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1.1.1 EZIOPATOGENESI
Abbiamo affermato che la psoriasi ha una base genetica e che ha
patogenesi complessa. Molti fattori sono implicati nella genesi della
malattia: la componente ereditaria è avvalorata da una spiccata familiarità,
che stabilisce la predisposizione alla malattia.
Al momento attuale le numerose ricerche hanno portato a pensare
all’esistenza di un’alterazione immunologica. Da molti autori la psoriasi è
definita come “malattia autoimmune”. L’eziopatogenesi però è ancora
argomento di dibattito.
Non è ancora noto quale fenomeno, tra l’iperproliferazione cheratinocitaria
e la presenza di linfociti T, sia alla base della malattia.
Non è chiaro se l’alterazione primaria riguardi i cheratinociti oppure le
cellule T dell’infiltrato infiammatorio, riscontrabile nelle aree colpite.
Molti studiosi riferiscono che le cellule T sarebbero coinvolte nella
fisiopatologia della psoriasi.
Le alterazioni cutanee sarebbero attribuibili ad una risposta immunitaria nel
derma, mediata dai linfociti T e associata alla sintesi di numerose citochine.
Le cellule T attivate determinerebbero l’iperproliferazione dei cheratinociti.
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1.1.2 FISIOPATOLOGIA
Si tratta prima di tutto di una dermatite, cioè di un’infiammazione del
derma.
Il derma è lo strato intermedio della cute, sottostante all’epidermide, che,
invece, si trova più in superficie, e soprastante al sottocute, strato più
profondo di tessuto adiposo.
Il derma è un tessuto d’origine mesenchimale, costituito da tre componenti:
1. fibrosa: fibre elastiche, fibre collagene, fibre reticolari;
2. cellulare: fibroblasti (che sintetizzano il tropocollagene, l’elastina e i
mucopolisaccaridi), mastociti (sintetizzano eparina, istamina, acido
jaluronico), cellule d’origine ematica (monoliti, istiociti, macrofagi)
3. sostanza fondamentale, all’interno della quale sono contenuti i vasi
sanguigni, linfatici, i nervi e gli annessi cutanei (follicoli piliferi,
ghiandole sebacee, ghiandole sudoripare apocrine, eccrine e unghie);
è costituita da acqua. Proteine plasmatiche, ioni, glucosio e
mucopolisaccaridi (acido jaluronico, acido condroitinsolforico).
Questo tessuto è importante, non solo perché sostiene l’epidermide e gli
annessi, ma anche perché li nutre, mediante la vascolarizzazione, che a
questi manca.
Nel derma sono presenti due grandi plessi vascolari, il superficiale e il
profondo, costituiti da arteriole e venule, che decorrono parallelamente alla
superficie cutanea.
Tornando alla nostra definizione di psoriasi, affermavamo che è
caratterizzata da manifestazioni eritomato-desquamanti.
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In questo caso è bene parlare un po’ anche dell’epidermide, che è la zona
primariamente interessata.
L’epidermide è un epitelio polistratificato ad elementi labili.
La cellula costituente questo tessuto è il cheratinocita, che presenta
differenziazioni strutturali ed evolutive particolari, tali da determinare una
suddivisione strutturale ed una funzionale del tessuto.
Strutturalmente può essere suddiviso in cinque strati: basale, spinoso,
granuloso, lucido, corneo.
Dal punto di vista funzionale può essere diviso in germinativo e
differenziativo.
Della struttura parleremo poco più avanti.
Riguardo alla suddivisione funzionale si deve affermare che
fisiologicamente il cheratinocita migra da una sede basale e germinativa
epidermica verso la superficie, passando per le varie fasi differenziative,
subendo un processo di maturazione definito cheratinizzazione, fino ad
essere eliminato. Nello strato più superficiale, infatti, quello corneo, le
cellule, ormai morte e anucleate, sono eliminate.
