V
4. Ecologia dell'attaccamento - inizialmente si è studiata esclusivamente la diade madre-bambino, mentre
successivamente si è incominciato ad esaminare il rapporto padre-bambino e la relazione di
attaccamento inserita nel microsistema delle relazioni famigliari.
5. Attaccamento e studi transculturali - si è assistito al passaggio dagli studi della diade madre-bambino
nell'ambito famigliare, all'analisi delle relazioni di attaccamento nel contesto socioculturale. Si è aperto
un vivace dibattito che riguarda "il significato universale o culturale dell'attaccamento" (Ammaniti, Candelori,
Pola, Speranza e Tambelli, 1994, p. 99).
Data la vastità dell'argomento e la varietà degli strumenti di valutazione dell'attaccamento, in questo
elaborato è stata realizzata una rassegna dei mezzi valutativi più utilizzati nell'analisi della relazione
bambino-caregiver.
Laddove è stato possibile, per ogni strumento valutativo esaminato, oltre all'analisi del suo contenuto e
delle sue peculiarità, è stata verificata la sua validità, cioè si è controllato "fino a che punto un test misura in
realtà ciò che intende misurare" (Anastasi, 1981, p. 56) e la sua affidabilità (o attendibilità), cioè si è
considerata la misura in cui "le differenze nei punteggi sono attribuibili a differenze effettive della caratteristica
osservata o, invece, a errori casuali nella misurazione" (Cassibba, 1998, p. 176).
La struttura di questo elaborato è stata divisa in tre sezioni, che seguono le fasi principali dello sviluppo
della teoria dell'attaccamento (Main, 1996): nella prima sezione sono stati esposti i fondamenti teorici
elaborati da John Bowlby e da Mary Ainsworth, nella seconda è stata descritta la valutazione dei pattern di
attaccamento tramite la Strange Situation e l'Attachment Q-Sort, mentre l'ultima parte è caratterizzata
dall'analisi dei processi rappresentazionali dei bambini e degli adulti.
Nella prima sezione intitolata "La teoria dell'attaccamento: origini e sviluppi", le formulazioni teoriche di
Bowlby (1969, 1973, 1980) e di Mary Ainsworth (capitolo 1) hanno supportato la creazione di particolari
strumenti osservativi e non, come la Strange Situation (Ainsworth e Wittig, 1969; Ainsworth, Blehar, Waters
e Wall, 1978), l'Attachment Q-Sort (Waters e Deane, 1985;Waters, 1987) e l'Adult Attachment Interview
VI
(George, Kaplan e Main, 1985).
I teorici dell'attaccamento hanno ipotizzato che vi sia una certa stabilità nell'attaccamento lungo l'arco di
tutta la vita, poiché esso si basa sulla necessità biologica della sicurezza. Da ciò è derivata l'esigenza di
cercare diverse modalità di osservazione e di valutazione dell'attaccamento che si rivolgono a tutte le fasce
d'età, dall'infanzia all'età adulta.
Nella seconda parte intitolata "La valutazione dei pattern di attaccamento", oltre alla Strange Situation
(capitolo 2), verrà trattato nel capitolo 3 l'Attachment Q-Sort.
Il metodo valutativo, per eccellenza, della prima infanzia è sicuramente la Strange Situation, utilizzata in
numerose ricerche, tanto da avere l'impressione che questo metodo sperimentale e l'attaccamento siano
diventati sinonimi (Bretherton, 1992a).
Dal momento che le ricerche sull'attaccamento si sono estese a culture diverse da quelle occidentali, si
è prestata una particolare attenzione al ruolo svolto dalle componenti culturali, nell'influenzare l'interazione
madre-bambino, misurata con la Strange Situation.
Un altro test utilizzato nella prima infanzia è l'Attachment Q-Sort
1
che è " un metodo dimensionale che
utilizza implicitamente il concetto di prototipo: il Q-Sort di un soggetto è confrontato a un Q-Sort ideale" (Carli, 1995,
p. XXVII).
Nel quarto capitolo
2
, sono state esaminate le relazioni di attaccamento verso molteplici figure di
riferimento, come il padre o l'educatrice di asilo nido, attraverso l'analisi dei dati ottenuti da due sistemi
valutativi differenti, la Strange Situation e una versione particolare dell'AQS.
