INTRODUZIONE
La nostra vita quotidiana si basa su una sequenza di soluzioni: reti di
persone, prodotti e infrastrutture che ci permettono (o ci
dovrebbero permettere) di ottenere dei risultati, che ci abilitano a
fare ciò che vorremmo fare. Oggi sappiamo che gran parte delle
soluzioni con cui ci confrontiamo, e quindi i modi di vita che ne
derivano, sono insostenibili.
Una quotidianità sostenibile dovrà basarsi su una nuova sequenza
di soluzioni, in cui si ridefiniscano sia i risultati che si intendono
ottenere sia le reti di persone, prodotti e infrastrutture con cui
raggiungerli. Soluzioni che ci permettano di vivere meglio,
consumando meno, rigenerando la qualità dei contesti fisici e
sociali in cui ci troviamo a vivere.
Nell’ambito dell’abitare, emerge l’idea del vicinato elettivo, inteso
come una rete locale di persone che si danno un reciproco aiuto
nella soluzione di qualche specifico problema e/o si confrontano e
interagiscono su temi di comune interesse. Sulla base di questo
scenario la prospettiva è quella di una riorganizzazione del sistema
produttivo e di consumo, che metta i cittadini in grado di svolgere,
al massimo livello di efficienza e qualità, una serie di funzioni
quotidiane, e metterle a disposizione della comunità.
In questa prospettiva la tesi intende esplorare il mondo di quelle
attività di autoproduzione assimilabili all’ambiente domestico,
valutandone la compatibilità e proponendone orientamenti e linee
guida per raggiungere una soluzione sostenibile.
In particolare, la ricerca, sviluppata nell’ambito del laboratorio di
laurea in “Interior ed exterior design dell’abitare sostenibile”, viene
affrontato il tema dell’autoproduzione alimentare biologica e del
baratto, in una dimensione dell’abitare riferita al co-housing.La
soluzione proposta riguarda un mix di servizio-prodotto che
favorisca la nascita di nuovi punti di sviluppo della socialità che
generino reti di relazioni e scambi, orientati nella direzione della
sostenibilità.
Nello specifico, il servizio “Swap Net” è costituito da unità auto-
produttive, private o collettive, connesse tra loro dalla rete
telematica e fisica di scambi per offrire prodotti alimentari,
possibilità di relazione, e risparmio economico.
Il prodotto riguarda un sistema cucina composto da diversi sub
sistemi con specifici compiti quali: un piano di lavoro come
piattaforma per l’autoproduzione, una parete bio-energy
funzionante come un piccolo ecosistema produttivo di energia ed
ortaggi, una parete per l’esposizione dei prodotti per il baratto e la
comunicazione in rete.
1
1. AMBITO PROBLEMATICO
1.1 IL TEMA DELLA SOSTENIBILITA’
Scenario:
Confrontarsi con una tematica così attuale come quella
dell’insostenibilità dell’abitare, al centro dei numerosi dibattiti
politici ed economici, non è cosa semplice dal momento che esiste
da tempo il problema delle risorse energetiche e non esiste
attualmente una soluzione realmente rivoluzionaria.
Ma verso questa rivoluzione , per volere o per necessità, si sta
procedendo a piccoli passi, tramite piccoli miglioramenti
nell’efficienza delle tecnologie esistenti, e riduzione degli sprechi.
Siamo però ancora lontani da una vera “rivoluzione energetica”,
termine di impatto che va inteso come cambiamento radicale del
sistema economico, e quindi inevitabilmente politico e sociale, che
dalla dipendenza da petrolio sta passando alle risorse rinnovabili,
prefigurando un nuovo futuro più democratico e rispettoso
dell’ambiente, già teorizzato da Jeremy Rifkin, economista
americano.
Rifkin afferma che la terza rivoluzione industriale sarà avviata dalla
convergenza di due tipi di fenomeni, che si potenziano a vicenda: da
una parte i computer, il web e le comunicazioni senza fili basate
sull’energia elettrica, e dall’altra le energie rinnovabili, con
l’idrogeno come mezzo di accumulazione di tale energia, che
porterebbero ad un diverso modo di diffondere l’energia, non più
centralizzato, dalla grande centrale produttiva alle singole utenze,
ma in modo diffuso. Ogni unità produce per se e immette nella rete,
una “rete intelligente” che è in grado di procedere allo stoccaggio,
con lo stesso meccanismo, valido per le informazioni, utilizzato
attualmente dalla rete internet, in cui le stesse sono immesse da
milioni di utenti.
La terza rivoluzione industriale sarà , secondo Jeremy Rifkin, la via
che ci consentirà di uscire dalla vecchia società a base di carbonio,
uranio, e combustibili fossili, per un futuro sostenibile per il genere
umano.
