4
servizi nonché l’area di gravitazione delle imbarcazioni transitanti nei
porti della provincia in questione.
La ricerca, articolata in sei capitoli, comprende inizialmente un
breve profilo della nautica da diporto, basato sul confronto della
situazione italiana con quella internazionale, e sulle problematiche
relative alle strutture di appoggio alla nautica. Successivamente si
affronta il caso particolare della provincia di Savona, sia attraverso
una analisi del suo contesto fisico-ambientale di riferimento, sia
attraverso l’analisi micro-territoriale di ogni singolo scalo e delle
conseguenti trasformazioni spazio-temporali.
Successivamente si procede all’esame dei riflessi socio-
economici legati alla presenza dei porti turistici, con particolare
riguardo ai rapporti che legano tali strutture al movimento turistico
complessivo, o alla popolazione residente nell’area oggetto di studio o
in quelle contermini con cui è maggiormente in relazione. In tale
contesto si è cercato pertanto di delineare le direzioni di traffico
marittimo in entrata nei porti savonesi, ad eccezione di quello di
Loano che, essendo a gestione privata, non è sottoposto all’obbligo di
registro della provenienza dei natanti da diporto. Applicando a tali dati
la teoria dei grafi, nella sua forma di matrice Origine/Destinazione, si
sono ricavati i principali flussi di transito.
A completamento dello studio si è cercato di giungere ad una
valutazione delle capacità occupazionali di tipo diretto e indotto,
nonché dei rapporti con le strutture concorrenti, segnatamente con gli
scali della Costa Azzurra. Partendo da questi risultati, e basandosi sul
5
piano di espansione della portualità turistica, elaborato nel recente
Piano della Costa, si è tentato infine di definire le effettive potenzialità
di sviluppo messe in luce dai porticcioli turistici nel medio periodo.
6
CAPITOLO PRIMO
La nautica da diporto nei suoi connotati generali
1.1 - Il diporto nautico
Il diporto nautico è un fenomeno tipico di aree economicamente
avanzate della civiltà occidentale, nelle quali l’individuo, una volta
soddisfatte le esigenze primarie, e in ampia misura anche quelle
secondarie, va alla ricerca di nuove sensazioni di evasione. Quasi un
ritorno allo spirito «primitivo» dell’uomo, desideroso di rifuggire la
routine, lo stress del vivere quotidiano e di provare emozioni diverse,
magari avventurose ma comunque fuori dal comune
1
.
La navigazione a scopo ludico-ricreativo presenta inevitabili
correlazioni con l’aspetto turistico-economico, soprattutto a partire dal
Secondo dopoguerra nel panorama europeo, mentre negli Stati Uniti si
afferma con le grandi crociere, la rete di porti turistici e commerciali
già nel Primo dopoguerra.
1
UNIONE CAMERE COMMERCIO LIGURIA, Porti turistici e approdi in
Liguria, Genova, Litografia Genovese, 1972, pp. 45-46.
7
In Italia, come nel resto dei Paesi europei durante gli anni
Sessanta, si inizia a navigare per diporto prima sui laghi, poi sul mare,
dove si manifesta maggiormente l’esigenza di spostamenti a scopo di
divertimento o in connessione alla pesca sportiva. In relazione al
«boom» economico degli anni Sessanta, che apre le porte al turismo
balneare di massa, anche la nautica da diporto compie grandi passi,
favorita sia dall’aumento del reddito della popolazione, che vede
destinare quote via via maggiori ai consumi in beni e servizi
voluttuari, tra cui quelli legati al tempo libero, sia dalla
contemporanea evoluzione delle tecnologie di produzione e
lavorazione dei materiali, che permettono a loro volta la riduzione dei
costi di acquisto e di manutenzione delle imbarcazioni. Questa crescita
subisce una battuta di arresto intorno alla metà degli anni Ottanta,
imputabile agli inasprimenti fiscali delle aliquote I.V.A. e
all’inserimento di alcune imbarcazioni nel redditometro per la
determinazione presuntiva del reddito dei soggetti.
A partire dagli anni Ottanta l’andamento del mercato interno,
pur ricalcando le orme della produzione nazionale caratterizzata da
8
picchi positivi nel ’90 e ’97, e da picchi negativi a cavallo tra il ‘92 e
il ’94
2
, si distanzia sempre più dal mercato delle esportazioni.
Negli ultimi quindici anni, la produzione nazionale di unità da
diporto si è rivolta sempre più al mercato estero (Tab. 1, 2 e Fig. 1, 2),
destinando ad esso il 66% del fatturato, contro il 18% di fatturato
interno e il 16% di importazioni. Soltanto a partire dal 1994 sia la
produzione sia il mercato nazionale sono stati costantemente in
crescita. In termini reali la produzione nazionale ha quasi raggiunto la
punta del ’90, mentre il mercato interno ne è ancora ben lontano (Tab.
