Introduzione
_________________
MATLAB è un trademark di The MathWorks, Inc.
V
nuovo settore: l’Aeroacustica Computazionale (Computational Aeroacoustics, CAA) che si
occupa del calcolo delle sorgenti di rumore aerodinamiche e della trasmissione del suono
generato. Le equazioni che descrivono questi fenomeni sono le equazioni di Navier-Stokes
complete, intazionarie e comprimibili, tuttavia l’estensione diretta dell’attuale tecnica CFD
incontra delle difficoltà nel calcolo della generazione di rumore e della sua trasmissione,
quindi una volta determinata la sorgente sonora, altri approcci possono essere utilizzati per
descriverne la propagazione.
Nel Capitolo 1 è presentata una panoramica delle diverse tecniche utilizzate, con
particolare riguardo al metodo della superficie di Kirchhoff e alla formulazione di Ffwocs
Williams-Hawkings. Quest’ultima, nella forma integrale proposta da Farassat, si rivela
particolarmente adatta allo scopo del presente lavoro, che è quello delle sviluppo di un
codice in grado di calcolare il rumore prodotto da velivoli in manovra limitandosi ai termini
lineari della formulazione e quindi al caso subsonico.
Il codice è scritto in linguaggio Matlab® ed è concepito come una subroutine da
interfacciare con un codice di dinamica indipendente che fornisca i dati riguardanti la
geometria e i carichi aerodinamici della superficie emittente, input del codice di acustica. Il
codice è composto da diverse funzioni che gestiscono ed elaborano i dati in ingresso,
creando le informazioni necessarie per l’integrazione numerica, calcolano il ritardo
temporale, ricostruiscono la storia del carico e del movimento della superficie tramite
interpolate locali e infine calcolano l’integrale.
Dal momento che non si fa uso di toolbox già validati è necessaria una verifica di
ciascuna funzione implementata; si è quindi pensato di interpretare il problema da risolvere
come sovrapposizione di problemi più semplici di cui si dispone della soluzione analitica. Il
primo problema affrontato è quello di potenziale, dove c’è solo una dipendenza spaziale e
consente di verificare le funzioni che gestiscono la geometria; aggiungendo poi la variabile
temporale e passando quindi all’equazione delle onde, è possibile controllare le funzioni
che ricostruiscono le storie temporali. Infine, introducendo il movimento della superficie
emittente, vengono validate le funzioni che calcolano il ritardo temporale tra l’emissione e
la ricezione del segnale.
Dopo questi casi test accademici, si procede al confronto con un codice industriale,
eseguendo il calcolo su un rotore in volo avanzato.
Capitolo 1. Scelta della formulazione 1
1 SCELTA DELLA FORMULAZIONE
In questo capitolo verranno presentati i diversi approcci allo studio dell’aeroacustica con
particolare attenzione a quello di Ffowcs William-Hawkings nelle diverse formulazioni di
Farassat.
1.1 L’ANALOGIA ACUSTICA
In senso classico tutti i fenomeni acustici sono governati dall’equazione delle onde le cui
soluzioni descrivono onde che si propagano a velocità costante e mantengono il loro
iniziale contenuto armonico.
I metodi numerici tendono a essere catalogati in modo gerarchico a seconda della
complessità del modello matematico usato. Sono quindi definite tre classi di equazioni. Le
equazioni di Navier-Stokes, che risolvono l’esatto comportamento del modello fluido,
rappresentano il più complesso dei tre gruppi e sono raramente usate in aeroacustica. Le
equazioni di Eulero, che non modellano processi entropici e sono largamente usate nelle
applicazioni aerodinamiche, specialmente nel casi transonici, appartengono alla seconda
classe di equazioni. La terza classe è quella delle equazioni di ‘potenziale’ che, dal
momento che assumono esplicitamente l’ipotesi di irrotazionalità, usano relazioni
isoentropiche semplificatrici. L’equazione delle onde appartiene a questa terza classe.