A questo proposito, tenendo conto che" nella società occidentale la famiglia e la madre non sono più gli unici
referenti nell'educazione del bambino piccolo, […] la società, e con essa le scienze psicologiche ,spostano il proprio
1
Anche se viene utilizzato per analizzare sia la relazione di attaccamento bambino-caregiver sia i modelli operativi interni infantili
in riferimento al tipo di attaccamento dimostrato per il caregiver, l'AQS è stato inserito nella sezione "La valutazione dei pattern di
attaccamento", perché è interessante analizzarlo e confrontarlo con la Strange Situation, in quanto i due apparati valutano
approssimativamente la stessa fascia di età (l'AQS = 12 - 36 mesi; la Strange Situation = 12-18 o 24 mesi)
2
La valutazione delle relazioni verso molteplici caregivers è stata collocata dopo la sezione riguardante la valutazione dei pattern
di attaccamento, per la presenza di ricerche che hanno utilizzato sia la Strange Situation sia l'AQS
VII
interesse dal periodo scolare fino alle prime fasi dello sviluppo : l'asilo nido diventa infatti uno spazio educativo
rilevante nella vita del bambino" (Bonino,1994b,p.82).Data l'importanza assunta dall'asilo-nido, Cassibba e
D'Odorico (2000) hanno modificato leggermente la versione italiana dell'AQS, per adattarla
all'osservazione: a) del bambino nell'ambito dell'asilo nido b) dell'interazione bambino-educatrice.
Nella terza parte intitolata "La valutazione dei modelli operativi interni" si è analizzata la relazione tra
attaccamento e rappresentazione, esaminando alcuni strumenti valutativi, applicabili a bambini di 3 anni, di
6 anni, di 10 anni e all'età adulta.
Nel capitolo 5, è stata realizzata una rassegna
3
di alcune delle più importanti ricerche che hanno
analizzato i working models in bambini di 3, 6 e 10 anni.
Ad esempio, vengono descritte alcune tecniche sperimentali, come la Story Completion Task
(Bretherton, Ridgeway e Cassidy, 1990), che cercano di valutare l'attaccamento, analizzando i modelli
operativi interni dei bambini dai 3 ai 5 anni, attraverso situazioni di gioco, in cui viene chiesto ai soggetti di
completare storie di vita famigliare, narrate utilizzando piccoli personaggi.
Inoltre, è stata esaminata la Berkley Autobiographical Interview
4
ideata da Mary Main (1991) per
rilevare la relazione tra metacognizione e i processi legati all'attaccamento in soggetti di 10-12 anni.
Si è voluta dare molta importanza alla narrazione, come strumento che permette di capire la natura
delle relazioni di attaccamento, che sono rilevabili dai contenuti e dalla forma del discorso, usato in
interviste semistrutturate come l'Adult Attachment Interview, che valuta l'attaccamento nel genitore.
Nella capitolo 6 si parlerà dell'Adult Attachment Interview, e della trasmissione intergenerazionale dei
pattern di attaccamento, argomento di cui si interessò Bowlby fino dai tempi in cui si occupava di psichiatria.
3
Si è operata questo tipo di scelta per fornire un excursus approfondito di alcune ricerche ritenute significative per l'analisi dei
modelli operativi interni infantili e degli strumenti valutativi utilizzati in questi studi
4
L'analisi della metacognizione non dovrebbe rientrare nella sezione dedicata alla valutazione dei modelli operativi interni,
poiché riguarda un'abilità che si acquisisce successivamente, cioè la capacità di riflettere sulle proprie rappresentazioni. Si è
deciso di inserire ugualmente un paragrafo riguardante la metacognizione, perché la ricerca di Mary Main (1991) e la Berkley
Autobiographical Interview, applicabile a bambini di 10-12 anni, sono state considerate rilevanti in un capitolo dove sono presenti
studi riguardanti bambini di 3 e 6 anni
VIII
Al termine di questo elaborato, si cercherà di fare un bilancio conclusivo del percorso che è stato
intrapreso e sviluppato nei sei capitoli presentati.
