56
Figura 3 - Logo Apple
2.3 - Apple
Apple, multinazionale statunitense operante prevalentemente nel settore della tecnologia, è la
terza impresa di questo database, ma detiene il primato del totale contestato: oltre 15 miliardi e
mezzo di dollari. Una cifra considerevole, anche per chi si posizione all’11° posto della classifica di
Fortune Global 500 del 2018, con un fatturato di quasi 230 miliardi di dollari.
2.3.1 - In sintesi
Tabella 7 - Indicatori Apple
2013 2014 2015
Fatturato 170.910.000.000,00 $ 182.795.000.000,00 $ 233.715.000.000,00 $
Utile Netto 37.037.000.000,00 $ 39.510.000.000,00 $ 53.934.000.000,00 $
Patrimonio Netto 123.549.000.000,00 $ 111.547.000.000,00 $ 119.355.000.000,00 $
Totale Attivo 207.000.000.000,00 $ 231.839.000.000,00 $ 290.345.000.000,00 $
Incluse linee guida 1959 2614 2395
Escluse linee guida 1434 1465 1870
Tax(es) 180 202 187
Avoidance 0 0 0
Evasion 0 0 0
Fraud 0 0 0
Contabilità
Word counter
dei paragrafi
relativi a temi
fiscali
Key Word
counter
57
Tabella 8 - Indicatori Apple (2)
Tabella 9 - Informazioni sostenibili Apple
Indice completezza informazioni inchieste scandali
0 = Non trattate
1 = Poco trattate
2 = Discretamente trattate
3= Ampiamente trattate
4= Completamente trattate
Legenda:
**** Aggiornati al 31/05/2019
***** Aggiornati al 13/09/2018
2.3.2 - Rapporto con la sostenibilità
Nonostante sia stata contestata dalle autorità fiscali una somma così elevata, l’impresa di Cupertino
è presenta in più indici di sostenibilità. In particolar modo:
- 2° Posto FTSE4Good Developed Index
- 2° Posto FTSE4Good US Index
- 2° Posto MSCI ACWI Index
2016 2017 2018
Fatturato 215.639.000.000,00 $ 229.234.000.000,00 $ 265.595.000.000,00 $
Utile Netto 45.687.000.000,00 $ 48.351.000.000,00 $ 59.531.000.000,00 $
Patrimonio Netto 128.249.000.000,00 $ 134.047.000.000,00 $ 107.147.000.000,00 $
Totale Attivo 321.686.000.000,00 $ 375.319.000.000,00 $ 365.725.000.000,00 $
Incluse linee guida 3312 3328 3476
Escluse linee guida 2163 2179 2301
Tax(es) 225 246 242
Avoidance 0 0 0
Evasion 0 0 0
Fraud 0 0 0
Contabilità
Word counter
dei paragrafi
relativi a temi
fiscali
Key Word
counter
FTSE4Good Index**** DJSI***** MSCI ACWI Index****
2 Si Si No Si 75,29 $ 156,23 $ 200,44 $
Valore unitario
titolo azionario
01/01/2013
Valore unitario
titolo azionario
31/12/2018
Valore unitario titolo
azionario attuale (Aggiornato
al 26/06/2019)
Completezza
delle
informazioni
Presenza fondi
azionariato
Presenza in Indici
58
Queste posizioni certificano sicuramente l’attenzione posta da Apple per uno sviluppo sostenibile.
Per rafforzare questo percorso intrapreso dall’impresa statunitense, ci sono anche i documenti
relativi ai Green Bond emessi da Apple per la prima volta nel 2017 e il report di Sostenibilità, in cui
la multinazionale statunitense individua le minacce e gli obiettivi di CSR da raggiungere. Il profilo di
CSR di Apple è sicuramente di tutto rispetto, anche se, con un’analisi più approfondita, si possono
individuare dei punti di debolezza per la ricerca. In particolar modo, è completamente assente in
questi due documenti un’informativa relativa all’approccio fiscale dell’impresa.
