6
Tutto il lavoro è comunque diretto a capire quali siano le possibilità applicative di
Internet all’ interno delle strategie di marketing: le grandi potenzialità del mezzo
devono essere attentamente considerate da chi, come noi, crede fermamente nella sua
validità.
Siamo infatti convinti che, con i necessari presupposti , Internet, ma in particolare
Intranet e il sito Web, rappresentano un ottimo strumento di marketing
2
. Mai come
adesso le aziende possono entrare in contatto con i consumatori così da poter acquisire
importanti informazioni al fine di penetrare in mercati, anche di dimensioni
notevolmente piccole (se non addirittura uni-personali), prima non raggiungibili e di
fidelizzare i propri clienti. Sono quindi due le direttrici che vengono seguite in questo
lavoro: 1) la personalizzazione dell’ offerta e 2) la fidelizzazione del cliente; in questo
scorcio di fine secolo, sono infatti queste le sfide che le aziende devono vincere per
dimostrarsi competitive e realmente orientate al marketing. Tuttavia per poter parlare di
personalizzazione dell’ offerta e di fidelizzazione del cliente, è necessario prima capire
l’ importanza dell’ informazione all’ interno dell’ azienda: essa è infatti il fulcro di tutte
le attività di marketing; senza l’ informazione l’ azienda vive slegata dalla realtà e
rischia il collasso. Per questo motivo viene posto l’ accento sul Sistema Informativo di
Marketing, poiché esso è in grado di raccogliere, gestire, elaborare e generare
informazioni che diventano essenziali per la competitività aziendale e per la
sopravvivenza dell’ azienda stessa.
A nostro avviso tutto questo è possibile se si è capaci di generare un database
informativo in grado di creare valore per l’ azienda e per il cliente: Internet, in questo
senso, appare come lo strumento più adatto per iniziare e continuare il dialogo con il
cliente. E’ infatti attraverso il dialogo che l’ azienda capisce che cosa vuole il
consumatore, quali sono le sue esigenze, i suoi bisogni; è attraverso il dialogo che può
capire se i suoi prodotti sono ancora “nel mercato” oppure se risultano essere
“obsoleti”; è attraverso il dialogo che il consumatore può portare dei miglioramenti ai
prodotti di cui usufruisce ed è sempre attraverso il dialogo che imprese e consumatori
2
Ellsworth M.V., Ellsworth J.H., “Marketing on the Internet: Multimedia strategies for the World Wide
Web”, 1995, John Wiley & Sons, Inc.; degli stessi autori, inoltre, “Marketing on the Internet”, 1994, John
Wiley & Sons, Inc.; Cronin M.J., “Doing Business on the Internet”, 1993, Reinhold Von Nonstrand; si
vedano inoltre le considerazioni e le indagini svolte dalla Forrester Research all’ URL:
http://www.forrester.com.
7
insieme possono dare vita a nuovi prodotti, realmente in grado di incontrare i bisogni di
questi ultimi.
In questo senso Internet rappresenta un mezzo particolarmente adatto per rispondere al
bisogno di dialogo a cui si accennava poco sopra. Esso appare come uno strumento
essenziale in un ambiente turbolento e in continua evoluzione come quello attuale,
perché è in grado di stabilire un dialogo continuo e duraturo fra consumatore e azienda
e permette lo sviluppo delle relazioni anche nei rapporti business-to-business: quello
che viene a crearsi è un dialogo interattivo in grado di migliorare continuamente il
rapporto fra le parti. Vedremo quindi come sarà possibile implementare il sito Web in
modo da renderlo particolarmente adatto allo sviluppo delle relazioni fra impresa e
consumatori.
Negli ultimi anni del secolo sono sei i punti cardine che devono essere sviluppati per
restare competitivi nel mercato:
ξ comprendere il ruolo centrale dell’ informazione e la necessità di sviluppare un
adeguato sistema informativo di marketing;
ξ personalizzare l’ offerta;
ξ fidelizzare il cliente;
ξ razionalizzare la produzione che deve essere flessibile ed elastica, in grado di
valorizzare le politiche del just in time;
ξ stabilire un dialogo interattivo per migliorare il rapporto con il consumatore e per
garantire una adeguata assistenza;
ξ generare un processo di feed-back che va dal consumatore all’ impresa così da
permettere all’ impresa di comprendere i reali bisogni della sua clientela.
