4
storica , organizzato a Milano presso il palazzo de lla Regione Lombardia, il 23 24 ottobre
2008, in occasione del 90 anniversario dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Il convegno
ha visto la partecipazione di circa un centinaio di persone e l intervento di numerosi esperti
che hanno analizzato e approfondito aspetti diversi della Prima Guerra Mondiale.
Nell ambito del lavoro di tesi, le testimonianze piø significative sono state quelle di: Marco
Balbi (Presidente della Societ Storica per la Guer ra Bianca), Cristina Ambrosini
(Responsabile Servizio tutela per la Direzione Regionale per i Beni e le Attivit Culturali),
Andrea Ilari (Comandante Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale Artistico), John Ceruti
(Direttore Tecnico e Responsabile della Commissione tecnico scientifica del Museo della
Guerra Bianca in Adamello), Antonio Trotti (Conservatore e Responsabile dei servizi
educativi del Museo della Guerra Bianca in Adamello) e Gabriele Calvi (docente in
psicologia e psicologia sociale presso gli Atenei di Milano, Firenze e Pavia).
L attualit dell argomento di tesi Ł dimostrata anc he dal fatto che ho avuto modo di seguire
direttamente l iter legislativo che ha portato la Regione Lombardia all approvazione,
significativamente in data 4 novembre 2008, della legge n. 28 che si occupa di Promozione e
valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale in Lombardia ; il nuovo
testo normativo Ł frutto di un importante lavoro di sintesi di tre precedenti progetti consiliari
(n. 0297 del 13 febbraio 2008, n. 0323 del 23 giugno 2008, n. 0335 del 16 settembre 2008) ed
Ł costituito da 15 articoli.
La legge n. 28, che Ł stata approvata con voto unanime, ha come obiettivo principale quello di
ricordare il grande bilancio di morti e di sacrifici che la guerra ha provocato e il peso che
questi hanno avuto sulla popolazione. Essa propone un uso differente del paesaggio e il
superamento della mentalit campanilistica; in ques to senso, si deve e si pu lavorare per
costruire nuove reti organizzative e per definire gli standard di conservazione, allo scopo di
offrire a tutti i turisti e agli appassionati servizi in costante miglioramento.
La legge n. 28 rappresenta un passaggio normativo importantissimo per la valorizzazione del
Patrimonio materiale ed immateriale della Grande Guerra presente sul territorio lombardo.
Grazie all impegno di tutte le forze politiche della Regione, la nuova legge, nata in sinergia
con tutti gli operatori del settore, aggiunge un tassello fondamentale per la valorizzazione dei
beni e delle memorie del Primo conflitto Mondiale.
5
Un ringraziamento particolare va al Dottor Fosco Magaraggia, Dirigente della Struttura
Sviluppo Culturale del Territorio di Regione Lombardia, che mi ha permesso di seguire
direttamente l iter legislativo che ha portato all approvazione della legge n. 28.
La tesi Ł strutturata in cinque capitoli. Il primo, volutamente breve, si occupa della Guerra
Bianca. Con quest espressione si indica quel particolare conflitto che si combattØ sul fronte
italiano durante la Prima Guerra Mondiale a quote altimetriche molto elevate ed in condizioni
fisiche, ambientali e meteorologiche al limite della sopravvivenza umana. La Guerra Bianca
presenta non solo una peculiare rilevanza sul piano militare, ma anche un insieme di vicende
umane altamente significative.
L estremit occidentale del fronte italo austriac o attraversava due imponenti gruppi
montuosi: Ortles Cevedale e Adamello Presanella ; l alta Valle Camonica divenne pertanto
il fulcro di tutte le operazioni logistiche ed entrambi gli schieramenti furono costretti a
combattere per oltre tre anni e mezzo una guerra tipicamente alpina, ad oltre 3.000 m di quota
in condizioni davvero estreme.
Il secondo capitolo ha per oggetto le tipologie di fonti utilizzate per lo studio di un fenomeno
storico come la Guerra Bianca, che Ł espressione del complesso rapporto tra generale e locale
in quanto si tratta di un conflitto con caratteristiche assolutamente specifiche perchØ
combattuto in alta montagna in condizioni ambientali estreme, ma che tuttavia Ł da
considerarsi come parte di un evento generale quale la Prima Guerra Mondiale.
