5
Introduzione
Il presente lavoro prende in esame i toponimi ufficiali di otto comuni della bassa Valle
Camonica con l obiettivo di ricostruirne, laddove possibile, la storia e il significato originario e
di classificarli sulla base di due criteri: stratigrafico e tipologico.
La ricerca si Ł dunque sviluppata in due principali fasi:
- la raccolta dei nomi locali, effettuata perlopiø attraverso lo spoglio delle tavolette dell Istituto
Geografico Militare (IGM) e della carta Kompass relative al territorio in questione, e la ricerca
delle corrispettive forme dialettali, tramite apposite inchieste;
- l attenta analisi di ogni occorrenza al fine di evidenziarne un etimologia chiara, convincente e
scientificamente fondata. Questo studio Ł stato possibile in particolar modo grazie al confronto
sistematico con altri repertori toponimici, in primis G.B. Pellegrini (1990a) e il dizionario UTET
(1990), ma, per lo specifico della toponomastica lombarda, anche Gnaga (1937), Olivieri
(1961), Boselli (1990), Bracchi (2008) e molti altri.
Il lavoro di raccolta e l indagine stratigrafico-tipologica, hanno cos permesso di disporre di un
corpus rappresentativo sulla base del quale tracciare successivamente un quadro generale e
sviluppare alcune considerazioni riguardanti:
- gli strati piø frequenti a cui ricondurre l etimo dei toponimi;
- le modalit piø utilizzate nella formazione dei n omi di luogo;
- l aspetto linguistico di alcune occorrenze, per esempio dei toponimi gi esplicitamente
dialettali nella forma ufficiale e dei composti.
6
Capitolo 1
IL TOPONIMO NEI SUOI RAPPORTI CON IL SISTEMA
LINGUISTICO E CON IL TERRITORIO
Il toponimo (dal greco τόπος luogo , paese ) o nome di luogo Ł un segno lingu istico
particolare, individuale e identificante, che, a differenza di un qualsiasi nome comune, Ł
costituito dal solo significante ed Ł privo di significato o meglio significa per se stesso 1. Se un
appellativo pu infatti riferirsi a una molteplicit di referenti (es. tutti i cani), l espressione
fonica di un nome locale non rimanda all immagine psichica (significato) di un oggetto (es.
casa), di un concetto (es. amicizia) o di un azione (es. correre), ma serve ad identificare
esclusivamente un entit geografica ben precisa 2, sia essa una citt , un paese, una localit , un
fiume, un lago, ecc. Tale funzione individuante Ł condivisa con gli antroponimi3 (un
sottogruppo dei nomi propri, come i nomi di luogo), che a loro volta designano una singola
persona con il suo bagaglio di caratteristiche fisiche e psicologiche. Sia i nomi di persona che
quelli di luogo, nella gerarchia dei messaggi trasmessi dall uomo, non riecheggiano uno stadio
rudimentale del linguaggio4, bens costituiscono un segno di progresso, in quanto riassumono in
sØ tutte le specializzazioni atte a caratterizzare in modo peculiare il referente. Entrambi
instaurano dunque tra segno linguistico e referente un rapporto arbitrario del tutto dipendente
dalla fantasia dell onomaturgo e supplementare a quello gi esistente in genere tra significante e
significato. Tuttavia, a differenza degli antroponimi che, dipendendo normalmente dalla volont
dei genitori5, non instaurano mai diretti rapporti con la persona designata, i toponimi dimostrano
di avere spesso un rapporto logico con la localit alla quale fanno riferimento. Molte volte,
infatti, alludono, in maniera diretta o metaforica, alle caratteristiche fisiche (Costa, Sabbionera,
Terrerosse ), alla flora ( Castagna, Fico ), alla fauna ( Volpino ) o alle attivit produttive
(Calchera, Follo ) di un area. Tale relazione non Ł comunque un requisito indispensabile per
1
Pellegrini 1990a, p. 2. Si fa in generale riferimento al triangolo semiotico postulato da Peirce e all insegnamento
di De Saussure (Corso di linguistica generale, 1916), per il quale il segno linguistico Ł sempre costituito da due
facce inscindibili, significante e significato.
2
Bonfadini 2004, p. 32.