Esiste un equilibrio tra le cellule prodotte dallo strato germinativo e le
cellule eliminate da quello corneo, in modo tale da mantenere un omeostasi
fisiologica.
In particolari condizioni patologiche quest’equilibrio non è mantenuto,
come nella psoriasi. Ma questo processo lo spiegheremo più avanti.
Il cheratinocita ha diverse funzioni:
-assicura integrità all’epidermide
-limita la perdita d’acqua
-limita l’ingresso a sostanze esogene, che siano tossiche, microbiche o
radioattive (attraverso la melanina).
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Nello strato basale, lo strato più profondo e in contatto con il derma,
esistono due sottopopolazioni di cheratinociti. Una che ha il compito di
ancorare l’epidermide al derma, l’altra che ha lo scopo di produrre altre
cellule figlie. Corrisponde con lo strato germinativo.
Successivamente le cellule migrano verso la superficie, costituendo lo stato
spinoso o Malpighiano. Le cellule in questa fase della loro maturazione
assumono una caratteristica specifica: risultano legate tra loro mediante dei
processi spinosi, dei desmosomi, che hanno il compito di effettuare gli
scambi metabolici e lo spostamento verso la superficie.
Nella fase successiva le cellule appaiono ripiene di granuli, per questo il
nuovo strato è chiamato granuloso. Il citoplasma è farcito di una sostanza
solida, granulare, la cheratoialina.
Nello strato lucido le cellule mostrano un nucleo atrofico e sono piene di
grosse gocce dense di eleidina. Le fibre cheratiniche sono quasi del tutto
compatte.
Il processo si completa, quindi, nello strato più esterno, quello corneo. Le
cellule sono appiattite, enucleate, con spessa membrana cheratinica. La
cheratina conferisce alle cellule cornee una spiccata resistenza agli enzimi
proteolitici, agli acidi e agli alcani.
Le caratteristiche strutturali e la pluristratificazione conferiscono allo strato
corneo resistenza anche agli insulti meccanici esterni e permeabilità
selettiva nei confronti si sostanze esogene ed endogene.
Lo strato è poi sottoposto a sfaldamento, all’eliminazione delle cellule più
vecchie. Le cellule che si trovano a subire questo processo, che ha la
funzione di rinnovare l’epidermide, costituiscono lo stratum sjunotum.
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Quindi per cheratinizzazione s’intende quella particolare evoluzione
delle cellule epiteliali, che conduce alla formazione di sostanza
cheratinica costituita da proteina fibrose e sostanza amorfa, che si
completa in 28 giorni.
I principali eventi sono:
ξ la formazione dei tonofilamenti
ξ formazione di cheratojalina
ξ ispessimento delle membrane cellulari
ξ aggregazione delle fibre cheratiniche.
Il processo evolutivo del cheratinocita avviene attraverso tre processi
fondamentali:
1. modificazione della sintesi delle cheratine
2. sviluppo di un involucro intracellulare corneo insolubile
3. espressione di particolari lipidi intracellulari.
1-
Le cellule basali producono delle cheratine, la 5 e la 14, ma con la
differenzazione i cheratinociti producono nello strato spinoso altre
cheratine, la 1 e la 10. Negli strati granuloso e corneo la cheratina è
aggregata da una sostanza proteica, la filaggrina.
2-
Nello strato spinoso i cheratinociti producono una proteina, l’involucrina,
che creerà un involucro corneo all’interno della membrana plasmatici. La
loricrina, invece, farà aderire i filamenti di cheratina all’involucro corneo.
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3-
Infine intervengono i corpi di Odland, orfanelli lamellari, presenti nel
granuloso. Questi secernono sostanze lipidiche, che tra il granuloso e il
corneo contribuiscono alla formazione del film idrolipidico.