Tra le differenti fonti utilizzate: il paesaggio, i documenti scritti, i testi letterari, le fonti
iconografiche, le opere cinematografiche, le informazioni provenienti da indagini
archeologiche e le altre fonti.
Il terzo capitolo Ł incentrato sulla specificit del Museo della Guerra Bianca in Adamello ed Ł
strutturato in due parti. Nella prima mi sono occupata della raccolta museale di Temø, una
ricchissima esposizione di armi, cimeli, documenti, fotografie ed ogni altro materiale
riguardante la guerra combattuta tra il 1915 e il 1918 sui ghiacciai dell Adamello, uno dei
campi di battaglia piø alti del mondo. Da oltre trent anni ad occuparsi della gestione del
museo Ł l Associazione Amici del Museo della Guerra Bianca in Adamello , impegnata
nella raccolta, contestualizzazione e conservazione dei materiali, nonchØ nella promozione di
attivit di studio e di ricerca.
6
La seconda parte Ł invece dedicata al Parco culturale integrato La Guerra Bianca: il suo
territorio, le sue genti , istituito nel 2002 dal M useo in concorso con Regione Lombardia e
numerosi altri enti pubblici.
Per la creazione del Parco tematico sono stati individuati nell area compresa tra il Passo dello
Stelvio e il Lago di Garda (circa 4.000 kmq), i luoghi simbolo del Primo conflitto Mondiale
combattuto in alta quota. L iniziativa, presentata ufficialmente in un convegno tenutosi a
Breno (Bs) il 20 marzo 2003, Ł stata possibile perchØ il teatro bellico si presenta ancora oggi
molto ben definito sul territorio, conservando segni e testimonianze del conflitto.
Con l obiettivo di promuovere un turismo culturale e sostenibile, nell ambito del Parco
Tematico La Guerra Bianca: il suo territorio, le s ue genti sono stati individuati numerosi
percorsi didattici. Gli itinerari, studiati dalla direzione del Museo di Temø, permettono di
osservare i luoghi simbolo e i segni materiali della Prima Guerra Mondiale combattuta ad alta
quota.
Il quarto capitolo Ł dedicato al quadro normativo internazionale, europeo, nazionale e
regionale circa i beni culturali, con particolare attenzione al paesaggio inteso come bene
culturale e all istituzione dei musei. In ambito internazionale Ł necessario far riferimento alla
Convenzione dell Aja firmata nel 1954 e alla Con venzione sulla Protezione del Patrimonio
Mondiale, Culturale e Naturale del 1972 elaborata dall UNESCO; a livello europeo
possiamo fare riferimento al Trattato di Roma del 1957, per arrivare al Trattato di
Maastricht del 1992; in ambito nazionale al Codic e dei beni culturali e del paesaggio
approvato in Italia nel 2004 e, considerato l argomento di tesi, alla legge n. 78 del 2001
Tutela del Patrimonio storico della Prima Guerra M ondiale ; su scala regionale, alle
numerose disposizioni normative emanate dalla Regione Lombardia in riferimento agli
ecomusei, ai musei e alle raccolte museali, ai sistemi museali locali e nello specifico, alle
leggi in materia di tutela del Patrimonio della Prima Guerra Mondiale.
Il quinto capitolo Ł dedicato alla gestione del Parco culturale integrato La Guerra Bianca: il
suo territorio, le sue genti e alla presentazione della Legge regionale n. 28 Promozione e
valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale in Lombardia , approvata
in data 4 novembre 2008. L attenzione Ł focalizzata sul fatto che nella Relazione di Progetto
del Parco tematico sono esplicitati tutti i soggetti pubblici invitati all adesione; al contrario, la
legge n. 28, all Art. 3 si limita ad una definizione piuttosto generica dei soggetti attuatori ,
7
perchØ Ł in primo luogo la Regione Lombardia che promuove, coordina e realizza gli
interventi sui beni storico militari.
Con questa tesi, io concludo il mio percorso di studi e conseguo una laurea specialistica in
Filologia Moderna. Questo lavoro mi ha arricchito non solo dal punto di vista culturale, ma
anche umano; ci che mi ha maggiormente colpito Ł stato forse l impegno delle persone che
lavorano con grande passione e professionalit , pre sso il Museo della Guerra Bianca in
Adamello.