3
Vedi in Dal Negro 81 il richiamo a Jakobson, 1985, The fundamental and specific characteristics of human
language, in Roman Jakobson. Selected Writings VII , a cur a di Rudy S., Berlin/New York/Amsterdam, Mouton,
pp. 93-97. Per Jakobson l antroponimo Ł caratterizzato da una sorta di circolarit ( Jerry significa qualcuno
chiamato Jerry ), implica cioŁ una referenza al codice.
4
Come qualcuno aveva pensato, evidenziando la mancata capacit di astrazione e di generalizzazione che
obbligherebbe l uomo a rivolgersi ad una qualunque entit o persona con un nome separato (Doria 1981, p. 52).
5
Guidati a loro volta dalla fantasia o da motivazioni psicologiche e socio-culturali.
7
il nome locale (si pensi agli antropotoponimi o agli agiotoponimi) ed Ł anzi un aspetto che,
seppur presente al momento della coniazione, tende a perdersi in diacronia, quando cioŁ, col
passare del tempo, il significante subisce modifiche che lo fanno diventare una specie di
cartellino opaco, non piø immediatamente riconosc ibile. E questa perdita di trasparenza si
verifica, lo ribadiamo, nonostante (..) nel moment o in cui l oggetto geografico ha ricevuto una
denominazione, vale a dire l etimo, ( ) l immagine che esso ha suscitato nel legislatore del
linguaggio ( ) [sia] stata ( ) espressa da un nome comune comprensibile alla comunit dei
parlanti 6. L eventuale motivazione concreta che pu spiegare l origine di un toponimo si perde
quindi il piø delle volte con il trascorrere del tempo; la prova della mancata consapevolezza del
significato di un toponimo sta in tutti quei nomi locali che costituiscono delle vere e proprie
tautologie, ad esempio Bosco del Gas (< long. *gahagi recinto poi terreno bandito, bosco
riservato ).
Un requisito invece assolutamente necessario affinchØ un nome di luogo venga considerato tale,
e non alla stregua di una semplice creazione del singolo, Ł che sia condiviso da una comunit di
parlanti, o perlomeno da una sua fetta consistente, agli occhi della quale ricopra la funzione
identificativa che gli spetta. Un segno toponimico, infatti, vale innanzitutto per la specifica
collettivit che vive a contatto con l entit geogr afica designata e poco importa se viene poi
replicato in quanto tipo lessicale (es. le tante occorrenze di Ronco nell Italia Settentrionale si
riferiscono ogni volta ad un singolo preciso terreno dissodato o coltivato in collina).
Un toponimo Ł come un etichetta dalla doppia personalit , a due facce , in quanto Ł portato,
da una parte, alla conservazione pressochØ intatta del significante e, dall altra parte, a subire una
serie di cambiamenti improvvisi o una definitiva scomparsa. In primo luogo, infatti, dimostra di
avere una longevit di gran lunga superiore a quell a di una qualunque altra parola e tale da
sopravvivere alla sparizione stessa della lingua all interno della quale Ł nato o di altre
succedutesi sul territorio nel corso dei secoli e dei millenni (pensiamo alla resistenza di Verona,
di probabile origine etrusco-retica o a Mediolanum e a Brixia, che i Romani hanno ereditato dai
Celti). In questi casi si osserva la tendenza generale secondo cui i nuovi popoli comprendono
che, anche solo per comodit di trasmissione del me ssaggio, Ł meglio lasciare certe entit
geografiche col loro nome originario, legato al territorio che sta subendo s delle modifiche, ma
da un punto di vista esclusivamente politico-amministrativo.
Inoltre un nome locale si mantiene indenne pure da una serie di mutamenti linguistici subiti da
altre parole grammaticalmente simili, e questo in virtø della particolare posizione occupata
6
Pellegrini 1981, p. 19.
8
all interno del sistema linguistico. In quanto simbolo denotativo7 individuante non si lascia
influenzare dagli altri significanti del sistema linguistico al quale appartiene o di altri sistemi ad
esso affini, risultando quasi del tutto privo di rapporti paradigmatici e non subendo pressioni,
quali ad esempio l analogia; cos , per il mancato inserimento in un associazione paradigmatica
viva, pu conservare con piø facilit e quasi cong elare tratti dialettali antichi. Si arriva ad un
minimo di integrazione nel sistema lessicale di una lingua data e al massimo dell arbitrariet
linguistica, arbitrariet ( ) [che non Ł piø solo q uella normale ] tra significante e
significato , ma anche nel senso di isolamento tot ale del segno da altri segni del sistema 8,
soprattutto dal lato del significato.
