7
In particolare la prima parte si propone di approfondire i motivi che
hanno spinto le banche e le compagnie di assicurazione italiane a cercare
nuove forme di collaborazione reciproca.
Il fenomeno viene, inoltre, analizzato dal punto di vista delle varie
esperienze europee dal momento che lo sviluppo che la bancassurance
ha avuto nei vari Paesi presenta significative differenze.
Questo processo di convergenza tra industrie è partito in momenti
diversi ed è proseguito a velocità differenti. Le banche, inizialmente,
hanno trainato il processo di integrazione tra industria bancaria,
assicurativa e mobiliare, le compagnie di assicurazione sono entrate un
po’ in ritardo e con qualche segno di timidezza, ma ad oggi i segnali
dell’iniziativa diretta da parte delle compagnie di assicurazioni si
possono definire chiari. Infatti, oltre che di bancassicurazione è possibile
parlare anche di assurbanca. In questo caso la situazione è ribaltata e
sono le stesse compagnie assicurative che si dotano di strutture per
distribuire prodotti bancari.
L’operazione di acquisto da parte di Unipol di BNL (che è avvenuta
in tempi recentissimi alla redazione di questa tesi) è un chiaro segnale del
capovolgimento del fenomeno.
La seconda parte vuole analizzare il fenomeno della
bancassicurazione dal punto di vista strategico di risposta alla congiuntura
in atto agli esordi del fenomeno.
8
In particolare si vuole studiare come la bancassurance si inserisca
nel processo più ampio della diversificazione. Infatti, attraverso la
collaborazione fra le due entità “in gioco” si può considerare la
bancassicurazione come la realizzazione di una diversificazione per
business collegati. Attraverso la presentazione di un nuovo orientamento,
basato sulla possibilità di operare sull’intera gamma di prodotti finanziari,
differente dal modello “classico” di banca.
Nell’ultima parte si vuole esaminare i diversi assetti governativi che
il “nuovo” modello di banca ha utilizzato nel suo sviluppo.
In generale, infatti, si può osservare che da semplici accordi di
distribuzione tra banche e compagnie di assicurazione, degli anni
Ottanta, si è gradualmente passati ad un mix di accordi distributivi e
scambi patrimoniali fra i due players fino ad arrivare ai giorni nostri in
cui attraverso un processo di M&A si è giunti alla formazione di strutture
complesse quali quelle dei conglomerati finanziari.
L’analisi tenterà quindi di studiare le questioni più importanti
cercando di capire a quale “sistema” le tendenze dell’integrazione tra
banche ed assicurazioni porteranno.
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CAPITOLO PRIMO
L’INTEGRAZIONE TRA BANCHE E COMPAGNIE
D’ASSICURAZIONE: LA NASCITA DELLA
BANCASSICURAZIONE IN ITALIA
10
1. Il sistema finanziario: un quadro d’insieme
Il sistema finanziario italiano rappresenta un tipico esempio di
modello finanziario orientato in prevalenza agli intermediari, in quanto il
ruolo principale del meccanismo di trasmissione dei flussi di risparmio è
proprio degli intermediari creditizi cui compete il finanziamento del
sistema produttivo
1
.
L’evoluzione del sistema mondiale è stato caratterizzato,
soprattutto nell’ultimo decennio, da un susseguirsi di eventi e
cambiamenti di notevole importanza.
I fattori sono molteplici, per semplicità è possibile distinguerli in
cause endogene e cause esogene.
Tra le prime vanno raggruppati gli stimoli interni ai settori quali le
modificazioni organizzative e legislative. Una crescente pressione
competitiva, la saturazione della domanda e la nascita di nuovi mercati
(conseguenti alle innovazioni tecnologiche) hanno spinto la maggior
parte degli intermediari finanziari a seguire la strategia della convergenza
intersettoriale.
Tra le cause esogene, invece, vanno ricondotti i principali
megatrends di sviluppo sociale. Quest’ultimi sono di semplice
1
Al contrario, invece, nei sistemi finanziari orientati al “mercato”, sviluppati soprattutto nei
paesi anglosassoni, in cui lo sviluppo del mercato mobiliare permette un collegamento diretto
tra i settori in deficit e settori in avanzo.
11
identificazione in quanto si sostanziano principalmente nelle
conseguenze dell’evoluzione demografica.
