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Introduzione
Il presente elaborato si concentra sull’analisi del fenomeno teen dating violence, relativamente poco
conosciuto e studiato nel panorama italiano, ma costituente una tematica di forte interesse per la
letteratura statunitense già a partire dagli anni Novanta. La ricerca si propone di esporre il fenomeno
in esame in tutte le sue sfaccettature, attraverso un’analisi socio-criminologica, partendo da una base
teorica nel primo capitolo per delineare la problematica nel suo significato, in termini di diffusione
dei tassi di incidenza con particolare riferimento ai contesti statunitense e italiano e, infine,
descrivendone gli autori coinvolti in termini di “abusanti” e “vittime”.
Lo studio del fenomeno prosegue esponendo il costrutto multidimensionale della teen dating violence
nel corso del secondo capitolo, specificando le diverse forme di violenza agite dagli autori e
analizzando i principali comportamenti posti in essere dai soggetti coinvolti in azioni violente. La
parte centrale è dedicata alle ipotesi sulle possibili cause del fenomeno, con particolare riferimento ai
fattori di rischio capaci di innescare la teen dating violence e ai contesti di maggior influenza per i
giovani; infine, verrà dedicato parte del capitolo alla figura della “vittima” analizzando in prima
istanza le conseguenze degli episodi vittimizzanti subìti, per poi soffermarsi sulle motivazioni che
ostacolano la decisione di porre fine a una relazione malsana e lo sforzo emotivo richiesto alla vittima
nel chiedere aiuto.
Il terzo capitolo pone il focus sulla dimensione online del fenomeno teen dating violence,
esaminandone gli aspetti generali con lo scopo successivo di analizzare l’attuale problematica del
sexting, spiegandone motivazioni ed eventuali associazioni all’online dating violence. La parte finale
del capitolo sarà, invece, dedicata alle implicazioni legali e alle conseguenze penali relativamente al
sexting.
L’ultimo capitolo, infine, è dedicato alle strategie di contrasto alla teen dating violence, analizzando
i contesti e gli autori da prendere in considerazione per condurre programmi specifici a garanzia degli
adolescenti, sottolineando il ruolo centrale della prevenzione, l’importanza della sensibilizzazione e
la necessità di ulteriori studi e ricerche sulla tematica oggetto di analisi per averne una maggior
comprensione e un conseguente approccio pratico per ricercarne le soluzioni possibili.
Al termine del presente elaborato verranno esposte le conclusioni emerse dallo studio del fenomeno,
esponendone gli aspetti critici riscontrati durante la sua analisi, i passi avanti fatti finora e quello che
ancora c’è da fare per aiutare e guidare gli adolescenti nelle loro prime esperienze sentimentali e
formare i partner adulti di domani.
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1. Il fenomeno teen dating violence
1.1 Aspetti definitori
Si sente spesso parlare di violenza domestica, di coppie violente o di vittime di relazioni tossiche o
pericolose e oggi, grazie alla sensibilizzazione di alcune associazioni e l’eco mediatico che le
cronache nere producono, tutti i cittadini sono a conoscenza della continua diffusione di questo triste
fenomeno che colpisce molte famiglie, talvolta fino a distruggerle; tuttavia, queste storie parlano di
persone adulte, di uomini e donne inseriti in relazioni sentimentali durature e stabili, per lo meno fino
al triste epilogo che coincide con l’inizio delle violenze e prevaricazioni agite da un/una partner nei
confronti dell’altro/a. Sebbene fino a qualche decennio fa vi fosse la convinzione che i comportamenti
aggressivi si riscontrassero solamente o principalmente all’interno delle coppie adulte, oggi è ormai
fuori discussione che le stesse dinamiche di violenza, abusi, potere e prevaricazione si verifichino
anche all’interno di relazioni sentimentali tra adolescenti e giovani adulti. Purtroppo anche in età
adolescenziale i rapporti intimi possono essere caratterizzati da comportamenti aggressivi, mancanza
di affetto o dinamiche di potere e conflitto rendendo in questo modo disadattive le relazioni affettive
(Menesini, Nocentini, 2008), a scapito di aspettative e rapporti positivi, basati sull’amore, la felicità
e il supporto reciproco.
A partire dagli anni Novanta la letteratura americana ha coniato le espressioni “dating violence” e
“dating aggression” per definire i comportamenti violenti che possono scaturire anche tra adolescenti
e giovani adulti all’interno delle loro relazioni sentimentali, ma nonostante questi termini sembrino
distanti dalla cultura o dalla realtà italiana, il fenomeno esiste anche in Italia ed è ormai diffuso con
tassi di incidenza importanti tra la popolazione adolescente.