Se questi sono gli elementi per attuare una politica di marketing efficiente allora
Internet appare uno strumento efficace per la gestione di alcuni di essi: nel corso del
lavoro spiegheremo dunque quali applicazioni possano essere sviluppate con Internet e
cercheremo di capire come migliorare le attuali potenzialità di questo mezzo di
comunicazione che non è solo un mezzo di comunicazione, ma un validissimo
strumento per una strategia interattiva di marketing.
8
PARTE PRIMA
INTERNET E INTRANET
9
CAPITOLO 1
INTERNET
SOMMARIO: 1.1. Premessa. - 1.2. La storia di Internet. - 1.3. Il protocollo TCP/IP. - 1.4. Una definizione
di Internet. - 1.5. Alcuni dati su Internet. - 1.6. Le ricerche demografiche. - 1.7. Il World Wide Web:
origine, significato, sviluppo.
1.1. Premessa
Per capire come Internet sia in grado di portare cambiamenti profondi nel modo di fare
marketing è prima necessario capire che cos’è e come si è sviluppato. Nel corso di
questo primo capitolo metteremo in evidenza gli aspetti tipicamente tecnici di questo
nuovo strumento, partendo dalla storia fino ad arrivare a capire che cosa ha reso così
innovativo Internet.
Metteremo quindi in risalto l’ anima di Internet: il protocollo TCP/IP, il quale
rappresenta la vera rivoluzione informatica degli ultimi 30 anni (dopo l’ invenzione del
micro chip).
A questo punto saremo in grado di dare una definizione completa (o più definizioni) di
Internet, in modo da mettere in risalto le caratteristiche di interattività dello strumento,
nonché il suo costituire una sorta di “comunità” virtuale.
Anticiperemo alcuni dati sulla composizione demografica e sociologica degli
utilizzatori di Internet, dati che verranno più avanti richiamati poiché rappresentano
anche una importante fonte di marketing nella valutazione del target e nella valutazione
della validità della presenza su Internet, sotto forma di sito Web.
Infine cercheremo di capire perché il World Wide Web ha rivoluzionato Internet e
perché ha dato il via allo sviluppo esponenziale del numero dei collegamenti e degli
utenti, soprattutto di quelli commerciali.
10
1.2. La storia di Internet
1
All’ inizio tutto è nato da necessità militari, in seguito al clamoroso anticipo con cui i
russi avevano messo in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik, a dispetto degli
americani; era il 4 Ottobre 1957. A causa di questo smacco il Governo americano decise
di creare rapidamente l’ Advanced Research Projects Agency (ARPA), una struttura all’
interno del Dipartimento della Difesa, con lo scopo di ristabilire quello che era il
primato americano nelle scienze applicate al settore militare. L’ agenzia ARPA aveva lo
specifico compito di creare una rete di computer in grado di funzionare anche in seguito
ad una guerra nucleare, una rete che potesse funzionare anche nel caso in cui l’ autorità
centrale fosse distrutta. Baran, uno dei membri dell’ ARPA, pubblicò nel 1962 un report
dal titolo “On Distributed Communications Networks”. In questo report egli sostenne
che la rete non doveva avere alcuna autorità centrale e che avrebbe dovuto operare in un
contesto di instabilità. Affinché ciò fosse possibile era assolutamente necessario che
tutti i nodi fossero indipendenti, avessero una pari gerarchia e fossero capaci di
originare, passare e ricevere messaggi. I messaggi a loro volta dovevano essere
scomposti in pacchetti di lunghezza fissa e ogni singolo pacchetto doveva diventare un’
entità a sé stante, capace di viaggiare sulla rete in modo completamente autonomo
perché dotata al proprio interno dell’ indirizzo sia di provenienza sia di destinazione.
Non era importante che tutti i pacchetti che compongono un determinato messaggio
rimanessero uniti durante il percorso e non era nemmeno indispensabile che arrivassero
nella sequenza giusta. Le informazioni che essi convogliavano al proprio interno
dovevano essere sufficienti per ricostruire, una volta arrivati a destinazione, l’ esatto
messaggio originale, indipendentemente dal percorso seguito da ciascuno dei suoi
frammenti. Grazie a questo sistema si potevano ottenere due vantaggi immediati:
1
E’ difficile parlare in modo univoco di “una” storia di Internet, poiché Internet è frutto di un intreccio di
storie e di avvenimenti che vengono per comodità ricondotti ad un fenomeno unico: in realtà Internet,
come la conosciamo oggi, è nata da una serie di progetti, prima militari e poi accademici, che avevano
ben altro scopo che quello di interconnetere milioni di utenti in tutto il mondo. Tuttavia diventa
fondamentale capire quale sia stata l’ evoluzione storica delle reti che compongono Internet per avere un’
idea chiara di che cosa essa sia e come funzioni. Sono innumerevoli le fonti bibliografiche che riportano
una sequenza storica degli avvenimenti che hanno portato alla costruzione della Rete; la nostra scelta si è
orientata verso tre fonti: il sito Web della TIN ,presso l’ URL: http://www.tin.it, il sito Web di Pc
Professionale, presso l’ URL: http://194.243.154.47/ miol/pcpro e il sito Web della Internet Society, all’
URL: http://www.isoc.org/internet-history/#transition, che mette a disposizione del pubblico “A brief
history of the Internet”.