8
PRIMO CAPITOLO: La Guerra Bianca in Adamello
L espressione Guerra Bianca 1 indica quel conflitto che si combattØ sul fronte italiano
durante la Prima Guerra Mondiale2 a quote altimetriche molto elevate ed in condizioni fisiche,
ambientali e meteorologiche al limite della sopravvivenza umana3. La Guerra Bianca presenta
1
http://www.guerrabianca.it Sito internet ufficiale della Societ storica per la Guerra Bianca, un associazione
culturale nata a Milano nel 1993 per non dimenticare quanto accaduto in quel particolare fronte della Prima
Guerra Mondiale che vide come protagoniste le vette e le nevi delle Alpi: un fronte dove spesso le linee erano
poste a quote superiori ai 3.000 metri di altitudine.
La Societ promuove la ricerca e la divulgazione st orica e si propone come punto di riferimento e di incontro per
tutti coloro che, a vario livello (studiosi, appassionati, collezionisti, musei, associazioni ed enti locali), si
occupano della storia delle Alpi durante il Conflitto Mondiale, con un’attenzione particolare non solo alla storia e
all’organizzazione militare, ma soprattutto agli aspetti sociali e all’ambiente naturale in cui si svolsero le
operazioni, che ancora oggi reca i segni incancellabili della tragedia.
2
http://www.grandeguerra.com http://www.primaguerramondiale.it http://www.19141918.org
http://www.firstworldwar.com http://www.worldwar1.com. Siti internet dedicati al Primo conflitto Mondiale.
La Prima Guerra Mondiale (per i contemporanei Grande Guerra) fu il conflitto cominciato il 28 luglio 1914
a seguito dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico,
compiuto a Sarajevo (Bosnia) il 28 giugno 1914 da parte dello studente nazionalista serbo - bosniaco Gavrilo
Princip, e conclusosi l’11 novembre 1918.
La prima guerra mondiale vide inizialmente lo scontro della Triplice Alleanza (Germania e Impero Austro-
Ungarico), ma non l’Italia, contro le nazioni della Triplice Intesa (Francia, Regno Unito e Russia). Il conflitto si
allarg successivamente a varie altre nazioni (tra cui l’Impero Ottomano, la Bulgaria, l Italia, il Belgio, il
Canada, l Australia, gli Stati Uniti, la Serbia, la Romania, il Sudafrica e la Nuova Zelanda); il numero dei
continenti coinvolti fu tale da poter definire la guerra come "mondiale", la prima nella storia dell’umanit .
All’inizio della guerra (1914) l’Italia era alleata degli Imperi Centrali nella Triplice Alleanza, ma, dato che
l’alleanza aveva carattere difensivo (la guerra era stata dichiarata dall’Austria) e l Italia non era stata
preventivamente consultata sulla dichiarazione di guerra, il governo fece presente di non sentirsi vincolato
all’alleanza e che, pertanto, sarebbe rimasto neutrale.
Successivamente le pressioni diplomatiche di Gran Bretagna e Francia spinsero l Italia a firmare il 26 aprile
1915 un patto segreto all’insaputa dell’alleato austriaco, detto Patto di Londra, nel quale il nostro Paese si
impegnava ad entrare in guerra entro un mese in cambio di alcune conquiste territoriali che avrebbe ottenuto alla
fine del conflitto: il Trentino, il Tirolo, Trieste, Gorizia, l’Istria (ad eccezione della citt di Fiume), parte della
Dalmazia, il protettorato sull’Albania e alcuni territori dell’Impero Turco, nonchØ per un’espansione delle colonie
africane, a scapito della Germania (l’Italia in Africa possedeva gi Libia, Somalia italiana ed Eritre a).
Il capo del governo italiano Antonio Salandra e il ministro degli Esteri Sidney Sonnino dovettero firmare
segretamente il patto a causa della prevalenza neutralista del Parlamento, che impediva la ratifica dell’entrata in
guerra italiana. L’Italia in base al trattato avrebbe dovuto intervenire nel conflitto entro un mese dalla firma. Nel
corso del mese la situazione interna vide un contrasto sulle piazze fra interventisti e neutralisti: mentre i primi
sostenevano l entrata in guerra, i secondi ritenevano che una politica di neutralit sarebbe stata piø vantaggiosa
per gli interessi dello Stato. Il giorno 4 maggio l’Italia denunci la sua uscita dalla Triplice alleanza ed il giorno
12 maggio il governo Salandra diede le dimissioni. Sotto la pressione della piazza il parlamento, a maggioranza
neutralista, il giorno 20 maggio diede i pieni poteri al presidente del Consiglio Salandra e il 24 maggio 1915,
l’Italia dichiar guerra all’Impero Austro-Ungarico.
