STUDIO DELL’ASSETTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO DI DONORI INTERESSATO
DALL’ATTIVITÀ ESTRATTIVA ED IPOTESI DI RIPRISTINO DELLE AREE DI COLTIVAZIONE
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1. INTRODUZIONE
Il presente studio, partendo dalle nozioni già acquisite sull’area del Comune di
Donori, ha la finalità di contribuire all’approfondimento delle conoscenze geologiche,
geomorfologiche ed idrogeologiche naturali e stimare le modifiche apportate
dall’attività estrattiva all’assetto del territorio. Questo permetterà di quantificare le
georisorse ancora disponibili nel settore, valutare possibili soluzioni, anche
alternative, per minimizzare il forte impatto ambientale causato dall’azione antropica
e concorrere alla pianificazione dello sviluppo sostenibile ed ecocompatibile della
comunità di Donori.
L’approccio analitico utilizzato nello studio delle problematiche trattate è articolato in
due fasi. Inizialmente, per raggiungere un’esaustiva conoscenza generale delle
condizioni fisiche del territorio, si è concentrata l’attenzione sulle condizioni
geologico-geomorfologiche e previa analisi meteo climatica, si sono considerati gli
aspetti idrologici ed idrogeologici. Lo studio inoltre, ha permesso congiuntamente al
dettagliato rilevamento di campagna, supportato dalle foto aree e satellitari, di
redigere la cartografia tematica in scala 1:10.000.
Nella seconda fase si sono trattati e approfonditi gli aspetti generali relativi all’attività
estrattiva e la sua evoluzione nel tempo, focalizzando l’attenzione sulle
caratteristiche giacimentologiche e tipologia di materia prima estratta, sui metodi di
coltivazione utilizzati e sulle conseguenti modifiche all’assetto del territorio. Per le
aree di cava dismesse, infine, si sono ipotizzate delle soluzioni di ripristino
ambientale, supportate da un rilievo di dettaglio, che possono essere funzionali a
nuove attività imprenditoriali.
Le conoscenze e i risultati conseguiti nell’analisi del territorio e l’individuazione delle
sue peculiarità e potenzialità ambientali, saranno uno strumento utile sia nelle
valutazioni che indirizzino le scelte politiche di salvaguardia e sviluppo ecosostenibile
dell’Amministrazione Comunale di Donori sia per predisporre degli interventi mirati,
risolutivi o tampone, che sanino le emergenze idrogeologiche individuate, naturali o
derivanti dall’attività antropica.
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2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
L’area in esame è ubicata lungo il margine sud orientale della Pianura del
Campidano. Questa confina esternamente con i comuni di Samatzai, Barrali e
Sant’Andrea Frius a N, di Serdiana a E e a S e con il comune di Ussana a E, fig. 1.
Il territorio comunale presenta un inviluppo con l’asse maggiore orientato secondo
una direzione E-W. Le coordinate geografiche del sistema di riferimento Gauss-
Boaga del Comune di Donori sono 9,1283° E e 39,4321° N.
L’agglomerato urbano è localizzato nel settore centro meridionale del territorio
comunale, alla base del versante N del rilievo collinare di Monte Su Zurru, a 141
metri sopra il livello del mare. È raggiungibile percorrendo la SS 387 che collega il
capoluogo con i centri urbani del Gerrei.
Il territorio comunale di Donori, ha una superficie di 35,2 chilometri quadrati per una
densità abitativa di 60,8 abitanti per chilometro quadrato in quanto nel Comune
risultano residenti 2.138 abitanti.
Per quanto riguarda i riferimenti cartografici, la superficie in esame è compresa nella
cartografia dell’I.G.M.I. in scala 1:100.000 nel Foglio n. 226 ”Mandas”; nella
cartografia in scala 1:50.000 nel Foglio n. 548 “Senorbì”; nella cartografia in scala
1:25.000 nei Fogli n. 548 sez. III “Donori” e 548 sez. II “S. Nicolò Gerrei”; nella Carta
Tecnica Numerica della Regione Sardegna in scala 1:10.000 nel Foglio n. 548100
“Barrali”, n. 548110 “S. Andrea Frius”, n. 548140 “Donori” e n. 548150 “Miniera
S’Ortu Becciu”.