2.3.3 - Presenza dei fondi nell’azionariato
Un’ altra importante assenza riguarda i documenti relativi all’Assemblea Annuale dei Soci. Nella
sezione “Investor Relations” del sito di Apple, i documenti relativi all’Assemblea non sono disponibili
nemmeno in formato online. È stato necessario ricercare documenti relativi a specifiche
compravendite di azioni ed un articolo del “Il Sole 24 ore” [7] per individuare la presenza di fondi
nell’azionariato di Apple. Tra questi, si possono menzionare i fondi Vanguard e BlackRock.
2.3.4 - Le inchieste
Le diverse fonti che citano le inchieste di Apple in Europa [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15],
evidenziano un elenco significativo di accuse a suo carico. La più eclatante riguarda un contenzioso
col fisco irlandese, per un totale di 13 miliardi di dollari. Meno rilevanti dal punto di vista della
sanzione, ma comunque degne di nota, sono le inchieste riguardanti: il caso LuxLeaks, per il quale
non si ha un’indicazione certa di quanto è stato asseritamente eluso; i casi di scandali fiscali in
Francia, Regno Unito e Italia, per i quali Apple è stata condannata a pagare rispettivamente oltre
500 milioni di dollari, circa 150 milioni di dollari e oltre 320 milioni di dollari.
In particolar modo, ognuna di queste inchieste ha avuto una rilevanza mediatica grazie alle inchieste
giornalistiche. Gli oltre 13 miliardi di dollari con il fisco irlandese furono contestati dalla
Commissione Europea, a causa di un "tax ruling" tra Apple e il governo irlandese, che prevedeva un
pagamento di aliquote effettive dello 0,005%. Anche la questione LuxLeaks si pone sui ruling
(accordi segreti con il governo del Lussemburgo). Il ruling sottoposto alle autorità fiscali del
Lussemburgo riguarda il trattamento fiscale da riservare ai bond ibridi con risultato finale favorevole
agli investitori. La pressione fiscale lussemburghese è molto minore rispetto alla media europea,
anche sugli interessi. Infatti, per ogni milione di profitti incamerati in Lussemburgo, la tassazione
massima è di diecimila euro (un’aliquota minore dell’1%). Quindi, i ruling lussemburghesi erano
utilizzati da varie imprese, tra cui Apple per “ottimizzare” i carichi fiscali. In ogni caso, questi sono
59
comportamenti legittimi secondo la legislazione di un Paese membro, ma incompatibili con la
normativa comunitaria. La multinazionale statunitense ha, inoltre, patteggiato per oltre 500 milioni
di dollari con il fisco francese (che ha mantenuto il segreto fiscale in termini di motivazioni e importo
effettivo che era stato imputato) e circa 150 milioni di dollari con il fisco britannico per possibile
elusione fiscale attraverso un aumento di attività non dichiarate. Infine, la contestazione degli oltre
320 milioni di dollari, da parte del fisco italiano, è avvenuta per presunta omissione di redditi della
filiale italiana di Apple.
2.3.5 - Analisi dei report: 2013-2018
È importante, quindi, individuare come i report abbiano segnalato o meno questa moltitudine di
inchieste.
Innanzitutto, in tutti i report analizzati, nel capitolo finale: “Termini e Condizioni” adottati da Apple,
è presente un paragrafo, di circa 2 pagine, relativo alle responsabilità fiscali. In questa parte del
report vengono specificate le linee guida per la politica fiscale adottate dall’impresa di Cupertino ed
evidenziano come questa rispetti i termini fiscali presenti nei vari stati in cui è effettivamente
presente.
Analizzando dettagliatamente i vari report, partendo dal 2013, è possibile individuare una situazione
contabile interessante. Il 2013, anno antecedente alla scoperta del caso LuxLeaks, è stato uno degli
anni di maggior successo per l’impresa operante nel settore tecnologico. Anche in termini di
quantitativo informativo, considerando gli standard di grandezza dei report annuali di Apple (mai
superiori alle 100 pagine). Le cifre sono apprezzabili e già da sole possono essere prestate ad un
primo giudizio qualitativo. In particolar modo, la differenza di oltre 1000 menzioni tra le sezioni
relative al Word counter evidenzia la grande tecnicità utilizzata da Apple nella stesura dei propri
report. Infatti, il 2013 è privo di informazioni relative a scandali. Solamente nella sezione “Risk
Factors” è presente la possibilità di una variazione legislativa, in termini fiscali, in Irlanda, che possa
influire negativamente sul bilancio aziendale.
