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UNIVERSITA' VITA-SALUTE SAN RAFFAELE
Facoltà di Psicologia
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Elaborato finale di: Marcella Cometti Relatore: Massimo Donelli
STRISCIA LA NOTIZIA:
INFORMAZIONE, CONTROINFORMAZIONE E SATIRA NEL
“TELEGIORNALE” PIU’ VISTO D’ITALIA
La prima puntata di Striscia la notizia va in onda su Italia 1, il 7 novembre
1988, con la doppia conduzione che continuerà a caratterizzare il programma,
secondo una formula che non subirà variazioni di rilievo per 10 anni: la parodia di un
telegiornale, con tutti i suoi elementi tipici del varietà.
Fin dai primi anni, Striscia la notizia inizia a sbilanciarsi verso un compito
informativo vero e proprio e tende a passare dalla parodia dell’informazione
“tradizionale”, a un lavoro di ricerca delle notizie effettuato in modo autonomo.
Il programma di Antonio Ricci, per quanto riguarda la scelta delle notizie, si
comporta in modo del tutto differente rispetto ai telegiornali. Perché Striscia la
notizia, più che selezionare le notizie, le va a cercare (significativo il caso dello
scandalo scoppiato intorno alle attività della tele-venditrice Wanna Marchi).
A volte il punto di partenza è rappresentato da fatti che vengono a malapena
sfiorati dall’informazione ufficiale. Nella stagione ‘94/’95 la partenza di Striscia la
notizia viene spostata in avanti di 5 minuti rispetto all’anno precedente (dalle 20:25
alle 20:30); il programma va in onda per 15 minuti, dalle 20:30 alle 20:45.
E’ un anno di significativa crescita: Striscia la notizia raggiunge in media il
24,1% di share, una soglia sotto la quale non scenderà più nel corso degli anni
successivi, segnando una crescita costante: il 27.1% nella stagione ’95-’96, il 29.2%
nel ’96-’97, il 30.7% nel ’97-’98, un lieve indietreggiamento nelle stagioni ’98-’99
(28.2%) e ’99-2000 (29.6%), una forte ripresa nel 2000-2001 (32.9%), nel 2001-
2002 (32.8%) e nel 2002-2003 (32.9%), ancora un calo nelle stagioni 2003-2004
(27.4%) e 2004-2005 (25.1%), per poi riassestarsi stabilmente su un trend
sostanzialmente omogeneo nelle ultime cinque stagioni. In anticipo sui tempi, Ricci
intuisce che la figura dello spettatore-fruitore-consumatore del mezzo televisivo va
mutando e trasformandosi in maniera radicale. L’esigenza è quella di creare un
format in grado di mettere al centro un consumatore sempre più selettivo, portato ad
essere infedele a causa dell’ampiezza della scelta che gli si prospetta.
Fondendo abilmente il linguaggio informativo e il linguaggio della satira, Ricci
crea uno strumento nuovo, moderno, accattivante e diretto.
Il suo slogan è la bandiera della trasmissione, e incarna alla perfezione la
filosofia di Striscia: “Tutta la tv è un grande falso, una grande menzogna. Tutto è
enfasi, retorica, finzione”.
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UNIVERSITA' VITA-SALUTE SAN RAFFAELE
Facoltà di Psicologia
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Elaborato finale di: Marcella Cometti Relatore: Massimo Donelli
STRISCIA LA NOTIZIA:
INFORMATION, INFORMATION AGAINST AND SATIRE IN THE
"TELEVISION NEWS" MOST SEEN IN ITALY
The first episode of Striscia la notizia was on the air on Italia1, on the 7
November of 1988, with the double run that continue to characterize the program,
according to a formula that will not undergo major changes for 10 years: a parody of
a television news, with its variety typical elements.
Since the early years, the news begins to overreach Striscia la notizia to a task
information itself and tends to pass from the parody of the "traditional" information,
to a news research carried out in a totally indipendent way.
The tv show of Antonio Ricci, regarding the choice of the news, behaves in a
completely different way than traditional news. It happen because Striscia la Notizia,
more than selecting the news, goes in search of them (the scandal about the activities
of the tele-selling Wanna Marchi is very remarkable).