1
’’Si ritiene che il comportamento di
attaccamento caratterizzi l'essere umano
dalla culla alla tomba ’’
(Bowlby, 1979; trad. it. 1982, p.136)
Introduzione
La teoria dell'attaccamento, fondata su concetti psiconalitici ed etologici (Bowlby, 1969, 1973, 1980)
e legata alla teoria sistemica e alla psicologia cognitiva (Holmes, 1993), ha assimilato le prospettive
della psicologia dello sviluppo (Ainsworth e Witting, 1969; Ainsworth, Blehar, Waters e Wall, 1978),
considerando l'attaccamento come "un insieme di comportamenti del bambino, un sistema di motivazioni, una
relazione fra madre-bambino, un costrutto teorico e un'esperienza soggettiva del bambino sottoforma di 'modelli
operativi' " (Stern, 1985;trad. it. 1987, p.41).
A differenza degli approcci psicodinamici tradizionali, fondati su ricostruzioni retrospettive dei
processi di sviluppo, la teoria dell'attaccamento ha studiato lo sviluppo sociale ed emotivo del bambino
secondo un'ottica evolutiva e prospettica, e ha dato molta importanza all'osservazione diretta e
naturalistica (Calvo e Fava Viziello, 1997).
Esistono moltissimi strumenti che valutano le abilità cognitive o lo sviluppo della personalità degli
adulti, molti che studiano le capacità cognitive nei bambini e pochissimi che sono in grado di valutare le
caratteristiche dell'interazione sociale nel ciclo della vita (Di Nuovo, 2000; cit. in Cassibba e D'Odorico,
2000).
In origine, l'attaccamento è stato considerato un evento evolutivo specifico di una particolare fase
della vita (Bowlby, 1958, 1960a;Ainsworth, 1969). Studi successivi hanno dimostrato che la qualità della
relazione di attaccamento non si limita solo al legame iniziale fra madre-bambino, ma si ritrova anche
nelle relazioni che il bambino instaura durante la seconda infanzia, e influenza di fatto tutto l'arco della
vita (Stern, 1985).
Prima degli anni '70, l'attaccamento è stato valutato "sulla base di comportamenti molecolari, come
sguardi, vocalizzazioni, aspetti prossemici ecc." (Stern, 1985; trad. it. 1987, p.192).Con il passare del tempo
2
questo tipo di valutazione, che non permetteva di cogliere la qualità e le variazioni dei modelli di
attaccamento da un'età all'altra, è stato superato da strumenti di verifica sempre più efficaci.
Nel 1978, con l'ideazione della Strange Situation (Ainsworth, Bleahr, Waters, Wall, 1978), i
ricercatori hanno incominciato ad utilizzare "valutazioni sintetiche più globali e qualitative"(Stern, 1985; trad.
it. 1987, p.193), individuando tre tipi di attaccamento nel bambino : sicuro (tipo B), ansioso-evitante (tipo
A), e ansioso-ambivalente (tipo C).
Il merito di Mary Ainsworth è quello di avere messo in evidenza l' importanza delle differenze
individuali nella qualità dell'attaccamento. Ogni bambino possiede un determinato stile di attaccamento,
che riflette il modo in cui ciascun soggetto ha vissuto il rapporto con i caregivers, che possono avere
soddisfatto il bisogno di protezione e di sicurezza, oppure possono essere stati poco responsivi
(Ainsworth, Bleahr, Waters e Wall, 1978).
Alcune ricerche hanno dimostrato l'effetto positivo della responsività dei genitori sullo sviluppo
sociale, emotivo e cognitivo (Ainsworth, Bell, Stayton, 1974), perchè il tipo di attaccamento infantile,
determinato dalla qualità delle cure materne ricevute, influenzerà la costituzione della personalità e la
visione che il bambino avrà di sé e degli altri.
I teorici dell'attaccamento hanno accolto tardivamente l'idea bowlbiana di attaccamento visto come
"prospettiva sull'evoluzione, sulla specie, sulla singola coppia, ma soprattutto come una prospettiva
sull'esperienza soggettiva dell'infante, in rapporto con il modello operativo, che egli si fa della madre" (Stern,
1985; trad. it. 1987, p.41).
