Strategie di marketing territoriale
per lo sviluppo locale
cui la crescita economica rappresenta solo un aspetto.
CAPITOLO I
Il marketing territoriale: tentativi di i quadramento.
1 IL MARKETING TERRITORIALE IN LETTERATURA
1.1 La questione terminologica
Ma da dove nasce realmente la disciplina del marketing territoriale? Quali
e quanti studiosi si sono cimentati nel dare definizioni a questa branca della
scienza socio economica? Come vedremo qui di seguito le definizioni date dai
vari studiosi di questa materia non sono tra loro propriamente coincidenti, e ciò ci
porta a compiere alcune riflessioni.
Relativamente al tema del marketing territoriale è possibile effettuare una
prima riflessione che di primo acchito potrà apparire banale ma che, al contrario,
costituisce una questione di fondo, che non a caso ha interessato l’unanimità degli
studiosi in materia.
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Come sostiene Sicca (2000), «appare evidente che il marketing territoriale
è qualcosa di ben più complesso di quanto possa a prima vista sembrare» e che
certamente non si esaurisce e limita alla comunicazione e promozione dei territori.
“Marketing territoriale” significa marketing applicato al territorio. Talvolta,
tuttavia, può sembrare che il marketing territoriale «sia poco più che una nuova
terminologia per un set di tecniche che sono rimaste sostanzialmente immutate».
Al contrario, sembra proprio che la disciplina possa offrire molto di più di quanto
non possa sembrare. La problematica terminologica costituisce, pertanto, la base
di partenza su cui costruire un impianto disciplinare e gestionale.
D’altra parte, l’etichetta “marketing territoriale” comprende e racchiude in
sé due concetti, “marketing” e “territorio”, ciascuno dei quali presenta una propria
tipicità.
Sinteticamente, per il momento basti considerare che, agli estremi, il
marketing oscilla tra il concetto di tecnologia e quello di teoria, il territorio tra una
propria dimensione ontologica e l’assimilazione all’impresa.
Discutere, quindi, la locuzione sinergica che deriva dall’affiancamento di
due termini rispettivamente carichi di significati peculiari è una questione di
metodo da non sottovalutare.
In primis, si sottolinea che l’assunzione di base da cui partire, affrontando
il tema del marketing territoriale, consiste indubbiamente nell’accettazione che i
principi, le metodologie e le finalità di marketing non siano univocamente
applicabili all’impresa profit oriented, dove la disciplina nasce, ma possano essere
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estese dal punto di vista epistemologico a qualsivoglia organizzazione,
genericamente definita, che interagisca con un pubblico di riferimento.
Nel tempo sono derivati numerosi filoni disciplinari, quali il marketing
sociale, il marketing delle organizzazioni no-profit, il marketing pubblico, il
marketing artistico. Ed il marketing territoriale. Si giunge a parlare di marketing
territoriale, infatti, perché il territorio attua dinamiche di scambio nei confronti
della propria utenza attuale e potenziale, e, in qualità di “bene pubblico”, non
orientato al profitto, non avrà un esclusivo obiettivo di sviluppo economico, ma
sosterrà anche una più ampia e composita finalità di creazione di valore pubblico
e di innalzamento della qualità della vita per la popolazione residente.
Ferme restando l’estensione e l’applicabilità del marketing a molteplici
ambiti, la trasposizione della disciplina da contesti profit a no-profit oriented non
può essere, tuttavia, acritica. Il tema del “quale marketing” si affermi e sia
funzionale al singolo ambito applicativo in cui la disciplina si diffonde via via,
risulta essere strumentale all’analisi in oggetto, proprio perché il contesto
territoriale appare tra i più complessi.
L’esperienza internazionale ha, infatti, evidenziato l’emergere di molte
distorsioni in sede applicativa (Sicca, 2000); al marketing si deve, quindi,
ricorrere avendo chiara consapevolezza dei limiti ad esso connessi.
Analogamente, anche Golfetto (2000) sostiene che la scelta di applicare a
contesti territoriali strumenti tipici del marketing tradizionalmente riferiti alle
imprese «appare lastricata di non poche difficoltà. Il problema si configura non
tanto come mancanza di competenze dei responsabili… quanto come problema
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generale, di nascita di una disciplina, rispetto alla quale l’impianto teorico pare
ancora in parte da costruire».
