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PARTE PRIMA: EVOLUZIONE STORICA DEL SUDAFRICA
CAPITOLO 1
DAL PERIODO COLONIALE AL SUPERAMENTO
DELL‟APARTHEID
1.1 LA COLONIZZAZIONE OLANDESE E L‟OCCUPAZIONE
BRITANNICA
Il primo europeo a giungere in Sudafrica fu il portoghese Bartolomeo
Diaz, che nel 1486 oltrepassò il Capo di Buona Speranza e incontrò
per la prima volta gli indigeni khoikhoi
4
. La sua impresa fu ripetuta
pochi anni dopo da Vasco de Gama, il 25 dicembre del 1497, che
approdò sulla costa del Pondoland e, in omaggio alla ricorrenza,
chiama quella terra ‹‹Natal››
5
. Furono però gli olandesi i primi a creare
un insediamento in Sudafrica. Il 6 aprile 1652, capeggiati da Jan van
Riebeeck, crearono per conto della Compagnia olandese delle indie
orientali, una base di rifornimento navale utilizzata per il traffico
4
Detti anche Ottentotti, erano gli originari abitatori del Paese, cacciatori e raccoglitori nomadi, i
quali sono stati progressivamente respinti verso le zone desertiche del Kalahari dapprima dai
Bantu, sopravvenuti in diverse ondate da nord e da nord-est, e in seguito dai bianchi.
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Oggi Kwazulu-Natal, provincia orientale del Sudafrica, che secondo le stime del Central
Statistical Service, nel 1995 contava una popolazione nera di 7.205.600, bianca di 600.800,
meticcia di 107.400, indiano/asiatica di 799.300.
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commerciale con il vicino oriente. I coloni olandesi si dedicavano
principalmente all'agricoltura e all'allevamento, e ricevettero il nome
di boeri, "contadini", o afrikaner.
I boeri furono inizialmente in buoni rapporti con le popolazioni locali,
e si espansero lentamente per tutto il XVII e XVIII secolo. Quando
giunsero nella zona del Fish River, forti motivi d'attrito con gli Xhosa
(specialmente concernenti l'uso del territorio per i pascoli) portarono a
una serie di conflitti noti come Guerre della Frontiera del Capo. Nel
corso del XVIII secolo si registra una crescita progressiva del potere e
dell‟influenza degli Zulu, che guidati da capi carismatici e in forza di
un‟efficiente organizzazione in grado di esaltare le loro doti guerriere,
riescono a creare verso la fine del secolo un vero e proprio impero
6
. In
questo periodo i coloni importarono schiavi dall'Indonesia, dal
Madagascar e dall'India; nel lungo periodo, i matrimoni misti fra i
discendenti degli schiavi e quelli dei coloni crearono un'etnia mista, i
cosiddetti cape coloured, che oggi costituiscono la componente
predominante della popolazione del Sudafrica.
L'avanzata napoleonica in Europa, con la successiva caduta
dell'Olanda, portarono il Regno Unito a tentare a più riprese
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R. ORRU‟, La Costituzione di tutti: il Sudafrica dalla segregazione razziale alla democrazia
della ‹‹rainbow nation››, p. 26.
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l'occupazione militare della Colonia del Capo, occupata nel 1797,
durante la Quarta Guerra Anglo-Olandese, e annessa formalmente nel
1806. Gli inglesi continuarono le guerre di frontiera iniziate dai boeri
contro gli Xhosa, fondando insediamenti sempre più a est. I coloni
boeri non accettarono di buon grado l'occupazione britannica, specie
quando il Regno Unito dichiarò formalmente l'abolizione della
schiavitù
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. Molti afrikaners del Capo si allontanarono dai
possedimenti britannici spingendosi nell'interno del paese. Questi
pionieri (noti come voortrekkers) giunsero a fondare una serie di
piccole repubbliche boere, in seguito unitesi nello Stato Libero
dell‟Orange e nella Repubblica del Transvaal
8
. L‟isolamento di questi
coloni boeri determinò la nascita di un nuovo idioma (l‟afrikaans), ma
soprattutto un‟evidente forma di segregazione razziale nei confronti
delle popolazioni indigene e dei neri in generale ai quali era preclusa
anche la cittadinanza.