11
qualunque fosse lo stato della rete, il pacchetto poteva trovare sempre una via
alternativa per arrivare alla propria destinazione; inoltre i vari pacchetti provenienti da
fonti diverse potevano essere convogliati tutti assieme su una singola linea ad alta
velocità anziché dover ricorrere a tante linee separate, usate solo parzialmente. L’ idea
di Baran si fece strada negli ambienti scientifici e, nel 1969, grazie agli stanziamenti
governativi previsti per l’ agenzia ARPA, vennero attivati i primi quattro nodi basati
sulla commutazione di pacchetto (packet switching), cioè sulla formula dei pacchetti
come era stata illustrata proprio da Baran. Il primo nodo della rete venne installato
presso l’ Università della California (UCLA), dove il laureando Vinton Cerf,
considerato il padre fondatore di Internet, frequentava con profitto i corsi di computer
science. I nodi diventarono quattro nello stesso anno e continuano a crescere tuttora. La
rete ARPAnet, come era stata chiamata all’ inizio, si basava sul protocollo di
comunicazione NCP (Network Control Protocol), che garantiva, seppur con standard
non eccellenti, la possibilità che sistemi operativi differenti comunicassero fra di loro,
attraverso l’ utilizzo del “packet switching” (commutazione di pacchetto); i quattro
computer che danno vita a ARPAnet sono in grado di trasferire dati su linee dedicate ad
alta velocità e possono essere programmati a distanza dagli altri nodi.
Come detto, il protocollo di comunicazione NCP non era particolarmente efficiente e,
proprio per questo, i due progettisti Vinton Cerf e Robert Kahn elaborarono un insieme
di circa 100 protocolli che oggi chiamiamo Internet Protocol Suite, cioè una raccolta di
standard trasmissivi che verte su due protocolli primari, il Transmission Control
Protocol (TCP) e l’ Internet Protocol (IP), più molti altri secondari che consentono la
comunicazione tra computer e reti molto diverse. Le caratteristiche di questi protocolli
vennero evidenziate nei primi anni settanta da Robert Kahn il quale portò avanti l’ idea
della “architettura di rete aperta” (open-architecture networking), secondo la quale
nessuna architettura di rete in particolare doveva essere gerarchicamente superiore alle
altre, ma ciascuna di esse doveva essere paritetica al punto che l’ “internet” doveva
funzionare come una interconnessione di reti. In una architettura di rete aperta, quindi,
ciascuna rete può essere costruita e sviluppata separatamente e ciascuna può possedere
una interfaccia unica, tuttavia possono essere fra di loro collegate con un opportuno
protocollo di comunicazione. Il nuovo protocollo di comunicazione doveva pertanto
basarsi su quattro concetti chiave:
12
1) ciascuna rete doveva poter lavorare in maniera autonoma e non doveva essere
necessario alcun cambiamento per poterla connettere ad Internet;
2) le comunicazioni si sarebbero basate sul concetto di “miglior risultato” (best effort):
se un pacchetto non fosse arrivato a destinazione, questo sarebbe stato rispedito
immediatamente dalla fonte;
3) si sarebbero utilizzate delle “scatole nere” (black boxes) per interconnettere le
diverse reti presenti: queste scatole nere si sarebbero chiamate “gateways” e “router”
e sarebbero state in grado di “accompagnare” nel loro percorso i singoli pacchetti,
senza tuttavia modificarli o controllarli;
4) non doveva essere necessario alcun controllo globale sullo stato delle operazioni.
Insieme con Cerf, Kahn giunse a elaborare un primo protocollo, il TCP, che forniva sia i
servizi di trasporto sia i servizi di controllo all’ interno di Internet. Tuttavia si resero
conto che il solo TCP non era in grado di garantire con assoluta certezza la consegna
dei pacchetti. Il protocollo TCP venne allora riorganizzato in due protocolli, il semplice
IP (Internet Protocol) che garantiva l’ indirizzamento e la spedizione dei pacchetti, e un
nuovo TCP che si occupava del controllo del flusso e del recupero dei pacchetti perduti.