Spesso la soluzione acustica può essere considerata come una perturbazione di un più
complesso flusso aerodinamico. Per questo motivo è diventata consuetudine considerare le
equazioni di Eulero, linearizzate attorno al loro stato aerodinamico di riferimento, come
ambiente per la propagazione acustica.
Dalla pubblicazione della formulazione di Lighthill (1952) [1] il calcolo aeroacustico si
è concentrato sulla soluzione della sua equazione dell’analogia acustica nelle diverse
Capitolo 1. Scelta della formulazione 2
formulazioni.
Lighthill combinò le equazioni di continuità e di bilancio della quantità di moto della
meccanica dei fluidi nell’operatore delle onde, raggruppando tutti i termini rimanenti in un
termine di sorgente definito “tensore degli sforzi di Lighthill”. Il risultato è un’equazione
che mette in evidenza a sinistra l’operatore delle onde con tutti gli effetti non lineari
rappresentati dal tensore degli sforzi di Lighthill, T
ij
:
, (1.1)
dove ρ è la densità del fluido, c
0
la velocità del suono del mezzo nelle condizioni di fluido
indisturbato, u
i
è la velocità del fluido, p
ij
è il tensore degli sforzi compressivi e
ijijjiij
cpuuT Γ Υ Υ
2
0
. In generale p
ij
contiene i termini di pressione di sforzo sia
normale che tangenziale. Grazie alla presenza dell’operatore delle onde la soluzione della
(1.1) sfrutta i vantaggi delle proprietà delle equazioni lineari e in particolare dei teoremi di
Green. Si può quindi passare alla soluzione integrale:
(1.2)
Il suffisso ret indica che la funzione integranda è valutata al tempo di emissione:
0
/ cRtt
ret
essendo R la distanza tra l’osservatore e la sorgente. Il termine di sorgente a
destra dell’uguale è detto di “quadrupolo”. La soluzione della (1.2) è complessa a causa del
fatto che T
ij
è funzione di ρ esplicitamente e implicitamente attraverso p e u e che
l’integrale deve essere calcolato in tutto il dominio. In molti casi comunque l’effetto del
tensore degli sforzi di Lightihill è confinato a una regione limitata, così l’integrazione
risulta contenuta e al di fuori di questa regione la propagazione procede come nella teoria
lineare. In pratica la difficoltà di implementazione per quanto riguarda la (1.2) consiste nel
determinare l’estensione della regione in cui T
ij
è diverso da zero e valutarlo
accuratamente.
dV
R
T
xx
c
ret
V
ij
ji
≥
≈
…
≡
↔
←
♠
ω ω
ω
2
2
0
4 Υ Σ
ij
jii
T
xxx
c
t ωω
ω
ω
ω
ω
ω
2
2
2
2
0
2
2
Υ Υ
Capitolo 1. Scelta della formulazione 3
1.2 FORMULAZIONE FW-H
Ffowcs William e Hawkings generalizzarono la teoria di Lighthill includendo superfici
aerodinamiche in movimento oltre al termine di quadrupolo. In Appendice I è illustrato il
procedimento col quale è possibile ricavare la seguente formulazione partendo dalle
equazioni di continuità e di bilancio della quantità di moto.
Considerando un corpo di forma arbitraria, deformabile durante il movimento, descritto
dalla funzione: f (x, t) = 0 dove il sistema di riferimento x è solidale al fluido indisturbato e
t è il tempo e assumendo che la superficie del corpo sia impenetrabile e f > 0 al di fuori del
corpo, si ottiene la seguente equazione FW-H
(1..3)
La simbologia nella (1.3) è la seguente: p′ è la pressione acustica, ρ
0
e c sono
rispettivamente la densità e la velocità del suono nel fluido indisturbato; la velocità
normale locale alla superficie è: ftfv
n
ω ω // e l
i
è la forza locale per unità di
superficie che agisce sul fluido sulla superficie del corpo (da notare che il termine di
pressione in l
i
è la differenza tra la pressione assoluta sulla superficie p
a
e la pressione del
fluido indisturbato p
0
); δ è la delta di Dirac mentre H è la funzione di Heaviside; T
ij
è il
tensore degli sforzi di Lighthill descritto precedentemente.