La resistenza nel tempo del toponimo, per , corre p arallela ad una perdita di trasparenza dello
stesso in rapporto al luogo designato; come anticipavamo, quella che potremmo considerare
sotto certi aspetti una condizione di imperturbabilit , Ł in realt minacciata da una serie di
mutamenti formali, di solito fonetici, piø o meno capricciosi (metatesi, epitesi, epentesi,
assimilazione e dissimilazione a distanza) cui un appellativo ben integrato nel sistema sfugge
piø facilmente. La libert dai legami paradigmatici che assicura al nome locale durevolezza, allo
stesso tempo lo rende proclive a subire degli storpiamenti. Talvolta sono i cartografi, ma di
recente anche gli speaker di radio e televisioni, che, non avendo adeguate conoscenze
linguistiche, modificano pronuncia, accentazione e struttura di un nome locale, contribuendo,
visto l ampio pubblico con il quale si rapportano, a definitivi travisamenti. Un ulteriore
minaccia all integrit del toponimo deriva dal mecc anismo della paraetimologia o etimologia
popolare : se l espressione fonica del nome di luog o Ł affine al significante di una parola
comune, pu essere erroneamente interpretata come u n derivato di quel termine piø familiare
(es. Monte Cervino < silvīnus Ł stato invece accostato a cervo) e addirittura modificata in virtø
di tale somiglianza (es. l oronimo Trentapassi (BS) < tre tap s tre cocuzzoli , letto come trØta
pas trenta passi ).
Un toponimo pu inoltre scomparire improvvisamente e questo perchØ sottost ad un fine
utilitaristico: l uomo tende a non prendere in considerazione ci che non gli serve 9 e di
conseguenza un luogo riceve un nome solo nel momento in cui viene visitato o sfruttato o
quando diventa un punto di riferimento familiare10 (proprio per questo il toponimo Ł una traccia
inconfondibile del tentativo delle persone di fare proprio, tramite un segno linguistico, il
7
Pellegrini 1981, p. 19.
8
Doria 1979, p. 39. Tale isolamento ha inoltre facilitato l aggregarsi dei tipi toponimici ad altre lingue, alla stregua
di veri e propri prestiti.
9
Si pensi, per esempio, alla scelta di dare un nome specifico solo alle erbe con uno spiccato livello di visibilit o
utili come alimento e farmaco, fenomeno normale nei dialetti.
10
Molte cime delle Alpi hanno ricevuto un nome solo recentemente, quando sono state scalate dagli alpinisti.
9
magmatico contesto 11 nel quale sono calate a vivere). I nomi locali, che aumentano in maniera
direttamente proporzionale all intensit con cui un ambiente Ł vissuto, nel momento in cui non
si frequenta piø una localit , vengono lentamente d imenticati. Essi vanno incontro ad un destino
simile a quello dei termini connessi con tecniche lavorative obsolete o mestieri arcaici, a loro
volta abbandonati insieme alle attivit che ne moti vavano l utilizzo e, anzi, sono ancora piø
esposti al rischio di cadere nel dimenticatoio, perchØ riferiti ad una realt unica. Si pensi ai
boschi, alle localit di montagna o di campagna, co ntesti un tempo assai piø vissuti e quindi
ricchi, ad ogni angolo, di designazioni toponimiche specifiche; in seguito all abbandono di
quegli ambienti, anche molti nomi locali, soprattutto microtoponimi, sono svaniti o rimasti vivi
esclusivamente nella memoria e nei racconti degli anziani.
Sotto la qualifica generale di toponimo si raccol gono in verit nomi di luogo diversi,
classificabili perlopiø in base a due criteri12:
A- storico-stratigrafico;
B- tipologico.