Se con l’espressione “dating violence” si definisce un tipo di violenza intima posta in essere nei
confronti del proprio o della propria partner all’interno di una relazione sentimentale (Confalonieri et
al., 2017), con il termine “teen dating violence” ci si riferisce più precisamente a una forma di abuso
che si verifica all’interno di una relazione consensuale tra partner adolescenti e che può manifestarsi
nel corso di un primo appuntamento, durante una relazione saltuaria o in un rapporto consolidato
(Biancofiore et al., 2020). L’espressione inglese “teen dating violence” presuppone, infatti, un chiaro
riferimento ad aggressioni durante il primo appuntamento, ma si riferisce anche alla violenza
perpetrata all’interno sia di rapporti fissi e duraturi che di relazioni brevi e fugaci (UFU, 2020).
Ciò che caratterizza il fenomeno della teen dating violence è il perpetrarsi delle diverse forme di
maltrattamento all’interno delle prime relazioni affettive e sentimentali tra ragazzi e ragazze
adolescenti; infatti, sebbene il termine anglosassone utilizzato per riferirsi al fenomeno non presenti
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una traduzione immeditata nella lingua italiana, con la parola “dating” ci si riferisce all’avere un
appuntamento, uscire e/o trascorrere del tempo con qualcuno (Longobardi, Amelio, 2020). Dunque,
la definizione di “violenza” che connota il fenomeno oggetto di studio include coppie formate da
minori o da minori e giovani adulti e può esprimersi tra partner attuali o precedenti.
I comportamenti violenti tra partner sono oggi considerati un problema sociale e di salute pubblica e
la dating aggression (DA), termine che deriva dalla letteratura nordamericana e che può essere
definito come l’aggressività nelle prime esperienze sentimentali (Menesini, Nocentini, 2008), è un
fenomeno in crescita anche in Italia (Confalonieri et al., 2017).
È bene specificare, però, che i termini “dating aggression” e “dating violence” comprendono diverse
tipologie di comportamenti aggressivi, che verranno in seguito meglio descritti e analizzati,
all’interno di relazioni sentimentali non ancora caratterizzate da maturità, stabilità e sicurezza, ovvero
da quei tratti che più facilmente contraddistinguono i rapporti intimi tra adulti (Nocentini, 2014).
Come è noto, infatti, la violenza non si esprime solamente attraverso abusi fisici e sessuali, ma può
assumere anche forme più sottili e meno visibili quali l’abuso psicologico ed emotivo.
Sebbene possa sembrare strano che situazioni e comportamenti di questo tipo caratterizzino la vita
sentimentale degli adolescenti, la violenza intima è una questione universale e trasversale (Zapponi,
2009): non ha limiti temporali perché da sempre connota la vita dell’uomo e non ha né genere né
cultura, ma colpisce indistintamente uomo e donna, giovani e adulti, ricchi e poveri, bianchi e neri.
I primi studi sul tema sono stati condotti in USA, Canada, Nuova Zelanda e Gran Bretagna;
inizialmente, le ricerche si erano concentrate sull’analisi di comportamenti aggressivi in giovani
coppie dimostrando come questi costituiscano importanti fattori di rischio per la violenza domestica
(Ivi). Più recentemente il fenomeno ha interessato anche altri paesi come Cina, Sud-Africa, Sud-
America, Spagna e Italia.
Mentre la letteratura nordamericana ha iniziato ad occuparsi del fenomeno già dalla metà degli anni
Novanta del secolo scorso, interessandosi alle relazioni sentimentali tra adolescenti e ai
comportamenti aggressivi che talvolta le connotano (O’Keefe, 2005), l’interesse per la dating
violence in Italia è emerso solo negli ultimi due decenni, motivo per cui nel panorama nazionale il
fenomeno risulta essere ancora poco studiato ed esplorato (Menesini, Nocentini, 2008). In particolare,
il primo studio italiano sul fenomeno dating aggression nelle relazioni sentimentali tra adolescenti è
stato condotto da Menesini e Nocentini e risale al 2008 (Ivi). Fortunatamente, però, negli ultimi anni
l’attenzione e l’interesse della comunità nei confronti di questa problematica sta crescendo e ci si
augura che questo sia il presupposto da cui partire per provare a colmare il ritardo della ricerca italiana
sul fenomeno.
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Nonostante la continua diffusione di questo problema sociale ed emergenziale e la sua pervasività
nella vita dei giovani, a livello internazionale i contributi e i riferimenti teorici sulla violenza
perpetrata tra partner di giovane età sono minori rispetto a quelli relativi alla Intimate Partner
Violence (IPV), ovvero la violenza domestica che si verifica all’interno di coppie adulte. In
particolare, Zapponi denuncia come gli studi sulla violenza tra partner adolescenti si occupino
prevalentemente delle conseguenze della violenza famigliare assistita rimarcando la necessità di
maggiori ricerche volte a comprendere e spiegare come i giovani si rappresentino la violenza
all’interno di una relazione sentimentale (Zapponi, 2009).
