Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Oggi, però, la sensibilizzazione al problema emerge con
grande forza a partire dalle società che sono quotate in borsa ed è
facile prevedere una espansione a macchia d’olio di questo
interesse anche da parte di ditte non quotate.
Le aziende, infatti, spinte dalle valutazioni degli analisti di
borsa, sono sempre più orientate a giudicare il loro successo non
solo in termini di quota di mercato, ma anche rispetto ai risultati
economico-finanziari delle loro operazioni di gestione.
In questa visione la certezza di poter ottenere dal cliente il
massimo di quello che egli è disposto a pagare è di importanza
capitale, ed è chiaro che la variabile “prezzo” sarà una delle più
studiate nei prossimi anni.
La figura 1.1, riportata nella pagina seguente, esemplifica in
maniera esplicita tale affermazione.
Infatti, essa indica come, per un prodotto in cui i costi fissi
sono del 74.5% del prezzo ed i costi variabili il 14.5%, ad un
ipotetico aumento di prezzo dell’1% corrisponde, a parità delle
altre condizioni, un aumento del 9% del margine operativo.
1
Invece, ad una riduzione del 1% dei costi variabili corrisponde un
aumento del 6,7% del margine operativo e, ad un incremento del
volume di attività dell'1% corrisponde un aumento del 2,3% dello
stesso margine operativo.
Tali valutazioni sono corrette solo se si ipotizza che,
variando un fattore, gli altri si mantengano costanti, il che è
verosimile nei casi in cui a variare siano i costi, mentre lo è molto
meno quando a mutare è il prezzo di vendita o il volume delle
vendite.
1
I dati e le figure riportati in questo capitolo sono stati forniti, per gentile concessione,
dai responsabili delle diverse aree funzionali della Nuovo Pignone.
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Figura 1.1 Importanza del Pricing
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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In queste circostanze è giusto ritenere che, a causa
dell'elasticità della domanda sussista un legame tra prezzi e
volumi, ma di questo si parlerà nel paragrafo successivo,
Trascurare tale aspetto, benché comporti un grave errore
concettuale, non altera la tesi fin qui sostenuta, ossia che il
prezzo scelto abbia un'influenza determinante sugli utili di
un'impresa e quindi sul suo valore azionario.
E’ evidente che praticare a chi acquista un prezzo di qualche
punto percentuale inferiore a quello che sarebbe sostenibile
apporterebbe dei vantaggi immediati agli acquirenti, ma si
tradurrebbe in un peggioramento della situazione economica
aziendale.
Invece essere in grado di stabilire a quale prezzo sia
effettivamente vendibile un certo prodotto gioca un ruolo
decisivo, poiché consente all’azienda di ottenere tutto il valore
che il mercato riconosce al bene venduto in uno specifico
momento.
Pertanto stabilire il prezzo migliore di vendita è il compito
del pricing operativo o tattico, oggetto della prima parte della
presente tesi.
Il fine del pricing strategico, invece, è quello di far
aumentare il valore del prodotto nella percezione del mercato,
così da farne crescere il prezzo: questo aspetto sarà trattato
brevemente nella parte finale della tesi, nel capitolo sul Value
Selling.
Qui di seguito si riportano alcuni concetti e definizioni di
base, utili nel corso di questa trattazione.
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Una certa dimestichezza con le questioni economiche è
indispensabile per la comprensione delle problematiche affrontate
e delle soluzioni proposte.
In particolare si è scelto di focalizzare l’attenzione su:
a) Costi variabili
b) Costi fissi
c) Margine operativo
d) Elasticità della domanda
Facciamo chiarezza su ognuno di questi concetti:
a) I Costi variabili (CV) sono quelli che cambiano al variare del
volume di produzione, ossia sono i costi sostenuti dall'impresa
per far fronte alle risorse utilizzate direttamente nel ciclo di
produzione. Tipici costi variabili sono quindi la mano d'opera
diretta, i materiali, i consumi, i trasporti, i costi variabili di
vendita.
b) I Costi fissi (CF) sono quelle voci di costo che non variano al
variare del volume di produzione e che devono essere sostenute
in ogni caso per il funzionamento generale dell'impresa. Tipici
esempi di costi fissi sono gli ammortamenti (immobilizzazioni
tecniche e generali) e le spese generali (amministrative,
commerciali e di struttura).
c) Il margine operativo (OM) è dato dalla differenza tra i ricavi
(RT) generati dalle vendite e i costi totali (fissi più variabili,
CT) sostenuti dall'impresa:
OM = RT - CT = RT - (CV + CF)
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Esso rappresenta i proventi relativi all'attività di produzione
e di vendita caratteristiche dell'impresa.