A- Il primo parametro si focalizza sullo strato linguistico d origine di un toponimo e dato che
negli ultimi tre millenni si sono succedute nella nostra Penisola numerose popolazioni,
possiamo distinguere i nomi locali in13:
1- pre-latini o delle lingue di sostrato, a loro volta divisibili tra mediterranei o preindoeuropei
(se legati, per esempio, a Reti, Liguri o Etruschi e dipendenti da basi quali *carra pietra , da
cui Crape, *mus(i)na sasseto , da cui Musna, ecc.)14 e prelatini indoeuropei se, per esempio per
l Italia settentrionale, di origine celtica (Magat < *magos campo, mercato ), venetica o
leponzia;
2- latini, la maggioranza, tra cui spiccano, oltre a tutti quelli che rientrano tra i geotoponimi, i
fitotoponimi, gli zootoponimi, ecc., i possibili continuatori di arcaismi (Interc sole ), di aggettivi
(Altissimo) oppure di voci che si riferiscono alle istituzioni e alle costruzioni tipiche del mondo
romano e medievale (toponimi istituzionali , quali Castrino < castrum);
3- post-latini, cioŁ in particolare arabi, slavi o germanici, questi ultimi con una rilevanza
notevole al Nord (Gas, Erbanno, ecc.).
11
Lurati 2004, p. 9.
12
La seguente classificazione non va considerata a compartimenti stagni, poichØ non solo un toponimo di etimo
dubbio pu appartenere ipoteticamente a diversi gru ppi, ma anche un nome locale dal significato trasparente Ł
comunque riconducibile sia ad uno strato linguistico che ad una categoria tipologica. Si tende dunque ad
evidenziare l aspetto del nome di luogo che maggiormente lo caratterizza (es. di un geonimo di origine prelatina
come LØa < *ligita melma dei fiumi , l appartenenza al sostrato celti co).
13
Per una trattazione piø dettagliata ed ulteriori esempi rimando rispettivamente ai paragrafi uno, due e tre del
quinto capitolo di questo lavoro.
14
Di seguito, tra parentesi, riporter esempi tratti perlopiø dal corpus analizzato.
10
Ricordiamo che non Ł detto che, pur in possesso di un etimo riconducibile ad un certo strato
linguistico, un toponimo sia prova certa della presenza di un popolo in un determinato territorio:
spesso, infatti, esso testimonia soltanto la diffusione come nome comune nelle parlate regionali
di un appellativo dall origine remota, utilizzabile quindi per designare un sito anche in tempi
recenti (es. i tanti Broletti della toponomastica urbana lombarda < celtico *brogilos frutteto ).
Un eccezione a questa norma Ł rappresentata dai pochi casi di quei toponimi definiti di
insediamento , perchØ immediatamente riconducibili ad usanze o istituti giuridici tipici di
particolari popolazioni 15, per es. il tipo sala frequente in varie zone d Italia16 (seppure al Sud in
maniera ridotta), che deriva dall appellativo longobardo *sala, in origine costruzione con un
solo grande vano , poi casa per la residenza padro nale nella curtis o per la raccolta delle derrate
dovute al padrone e, infine, casa di campagna (e s. Sala nelle province di BG, CO, PV, TV e
VE, Sala Bolognese (BO), Sala Comacina (CO), Sale Marasino (BS), Sala Rossa (AQ), Sala
Consilina (SA), ecc.)17.
B- Il criterio di classificazione tipologico, invece, Ł attento alle modalit di formazione dei
toponimi, indipendentemente dal loro strato linguistico originario, e permette di distinguere sei
sottogruppi principali18:
1- gli antropotoponimi, ovvero quei nomi locali che hanno origine da nomi propri, direttamente
(anche da cognomi o soprannomi, es. Scalvini, Pellalepre) o mediante particolari suffissi, come
nel caso dei prediali (Gianico, Terzano, ecc.). ¨ accertato che in ogni tempo il nome di persona
Ł stata la fonte di numerose designazioni locali e tale consuetudine si continua fino ai nostri
giorni ed Ł controllabile sotto i nostri occhi 19;
2- i geotoponimi, che continuano o derivano da appellativi che si riferiscono alla configurazione
del territorio in tutte le sue possibili sfaccettature, quali ad esempio la presenza di terreno
franoso (Rovina, Marochello), acqua (Moie) o avvallamenti (Valle), l altezza di un sito (ColmŁt)
o la sua conformazione pianeggiante (Piano, Tavole);
3- i fitotoponimi, ovvero i nomi locali originati dai nomi popolari della flora (alberi, arbusti,
erbe e ortaggi), es. BØdole, FrassinŁ, Paghere. Si tratta di una categoria toponimica importante
soprattutto al fine di conoscere la configurazione del paesaggio nel passato;
4- gli zootoponimi, derivati da nomi di animali (es. Cervera, Dosso Sparviero);
15
Bonfadini 2004, p. 34.