È indubbio che l’adolescenza costituisca un periodo particolare nella vita di ciascuna persona; nello
specifico, con riferimento al fenomeno della dating violence, è importante considerare che è proprio
in questa fase evolutiva che i giovani sperimentano le loro prime relazioni affettive. Dal momento in
cui gli studiosi sostengono che le prime esperienze sentimentali vissute durante il periodo
adolescenziale giocano un ruolo molto importante nella vita dei giovani, risulta fondamentale
adoperarsi affinché le stesse possano essere positive; infatti, esse sono in grado di influenzare il
processo di costruzione della personalità del giovane, permettere di realizzare i suoi bisogni di
intimità e autostima, sviluppare l’autonomia personale e consentirgli di acquisire abilità sociali
(Biancofiore et al., 2020).
Credenze e “falsi miti” hanno per lungo tempo ostacolato lo studio delle relazioni sentimentali in età
adolescenziale; in particolare, uno dei principali motivi per cui la teen dating violence risulta ancora
oggi un fenomeno poco analizzato è l’opinione che generalmente si ha nei confronti delle relazioni
amorose tra adolescenti, ritenute in genere poco stabili, transitorie e superficiali; al contrario, alcune
ricerche empiriche, come ad esempio lo studio condotto da Eurispes e Telefono Azzurro (2012) e le
“Youth Risk Behavior Survey” (YRBS) condotte biennalmente negli Stati Uniti, hanno invece
dimostrato che negli ultimi decenni si sta abbassando a 14 anni l’età in cui si sperimentano le prime
relazioni, attestando anche un numero sempre maggiore di giovanissimi coinvolti in rapporti
significativi e persistenti nel tempo (Menesini, Nocentini, 2008). Nel periodo adolescenziale i rapporti
sentimentali diventano solitamente più intimi, intensi e connotati da un impegno maggiore tanto da
poter fungere da esperienze che possono influenzare relazioni future più mature e durature (Boni,
2010). Tuttavia, anche in adolescenza come in età adulta, le relazioni possono essere disadattive,
connotate da aggressività, mancanza di affetto, dinamiche di potere e conflitto (Menesini, Nocentini,
2008).
Diversi sono i motivi che attestano l’importanza di studiare e comprendere il fenomeno della Teen
Dating Violence; senza dubbio, la ragione principale riguarda le stime elevate della sua presenza tra
minori e adolescenti, facilmente reperibili attraverso la “Youth Risk Behavior Survey” regolarmente
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condotta ogni due anni tra la popolazione scolastica statunitense, e le conseguenze fisiche e
psicologiche che ne derivano (Nocentini, 2014). Inoltre, non va sottovalutato il valore predittivo del
fenomeno rispetto alla violenza domestica nelle relazioni mature dell’età adulta (O’Keefe, 2005);
infatti, come sostiene Nocentini:
“Il dating aggression può essere un importante indicatore di come modalità
interazionali disadattive si formino all’interno delle relazioni sentimentali, si
mantengano nel tempo all’interno della stessa relazione, ma possono anche
ripetersi in relazioni sentimentali future. Lo studio dunque del Dating
Aggression, dei suoi predittori, del suo andamento nel tempo e della sua
relazione di continuità/discontinuità con la violenza domestica risulta essere
di grande rilevanza” (Nocentini, 2014, pp. 7-8).
Infine, uno studio accurato e approfondito del problema risulta necessario per analizzare quelli che
sono i fattori di rischio e di protezione e per meglio comprendere il fenomeno in tutta la sua
complessità, con il successivo obiettivo di dare avvio a programmi di prevenzione e promozione nei
confronti degli adolescenti e dei giovani (Confalonieri et al., 2017) per permettere loro di vivere
relazioni sentimentali positive aiutandoli, allo stesso tempo, a leggere i segnali della violenza e della
prevaricazione e insegnando loro abilità di comunicazione e risoluzione dei conflitti non violente.
1.1.1 La differenza tra Teen Dating Violence (TDV) e Teen Dating Aggression (TDA)
Le ricerche e gli studi presenti in letteratura sulla dating violence tra adolescenti non presentano una
definizione univoca e universale di tale violenza; tuttavia, in letteratura vi è un evidente opinione
comune sul fatto che la teen dating violence assomigli alla violenza domestica perpetrata all’interno
di coppie adulte per via di un pattern di comportamenti abusanti che le accomuna, utilizzati allo scopo
di controllare l’altro/a (Offenhauer, Buchalter, 2011). Nonostante autori e studiosi del tema
concordino sul fatto che il fenomeno includa comportamenti di coercizione interpersonale e di
affermazione del proprio potere sull’altro/a, la teen dating violence è stata definita in vari modi che
differiscono tra loro per esaustività e completezza (Ibidem).
