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1.2 – Evoluzione del linguaggio giornalistico in Inghilterra
Se nel corso dei secoli la lingua italiana, quando posta nel contesto del linguaggio giornalistico
e de ll ’inf orma z ione, si è contraddistinta per la sua varietà e musicalità, ma anche per il rischio di
risultare dispersiva ed eccessivamente orientata verso uno stile qualitativamente migliore, la lingua
inglese si è invece quasi sempre concentrata su dei target differenti. Di fatto, l’ingl e se è considerata
una lingua straight-to-the-point,
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con l’obie tt ivo principale di risultare facilmente comprensibile alla
massa attraverso un linguaggio piuttosto semplice e diretto, che possa permettere una lettura
scorrevole e rapida, ma allo stesso tempo altamente esplicativa e di comprensione immediata. Tutte
le fasi storiche, dal punto di vista cronologico, dello sviluppo de ll ’inf orma z ione, del giornalismo e
del suo linguaggio, nel Regno Unito sono state caratterizzate a nc h ’e sse dal mantenimento dello stile
più pertinente alla lingua di appartenenza in sé, ovvero il già citato stile “ stra ight-to-the- point ” : la
grammatica inglese, molto meno articolata di altre lingue di radice indo-europea, ed il suo
vocabolario, molto più ristretto rispetto alla sua controparte italiana, hanno permesso uno sviluppo
quasi immediato di tale stile. Quindi, a partire dagli albori del giornalismo inglese, ovvero dal
sedicesimo secolo, e per circa due altri secoli, il linguaggio utilizzato dagli inglesi a ll ’inte rno dei loro
primi giornali è sempre risultato di grande semplicità, e per questo motivo è anche risultato di grande
intrattenimento per i lettori: questi primi due secoli di sviluppo de ll ’inf orma z ione sono stati necessari
quindi per plasmare uno stile apparentemente definitivo per tale ambito, garantendo il successo nelle
vendite dei newspapers.
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Successo che si è protratto anche nel diciottesimo secolo, grazie a pionieri
del calibro di Jonathan Swift o Daniel Defoe, che hanno contribuito alla diffusione di uno stile
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Espressione idiomatica inglese che indica la capacità di esprimersi in modo diretto e rapido, senza perifrasi o giochi di
parole.
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Il giornale si differenzia dalle altre forme di pubblicazione per la sua immediatezza, i suoi titoli accattivanti e il racconto
di svariati argomenti, discussioni o eventi. Tali eventi dovevano interessare e coinvolgere il lettore, la cui attenzione era
catturata soprattutto da articoli brevi, con frasi e paragrafi ristretti ma allo stesso tempo esplicativi. Questo stile aveva
l’ o b iettiv o di attrarre un vasto pubblico tra quelli che avevano imparato a leggere in seguito all’ E d u ca tio n Act del 1870,
che rese la scuola obbligatoria. Articolo consultato online all’ UR L :
https://www.edu.xunta.gal/espazoAbalar/sites/espazoAbalar/files/datos/1541426032/contido/press/history_of_the_britis
h_press.html (Ultima consultazione 19/04/20)
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maggiormente informativo ed intrattenente, permettendo anche ai ceti minori di poter partecipare a
questa diffusione di idee e di notizie. Questo stile così informativo e diretto è entrato in maniera
definitiva ne ll ’imm a ginario collettivo del giornalismo britannico, restando praticamente inalterato
fino a ll ’e ra moderna. Quindi, la grande costanza e convinzione da parte dei giornalisti inglesi nel
voler portare avanti questa modalità di scrittura diretta e scorrevole ha sicuramente pagato, vista la
sua permanenza così duratura. Tuttavia, c ’è anche stato un tentativo di invertire la rotta, di cambiare
questa tendenza, a cavallo dei primi anni del novecento, a causa d e ll ’a vve nto del “ Ne w Journ a li sm” .
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Al giorno d’ogg i, questo è considerato uno “ sti le” di scrittura giornalistica, quando, in realtà, risulta
essere un vero e proprio movimento, seppur di minoranza. Un movimento che ha avuto inizio grazie
a William Thomas Stead,
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il quale introdusse uno stile altamente differente ed innovativo, molto
vicino a quello della lingua italiana, che è composto da varie sfumature inedite per il mondo
giornalistico britannico: ad esempio, William Thomas Stead utilizzò il “ se nsa z ionalis mo.”