16
Quando non riconducibile ad altre radici, ad esempio il prelatino *sala acquitrino o il fitonimo latino sala sala
palustre (vedi Pellegrini 1990a, pp. 272-273 e 351; DT 562).
17
Cfr. DT 563.
18
Per ulteriori approfondimenti rimando rispettivamente ai paragrafi quattro, cinque, sei, sette, otto e nove del
quinto capitolo di questo lavoro.
19
Pellegrini 1981, p. 21.
11
5- i nomi locali legati alle attivit di intervento dell uomo sull ambiente (o ergologici) e
connessi all operare delle persone sul territorio con finalit di sostentamento, abitative o
produttive (es. Fornaci, Roccolo);
6- gli agiotoponimi, originati da nomi di santi (Sant Antonio , Santa Lucia, ecc.) e, in generale, i
nomi locali connessi con la sfera religiosa (es. Ab t , Pieve).
Va fatta poi un ulteriore distinzione terminologica all interno dei toponimi: i nomi di regioni,
strade e suddivisioni amministrative vengono infatti detti coronimi, quelli dei corsi d acqua
idronimi, quelli dei mari e dei laghi limnonimi e quelli dei monti oronimi. Gli idronimi
risalgono solitamente ad epoche remote, perchØ i fiumi erano utili per muoversi e per incontrarsi
gi nella preistoria; invece gli oronimi, ad eccezi one di quelli che designano catene di monti,
sono spesso piø recenti e trasparenti (prima della nascita dell alpinismo sportivo, le cime erano
luogo di nessun interesse per le popolazioni di montagna) e da essi trapelano due modi di
intendere i massicci rocciosi, cioŁ come ostacoli e sbarramenti o, viceversa, come fondamentali
punti di passaggio. Altri tipi di nomi locali sono:
- i toponimi urbani, riguardanti per l appunto la topografia di una citt , la sua struttura, i suoi
quartieri, reperiti specialmente nelle carte antiche (es. Zuecca, Giudec(c)a < iudaica quartiere
riservato agli Ebrei );
- i toponimi stradali e topografici, che rivelano per esempio interessanti tracce di antiche
distanze stradali tratte dalle pietre miliari (es. Terzo, Quarto, Quinto, Sesto, ecc.);
- gli etnici20, nel caso in cui i toponimi (soprattutto i coronimi) traggano spunto dai nomi di
popoli antichi (es. Valle Camonica e Val Trompia, rispettivamente dai Camunni e dai
Trumplini, che un tempo le abitavano).
Sulla base di un diverso criterio distintivo e cioŁ considerando insieme la fonte dalla quale
provengono i nomi locali e l ampiezza del territorio che essi designano, Ł invece possibile
isolare il gruppo specifico dei microtoponimi o toponimi minori : sono quelli che il piø delle
volte non compaiono sulle carte geografiche, ma che sono vivi soltanto nell uso orale (in una
veste linguistica innanzitutto, se non esclusivamente, dialettale) e che identificano realt
geografiche limitate (es. un piccolo prato, un boschetto, ecc.).
In generale la creazione dei toponimi, sebbene l universo dei nomi vada tenuto separato da
quello delle cose, rientra nell abituale pratica umana di culturizzazione della realt 21: il loro
20
L etno-onomastica Ł un settore intermedio (tra antroponimia e toponomastica) degli studi onomastici.
21
Lurati 2004, p. 9.
12
studio mette in relazione non tanto con il mondo concreto, quanto con la percezione di esso che
le persone hanno maturato. Tale atto creativo si sviluppa solitamente attraverso tre tappe22:
1- l onomaturgo concettualizza lo spazio per identificarlo, il piø delle volte in base ad un aspetto
caratteristico o al nome di un proprietario;
2- la scelta, cristallizzatasi in un nome, viene convenzionalizzata, diventa di pubblico dominio;
3- il toponimo perde trasparenza per motivi linguistici interni, linguistici esterni (es. pressioni
della lingua standard) e ambientali.