La scoperta di miniere di diamanti (1867) e oro (1886) incoraggiò
ulteriormente l'immigrazione e l'interesse dell'Impero Britannico per
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Nel 1833 il Parlamento britannico approva la Slavery Abolition Act, con la quale abolisce la
schiavitù nelle Colonie britanniche.
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Nelle due Repubbliche boere la funzione legislativa venne esercitata da un Consiglio Nazionale
eletto a suffragio universale diretto e composto da 28 membri del Transvaal e 60 dall‟Orange.
Alla funzione esecutiva furono preposti un Presidente eletto per cinque anni con voto popolare
diretto e un Consiglio esecutivo composto da quattro membri ed eletto dall‟organo legislativo.
Infine la funzione giurisdizionale fu attribuita a un corpo di magistrati che applica il diritto comune
romano-olandese.
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Cape Colony e per l'entroterra colonizzato dai boeri. Le mire
espansionistiche inglesi sfociarono in due successive Guerre Boere.
Nella prima di queste guerre (1880-1881), i boeri riuscirono a vincere.
Nella Seconda Guerra Boera (1899-1902), gli inglesi tornarono in
forze, ma il conflitto fu fortemente osteggiato dal Liberty Party nel
Parlamento britannico come non necessario e costoso, anche se le
enormi vene di diamanti e di oro presenti nelle repubbliche boere
convinsero anche i più diffidenti. I boeri cercarono di allearsi con i
tedeschi, che controllavano l'attuale Namibia, e questo fornì ulteriori
pretesti per i fautori dell'espansione imperiale britannica a spese delle
repubbliche boere.
La strenua resistenza dei boeri non fu sufficiente a impedire la vittoria
finale britannica. Il comportamento degli inglesi durante le Guerre
Boere fu in seguito ampiamente criticato; tra l'altro, furono istituiti
veri e propri campi di concentramento per i prigionieri, inclusi donne
e bambini, e fu adottata una tecnica di terra bruciata, distruggendo
sistematicamente raccolti e fattorie per ridurre gli afrikaners alla fame.
Nel 1902, con il Trattato di Vereeiniging, si pose fine alla guerra
anglo-boera e le due ex Repubbliche furono annesse ai possedimenti
britannici con i nomi di Transvaal e di Orange River Colony e rette
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come Crown Colonies. In cambio, gli inglesi si addossarono il debito
di guerra dei governi afrikaner. Nel trattato si specificava anche che i
"neri" non avrebbero avuto diritto di voto in nessuna delle province
del Sudafrica eccetto la Colonia del Capo.
La gestione britannica tentò una anglicizzazione della popolazione boera, con
l'insegnamento obbligatorio della lingua inglese nelle scuole; ma questo
programma ottenne l'unico risultato di alimentare il rancore dei boeri. Quando i
liberali ottennero il potere in Gran Bretagna (1906), il programma fu
abbandonato e l'afrikaans venne riconosciuto come lingua distinta dall‟olandese.
1.2 L'UNIONE SUDAFRICANA: PROCLAMAZIONE E ASSETTO
ISTITUZIONALE
Dopo otto anni dalla fine della Seconda Guerra Boera, nel 1909, le
quattro colonie sudafricane (Colonia del Capo, Natal, Stato Libero
dell'Orange e Transvaal) vennero unificate in una struttura para-
federale denominata Union of South Africa. Ciò attraverso
l‟approvazione, da parte del Parlamento inglese, del South Africa Act
con cui furono dettate nuove norme costituzionali per amministrare
l‟Unione Sudafricana che diviene dominion
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del Commonwealth
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Denominazione attribuita ai paesi aderenti al Commonwealth britannico. Si tratta di ex colonie
britanniche che riconoscono come capo dello stato il re o la regina del Regno Unito, ma godono di
totale autonomia nel quadro di un sistema privilegiato di scambi commerciali. Secondo la
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britannico. Sul piano organizzativo, il South Africa Act, recepisce le
soluzioni di stampo liberale già sperimentate negli anni precedenti
nelle quattro Colonie. In ciascuna provincia oltre ad un
Amministratore, nominato dal Governatore, fu prevista l‟introduzione
di un Consiglio Provinciale e di un Comitato Esecutivo della provincia
(formato dall‟Amministratore e da quattro persone scelte dal
Consiglio)
10
.