I valori contabili del 2014 sono, in ogni campo considerato, migliori dell’anno precedente. È
assottigliata la differenza di valori tra le due colonne di “Word counter”, che si riflette in una
miglioria qualitativa delle informazioni. Infatti, pur omettendo l’inchiesta di LuxLeaks, Apple
ammette che è stata aperta un’indagine dalla Commissione Europea riguardo, principalmente, a tax
ruling con l’Irlanda, vigenti dal 1991 (l’inchiesta sarà nota ai quotidiani solo qualche anno dopo). La
posizione di Apple in tale contesto resta cauta e guardinga.
Il terzo report, relativo all’anno 2015, è ininfluente da ogni prospettiva di analisi. Infatti, anche dal
60
punto vista quantitativo, come si evince anche dalla tabella, non sono presenti sensibili differenze
contabili e di conteggio. D’altronde, in relazione alle questioni fiscali, si è dinanzi a quasi un copia e
incolla del report precedente. Nemmeno la questione col fisco britannico, che ha rilevanza in
quell’anno, compare in alcun modo nella reportistica del 2015.
La situazione è differente per quanto riguarda il report annuale del 2016. Le maggiori differenze non
sono contabili, ma riguardano la quantità e la qualità informativa predisposta. Infatti, le sezioni
relative al conteggio delle sezioni con interesse fiscale e delle singole “Key Word” hanno avuto un
discreto aumento. Oltre alle tecnicità, presente in tutti i report annuali, su come allocare
determinate imposte fiscali relative ai risultati aziendali, le rilevanze riguardano il trattamento
informativo dell’inchiesta relativa al fisco irlandese. Infatti, la questione è omessa dalla sezione dei
fattori a rischio, in quanto il 30 agosto dello stesso anno, la Commissione Europea ha condannato
l’impresa di Cupertino al pagamento di oltre 13 miliardi di dollari. Per questo motivo, assume
evidenza nelle righe successive del report, ove sono indicati i fatti accaduti durante l’anno. Come si
evince dai documenti, e come si può facilmente immaginare, è stata immediata l’impugnazione della
sentenza, in quanto Apple ritiene la condanna priva di fondamento. Anzi, afferma che qualora fosse
necessaria una condanna, sarebbe da accreditare al fisco statunitense e non all’impresa stessa.
Come il 2015, anche il 2017 è un anno pressoché irrilevante, in termini di qualità informativa, per
Apple. Non si riscontrano grosse differenze con l’anno precedente in nessuna sezione della tabella.
Unica menzione rilevante, riguarda il fatto che Apple è in procinto di accantonare risorse per
ulteriori inchieste fiscali a suo carico in Europa. Questo potrebbe essere un riferimento, seppur
indiretto, alla condanna, ricevuta nello stesso anno, da parte del fisco italiano per oltre 320 milioni
di dollari.
Deludente dal punto di vista di differenze quantitative e scarna di rilevanti informazioni qualitative,
circa l’argomento della tesi, è anche l’ultimo report analizzato (2018). Infatti, rispetto al precedente,
non ci sono informazioni rilevanti con riguardo al fisco europeo. L’unica grande novità informativa
riguarda “2017 Tax Act” statunitense, ossia una variazione fiscale della legislazione americana.
Questo cambiamento della trattazione fiscale, considerando la portata dell’atto, ha messo anche in
secondo piano l’inchiesta della Commissione Europea.
2.3.6 - Analisi del valore in borsa
Se si considera l’andamento del titolo di Apple secondo il suo indice borsistico, Apple da gennaio
2013 a maggio 2019, gli anni estremi dei report considerati, ha più che raddoppiato il valore delle
sue azioni. Infatti, il valore azionario è passato da circa 75,00 $ a 197,00 $. È’ evidente come neanche
61
le azioni di Apple siano state influenzate dagli scandali fiscali in cui è stata coinvolta l’impresa.
