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PRINCIPALI OPERATORI
ICE
Ad oltre 80 anni dalla nascita dell’allora INE (Istituto Nazionale per
l’Esportazione), rinominato ICE (Istituto per il Commercio Estero) nel
dopoguerra, le Linee direttrici per l’attività promozionale emanate dal
Ministero del Commercio Internazionale per il triennio 2008-2010 fanno
pensare a quante trasformazioni sono avvenute nella strategia promozionale e
nell’assetto organizzativo dell’Istituto negli ultimi decenni. Basti pensare che
ancora alla fine degli anni ’60 l’attività dell’Istituto era molto assorbita, oltre
che dalle tradizionali partecipazioni a mostre e fiere, dai controlli
all’importazione e all’esportazione di prodotti agricoli freschi, affidati per
legge all’Istituto fin dalle origini, tramite 29 uffici italiani periferici
permanenti e circa 30 uffici stagionali.
Le attuali Linee Direttrici, rafforzate in prospettiva triennale, puntano in parti-
colare su:
¾ una rete sempre più articolata di grandi e piccoli uffici all’estero, con
un maggiore impiego di personale di ruolo ma soprattutto con ampio ri-
corso a impiegati e “trade analysts” di madre lingua, con capacità di
relazione con le istituzioni pubbliche e private locali;
¾ campagne nazionali straordinarie nei mercati emergenti, a integrazione
delle grandi missioni governative (India e Brasile nel 2007) e a relative
iniziative di follow up delle missioni medesime;
¾ un più netto orientamento a fornire servizi di assistenza e consulenza
personalizzata alle imprese di ogni dimensione, che in quantità
crescente vanno cercando una propria strategia di inter-
nazionalizzazione non solo commerciale, ma inclusiva di accordi
distributivi e logistici outsourcing di prodotti e componenti, off-shoring
con insediamenti produttivi, ecc.;
¾ un “Tavolo strategico” Ministero-Regioni mirato a coordinare non solo
gli eventi promozionali, ma anche le attività di assistenza tecnica alle
imprese e di formazione di funzionari e quadri per il commercio estero;
¾ appositi desks presso gli uffici esteri dei paesi critici sul fronte della
difesa dei marchi e anticontraffazione (Cina, India, Vietnam, EAU,
Turchia, Russia ecc.);
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¾ accordi cooperativi con le Università per progetti promozionali di
prodotti tecnologici innovativi.
Al tempo stesso alcune Regioni
1
si orientano a offrire servizi a più alto valore
aggiunto, anche a pagamento, coinvolgendo il settore privato, mettendo in
rete vari soggetti in grado di fornire analisi e previsioni rilevanti per la
proiezione internazionale delle nostre imprese. Si mira anche a costruire un
sistema permanente di valutazione (contestuale ed ex post) dei risultati
dell’attività promozionale, capace di fornire indicazioni utili per migliorare la
programmazione delle future attività.
Vi è peraltro una certa letteratura teorica ed econometrica sull’impatto delle
Trade Promotion Organizations (TPO) dei vari paesi, più o meno avanzati.
Emerge complessivamente una significativa efficacia delle medesime
nell’incrementare le esportazioni, in presenza di condizioni favorevoli quali:
¾ azioni di image building e advocacy istituzionale tramite la rete
diplomatico-consolare,
¾ offerta di assistenza tecnica (marketing, legale, doganale, finanziaria
ecc.),
¾ azioni specificamente rivolte a imprese di piccola e media dimensione
potenziali esportatrici.
Nei successivi capitoli si riassume l’attività svolta dalle altre istituzioni
preposte al sostegno dell’internazionalizzazione, inclusi gli essenziali servizi
finanziari-assicurativi erogati da SACE, SIMEST, FINEST, talora con
l’intermediazione della rete delle Camere di Commercio in Italia e all’estero,
rete che a sua volta mira ad allargare la partecipazione alle iniziative
promozionali (fiere, missioni, seminari ecc.) e – nel caso delle Camere
Italiane all’estero – a fornire supporti di conoscenza per facilitare
l’insediamento diretto delle imprese sui mercati.
1
Si veda il riquadro Obiettivo 2008: la promozione economica in Toscana inizia il suo nuovo corso a cura
di Ambrogio Brenna.
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SACE
L'assicurazione dei crediti commerciali è un servizio svolto da compagnie
assicurative specializzate, generalmente mono-ramo, e si basa sulla
valutazione preventiva degli acquirenti a cura dell'assicuratore. Riguarda la
copertura del rischio di perdita definitiva, originato da insolvenza e/o di
mancato pagamento di crediti commerciali a breve termine, sorti nei confronti
di operatori economici, a seguito di contratto di fornitura o prestazione di
servizi.