Dal punto di vista istituzionale, l‟Unione prevedeva un Governatore
generale al vertice dell‟organizzazione statale, un Consiglio
Esecutivo, un Parlamento bicamerale (composto da una Camera alta
rappresentativa degli enti provinciali affiancata da una Camera bassa)
e una Corte Suprema. La somiglianza con il c.d. governo parlamentare
modello Westminster
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si desume sia dalla mancanza del potere del
Governatore generale di poter stabilire la sanzione alle leggi approvate
dalle Camere, che dalla composizione del Governo dove siedono
Ministri legati da un rapporto fiduciario con la Camera bassa.
definizione data alla fondazione del Commonwealth, nel 1926, essi costituiscono “comunità
autonome, di status uguale, senza alcun rapporto di subordinazione in ogni aspetto dei loro affari
interni e internazionali, sebbene unite dalla comune fedeltà alla Corona, e liberamente associate
come membri del British Commonwealth of Nations”.
10
Cfr. R. ORRU‟, La Costituzione di tutti: il Sudafrica dalla segregazione razziale alla
democrazia della ‹‹rainbow nation››, p. 33
11
Cit. R. ORRU‟, La Costituzione di tutti: il Sudafrica dalla segregazione razziale alla
democrazia della ‹‹rainbow nation››, p. 34
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Il South Africa Act introdusse per l‟Unione una Costituzione
flessibile
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facilmente modificabile in ogni sua parte attraverso il
procedimento ordinario conformemente alla tradizione britannica della
‹‹sovranità del Parlamento››
13
. L‟Act assegnava al Parlamento la piena
competenza sulla scelta dei requisiti dell‟elettorato, riservando, com‟è
facile capire, la capacità elettiva solo agli uomini adulti di razza
bianca.
L'alleanza fra oligarchia anglosassone e gruppo dirigente boero si
consolidò attraverso i governi "unionisti" del Partito Sudafricano di L.
Botha e J.C. Smuts, due esponenti afrikaner. Fu in questa fase che,
nonostante l'impostazione liberaleggiante del governo, vennero poste
le basi istituzionali della segregazione razziale, attraverso il Native
Land Act del 1913, che vietava agli africani di possedere terra al di
fuori delle riserve (le aree garantite ai diversi gruppi etnici dopo la
sottomissione militare). Nonostante spinte in senso contrario, il
Sudafrica partecipò alla seconda guerra mondiale dalla parte degli
alleati. Il considerevole sforzo bellico fu all'origine della fase di
12
Una Costituzione è flessibile quando le sue modifiche formali possono aver luogo senza
procedimenti particolari v. G. DE VERGOTTINI, Diritto Costituzionale Comparato, sesta
edizione, Cedam.
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Due furono le eccezioni alla flessibilità della Costituzione: il voto favorevole dei due terzi dei
membri delle Camere in seduta comune per la modifica degli artt. 35 (diritto di voto degli
indigeni) e 137 (parità giuridica dell‟inglese e dell‟olandese); l‟impossibilità di modificare alcuni
articoli dell‟Act prima di un certo numero di anni dalla sua entrata in vigore.
13
decollo industriale che il paese conobbe nel dopoguerra, con grandi
trasformazioni dell'assetto socio-economico della popolazione e
l'accelerazione dell'urbanesimo, che investì settori crescenti del
mondo nero.
Nel 1926 all‟Unione è riconosciuto lo status di ‹‹Colonia autonoma››
all‟interno del British Commonwealth of Nations, ma è nel 1931, con
l'approvazione dello Statuto di Westminster da parte del parlamento
inglese, che il Sudafrica ottenne piena indipendenza.
La privazione dei residui diritti politici dei neri fu attuata nel 1936, in
una fase di coalizione, dopo il governo nazionalista di J.B.M. Hertzog,
fra la leadership unionista, i nazionalisti boeri e le forze di estrema
destra di simpatie filonaziste.
