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1. Surrealismo
1.1. Breve nota sul surrealismo
Il movimento surrealista nasce a Parigi dopo la prima guerra mondiale;
le figure rappresentative di questo movimento tendono ad annullare le leggi
della logica, della razionalità, della normalità quotidiana sfruttando le
potenzialità dell’inconscio. Le loro opere sono caratterizzate da un sistema
pittorico tridimensionale e concreto e da un’attenta cura dei dettagli, quindi
appaiono oggi più che mai attuali.
1
E non è proprio questo che vuole fare la pubblicità? O perlomeno la
pubblicità che ci interessa analizzare? Parleremo quindi di pubblicità
surreale, quella forma promozionale che tende a mostrare un mondo
fantastico, meraviglioso, incantevole ma soprattutto irreale. Ma prima di
fare questo analizzeremo più in profondità il movimento surrealista.
Questo movimento nasce, in un primo momento, in seno alla cultura
letteraria e alle tecniche figurative, ed in un secondo momento si espande
alla pittura e alla scultura .
Il termine “Surrealismo” fu coniato da Guillaume Apollinaire nel 1917
durante il programma di Parade, il balletto di Erik Satie.
La prima definizione di surrealismo si deve ad Andrè Breton, precursore
del gruppo surrealista, che nel primo Manifesto, uscito nell’ottobre del
1924, diede un’esplicitazione dallo stile discontinuo e dall’impostazione
avversa alla dialettica comune che si prefiggeva di essere definitiva; Andrè
Breton, vera guida spirituale e catalizzatore del gruppo surrealista, scelse
una formula nello stile dei dizionari e delle enciclopedie:
1
C. Klingsohr-Leroy, Surrealismo, Taschen ,Milano, 2004
4
“SURREALISMO, s.m. Automatismo psichico puro mediante il quale ci
si propone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altre maniere, il
funzionamento reale del pensiero; è il dettato del pensiero, con assenza di
ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione
estetica o morale”
“ENCICLOPEDIA, filos. Il surrealismo si basa sulla fede nella realtà
superiore di alcune forme di associazione prima d’ora trascurate, fede
nell’onnipotenza del sogno, nel gioco disinteressato del pensiero. Tende ad
eliminare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirvisi
nella risoluzione dei principali problemi della vita”.
2
Quest’ultima frase è emblematica per trovare il primo collegamento tra
surrealismo e pubblicità; grazie all’utilizzo del sogno, di cui parleremo nel
prossimo paragrafo, è possibile risolvere problemi che nella realtà causano
difficoltà, preoccupazione o seccature; vengono rappresentati sogni che
diventano immediatamente reali perché illustrati per mezzo di una
pubblicità, un ritratto, un collage o una poesia.
La “realtà superiore” di cui parla Breton è dunque da ricercare nel
“funzionamento reale del pensiero” studiato, analizzato, ricercato nelle
dinamiche più complesse; “ il surrealismo è una direzione di ricerca senza
limiti sulle facoltà umane, attuali e potenziali, con l’obiettivo della
liquidazione definitiva di “tutti gli altri meccanismi psichici” nella
“risoluzione dei principali problemi della vita”.
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Un’altra guida del movimento fu Sigmund Freud, soprattutto per gli
studi e l’analisi che riguardavano il sogno e l’inconscio.
Anche il Dadaismo ebbe una forte rilevanza nel movimento surrealista in
quanto lo influenzò dal punto di vista del rifiuto della logica e del decoro
come strumenti di analisi e studio sul comportamento umano.
2
Ibidem
3
L. Binni, Potere surrealista, Meltemi editore, Roma, 2001, p. 09
5
Un altro elemento che caratterizza il surrealismo è il fascino che
l’occulto esercitava sul simbolismo.
È chiaro che pur essendo un movimento innovativo, il surrealismo
rimane pur sempre legato al XIX secolo.
4
Tutte tematiche che rientrano nella pubblicità surreale che mi appresterò
ad analizzare: lo scarto della realtà per dare spazio all’immaginazione e
all’astrattezza dei pensieri, il sogno, l’attrazione verso qualcosa di celato nel
nostro inconscio, ma soprattutto l’innovazione che rimane il perno
dell’efficacia della pubblicità; qualcosa di nuovo, originale , una pseudo
riforma della pubblicità.