I principali operatori assicurativi sono i seguenti: Euler Hermes, Coface e
Atradius e per la Svizzera italiana la AXA-Winterthur. Le tre Compagnie
sono presenti in svariati paesi con filiali o controllate. Recentemente è
apparsa nello scenario italiano una quarta compagnia: Sace bt.
Il contratto è stipulato dal fornitore nel proprio interesse, a differenza di ciò
che accade con le Cauzioni, e prevede uno scoperto obbligatorio (la vigente
normativa non consente all'Assicuratore di concedere copertura al 100%,
generalmente si oscilla tra l'80 ed il 90%).
A differenza delle polizze assicurative di altri rami, la stipula del contratto
non rende automatica la copertura; è necessario che il fornitore avanzi
formale richiesta del fido per ciascun debitore(limite di credito).
Si tratta pertanto di una tipologia di attività assicurativa con caratteristiche
peculiari rispetto ai “rami elementari” (si può definire come una “polizza di
prevenzione a contenuto indennitario”) e necessita di intermediari
specializzati nella specifica gestione.
In sintesi, l'assicurazione del credito si compone generalmente di tre tipologie
di servizio:
a. la prevenzione dell'insolvenza degli acquirenti;
b. la gestione delle azioni bonarie o legali per il recupero dei crediti;
c. l'erogazione del risarcimento in caso di insolvenza dell'acquirente.
La consistenza delle garanzie SACE è aumentata del 31 % nel 2006, poco
meno della metà nel segmento a medio-lungo termine che alimenta la parte
principale delle nostre esportazioni di macchinari, attrezzature e componenti.
Le garanzie a breve termine crescono vigorosamente, così da portare SaceBt
ad essere ormai il quarto operatore nazionale a livello europeo in un segmento
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che a livello Ocse pesa quasi il 90 % del mercato. Cresce l’offerta di polizze
assicurative su rischi per operazioni di internazionalizzazione più complesse
delle pure esportazioni (investimenti diretti, immobilizzazioni immateriali).
Le crisi del debito estero degli anni ’80-’90 hanno portato le ECA (Export
Credit Agencies) a cercare modelli di valutazione del rischio più orientati a
mercati e redditività, con nuovi tipi di rischio politico diversi dal classico
“rischio sovrano” ormai praticamente scomparso. Nella valutazione
assicurativa di questi rischi l’approccio quantitativo basato sui tradizionali
dati macroeconomici (su cui sono calcolati i ratings creditizi) si integra con
valutazioni qualitative di probabilità di tensioni socio-politiche interne, di
conflitti armati, di adeguatezza del sistema legale. Vengono inseriti vari gradi
di flessibilità nelle decisioni di apertura assicurativa o restrizioni-chiusura. Si
richiedono al personale dedicato crescenti esperienze e capacità di valutazione
di operazioni complesse come il project financing. Anche sotto questo profilo
cresce la domanda da parte delle imprese di assistenza-consulenza finanziaria
rivolta alle banche, area in cui l’ICE sta sviluppando forme di accordi
operativi con grandi e medie banche per facilitare l’incontro tra domanda e
offerta tramite carte di servizi e strumenti equivalenti.
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SIMEST
Simest è la finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane
all’estero ed è stata istituita come società per azioni nel 1990 (Legge n° 100
del 24.4.1990) dal Governo Italiano che detiene il 76% del pacchetto azionario,
e da banche, associazioni imprenditoriali e di categoria. La SIMEST è stata
creata per promuovere il processo di internazionalizzazione delle imprese
italiane ed assistere gli imprenditori nelle loro attività all’estero e pertanto:
1. per gli investimenti all’estero:
¾ sottoscrive fino al 25% del capitale delle società estere partecipate
da imprese italiane;
¾ agevola il finanziamento di quote sottoscritte dal partner italiano
in società o imprese all’estero;
¾ gestisce fondi di Venture Capital;
2. per gli scambi commerciali:
¾ agevola crediti all’esportazione;
¾ finanzia studi di prefattibilità, fattibilità e programmi di assistenza
tecnica;
¾ finanzia programmi di penetrazione commerciale;
¾ finanzia spese di partecipazione a gare internazionali.