Il progressivo allungamento della speranza di vita e la crisi del
sistema pubblico previdenziale, accompagnata da una diminuzione della
propensione al risparmio da parte delle famiglie, ha inciso
sull’atteggiamento della collettività verso la previdenza integrativa per i
bisogni futuri
2
.
Questi fattori hanno esercitato una notevole influenza all’interno
dei singoli settori. In ciascuno di essi si assiste ad un’incessante
rivisitazione dei prodotti, diversificando l’offerta, razionalizzando lo
sfruttamento della rete distributiva e allo stesso tempo fidelizzando il
cliente.
A metà strada tra le cause esogene e quelle endogene è possibile
collocare l’Europa.
L’Unione Europea ha sollecitato e sostenuto cambiamenti
finalizzati all’integrazione tra i vari paesi.
L’armonizzazione degli ordinamenti nazionali raggiunta attraverso
l’emanazione di principi uniformi ha sensibilmente inciso sulle regole
che governano i mercati finanziari, e principi come il mutuo
2
Negli anni settanta e nei primi anni ottanta un’ingente quota del risparmio delle famiglie
affluiva alle banche. A seguito però dell’inflazione di quegli anni, i risparmiatori hanno
acquistato una maggiore sensibilità ad evitare il fenomeno dell’erosione monetaria divenendo
così più oculati nella gestione del risparmio.Emerge la figura del risparmiatore attivo in grado
di valutare i prodotti più vicini alle sue esigenze.
12
riconoscimento
3
hanno aperto alla concorrenza settori tenuti da sempre al
riparo da competizione internazionale.
1.1 Una tripartizione non più attuale
Nel sistema finanziario o più correttamente, nella definizione di
servizi finanziari, vengono fatti comunemente rientrare più elementi
quali il credito, il risparmio gestito e l’assicurazione offerti da tre diversi
intermediari. Siamo alla presenza di tre realtà differenti, ma che tuttavia
hanno alcuni punti di contatto che hanno consentito, in questi anni, la
graduale convergenza dei settori rendendo così la tradizionale
tripartizione non più attuale.
Le diversità che si possono ravvedere vanno dalle linee produttive
alle problematiche gestionali. Ad esempio, per quanto riguarda la banca
essa affronta due problemi maggiori quali il rischio di credito e quello di
liquidità; dal punto di vista della compagnia di assicurazione il punto
gestionale focale riguarda la valutazione del rischio di eventi aleatori;
infine per l’industria mobiliare i problemi sono quello di valutare e
coprire adeguatamente il rischio di mercato e quello della
diversificazione del portafoglio.
33
Il principio del mutuo riconoscimento è stato introdotto nel Trattato di Roma con l’Atto
Unico Europeo nel 1957, trattato istitutivo della Comunità Economica Europea.
13
Un’ulteriore diversità, che a tutt’oggi è tema di discussione,
riguarda gli organismi di controllo: difatti ne esistono vari tra i quali, la
Banca d’Italia per le banche, l’ISVAP per le compagnie di assicurazione
e la CONSOB per i mercati mobiliari e anche per gli intermediari
mobiliari e l’Antitrust che è l’Autorità garante della concorrenza e del
mercato.
Ciò nonostante l’attività bancaria e quella assicurativa presentano
punti di sovrapposizione che hanno reso conveniente il progressivo
avvicinamento dei settori finanziari. Innanzitutto, tutti e tre hanno un
interlocutore comune costituito dai risparmiatori-investitori che hanno
esigenze, diversificate e sempre più complesse da soddisfare, legate
all’accumulazione del risparmio e all’investimento del patrimonio.
Entrambe si definiscono intermediari finanziari, in particolare, il
sistema bancario si occupa del trasferimento nel tempo (es.: i giorni di
valuta di un assegno) e nello spazio (es.: spostamento di un conto da una
banca ad un’altra) delle disponibilità monetarie, mentre in quello
assicurativo tali disponibilità hanno a che fare con la variabile
probabilistica rappresentata dal verificarsi o meno di determinati eventi
(es.:incidente, incendio o furto).
Infine operano in un mercato comune che tende sempre più ad
essere “globale”
14
La rigida separazione si assottiglia e laddove prima c’era una netta
distinzione oggi ci sono attività che si confondono tra loro, sia sotto il
profilo dei soggetti che dei prodotti. I mercati, di fatto, si mescolano
mentre le discipline restano separate.
2. La bancassicurazione
In tale processo di riorganizzazione del mercato finanziario, una
delle più importanti sinergie nasce dall’integrazione tra banche e
compagnie di assicurazione.