Solo a partire dagli anni '80, i ricercatori (Bretherton, 1985a;Main, Kaplan e Cassidy, 1985) hanno
focalizzato la loro attenzione sulla nozione di modello operativo interno, concepito come
rappresentazione che il soggetto possiede del mondo e che permette all'individuo di controllare e
manipolare l'ambiente in cui vive.
Dopo gli studi di Main, Kaplan e Cassidy (1985), i ricercatori hanno iniziato ad esplorare "gli aspetti
psicologici, interni o rappresentazionali dell'attaccamento, compresa la trasmissione intergenerazionale di modelli
di attaccamento che erano stati al centro dell'interesse di Bowlby fin dall'inizio dei suoi studi in psichiatria"
3
(Bretherton, 1992a, p.769).
1
Infatti, la natura del modello operativo interno influenza il comportamento
genitoriale, mantenuto dal soggetto.
Nel 1985, George Kaplan e Main hanno creato l'Adult Attachment Interview (AAI), con lo scopo di
studiare, utilizzando delle domande, i rapporti degli adulti con le figure di attaccamento della loro
infanzia. Nell'AAI, i modelli adulti individuati corrispondono alla classificazione dei modelli di
attaccamento infantile della Ainsworth.
Contemporaneamente all'AAI, sono stati ideati altri test che indagano i modelli operativi interni nei
bambini piccoli (3-5 anni), attraverso il compito di completamento di storie (Bretherton, Ridgeway e
Cassidy, 1990) o apparati sperimentali come l'Attachment Q-Sort, che esaminano la relazione di
attaccamento, utilizzando i genitori o altri operatori, che sono a contatto con il bambino come valutatori
(Waters e Deane, 1985; Cassibba, 1994a, 1994b; Cassibba e D'Odorico, 2000).
È interessante notare che Mary Main (1991) ha realizzato la Berkley Autobiographical Interview per
i bambini di 10/12 anni, con lo scopo di valutare i rapporti esistenti tra metacognizione e processi legati
all'attaccamento.
In conclusione, la teoria di attaccamento ha ispirato un numero consistente di ricerche, nelle
quali "la validazione empirica e l'estensione quantitativa dei risultati sono considerati importanti "(Bondioli,
1990a, p.21).A partire dagli anni '70, alcuni ricercatori definiti postbolbwiani (Holmes, 1993), tra i quali
Ainsworth, Main, Bretherton, Marris e Sroufe negli Stati Uniti, i Grossman in Germania, Parker, Hinde,
Byng-Hall e Heard in Inghilterra, hanno contribuito allo sviluppo della teoria dell'attaccamento "fino a farla
diventare una delle principali strutture di riferimento per la psicologia dello sviluppo […]."(Holmes, 1993;trad.it.
1994, p.2).
1
"the psychological internal, or rapresentational aspects of attachment, including the intergenerational trasmission of
attachment patterns that had been at the center of Bolwby interests since his beginnings in psychiatry"
PARTE PRIMA
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: ORIGINI E SVILUPPI
5
Capitolo 1
La teoria dell'attaccamento
’’Dire che un bambino è attaccato a, o dire che ha un
attaccamento con, equivale a dire che egli è fortemente
predisposto a ricercare la vicinanza e il contatto con una specifica
figura di attaccamento e fa ciò in particolari situazioni più
specificamente quando si sente angosciato, spaventato, stanco o
malato’’
(Bowlby, 1984; cit. in Van Ijzendoorn, Sagi e Lambermon, 1992;
trad. it. 1999, p. 221)
1. 1 La genesi della teoria dell'attaccamento
La teoria dell'attaccamento è nata dal lavoro di John Bowlby e Mary Ainsworth
1
e viene considerata
come "un nuovo paradigma interpretativo dello sviluppo infantile" (Bonino, 1981, p. 115), poichè asserisce
" l'esistenza fino dalla nascita di una predisposizione genetica all'interazione sociale, la quale si realizza
nell'attivazione di reazioni specifiche a stimoli sociali; tali reazioni sono geneticamente programmate e rinforzate
dall'esperienza" (ibidem). Questo paradigma teorico considera il bambino come un soggetto competente fino
dalla nascita, che interagisce precocemente con il mondo che lo circonda.