Dapprima la guerra contro l’Austria era stata progettata come una "guerra lampo" (o guerra di movimento), ma
poi si trasform in una rovinosa guerra di posizion e, di trincea o di logoramento con artiglieria pesante,
mitragliatrici, carri armati, gas velenosi e altre armi messe a punto nell’800.
La guerra si concluse l’11 novembre 1918, quando la Germania firm l’armistizio con le forze dell’Intesa. Il
numero di morti Ł stato calcolato in oltre quindici milioni. Tanti quanti sarebbero stati i morti per le carestie e le
malattie dovute alla guerra, specie in Germania. La guerra fu nello stesso tempo l’ultimo conflitto del passato
(guerra di trincea e lenta), ma anche il primo grande conflitto in cui si usarono appieno tutti i mezzi moderni,
come aeroplani, mezzi corazzati, sommergibili ed armi chimiche, tra cui il gas iprite.
3
LUCIANO VIAZZI, I diavoli dell Adamello. La guerra a quota tremila 1915 1918 , Varese, Mursia, 2001.
9
non solo una peculiare rilevanza sul piano militare, ma anche un insieme di vicende umane
altamente significative4.
L estremit occidentale del fronte italo austriac o attraversava due imponenti gruppi
montuosi: Ortles Cevedale e Adamello Presanella ; l alta Valle Camonica divenne pertanto
il fulcro di tutte le operazioni logistiche ed entrambi gli schieramenti furono costretti a
combattere per oltre tre anni e mezzo una guerra tipicamente alpina, ad oltre 3.000 m di quota
in condizioni davvero estreme5.
Gi dal luglio 1910, nel piccolo paese di Temø (Bs) , l ipotesi dello scoppio della guerra si
faceva sempre piø concreta: un decreto del comando della Direzione militare di Brescia aveva
ordinato l espropriazione e l immediata occupazione dei terreni per costruire una strada
militare, quella del Coleazzo. I lavori furono eseguiti tra il 1911 e il 1912, mentre all inizio
del conflitto furono realizzate anche le prime trincee, in particolare al di sotto di Cima Bleis
Somalbosco e alle Bocchette di Val Massa, quest ultime opera del Genio militare e dei
giovani del posto.
All inizio della guerra, il piccolo centro di Temø si trov costretto ad adattarsi ad un tipo di
vita fino ad allora sconosciuto, certo piø movimentato e dinamico per l affluenza di numerosi
militari ed operai addetti ai lavori di costruzione di strade, baraccamenti, trincee, opere
difensive, teleferiche, infermerie, polveriere
Vediamo ora le principali dislocazioni difensive realizzate dall esercito italiano; in generale,
si pu affermare che ogni vetta e ogni crinale dell a linea del fronte furono permanentemente
presidiati.
Negli anni precedenti il Primo conflitto Mondiale, in alta Valle Camonica, il Passo del Tonale
era stato individuato come punto chiave per un attacco agli austriaci, che permettesse di
raggiungere il Trentino attraverso le Valli di Sole e di Non; la scelta di questa zona era
motivata dall importanza che la Valle Camonica e con essa il Tonale avevano acquisito nel
tempo. L obiettivo dell esercito italiano era quind i quello di occupare la Val di Sole e la Val
4
PAOLA CEREDA, Ricordando gli eroi della Guerra Bianca. Cimeli, manufatti e immagini fanno rivivere il clima
e le tragedie del conflitto 1915 - 1918, La Padania , 14 luglio 2004, p. 15.
5
ANTONIO TROTTI GABRIELE CALVI, L uomo al centro. Per una ricerca storica ed antropologica della Grande
Guerra, in Atti del convegno internazionale La Grande Guerra. Il fronte alpino, la societ , la memoria
storica , Milano, 23 24 ottobre 2008.
10
di Non, in modo da costringere i comandi austriaci ad una difesa sviluppata
contemporaneamente su piø fronti.