3, 4 e Fig. 3).
Se in passato il diporto nautico era ritenuto un’attività turistico-
sportiva riguardante una stretta cerchia di persone in grado di
sopportare i relativi oneri economici, oggi questa considerazione
appare infondata, sia in relazione al numero complessivo di unità da
diporto
3
, sia al fatto che la maggior parte di tali unità rientra nella
categoria dei natanti non sottoposti all’obbligo di iscrizione nei
2
Dovuti alla scarsa disponibilità di adeguate infrastrutture portuali, unitamente
all’aumento dei costi indotti dalle politiche fiscali.
3
Stimata in circa 800.000 unità così suddivise: 67.350 imbarcazioni da diporto
immatricolate, 320.000 natanti non immatricolati, 400.000 canoe, kayak, tavole,
piccole derive ecc. Stima UCINA, fatta propria anche dal Ministero dei Trasporti
e della Navigazione (Il diporto nautico in Italia, anno1996, Roma 1997, p. 5).
TOTALE VAR. %
ANNI
1983 316.688
1984 350.703 10,7
1985 433.889 23,7
1986 398.919 -8,1
1987 494.379 23,9
1988 552.156 11,7
1989 692.954 25,5
1990 940.176 35,7
1991 933.736 -0,7
1992 784.333 -16,0
1993 569.242 -27,4
1994 725.326 27,4
1995 855.682 18,0
1996 889.665 4,0
1997 1.096.800 23,3
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
189.336 568.306 132.023
201.645 718.015 177.140
145.222 498.920 81.184
178.592 539.627 137.463
208.088 411.396 164.849
163.806 323.550 81.886
278.833 468.154 193.189
233.988 457.690 242.058
197.903 264.273 89.980
206.238 363.354 123.362
152.749 208.376 37.794
172.431 262.464 59.484
161.341 163.739 25.623
162.366 247.002 24.521
VALORE
CORRENTE (in
milioni)
VALORE
CORRENTE (in
milioni)
VALORE
CORRENTE (in
milioni)
163.454 122.032 31.202
Tab. 1 - Andamento del fatturato interno ed esterno a valori
correnti nel periodo 1983-1997
FATTURATO ESPORTAZIONI IMPORTAZIONI
TOTALE VAR. %
ANNI
1983 163.454 122.032 31.202 316.688
1984 143.022 145.218 22.715 310.955 -1,8
1985 133.705 203.305 20.188 357.198 14,9
1986 116.543 159.008 28.862 304.412 -14,8
1987 124.062 188.906 42.840 355.807 16,9
1988 133.705 178.411 60.750 372.866 4,8
1989 131.090 231.007 78.411 440.507 18,1
1990 164.762 276.525 114.106 555.392 26,1
1991 128.311 251.020 132.765 512.096 -7,8
1992 109.351 216.119 86.586 412.055 -19,5
1993 82.544 162.913 41.218 286.675 -30,4
1994 70.612 242.600 39.471 352.682 23,0
1995 82.544 249.311 63.527 395.383 12,1
1996 83.198 249.555 57.973 390.727 -1,2
1997 86.304 307.033 75.758 469.095 20,1
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
CORRENTE
DEFLAZIONATO
CORRENTE
DEFLAZIONATO
CORRENTE
DEFLAZIONATO
Tab. 2 - Andamento del fatturato interno ed esterno a valori
reali nel periodo 1983-1997
FATTURATO ESPORTAZIONI IMPORTAZIONI
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
Fig. 1 - Il fatturato interno ed esterno a valori reali nel
periodo 1983-1997
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997
Anni
V
a
l
o
r
i
i
n
m
i
l
i
o
n
i
ESPORTAZIONI
FATTURATO INTERNO
IMPORTAZIONI
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
Fig. 2 - Il fatturato interno ed esterno a valori reali nel
periodo 1983-1997
163.454
122.032
31.202
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
Valori in
milioni
1983
1983
163454 122032 31202
FATTURATO
INTERNO
ESPORTAZIONI IMPORTAZIONI
86.304
307.033
75.758
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
Valori in
milioni
1997
1997
86303,712 307032,512 75758,456
FATTURATO
INTERNO
ESPORTAZIONI IMPORTAZIONI
PRODUZIONE
NAZIONALE
VARIAZIONE
%
MERCATO
NAZIONALE
VARIAZIONE
%
285.486 194.656
325.080 13,9 186.964 -4,0
409.368 25,9 186.887 0,0
361.125 -11,8 190.543 2,0
434.895 20,4 231.915 21,7
462.176 6,3 287.883 24,1
569.592 23,2 329.600 14,5
746.987 31,1 472.022 43,2
691.678 -7,4 476.046 0,9
619.484 -10,4 372.937 -21,7
487.356 -21,3 245.692 -34,1
644.142 32,2 226.406 -7,8
718.219 11,5 316.055 39,6
757.642 5,5 321.359 1,7
919.660 21,4 378.785 17,9
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
Tab. 3 - Andamento della produzione e del mercato
nazionale a valori correnti nel periodo 1983-1997