Sometimes the starting point is represented by facts that are barely touched by
information officer. In the season '94 / '95 the start of Striscia is moved forward by
five minutes over the previous year (from 20:25 to 20:30), the programme go to air
for 15 minutes, from 20:30 to 20:45.
It’s a year of significant growth: Striscia la notizia reached on average 24.1%
share, a threshold below which no more will come over the following years, marking
a steady growth: 27.1% in the year '95-' 96, the 29.2% in '96-'97, 30.7% in '97-'98, a
slight backtracking seasons in '98-'99 (28.2%) and '99-2000 (29.6%), a strong
recovery in 2000-2001 (32.9%) in 2001-2002 (32.8%) and 2002-2003 (32.9%), still a
drop in the seasons 2003 to 2004 (27.4%) and 2004-2005 (25.1%), and then settle
again stably on a substantially uniform trend in the last five seasons. Ahead of time,
Ricci understands that the figure of the spectator-viewer consumer of television is
changing radically. The need is to create a format that can put at the center a
consumer more and more selective, leaded to be unfaithful by the breadth of choice
that lie ahead.
Melting the information language and the language of satire, Ricci creates a
brand new, modern, engaging and direct tool.
Its slogan is the flag of the show, and perfectly embodies the philosophy of
Striscia: "All television is a big fake, a big lie. Everything is emphasis, rhetoric,
fiction".
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1. INTRODUZIONE
1.1 La storia di Striscia la notizia: la fusione nel medium tv di
informazione e controinformazione
“Tentiamo l’impossibile: battere la comicità di Bruno Vespa”: maestro del
paradosso e abilissimo tessitore di formule iperboliche votate all’ironia e alla satira,
Antonio Ricci, il 7 novembre 1988 lancia così la sua ultima creatura televisiva.
Nasce Striscia la notizia, telegiornale satirico, in onda nella sua prima edizione tutte
le sere per 15 minuti su Italia 1.
Come indica chiaramente il suo nome, una “striscia informativa” quotidiana
che non fa fatica ad imporsi all’attenzione del pubblico, planando come un Ufo nel
mezzo di un panorama televisivo mediamente incapace di grandi sobbalzi di novità,
soprattutto col vantaggio di offrire un format del tutto originale, che mescola
abilmente informazione e intrattenimento.
Dall’11 dicembre 1989 Striscia la notizia si trasferisce su Canale 5 e, da quel
momento, colleziona una serie ininterrotta di successi di ascolto e di critica,
conquistando puntualmente il primato dell’Auditel in una fascia oraria estremamente
ghiotta anche per gli investitori pubblicitari, a cavallo fra la fine dei tg “classici” e
l’inizio del “prime time” serale.
Nonostante la fortuna e la longevità, Striscia la notizia non è mai stata oggetto di
una riflessione più ampia di quella condotta da critici e commentatori sulla stampa
quotidiana e periodica.
Il tutto è dovuto forse al fatto che gli studiosi siano stati ingannati dalla
“leggerezza” di Striscia la notizia, dal suo nascondere un discorso raffinato sulla
natura della televisione in un programma fatto di scherzi, parodie, battute e belle
ragazze, di solo materiale apparentemente “basso” e per di più premiato dal successo
del pubblico.
Facendo leva sulla sua ascesa costante e nonostante l’omologazione dell’offerta
dell’informazione televisiva italiana, Striscia la notizia - ibrido nella forma e nei
contenuti - si offre come ultimo baluardo della verità televisiva.
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Il programma di Antonio Ricci si propone come irriverente voce della verità,
pronta a far emergere la realtà che di solito non si vede e che normalmente viene
nascosta, capace di ricucire quel legame tra notizia e fatto reale che negli ultimi anni
sembra essersi spezzato all’interno dell’informazione televisiva.
La prima puntata di Striscia la notizia va dunque in onda su Italia 1, il 7
novembre 1988, con la doppia conduzione che continuerà a caratterizzare il
programma, secondo una formula che non subirà in sostanza variazioni di rilievo per
10 anni: la parodia di un telegiornale, con tutti i suoi elementi tipici del varietà.