Anche se John Bowlby e Mary Ainsworth hanno inizialmente lavorato indipendentemente, sono stati
influenzati entrambi da Freud e da esponenti della corrente psicoanalitica.
Bowlby, psichiatra e terapeuta, costruisce la sua teoria basandola sulla critica teorica della psicoanalisi
e su concetti provenienti dall'etologia, dalla psicologia sperimentale, dalla teoria dell'apprendimento, dalla
cibernetica (Hinde e Stevenson-Hinde, 1991; Holmes, 1993). Infatti, il risultato più importante della sua
1
I cenni biografici riguardanti la vita e le opere di John Bowlby e Mary Ainsworth, riportati in questo capitolo, sono stati tratti in
larga misura dagli articoli di Inge Bretherton (1991;1992a) e dall'opera di Holmes (1993)
6
opera è stato quello di "unificare la psicoanalisi e la biologia evoluzionistica per il tramite dell'etologia" (Holmes,
1993; trad. it. 1994, p. 32).
Pertanto, la teoria dell'attaccamento comprende diverse linee di pensiero (Fein, 1990) tra cui:
1. l'etologia - che considera l'attaccamento come un sistema aperto, organizzato in modo da assicurare la
sopravvivenza dei giovani. ll compito principale dell'attaccamento è la protezione dai predatori, poichè
un animale da solo può diventare facilmente vittima di un attacco predatorio. Inoltre in caso di pericolo,
il comportamento d'attaccamento emerge negli animali particolarmente esposti ai predatori come i
cuccioli, gli esemplari gravidi o ammalati. Gli esseri umani sono soggetti in grado di interagire con
l'ambiente che li circonda, attraverso risposte flessibili e adattive (Bowlby, 1969);
2. la psicologia cognitiva - che intende l'attaccamento come un costrutto mentale che evolve con l'età e
con l'esperienza. Questa teoria concepisce il pensiero come una simulazione interna delle esperienze e
degli eventi del mondo reale (Bretherton, 1992a). Infatti, per simulare la realtà "il concetto di modello
operativo interno implica un sistema rappresentazionale che opera con strutture evento o con strutture agente-
azione-oggetto dinamiche" (id. , p. 25);
3. la teoria dei sistemi di controllo - che fornisce " un costrutto motivazionale, […] che regola i comportamenti
che mantengono la vicinanza con una figura di attaccamento; raggiunto lo scopo stabilito, il bambino prova un
senso di sicurezza" (Fein, 1990, p. 143). Il comportamento di un soggetto può essere capito e spiegato
soltanto a partire da un'analisi dei fini che egli vuole perseguire. Uno degli scopi del bambino è lo stare
vicino alla figura di attaccamento e il suo comportamento è volto a mantenere questa vicinanza.
Le ricerche di Mary Ainsworth, psicologa clinica canadese, hanno realizzato su base empirica i concetti
della teoria di attaccamento (Waters, 1997) e hanno permesso di ampliare la teoria stessa (Ainsworth,
Blehar, Waters e Wall, 1978). All'autrice si deve la concezione di figura di attaccamento vista come una
base sicura dalla quale il bambino può partire per esplorare il mondo.
Appartiene, inoltre, alla Ainsworth la formulazione del concetto di sensibilità materna ai segnali del
7
bambino. L'assunto per il quale la presenza di un caregiver sensibile e responsivo rappresenta il fattore
determinante della formazione di un legame di attaccamento sicuro fin dai primi anni di vita ha ricoperto un
ruolo centrale nell'elaborazione della teoria dell'attaccamento di Bowlby, effettuata dall'autrice.
Le prime formulazioni di Bowlby (1944, 1958), in tema di relazioni di attaccamento sicure-insicure,
ruotavano attorno all'analisi dello sviluppo di gravi disordini della condotta (ad esempio, i furti in età
giovanile) e focalizzavano l'attenzione sulle separazioni precoci dalla figure genitoriali. Invece, Mary
Ainsworth (1973; cit. in Belsky, Rosenberger e Crnic, 1995) ha affrontato sul piano teorico e pratico lo
studio sistematico della variabilità dei comportamenti presenti in una popolazione non clinica.