1.3 APARTHEID
Dopo la fine della guerra, nel 1948, il National Party vinse le elezioni,
instaurando il regime di rigida segregazione razziale noto come
Apartheid. Durante i governi di Daniel François Malan (1948-1954),
Johannes Gerhardus Strijdom (1954-1958) e Hendrik F. Verwoerd
(1958-1966), la popolazione nera perse quasi completamente i propri
diritti civili. L‟apertheid diviene in breve tempo positivizzato
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attraverso una lunga serie di leggi con l‟unico obiettivo di escludere la
popolazione “non bianca” dalla vita politica e limitare i contatti con i
bianchi: il Prohibition of Mixed Marriages Act del 1949 (con cui si
proibiscono relazioni e matrimoni misti), il Population Registration
Act (al fine di ripartire anagraficamente la popolazione in razze), il
Group Areas Act (che regola dettagliatamente le aree di residenza),
l‟Immorality Act (con cui sono disciplinate le modalità di interazione e
contatto quotidiano tra i diversi gruppi etnici). Nel 1956 si registra un
inasprimento delle leggi sul lasciapassare, introdotto per gli asiatici
già nel 1906, che viene ora esteso alle donne africane provocando non
poche manifestazioni di protesta.
Dal 1958 in poi, con il governo di H.F. Verwoerd, l‟apartheid entra in
una nuova fase ancora più repressiva. Infatti, il Governo intraprese
una politica di creazione di aree territoriali “autonome” dette
bantustans
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riservate alle diverse etnie bantu e con il fine di
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Area territoriale indipendente riservata, all'interno del Sudafrica, ai vari gruppi etnici e
popolazioni bantu. La costituzione dei bantustans (detti anche Black Homelands) nel 1951
rappresentò il compimento della politica dell'apartheid. All'inizio degli anni Novanta circa dodici
milioni di neri del Sudafrica vivevano in bantustans con gradi diversi di indipendenza nominale
dal governo di Pretoria. Altri dodici milioni di neri vivevano nel Sudafrica controllato dai bianchi
dove, secondo la legge, erano considerati residenti temporanei. Nel 1962 fu fondata la Transkei
Territorial Authority e l'anno seguente il Transkei Constitution Act concesse l''autogoverno alla
regione del Transkei. Il Bantu Homelands Constitution Act del 1971 conferì al presidente del
Sudafrica il potere di promulgare costituzioni per ogni area bantu per la quale era già stata
costituita un governo territoriale. Tra il 1971 e il 1977 fu concesso l'autogoverno ai bantustans di
Bophuthatswana, Ciskei, Lebowa, Gazankulu, KwaZulu, Qwaqwa e Kwandebele; il KaNgwane
ottenne un autogoverno parziale nel 1981 e totale nel 1984. Quattro bantustans – Transkei, Ciskei,
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trasformare giuridicamente la maggior pare della popolazione nera in
stranieri. La separazione tra bianchi e neri e la formazione di aree
separate per questi ultimi ebbe inizio nel 1951 con la promulgazione
del Bantu Authorities Act, che delegava alle singole autorità tribali,
regionali o territoriali le materie relative all'istruzione, alle strade, agli
ospedali ecc. Il Promotion of Bantu Self-Government Act del 1959
stabilì dieci unità 'nazionali' per i diversi gruppi etnici bantu.
Contemporaneamente s‟intensificano le repressioni delle
manifestazioni di protesta che condurranno alla strage di Shaperville
dove si assistette al massacro dei dimostranti neri da parte della
polizia. Il quadro delle misure repressive termina con l‟approvazione
del Unlawful Organization Act , nel 1960, che determina l‟illegalità
dell‟ANC
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, del PAC
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e di tutte le altre organizzazioni d‟opposizione
nere contro l‟apartheid.
Bophuthatswana e Venda – chiesero e ottennero la completa indipendenza. Le Nazioni Unite
considerarono fittizia tale indipendenza e nessun bantustan fu riconosciuto formalmente dalla
comunità internazionale. Gli altri bantustan previsti, tra cui il Kwazulu, patria degli zulu, che
godeva già dell'autogoverno, rifiutarono l'indipendenza: il primo ministro Mangosuthu Buthelezi
dichiarò che non avrebbe mai accettato la completa indipendenza dal Sudafrica.
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L‟African National Congress (Congresso nazionale africano) nacque dall‟unione di
organizzazioni impegnate nel campo politico, sindacale, religioso, sociale, coinvolgendo nella sua
attività anche capi tribali e personalità del mondo delle professioni. Il movimento fu inizialmente
influenzato dall‟azione non violenta intrapresa da Gandhi nel Natal a favore delle minoranze
indiane. Radicato soprattutto tra la popolazione nera bantu, l‟ANC fu sin dagli inizi un movimento