I protocolli sviluppati allora da Kahn e Cerf rimangono tuttora i più importanti per
quanto riguarda la trasmissione di pacchetti all’ interno della rete Internet.
Grazie al Protocollo TCP/IP si riuscì a realizzare lo scopo principale dello sviluppo
delle reti ARPAnet e Internet, cioè quello della condivisione delle risorse. Connettere
due risorse via cavo e condividere i sistemi presenti al loro interno significa risparmiare
notevoli costi di duplicazione e di trasmissione. Internet quindi nasce come una
evoluzione della rete militare ARPAnet, e nasce come una rete sviluppata per dare
accesso a più di una applicazione: riesce infatti, sin dall’ inizio, a sopportare programmi
creati per il trasferimento di file (FTP) per la condivisione delle risorse (Telnet) e per la
posta elettronica; proprio quest’ ultima funzione è stata la vera forza motrice dello
sviluppo di Internet, poiché ha fornito alle persone un nuovo modo di comunicare e ha
modificato la natura dei rapporti collaborativi, dapprima per lo sviluppo della Rete
stessa, poi per gran parte della società.
Mentre Internet prendeva forma nelle università e nei centri di ricerca scientifici, si
sviluppano in tutto il mondo altre reti e altre tecnologie per lo sviluppo delle reti stesse.
Nella metà degli anni settanta nascono così MFENet, che collega i ricercatori sulla
13
Energia Magnetica da Fusione, HEPNet, per gli studiosi della fisica, SPAN, per i fisici
della NASA, CSNET, per la comunità degli studiosi di Scienza dell’ informatica,
USENET, per tutti coloro che utilizzavano il sistema operativo UNIX, e BITNET, che
univa i computer accademici di tutto il mondo, attraverso altre reti quali la EARN
(European Academic and Research Network) in Europa. In Francia si diffonde un
apparecchio per molti versi sconvolgente: il Minitel, che raggiunge un numero immenso
di case; in Europa nasce nel 1982 EUNet (European UNIX Network) per gli utenti
UNIX europei. Insomma è un vero e proprio proliferare di reti che sembra non avere
fine.
Ma la vera novità è rappresentata dalla rete NSFNET creata nel 1985 dalla National
Science Foundation (NSF). Il programma NSFNET prevedeva la necessità di una
infrastruttura di rete ad ampio raggio (wide area network) in grado di collegare l’ intera
comunità accademica e scientifica, attraverso l’ utilizzo delle reti accademiche già
esistenti, e, contemporaneamente, indipendente dai finanziamenti governativi. Inoltre,
lo stesso programma, prevedeva un supporto determinante, come si vedrà in seguito,
alla già esistente infrastruttura di Internet sviluppata dall’ agenzia DARPA (Defense
Advanced Research Projects Agency che prese il posto di ARPA nel 1972). Infatti dal
1983 la componente militare di ARPAnet si era staccata per andare a formare MILnet e
ARPAnet aveva assunto le caratteristiche e il nome di Internet, cioè uno strumento al
servizio di ricercatori e docenti universitari di qualsiasi genere e provenienza. Tale
infrastruttura sarebbe stata creata sotto la supervisione della (in seguito chiamata)
Internet Activities Board (IAB).
Nello sviluppo della rete NSFNET si decise di adottare il protocollo TCP/IP e furono
implementate altre decisioni che hanno dato forma all’ Internet com’è oggi:
ξ le agenzie federali condivisero i costi dell’ infrastruttura comune, come i circuiti
transoceanici;
ξ per coordinare questa condivisione, fu creato il Federal Networking Council, il quale
cooperava anche con altre organizzazioni internazionali, quali la RARE in Europa e
il CCIRN, al fine di coordinare il supporto alla rete Internet in tutta la comunità
scientifica mondiale;
ξ la NSF fece sì che le sue reti regionali (inizialmente esclusivamente accademiche)
favorissero l’ ingresso di utenti commerciali e non-accademici e aumentassero i
14
servizi on-line per facilitare loro l’ accesso e, simultaneamente, esaltassero le
economie di scala dovute a minori costi di sottoscrizione, dato il crescente numero di
collegamenti;
ξ il sostenimento dell’ ingresso di utenti non-accademici e commerciali, favorì l’
ingresso di reti private e competitive, con il risultato che la rete cominciò ad
autofinanziarsi e ad autogenerarsi con una velocità impressionante;
ξ l’ appoggio definitivo del governo statunitense, nel 1988, alla rete Internet significò
l’ inizio di una rivoluzione telematica, grazie anche agli stanziamenti governativi per
la creazione di nuove reti ad alta velocità che hanno dato il via al fenomeno delle
“autostrade dell’ informazione” (Information Superhighway).