Mary Ainsworth mette in risalto l'importanza delle differenze individuali nei modelli di attaccamento,
mentre la teoria originale di Bowlby (1969) ricerca nello sviluppo infantile processi universali del legame di
attaccamento. Mentre Bowlby resta vincolato allo studio della costruzione e della rottura delle relazioni di
attaccamento, la Ainsworth si concentra sull'identificazione e sulla descrizione dei pattern di attaccamento,
sviluppando una tecnica valutativa per misurarli (Meins, 1997).
La teoria dell'attaccamento ha dato origine a numerose ricerche, perché ha scelto un metodo di studio
osservativo dettagliato e il più possibile oggettivo delle condotte infantili e dei comportamenti degli altri
soggetti studiati.
8
1. 2 John Bowlby
John Bowlby è nato nel 1907 a Londra, e muore nel 1990 a Skye, nella sua casa di campagna dove ha
scritto gran parte delle sue opere. La formulazione della teoria dell'attaccamento (1958, 1969) rappresenta il
punto di partenza per la ricerca sulla relazione madre-bambino.
Nel 1925, Bowlby inizia gli studi di medicina al Trinity College di Cambridge e nel 1928, inizia a lavorare
come insegnante in una scuola di bambini disadattati, che gli fornisce lo stimolo per studiare il legame
madre-bambino. Lavorando a contatto con i problemi di questi bambini, l'autore inizia a comprendere
l'importanza di avere una famiglia equilibrata, che favorisce lo sviluppo di una personalità infantile sana.
Spinto dall'interesse per queste tematiche nel 1933, Bowlby si laurea in medicina e si specializza in
psichiatria infantile.
Nel 1937, diventa analista e inizia il training in psicoanalisi infantile. Il training in psichiatria e
psicoanalisi ha consentito a Bowlby di sviluppare le sue idee in un ambiente tollerante, ma ha avuto poca
influenza sul pensiero dell'autore, che si è invece ispirato agli operatori sociali, incontrati alla London Child
Guidance Clinic.
Negli anni '40, le ricerche di Bowlby vertono sugli effetti negativi che la deprivazione materna e
l'istituzionalizzazione causano alla personalità infantile.
Con uno scritto intitolato The influence of Ealy Environment in the Development of Neurosis and
Neurotic Character (1940), Bowlby illustra il lavoro svolto dal 1937 al 1940 presso il London Child
Guidance Clinic con 150 bambini e le loro madri. Bowlby riferisce gli effetti negativi che causa la
separazione precoce del bambino dalla madre e invita i genitori a visitare spesso i loro figli in ospedale.
Nell'ambito del lavoro con le figure materne in difficoltà nel ruolo genitoriale, Bowlby ha rilevato l'utilità di un
colloquio settimanale con la madre al fine di analizzare dal punto di vista psicoanalitico i suoi problemi,
9
collegandoli con le sue esperienze infantili. Con l'aiuto dell'analista che media le esperienze dolorose, la
madre rivive e metabolizza gli eventi negativi, che verranno gradualmente accettati, riuscendo in questo
modo, ad entrare progressivamente in contatto con le emozioni e le sensazioni del suo bambino. Da queste
affermazioni si deduce l'interesse manifestato da Bowlby per la trasmissione intergenerazionale dei rapporti
di attaccamento. Inoltre, l'autore sostiene che l'ambiente famigliare negativo o deprivante è uno dei fattori
responsabili delle nevrosi e critica la psicoanalisi, che presta la massima attenzione al mondo fantasmatico
del bambino e dà poca importanza agli eventi reali della vita infantile.
La seconda guerra mondiale interrompe la carriera di psichiatra infantile di Bowlby, perchè l'autore
ricopre l'incarico di specialista in psichiatria presso il corpo medico della Royal Army ed è responsabile della
selezione degli ufficiali insieme ad un gruppo di psichiatri, psicologi e analisti. Alcuni di questi studiosi
hanno elaborato delle procedure per la selezione degli ufficiali, e compito di Bowlby era la "validazione di
queste procedure, uitlizzando su vasta scala tecniche di ricerca" (Bretherton, 1991;trad. it. 1995, p. 6).