Su una metafora si è costruito l’impianto teorico ed operativo di
riferimento del marketing territoriale, determinatosi così non tanto attraverso il
riferimento al concetto di mercato e alle problematiche citate in precedenza circa
la possibilità di estendere la disciplina del marketing ad altri campi diversi da
quelli dell’impresa, ma in virtù della metafora “territorio come impresa”.
Ora, il ricorso alla suddetta metafora appare contrastare o comunque non
contemplare le specificità del territorio. Inoltre, se si colloca il marketing
territoriale, e non potrebbe essere altrimenti, nell’area del no-profit, una simile
metafora non appare esaustiva. Inoltre, dal momento in cui esiste un mercato del
territorio in cui l’applicazione del marketing è pienamente legittimata,
l’assimilazione del territorio all’impresa rischia di non tenere in debito conto le
specificità delle dinamiche di scambio poste in essere dal territorio.
Come verrà illustrato nel prosieguo, oggi i territori vivono una fase di
profonda trasformazione e necessitano, pertanto, di una politica di gestione
appropriata, in grado di valorizzarne le specificità. Tuttavia alcuni studiosi della
materia hanno sostenuto, e continuano a sostenere, che il marketing strategico
territoriale non può essere paragonato a quello realizzato dalle grandi imprese:
gestire una città o un territorio come un’impresa, precisano, richiede un approccio
differente.
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Infatti, il concetto di imprenditorialità è estraneo alle pubbliche
amministrazioni fondate, invece, su una cultura di tipo gerarchica e burocratica.
La pluralità e diversità dei servizi erogati sul mercato territoriale è ben più
complessa rispetto a quelle di una singola impresa, esiste l’impossibilità di isolare
alcuni prodotti territoriali dal loro ambiente fisico, vi sono le problematiche legate
alla proprietà e all’uso dei beni pubblici. Il contributo arrecato da discipline di
matrice aziendale e manageriale, quali il marketing, alla gestione e al governo del
territorio si rivela indubbiamente significativo ed anche necessario, ma allo stesso
tempo deve tenere conto delle specificità intrinseche che connotano nuovi ambiti
di applicazione.
1.2 Marketing territoriale: la definizione
Dopo aver riflettuto sulla questione terminologica relativa al marketing
territoriale, si intende ora proporre uno schema delle principali definizioni che gli
autori hanno negli anni attribuito al marketing territoriale, in modo da illustrare il
concetto di marketing territoriale diffuso in letteratura. Si puntualizza che nelle
singole definizioni la scala territoriale di riferimento spesso varia, ovvero in
talune accezioni si fa riferimento ad un contesto urbano, mentre altre volte ad aree
geografiche più vaste.
Lo schema seguente intende evidenziare se in letteratura prevalgono o
meno definizioni che prevedono:
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- il riferimento alla prassi o alla disciplina di marketing, in quanto nel precedente
paragrafo è emerso come sia problematica la trasposizione dei principi e delle
pratiche di marketing in sede territoriale;
- il concetto di mercato, in modo esplicito o implicito, al fine di verificare il
riconoscimento delle relazioni di scambio, in virtù del quale è possibile applicare
il marketing, come emerso sempre nel paragrafo precedente;
- gli obiettivi, di carattere economico e/o sociale, per decifrare e chiarire meglio i
propositi del marketing territoriale, al di là della metafora impresa-territorio.
Ashworth eVoodg,
1988
City marketing describes various ways in
which cities can improve their competitive
position in a market (…) City marketing can
be described as a process whereby urban
activities are possible related to the demands
of targeted customers so as to maximize the
efficient social and economic functioning of
the area concerned in accordance with
whatever goals have been established. This
idea can be applied at many spatial scales
and thus city marketing can be viewed as a
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part of broader geographical marketing
alongside regional or even national
marketing.
* * * * *
Van der Meer,
1990
City marketing can be described as the set
of activities intended to optimalize the
tuning between the supply of urban
functions and the demand from inhabitants,
companies, tourists and other visitors.
* *
Texier eValla,
1992
Les actions individuelles ou collectives pour
attirer des activités nouvelles sur son
territoire, favoriser le développment des
enterprises exerçant localement leur activité,
et promouvoir globalement une image
favorable.
* * *
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