L’unica vera flessione negli anni considerati, in un trend positivo, è avvenuta nel luglio del 2016,
qualche giorno prima della sentenza della Commissione, quando il valore azionario era stazionario
a poco più di 90,00 $ per singola azione, valore superiore a quello iniziale, ma inferiore rispetto
all’andamento azionario in quegli anni. Da quel momento in poi, l’andamento azionario di Apple ha
avuto un trend assolutamente positivo, sino ad ottobre 2018, quando è iniziato un periodo di
decrescita del valore azionario. Il punto minimo relativo è stato raggiunto nel gennaio 2019 con un
valore di quasi 150,00 $. Questo calo evidente è giustificato nelle relazioni trimestrali, in cui si evince
una bassa stima di vendite dei prodotti Apple rispetto ai suoi standard. Oggi, con un prezzo di 200,44
$ per azione, è certificata la leadership commerciale dell’impresa di Cupertino.
2.3.7 - Giudizio finale sulla completezza delle informazioni
Questa impresa, nella scala di valutazione della completezza delle informazioni relative agli scandali,
ha avuto come punteggio 2 (discretamente trattate). La motivazione è la seguente: l’inchiesta della
Commissione Europea riguardo l’Irlanda è presente e ben descritta nel report, prima ancora che sui
giornali. Mentre questo può aumentare il valore del punteggio, dall’altro canto, non c’è alcun
riferimento alle altre inchieste per cui è stata accusata Apple. Inoltre, nel giudizio pesa anche la
mancanza di documenti relativi all’Assemblea Annuale dei Soci e i riferimenti fiscali nel report di
Sostenibilità. Infine, nessuna “Key Word” è stata mai citata nei report, ad esclusione del termine
“Tax(es)”.
Figura 4 - Logo Amazon.com
2.4 - Amazon.com
Amazon.com è una multinazionale leader nel settore dell’e-commerce e 18° nella classifica di
Fortune tra le imprese con il più alto fatturato nel mondo. Nel database preso in considerazione per
la ricerca, si colloca al 4° posto. Rispetto ad altri marchi presenti in questa classifica, non ha una
storia molto longeva, ma nonostante tutto ha raggiunto successi incredibili, riportati nei report
stessi. In particolar modo, come meglio si evince dalle tabelle ed è meglio specificato nelle prossime
righe, il successo di Amazon.com, in termini percentuali, è il più evidente.
62
2.4.1 - In sintesi
Tabella 10 - Indicatori Amazon.com
Tabella 11 - Indicatori Amazon.com (2)
Tabella 12 - Indicatori Amazon.com (3)
2011 2012 2013
Fatturato 48.077.000.000,00 $ 61.093.000.000,00 $ 74.452.000.000,00 $
Utile Netto 631.000.000,00 $ -39.000.000,00 $ 274.000.000,00 $
Patrimonio Netto 7.757.000.000,00 $ 8.192.000.000,00 $ 9.746.000.000,00 $
Totale Attivo 25.278.000.000,00 $ 32.555.000.000,00 $ 40.159.000.000,00 $
Incluse linee guida 2492 2958 2932
Escluse linee guida 1451 1882 2153
Tax(es) 223 244 238
Avoidance 0 0 0
Evasion 0 0 0
Fraud 4 4 2
Contabilità
Word counter
dei paragrafi
relativi a temi
fiscali
Key Word
counter
2014 2015 2016
Fatturato 88.988.000.000,00 $ 107.006.000.000,00 $ 135.987.000.000,00 $
Utile Netto -241.000.000,00 $ 596.000.000,00 $ 2.371.000.000,00 $
Patrimonio Netto 10.741.000.000,00 $ 13.384.000.000,00 $ 19.285.000.000,00 $
Totale Attivo 54.505.000.000,00 $ 64.747.000.000,00 $ 83.402.000.000,00 $
Incluse linee guida 3759 3644 4518
Escluse linee guida 3328 3091 2989
Tax(es) 276 279 300
Avoidance 0 1 0
Evasion 0 0 0
Fraud 4 4 5
Contabilità
Word counter
dei paragrafi
relativi a temi
fiscali
Key Word
counter
2017 2018
Fatturato 177.866.000.000,00 $ 232.887.000.000,00 $
Utile Netto 3.033.000.000,00 $ 10.073.000.000,00 $
Patrimonio Netto 27.709.000.000,00 $ 43.549.000.000,00 $
Totale Attivo 131.310.000.000,00 $ 162.648.000.000,00 $
Incluse linee guida 5750 4086
Escluse linee guida 3942 2249
Tax(es) 371 304
Avoidance 0 0
Evasion 0 0
Fraud 6 7