Occorre fare alcune considerazioni.
I rapporti tra banche e compagnie di assicurazione non si possono
definire “un fatto nuovo”, ma attraverso la bancassicurazione cambiano
le connotazioni della natura del rapporto. Le prime sono da sempre
strumenti di sostegno e di consulenza delle compagnie per la gestione dei
flussi di cassa e per gli impegni del patrimonio, così come le
assicurazioni sono da sempre erogatrici di servizi alle aziende bancarie
per la copertura dei rischi della loro attività.
Inoltre, si può affermare che, grazie alle partecipazioni azionarie il
settore assicurativo è sempre stato presente in quello bancario e
viceversa; e che questa situazione era particolarmente accentuata negli
anni scorsi, dove le partecipazioni azionarie delle imprese di
15
assicurazioni nelle maggiori banche italiane, pur avendo un peso nel
controllo azionario delle stesse, non avevano un ruolo diretto nel
determinare la politica degli istituti di credito, ma sembravano
rappresentare solo una partecipazione finanziaria.
Quindi, attraverso la bancassicurazione cambia il tipo di rapporto, si
tratta di un processo di avvicinamento che coinvolge diversi aspetti delle
relative attività, un fenomeno di omogeneizzazione operativa.
La distribuzione di polizze assicurative, in principio, avveniva
attraverso la definizione di semplici accordi commerciali con compagnie
“tradizionali”. Analizzando questa prima fase non si può ancora parlare
di fenomeno bancassicurativo, poiché gli intermediari di fatto
rimanevano entità del tutto separate e l’integrazione delle attività era
scarsamente definita.
Ciò nonostante lo sviluppo di tale rapporto è passato per diversi
snodi tra i quali l’ampliamento e l’affinamento dell’offerta, nonché la
fidelizzazione della clientela: obiettivi comuni sia della banca che della
compagnia di assicurazione.
16
3. Il processo dal punto di vista delle compagnie di
assicurazione.
Fino a qualche anno fa l’attività assicurativa non era considerata
come attribuzione di risorse ad un intermediario finanziario
4
. Pur essendo
essa scambio di ricchezza attuale contro ricchezza futura, così come
l’attività bancaria e di intermediazione mobiliare, si riteneva che il
pagamento del premio fosse il corrispettivo per il servizio offerto dalla
compagnia, vale a dire, preservare l’assicurato dal rischio di un evento
nefasto. La funzione dell’assicurazione è, infatti, quella di cautelare
l’assicurato verso bisogni (ass. vita) o danni futuri (ass. danni e
responsabilità civile) ad un costo medio rappresentato dal premio.
Nel corso dell’ultimo decennio le imprese di assicurazione hanno
visto affermarsi una serie di minacce derivanti sia dall’aumentata
concorrenza tra le imprese del settore, sia dall’entrata di nuove imprese,
sia dall’aumentata forza contrattuale della clientela.
A fronte di queste minacce le imprese di assicurazione hanno
attuato alcune strategie miranti all’aumento del controllo di mercato,
procedendo sia ad acquisizioni e/o fusioni, nel tentativo di accrescere
4
In modo più approfondito A. Gambino, “La prevenzione nelle assicurazioni sulla vita e i
nuovi
prodotti assicurativo-finanziari”, in Assicurazioni, 1990.
17
così la propria competitività, sia instaurando relazioni con altri
intermediari e in particolar modo con le banche.
Attraverso tali relazioni le compagnie di assicurazioni hanno
intravisto molteplici opportunità quali: la possibilità di reagire alla
pressione dei costi di distribuzione condividendo in qualche misura le
strutture distributive (sportello bancario) realizzando così economie di
scala ed economie di scopo. Hanno potuto allargare il bacino d’utenza
portando l’offerta di assicurazione laddove la domanda era latente.
Hanno infine potuto operare sui mercati dei capitali per l’investimento
avvalendosi delle tecniche finanziarie di portfolio selection per
introdurre, sul mercato, prodotti più competitivi come le polizze vita il
cui rendimento è ancorato al reddito di una gestione separata di valori
mobiliari o fondi di investimento (le c.d. polizze index linked).
Fattore di successo è stato la capacità delle imprese di assicurazione
di adeguare i loro prodotti alle mutate esigenze della clientela, riducendo
la componente demografica a beneficio di quella finanziaria
5
.