L esercito imperiale, gi a partire dal 1860, in pr evisione di un futuro conflitto con l Italia,
aveva realizzato appena a valle del Passo del Tonale, uno sbarramento costituito da ben 5
forti; a questa imponente opera difensiva, si contrapponeva sul versante italiano l unico forte
dell area dell Adamello: il forte di Corno d Aola, realizzato tra il 1908 e il 1914 sul Dosso
Prepazzone, a monte dell abitato di Ponte di Legno.
Allo scoppio delle ostilit i comandi militari ital iani decisero di fortificare le linee avanzate
del Passo del Tonale, in previsione di una guerra tipicamente difensiva; le azioni offensive
dovevano essere realizzate solo per occupare posizioni piø favorevoli, cioŁ luoghi piø
facilmente accessibili, anche per quanto riguarda i rifornimenti per i soldati.
In questo senso, fu anche deciso l abbandono delle posizioni avanzate dei Monticelli (attuale
Passo Paradiso), per l impossibilit di far perveni re i rifornimenti senza essere sottoposti al
fuoco degli austriaci che dalla cresta dei Monticelli, dominavano il Passo del Tonale.
E bene precisare che, allo scoppio delle ostilit , nØ i comandi italiani, nØ quelli austriaci
pensavano di dover combattere una guerra a quote cos elevate e in luoghi tanto impervi.
Gli alti comandi italiani avevano dato le seguenti disposizioni circa la sistemazione difensiva
del fronte dell Adamello:
- Prima linea: Tonale Montozzo Ercavallo- Gavia ( versante destro); Tonale
Castellaccio Lagoscuro Payer (versante sinistro ).
- Seconda linea: era la prima di quelle arretrate e si attestava al Forte del Corno d Aola,
sopra Ponte di Legno.
- Terza linea: era stata costruita all altezza di Vezza d Oglio, con trinceramenti collocati
alle pendici della Cima Pornina e della Cima Rovaia.
- Quarta linea: era stata realizzata piø a valle, verso l abitato di Incudine.
Le trincee e le postazioni d artiglieria, come tutte le altre opere difensive, non potevano essere
mantenute efficienti se non dotandole di idonee strade militari e mulattiere; in un certo senso,
Ł grazie agli eventi bellici se oggi l alta Valle Camonica Ł ricca di centinaia di chilometri di
strade, mulattiere e sentieri di penetrazione.
Per quanto riguarda la Val d Avio, inizialmente era presidiato solamente il Rifugio Garibaldi;
in seguito all attacco austriaco del 15 luglio 1915, abilmente respinto, venne consolidata la
11
Linea dei Passi Venerocolo Garibaldi Brizio. L importanza di questo presidio crebbe
nel corso del conflitto, fino a diventare la base di tutte le operazioni belliche sul fronte
dell Adamello.
Vediamo ora le principali tappe che hanno segnato la Guerra Bianca. Il 9 giugno 1915 il
battaglione Alpini6 Morbegno 7 fu incaricato di scacciare gli austriaci che si erano
posizionati sulle creste dei Monticelli e del Castellaccio Lagoscuro, in quanto
rappresentavano una seria minaccia per la prima linea sul Tonale. L operazione, del tutto
improvvisata dal punto di vista strategico, si concluse con una tremenda sconfitta; non appena
gli Alpini iniziarono la discesa in Conca Presena, furono avvistati dagli osservatori austriaci
che causarono con la precisione dei tiri della fanteria imperiale 52 caduti e 87 feriti. Anche nei
mesi seguenti vi furono altri tentativi di riconquistare i Monticelli, ma senza esito positivo.
Il 5 luglio 1915 gli austriaci presero possesso del presidio italiano collocato sulle rive di Lago
di Campo, in alta Val Daone; ancora una volta, risultava evidente l impreparazione tattica
dell esercito italiano.
Il 15 luglio 1915 gli austriaci tentarono di passare la linea di confine con un improvviso
attacco al Rifugio Garibaldi, attraverso la vedretta del Mandrone; questa volta per furono
respinti, grazie all abilit dei nostri Alpini, ecc ellenti custodi della Linea dei Passi . In ogni
caso, l episodio mise in luce l intrinseca fragilit della nostra linea difensiva, che poteva
essere facilmente aggirata da un incursione austriaca attraverso i ghiacciai. Il nostro Comando
rafforz quindi il presidio del Rifugio Garibaldi c on un ulteriore compagnia di Alpini, che
and crescendo fino a formare, nella primavera del 1916, un battaglione autonomo di sciatori.