Nella definizione di Breton è racchiuso il principio della poetica
surrealista e l’appianamento della posizione Dadaista. Per far sì che
l’immaginazione prescinda totalmente dal controllo della ragione si deve far
riferimento all’automatismo psichico che, secondo i surrealisti, “permette
alle immagini provenienti dall’inconscio di fluire liberamente senza filtri e
di essere registrate dall’artista. Questo significa privilegiare, tanto nella
produzione poetica, quanto in quella figurativa, quella dimensione inconscia
sulla quale Freud aveva fatto luce: sogni, pulsioni, atti mancati, lapsus e
quant’altro. Dare voce a questo mondo inconscio, mediante la tecnica
dell’automatismo, permette all’artista surrealista di costruire di fatto un
nuovo modello di realtà: una realtà assoluta, la “surrealtà”, come la
definisce Breton.”
5
Il modello di realtà è nuovo perché è qualcosa di intangibile, inesistente
nella concretezza, quindi ogni volta unico, perché scaturisce dall’inconscio
di ogni individuo che nel momento in cui lo rappresenta su tela o lo illustra
in altra maniera diventa un artista.
Per il Surrealismo, al contrario del Dada che aveva lo scopo di
scardinare qualsiasi tipo di logica convenzionale, si tratta di “rivelare tutto il
4
E.L. Smith, Arti visive del XX secolo, Konemann editore, Milano, 2000, p. 135
5
E.Bernini, R.Rota , Eikon guida alla storia dell’arte, editori Laterza,Roma 2002
6
meraviglioso” che la ragione nasconde. Sebbene ci fossero contrasti, a volte
violenti, e opinioni discordanti che si imposero nel corso degli anni, molte
delle posizioni di Dadaismo perdurano nel Surrealismo, anche se tutto
acquista una fisionomia diversa.
Alla negazione totale di Dada, il Surrealismo oppone infatti una decisiva
volontà di affermazione; al “niente” del Dadaismo, i surrealisti sostituiscono
un progetto estetico concreto, un sistema di conoscenza basato sulla
psicologia e sulla filosofia.
6
; cosa che vuol fare anche la pubblicità surreale
che ci mostra, infatti, qualcosa di straordinario, un mondo che solo la nostra
mente può concepire, una realtà fittizia che può essere creata solo andando
oltre la “realtà reale”. E’una sorta di viaggio virtuale che ci permette di
andare oltre l’oggettività delle cose, delle forme e di tutta la concretezza che
ci circonda.
Due eventi storici sono stati emblematici per la nascita del movimento
surrealista: il forte disprezzo condiviso verso la società borghese e
utilitaristica, da parte del gruppo di artisti che cominciava a formarsi nella
Parigi dei primi anni ’20, che riteneva direttamente responsabile della Prima
Guerra Mondiale e delle cruente conseguenze che ne derivarono. Inoltre, la
borghesia era diventata talmente vittima di una decadenza dovuta alla
convinzione che la tecnologia e la scienza fossero onnipotenti(grazie anche
al fatto che il tenore di vita rimanesse alto) che fu possibile contrastarla
unicamente per mezzo di una nuova e rivoluzionaria forma di anti-arte che
sovrastasse questa superficialità di fondo.
“Quindi, pur prendendo l’avvio da un programma dichiaratamente
letterario, è particolarmente rilevante il fatto che Breton non limiti le proprie
riflessioni citando esponenti delle arti figurative quali Paolo Uccello, Seurat,
Moreau, Matisse, Derain, Picasso, Braque, Duchamp, Picabia, de Chirico,
Klee, Man Ray, Ernst e Massons che presentano affinità con la corrente;
6
Ibidem
7
come se il surrealismo fosse un atteggiamento mentale esistito da sempre,
tramandatosi nei secoli. Ad ogni modo, anche se gli artisti che hanno trovato
la propria ispirazione nel sogno, nel soprannaturale, nell’irrazionale e
nell’assurdo sono sempre esistiti, un’attenta analisi storica dimostra come il
surrealismo possa essere compreso pienamente solo a patto di inquadrarlo in
un’epoca ben precisa, vale a dire l’arco di tempo compreso fra le due guerre
mondiali.”