La relazione suddetta è stata utilizzata nella figura 1.1 per
valutare l'effetto della variazione di un punto percentuale
rispettivamente nel prezzo, nei costi variabili, nel volume di
produzione e nei costi fissi sul margine operativo, mentre gli
altri fattori restano invariati. Si evidenzia che nel caso in cui
varia il volume di produzione, oltre ad aumentare dell'1% i
ricavi, aumentano anche i costi variabili di produzione.
d) L'elasticità della domanda è definita come il rapporto tra la
variazione percentuale della quantità domandata di un bene e la
variazione del prezzo del bene stesso.
La figura 1.2 mette in evidenza la reazione dei consumatori
ad un eventuale aumento dei prezzi.
Se, in corrispondenza di un cambiamento di prezzo, la
domanda subisce una diminuzione modesta, allora la domanda
viene definita “anelastica” o “inelastica”.
Dal grafico si vede chiaramente come passando dal prezzo p
1
in corrispondenza del quale viene domandata una quantità q
1
al
prezzo p
2
, la domanda diminuisce di poco, portandosi ad un
livello pari a q
2
.
È possibile, invece, che ad un aumento del prezzo si
accompagni una diminuzione notevole della domanda. In questo
caso si parla di domanda “elastica”. Se si passa da p
1
a p
2
la
quantità domandata decresce notevolmente, passando da un
livello q
1
* a q
2
*.
In generale è conveniente procedere ad un aumento di prezzo
in presenza di una curva di domanda anelastica.
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Figura 1.2 Tipologia della domanda
1.2 Il pricing in General Electric
Viste le motivazioni descritte nel precedente paragrafo, nel
corso dell’anno 2000, all’interno di GE è stato deciso l’avvio di
un’iniziativa di revisione delle metodologie di pricing. Tale
iniziativa è di tipo “strategico” ovvero è divenuta una delle
scelte di fondo adottate dall’azienda per conseguire obiettivi di
lungo periodo; essa è partita dal massimo vertice di GE, allora
rappresentato da Jack Welch, diramandosi da esso a tutti i
responsabili dei vari business; ognuno di questi ultimi si è
dovuto così dotare di una propria struttura di pricing che fosse
capace di rispondere alle esigenze specifiche della tipologia di
prodotti di cui si occupa.
E’ utile sottolineare che sarebbe stato insensato costruire un
modello di pricing unico per una società che si distingue per la
grande varietà di tipi di produzione. Ciascuna struttura deve
sviluppare, insieme alla metodologia di pricing, anche un
sistema di controllo dell’applicazione del metodo stesso.
In conseguenza della molteplicità di interpretazione del
pricing i vari manager leader dell’iniziativa, ciascuno nel
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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proprio business, indicono “council” periodici allo scopo di
mettere a confronto le loro strategie e, per quanto possibile,
cercare delle linee di tendenza comuni.
Per agevolare il flusso di informazioni tra i vari manager di
GE che si trovano nelle diverse parti del mondo è stata creata
una “comunità” web all’interno dell’Intranet aziendale. Le
migliori metodologie ottenute da questo interscambio arrivano
direttamente alla supervisione del Top Management di GE, e ciò
è indice dell’elevata importanza che riveste questo tipo di
studio.
Come in tutte le strutture “vitali” di GE, anche nel caso del
pricing si è cercato, dove possibile, di utilizzare le metodologie
del Sei Sigma, di impostazione statistica.
A tal proposito per il settore Units (produzione
turbomacchinistica), che costituisce la base di questa tesi,
abbiamo incontrato notevoli difficoltà dal punto di vista
statistico a causa dell’esiguo numero di vendite annue.