Come nel caso della (1.1) la risoluzione della (1.3) passa attraverso la rappresentazione
integrale della stessa che dà origine a un integrale di volume e due di superficie; è
importante ricordare che le derivate che appaiono davanti ai termini di sorgente sono da
intendersi in senso generalizzato.
Oltre al termine di sorgente di volume detto di “quadrupolo” (non lineare) introdotto da
Lighthill sono presenti due ulteriori termini di sorgente di superficie definiti di “thickness”
(o di monopolo) e di “loading” (o di dipolo) rispettivamente. Questi ultimi sono termini
lineari e rappresentano il contributo al campo acustico degli effetti dell’interazione corpo-
> ≅ > ≅ > ≅ffl
x
ffv
t
fHT
xx
pp
t
p
c
i
i
nij
ji
Γ ΓΥ
ω
ω
ω
ω
ω ω
ω
ω
ω
0
2
22
2
2
2
''
'1
Capitolo 1. Scelta della formulazione 4
fluido. Il termine di thickness è dovuto al trasferimento di massa causato dal movimento del
corpo e dipende esclusivamente dalla geometria e dalla cinematica. Il termine di loading
deriva dall’interazione dinamica espressa dalle forze di contatto che si scambiano la
superficie del corpo e il fluido; questo termine può essere accuratamente determinato
attraverso la conoscenza dei carichi che agiscono sul corpo durante il movimento.
La soluzione della parte lineare della (1.3) è ottenuta applicando il procedimento
illustrato per la generica equazione delle onde nell’Appendice II [2][3].
Questo risultato porta allo sviluppo di diverse formulazioni utili alla soluzione della
(1.3), adatte allo studio di sorgenti compatte e non compatte. Le formulazioni per le
sorgenti compatte sono ottenute come limite dei risultati per le sorgenti non compatte. Una
sorgente si definisce compatta se il moto della sorgente, la frequenza delle sue fluttuazioni e
la posizione dell’osservatore sono tali che la sorgente possa essere trattata come un punto in
movimento. [4]
Dal momento che lo scopo di questo lavoro è quello di implementare un metodo per
predire il rumore in caso di manovre, data la precedente definizione, non può essere
utilizzata l’approssimazione di sorgente compatta.
Le formulazioni possono essere fatte nel dominio del tempo o in frequenza, ma come
notato in [4] l’approccio nel dominio temporale è meno restrittivo dal momento che in
frequenza è possibile solo un movimento dell’osservatore solidale con l’elica. Per questo
motivo verranno presentate solo formulazioni nel dominio temporale. Alcuni cenni alle
formulazioni in frequenza si possono trovare in [3].
Si procede quindi alla presentazione di alcune formulazioni tra le più usate nello studio
dell’aeroacustica per sorgenti non compatte, nel dominio del tempo.
Capitolo 1. Scelta della formulazione 5
1.2.1 PRIMA FORMULAZIONE DI FARASSAT
Sfruttando il metodo esposto nell’Appendice II e applicandola alla (1.3) si ottiene per
quanto riguarda il termine di sorgente di thickness:
(1.4)
mentre per quanto riguarda il termine di loading:
dS
Mr
l
x
tp
ret
f
r
i
i
L
≥
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω
ω
χ
0
1
,4 x Σ .
Quest’ultimo termine viene ulteriormente modificato per renderlo più maneggevole
convertendo la derivate spaziali in derivate temporali, trasformazione che porta a scrivere
l’espressione per il termine di loading nel seguente modo:
(1.5)
La (1.4) e la (1.5) sono valide nel caso in cui al tempo di emissione M
r
< 0.98 dove M
r
è
il numero di Mach locale nella direzione di radiazione, altrimenti la formulazione da
utilizzare è la seguente: [4]
(1.6)
dove Γ è la curva intersezione di f = 0 e g = 0, mentre θ è l’angolo tra
i
r
ˆ
e
i
n
ˆ
.