Contabilità
Word counter
dei paragrafi
relativi a temi
fiscali
Key Word
counter
63
Tabella 13 - Informazioni sostenibili Amazon.com
Indice completezza informazioni inchieste scandali
0 = Non trattate
1 = Poco trattate
2 = Discretamente trattate
3= Ampiamente trattate
4= Completamente trattate
Legenda:
**** Aggiornati al 31/05/2019
***** Aggiornati al 13/09/2018
2.4.2 - Rapporto con la sostenibilità
Il successo commerciale di Amazon.com si riflette anche nella disclosure proposta ai suoi
stakeholder. Pur essendo ancora viva la questione dei contratti di lavoro relativa ai dipendenti
Amazon.com, che ha scosso l’opinione pubblica soprattutto in Italia, l’impresa di Seattle ha una cura
maniacale della sezione sostenibilità nel proprio sito. Infatti, è possibile individuare i vari risultati
raggiunti e obiettivi predisposti. A tal proposito, però, sono da considerare due note dolenti:
- non è presente un report di sostenibilità scaricabile;
- non ci sono informazioni, in questa sezione, riguardante la politica fiscale.
In ogni caso, l’approccio sostenibile della multinazionale statunitense è riscontrabile con il 3° posto
nel MSCI ACWI Index.
2.4.3 - Presenza dei fondi dell’azionariato
Come è stato già raffrontato con Apple, anche sul sito di Amazon.com non è stato possibile
individuare documenti relativi all’Assemblea Annuale dei Soci. In ogni caso, attraverso un’analisi
FTSE4Good Index**** DJSI***** MSCI ACWI Index****
3 Si No No Si 267,94 $ 1.478,02 $ 1.897,33 $
Valore unitario
titolo azionario
01/01/2011
Valore unitario
titolo azionario
31/12/2018
Valore unitario titolo
azionario attuale (Aggiornato
al 26/06/2019)
Completezza
delle
informazioni
Presenza fondi
azionariato
Presenza in Indici
64
maggiormente approfondita sui vari motori di ricerca, è stata riscontrata la presenza di fondi nel
proprio azionariato, tra i quali i già noti Vanguard e BlackRock
30
.
2.4.4 - Le inchieste
La cifra totale relativa alle inchieste in materia fiscale è di gran lunga inferiore a cifre già note in
questa tesi. Il totale è di “appena” 625.142.250 $, una cifra che, in ogni caso, è rilevante. Sono 3 i
capi d’accusa verso Amazon.com:
- inchiesta LuxLeaks;
- problemi col fisco francese;
- problemi col fisco italiano.
Rilevanti sono anche le quantità di fonti che sono state reperite [11] [15] [16] [17] [18] [19] [20].
Nello specifico la questione LuxLeaks è pressoché identica a quanto riportato già in Apple. Ossia,
l’inchiesta è basata sui ruling (accordi segreti con il governo del Lussemburgo). Il ruling sottoposto
alle autorità fiscali del Lussemburgo riguarda il trattamento fiscale da riservare ai bond ibridi con
risultato finale favorevole agli investitori. La pressione fiscale lussemburghese è molto minore
rispetto alla media europea, anche sugli interessi. Infatti, per ogni milione di profitti incamerati in
Lussemburgo, la tassazione massima è di diecimila euro (un’aliquota minore del 1%). Quindi, i ruling
lussemburghesi erano utilizzati da varie imprese, tra le quali Amazon.com per “ottimizzare” i carichi
fiscali. In ogni caso, questi sono comportamenti legittimi secondo la legislazione di un Paese
membro, ma incompatibili con la normativa comunitaria. Mentre, in Italia, ad Amazon è contestata
una presunta omessa dichiarazione dei redditi e una richiesta bloccata di tax ruling col governo
italiano. In particolar modo, la Guardia di Finanza italiana ha portato avanti un'inchiesta che
condannerebbe Amazon ad oltre 100 milioni di dollari da pagare al Fisco. Infine, si è accordato col
Fisco francese a pagare una sanzione di circa 200 milioni di dollari. Anche per questa inchiesta, il
motivo riguarda un’omessa dichiarazione dei redditi. In questo modo, il colosso dell’e-commerce
non avrebbe pagato imposte relative a tali redditi.