1.3 L’iniziativa del pricing in Ge Nuovo Pignone
Nell’ambito più generale della strategia di GE, la Nuovo
Pignone GE Oil & Gas lo scorso ottobre ha lanciato un’importante
iniziativa, finalizzata all’elaborazione di una nuova metodologia
di “pricing” e alla sua successiva applicazione ai prodotti “core”
dell’azienda.
Il compito di elaborare tale metodologia è stato affidato ad
un folto gruppo di persone, coadiuvate dai vari Pricing Manager
di tutte le aree funzionali.
Il leader dell’intero progetto è l’ITO (Inquire To Order)
Manager, ovvero il responsabile di tutte le operazioni effettuate
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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dal momento in cui un prodotto viene richiesto dal cliente fino a
quando viene emesso l’ordine.
A livello inferiore, direttamente subordinati all’ITO
Manager, ci sono i Pricing Manager funzionali:
Pricing Manager Service
Pricing Manager New Units
Pricing Manager Finance
Il lavoro di ciascuna delle aree funzionali è stato svolto in
modo indipendente, attraverso l’utilizzo di approcci e conoscenze
specifiche differenti con l’obiettivo di pervenire a diversi risultati
integrabili in un’unica proposta.
L’area su cui si è focalizzata la maggiore attenzione è stata
quella delle Units perché, come per il resto di GE, è la più
problematica.
Per tale ragione, in posizione subordinata alla predetta area,
è stato costituito un gruppo di analisti di pricing (stagisti), con il
preciso compito di raccogliere dati, analizzarli, valutarli e
definire una procedura di pricing.
Le attività del gruppo, costantemente monitorate dal Pricing
Manager Units, sono state svolte in collaborazione con i vari
Pricing Leader (PL) di stream (divisione) :
Upstream PL
Midstream PL
Downstream PL
Industrial Plain PL
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Distribution PL
Thermodyn, Gemini, Rotoflow PL
Nella figura 1.3 si illustra la struttura dell’organizzazione
del Pricing Team.
Figura 1.3 Organizzazione del Pricing Team
Organizzazione del Pricing Team
Organizzazione del Pricing Team
PRICING
MANAGER
SERVICE
PRICING
MANAGER
SERVICE
Pricing Analist Group (Trainees) for
UP. MID. DOWN (IPL. DIST + Acquisition )
Pricing Analist Group (Trainees) for
UP. MID. DOWN (IPL. DIST + Acquisition )
PRICING
MANAGER
NEW UNITS
PRICING
MANAGER
NEW UNITS
PRICING
FINANCE
MANAGER
PRICING
FINANCE
MANAGER
ITO MANAGER
ITO MANAGER
Pricing
Analist
Pricing
Analist
Pricing
Analist
Pricing
Analist
UPSTREAM
Pricing leader
UPSTREAM
Pricing leader
MIDSTREAM
Pricing leader
MIDSTREAM
Pricing leader
DOWNSTREAM
Pricing leader
DOWNSTREAM
Pricing leader
IPL
Pricing leader
IPL
Pricing leader
DISTRIBUTIOM
Pricing leader
DISTRIBUTIOM
Pricing leader
Thermodyn
gemini, Rotoflow
Pricing leader
Thermodyn
gemini, Rotoflow
Pricing leader
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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1.4 Ge Nuovo Pignone: l’azienda, il prodotto ed il mercato
La Nuovo Pignone nasce a Firenze nella metà del secolo
scorso e la sua storia è ricca di avvenimenti salienti:
1842 Inizia l'attività della Pignone come fonderia di
ghisa.
1853 Nelle officine meccaniche della Pignone si ottiene un
primato mondiale: viene prodotto il primo motore al mondo
a gas a combustione interna.
1850-1900
Le officine meccaniche aumentano l'attività e il giro
d'affari.
1900-1920
Inizia e cresce con rapidità la produzione di compressori
alternativi.
1920-1930
La Pignone progetta e produce compressori alternativi di
alta pressione per gli impianti di sintesi dell'ammoniaca e
per altri settori dell'industria chimica.
1935 Viene costruita una fabbrica, nuova e più attrezzata,
nell'area dove si trova attualmente la Sede Centrale della
Nuovo Pignone.