In questo caso il metodo della collapsing sphere è usato per ogni pannello (in cui viene
discretizzata la superficie) individualmente.
dS
Mr
v
t
tp
ret
f
r
n
T
≥
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω
ω
χ
0
0
1
,4
Υ
Σ x
dS
Mr
l
dS
Mr
l
tc
tp
ret
f
r
r
ret
f
r
r
L
≥≥
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω
ω
χ
0
2
0
11
1
,4 x Σ
≥≥
∗ ∗
ω
ω
χ
0
0
2
0
0
0
sinsin
,4
g
f
r
g
f
rn
dd
r
lc
dd
r
lvc
t
tp Ω
Τ
Ω
Τ
Υ
Σ x
Capitolo 1. Scelta della formulazione 6
Questa formulazione è stata largamente usata per il calcolo di rumore prodotto da rotori,
il maggior vantaggio di questo metodo è la sua semplicità. Ad ogni modo, per ogni tempo
dell’osservatore, l’integrale con la derivata temporale nella (1.5) va valutato almeno due
volte a causa della necessità di eseguire una differenziazione numerica. Questo porta ad un
aumento del costo computazionale.
1.2.2 SECONDA FORMULAZIONE DI FARASSAT
Per migliorare l’efficienza della prima formulazione, la derivata temporale presente
nella (1.5) viene portata dentro l’integrale sfruttando la seguente relazione:
ret
r
Mt
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω
ω
ω
ω
xx
Ω1
1
Ottenendo il seguente risultato [5]:
(1.6)
(1.7)
Il punto su cvM
ii
/ e l
i
rappresenta la derviata temporale di questi vettori, da intendersi
rispetto al tempo della sorgente. Da notare anche che v
i
è la velocità locale della superficie
rispetto al sistema di riferimento fisso col fluido indisturbato. Questa seconda
formulazione è più veloce da eseguire ed è più accurata della precedente.
dS
Mr
cMMcrMrl
c
dS
Mr
Mll
dS
Mr
rl
c
tp
ret
f
r
riir
ret
r
iir
ff
ret
r
ii
L
≥
≥≥
≈
…
≡
↔
←
♠
≈
…
≡
↔
←
♠
≈
…
≡
↔
←
♠
χ
0
32
2
22
00
2
)1(
)
ˆ
(1
)1()1(
ˆ
1
,4
&
&
x Σ
dS
Mr
cMMcrMrv
dS
Mr
vv
tp
ret
f
r
riin
ret
f
r
nn
T
≥
≥
≈
…
≡
↔
←
♠
≈
…
≡
↔
←
♠
χ
0
32
2
0
0
2
0
)1(
)
ˆ
(
)1(
)(
,4
&
&
&
Υ
Υ
Σ x
Capitolo 1. Scelta della formulazione 7
1.2.3 METODO DI SUCCI
Anche se questa formulazione non è adatta allo scopo finale di questo lavoro viene
ugualmente presentata per la sua semplicità. L’idea fondamentale alla base di questo
metodo è quella di dividere il corpo in tanti piccoli segmenti, ogni segmento ha un volume
finito ψ
k
e una forza L
ki
che agisce sul fluido. Le sezioni sono scelte in modo che nel tempo
in cui la collapsing sphere passa attraverso una sezione, non ci siano variazioni nel
movimento e nelle forze della sezione così che possa essere trattata come una sorgente
compatta ed in questo modo il corpo è sostituita da un insieme di punti.
ret
k
rrr
k
ret
k
r
iik
r
iik
r
MrMMr
Mr
rL
Mr
rL
Mc
txp
ƒ
ƒ
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ω
ω
ω
ω
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ω
ω
χ
1
1
1
1
1
1
ˆ
1
ˆ
1
11
,4
0
2
Ω Ω
∴ Υ
Ω
Σ
Un vantaggio di questa formulazione è quello di essere poco sensibile alla geometria
[3], [5]
1.2.4 RISOLUZIONE DEL TERMINE NON LINEARE
Il calcolo del termine non lineare è il punto debole della formulazione FW-H. La
difficoltà della valutazione di questo termine ha portato nell’ultimo decennio ad
abbandonare i metodi basati sull’analogia acustica per altri approcci (prima fra tutti la
formulazione di Kirchhoff che verrà presentata nel prossimo paragrafo).