Per quanto riguarda la zona del Montozzo, versante destro del fronte del Tonale, le azioni piø
rilevanti si svolsero l 8 agosto 1915, quando gli italiani cercarono di attaccare le posizioni
austriache dei Cacaoli8, senza per ottenere risultati positivi.
Il 21 agosto 1915 ebbe luogo il primo tentativo di conquista del Torrione d Albiolo, ad opera
della 50 compagnia dell Edolo, guidata dal Tenente Gennaro Sora, coadiuvato dal tenente
6
http://www.ana.it Sito internet ufficiale dell Associazione Nazionale Alpini.
7
Si tratt di una scelta obbligata perchØ il battaglione Alpini Morbegno era l unico in quel periodo ad essere
disponibile al completo in alta Valle Camonica.
8
Le posizioni austriache dei Cacaoli (oltre la Forcellina di Montozzo) costituivano insieme alle linee fortificate
del Monte RŁdival, del Monte Comiciolo e delle Cocchiole, il fulcro dello sbarramento nemico a difesa della Val
Montozzo.
12
Attilio Calvi. La posizione venne conquistata con una rapida azione e i soldati poterono
iniziare la costruzione dei ripari necessari a fronteggiare il continuo fuoco nemico.
Il 25 agosto 1915 gli Alpini furono impegnati nella grande offensiva che avrebbe dovuto
portare all occupazione dei Monticelli; tuttavia, la tenace resistenza austriaca costrinse i nostri
combattenti a ripiegare sulle posizioni di partenza. Al contrario, il battaglione Edolo riusc ,
a sorpresa, ad impossessarsi della costiera rocciosa che andava dalla Punta Castellaccio a
quella di Lagoscuro e della Cima Payer; gli Alpini, correndo gravissimi rischi, dovettero
arrampicarsi sugli impervi canaloni, compiendo un eccezionale impresa alpinistica9. Questa
conquista era particolarmente significativa perchØ permetteva agli italiani di dominare la
Conca Presena e di ristabilire una situazione di equilibrio rispetto agli avversari. La
superiorit territoriale degli austriaci era stata messa in discussione, in quanto essi non
potevano piø affacciarsi direttamente sulla Valle Camonica.
Gli Alpini consolidarono le loro posizioni e tentarono nuovamente di conquistare la Conca
Presena il 14 settembre e il 30 ottobre 1915, senza per riuscirvi. Al contrario, gli austriaci il
23 settembre 1915 si impossessarono del Torrione d Albiolo, attraverso un azione preparata
in modo meticoloso e con l impiego di tutte le artiglierie disponibili; gli uomini della 52
compagnia dell Edolo furono costretti alla ritirata. Gli austriaci riuscirono cos ad
impossessarsi del Torrione d Albiolo, trasformandolo in una fortezza inespugnabile; il 16, il
18 e il 25 settembre, nonchØ il 29 ottobre10 gli italiani tentarono di occupare la posizione, ma
senza successo.
L inverno del 1915 pass in modo relativamente tran quillo, per quanto riguarda le azioni
militari; il territorio era decisamente ostile e le avversit atmosferiche mettevano a dura prova
i soldati di entrambi gli schieramenti, che si trovavano a vivere in condizioni ai limiti della
sopravvivenza umana.
9
Gi dal 1872, anno di costituzione delle truppe Al pine, l esercito italiano aveva previsto un addestramento
specifico per il servizio di Guida Alpina Militare, creando i Plotoni Guide ; il loro compito durante la guerra
era quello di aiutare altri soldati (fanti e bersaglieri) che per esigenze belliche dovettero trasformarsi in veri e
propri alpinisti . A NDREA BIANCHI, Le guide alpine militari nella Grande Guerra, in Atti del convegno
internazionale La Grande Guerra. Il fronte alpino, la societ , la memoria storica , Milano, 23 24 ottobre
2008.