Il primo ciclo di Striscia la notizia si conclude dopo 30 puntate il 16 dicembre
1988. Il programma, come si è detto, nasce dall’unione tra una parodia del
telegiornale e elementi del varietà, che in alcune edizioni prendono in maniera decisa
il sopravvento sulle notizie (il discorso vale soprattutto per la stagione 1991-92 con
Vastano e per le edizioni condotte da Gnocchi e Solenghi nelle stagioni 1996-97 e
1997-98, in cui la parodia della Tv, dei suoi testi e dei suoi generi costituisce un
elemento spettacolare che diventa sempre più importante, a scapito di notizie e
servizi).
Fin dai primi anni, tuttavia, Striscia la notizia inizia a sbilanciarsi verso un
compito informativo vero e proprio e tende a passare dalla parodia dell’informazione
“tradizionale”, che vive su questa in modo parassitario, a un lavoro di ricerca delle
notizie effettuato in modo autonomo e ragionato.
Uno dei punti di forza di Striscia la notizia consiste nel sostenere che, al suo
interno, si può trovare tutto ciò che gli altri telegiornali non dicono. Questa
vocazione originaria alla controinformazione diventa sempre più consapevole
(Antonio Ricci: “Fare satira di riporto, andare a proporre parodie del mondo che ci
circonda non paga più. La notizia va cercata, fatta nascere”)
1
.
Sul piano dei contenuti aumenta progressivamente la capacità di Striscia la notizia
di sostituire la rivisitazione parodistica dell’informazione data dalle altre testate con
notizie di prima mano e, talvolta, dagli effetti dirompenti e con la capacità di “essere
sul posto” prima dei telegiornali.
Alcuni casi tra i più clamorosi: il 28 aprile 1992, appena esplosa Tangentopoli, il
Gabibbo arriva prima dei Carabinieri nella casa di Matteo Carriera, presidente
1
Cfr. Antonio Ricci, La satira? “Striscia” su Canale 5, in “Il Messaggero”, 24 ottobre 1994.
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socialista dell’Ipab, che sta per essere arrestato; il 25 novembre 1994, Striscia la
notizia trasmette un fuori onda (efficace strumento di controinformazione nella storia
della trasmissione) che rischia di provocare una crisi di Governo, in cui Buttiglione -
allora segretario del Ppi - cerca accordi con il portavoce di Forza Italia Tajani. La
crisi di Governo viene evitata, ma l’accordo si realizza puntualmente alle successive
elezioni regionali del marzo 1995.
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La controinformazione è probabilmente la caratteristica di Striscia la notizia più
nota al pubblico, quella con cui ormai il programma si identifica, a tal punto che il
Gabibbo viene chiamato da chiunque voglia evidenziare un’ingiustizia subìta.
Si tratta senza dubbio di una scelta forte che viene presa da parte di Striscia la
notizia, ma non è l’obiettivo principale: non è ciò che anima al fondo i suoi autori.
Indubbiamente c’è il desiderio di smascherare i torti dei potenti e di trasmettere al
pubblico ciò che gli altri mezzi di informazione cercano di nascondere, ma quello
che si vuole colpire è proprio il sistema dell’informazione e con esso, quindi, l’intero
sistema televisivo.
Da qui nasce quindi l’esigenza di denominare diversamente le edizioni di Striscia:
La voce di Striscia
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1988: Giornale radio
1989-90: la voce dell’innocenza
1990-91: la voce dell’incoscienza
1991-92: la voce dell’impotenza
1992-93: la voce dell’incontinenza
1993-94: la voce dell’intenza
1994-95: la voce dell’insistenza
1995-96: la voce dell’impenitenza
1996-97: la voce dell’incandescenza
1997-98: la voce dell’insorgenza
1998-99: la voce dell’inavvertenza
1999-00: la voce dell’interferenza
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Cfr. Silvia Giudici, Striscia la notizia. Molto vista e poco studiata, in “Problemi dell’informazione”, settembre
1998.
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Cfr. www.striscialanotizia.mediaset.it
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2000-01: la voce dell’imprudenza
2001-02: la voce dell’insolenza
2002-03: la voce della differenza
2003-04: la voce della renitenza
2004-05: la voce dell’indipendenza
2005-06: la voce della divergenza
2006-07: la voce della turbolenza
2007-08: la voce della persistenza
2008-09: la voce della supplenza
2009-10: la voce dell’influenza
La controinformazione, dunque, interessa soprattutto perché insegna a diffidare
dei telegiornali e della Tv, mostrandone silenzi e omissioni. “Sempre più Striscia
contro informa - spiega Ricci già nel 1995 - anche se continuo a ritenere la
controinformazione un obiettivo secondario. E’ solo uno dei mezzi per svelare le
finzioni del linguaggio televisivo. Noi abbiamo un solo fine: instillare il dubbio,
dimostrare che la televisione non è la bocca della verità bensì uno strumento del falso
e, nel migliore dei casi, del verosimile”.