Sulla base di questa condivisa visione del futuro, e prendendo atto
che attualmente le maggiori cause di consumo di energia sono le
esigenze umane di trasporto ed abitabilità, si intende indagare sulla
problematica dell’abitabilità, tramite una ricerca sulle nuove e
possibili soluzioni che le tecnologie di ultima generazione possono
fornirci , auspicando sempre un loro continuo miglioramento in
termini di efficienza, ma soprattutto si cercherà una loro maggiore
integrazione e capacità di soddisfare le nuove esigenze umane
all’interno delle abitazioni, le quali si modificheranno in funzione di
esse, prefigurando i nuovi modi di intendere le attività domestiche.
Ciò influirà sulle abitudini di vita, prefigurando un nuovo scenario,
che possiamo identificare con quello della “casa estesa” (E.Manzini),
contesto fisico e sociale articolato in spazi privati, semiprivati e
2
pubblici, in cui in modo aperto e flessibile , si distribuiscono le
diverse funzioni della vita quotidiana.
La prospettiva della casa estesa amplia la possibilità d'accesso ai
servizi della quotidianità, proponendo soluzioni nuove, più avanzate
o, semplicemente, più adattabili alle domande degli utenti in diversi
momenti, inoltre di liberare lo spazio domestico da alcune attività e
con questo ridurlo senza penalizzarne la vivibilità. Il che significa:
dedicare lo spazio privato soltanto alle attività che ciascuno giudica
più attinenti al proprio desiderio di intimità e trasferire le altre in
diverse unità di servizio esterne e di uso condiviso: i servizi
integrativi della casa estesa. All’interno dei luoghi dell’abitare,
possiamo sviluppare una gamma di servizi integrativi comuni che
non solo "liberino lo spazio domestico", ma anche diano accesso a
servizi di qualità mediamente non raggiungibili con soluzioni rivolte
all'uso personale domestico. Servizi la cui qualità sia valutabile sia
da parte dell'utente singolo, che da quello della comunità e
dell'ambiente.
Osserviamo il pianeta:
Ripartendo da una visione globale del pianeta, ci soffermiamo ad
analizzare il perché è importante utilizzare sempre come linee guida
i criteri della sostenibilità ambientale, e le LCA (life cycle analysis) e
non far superare mai il cosiddetto limite di resilienza, alla terra.
L.C.A. della terra:
Lyfe cycle Analisys, si tratta di uno strumento che serve a valutare
l’impatto ambientale complessivo di un prodotto. Avviata negli anni
’70 come bilancio energetico e di materia di dei prodotti, la L.C.A. si
è sviluppata soprattutto nel corso degli anni ’80, e principalmente
negli USA, in Svizzera, Germania e Olanda, come più estesa analisi
degli impatti ambientali delle merci. Una L.C.A. si compone
essenzialmente di tre fasi:
Definizione del ciclo di vita di un prodotto
Inventario del ciclo di vita di un prodotto
Classificazione e caratterizzazione degli impatti ambientali
La L.C.A. sta conoscendo una crescente applicazione sia in ambito
aziendale, sia nella comunicazione e nell’informazione ai
consumatori, sia come supporto alle decisioni di politica ambientale
pubblica. In particolare la L.C.A. è impiegata come strumento per la
scelta dei prodotti cui assegnare i marchi di qualità ambientale,
come per esempio l’ecolabel europeo. Essa merita di essere
valutata con attenzione nel ciclo di vita del nostro pianeta Terra,
che troppo spesso dimentichiamo essere condizionato anche dai
singoli gesti quotidiani e dalle singole scelte di ognuno di noi.
I tre principali cicli, che fanno parte del ciclo vita del pianeta sono:
Ciclo dell’acqua fondamentale per l’equilibrio terrestre, per
cui le acque che evaporano dai mari, laghi e fiumi
precipitano sulla terra ferma, rientrando nella circolazione di
superficie e in quella sotterranea, oppure utilizzate in uno
3
dei cicli biologici. Il volume annuo di acqua così scambiata è
di circa 520.000 Km
2
;
Ciclo dell’azoto complesso delle trasformazioni che l’azoto
subisce nell’ambiente e attraverso le quali viene garantito
agli esseri viventi l’apporto continuo e regolare di materiali
azotati indispensabili per le funzioni vitali
Ciclo idrologico consiste essenzialmente nel processo di
evaporazione dell’acqua, che poi ritorna sulla superficie
terrestre sotto forma di precipitazioni
L.C.A. della terra.