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Attraverso un linguaggio più complesso e ai limiti del poetico, il sensazionalismo era volto
a ll ’e nfa ti z z a z ion e dei risvolti legati a determinati eventi e a ll ’e spli c it a z ione della soggettività da parte
dello scrittore. Questa soggettività aveva la possibilità di influenzare l’opini one pubblica, dando vita
successivamente a larghi dibattiti riguardo un dato argomento o avvenimento. Tutto appare essere
tanto rivoluzionario quanto funzionante, ma c ’è un problema: sebbene alcune delle caratteristiche di
questo stile trovino dei punti d’inc ontro con lo stile tradizionale del giornalismo britannico, come ad
esempio l’obie tt ivo di avere un alto grado di influenzabilità ai danni dei lettori, i sostenitori della
scrittura tradizionale hanno sempre trovato la complessità del linguaggio, sotto un punto di vista
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Il “New Jou r n alis m ” prevede l'introduzione di motivi tipici della narrativa, capaci di catturare il lettore, nelle strutture
del giornalismo tradizionale. Il risultato sono opere innovative dal punto di vista del linguaggio e ibride rispetto alle
definizioni precedenti. Una delle forme più consolidate è il cosiddetto romanzo-reportage, un reportage giornalistico
scritto in forma di romanzo. Il romanzo-reportage, o "romanzo-verità", utilizza stili e tempi della letteratura per trattare
storie e personaggi reali. Cfr. Wikipedia, l’ en ciclo p ed ia libera, consultato all’ UR L :
https://it.wikipedia.org/wiki/Nuovo_giornalismo (Ultima consultazione 19/04/20)
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William Thomas Stead (Embleton, 5 luglio 1849 – Oceano Atlantico, 15 aprile 1912) è stato un editore, giornalista e
scrittore britannico, pioniere del giornalismo investigativo. Stead è ritenuto l'inventore di un nuovo tipo di giornalismo
che in Gran Bretagna avrebbe spianato la strada al moderno giornalismo tabloid, o giornalismo sensazionalistico. Ebbe
una forte influenza nel dimostrare come la stampa potesse essere usata per influenzare l'opinione pubblica e la politica di
governo; Stead definì il modello da lui promosso "government by journalism". Fu molto noto anche per i suoi reportage
sui servizi sociali per l'infanzia, sulla legislazione sociale e sulla riforma del Codice penale inglese. Morì nel 1912 nel
naufragio del Titanic, mentre si stava recando a una conferenza a New York.
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Il sensazionalismo è un tipo di tattica editoriale nei mass media. Gli eventi e gli argomenti delle notizie sono selezionati
e formulati per entusiasmare il maggior numero di lettori e spettatori. Definizione tradotta d all’ in g lese all’ italian o .
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morfosintattico, alquanto futile e non necessaria. Ad esempio, la tattica del sensazionalismo, secondo
i tradizionalisti, non aveva bisogno di un linguaggio eccessivamente altolocato, come se il trovare
espressioni più rare potesse conferire una maggiore qualità al testo. Al contrario, la tattica può e deve
rispettare i canoni del linguaggio giornalistico tradizionale, poiché anche articoli corti e diretti, nella
loro semplicità, possono sicuramente avere un grande potere persuasivo nei confronti dei propri
lettori, i quali saranno influenzati da ll ’e sse re convincente di una produzione scritta e non dal suo
risultare poetico. In conclusione, è possibile riassumere la traiettoria del linguaggio giornalistico in
Inghilterra affermando che, quasi come nel giornalismo italiano, le varie epoche storiche che hanno
rappresentato lo sviluppo di tale linguaggio sono state contraddistinte dal tentativo (riuscito) di
collocare un determinato stile di scrittura alla base del giornalismo nazionale. A partire dalle origini
a ll ’iniz io del XVII secolo, passando per lo sviluppo della stampa durante la Rivoluzione Industriale
nel secolo successivo e l ’a vve nto del giornalismo moderno n e ll ’ottoc e nto, si arriva a ll ’introduz ione
della tecnologia de ll ’inf orma z ione nel secolo scorso. In ognuno di questi momenti storici, il
giornalismo inglese si è sempre posto come target principale l’infor ma z ione, nella sua forma più
semplice e diretta, in modo che il messaggio possa essere ricevuto ed interpretato immediatamente
dai lettori; al contrario della lingua italiana, orientata verso un testo quasi narrativo anziché
informativo. Quindi, nella mente dei reporter anglofoni, non c ’è l’int e nz ione di voler attirare il
proprio pubblico con l’a u sil io di uno stile dai forti toni narrativi; si pongono l’obie tt ivo di informare
nel modo più lineare e diretto possibile i propri lettori, indipendentemente da quale sia l’a rgom e nto
trattato. Se la lingua italiana si affida al culto del “ be ll o sc rive r e ” , quella inglese segue il mito dello
“ sc rive r e be ne ” ; e se l’ita li a no dichiara che i propri giornalisti sono diventati tali dopo aver raggiunto
una “ maste ry of language use ” ,
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la sua controparte anglofona si affida a coloro che hanno nelle loro
corde una “ m a ster y of structure us e ” , poiché il target del giornalismo inglese è quello di avere una
struttura sì semplice, ma che allo stesso tempo conferisce ad un messaggio un alto livello di
comprensibilità ed immediatezza. L’ it a li a no narra, l’ingl e se informa.