La dorsale NSFNET ha completato la transizione da una rete generata esclusivamente
per scopi scientifici a una rete prevalentemente indirizzata a scopi commerciali. Nei
suoi otto anni e mezzo di vita, la Dorsale NSFNET è cresciuta dai 6 nodi collegati con
una velocità di 56 Kb per secondo ai 21 nodi collegati con una velocità di 45 Mb per
secondo. Si è assistito ad una crescita di Internet pari a 50.000 reti in tutto il mondo,
29.000 delle quali nei soli Stati Uniti.
Nel 1990 la rete ARPAnet viene smantellata per lasciare spazio alla dorsale creata dalla
NSF, la quale collega ormai i sette continenti: il 1990 è l’ anno in cui anche l’ Italia
viene collegata alla NSFNET.
L’ immenso successo di Internet diventa addirittura esplosivo nel 1993, anno in cui
fanno la loro comparsa il World Wide Web e il primo browser grafico , Mosaic. Sono
questi due nuovi strumenti che danno il via alle operazioni commerciali tipiche di
Internet: compaiano i primi provider privati con accesso dial-up, i primi siti
commerciali, le prime vendite on-line. Nel corso dello stesso anno il traffico sul Web si
moltiplica in progressione geometrica a un tasso annuale superiore al 300%, a Mosaic
seguono i più sofisticati, ma semplici da utilizzare, browser grafici della Netscape e
della Microsoft, gli host sono ormai cinque milioni e il loro numero continua ad
aumentare in modo significativo
2
.
Nel 1995 la dorsale NSFNET viene smantellata e il suo posto viene preso da un sistema
di dorsali gestite a livello regionale, tuttavia da un punto di vista pratico non cambia
2
Si possono consultare al riguardo i siti Internet della TIN (http://www.tin.it/internet/
storia/timeline/novanta.html) e di Network Wizards (http://www.nw.com).
15
assolutamente nulla: nonostante nel tempo siano scomparse le reti ARPAnet e
NSFNET, Internet continua a vivere e a svilupparsi nelle sue diverse forme.
Il protocollo TCP/IP ormai è diventano il protagonista indiscusso della Rete ed è
proprio grazie ad esso che oggi Internet può collegare tutte le reti del mondo. Il World
Wide Web rappresenta lo spazio Internet più visitato e con le più ampie possibilità di
sviluppo (vedi Java e VRML
3
).
1.3. Il protocollo TCP/IP
Il TCP/IP rappresenta il collante della rete Internet e il mezzo grazie al quale i computer
collegati in rete possono comunicare l’ un l’ altro. Non ha importanza se essi sono parte
della stessa rete oppure se sono collegati a reti differenti. Il TCP/IP è una piattaforma
indipendente che colma la differenze esistenti tra computer, sistemi operativi, e reti
diverse. E’ il protocollo che fa funzionare l’ intera rete globale di Internet e Internet
deve la sua popolarità proprio al TCP/IP.
TCP/IP sta per Transmission Control Protocol/Internet Protocol. Nell’ ambito delle
interconnessioni, un protocollo è uno standard di comunicazione comune che permette a
due computer di scambiarsi informazioni. Il TCP/IP è più correttamente un insieme di
protocolli di comunicazione, un Internet protocol suite
4
(collezione di protocolli
Internet), in grado di regolare le comunicazioni tra i vari computer connessi alla rete.
I protocolli contenuti all’ interno di questo insieme sono sostanzialmente di due tipi: il
primo tipo riguarda quei protocolli che si occupano delle operazioni di “basso livello”,
cioè della spedizione dei numeri binari tra i computer collegati (tra questi ricordiamo il
TCP, l’ IP, e l’ UDP) mentre il secondo si occupa delle operazioni di “alto livello”,
cioè delle operazioni più complesse come copiare un file, spedire un e-mail, controllare
un computer a distanza (ricordiamo tra questi il FTP, l’ HTTP, il TELNET, l’ SMPT);
questi ultimi sono generalmente gestiti direttamente dai programmi applicativi, come i
browser o il software di posta elettronica.
3
Per entrambi si vedano gli approfondimenti nel “Glossario Internet”, in Appendice.
4
Si veda, per maggiori approfondimenti, in Appendice il “Glossario Internet”.