La cute nel suo insieme ha quindi due funzioni principali:
¾ TERMOREGOLATIVA Attraverso la perdita d’acqua trans-
epidermica (sudore ghiandole eccrine)
Attraverso il flusso dei vasi dermici
¾ SENSORIALE TERMICO E TATTILE attraverso
terminazioni nervose specifiche, importanti soprattutto per l’avvio e la
regolazione delle risposte immunitarie e infiammatorie. La funzione
immunitaria è effettuata mediante le cellule di LANGHERANS; quello
infiammatorio da cellule dendritiche, i mastociti e i mediatori solubili
(citochine e neuropeptidi).
Ora che sono state definite le basi anatomiche della cute, indispensabili per
comprendere i processi patologici cui può essere sottoposta, si può tornare
a parlare di quelle condizioni che caratterizzano la psoriasi.
Il derma, come abbiamo gia detto, è colpito da infiammazione,
l’epidermide dalle manifestazioni eritemato-squamose.
Gli eventi patologici cutanei, che alterano il ciclo fisiologico di
cheratinizzazione nella psoriasi sono:
IPERPLASIA EPIDERMICA
IPERCHERATOSI
PARACHERATOSI
FLOGOSI DERMOEPIDERMICA
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Per IPERPLASIA EPIDERMICA s’intende un aumento del numero delle
cellule cheratinocitiche con disposizione piuttosto regolare delle stesse,
conseguente ad uno stimolo particolare. Questa si accompagna all’aumento
del ritmo mitotico, vale a dire ad un aumentato turnover, di circa 8 volte,
indotto da alterazioni funzionali delle cellule, che riguardano le citochine.
Per questo il cheratinocita basale raggiunge lo strato corneo in 4 giorni.
Alla base di questo fenomeno potrebbe esistere un’interazione tra i linfociti
Th1, alcune citochine (come IFN-gamma) e cheratinociti.
Per IPERCHERATOSI s’intende ispessimento dello strato corneo.
Per PARACHERATOSI s’intende cheratinizzazione imperfetta con
persistenza dei nuclei cellulari in seno allo strato corneo.
Probabilmente le molecole responsabili di tale intreccio biologico sono le
citochine, sintetizzate dai cheratinociti, dai linfociti T, dalle cellule
infiammatorie: fibroblasti, dendrociti, cellule di Langherans, endoteliociti.
Nei soggetti psoriasici le citochine possono avere effetto mitogeno sui
cheratinociti, attraverso l’espressione di ligandi e un’alterata espressione
recettoriale, oppure effetto inibente la crescita cheratinocitica. Altri hanno
funzione mitogena per i cheratinociti, ma anche per i linfociti.
I fattori più coinvolti sono:
MITOGENI PER CHERATINOCITI
-fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF1)
-fattore di crescita epidermico (EGF)
-fattore di crescita trasformante (TGF-alfa)
-fattore di crescita dei fibroblasti (FGF)
-fattore di derivazione piastrinica (PDGF)
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INIBITORI CRESCITA DEI CHERATINOCITI
-TGF
MITOGENI PER CHERATINOCITI E LINFOCITI T
-IL-6
-IL-8 (si ritengono responsabili anche dell’attività chemiotattica dei PMN).
Intervengono poi anche altre citochine che agiscono a diversi livelli. Il
TNF-alfa, prodotto dai macrofagi, per esempio ha la capacità di collegare la
proliferazione alla flogosi locale. I’IFN-gamma, altro esempio, prodotto dai
linfociti T, induce sui cheratinociti l’espressione di recettori capaci di
amplificare la risposta immune.
Possiamo trarre da tutto questo che la psoriasi sia causata da un’alterazione
delle funzioni cellulari, che sono regolate a vari livelli:
- dalla concentrazione delle citochine
- dalla regolazione recettoriale
- dall’interazione tra le diverse citochine.
La presenza di linfociti T attivati è un altro fattore importante della
psoriasi, CD4+ e CD8+. Questi esprimono i recettori per IL-2 soprattutto in
presenza di lesioni attive.