10
E bene ricordare anche l azione del 29 ottobre 19 15, quando gli Ufficiali dell Artiglieria italiana studiarono
un piano per riprendere le fortificazioni del Torrione; dopo un violento bombardamento, un plotone di artiglieri
comandati dall aspirante Ufficiale Angelino Bozzi tentarono l attacco, ma furono uccisi dai soldati austriaci. La
lapide di Angelino Bozzi Ł oggi esposta al Museo della Guerra Bianca in Adamello.
13
Le azioni militari italiane, nella primavera del 1916, si indirizzarono verso la Val di Genova,
intorno al Rifugio Mandrone perchØ gli austriaci avevano collocato presidi avanzati lungo la
dorsale montuosa Lobbia Alta Cresta Croce Dosso n di Genova Monte Fumo. Il 12
aprile 1916 gli Alpini della compagnia Rifugio Garibaldi, sotto la guida del Capitano Nino
Calvi attaccarono con successo questa linea di difesa austriaca.
Le due settimane successive furono dedicate al consolidamento delle posizioni e alla
preparazione della successiva azione. Il 29 e il 30 aprile venne attaccata con parziale successo
la piø orientale delle linee di difesa nemiche: la cresta Crozzon di Fargorida Crozzon di
Lares Passo di Cavento, con una battaglia ostinat amente voluta dal Tenente Attilio Calvi,
che cost la vita a moltissimi Alpini; all azione c ontribu anche il cannone da 149/G piazzato
al Passo Venerocolo, il piø grosso pezzo d artiglieria portato a quote tanto elevate. Gli
austriaci riuscirono comunque a mantenere le posizioni piø importanti e molti dei nostri
Alpini, mandati a combattere con una divisa grigio verde, che certo non poteva mimetizzarli
nel candore della neve, furono uccisi.
Tra l 1 e il 4 maggio 1916, un ridotto gruppo di Alpini, trasgredendo agli ordini ricevuti,
costrinse al ripiegamento gli austriaci, aggirando le posizioni nemiche del Crozzon del
Diavolo e riuscendo a penetrare in Val di Genova, fino alle porte di Carisolo. Il 2 maggio
1916, gli austriaci tentarono di superare le difese italiane di Passo Castellaccio, ma furono
respinti. Per fronteggiare l inaspettata offensiva austriaca, denominata Strafexpedition , nel
Trentino orientale, il settore dell Adamello venne sguarnito di combattenti e gli Alpini
dovettero interrompere la loro avanzata.
L inverno, che durava fino ad otto mesi da ottobre a maggio, rappresent per italiani ed
austriaci un nemico implacabile; la neve poteva raggiungere i 12 metri e le temperature
oscillavano in questo periodo tra i -10 , -15 e i -20 , -25 , con punte di -30 , -35 . Le
continue precipitazioni obbligavano ad un ininterrotta attivit per impedire che baracche,
reticolati e camminamenti venissero sommersi dalla neve. La sopravvivenza degli uomini che
nel primo inverno di guerra occupavano le posizioni d alta quota era affidata ai portatori, che
dovevano garantire a rischio della loro stessa vita, gli approvvigionamenti risalendo pendii
fortemente innevati o canaloni ricoperti di ghiaccio. Oltre al clima rigidissimo, le truppe
dovevano affrontare il pericolo incombente delle slavine, l incognita dei crepacci e della
nebbia. Anche se la zona dell Adamello, per l ubica zione delle baracche e dei magazzini, non
14
conobbe disastri della portata di quelli registrati in altri settori alpini, le perdite furono
numerose sia tra gli italiani, che tra gli austriaci. Secondo Heinz von Lichem, studioso
tedesco, sulle Alpi due terzi dei morti furono vittime degli elementi naturali e solo un terzo
dei combattimenti e degli scontri con il nemico11.
In questo senso Ł bene ricordare la terribile notte del 13 dicembre 1916, passata alla storia
come la Santa Lucia nera ; le nevicate dei giorni precedenti avevano portato in quota dai 10
ai 12 metri di neve, che per l innalzamento delle temperature era rovinosamente scivolata a
valle seminando morte e distruzione12.