16
L’ idea di fondo del TCP/IP è quella di “sovrapporre” ai diversi protocolli locali delle
varie reti un protocollo unico, che sia la base su cui costruire tutto il resto: questo
protocollo unico è l’ Internet Protocol (IP).
Come abbiamo scritto sopra, la trasmissione di dati su Internet avviene grazie alla
commutazione di pacchetto (packet switching), per la quale il protocollo IP trasferisce
pacchetti di dati da un computer all’ altro, e secondo il principio del “best effort”. Il
protocollo IP trasmette infatti su Internet non un flusso continuo di dati, bensì blocchi
elementari di dati detti appunto pacchetti (packets), o datagrammi (datagrams). A
ciascun pacchetto deve essere aggiunta un’ intestazione (header), standardizzata e di
dimensione fissa, contenente alcune informazioni, in grado di consentire l’ “incollatura”
dei pacchetti presso il destinatario e il controllo degli errori. Il principio “best effort” sta
a significare che non esiste alcuna garanzia sul funzionamento corretto del servizio:
nello spedire un pacchetto di dati su Internet si può solamente “sperare” che arrivi; può
infatti accadere che l’ eccessivo traffico di rete impedisca la consegna del pacchetto,
oppure può succedere che quest’ ultimo si perda.
Il protocollo IP, che rappresenta il livello più basso del TCP/IP, viene “sovrapposto” ai
protocolli delle LAN sottostanti: ciò significa che il protocollo IP, ogni qual volta deve
trasmettere un pacchetto di dati, lo affida ai protocolli di livello inferiore, che sanno
come trasmettere dati su quella particolare rete locale a cui appartiene il computer, o
sulla linea telefonica, se si è collegati via modem.
Il modello a livelli, appena introdotto parlando di protocolli locali e IP, è stato
standardizzato dal cosiddetto protocollo ISO/OSI: le funzioni svolte dai computer che
vogliono comunicare in rete sono suddivise in modo tale che quelle più semplici si
trovino ai livelli inferiori e quelle più complesse si trovino invece ai livelli superiori; in
questo modo le operazioni più semplici, come la trasmissione di bit lungo cavi elettrici,
sono svolte da protocolli di livello inferiore, mentre le operazioni più complesse e
generali, come la trasmissione di un file o di un e-mail, sono svolte da protocolli di
livello superiore, che tuttavia necessitano dell’ apporto dei protocolli di livello inferiore
per poter funzionare correttamente. Ciascun livello, per eseguire gli ordini del livello
superiore, svolge alcune operazioni di propria competenza e, in più, sfrutta i servizi
forniti dal livello inferiore; esso ignora completamente le caratteristiche dei livelli
superiori o inferiori, e non comprende né il ruolo né le strutture dati. Quindi l’ IP si
17
trova al livello più basso e sopra di esso stanno gli altri protocolli che compongono il
TCP/IP, come il TCP, l’ FTP, e così via.
L’ IP (Internet Protocol) è dunque il protocollo che si occupa di consegnare al computer
remoto i singoli pacchetti, che vengono generati dai livelli superiori (cioè dal TCP, o,
più raramente, da altri protocolli di controllo della trasmissione). A questo scopo, esso
prende ogni singolo blocco di dati che arriva dal livello superiore e vi aggiunge un’
intestazione (che va a posizionarsi prima dell’ header del TCP, il quale precede a sua
volta il blocco do dati vero e proprio) contenente dati come gli indirizzi IP
5
del
computer mittente e del computer destinatario. Sono poi presenti altri campi come un
numero di protocollo, che indica a quale protocollo di livello superiore va riconsegnato
il pacchetto (normalmente il TCP); una checksum che permette di individuare gli errori
di trasmissione; un tempo di vita che, come vedremo, serve ad evitare cicli infiniti.
L’ IP è un protocollo di tipo non connesso (connectionless): i dati vengono affidati alla
rete, la quale provvede a consegnare separatamente i singoli pacchetti; chi trasmette i
dati non attende alcun segnale di ricevuto del destinatario, e non esiste alcun controllo
sul fatto che la trasmissione vada a buon fine, che la velocità di trasmissione sia
appropriata, o che i pacchetti non si mescolino e non si duplichino.
Il compito dell’ IP è principalmente quello di decidere quale strada far prendere ai
singoli pacchetti; esso infatti deve decidere a quale computer della rete locale affidare i
pacchetti e, una volta deciso questo, deve passare il pacchetto e l’ indirizzo IP del
successivo destinatario al protocollo fisico della rete locale, che provvede alla consegna.