Nel 1944, Bowlby pubblica una revisione dell'articolo Forty-four Juvenile Thieves, Their Characters and
Home Lives, basato sul resoconto del comportamento antisociale di 44 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17
anni. Bowlby collega l'anaffettività presente in alcuni soggetti alle esperienze di deprivazione materna e di
separazione durante i primi 3 anni di vita. L'autore sottolinea l'importanza di una relazione di attaccamento
con una figura stabile che previene l'insorgenza di problemi nello sviluppo della personalità. In questo
articolo tutti i dati raccolti e le conclusioni dell'autore "vengono presentate in dettaglio e valutate statisticamente,
non solo intuitivamente", (Bretherton, 1991;trad. it. 1995, p. 6) come era accaduto, invece, nella prima
stesura.
Nel 1946, Bowlby diventa il direttore del ’’Children's Department’’ della Tavistock Institute, che
ribattezza ’’Department for Children and Parents’’, per sottolineare l'importanza del legame madre-bambino.
Nel dipartimento, la maggior parte del lavoro clinico viene svolta da clinici di matrice kleiniana, che danno
più importanza al mondo fantasmatico infantile e considerano meno rilevanti i reali modelli di interazione
10
famigliare. Spinto da questa divergenza teorica, Bowlby fonda un suo gruppo di ricerca
2
, che
indipendentemente dal lavoro clinico svolto al Tavistock Institute, si concentra sullo studio della separazione
madre-bambino.
Nel 1948, Bowlby assume Robertson per accogliere osservazioni sui bambini piccoli in ospedale, in
istituto e che comunque erano stati separati dai genitori. Nel 1952, in collaborazione con Bowlby,
Robertson ha progettato di filmare con la cinepresa le reazioni dei bambini da lui osservati, realizzando un
film intitolato A Two-Years-Old Goes to Hospital (Robertson e Bowlby, 1952; Bowlby, 1953, cit. in
Bretherton, 1991). La documentazione realizzata da Bowlby e Robertson ha avuto il merito di migliorare le
condizioni dei bambini ospedalizzati in Gran Bretagna e in altre nazioni.
L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sceglie Bowlby per effettuare uno studio sulla salute
mentale dei bambini rimasti orfani in seguito alla Seconda guerra mondiale. I dati delle ricerche, pubblicati
nel 1951 in un'opera intitolata Maternal Care and Mental Health, dimostrano che i bambini deprivati delle
cure materne, se cresciuti in un istituto e se hanno un'età inferiore ai 7 anni, possono presentare difficoltà
di linguaggio, capacità ridotta di instaurare relazioni stabili e ritardi nello sviluppo fisico, psicologico e
cognitivo. Gli effetti a lungo termine di queste separazioni sono disastrosi, poiché possono condurre a
nevrosi, comportamenti delinquenziali nei bambini e negli adolescenti, e disturbi psichici negli adulti. Bowlby
critica le separazioni dei bambini dalle madri che non sono indispensabili, poichè separando un genitore dal
suo bambino, si lede "un legame fondamentale che lega un essere umano ad un altro" (Holmes, 1993; trad. it.
1994, p. 66). Pertanto "la deprivazione prolungata di cure materne subita da un bambino può avere effetti gravi e
prolungati sul suo carattere ed in tal modo su tutta la sua vita futura" (Bowlby, 1953;cit. in Holmes, 1993;trad. it.
1994, p. 39). Nel 1953, è stata pubblicata una versione ridotta di questo scritto, intitolata Child Care and the
2
Il gruppo di ricerca di Bowlby annovera tra i suoi componenti James Robertson, Mary Ainsworth, Mary Boston, Dina
Rosenbluth, Rudolph Schaffer, Cristoph Heinicke e Tony Ambrose. Mary Ainsworth riceve l'incarico di analizzare i dati di James
Robertson, restando colpita dalle registrazioni del comportamento infantile. L'autrice decide che all'occorrenza avrebbe emulato i
metodi di osservazione naturalistica e lo stile di Robertson, (Ainsworth, 1983;cit. in Bretherton, 1992a)