TEULAD A
DOMUS DE MARIA
DOMUS DE MARIA
PULA
GESICO
VALLERMO SA
S IL IQU A
VILLASOR
S.SPERATE
ASSEMINI
DECIMOPUTZU
UTA
DECIMOMANNU
VILLASPECIOSA
SARROCH
VILLA SA N PIETRO
CAPOTERRA
GUASILA
SAMA TZAI
PIMENTEL
NURAMINIS
GUAMAGGIORE
SELARGIUS
ORTACESUS
USSAN A
S EST U
SELEGAS
BARRALI
DONORI
SERDIANA
SENORBI'
SUELLI
SANT'ANDREA FRIUS
SAN BASILIO
DOLIANOVA
SOLEMINIS SINNAI
SAN NICOLO' GERREI
S IL IUS
VILLASALTO
QUARTU SANT'ELENA
QUARTUCCIU
MARACALAGONIS
BURCEI
SETTIMO S.PIETRO
SINNAI
SAN VITO
VILLASIMIUS
MU RAVER A
VILLAPUTZU
QUARTUCCIU
ASSEMINI
CAGLIARI
MANDAS
SIURGUS DONIGALA
GONI BALLAO
VILLAPUTZU
ARMUNGIA
CAGLIARI
NURAGUS
GERGEI
NURALLAO
ISILI
SERRI
ESCOL CA
VILLANOVA TULO
NURRI
ORROLI
SEULO
SADALI
ESCALAPLANO
SEUI
ESCOL CA
ESTERZILI
S ANT'ANTIOCO
CALAS ETTA
BUGGERRU
GONNES A
P OR TOS CUS O
IGLES IAS
ARBUS
CARBONIA
F L UM INIM AGGIORE
S AN GI OV AN NI S UE R GI U TRA TALIAS
GONNOS F A NADIGA
DOM US N OV AS
P E RDAX IUS
SANT'ANNA ARRES I
VILLAM AS S ARGIA
NARCAO
MA S SA MA
GIBA
M AS AINAS
TEUL AD A
M U SE I
IGLES IAS
NUXIS
DOMUS DE M ARIA
DOMUS DE M ARIA
VILLANOVAF ORRU
LUNAM A TRONA
PA U LI ARBAREI
VILLAM AR
P U LA
GES ICO
CARLOF ORTE
VILLACIDRO
VALL ERM OS A
S IL IQUA
SAN GA VINO
VILLAS OR
S. SPE RA TE
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DECIM OP UTZU
UTA
S E RRAM ANNA
S ANT ADI
DECIM OM ANNU
S ANLURI
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SARROCH
VI L L A S AN P I E T R O
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S EG A RI U
SE RRENTI
GUAS ILA
S AM ATZAI
PIM ENTEL
NURAM INIS
GUAM AGGIORE
M ONAS TIR
ORT ACES US
US S ANA
SE STU
S E LEGAS
BARRALI
DONORI'
S E RDIAN A
SE NO R BI'
SUE LLI
SANT'ANDREA F RIUS
SAN B A S ILIO
DOLIANOVA
S OL EM INIS S INNAI
SAN NIC O L O' GER REI
SIL IUS
VILLAS ALTO
QUARTU S ANT' E LENA
QUARTUCCIU
M ARACAL A GONIS
BURCEI
S E TTI M O S . P I ETR O
S INNAI
S AN V I T O
VILLAS IM IUS
M URA VERA
VILLAP UTZU
QUARTUCCIU
AS S EM INI
CAGLIARI
S E LARGIUS
GUS P INI
GONNOS F A NADIGA P ABILLONIS S ARDARA
COLLINAS
S IDDI
US S ARAM ANNA TURRI
GENURI SE TZU
TUILI
GES TURI
L A S P L A SS A S
VILLANOVAF RANCA
BARUM INI
M ANDAS
SIURGUS DONIGALA
GONI BALLAO
VILLAP UTZU
VILLAP UTZU
ARM UNGIA
CAGLIARI
S AN V E R O M I L I S
CABRAS
BARAT ILI S. PIET RO
CUGLIERI
NARBOLIA
S E NN ARIOL O
R I OL A S AR DO
TRE S NURAGHES
S E NEGHE
S AN V E R O M I L I S
NURACHI
S C ANO DI M ONT I F E R R O
S ANT U L US S U R G I U
MIL IS
S IAM AGGIO R E
S IM AXIS
SAN NIC O L O' D' ARCIDANO
BONARCADO
ZEDDIANI
TRAM ATZA
BAULADU
SO L A R U S SA
ARBOREA
SANT A GIUST A P ALMAS ARBOREA
URAS TER RALBA
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P AU L ILATI N O
ZER FALIU
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M OGORO
M AS ULLAS
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SIR IS
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M OGOREL LA
BARES SA
GONNOS NO'
ALBAGIARA
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BORONEDDU
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SORRADIL E
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BORORE
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GENONI
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LACONI
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GADONI
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VILLANOVA TULO
NURRI
ARITZO
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ARZANA
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GAIRO
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ELI N I
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OZIERI
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OLBIA
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ARZACHENA
OLBIA
L OI R I P OR T O S . P AOL O
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ORISTANO
NUORO
SASSARI
MEDIO
CAMPIDANO
CARBONIA IGLESIAS
OGLIASTRA
OLBIA TEMPIO
CAGLIARI
PROVINCIA DI CAGLIARI
REGIONE AUTONOMA
DELLA SARDEGNA
Comune di Donori
MO NASTIR
DONORI
Fig. 1: Ubicazione area di studio.