Il TCP (Transmission Control Protocol) è invece il protocollo che si occupa del
controllo e della preparazione dei dati per la trasmissione vera e propria (che viene
effettuata, come abbiamo visto, dai protocolli di livello inferiore, cioè dall’ IP). Esso
riceve dai protocolli di livello superiore un flusso continuo di dati da trasmettere e l’
Indirizzo IP del computer a cui deve essere spedito; compito del TCP è quello di
creare i pacchetti che poi saranno trasmessi dall’ IP. A livello di TCP, i blocchi di dati si
chiamano segmenti; aggiungendo le informazioni di controllo, ciascun segmento
diventa un pacchetto.
La caratteristica più importante del TCP è quella di essere di tipo connesso (connection
oriented), ossia di stabilire un collegamento con il computer di destinazione,
5
Per una definizione di Indirizzo IP, si veda in Appendice il Glossario Internet.
18
dialogando con esso al fine di capire se i dati sono ricevuti correttamente. Il controllo
della trasmissione non può avvenire infatti che in questo momento, poiché, come
abbiamo visto, il protocollo IP non è connesso e quindi non è in grado di effettuare i
necessari controlli. In particolare, la connessione viene sfruttata per effettuare tre tipi di
controllo, garantiti da una intestazione aggiunta a ciascun segmento:
ξ controllo d’ errore, grazie al quale si verifica che ciascun segmento non è stato
modificato lungo il percorso a causa di errori di trasmissione;
ξ controllo di sequenza, il quale verifica che i vari segmenti, “scavalcandosi” lungo il
percorso, non vengano ricomposti in un ordine diverso da quello iniziale;
ξ controllo di flusso, che verifica la velocità di trasmissione per evitare di saturare la
rete o di perdere dati in zone congestionate.
Il TCP non prevede tuttavia, nel caso si verifichi un errore di trasmissione, la correzione
dell’ errore direttamente da parte del destinatario (per la qual cosa sarebbe necessario
aggiungere ulteriori informazioni che rallenterebbero ulteriormente la velocità di
trasmissione dei pacchetti), ma piuttosto prevede che il destinatario richieda al mittente
la ritrasmissione dei pacchetti che non sono giunti correttamente.
Abbiamo fin qui visto come il computer mittente spedisce i pacchetti alla rete locale al
fine di interconnettersi con il computer destinatario; tuttavia rimane da capire come
viene decisa la strada che portano i pacchetti dalla rete locale alla loro destinazione.
Il compito di indirizzare i pacchetti verso la destinazione finale è svolto dal livello IP
dei router
6
(indirizzatori), ossia da computer dedicati e costruiti a questo scopo.
Come primo passo della trasmissione, il computer dell’ utente spedisce i propri
pacchetti al router che collega al sua rete locale al resto di Internet; il router, a sua volta,
è collegato ad almeno un’ altra rete locale. Ogni router può spedire direttamente dati a
tutti i computer collegati alle reti locali a cui è connesso, e, quindi, anche a tutti gli altri
router che sono collegati ad esse. Esso dispone di una lunga tabella contenente un
elenco il più possibile completo delle migliaia di reti locali connesse ad Internet; per
ciascuna di esse; nell’ elenco figura l’ indirizzo IP di uno degli altri router a cui è
collegato direttamente, che rappresenta la “giusta direzione” verso tale rete. Esso
spedirà quindi i propri pacchetti a tale router, che a sua volta avrà una tabella con le
ulteriori “giuste direzioni”. Di router in router, quindi, alla fine i pacchetti arrivano ad
6
Per una definizione completa di Router si veda il Glossario Internet, in Appendice.
19
un router che è direttamente collegato alla rete locale del computer destinatario, e
vengono consegnati.
Può tuttavia succedere che, per qualche motivo, alcuni pacchetti continuino a girare in
circolo (il router A li manda al router B, il quale li manda al router C, che li rispedisce
al router A). Per evitare che questi pacchetti continuino a girare in tondo e si
accumulino lungo la rete, ad ogni pacchetto IP è associato un tempo di vita (time to
live), che rappresenta il numero massimo di router che esso può incontrare nel suo
cammino. Ogni router attraverso cui transita il pacchetto sottrae uno al suo tempo di
vita; quando esso arriva a zero, il pacchetto viene distrutto.