Inoltre, per riferirsi agli episodi di aggressività nelle prime esperienze sentimentali la letteratura
internazionale utilizza spesso indistintamente, quasi come fossero sinonimi, le espressioni “dating
violence” e “dating aggression”. Tuttavia, a livello teorico è presente un’importante distinzione
(Confalonieri et al., 2017) che, di conseguenza, rende necessario specificare quella sfumatura
semantica, talvolta sottovalutata e poco considerata, che le differenzia.
In particolare, con l’espressione “dating aggression” ci si limita a prendere in considerazione
solamente i comportamenti violenti agiti nella coppia, mentre il termine “dating violence”
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sembrerebbe essere un’espressione di più ampio respiro e, quindi, comprensiva anche delle
conseguenze degli stessi comportamenti violenti (Biancofiore et al., 2020). I due termini, dunque, si
differenziano in base alla considerazione o meno dell’impatto e delle conseguenze che tali
comportamenti violenti possono avere sulle vittime.
Nonostante in letteratura sia possibile trovare entrambi i termini per definire il fenomeno in esame,
un uso indiscriminato dei due è stato più volte criticato proprio per i diversi significati ad essi attribuiti
(O’Keefe, 2005). In molti contribuiti si è dunque preferito utilizzare il termine “dating violence” per
il significato più ampio e inclusivo del termine “violenza” che, a differenza del termine
“aggressività”, presuppone anche le conseguenze derivanti dall’atto aggressivo.
In definitiva, anche nel presente elaborato la definizione del termine “teen dating violence” risulta
maggiormente esplicativa di tutte le sfaccettature che caratterizzano il fenomeno oggetto di studio.
1.1.2 Differenze e similitudini tra TDV e IPV
Come già ribadito, la violenza all’interno delle relazioni sentimentali non ha confini e nonostante le
vecchie credenze sulla poca importanza di studi che si concentrino sui comportamenti e sulle
dinamiche relazionali all’interno di legami sentimentali tra partner adolescenti, i dati relativi alla teen
dating violence mostrano un andamento crescente con una conseguente diffusione sempre maggiore
del fenomeno
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. A questo punto, però, viene spontaneo chiedersi cosa differenzia la problematica
oggetto di studio di questo elaborato dalla più conosciuta violenza domestica (IPV) e se, al contrario,
vi sia qualche aspetto che le accomuna.
Nonostante la differenza di età tra i soggetti coinvolti nei due diversi fenomeni, la letteratura ha
riscontrato alcune similitudini tra la violenza esercitata tra partner adolescenti e quella tra partner
adulti (Xodo, 2013). In particolare, l’aspetto principale che le accomuna è la loro trasversalità: la
violenza di coppia, infatti, colpisce indistintamente gruppi economici, etnici e religiosi (Ibidem).
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Confrontando tra loro alcune delle più recenti “Youth Risk Behavior Survey” (YRBS) pubblicate dal CDC è possibile
notare una crescita costante e continua del fenomeno oggetto d’esame; in particolare, tra gli adolescenti costituenti il
campione dell’indagine risalente al 2019, una percentuale pari all’8,2% tra coloro che nei precedenti 12 mesi hanno
intrapreso una relazione sentimentale dichiara di essere stato vittima di dating violence fisica, e un altro 8,2% di aver
subìto dating violence sessuale (Centers for Disease Control and Prevention, Interpersonal Violence Victimization Among
High School Students - Youth Risk Behavior Survey - United States, 2019, 21 agosto 2020, in Morbidity and Mortality
Weekly Report MMWR 2020, Supplement Vol. 69, n. 1, pp. 28-37). I dati presentati all’interno della YRBS del 2017,
invece, mostravano le stesse percentuali lievemente inferiori, rispettivamente 6,9% e 8% (Centers for Disease Control
and Prevention, Youth Risk Behavior Surveillance - United States, 2017, Surveillance Summaries, 15 giugno 2018, in
Morbidity and Mortality Weekly Report MMWR 2018, Vol. 67, n. 8, pp. 1-114). Tuttavia, dati particolarmente
preoccupanti risalgono alla YRBS del 2007, che riportava una percentuale molto alta (9,9%) di studenti adolescenti
coinvolti nel fenomeno teen dating violence (Centers for Disease Control and Prevention, Youth Risk Behavior
Surveillance - United States, 2007, Surveillance Summaries, 6 giugno 2008, in Morbidity and Mortality Weekly Report
MMWR 2008, Vol. 57, n. 4, pp. 1-131).