Il termine di quadrupolo è espresso nella seguente forma ricavata partendo dalla (1.3) :
dV
Mr
T
xx
tp
ret
V
r
ji
ji
Q
≥
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω ω
ω
1
,4
2
x Σ
ed ha molta importanza in presenza di turbolenza, onde d’urto e nel calcolo del rumore
Capitolo 1. Scelta della formulazione 8
dovuto a HSI.
Il problema di questo termine è dovuto alla necessità di calcolare un integrale di
volume, dal momento che in molte applicazioni aeroacustiche le sorgenti di rumore non
sono compatte (ad esempio nel caso di rotori). Ad ogni modo sono state sviluppate diverse
nuove procedure [6] assumendo che, fissati la posizione e il tempo dell’osservatore, tutte le
sorgenti poste lungo una direzione perpendicolare al piano del rotore abbiano lo stesso
tempo di emissione; in questo modo l’integrale di volume del quadrupolo è ricondotto a
integrali di superficie (approssimazione del campo lontano).
Inoltre la singolarità dovuta all’effetto Doppler che appare nel nucleo (kernel)
dell’integrale impedisce il raggiungimento di risultati accettabili quando M
r
si avvicina
all’unità. Questo problema viene risolto convertendo il dominio di integrazione
tridimensionale in quello della configurazione al tempo di emissione (generalmente
chiamata superficie di emissione ed indicata con Σ ). Quindi il problema di determinare il
rumore dovuto al termine di quadrupolo si riduce alla capacità di modellare numericamente
l’evoluzione nel tempo della superficie Σ sia a velocità subsoniche che supersoniche.
1.3 FORMULAZIONE DI KIRCHHOFF
La filosofia che sta alla base di questo metodo è quella di separare il dominio di calcolo
in due: il primo che comprende i termini non lineari riguardanti la generazione di rumore
(campo vicino), il secondo che descrive la propagazione lineare del suono (campo
lontano).
L’approccio di Kirchhoff consiste nell’applicare la formula di Kirchhoff all’equazione
delle onde che governa i fenomeni aeroacustici su una superficie (superficie di Kirchhoff)
che contiene tutto il campo non lineare. Le equazioni non lineari sono risolte nel campo
vicino (interno alla superficie) usando tecniche CFD e dall’integrazione della soluzione
sulla superficie di controllo si ricavano sufficienti informazioni per calcolare la soluzione
nel campo lontano dove si ritiene valida l’equazione delle onde lineare.
La classica formulazione di Kirchhoff per una superficie di controllo stazionaria è la
Capitolo 1. Scelta della formulazione 9
seguente:
(1.8)
Dove Φ è una quantità che soddisfa l’equazione delle onde all’esterno della superficie di
controllo S (ad esempio la pressione e il potenziale di velocità); (x, t) e (y, τ) indicano le
variabili spaziali e temporali rispettivamente dell’osservatore e della sorgente; r è la
distanza tra sorgente e osservatore: r = | x – y |. In particolare il tempo di emissione t
ret
è
soluzione dell’equazione:
0
c
r
tt
ret
ed è il tempo al quale è necessario valutare la funzione integranda della (1.8).
La (1.8) è una rappresentazione integrale di Φ per punti esterni alla superficie in termini
di informazioni note sulla superficie di controllo S.