1.4. Una definizione di Internet
Internet è dunque una rete di reti
7
(abbiamo visto come essa si sia sviluppata proprio
interconnettendo diverse reti a livello mondiale), basata sul protocollo di comunicazione
TCP/IP, in grado di collegare milioni di utenti in tutto il mondo. Tuttavia definire
Internet in questo modo appare quanto meno limitante: essa è anche una comunità di
utenti, se non anche un nuovo mezzo di comunicazione dalle possibilità praticamente
inesplorate. Essa è anche un mondo virtuale al quale teoricamente tutti gli abitanti del
pianeta possono accedere e, allo stesso tempo, un immenso nuovo mercato, in cui
recentemente molte aziende hanno cominciato a fare del commercio elettronico.
Proprio per tutti questi aspetti sembra incompleto definire Internet come una semplice
rete di reti, e sembra altrettanto difficile dare una definizione esauriente e completa
della stessa.
Una definizione particolarmente efficace è stata data nel 1995 dal Federal Networking
Council (NFC) statunitense, secondo il quale “Internet si riferisce a un sistema
informativo globale che:
a) è logicamente tenuto assieme in uno spazio globalmente unico basato sull’
Internet Protocol (IP) o sulle sue conseguenti estensioni;
b) è in grado di supportare le comunicazioni grazie all’ utilizzo del Transmission
Control Protocol/Internet Protocol (TCP/IP, inteso come Internet Protocol
7
Internet è infatti l’ abbreviazione di “Internetwork”; rete di reti, appunto.
20
Suite) a alle sue conseguenti estensioni, e/o grazie ad altri protocolli
compatibili con l’ Internet Protocol; e
c) fornisce, utilizza e rende accessibili, sia pubblicamente che privatamente,
servizi di alto livello basati sulle comunicazioni e sulle infrastrutture
collegate qui descritte”.
8
Tuttavia ci sembra migliore la definizione fornita da Kroll e Hoffman per i quali
“Internet può essere visto sia in relazione al suo protocollo comune (il TCP), sia come
un insieme fisico di router e circuiti, sia come una serie di risorse condivise, e persino
come un atteggiamento riguardante l’ interconnessione e l’ intercomunicazione”. Kroll
e Hoffman hanno definito, più sinteticamente, Internet come:”
1. una rete di reti basata sul protocollo TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet
Protocol);
2. una comunità di persone che utilizzano e sviluppano queste reti;
3. un insieme di risorse che possono essere raggiunte da queste reti”
9
.
Si noti come non ci sia alcuna corrispondenza fra una definizione e l’ altra, e questo
perché Internet è allo stesso tempo una serie di protocolli comuni, un insieme fisico di
circuiti e router e di risorse distribuite nello spazio, e persino una cultura di connettività
e comunicazione.
Le tre definizioni date sopra sono quindi fra loro assolutamente compatibili e
intercambiabili e rendono bene l’ idea delle diverse sfaccettature della Rete.
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La Federal Networking Council (FNC) ha unanimemente approvato questa definizione il 24 Ottobre
1995 insieme con i rappresentanti delle Internet and Intellectual Property Rights (IPR) Communities. La
definizione così come è stata qui riportata è disponibile presso il sito Web del FNC all’ URL:
http://www.fnc.gov/Internet_res.html
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La definizione è apparsa in un articolo di Kroll e Hoffman del 1993, pubblicato su Internet come RFC
(Request for Comments) 1462 e come FYI (For Your Information) 20; le pubblicazioni sotto forma di
RFC o di FYI sono disponibili su qualsiasi sito Internet che le metta a disposizione del pubblico. Un
elenco completo di RFC e FYI è disponibile presso il sito Web dell’ autority di registrazione italiana:
http://www.nis.garr.it/netdoc/intro.
Si confronti la definizione accolta in questo paragrafo con quella “tecnica” fornita nel Glossario presente
in appendice: qui sono messe in risalto le caratteristiche tecniche e socio-economiche, la vengono
evidenziati esclusivamente gli aspetti tecnico-scientifici. E’ ben evidente che entrambe le definizioni sono
valide ed accoglibili, tuttavia la seconda prende in considerazione un solo aspetto del “fenomeno”,
sociale ed economico, Internet.
Ricordiamo poi la definizione data dal Ministero delle Poste e delle Comunicazioni, in occasione del
convegno sulla regolamentazione della Rete tenutesi a Milano il 22 Maggio 1997: “Internet è una rete
mondiale in cui tutti i contenuti e i servizi presenti sono accessibili da qualsiasi utente ovunque esso si
trovi, senza alcun vincolo geografico. (omissis). Internet è un sistema di comunicazione interattivo che,
rispetto ai media di massa tradizionali, ha alla base, e come peculiare ricchezza, il coinvolgimento diretto
degli utenti nella creazione, oltre che nella fruizione, dei contenuti e dei servizi”.