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3. GEOLOGIA
3.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E TETTONICO DEL CAMPIDANO
L’evoluzione della tettonica distensiva nel Mediterraneo occidentale, legata alla
deriva del Blocco Sardo-Corso, dalla fine dell’Eocene sino al Miocene, con
conseguente apertura del Bacino Balearico, ha frammentato la zolla Sardo-Corsa.
Questi movimenti geodinamici hanno prodotto una serie di strutture ad horst e
graben che compongono il più esteso Rift sardo. Le aree in rilievo sono costituite
prevalentemente dal basamento paleozoico mentre le zone ribassate diventano
bacini di sedimentazione. In questo periodo nell’area vengono depositati vari prodotti
clastici continentali, principalmente ghiaie e sabbie, correlabili alla “Formazione del
Cixerri”.
La fase di rifting principale avviene verso la fine dell’Oligocene, con una maggiore
subsidenza e conseguente sviluppo di una serie di fosse tettoniche ad andamento
sub-meridiano dal Golfo di Cagliari al Golfo dell’Asinara, dove avviene un’intesa
sedimentazione silico-clastica continentale e lacustre. Durante questo periodo
d’instabilità tettonica, inoltre, l’intera Sardegna è stata interessata da un esteso
vulcanismo di tipo calcoalcalino, con età assolute comprese tra 32 e 13 M. a., che ha
contribuito a colmare i bacini di sedimentazione e depressioni. Nella Sardegna
meridionale, questo ciclo vulcanico “Calcoalcalino” dell’Oligo-Miocene è
rappresentato da prodotti di diversa natura e composizione suddivise in due
sequenze denominate rispettivamente: Low basic lavic sequence, LBLS, e Low acid
explosive sequence, LAES. Queste risultano ben documentate in una estesa fascia
collinare vulcanica che si estende dal Comune di Monastir sino a Furtei.
Le sequenze prevalentemente laviche, LBLS, ad affinità sub alcalina sono costituite
da domi, cupole di ristagno o piccoli espandimenti lavici, corpi filoniani, dicchi e
subordinati episodi piroclastici.
Le sequenze prevalentemente piroclastiche con subordinati episodi lavici, LAES, ad
affinità calcalcalina, sono state generate da grossi eventi piroclastici legati ad episodi
esplosivi come surge, flow o depositi di fall (Assorgia et alii, 1997). Sono costituite da
stratificazioni, a spessore e giacitura variabile, composti da pomici, litici e ceneri che
possono rappresentare un unico episodio piroclastico o più spesso una serie di
eventi consecutivi. Questa intensa attività eruttiva ha dato luogo all’accumulo di
prodotti vulcanici ed epiclastici, ad essi intercalati, per uno spessore che supera i 200
m.