Un eccezione in tal senso Ł costituita da quei toponimi che nascono come copie di altri gi
esistenti tramite una sorta di trapianto , magari per il prestigio dell originale (es. i Loreto
discesi dal Loreto marchigiano, sede di un famoso santuario)23. Ogni toponimo, inoltre,
nonostante l isolamento del quale gode all interno di un sistema linguistico, intrattiene un
insieme di relazioni con altri nomi locali, in particolare con quelli con i quali entra in contatto
per motivi di vicinanza fisica e che, a loro volta, ne decretano vicendevolmente il valore (es. a
Trieste il nome di un rione cittadino Chiarbola, < calvula, ha avuto nel passato un preciso
valore se preso insieme a Servola, < silvula: serviva infatti a designare un colle disboscato in
contrapposizione a un altro rimasto boscoso)24. Non Ł raro che entit geografiche limitrofe si
scambino un nome: a volte la designazione di un g ruppo di campi passa al monte vicino
(Monte Novale (BS)) oppure una valle si identifica con un idronimo (es. Valle Seriana (BG) <
Serio). Infine, solo tramite l aggiunta di alcuni aggettivi qualificativi-locativi (alto, basso,
superiore, inferiore) un toponimo riesce talvolta a mantenere intatta la sua funzione
identificativa, differenziandosi da un vicino omonimo (es., nel corpus analizzato, Plazze alte e
Plazze basse: il solo Plazze, replicato due volte, non sarebbe stato sufficientemente preciso). In
particolare dopo l Unit d Italia, per non comprome ttere la loro unicit , tipi toponimici diffusi
come Piazza o Villa (ma potrei continuare) sono stati affiancati da uno specificativo (Piazza al
SŁrchio (LU), Piazza Armerina (EN), Piazza Brembana (BG); Villa d Adda (BG), Villa di
Chiavenna (SO), Villa di SŁrio (BG), Villa di Tirano (SO), ecc.)25.
Alla luce delle complessit costitutive che caratte rizzano lo status di toponimo , una disciplina
fondamentalmente linguistica, la toponomastica, se ne occupa riflettendo l articolazione del suo
22
Dal Negro 82.
23
In tal caso il contenuto semantico della neoformazione non ha piø alcun tipo di rapporto con l etimo originario
(es. Loreto < *lauretum bosco di allori ), ma Ł semplicemente espresso mediante un simbolo toponomastico
(Pellegrini 1981, p. 20 e 1990a, p. 4). Cfr. T voli (< preromano Tibur, fiume Tevere), che dalla citt romana Ł
passato a designare una serie di localit nei paesi scandinavi, in America e in Inghilterra, proprio in virtø della sua
capacit di richiamare un conglomerato dall aspetto ameno. Nelle lingue dei suddetti paesi tivoli Ł poi diventato
nome comune col valore di luna park , divertiment o .
24
Doria 1981, p. 52.
25
Cfr. DT 490 e 703-704.
13
oggetto di analisi. Essa costituisce una branca rilevante dell onomastica, ovvero dello studio in
senso lato dei nomi propri, e si interessa dunque dell esame dei nomi di luogo nella loro origine
e nella loro storia, siano essi di citt , paesi, lo calit , regioni, monti, fiumi, laghi, mari, ecc.;
cerca di risalire al loro etimo per ricostruire quel significato primitivo che, nel volgere dei secoli
e per vari motivi, si Ł perlopiø eclissato. Tuttavia les lieux gardent Øtroits leurs mystŁres et ne
nous rØvŁlent qu contrecoeur la raison ultime de leur nom. Il est difficile (mais d autant plus
passionnant) d essayer de dØnicher leurs richesses [I luoghi conservano stretti i loro misteri e
non ci rivelano che a malincuore la ragione ultima del loro nome. ¨ difficile (ma d altronde piø
appassionante) provare a scovare le loro ricchezz e]26. Non senza incontrare ostacoli, quindi,
l obiettivo fondamentale del toponomasta Ł provare a ridare un significato o cercare una
interpretazione della motivazione semiologica alla base del nome locale oscuro (da molti secoli
o soltanto da pochi decenni) 27. Laddove tali ricostruzioni non siano possibili, ci si accontenta di
avanzare una serie di ipotesi per lo meno verosimili da un punto di vista linguistico e storico-
geografico; comunque facili conclusioni non vanno mai tratte28, in quanto, come diceva G.B.