Da queste relazioni, le imprese di assicurazione hanno visto, così,
non solo la possibilità di sviluppare la vendita di alcuni loro prodotti, ma
anche la possibilità di realizzare la diversificazione della propria gamma
di prodotti.
5
La riduzione della componente demografica e l’equiparazione fiscale hanno inoltre
ulteriormente ridotto le differenze esistenti tra i prodotti tipici del risparmio gestito e le polizze
assicurative del ramo vita.
18
Alla fine degli anni Ottanta, data in cui si incominciano a vedere i
primi accordi di bancassicurazione, il mercato del Ramo Vita era
considerato non pienamente maturo, stentava a svilupparsi
conseguentemente ad un’organizzazione produttiva non adeguata e
quindi veniva reputato fonte di potenzialità ancora da sfruttare.
Considerando inoltre che le capacità delle reti agenziali apparivano
inferiori rispetto a quelle bancarie in quanto meno capillari sul territorio
e meno “spendibili” con la clientela target, le compagnie di assicurazioni
non si sono lasciate sfuggire una tale occasione.
L’affermarsi di tali relazioni, divenute nel tempo accordi di
distribuzione, ha contribuito in modo decisivo all’evoluzione del mercato
in termini di crescita della domanda da parte della clientela.
A partire dagli anni Novanta sino ad oggi il canale bancario è quello
che si è maggiormente sviluppato nella commercializzazione dei prodotti
assicurativi vita ed è oggi il principale canale di distribuzione.
Grafico 1: dati ANIA 2003 Raccolta ass.ne ramo vita percentuale per canali distributiv
0
10
20
30
40
50
60
Sportelli+Poste
Agenti
Promotori Finanziari
Vendita diretta
Broker
19
3.1 Problematiche giuridiche
Con l’affermazione dei nuovi “canali alternativi” sorsero
immediatamente dei problemi: la disciplina del settore prevedeva, e
prevede tutt’oggi, che la distribuzione dei prodotti assicurativi avvenga
attraverso due canali: gli agenti e i brokers di assicurazione.
La soluzione si presentò con un Decreto ministeriale attraverso cui
si autorizzavano “operatori diversi da coloro che sono leggitimati allo
svolgimento dell’attività d’intermediazione assicurativa” a vendere
prodotti assicurativi “standardizzati”, a patto che, ciò avvenisse nel
quadro di accordi che definivano chiaramente le responsabilità
contrattuali e i rischi connessi con gli strumenti commercializzati
6
. Il
Ministero dell’Industria intervenne sulla questione esprimendo parere
favorevole alla prassi già consolidatasi.
Sulla medesima linea interpretativa si colloca la circolare ISVAP
del 29 Marzo 1995, n. 241 con la quale l’Istituto ha fornito indicazioni di
massima in ordine all’utilizzo degli sportelli bancari per la distribuzione
dei prodotti assicurativi. In particolare, la prassi è stata ritenuta legittima
al ricorrere di taluni requisiti che possono così riassumersi:
6
Nota del Ministro dell’Industria, Commercio e dell’Artigianato del 15 giugno 1993, prot. n.
921820
20
9 Esistenza a monte di un vincolo contrattuale tra la compagnia
assicuratrice e l’ente creditizio, che evidenzi il carattere meramente
esecutivo del ruolo svolto dalla banca;
9 Emissione delle polizze definitive solamente da parte della
compagnia assicuratrice;
9 Monitoraggio da parte delle assicurazioni dell’esistenza di rapporti
per la distribuzione intrattenuti con il canale bancario.
Si può affermare quindi che la collocazione della banca nella
struttura della catena distributiva assicurativa è passata attraverso una
serie di modifiche giuridiche che hanno tentato di allocare i risultati di
una prassi, non sempre del tutto lineare, nella legittimità imposta da un
sistema «tipizzato», il quale è lungamente ruotato attorno agli
intermediari c.d. istituzionali (ossia gli agenti ed i mediatori
d’assicurazione).
7
4. Il processo dal punto di vista delle aziende di credito.
Come precedentemente detto, negli ultimi due decenni gli equilibri
dei mercati finanziari mondiali sono stati scossi da cambiamenti di
natura strutturale, che hanno dato origine a quel processo di convergenza
7
Argomentazioni più complete in D.Cesarini, “Prime riflessioni in tema di tendenza nella
intermediazione e distribuzione dei prodotti assicurativi” Working paper n. 26 Maggio 2002.