2.4.5 - Analisi dei report: 2011-2018
Sono ben 8 i report annuali analizzati per questa impresa.
Il primo report considerato è del 2011, anno antecedente all’accusa di omessa dichiarazione di
redditi in Francia. La situazione contabile presente è completamente differente da quella registrata
30
Fonte: https://it.finance.yahoo.com
65
nel 2017 (anno di riferimento della classifica Fortune Global 500 del 2018). Infatti, il fatturato è di
circa 44 miliardi di dollari, un valore quattro volte inferiore a quello registrato appena 6 anni dopo.
In ogni caso, pur non essendo ancora al top dei suoi risultati economico-contabili, i dati riguardanti
gli indicatori di sezioni e parole chiave sono interessanti. Inoltre, oltre al termine Tax(es) presente
in maniera discreta in tutti i report delle imprese analizzate, è presente più volte il termine “Fraud”.
Questa menzione è riscontrabile in tutti ed 8 i report analizzati, con qualche variazione quantitativa,
ma con la stessa accezione qualitativa. Semplicemente Amazon.com ritiene che eventuali frodi
avvenute internamente all’impresa siano solitamente riscontrabili e i responsabili puniti. Qualora
non ci sia riscontro, pur essendoci stata la frode, significa che la stessa è stata in grado di eludere
tutti i controlli possibili e posti in essere da Amazon.com. Il report 2011, dal punto di vista della
qualità informativa, è molto tecnico, anche se la parziale voluntary disclosure presente è trattata in
modo ampio. Infatti, non essendoci ancora inchieste fiscali in atto, le informazioni sono scarne. In
ogni caso, due piccoli paragrafi possono essere rilevanti: il primo è relativo alle aliquote che
solitamente sono pagate al fisco americano. La stessa multinazionale, però, sottolinea che sempre
più paesi, in cui sono riscontrabili attività operative, richiedono il pagamento di tasse congrue alle
attività di Amazon.com. Per tale motivo richiede un intervento del fisco americano, in quanto teme
il rischio di dover pagare sanzioni e tasse arretrate negli altri paesi, ma già pagate negli Usa. La
seconda questione rilevante riguarda la presenza di una sede fiscale europea, in Lussemburgo, che
permetterebbe ad Amazon.com di poter accedere a benefit fiscali ed avere un’aliquota agevolata.
Il report del 2012, come già in qualche modo preannunciato, evidenzia la crescita dei dati contabili
in generale, anche se è stata generata una perdita. Dal punto di vista quantitativo anche gli indicatori
hanno un lieve miglioramento, che si riflette anche in termini qualitativi. A quell’anno risale la
questione col fisco francese. In quel report, infatti, Amazon.com ha informato i propri stakeholder
sull’inchiesta da parte del Fisco francese (FTA), per circa 250 milioni di euro. Le motivazioni
riguardano la possibile allocazione di guadagni nei paesi esteri
31
, nel periodo tra il 2006 e il 2010.
Il 2013 è caratterizzato quasi esclusivamente da un ottimo risultato economico. Il dato
maggiormente rilevante riguarda l’utile netto. L’anno precedente era presente una perdita pari a 39
milioni di dollari, mentre nel 2013 è presente un utile record, per il contesto Amazon dell’epoca,
pari a 274 milioni di dollari. Non sono presenti altre variazioni importanti dal punto di vista
quantitativo. Dal punto di vista qualitativo, invece, rispetto all’anno precedente, rilevante è
31
In particolar modo negli Usa. Si è concretizzato il rischio anticipato dalla stessa impresa nel report
precedente.