ANNI
VALORE (in
milioni)
VALORE (in
milioni)
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1995
1996
1997
1991
1992
1993
1994
PRODUZIONE
NAZIONALE
VARIAZIONE
%
MERCATO
NAZIONALE
VARIAZIONE
%
285.486 194.656
288.240 1,0 165.737 -14,9
337.011 16,9 153.983 -7,1
275.550 -18,2 145.405 -5,6
312.967 13,6 166.902 14,8
312.116 -0,3 194.456 16,5
362.097 16,0 209.501 7,7
441.286 21,9 278.867 33,1
379.331 -14,0 261.076 -6,4
325.469 -14,2 195.936 -25,0
245.457 -24,6 123.762 -36,8
313.212 27,6 110.083 -11,1
331.856 6,0 146.072 32,7
332.754 0,3 141.171 -3,4
393.336 18,2 162.062 14,8
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
Tab. 4 - Andamento della produzione e del mercato
nazionale a valori reali nel periodo 1983-1997
ANNI
VALORE (in
milioni)
VALORE (in
milioni)
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1995
1996
1997
1991
1992
1993
1994
Fonte: Elaborazione propria su dati UCINA, Op.cit., p. 21.
Fig. 3 - La produzione nazionale ed il mercato nazionale a
valori reali nel periodo 1983-1997
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
450.000
500.000
1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997
PRODUZIONE NAZIONALE
MERCATO NAZIONALE
Valori in milioni
Anni
16
registri delle imbarcazioni da diporto. Quindi il fenomeno del diporto
nautico andrebbe definito, in quanto attrazione esercitata dal mare su
gran parte della popolazione italiana, élite di massa
4
.
Assai differente appare tuttavia il diportismo esercitato con un
battello pneumatico rispetto a quello esercitato con una imbarcazione
di 8–10m. e pertanto, come afferma il Leardi
5
, possiamo avere molti
modi di fare diporto, ognuno legato a scelte differenti sulla meta, sul
tipo, la misura, la potenza ed il costo dell’imbarcazione. Il diportismo
popolare, che costituisce la maggioranza di quell’élite di massa, è
circoscritto alla navigazione lungo la costa del mare, nelle acque dei
canali, fiumi e piccoli laghi, disimpegnata con piccole barche che non
richiedono grandi attrezzature e pertanto possono essere trasportate
comodamente su strada, varate ed alate in qualunque luogo con un
minimo accesso alle acque. Per il diporto di classe media sono
necessarie invece imbarcazioni di circa 8-9m. a vela, a motore o con
entrambe le prestazioni, cabinate o aperte a seconda delle possibilità
4
Ministero dei Trasporti e della Navigazione, Il diporto nautico in Italia, anno
1996.
5
E. LEARDI, Momenti geografici della navigazione da diporto. I porticcioli
turistici della Liguria, “Pubbl. Ist. Sc. Geogr. Fac. Magistero Univ.”, Genova,
XXIII, settembre 1973, pp. 10-19.
17
economiche, ma comunque capaci di navigare su laghi, fiumi con
fondali sufficientemente profondi e per alcuni tratti costieri in mare.
Infine per chi desidera navigare in mare aperto, da poto a porto, è
indispensabile una nave da altura, con attrezzature e dotazioni
adeguate anche per quanto concerne l’equipaggio. Tra i fattori che
condizionano le scelte del diportismo, un’influenza decisiva è
esercitata anche dal clima che, nell’area mediterranea determina un
movimento pressoché nullo in inverno e concentrato soprattutto nella
stagione estiva.
Il grande interesse per il turismo nautico risulta confermato dal
grande numero di imbarcazioni, stimato in circa 800.000 unità, che
compongono il parco nautico italiano, e dal successo registrato dal
noleggio
6
, attività che talvolta si limita all’affitto della barca, oppure
può riguardare l’utilizzo della barca solo per un tratto di mare,
lasciando ad un livreur de yacht l’onere di riconsegnare il mezzo,
oppure ancora, nel caso di vacanzieri semi-stanziali, si riferisce
6
FEDERAZIONE DEL MARE - CENSIS, Rapporto sull’economia del mare, Ed.
Franco Angeli, 1998, p.196
18
all’utilizzazione della barca solo per spostarsi da un porto all’altro per
visitare luoghi e città differenti. Nel caso poi del noleggio delle navi
da diporto è occasione per attirare turismo di qualità e promuovere
attività imprenditoriali e lavoro soprattutto giovanile.