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Al di sopra dei depositi legati al Ciclo Calcoalcalino si sono depositati sedimenti
continentali, principalmente conglomerati con intercalazioni di sabbie e limi, come la
Formazione di Ussana e la Formazione di Nurallao. Dal Burdigagliano superiore fino
al Serravaliano, il rift è sede di una grande trasgressione marina che determina una
sedimentazione, silico-clastica e/o carbonatica, di ambiente marino. I materiali
depositati sulle vulcaniti o intercalati ad esse, vanno dai conglomerati, alle sabbie,
alle marne, ai calcari talvolta ricchi di molluschi, echinidi e coralli. Gli spessori
raggiungono quasi i 1000 m: Marne di Gesturi e le Argille del Fangario. Nel
Serravaliano, durante la regressione marina miocenica si sono deposte sabbie e
arenarie: le Arenarie di Pirri. La successiva trasgressione del Miocene Superiore,
legata alla tettonica distensiva che interessa l’area tirrenica, è caratterizzata da una
sedimentazione silico-clastica e/o carbonatica di mare basso. È riscontrabile
nell’area di Cagliari con i Calcari di Cagliari degli Auct., suddivisi dagli stessi dalla
base verso l’alto, in Pietra Cantone, Tramezzario e Pietra Forte.
Dopo un periodo di stasi tettonica, nel Pliocene inizia una nuova distensione crostale
che perdura per gran parte del Quaternario. Questa genera una fossa, il Graben del
Campidano, fig. 2, e quello del Cixerri che vengono colmate da prodotti vulcanici,
principalmente lave basaltiche con estesi plateaux, come la Giara di Gesturi, e da
depositi sedimentari inizialmente marini e lacustri, con una potenza di 500 m.
Chiudono la sequenza i depositi alluvionali di fondo valle e le conoidi pedemontane
aventi uno spessore complessivo variabile dai 200 ai 400 m: Formazione di Samassi
e Sintema di Portovesme. Durante il periodo di stasi tettonica, iniziata la fase del
Pleistocene sino ai giorni nostri, è avvenuto un intenso ciclo erosivo il quale ha
interessato in maniera vistosa la Pianura del Campidano, ma anche i rilievi che la
Fig. 2: Sezione geologica schematica attraverso la fossa del Campidano (Carmignani et alii, 2001, modificata ).
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bordano, determinando fenomeni di inversione del rilievo. Questo fenomeno è ben
visibile nella Giara di Gesturi, dove la quota alla base dell’espandimento lavico
nell’altopiano, coincide all’incirca con quella della Pianura del Campidano nel
Pleistocene.
La sequenza del Campidano precedentemente illustrata, relativa al Cenozoico ed al
Quaternario, è confermata dai risultati delle perforazioni eseguite negli anni tra il
1961 e il 1964 per la ricerca petrolifera dalla società SAIS (Società per Azioni
Idrocarburi Sardegna) dove son state studiate 3 carote provenienti dai pozzi: Pozzo
Campidano 1 (realizzato nel 1963 in località Sa Serra, Monastir), Pozzo Oristano 1 e
Pozzo Oristano 2. Le indagini sul Pozzo Campidano 1 sono state effettuate da
Pecorini e Pomesano Cherchi che, nel 1969, hanno illustrato le serie stratigrafiche
incontrate in questa perforazione. Gli affioramenti presenti entro i limiti del territorio
comunale di Donori vanno dal periodo del Cambriano medio all’Olocene. Nei
paragrafi seguenti verranno descritte le caratteristiche delle litologie che si trovano in
affioramento entro i confini del comune di Donori, sintetizzando le informazioni
acquisite con lo studio della letteratura esistente e con le indagini svolte direttamente
in situ.
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3.2. LITOSTRATIGRAFIA
Nel territorio comprendente l’area di studio sono stati riscontrati termini ascrivibili alle
unità tettoniche paleozoiche e prodotti sedimentari di diversa origine datati
dall’Oligocene all’attuale.
Le relazioni spaziali tra le diverse formazioni sono fortemente condizionati dai
fenomeni orogenetici ercinici, per quanto riguarda i litotipi del basamento paleozoico,
mentre per i prodotti deposti nel Cenozoico e Quaternario, i condizionamenti
derivano principalmente dai movimenti tettonici dell’oligo-miocene e da quelli plio-
pleistocenici.
Di seguito sono descritte, suddivise per Ere geologiche ed in successione
stratigrafica, le varie formazioni ed i litotipi affioranti nell’area di studio. L’analisi delle
diverse successioni ha portato alla realizzazione della carta geologica relativa
all’area di studio, ved. Allegati, § 11.
