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Introduzione
La storia del sogno americano del vecchio mondo ci insegna che, attraverso il duro lavoro, la
determinazione e la speranza in un futuro più prospero, è possibile raggiungere un migliore tenore
di vita e la famigerata prosperità economica.
Quest’ultimo aspetto, la “prosperità economica”, è meta ambita da tanti ma raggiunta da pochi,
un’ideale che si sfrange contro una realtà finanziaria solcata da innumerevoli insidie che rendono
ardua la scalata verso il successo. Nell’affrontare questo sentiero alquanto impervio assume rilievo
la consapevolezza dei rischi a cui si va incontro, facendo propri strumenti e strategie a tutela delle
proprie ricchezze.
Questo scritto si prepone l’obiettivo di analizzare i rischi associati ai mercati finanziari e gli strumenti
di analisi tecnica utili alla definizione di strategie più complesse; in via preliminare, viene introdotto
il soggetto principe di quest’analisi, il bond nella sua accezione più elementare e i suoi caratteri
distintivi.
L’elaborato si sviluppa affrontando le strategie di hedging associate ai due rischi finanziari principali:
l’interest rate risk e l’exchange rate risk, portando alla luce decenni di innovazione economico-
finanziaria.
Partendo dalle basi della finanza quantitativa con gli studi di Frederik Macaulay sulla duration e sulla
convexity, si prosegue con le analisi di Frank Mitchell Redington del 1952, approdando, infine, al
rinomato teorema di Fisher-Weil.
Affondate le radici in una matrice finanziaria a stampo moderno, vengono presentati gli strumenti
finanziari offerti dal mercato, derivando da essi le principali strategie applicative, al fine di tutelare
i propri investimenti, delineando, quindi, le cosiddette “strategie di hedging”. Lo studio
approfondito delle caratteristiche relative ad ogni strumento finanziario proposto agevola la
comprensione delle “architetture di titoli” analizzate di seguito.
L’idea ultima è quella di fornire al gentile lettore una panoramica sul mondo della copertura degli
investimenti, fornendo, in fede, degli strumenti utili al raggiungimento della tanto desiderata
propria prosperità economica.
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Capitolo 1. Rischi e strumenti finanziari
L’investimento è un’attività finanziaria tipica del settore economico che permette a un soggetto
economico, fronteggiando un rischio variabile, di generare nuove risorse. Con “rischio” intendiamo
la possibilità che il rendimento di un investimento possa differire al ribasso rispetto alle aspettative;
a tal proposito il profilo di rischio analizza i possibili rischi che si possono fronteggiare, a seconda
della tipologia di investimento scelto.
L’estrema variabilità del rischio, che deve essere valutata con opportuni strumenti di analisi,
comporta la necessità di adottare strategie di “copertura” del proprio investimento tramite
“tecniche di hedging”.
In questo lavoro di tesi, il paradigma di analisi si concentra sugli strumenti finanziari “fixed income”
o a “reddito fisso”, ovvero una tipologia di strumenti di investimento il cui tasso di interesse (interest
rate) è fissato nel momento della stipula del contratto. Per tali contratti vengono preventivati un
flusso di versamenti futuri sottoforma di cedole (coupons) e il rimborso alla scadenza del capitale
nominale (face value).
Tipicamente il fixed income investment (investimento a reddito fisso) è costituito da government
bonds e corporate bonds, ovvero titoli di debito che si caratterizzano per il soggetto emittente,
rispettivamente lo Stato o le grandi società private.
1.1 Bond
La nozione di “obbligazione” ha origini riconducibili allo scritto “Istituzioni di Giustiniano”, un’opera
di diritto romano integrata nel “Corpus iuris civilis” di Giustiniano I, secondo cui: “Obligatio est iuris
vinculum, quo necessitate adstringimur alicuius rei solvendae secundum iura nostrae civitatis”
(Istituzioni di Giustiniano, l. 3.13 Pr.), ovvero: “L'obbligazione è un vincolo giuridico, in forza del
quale si può costringere taluno all'adempimento di una prestazione, secondo le leggi del nostro
Stato”
Un bond, o obbligazione, si costituisce di elementi distintivi tra cui:
• Coupons (cedole): la cedola di un’obbligazione rappresenta gli interessi che vengono
periodicamente pagati al portatore del titolo; un bond può prevedere cedole, coupon bond
(CB), o non prevederne, zero coupon bond (ZCB).
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• Prezzo di emissione: valore che l’obbligazionista si impegna a versare al momento della
sottoscrizione del titolo.