Ipotesi modello gaia:
Nel 1979 lo scienziato e scrittore inglese James E. Lovelock elaborò
un’ipotesi suggestiva (l’ipotesi GAIA), fondata sull’osservazione dei
comportamenti degli ecosistemi evoluti: il nostro pianeta è da
considerarsi come un unico ecosistema integrato, caratterizzato da
una grande elasticità nelle risposte agli eventi traumatici, in grado
comunque di autoregolarsi e di mantenere nel tempo le condizioni
necessarie per la propria sopravvivenza, in virtù del fatto che, nel
suo insieme, esso costituisce un enorme motore biodinamico
alimentato dall’energia solare. I meccanismi di autoregolazione del
“super ecosistema” terrestre comportano l’attenuazione o
l’eliminazione dei fattori di squilibrio, attraverso una sorta di
“fisiologia della sostenibilità”.
schematizzazione dell’energia del pianeta.
4
L’ipotesi di Lovelok conferisce all’ecosistema la proprietà di
modificare l’ambiente, in una sorta di progressione biotica che ha
consentito in circa 4,5 miliardi di anni di passare dalle forme di vita
elementari alla complessa struttura dell’ecosistema terrestre.
Nell’ipotesi GAIA, nome con cui gli antichi Greci avevano divinizzato
la terra, l’ecosistema è governato da una legge di equilibrio
dinamico.
Il nostro modello di sviluppo ed al tempo stesso la sua evoluzione
esemplifica in termini didascalici l’effetto GAIA : qualsiasi forma di
vita è, in termini termodinamici, un processo di combustione
alimentato, in termini diretti o indiretti, dall’energia solare. La
radiazione che ogni anno il sole ci invia serve ad alimentare il
motore biochimico terrestre, e tutti i suoi processi vitali. Il ritmo di
utilizzazione degli stock fossili e soprattutto degli idrocarburi, però
supera largamente il bioritmo naturale della terra di produzione
degli stessi.
Tra il 1920 e il 2000 è cresciuto di circa 9 volte, passando da 1000 a
9000 milioni di tonnellate di petrolio annue e si tratta di un
incremento che in prospettiva dovrebbe espandersi ulteriormente
per sostenere il ritmo di crescita dei paesi sviluppati e per garantire
lo sviluppo al restante 80% del pianeta.
Si comprende immediatamente che l’ipotesi GAIA prevede forti
livelli di criticità del nostro modello di sviluppo ed è quindi
necessaria la comprensione finalizzata di due aspetti
apparentemente concomitanti, che sono:
Limite all’uso : la residua disponibilità planetaria di idrocarburi
è, in valore assoluto, dell’ordine del secolo;
Limite nell’uso : tutti i processi di combustione, dalla
respirazione agli incendi, producono anidride carbonica,
alimentando un ciclo che attraverso la sintesi clorofilliana
restituisce all’atmosfera ossigeno.
Ma il dato non previsto è rappresentato da una civiltà che brucia
annualmente il corrispettivo di accumulazione energetica, in forma
fossile, di 10 milioni di anni, l’anidride carbonica in atmosfera è
infatti aumentata da +0,3% al +25% nel XX secolo.
Kyoto e la situazione attuale:
Paesi aderenti al Protocollo di Kyoto.
5
Il protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia
ambientale riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella
città giapponese di Kyoto l’11 dicembre 1997 da più di 160 paesi, in
occasione della Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Il trattato è
entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo le ratifica anche da parte
della Russia. Il trattato prevede l’obbligo, in capo ai paesi
industrializzati, di operare una riduzione delle emissioni inquinanti
come il biossido di carbonio ed altri cinque gas serra, in misura non
inferiore al 5,2 % rispetto alle emissioni registrate nel 1990
(considerato come anno base), nel periodo 2008-2012. Premesso
che l’atmosfera terrestre contiene 3 milioni di megatonnellete (Mt)
di CO
2
, il Protocollo prevede che i paesi industrializzati riducano del
5% le proprie emissioni di questo gas. Ad oggi, 174 paesi e
un’organizzazione di integrazione economica regionale (EEC) hanno
ratificato il Protocollo o avviato le procedure per la ratifica. Questi
paesi contribuiscono per il 61,6% alle emissioni globali dei gas serra,
contro il 55% previsti dal protocollo. Possiamo dunque affermare di
essere ancora lontani dall’auspicata condizione di Sviluppo
Sostenibile con cui ogni attività umana progettata o progettabile
deve confrontarsi.
6
1.2 IL DOMESTICO SOSTENIBILE
E’ l’ambito di ricerca finalizzata all’esplorazione dello scenario di
sostenibilità domestica precedentemente prefigurato, che richiede
il cambiamento dei modi di vivere la quotidianità; ed una nuova
generazione di prodotti e soprattutto servizi orientati alla
sostenibilità nel “non spreco”, nella cooperazione e nello scambio
(baratto dei prodotti).
