I segnali positivi provengono da tutte le aree del continente: dai 15 paesi
storici dell’Unione Europea cresciuti nel mese del 4,8%, da quelli dell’EFTA in
incremento del 14%, ai 10 nuovi stati membri in aumento dell’11,8%.
Cresce ancora la presenza delle marche italiane nel contesto europeo. In
ottobre la quota di penetrazione sul mercato di Fiat Group Automobiles, nell’area
dei 15 paesi UE + 3 EFTA sale al 7,9%. Nei primi dieci mesi dell’anno con
volumi che si attestano a 1.019.000 unità circa, la quota sale all’8,1%, 0,5 punti
superiori a quella realizzata nello stesso periodo del 2006.
La presente trattazione si pone come obiettivo quello di analizzare il
concetto di ristrutturazione aziendale applicato nello specifico all’azienda italiana
Fiat, in quanto azienda rappresentante in un certo senso l’identità nazionale e
quale casa automobilista più importante tra le 5 major mondiali.
La F.I.A.T. - Fabbrica Italiana Automobili Torino - viene fondata l'11 luglio
1899 a Torino, in un periodo di vivace espansione industriale della città. La
nascita è una sfida che vede impegnato in prima linea un ex ufficiale di cavalleria,
Giovanni Agnelli. Nato nel 1866, Agnelli spicca nel gruppo degli investitori per
determinazione e visione strategica e nel 1902 diviene amministratore delegato. È
lui ad orientare lo sviluppo dell’Azienda sulle due direttrici che la
caratterizzeranno sempre: la diversificazione della produzione e l'orientamento ai
mercati più promettenti.
Attraverso l’attività di diversificazione della produzione l'azienda, infatti, ha
interpretato la propria vocazione automotoristica impegnandosi in tutte le forme
della mobilità di persone e beni: dalle auto ai camion, dai trattori agricoli ai
motori navali, dai motori aeronautici ai lanciatori spaziali.
L'azienda guarda al mercato con visione strategica e internazionale: nel 1908
sorge, negli Stati Uniti, la Fiat Automobile Co., per realizzare vetture Fiat su
licenza e nel 1909 nasce nello stato di New York lo stabilimento di Poughkeepsie.
Si sviluppano rapporti per l'esportazione di autovetture in Francia, Austria, Regno
Unito e Australia.
Alla fine del primo decennio la Fiat ha un capitale sociale di 12.000.000 di
lire, 2.500 dipendenti e una produzione di 1215 autovetture.
5
Nel 1979, il settore Auto si costituisce in società autonoma di cui Giovanni
Agnelli è presidente e comprende i marchi Fiat, Lancia, Autobianchi, Abarth e
Ferrari. Il prestigioso marchio Ferrari era già stato acquisito nel 1969 al 50%,
quota che salirà poi all'87%.
Alla fine degli anni '70, Fiat si consolida in una struttura a holding. Le
molteplici attività produttive, che nel lungo periodo di Valletta erano distribuite in
sezioni, costituiscono società autonome che si ripartiscono in Settori. A fianco di
Fiat Auto, Fiat Ferroviaria, Fiat Avio, Fiat Trattori, Fiat Veicoli industriali, che
rappresentano le tradizionali attività di Fiat, acquistano autonomia altre società
come Fiat Engineering, Comau, Teksid, Magneti Marelli, Telettra.
Nel 1981 la Fiat Auto Spa acquisisce l'Alfa Romeo Spa e le sue consociate,
mentre nel 1993 con il prestigioso marchio sportivo Maserati raggiunge l'attuale
composizione dei marchi auto.
Continuano a crescere gli accordi internazionali per la produzione su licenza
Fiat e le partecipazioni societarie, sviluppando in modo particolare le attività
industriali nel campo delle telecomunicazioni e le attività industriali nella
componentistica. In quest'area, attraverso un programma di acquisizioni e
scorpori, viene data attuazione ad un nuovo assetto organizzativo che porta
Magneti Marelli ad assumere nel 1987 il ruolo di holding industriale con funzioni
di governo e controllo di oltre 60 imprese in tutto il mondo.
Il Gruppo Fiat affronta la crisi dei primi anni '90 con l'ampliamento della
presenza internazionale che le consente di realizzare più del 60% del fatturato
fuori Italia, con un importante aumento di capitale e forti investimenti
nell'innovazione e con un rigoroso contenimento dei costi e severe ristrutturazioni
interne.
Dopo il baratro in cui il gruppo cadde nel 1993, vennero infatti intraprese
alcune strategie di aggressivo recupero, basate su diverse politiche:
− rinnovo del portafoglio prodotti
− ristrutturazione industriale
− apertura di nuovi stabilimenti
− adozione dei nuovi modelli organizzativi
− capitalizzazione ed abbattimento dell’indebitamento
6
L’insieme delle azioni messe in atto, la decisione nell’attuarle e la coerenza
delle strategie riportarono rapidamente il gruppo a condizioni favorevoli da un
punto di vista economico finanziario: nel 1995 la redditività delle vendite era
superiore al 4%, mentre l’indebitamento scese a 2.000 miliardi del vecchio conio.