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Ecco illustrato quindi lo scopo dello stesso Ricci: “Lo ammetto, faccio una Tv
pedagogica, per insegnare quello che la scuola non insegna: a diffidare di tutto quello
che si vede in Tv. E’ tutto falso, dai quiz alla politica, dai casi umani ai telegiornali
naturalmente, compreso Striscia, che però lo fa capire apertamente”.
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Contro i sostenitori della funzione sociale della Tv, Ricci sostiene che “la Tv ha
una sola funzione socialmente utile, quella di liberare la gente da un bel po’ di figuri
pericolosi, maniaci, depravati, narcisisti. Tutta la Tv è un grande falso, una grande
menzogna. Tutto è enfasi, retorica, finzione. In Tv non vedi mai quello che pensi di
vedere ma quello che decidono di farti credere”.
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4
Cfr. Antonio Ricci, Potenti, in guardia: Striscia l’Italia, in “Panorama”, 24 novembre 1995.
5
Cfr. Antonio Ricci, Meglio il Gabibbo di Silvio, in “La Repubblica”, 13 ottobre 1995.
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Cfr. Antonio Ricci, La Tv è finzione ma l’imbroglio non ha attenuanti, in “La Repubblica”, 6 gennaio 1995.
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“Il nostro lavoro è lo smontaggio: noi lavoriamo su questo: smontare i
meccanismi. Fare in modo che la gente capisca che, guardando la Tv, non sta di
fronte alla bocca della verità, anzi è nella tana del falso”.
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In questo progetto “pedagogico” di demolizione della credibilità da parte della Tv
rientra anche la ricerca, da parte di Striscia la notizia, di strumenti di intervento
attivo che lo spettatore ha a disposizione, in modo da poter favorire l’aumento del
suo senso critico. Ne sono un esempio il numero verde SOS Gabibbo e i siti Internet
di Striscia la notizia e Mediaset.
L’opera di controinformazione è diretta a mostrare al pubblico ciò che è stato
omesso dai telegiornali e la denuncia dei falsi dell’informazione e degli errori
commessi da parte dei giornalisti ne mette in dubbio la preparazione e la
professionalità o almeno, nel migliore dei casi, avverte di non credere poi così
facilmente a quello che ci dicono.
Ma il lavoro di “smontaggio” della finzione televisiva non colpisce solo
l’informazione: tutta la televisione viene infatti sottoposta al vaglio della redazione e
del pubblico, che scoprono errori, falsi televisivi clamorosi e casi di pubblicità
occulta.
Il primo scoop di Striscia la notizia riguarda proprio una truffa televisiva: il 3
marzo 1990 vengono anticipati i primi tre classificati al Festival di San Remo, con un
seguito di forti polemiche e un’iniziativa legale di Johnny Dorelli, che presentava
quell’edizione. Innumerevoli i falsi televisivi denunciati (tra gli altri, per la Rai:
“Numero Uno”, “Domenica In”, “Scommettiamo che”, “In Famiglia”, “Linea Verde”
e ancora il Festival di San Remo; per le reti Fininvest: “Buona Domenica”, “La ruota
della fortuna”, “La stangata”) e i casi di pubblicità occulta (le denunce contro la serie
“Pazza famiglia” e contro “Numero Uno” provocheranno scontri duri con Baudo e
Montesano: altre trasmissioni incriminate sono “Parlato semplice”, “Un commissario
a Roma”, “Il maresciallo Rocca”; viene denunciata, infine, l’onnipresenza di due
sponsor in Tv ovvero di Fs e Telecom).
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Cfr. Antonio Ricci, Io, il Gabibbo e l’Ulivo, in “Il Corriere della Sera”, 16 marzo 1996.
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Cfr. Silvia Giudici, Striscia la notizia. Molto vista e poco studiata, in “Problemi dell’informazione”, settembre
1998.