7
E se è vero che questo atteggiamento esiste da sempre, non
possiamo smentire il fatto che riferimenti al sogno, al soprannaturale,
all’assurdo e all’ irrazionale persistano tutt’ora; la pubblicità surreale che
andremo ad analizzare ci aiuterà a capire quante e quali volte il surrealismo
riecheggi nell’attualità.
7
Klingsohr-Leroy Cathrin, Surrealismo, Taschen ,Milano, 2004
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1. 2 Autori e analisi di alcune opere surrealiste connesse alla pubblicità
Il surrealismo, essendo un movimento anticonvenzionale, non impone
limiti rigidi, schematici o stilistici, lascia l’artista libero nei suoi strumenti
figurali; vengono quindi impiegati i più diversi procedimenti, da quelli tipici
pittorici alle proposte rivoluzionarie già utilizzate dai Dadaisti (collage,
fotomontaggio, “oggetto trovato”, ecc.), alle innovazioni tecniche
“automatiche”, come il frottage, inventato da Ernst , che consiste nello
strofinare una matita o un carboncino dopo aver posto un foglio di carta a
contatto con una superficie ruvida o irregolare.
8
Pertanto analizzeremo alcuni autori e le loro opere.
1.2.1 Max Ernst ((Brùhl , Colonia, 1891 - Parigi 1976)
“ Bella presenza. Molto intelligente. Dipinge più per pigrizia e tradizione
millenaria che per amore dell’arte.(…) Le sue concrezioni son piene di
vestigia di piante e di animali. Disumanizzate….
Per lui la donna è un panino spalmato di marmo bianco.
Per lui l’Alsazia- Lorena è un problema politico.(…)”
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“Ernst condivise il gusto dei surrealisti per l’arte esotica e primitiva;
infatti spesso, come altri surrealisti, evoca oggetti come la maschera vudu o
totem. Ed è in oggetti come questi che i surrealisti trovarono l’immediatezza
della visione, un’evasione dalle gerarchie razionali e stereotipate del
pensiero occidentale, e soprattutto l’elemento del meraviglioso.”
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Ernst nacque a Bruhl, una cittadina presso Colonia, nel 1891. Dopo aver
soggiornato a Parigi, dove conobbe Apollinaire, ed in seguito all’amicizia
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E.Bernini, R.Rota , Eikon guida alla storia dell’arte, editori Laterza,Roma 2002
9
P. Dècina Lombardi, Surrealismo 1919- 1969 Ribellione e immaginazione, Oscar Saggi
Mondadori editore,Roma 2007
10
(A cura di) D. Britt, Arte Moderna Dall’impressionismo al Post-Moderno, Rizzoli
editore,Milano 1989
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con Hans Arp, cominciò a dipingere soggetti che presentano una dimensione
onirica.
(“In the garden of Nymph Ancolie, 1947)(“Castor and Pollution, 1923)
Max Ernst
“Nel principio dell’accostamento d’immagini estranee fra loro e di
natura assolutamente diversa, tratte da illustrazioni di carattere pubblicitario,
antropologico, medico, psicologico, mineralogico, paleontologico, Ernst
trovò la tecnica più adeguata a formalizzare quell’idea di spaesamento
sistematico, di derivazione metafisica, che già allora era alla base della sua
arte. Il suo proposito era di trasformare “una banale pagina di pubblicità in
drammi rivelatori dei desideri più nascosti””.
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Non solo la pubblicità è contaminata dai movimenti artistici tradizionali
e contemporanei, bensì la stessa pubblicità condiziona gli stessi movimenti.
Se la pubblicità surreale di cui parliamo è fortemente caratterizzata dallo
stampo del movimento surrealista, lo stesso Ernst è condizionato dalla
pubblicità del suo tempo; tra i suoi tanti scopi, infatti, c’era anche quello di
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http://www.giuseppeborsoi.it/wp-content/uploads/2008/02/ridimensiona-
dimaxernst.jpg&imgrefurl=http://www.giuseppeborsoi.it/2008/02/21/vicenza-i-sogni-
grafici-di-max-ernst-ci-aspettano-a-casa-
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