La formulazione presentata è riferita a una superficie stazionaria ma si può estendere
agevolmente a superfici che si muovano uniformemente in modo subsonico e supersonico e
arbitrariamente in modo subsonico. [7]
Questo metodo presenta un ottimo compromesso tra l’aerodinamica non lineare del
campo vicino e l’acustica lineare del campo lontano. Il vantaggio consiste nella scelta di
una superficie di controllo arbitraria che può essere posta ovunque nello spazio e le cui
uniche limitazioni consistono nel dover contenere la sorgente e tutti i termini non lineari e
di essere regolare; per posizionarla è necessario testare la propagazione della soluzione
CFD e valutare dove è lineare, a quel punto si pone la superficie. Il problema è che sono
considerate solo sorgenti di quadrupolo interne alla superficie e vengono perse quelle
situate sulla superficie, quindi quando i flussi instazionari si estendono parecchio nella
direzione della corrente (getti per esempio) sarebbero necessarie superfici di integrazione
molto grandi e di conseguenza una vasta regione dove i calcoli devono essere svolti con
tecniche accurate. Nel caso di calcolo del rumore per quanto riguarda rotori di elicotteri [8]
si possono usare due tipi di superfici di controllo: rotante con le pale e non rotante. Nel
primo caso si ha il vantaggio che la griglia usata per il calcolo CFD è la stessa usata per
risolvere l’integrale di Kirchhoff e quindi non è richiesta un’interpolazione, ma è
dS
tn
r
rcnrn
r
r
t
ret
S
≥ ≈
…
≡
↔
←
♠
ω
) ω
ω
ω
ω
) ω
ω
ω )
)
11
,4
2
x Σ
Capitolo 1. Scelta della formulazione 10
applicabile solo a superfici in moto subsonico. Per ovviare a questo inconveniente si
utilizzano superfici non rotanti ma in questo caso è necessaria un’interpolazione per
trasferire la soluzione rotante della CFD alla superficie non rotante. Le interpolazioni e il
trattamento dei dati diventano più complessi passando dallo studio di rotori in hovering a
quello di rotori in volo avanzato.
Uno svantaggio di questo metodo è che è necessario conoscere n ω ) ω/ (nel calcolo
aeroacustico p
χ ) , ossia la pressione acustica) sulla superficie. Nel caso di problemi di
elicotteri in presenza di discontinuità, la valutazione numerica di np ω χ ω / può introdurre
degli indesiderati effetti di smoothing.
1.4 FORMULAZIONE KFWH
La seguente formulazione, proposta da Di Francescantonio [9], ha lo scopo di unire i
vantaggi delle due formulazioni esposte precedentemente, cioè di consentire l’integrazione
su una superficie arbitraria, ma senza la necessità di conoscere la derivata normale della
pressione acustica sulla superficie.
Per derivarla si procede come in Appendice I partendo dalle equazioni di continuità e di
bilancio della quantità di moto, ma ponendo una superficie di discontinuità S non
coincidente con la superficie del corpo e rimuovendo la condizione di non penetrazione.
In questo modo si ottiene un’equazione simile alla (1.3) che può essere interpretata
come un’estensione della formulazione FW-H al caso in cui la superficie risulti permeabile.
La rappresentazione integrale di questa equazione consente di calcolare in ogni punto
esterno a una superficie in moto generico S, la pressione acustica conoscendo i valori di
pressione, velocità e densità sulla superficie e il tensore di Lighthill nel volume esterno alla
superficie stessa.
Muovendo la superficie S lontano dal corpo si ottiene una formulazione mista in cui
parte delle linearità sono prese in considerazione dal termine di quadrupolo e parte dagli
integrali di superficie.