1936 Viene costruito il motocompressore alternativo per
alta pressione da 2500 hp: un record per quel tempo.
1954 La Pignone è incorporata, come Nuovo Pignone,
nell'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) e inizia la
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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progettazione e la costruzione di turbomacchine. L’azienda
cresce rapidamente come costruttrice di apparecchiature ad
alta tecnologia per l'industria dell'energia.
Anni '60
Vengono prodotti i primi compressori centrifughi da 350
bar per la sintesi dell'ammoniaca. La Nuovo Pignone
acquisita dalla General Electric la licenza per la costruzione
di turbine a gas. Viene realizzato un laboratorio per la
ricerca fluidodinamica, che diventa uno dei più avanzati nel
mondo.
Anni '70
Viene costruita, nel deserto Algerino, la più grande centrale
di compressione di gas naturale al mondo, con compressori
centrifughi da 450 bar, e viene prodotto il compressore
centrifugo da 600 bar per una piattaforma del Mare del
Nord.
Anni '80
Vengono fornite 19 stazioni di compressione (57 unità
turbina-compressore) per il gasdotto transiberiano. Inizia la
produzione di centrali elettriche con turbine a gas.
1994 La General Electric acquista più dell'80% delle azioni
della Nuovo Pignone. È acquisito un secondo importante
ordine per il Gasdotto Transiberiano.
1995 La Nuovo Pignone compie una serie di importanti
acquisizioni, in successione: le statunitensi Rotoflow e
Gemini e la francese Thermodin.
1996 Viene lanciato il programma Six Sigma Quality.
Tale metodologia viene applicata per la prima volta negli
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
14
anni ’80 dalla società americana Motorola per affrontare in
modo diverso il tema della qualità nella costruzione delle
apparecchiature.
L’implementazione della metodologia Sei Sigma si è
manifestata subito rivoluzionaria, aprendo un nuovo
orizzonte: anziché stabilire norme organizzative e di
comportamento e predisporre, in opportune fasi, controlli e
collaudi, la qualità deve essere portata all’interno della
progettazione e dei processi.
Un processo può essere definito come l’insieme delle
attività aziendali o delle operazioni, che servono per la
realizzazione di un prodotto o di un servizio.
L’intento di tale metodologia è quello di aiutare a non
commettere errori, facendo le cose in maniera corretta fin
dall’inizio.
Gli strumenti utilizzati sono essenzialmente di natura
statistica.
2000 Si verifica un'importante riorganizzazione a livello
aziendale: Nuovo Pignone passa dall'organizzazione in
divisioni secondo linee di prodotto all'organizzazione in
divisioni (stream) in base alla suddivisione del mercato,
così da rispondere meglio alle esigenze di quest'ultimo.
2001 Viene creata la divisione (business unit) GE Oil & Gas
di General Electric Power System, di cui Nuovo Pignone
diviene capofila.
Oggi il gruppo GE Oil & Gas complessivamente supera i
quattromila miliardi di fatturato ed impiega direttamente
circa cinquemila persone.
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
15
1.4.1 La struttura organizzativa
La divisione GE Oil & Gas di GEPS (General Electric Power
System), la cui alta direzione ha sede a Firenze, è costituita da
quattro centri di produzione:
1. Nuovo Pignone;
2. Thermodyn;
3. Rotoflow;
4. Gemini.
Nella figura 1.4 si riporta l'organigramma dell’azienda
Nuovo Pignone.
Oggi le produzioni per l’industria petrolifera e petrolchimica
costituiscono il maggior campo di attività della Nuovo Pignone,
presente in tutti i settori, dalla raffinazione alla trasformazione
petrolchimica, al trasporto e alla distribuzione dei prodotti finiti.
Tutti i suoi prodotti sono concepiti secondo le tecnologie più
avanzate.
La Nuovo Pignone, inoltre, realizza centrali di produzione di
energia elettrica con turbine a gas anche nel campo della
cogenerazione e dei cicli combinati, che consentono un concreto
risparmio energetico.
Capitolo 1 Introduzione. Contesto della tesi
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Figura 1.4 Organigramma dell’azienda Nuovo
Pignone