Il 1917 fu un anno di relativa tranquillit per qua nto riguarda il fronte dell Adamello:
l esercito italiano era infatti impegnato nelle durissime battaglie dell Isonzo. Fa eccezione il
periodo in cui si svolsero le operazioni che portarono gli Alpini alla conquista del Corno di
Cavento, importante caposaldo austriaco. L azione ebbe inizio alle prime ore del 15 giugno
1917, fu realizzata dal battaglione Val Baltea e si c oncretizz in un martellante
bombardamento da parte di un imponente complesso di artiglierie, mortai e bombarde. Dopo
circa 3 ore e mezzo di combattimento, i nostri soldati occuparono le posizioni della vetta e i
Kaiserjager superstiti furono costretti alla fuga.
E bene precisare per gli abitanti dell alta Valle Camonica, soprattutto quelli di Ponte di
Legno, il 1917 Ł ricordato come il piø terribile anno tra quelli del conflitto. Il 27 settembre
1917 gli austriaci, forse per rappresaglia a seguito di una precedente azione offensiva italiana,
bombardarono Ponte di Legno, distruggendo completamente l abitato.
Superato l inverno del 1917, i comandi italiani prepararono i piani per le battaglie considerate
come decisive. In generale, possiamo affermare che il 1918 fu un anno di prove durissime e di
combattimenti sanguinosi per le truppe dell Adamello.
L azione piø significativa tra tutte le battaglie della Guerra Bianca si svolse tra il 25 e il 28
maggio 1918 e vide impegnati i battaglioni Edolo , Monte Cav ento , Monte Mandrone ,
Monte Granero , Monte Rosa , Pallanza , Tolmezz o , Val Brenta , il III reparto
d assalto Fiamme Verdi , plotoni di arditi, compag nie di mitraglieri e bombardieri, batterie
d artiglieria di vario calibro e i reparti del genio. L operazione port all occupazione della
11
GIANFRANCO PORTA, I giorni della guerra sull Adamello. Kriegstage am Adamello, Brescia, Grafo edizioni,
1996, pp. 13 19.
12
VITTORIO MARTINELLI, Adamello: ieri oggi. La Grande Guerra: gli anni 1 915 e 1916, Brescia, Soc. Ed.
Vannini, 1972, pp. 7 25, 219 234.
15
Conca di Presena, delle Cime Presena e Zigolon, nonchØ di alcune delle elevazioni rocciose
dei Monticelli.
Il 13 giugno 1918 gli austriaci, in concomitanza con un analogo attacco sul Piave, sferrarono
sul Tonale la Lawine expedition , l Offensiva Vala nga, nel disperato tentativo di sfondare le
linee italiane del passo e penetrare in Valle Camonica, aprendo quindi un varco verso la
Pianura Padana. Dopo due giorni di durissimi combattimenti, gli Alpini costrinsero gli
austriaci a desistere; le battaglie provocarono la morte di circa un centinaio di soldati.
Il 15 giugno 1918 gli austriaci, con un azione ben articolata, riuscirono ad occupare
nuovamente il Corno di Cavento; il loro presidio, tuttavia, dur per un solo mese. Il 19 luglio
1918 gli italiani si rimpossessarono anche di questa posizione.
Il 13 agosto 1918 gli italiani sferrarono una nuova offensiva sulla sella del Tonale, riuscendo
ad occupare le Marocche, la Punta Ronchina e il Passo dei Segni; sul fronte del Montozzo
venne riconquistato il Torrione d Albiolo13.
Il 1 novembre 1918, quando oramai si era gi delineata la nostra vitt oria sul Monte Grappa e
sul Piave, nonchØ su tutto il fronte il tracollo dell esercito austro ungarico, i reparti
dell Adamello ricevettero l ordine di marciare in m odo risoluto verso il Trentino. Per
l ennesima volta, il Passo del Tonale torn ad esse re campo di battaglia per eccellenza; gli
austriaci, ormai allo stremo delle forze fisiche e morali, si ritirarono mentre l esercito italiano
dilagava in Val di Sole catturando interi reparti. La guerra era ormai finita ed una pagina di
storia, era stata scritta con inestimabili sacrifici da Alpini e Kaiserj ger 14.
13
VITTORIO MARTINELLI, Adamello: ieri oggi. La Grande Guerra: gli anni 1 917 e 1918, Brescia, Soc. Ed.
Vannini, 1973, pp. 9 19, 103 287.
14
ANGELO SALA JOHN CERUTI WALTER BELOTTI, Adamello, tra passato e presente lungo le vie della Grande
Guerra. Video documentario su DVD, Bergamo, Associazione Montagna Italia, 2002.