• Valore nominale: rappresenta il valore che verrà rimborsato a scadenza e sul quale sono
calcolati gli interessi relativi all’obbligazione; solitamente, se non precisato, si assume che il
valore di un bond sia pari a 100.
• Scadenza (maturity): indica la data entro la quale viene rimborsato il capitale iniziale.
• Yield (rendimento): il rendimento di un’obbligazione è una misura del ritorno economico
previsto dall’investimento; si pone un distinguo tra rendimento a scadenza (yield to
maturity) e rendimento di compravendita. Il rendimento a scadenza fa riferimento
all’operazione di investimento che si realizza nell’acquisto di un titolo e nella sua detenzione
fino alla scadenza pattuita. In questo caso lo yield to maturity (YTM) è noto al momento della
sottoscrizione. Si parla, invece, di rendimento da compravendita quando il titolo viene
acquistato ma, lo stesso, viene venduto prima della scadenza. Tale rendimento non può
essere noto al momento dell’acquisto del bond.
1.2 Rischio
Investire in titoli finanziari a reddito fisso è un’attività rischiosa. I principali rischi derivanti
dall’esposizione fixed income si possono suddividere in:
• Interest rate risk: il tasso d’interesse è un fattore cruciale nella determinazione del valore
dell’obbligazione; sussiste, infatti, una relazione inversa tra tasso di interesse e valore del
bond in quanto, all’aumentare del tasso d’interesse, l’obbligazione perde valore. L’analisi
delle strutture dei tassi d’interesse consente di prevedere, in certe misure, possibili future
oscillazioni dei tassi e ridurre al minimo eventuali volatilità impreviste nel mercato
obbligazionario.
• Inflation risk: l’inflazione è un rincaro prolungato dei prezzi che erode il potere di acquisto
di una valuta; questa situazione si riflette su eventuali investimenti, minando il rendimento
dell’investimento stesso. Il mercato obbligazionario è estremamente esposto a inflation
risks.
• Exchange rate risk: il rischio di cambio è associato al rapporto di cambio tra due valute, una
variazione di tale rapporto incide sul valore di un bene espresso in valuta estera; si incorre
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in rischio di cambio quando un investitore acquista un bond che fornisce pagamenti in valuta
estera anziché in valuta domestica.
• Credit risk: le previsioni di rendimento del capitale, su cui si basa un investimento a reddito
fisso, trovano ostacolo nella possibilità che l’emittente del titolo di debito non rimborsi in
parte o per intero i flussi di cassa previsti. La valutazione dei credit risks si realizza in
particolare mediante investment grade e high yield, ovvero indicatori di affidabilità di
specifici strumenti finanziari; le scale di valutazione a cui fanno riferimento tali indici
partono da un livello C di insolvenza accertata, ad un livello AAA in cui viene garantita
un’elevata capacità dell’emittente di rimborsare capitale e interessi.
• Liquidity risk: aspetto spesso trascurato ma rilevante nelle operazioni di compra/ vendita di
obbligazioni; il rischio di liquidità fa riferimento alla capacità di vendere un’obbligazione
rapidamente e a un prezzo “efficiente” rispetto alle curve bid-ask spread (differenza tra il
prezzo di offerta e il prezzo che è disposta a pagare la domanda)
Il mercato obbligazionario offre numerose possibilità di investimento, andando incontro ad esigenze
di tutti gli investitori, i quali garantiscono apporti di liquidità tramite l’acquisto, ad esempio, di bond;
a seconda della tipologia di titolo si prefigurano “investitori tipo” e diverse esposizioni al rischio.
1.2.1 Default risk
La rischiosità di un investimento conduce un investitore consapevole a cercare delle tutele a possibili
shock del mercato di riferimento. Se si considerano i corporate bond (ovvero obbligazioni a carattere
societario) è chiaro che un’eventuale bancarotta della società emittente si tradurrebbe in una
conseguente insolvibilità e, nonostante il diritto italiano preveda tutele per il creditore
insoddisfatto, a livello economico si prefigurerebbe un “investimento fallimentare” per l’investitore
stesso.
Il caso in esame prefigura la necessità di un qualsiasi investitore di ponderare il proprio investimento
e adottare contromisure di hedging al fine di tutelarsi il più possibile dai rischi del mercato e da
eventuali situazioni inaspettate.
Il rischio di default cambia a seconda del soggetto emittente il titolo di debito; ad esempio, nel caso
di government bond, è difficile pensare che uno Stato dichiari bancarotta, salvo che non si trovi già
nel momento dell’acquisto del bond in uno stato di crisi economico-finanziaria o non subentrino
calamità imprevedibili come guerre o pandemie. Nel caso di imprese e società, il default risk è un