SIMEST inoltre fornisce servizi di assistenza e consulenza per tutte le fasi
dell’avvio e della realizzazione di investimenti all’estero; è membro
dell’INTERACT-EDFI, l’associazione europea delle finanziarie di sviluppo,
ed è in grado di attivare una fitta rete di relazioni e informazioni in Italia, nel
mondo e presso le istituzioni internazionali (in particolare, con l’UE), da
mettere a disposizione delle imprese italiane per le loro attività all’estero.
Per quanto concerne la costituzione di imprese all’estero, gli interventi di
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SIMEST sono rivolti prevalentemente a quei paesi che abbiano adottato
normative di salvaguardia degli investimenti esteri o, quantomeno, siano
firmatari di accordi con il Governo italiano o con organizzazioni
internazionali, destinati alla protezione degli investimenti esteri. Negli
investimenti, SIMEST dà pertanto preferenza ai Paesi:
¾ le cui tradizioni, cultura e legami etnici generino un clima
particolarmente favorevole agli investimenti italiani;
¾ che presentino una particolare rilevanza geopolitica per
l’internazionalizzazione del "sistema Italia".
Le operazioni di credito all’esportazioni accolte dalla SIMEST sono cresciute
a tassi superiori al 40 %, sia pure con una forte variabilità di ammontare dei
singoli smobilizzi di crediti fornitori (realizzati prevalentemente tramite
forfaiters) e dei singoli finanziamenti di credito acquirente a medio-lungo
termine per infrastrutture e impianti. Si registra un calo tendenziale
nell’utilizzo dei programmi di penetrazione commerciale (L.394/81) e degli
studi di fattibilità e prefattibilità (D.Lgs. 143/98), fenomeno forse imputabile
al maggior orientamento delle imprese verso altre operazioni di
internazionalizzazione tramite investimento diretto produttivo. Su queste
operazioni agevolate, regolate dalla L. 100/90 e L. 19/91 e relativi
aggiornamenti, SIMEST entra con partecipazione al capitale di rischio fino al
25 %, estendibile al 49 % con i Fondi di “Venture Capital” che dal 2004 sono
disponibili per operazioni in mercati come Europa CentroOrientale, Balcani,
CSI
2
, Mediterraneo, Africa, Cina, America Latina. Dal 1° gennaio 2007
un’utile innovazione ha permesso l’utilizzo di un unico Fondo di Venture
Capital, ottimizzando così il suo utilizzo sulle diverse aree.
2
La Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) consiste in 12 dei 15 stati dell’ex Unione Sovietica ed è stata
creata con lo scopo di sostituire la precedente Unione con una più limitata forma di associazione che
lasciasse maggiore indipendenza alle singole repubbliche.
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INFORMEST
Informest, Centro di Servizi e Documentazione per la Cooperazione
Economica Internazionale, è una struttura pubblica senza fini di lucro creata
con la Legge 9/1/91 n.19 per offrire agli operatori del mercato servizi
informativi, documentazione, formazione, assistenza e consulenza sui Paesi
dell'Europa centro e sud orientale, la Russia e la CSI, la Cina e l'Asia
orientale. I Paesi di riferimento di Informest sono 31.
I soci fondatori di Informest sono:
ξ regione Friuli Venezia Giulia;
ξ regione Veneto;
ξ ICE.
Un breve Riquadro prende spunto da uno studio che sta svolgendo l’ICE con
l’ufficio del Direttore Esecutivo per l’Italia presso la Banca Mondiale, in cui
si documenta la tendenziale perdita di quota dell’Italia sui contratti alimentati
dal procurement della Banca stessa, solo in parte giustificabile con la
contemporanea perdita di quota dei contratti dei paesi G7 a favore di alcuni
concorrenti emergenti, principalmente i cosiddetti BRICs (Brasile, Russia,
India, Cina)
3
. L’analisi delle cause di tali tendenze (processi inefficienti di
procurement o specifiche criticità dell’Italia in questi processi complessi) è
ancora in corso.
3
In realtà l’acronimo BRIC fa riferimento ad una tesi proposta dall’economista Jim O’Neill, della Goldman
Sachs, secondo cui il potenziale economico del Brasile, della Russia, dell’India e della Cina potrebbe
divenire nell’arco dei prossimi anni tra i più forti. Tale tesi riconosce infatti una spiccata propensione di
questi Paesi verso un capitalismo globale. In quest’ottica Cina e India sarebbero leader rispettivamente nella
produzione di manufatti e servizi, mentre Brasile e Russia diverrebbero molto forti nella fornitura di materie
prime, andando a creare una super potenza economica tranquillamente in grado di eliminare la potenza
dell’odierno G-8.