1.3 L ‘ AUTOPRODUZIONE DOMESTICA
Rispetto alla tematica scelta, ci si chiede come favorire
l’autoproduzione alimentare e il baratto. L’ambiente cucina-
comune è il luogo in cui la sostenibilità è basata sugli stili di vita
indotti e sulle tecnologie “intelligenti”.
Lo stile di vita che tramite la pratica del baratto si volge al
risparmio di denaro e trasporto.
Il co-housing sociale, altro aspetto dello stesso stile di vita,
volto alla collaborazione tra il vicinato, e secondo il principio
“use only what you need”. Inoltre i prodotti d’uso collettivo
operando contemporaneamente su più utenti e su maggiori
quantità o prestazioni richieste, portano a una
ottimizzazione delle risorse usate e a una riduzione degli
sprechi. Questo succede per due ragioni fondamentali: le
economie di scala e la maggiore professionalità degli
operatori addetti al funzionamento. Nei prodotti d’uso
collettivo, peraltro, possono essere più facilmente adottati
livelli tecnologici superiori in termini di efficienza nel
consumo di risorse durante l’uso. Spesso, infatti, questi
sistemi avanzati sono più costosi e perciò non sempre
economicamente affrontabili a livello individuale. Inoltre, in
genere, si riduce il numero di prodotti
contemporaneamente necessari a soddisfare una comunità :
se un prodotto serve a più persone, meno prodotti saranno
richiesti in un determinato momento e in un determinato
luogo.
ottimizzazione degli sprechi idrici ed energetici (calore)
tramite l’uso a cascata dell’energia, la cogenerazione,
regolati da un “sistema intelligente” costituito da sensori;
oltre all’uso di tutte le possibili fonti rinnovabili, al fine di
rendere quasi del tutto assente il consumo.
7
1.4 LO STATO DELL’ARTE
1.4.1 IL BARATTO
Il baratto è un'azione ad alto valore educativo.
Fa bene all'ambiente, perché riutilizzi tutto.
Fa bene al borsellino, perché non compri nulla, ma utilizzi ciò che
già esiste.
Fa bene alle relazioni, perché condividi le tue cose con altri, in
modo ludico, attivo e sensibile.
Nel baratto, il valore dei beni oggetto dello scambio viene
considerato sostanzialmente equivalente fra le parti, senza
ricorrere esplicitamente ad un'unità di misura di valore monetario
dei beni stessi. Il valore di equivalenza si raggiunge attraverso la
considerazione qualitativa e quantitativa delle merci scambiate,
secondo l'accordo delle parti, che talvolta può confidare negli usi,
ma più spesso si richiama a fattuali ragioni di mutuo fabbisogno.
Anche nel baratto, dunque, il valore delle merci scambiate
corrisponde al punto di incontro fra la domanda e l'offerta.
Si può distinguere tra baratto semplice, quando entrambe le parti
desiderano procurarsi il bene o il servizio che ricevono in cambio
del bene o del servizio ceduto, e baratto multiplo, quando un
soggetto cede un bene o un servizio ricevendone in cambio un altro
bene o servizio che non desidera avere, ma che scambia per
ottenere quanto desiderato. Quest'ultimo anche il caso in cui
l'ottenimento del bene desiderato debba essere differito per
ragioni di stagionalità o deperibilità.
Quali sono i presupposti del Baratto?
Due soggetti devono possedere beni diversi; ognuno dei due deve
attribuire maggiore utilità al bene posseduto dall'altro; entrambi i
soggetti devono ritenere che dal trasferimento del bene scaturisca
un vantaggio economico.
Che cos’è lo swapping? [Da “il resto del carlino" del 23 maggio 2007]
Gli incontri si organizzano fra gruppi di amici, all'università o in rete.
Soldi e carte di credito sono banditi, si paga con altri vestiti "Per
quella camicia ti do la mia giacca..."
Lo shopping adesso si fa col baratto. Il sistema viene dagli Stati
Uniti, si chiama Swapping e ha già contagiato migliaia di giovani
Maglie, pantaloni, scarpe, giacche firmate, perfino costumi e
biancheria. Al mercato del baratto c'è proprio tutto: griffato,
scontatissimo, e già testato. La tecnica si chiama Swapping.
L'America l'ha scoperto da qualche anno, l'Inghilterra e la Svezia
sono sulla scia. Ma anche l'Europa mediterranea, Italia compresa,
comincia a strizzare l'occhio a questo genere di compravendita che
consente di andare a fare spesa senza soldi in tasca né carta di
credito nel portafogli.