverso tempo nel mondo della formazione
aziendale, e da diversi anni nel campo della ricerca didattica universitaria. L'esigenza di
nuovi strumenti per l'apprendimento e il training si fa sempre più pressante, seguendo un
costante movimento verso la formazione permanente e forme di aggiornamento sempre
più costanti che riguardano tutte le professionalità.
In realtà, con un deciso ritardo nei confronti dell'area anglosassone, l'Italia sta
muovendo solo da poco i suoi primi passi con esperimenti pratici di formazione on line.
Le società di formazione tradizionale stanno rivolgendo i loro investimenti e la loro
attenzione ai fornitori internazionali e nazionali di piattaforme, strumenti e know-how
22
sulle tecnologie didattiche legate a Internet.
Le università italiane hanno mosso i loro primi passi a metà degli anni '90, senza
un coordinamento centrale e delegando gli sforzi di sviluppo a istituti interni di ricerca
(Università degli Studi di Milano, Trento e Firenze in prima linea).
1.2.3. Campi di applicazione
Al momento sono principalmente due gli ambiti di applicazione dell’e -learning:
da una parte vi sono le scuole e le università, che stanno sperimentando queste forme di
insegnamento soprattutto per venire incontro agli studenti fuori sede e a quelli
svantaggiati; dall’altra vi sono le aziende, che costituiscono la fetta più ricca di questo
mercato. Al momento occupa un ruolo marginale la formazione elettronica nella
pubblica amministrazione (anche se si parla spesso di e-government ed e-procurement come
delle attuali frontiere della P.A.), ma ben presto anche il pubblico dovrà dirigersi verso
l’e-learning per formare le nuove figure professionali richieste dal mercato. Molte aziende
21
Si veda il glossario.
13
lo percepiscono come un modo per risparmiare tempo, spazi e soldi; altre invece,
puntano a patrimonializzare la conoscenza interna per riutilizzarla e comunicarla ai
dipendenti, puntando ad un processo di condivisione circolare. Sono due modelli che si
avvicineranno ma la tendenza dominante si spera sia quest’ultima, in modo da utilizzare
le tecnologie al meglio, gradualizzando gli accessi a seconda della struttura interna e delle
professionalità.
1.3. I MODELLI E LE TEORIE COGNITIVE
In quest’ultimo secolo, la progressiva evoluzione delle tecnologie della
comunicazione (mezzi di trasporto, telecomunicazioni, ecc.) ha condizionato
costantemente l’altrettanto progressiva evoluzione dei sistemi per la Formazione a
Distanza. (Nipper, 1989).
Le prime applicazioni di una certa significatività delle metodologie di formazione
a distanza si ebbero alla fine del diciannovesimo secolo, quando le nuove tecniche di
stampa e lo sviluppo del trasporto ferroviario resero possibile la produzione e la
distribuzione estensiva di materiale didattico a favore di gruppi di studenti distribuiti su
vaste aree geografiche. Si trattava di interventi basati principalmente sulla
corrispondenza, in cui il medium era rappresentato dal materiale a stampa e l’interazione
studente – docente, estremamente lenta nella sua dinamica, era in genere circoscritta allo
scambio di elaborati ( per es. questionari di valutazione) e a rarissimi incontri in
presenza.
A questi sistemi FAD, detti di prima generazione (o per corrispondenza), negli anni dal
1960 al 1990 succedono i cosiddetti sistemi FAD multimediali o di seconda generazione,
22
Si veda il glossario.
14
caratterizzati da un uso integrato di materiale a stampa, trasmissioni televisive,
registrazioni sonore e in alcuni casi software didattico (courseware
23
).
Il processo di “interazione” tra docente e studente continua ad essere molto
simile a quello della prima generazione, anche se include l’assistenza telefonica, le attività
tutoriali in presenza è più recentemente i collegamenti via fax e posta elettronica. Gli
approcci dei sistemi FAD di prima e seconda generazione si basano quindi
prevalentemente sulla produzione e distribuzione di materiali didattici destinati alla
popolazione da formare. La comunicazione con gli studenti, vista in un ottica di
bidirezionalità, rimane marginale e la comunicazione tra gli studenti è quasi del tutto
inesistente o comunque non organizzata.
Nei sistemi di prima e seconda generazione il problema principale è la copertura
di distanze geografiche e/o il raggiungimento di vaste popolazioni di utenza, problema
che viene risolto principalmente attraverso metodi efficaci di presentazione e
distribuzione . La conseguenza è che l’apprendimento non è più un processo sociale in
cui privilegiare le interazioni tra docenti e studenti quanto piuttosto un fatto
prevalentemente individuale. Le “classi virtuali” che si vanno così a formare mancano di
quell’apertura socio-cognitiva tipica di una classe tradizionale.
Il riproporre anche a distanza, seppur con l’inevitabile mediazione della
tecnologia, l’apprendimento come un processo sociale è l’idea chiave che sta guidando
lo sviluppo dei sistemi FAD di terza generazione. Nella terminologia FAD i sistemi di
terza generazione sono anche detti di online education o formazione in rete, proprio a
significare come la maggior parte del processo formativo avvenga via Internet,
attraverso l’interazione dei partecipanti in una vera e propria “comunità di
apprendimento” che favorisca sia il superamento dell’isolamento del singolo sia la
valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo.
L’online education o formazione in rete si inserisce,dunque, nella storia della
formazione a distanza costituendone la cosiddetta” terza generazione”, (Garrison,1995;
23
Si veda il glossario.
15
Nipper, 1989; Trentin, 1998), ma una collocazione puramente “evolutiva” in questo
contesto di origine fornirebbe una comprensione non adeguata. Essa da un lato deve
molto all’evoluzione stessa degli strumenti legati alle Tecnologie dell’Informazione e
della Comunicazione (TIC, o solitamente ICT
24
- Information and Communication Technologies
– in inglese) e a spinte che provengono dall’ambito economico, oltre al fatto che la
ricerca sulle nuove tecnologie si è intrecciata con nuovi paradigmi teorici che investono
alla radice la filosofia stessa della formazione; si appropria così di un corredo di
atteggiamenti, orientamenti, concezioni e modelli educativi che le forniscono un taglio
peculiare.
Di particolare importanza è l’evoluzione interna all’educazione a distanza verso
modelli di open learning, la trasformazione della tecnologia multimediale verso il Web based
training, la progressiva acquisizione di modelli teorici ed epistemologici relativi alla
formazione che valorizzano l’autonomia e una costruzione negoziale dei saperi quali la
“psicologia umanistica” e il “costruttivismo”.
A partire dal 1970 nell’educazione degli adulti prendono maggiore spazio
orientamenti volti a valorizzare complessivamente l’autonomia e la responsabilizzazione
del discente che apprende; si rivolge più attenzione alle esigenze degli individui,
orientando gli allievi a un’assunzione di responsabilità e iniziativa decisionale. Si ha una
rivalutazione dello studio autonomo, già praticato in una tradizione secolare, chiamato di
volta in volta studio “autodidatta”, “autocontrollato”, “autoorganizzato”, ricollocato al
centro di nuove filosofie dell’apprendimento. Ci si rende conto che per lo più si è
banalizzato questo concetto, identificandolo con lo svincolo tecnico da luoghi, tempi e
docenti, laddove il materiale di studio rimane tuttavia assai costruttivo, strutturato in
tempi rigidi, e il programma didattico fondamentalmente eterodiretto ( Peters 1998).
24
Si veda il glossario.