Alla fine se la superficie è sufficientemente lontana dal corpo il tensore di Lighthill può
Capitolo 1. Scelta della formulazione 11
essere trascurato e si ottiene:
(1.9)
Un ulteriore sviluppo di questa equazione, in linea con la procedura utilizzata da
Farassat per ottenere la sua seconda formulazione con gli stessi vantaggi visti nel
precedente paragrafo, è il seguente dove si elimina la derivata temporale esterna agli
integrali:
dS
Mr
KrF
c
dS
Mr
MFrF
dS
Mr
rF
c
dS
Mr
KnU
dS
Mr
nUnU
p
ret
S
r
ii
ret
S
r
iiii
ret
S
r
ii
ret
S
r
ii
ret
S
r
iiii
≥ ≥ ≥
≥ ≥
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
χ
3
2
2
2
2
3
2
0
2
0
1
ˆ
1
1
ˆ
1
ˆ
1
11
4
&
&
&
Υ Υ
Σ
Dove, oltre alle convenzioni già utilizzate, si definiscono:
> ≅
cMcMrrMKnLF
vuulLvuuU
riiiji
jjiijijiiii
2
0
1/
&
&
Υ Υ Υ
Inoltre è possibile modificare la (1.9) eseguendo l’integrazione direttamente sulla
superficie acustica Σ per evitare la singolarità presente nel caso in cui la superficie S si
muova in modo supersonico:
dS
Mr
vuul
dS
Mr
vuul
tc
dS
Mr
vuu
t
p
ret
S
r
nnrr
ret
S
r
nnrr
ret
S
r
nnn
≥ ≥
≥
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω
ω
≈
≈
…
≡
↔
↔
←
♠
ω
ω
χ
11
1
1
4
2
00
ΥΥ
ΥΥ Υ
Σ
Capitolo 1. Scelta della formulazione 12
/
≈
…
≡
↔
←
♠
/
/
≈
…
≡
↔
←
♠
/
ω
ω
6
≈
…
≡
↔
←
♠
/
ω
ω
χ
≥ ≥
≥
/ /
6
d
r
vuul
d
r
vuul
tc
d
r
vuu
t
p
ret
nnrr
ret
nnrr
ret
nnn
2
00
1
4
ΥΥ
ΥΥ Υ
Σ
Con Τcos21
2
nn
MM / .
In conclusione il principale vantaggio pratico della formulazione KFWH rispetto a
quella di Kirchhoff consiste nel fatto che richiede solo quantità note direttamente da calcoli
di CFD senza doverle derivare numericamente, vantaggio che acquista molta importanza in
presenza di onde d’urto nel campo attorno alla superficie S.
Rispetto invece alla formulazione FW-H classica (ricavata nell’ipotesi di non
penetrazione), è interessante notare che, per una superficie S coincidente con la superficie
del corpo, la (1.9) può essere utilizzata per calcolare il rumore emesso da superfici
attraverso le quali c’e flusso. Un’applicazione potrebbe essere per il calcolo con pale sulle
quali sono applicati dispositivi di iniezione o suzione per il controllo dello strato limite o
con pale realizzate con superfici porose.
Capitolo 1. Scelta della formulazione 13
1.5 ALTRE FORMULAZIONI
Gli approcci precedentemente esposti sono i metodi classici e più vastamente usati per
affrontare il calcolo aeroacustico; è opportuno comunque ricordarne anche altri sebbene più
marginali:
1. Approccio diretto (CAA Computational AeroAcoustic)
Consiste nel calcolo di tutto il campo non lineare con tecniche CFD. Comunque, dal
momento che la dissipazione e la dispersione tipiche degli schemi numerici usati dalla CFD
tendono a smorzare le oscillazioni acustiche o a generare disturbi artificiali, vengono
utilizzati schemi con alto ordine di accuratezza e strategia di raffinamento della griglia. Per
risolvere i dettagli del campo lontano dell’acustica tridimensionale sarebbe necessario usare
griglie molto fini che renderebbero il calcolo impraticabile.
2. CFD associato a Eulero linearizzato
Consiste nel calcolo CFD per il campo non lineare vicino mentre il campo lontano è trovato
con una soluzione delle equazioni di Eulero linearizzate. E’ importante imporre delle
corrette condizioni al contorno all’interfaccia tra i campi. Questo metodo non è stato
vastamente testato e come nel caso precedente è necessario risolvere problemi di
raffinatezza della griglia per il campo lontano, di diffusione e di dispersione.
3. Estensione del metodo di Morino
L’idea di questa formulazione è quella di estendere al calcolo aeroacustico la
rappresentazione integrale di contorno (Boundary Integral Representation) per il potenziale
di velocità utilizzata per il calcolo aerodinamico. Dal calcolo del potenziale di velocità si
può risalire al potenziale nel dominio e quindi alla pressione tramite il teorema di Bernoulli.
Il vantaggio di questo metodo risiede nel fatto di essere autosufficiente dal momento che
utilizza un unico approccio per l’aerodinamica e per l’aeroacustica, mentre sia la