Pellegrini, uno dei maggiori studiosi italiani della materia, la nostra disciplina Ł assai difficile e
complessa ( ) da essa non possiamo aspettarci sempr e soluzioni interpretative assolutamente
certe
29
. Parte di questi dubbi pu essere sciolta grazie a l contributo delle molteplici branche del
sapere che collaborano con la toponomastica in quanto materia che si occupa di un campo
d indagine interdisciplinare, e che vengono a loro volta arricchite dalle informazioni ricavate
dall analisi dei nomi locali. Ci riferiamo a:
1- la geografia, sia essa in particolare antropica, botanica o fisica. I toponimi illuminano
riguardo alla distribuzione degli insediamenti umani sul territorio, coi loro usi, costumi ed
economie; inoltre, specialmente se fitotoponimi, possono rivelare l antica presenza di specie
arboree ora scomparse, tradendo, di conseguenza, mutamenti climatici che hanno alterato i
limiti altimetrici di determinate piante30 o interventi di disboscamento praticati nel corso del
tempo. Infine i nomi locali rivelano eventuali variazioni del paesaggio dovute all azione
concomitante della natura e dell uomo, quali spostamenti del corso dei fiumi o delle coste
marine, oscillazioni dei ghiacciai, messa a coltura di prati, in sostanza tutti quei cambiamenti
fisici che modificano l aspetto ambientale;
26
Lurati 2008a, p. 438.
27
Pellegrini 1981, p. 19.
28
Nel tempo, per esempio, si Ł dato un credito eccessivo a basi preindoeuropee o a ipotesi di accumulo di suffissi,
quando invece i toponimi si fondano per la maggior parte su appellativi (Pellegrini 1981, p. 25).
29
Pellegrini 1981, p. 37.
30
Emblematico il caso del faggio, un tempo presente anche ad altezze minime (Pellegrini 1990a, p. 6). Alcune
specie non soltanto della flora, ma anche della fauna (es. i selvatici lupi e orsi), sono documentabili in determinate
regioni solo attraverso relitti toponimici.
14
2- la storia, sia essa etnostoria, preistoria e protostoria, ma anche storia medievale o moderna.
Conoscere il verificarsi di un evento storico su un dato territorio pu talvolta spiegare l origine
della sua denominazione. Viceversa, i nomi locali ci informano spesso sull avvicendarsi di
popoli antichi dei quali non conserveremmo altrimenti alcuna traccia, perchØ annullati da coloro
che li hanno conquistati o sulla presenza di gruppi isolati, in contesti linguistici ormai
completamente diversi. Esemplari a questo proposito sono gli indizi toponimici31 rivelatori
della: A- presenza inaspettata dei Celti in ampie zone dell Europa e dell Asia antiche, quindi
non solo in Francia e dintorni (ad esempio, per l area pannonica, il tipo *brīga monte , poi
roccaforte , da cui Brigetio sul Danubio; tale base Ł presente anche nel termine dialettale alpino
brich luogo scosceso e, in toponomastica, si riscontra in Francia, Gran Bretagna, Italia
Settentrionale e Spagna); B- espansione slava in Europa e secolare permanenza degli Slavi
alpini (Sloveni) in Carinzia, Stiria (la capitale Graz risale allo sloveno gradec fortezza ) e
Friuli; C- originario ethnos baltico della Prussia, poi germanizzata (es. Ł baltico Laypo, antica
forma dell attuale Leipen, dal prussiano lipe tiglio , come lituano e lettone liepa; lo stesso
nome di Prussia risale all etnico Borussi o Prussi, abitanti di lingua baltica dell ex-Prussia
orientale);
3- la topografia antica, perchØ grazie ai toponimi si possono individuare antichi percorsi stradali,
miliari romani, parcellazioni del terreno, resti di edifici e manufatti o per lo meno si possono
fornire indicazioni sussidiarie atte a collocare tali vestigia in maniera piø precisa;
4- l archeologia, perchØ il nome locale pu aiutare ad individuare aree di scavo potenzialmente
piø ricche, in quanto base di insediamenti; la toponomastica viene a sua volta supportata da
eventuali scoperte concrete che confermino la presenza di antiche popolazioni su un territorio;
5- la storia della lingua e dei dialetti. Il toponimo, in quanto fossile linguistico , congela stadi
linguistici arcaici e dunque caratteristiche fonetiche, morfosintattiche e lessicali attualmente
mutate. Per quanto concerne la fonetica, per esempio, numerosi nomi locali settentrionali
rivelano l antica diffusione, in tutta l Italia del Nord, di tratti arcaici considerati oggi esclusivi
della famiglia ladina o retoromanza 32. Mi riferisco, per esempio, alla palatalizzazione dei
nessi ca e ga (es. ladino ciav l cavallo ) presente in ChiastŁl (e CiastŁl) di Isopo (VI) o in
Chiampo (VI), documentato come Clampo nel 1091 (cl = c ), alla conservazione di -s latino33 di
cui sono testimoni Pians (< planus), vicino a Vittorio Veneto e l idronimo trevigiano Rivalz (<
rīvus altus) e alla conservazione dei nessi di consonante + laterale continuata in una serie di
31
Pellegrini 1990a, pp. 8-18.