3.2.1. PALEOZOICO
3.2.1.1. FORM. ARENARIE DI S. VITO (Cambriano med. –Ordoviciano inf.) SVI
La successione è costituita da metarenarie micacee, quarziti e più raramente,
metarenarie feldspatiche e metagrovacche, di colore variabile dal grigio verdastro al
grigio scuro. Queste metarenarie formano regolari alternanze, da centimetriche a
metriche, con metasiltiti e metapeliti grigio-verdastre e nere. Per un aumento dello
spessore degli intervalli arenitici, si passa localmente a metarenarie e quarziti con
sottili intercalazioni di filladi scure. Le metarenarie sono generalmente ben
selezionate, ricche di miche detritiche e con scarsa matrice cloritico-sericitica. Il
quarzo, i feldspati e la muscovite sono i componenti fondamentali, mentre sono
subordinati la tormalina, gli epidoti e gli ossidi. È presente spesso una componente
litica, rappresentata da frammenti di metamorfiti probabilmente derivati dallo
smantellamento di un basamento precambriano. La parte alta della formazione è
caratterizzata da metapeliti scure e talora violacee o verdastre (Barca & Maxia 1982;
Tongiorgi et alii, 1984), che indicherebbero una tendenza regressiva del bacino,
probabilmente connessa con l’inizio dei movimenti dell’Ordoviciano inferiore-medio,
Fase Sarrabese. Le quarziti grossolane grigio-chiare, massive o in spesse bancate,
sono associate a metaconglomerati minuti, più raramente grossolani, in livelli con
spessore di pochi metri ed in lenti, costituiti prevalentemente da clasti di quarzo, di
originarie quarzo-areniti ed arenarie. Le quarziti grossolane ed i meta conglomerati
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minuti sono particolarmente diffusi nel Sarrabus, dove caratterizzano la parte alta
della formazione (Barca & Maxia, 1982) e che potrebbero derivare da barre e cordoni
litorali di sottoambienti deltizi della citata fase regressiva. Negli intervalli a
granulometria più fine sono frequenti laminazioni piano-parallele, incrociate, concave
e convolute e slumping. Alla base degli intervalli a granulometria arenacea talvolta
sono conservati ripplemark, flute-cast, load cast, canali d’erosione e stratificazione
gradata. Sono inoltre segnalate piste ed impronte di meduse (Debrenne & Naud,
1981; Tongiorgi et alii, 1984). L’ambiente di sedimentazione sembra corrispondere
ad un vasto sistema deltizio sottomarino con sedimentazione di tipo torbiditico (Barca
& Di Gregorio, 1979; Barca & Maxia, 1982; Tongiorgi et alii, 1984).
Dal punto di vista litologico, è costituita da rocce metamorfiche di basso grado aventi
un origine sedimentaria, prevalentemente metarenarie micacee in alternanza con
metapeliti, color marrone-nocciola e grigio-verdastre. In molte parti della sequenza, si
conservano ancora le strutture di deposizione originarie. Si possono individuare
stratificazioni di metarenarie da metriche a centimetriche alternate a metasiltiti e
metapeliti, metaconglomerati minuti o raramente grossolani con livelli di quarziti e
sequenze torbiditiche. All’interno delle stratificazioni sono visibili numerose strutture
come ripplemark, stratificazioni piano-parallele ed incrociate, slumping e canali
d’erosione.
La Form. delle Arenarie di San Vito risulta affiorante presso la località Sedda Sa
Linna Noa, a NE del territorio in esame, a contatto con la Form. di Nurallao e l’Unità
intrusiva di Barrali, nei rilievi Sa Rocca Manna (319 m) e Br.cu Zilimbrigu (336 m) a
SE, e costituisce quasi per intero l’apparato del M.te Su Zurru, visibile nel taglio
stradale della S.S. 387, fig. 3 e fig. 4.
Gli affioramenti rocciosi visibili sul M.te Su Zurru non presentano le originarie
strutture sedimentarie di deposizione in quanto obliterate del metamorfismo, che
seppur di basso grado, ha generato una diffusa scistosità di frattura ed un clivaggio
molto pervasivo, di tipo slaty cleavage, che conferisce agli ammassi rocciosi una
spiccata fratturazione e fissilità.