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MINISTERO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE
Il Ministero del Commercio Internazionale
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, nato all’inizio della legislatura
dallo scorporo dell’Area Internazionalizzazione del Ministero delle Attività
Produttive (a sua volta divenuto Ministero dello Sviluppo Economico) ad un
anno dalla nascita ha completato la propria riorganizzazione, definendo di
pari passo le priorità del suo nuovo ruolo.
Tale ruolo porta ad un rafforzamento dei compiti di indirizzo e di
coordinamento nazionale della politica economica con l’estero, che trova la
prima concretizzazione nel documento di indirizzo contenente le priorità
politiche del Ministero
e che stabilisce, tra l’altro, che le Linee Direttrici per
l’attività promozionale fino ad oggi emanate su base annuale, abbiano un
orizzonte temporale triennale, in modo da assicurare maggiore continuità ed
incisività alle azioni di sistema sui mercati esteri.
In particolare, le nuove Linee direttrici dell’attività promozionale 2008-2010,
recentemente emanate, individuano i seguenti punti:
1. strategie geografiche differenziate per:
ξ mercati tradizionali destinatari della quota principale del nostro export;
ξ mercati vicini (Mediterraneo e Balcani, con particolare attenzione per
la Turchia);
ξ grandi economie emergenti (Paesi BRIC);
ξ nuovi mercati strategici e ad alto potenziale di sviluppo (Paesi del
Golfo, Paesi produttori di materie prime energetiche dell’Area
Caucaso/Asia centrale, quali Azerbaijan, Kazakhstan; Sud Africa ecc.);
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Il Ministero ha le seguenti attribuzioni: promozione delle politiche per la competitività internazionale e lo
sviluppo economico del sistema produttivo nazionale; promozione degli interessi del sistema produttivo del Paese
presso le istituzioni internazionali e comunitarie di settore in coordinamento con il Dipartimento per le Politiche
Comunitarie; definizione delle strategie e degli interventi della politica commerciale e promozionale con l’estero;
individuazione delle strategie per il miglioramento della competitività del Paese, al livello internazionale, e per la
promozione della trasparenza e dell’efficacia della concorrenza nei settori produttivi, collaborando con le altre
amministrazioni all’attuazione di tali orientamenti. (si veda decreto legge 18 maggio 2006, n. 181 convertito con
legge 17 luglio 2006 n. 233 e decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300).
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2. strategie settoriali articolate in:
ξ comparti dei settori tradizionali (le cosiddette “quattro a”, automazione,
abbigliamento, arredamento ed alimentare) per i quali si evidenziano
previsioni di crescita più sostenuta;
ξ settori focus che presentano notevoli potenzialità di espansione (quali
cosmetica, farmaceutico, diagnostica/biomedicale, audiovisivo e
cinema, nautica, impiantistica, infrastrutture e logistica);
ξ distribuzione e commercializzazione dei prodotti (con particolare
attenzione alle diverse forme, quali GDO, franchising, accordi con
importatori e traders esteri);
ξ contract ovvero azioni a sostegno dello sviluppo di aggregazioni di
filiera made in Italy per il conseguimento di appalti all’estero e lo
sviluppo di soluzioni “chiavi in mano” di opere (dalla progettazione,
alla realizzazione concreta, alla fornitura di beni e servizi);
ξ imprenditoria femminile
5
;
3. strategie di sistema che mirano a rafforzare i rapporti ed il
coordinamento con tutti i soggetti pubblici o che operano nel contesto
del sostegno all’internazionalizzazione con il supporto pubblico (es. le
“missioni di sistema”
nelle quali in futuro ci sarà un maggiore
coinvolgimento delle Regioni);
4. strategie operative che mirano a rafforzare il sostegno alle imprese in
termini di rispondenza e di adeguatezza alle loro necessità. In questo
ambito, oltre agli strumenti operativi esistenti che consentono il co-
finanziamento di progetti di partenariato con associazioni di categoria,
con regioni, con aggregazione di imprese ecc, si ribadisce l’importanza
di dare maggiore sistematicità e qualità al monitoraggio ex-post delle
iniziative promozionali, al fine di valutarne l’impatto.
5
Dai primi mesi del 2007 è stato attivato un ampio filone di sostegno all’internazionalizzazione dell’imprenditoria
femminile e alla creazione di network internazionali tra imprenditrici che ha visto l’organizzazione del Primo
“Italian Forum for Women Entrepreneurs” dedicato all’area Mediterraneo, Medio oriente e Golfo, a marzo a
Milano, al quale hanno partecipato più di 200 imprenditrici italiane e circa 250 imprenditrici di 18 Paesi dell’area.