32
Pellegrini 1988, pp. 440-441 e 1990a, pp. 18-21. Per il Ladino o Retoromanzo vedi Tagliavini 377-387.
33
Presente anche nel sardo.
15
toponimi settentrionali (forse anche per influsso latino), quali Clusane (BS), Clusone (BG), Val
Clusa (BE) e la Plaf, pronuncia arcaica di Vittorio Veneto per l idronimo Piave (< Plavis).
Per quanto concerne la morfologia, diversi toponimi non discendono dall accusativo singolare
latino come la maggior parte dei nomi comuni, ma da altri casi, quali il genitivo singolare
(Pontepetri presso Pracchia (PT) < ponte petrae) o plurale, con la classica uscita -oro/-ore
(Paganoro in Toscana o Refrancore (AT) < rivus Francorum). Altri continuano un caso non
sistematico nel latino, il locativo, al singolare (es. Firenze < Florentiae) o al plurale, tramite
ablativo (es. Acqui (AL) < aquis o la forma arcaica Puteolis per Pozzuoli); infine vi sono esiti
toponimici dal nominativo singolare (Maggio < mājōr in Monte Maggio o in Rio Maggio).
Da un punto di vista morfosintattico, sono frequenti le agglutinazioni di articolo (e le
deglutinazioni) o di preposizioni locali, ad esempio Loreggia (PD) < la (via) Aurelia, Cima
dell Arice (SO) < larice, Ateste (PD) diventato ad Este34, Nimolcampo (BG) < in-imo-campo35.
Frequenti i composti con inter tra, in mezzo ( Intragna (NO) < inter amnia)36, post dopo
(Poschiavo (SO) < post lacum) o trans al di l ( Transacqua (TN)).
Quanto ai sintagmi con aggettivo attributivo, Ł normale l ordine sostantivo + aggettivo37, ma a
volte troviamo la successione inversa, dove il determinante precede il determinato, ad esempio i
numerosi Francavilla38 (di contro a Villafranca).
Infine, per quanto concerne il lessico, i toponimi sono spesso i soli continuatori di tipi arcaici,
perlopiø sostantivi o aggettivi della latinit clas sica, privi di continuatori negli idiomi romanzi39,
ad esempio l aggettivo albus, continuato dal rumeno alb e dal sardo logudorese alvu, ma per il
resto quasi ovunque soppiantato dal germanismo bianco, che compare in Peralba (CU) (< petra
alba con nesso di consonante + r semplificato), Pietralba in Corsica, Cornalba (BG) e Rivalba
(TO) o, ancora, i sostantivi pāgus villaggio , presente in Alpago (LU) e Povo (BG) e urbs
citt in Orvieto (TR) (< urbs o urbe vetus), Urbisaglia (MC) (< urbis Salvia), Mazzorbo (VE)
(< maior urbe) e forse in Bonorva (SS) (< bona urbe).
Anche alla luce dei numerosi contributi interdisciplinari dei quali la toponomastica pu
avvalersi, quando ci si accinge a studiare i nomi locali di un determinato territorio si devono
seguire tre fasi operative40:
34
DT 261.
35
Cfr. Darfo e Dergna nel corpus analizzato.
36
Cfr. Interc sole nel corpus analizzato.
37
Come in Spagna e in Romania, mentre in Francia Ł frequente l ordine inverso (es. Neuville).
38
DT 284-285: F. al Mare (CH), F. Ang tola (CZ), F.B sio (AL), F. d Ete (AP), F. di Sic lia (ME), F. Fontana
(BR), F. in Sinni (PZ) e F. Mar ttima (CS).
39
Rimando al paragrafo due del capitolo cinque di questo lavoro.
40
Doria 1981, p. 54.