Alla fine degli anni '90 la competizione industriale sui mercati occidentali si
fa più serrata. L'invasione in Europa dei prodotti del sud est asiatico viene
bilanciata da Fiat con un ritorno alla strategia originaria di attenzione ai mercati
emergenti.
Gli stabilimenti in Brasile e in Argentina vengono ampliati e ben presto Fiat
diviene il maggior produttore in Brasile, Argentina, Polonia e Turchia.
Con l'acquisizione, nel 1991, delle attività trattoristiche ed agricole della
Ford Motor Co, il settore delle macchine di movimento terra si internazionalizza
assumendo il marchio New Holland.
Nel 1993 si accorda con la Hitachi Co Machinery Ltd ed estende le joint
venture esistenti, giungendo così ad essere uno dei principali produttori mondiali
con circa il 20% della produzione globale. Iveco rinforza la propria posizione di
leader in Europa, rinnova la propria gamma con l'introduzione delle nuove serie
EuroTech, EuroStar ed EuroCargo e stabilisce joint venture e attività produttive in
India e in Cina per la produzione dei veicoli leggeri Daily.
Alla svolta del 2000, il Gruppo Fiat afferma così il proprio orgoglio di
industria italiana e internazionale, fortemente consolidata sul mercato mondiale e
ricca di un centenario bagaglio di esperienza e di innovatività.
Nel 2003 l’Azienda ha ridefinito il perimetro di business, focalizzando le
attività industriali e di servizio attorno al settore automotive (strategia di
rifocalizzazione). Il Gruppo ha ceduto alcuni business non più strategici e ha
avviato un rigoroso piano di contenimento dei costi e di rilancio industriale che
nel 2004 ha riportato il Gruppo al pareggio operativo e nel 2005 all’utile.
Il 2006 è stato un anno importante per il futuro del Gruppo Fiat, perché ha
segnato il completamento di un’intensa fase di ristrutturazione grazie alla quale il
Gruppo è oggi pronto a intraprendere un nuovo percorso di crescita e di
espansione dei margini: lo dimostra anche il cambiamento del nome dell’Azienda
italiana Fiat Auto S.p.A..
7
Dal 1° febbraio 2007 Fiat Auto è stata infatti ridenominata “Fiat Group
Automobiles S.p.A.”
1
e sono state costituite quattro società, da essa controllate al
100%, denominate “Fiat Automobiles S.p.A.”, “Alfa Romeo Automobiles
S.p.A.”, “Lancia Automobiles S.p.A.” e “Fiat Light Commercial Vehicles S.p.A.”.
Le attività produttive e il personale rimangono in capo a Fiat Group
Automobiles S.p.A.
Gli obiettivi prefissati sono stati tutti raggiunti e in molti casi anche superati.
Il recupero di quote di mercato in Italia e all’estero e il successo dei modelli più
recenti di tutti i marchi, apprezzati dal pubblico per creatività, stile, tecnologia e
innovazione, hanno contribuito ad accrescere la reputazione aziendale.
Si fornirà, pertanto, nel primo capitolo un quadro generale sulla struttura del
Gruppo Fiat, le alleanze e la corporate governance dell’azienda, seguirà poi un
secondo capitolo che focalizzerà l’attenzione sulla strategia di ristrutturazione
aziendale, il cosiddetto turnaround 2003-2006 programmato dal management di
Fiat Auto e resosi necessario in conseguenza del mutamento delle condizioni di
mercato e della crisi che attanagliava il gruppo torinese da ormai diverso tempo.
In tal senso saranno analizzati cambiamenti culturali, cambiamenti organizzativi e
l’impegno per il contenimento dei costi.
Attenzione sarà dedicata alla “storia dei conti economici”, ai risultati
raggiunti dalla Fiat dal 2000 ad oggi.
Nel capitolo conclusivo ci si propone di analizzare gli aspetti finanziari
relativi all’azienda nel periodo pre-turnaround, in piena ristrutturazione e post-
turnaround.
Si tratterà infine il piano industriale 2007-2010 e le sue implicazioni sul
sistema economico italiano per concludere l’elaborato con una visione il più
recente possibile sulla realtà oggetto di studio.
Nella speranza che quanto scritto risulti interessante per il lettore come lo è
stata la stesura per il sottoscritto, non mi resta che augurare una piacevole lettura.
1
Il nuovo nome, con l’inserimento dell’indicazione “Group”, rispecchia il forte senso di
appartenenza al Gruppo Fiat, identifica un’importante area di attività che ha subito una profonda
trasformazione e oggi si presenta razionalizzata nella struttura, più solida e compatta, e,
contemporaneamente, mette in risalto la vocazione internazionale di questa grande organizzazione
industriale.
8