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“M aster y of language u s e” : padronanza totale delle varie sfumature linguistiche della propria lingua di appartenenza.
Cfr. C.J. Brumfit, K. Johnson, The Communicative Approach to Language Teaching, Hong Kong, Oxford University
Press, 1979, p. 1
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3. – Telecronaca sportiva moderna
Analizzate le caratteristiche principali dello stile del linguaggio giornalistico, è arrivato il
momento di focalizzarsi su una delle radici più diffuse, apprezzate e discusse de ll ’inte ro panorama
giornalistico: la cronaca sportiva, nello specifico quella legata al gioco del calcio, lo sport più seguito
e praticato al mondo. Questa specifica tipologia di giornalismo è diventata, con il passare degli anni
e con la sua imponente crescita, un vero e proprio mestiere, spesso considerato slegato dal mondo del
giornalismo e d e ll ’inf or maz ione. In realtà, la cronaca sportiva
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è il prodotto delle caratteristiche e
delle strategie del giornalismo già riportate nei capitoli precedenti, soltanto che, in questo caso, è il
mezzo a risultare totalmente differente, poiché le gazzette italiane e i newspaper britannici lasciano
il posto ad un mezzo comunicativo ancor più potente: la voce. Sebbene si sia già discusso delle
modalità attraverso cui un determinato articolo può avere un alto tasso di influenzabilità e di
persuasione nei confronti dei propri lettori, la cronaca sportiva riesce a distinguersi e ad elevarsi dai
suoi precursori, ovvero i giornali cartacei, grazie al linguaggio orale, il quale possiede delle sfumature
particolari.
Una competizione, o una partita, diventa per il giornalista un evento da raccontare: una partita,
proprio come un qualsiasi fatto di cronaca, ha infatti un prologo, una fase centrale ed una conclusione.
Le telecronache possiedono tuttavia un’a rma in più rispetto ai report scritti: sono infatti capaci,
attraverso l’a usil io de ll ’o ra li tà, di alzare il livello di immediatezza nella trasmissione del messaggio
al proprio spettatore, e, soprattutto, di intensificare la drammaticità di ciò che succede a ll ’inte rno del
campo. La visione di ciò che sta succedendo in campo, abbinata alle grandi capacità oratorie di chi
sta raccontando tutto ciò che sta succedendo, permette alla cronaca non semplicemente di raccontare
gli eventi, ma di trasformarli in vere e proprie storie. Sebbene la forma, dal punto di vista
esclusivamente linguistico, sia pressoché identica in quanto a stile, sintassi, vocabolario, espressioni
idiomatiche legate al contesto, il mezzo comunicativo risulta invece non solo ampiamente differente,
ma anche estremamente decisivo per gli spettatori da casa, nello specifico nel modo attraverso cui
questi percepiscono, interpretano e incorporano ciò che stanno guardando ed ascoltando con massima
attenzione ed interesse.
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Scindibile in radiocronaca o telecronaca, a seconda del mezzo di trasmissione all’ in ter n o del quale sono applicate,
ovvero la radio o la televisione via cavo.